Hoshiai no Sora
"Hoshiai no Sora" (o "Stars Align") è un anime sportivo di grande spessore che riesce a calibrare alla perfezione lo spazio narrativo dedicato al gioco vero e proprio e quello dedicato ai suoi giocatori, alle loro vicende personali e alle loro personalità. Maki è un ragazzetto sveglio ed energico, pieno di risorse e dotato di un'incredibile intelligenza emotiva. Appena trasferito incontra Shinjo, vecchia conoscenza nonché focoso capitano del club di soft tennis della nuova scuola. Il club, come da manuale, è sull'orlo del baratro a causa dell'inesistente talento naturale e della scarsa motivazione dei suoi componenti. L'unica via di salvezza è ottenere un qualche risultato nel prossimo torneo sportivo o il club sarà chiuso. Indovinate a chi si rivolgerà il disperato Shinjo per salvare il suo amato club dal collasso? Esatto, a Maki, che con la sua innata predisposizione all'attività fisica e strabiliante velocità nell'apprendimento potrebbe rivelarsi la chiave che consentirà alla squadra di risollevare la testa.
La sinossi è veramente delle più classiche, ma in questa serie non mancano picchi di originalità e spunti davvero interessanti. Un aspetto davvero poco usuale in anime di questo tipo è lo spazio dedicato al contesto famigliare di ogni singolo membro della squadra protagonista. Nella stragrande maggioranza degli sportivi i genitori dei protagonisti spesso non sono minimamente contemplati o, al massimo, sono nominati post-mortem per aumentare la drammaticità del personaggio di turno. Eppure, specialmente quando si è così giovani e più "influenzabili" (ma anche dopo), il contesto famigliare è fondamentale per capire perché un individuo pensa e agisce in una data maniera.
Infatti in ogni personaggio è evidente come l'ambiente casalingo ne abbia profondamente influenzato la personalità, e molte peculiarità caratteriali si riveleranno dirette conseguenze del contesto da cui si proviene.
Tuttavia, se da una parte ho davvero apprezzato la grande importanza data alla famiglie dei membri del club, non posso negare che il modo in cui è stato scelto di approfondirle non sia perfetto. Anzitutto nove personaggi su dieci vengono da un contesto davvero difficile contraddistinto nel più dei casi da abusi fisici e/o psicologici, il che è davvero poco probabile e piuttosto inverosimile: l'effetto fa un po' "sagra dei casi umani". Insomma, si vede che chi ha partorito questa storia ci teneva ad affrontare il tema dell'abuso, ma "assegnare" un caso di abuso ad ogni personaggio (o quasi) è esagerato e, a lungo andare, fa perdere molto di credibilità a tutta la storia. Il che è un peccato, perché le singole storie di per sé sono buone e abbastanza verosimili, ma del tutto improbabili se collocate tutte insieme nello stesso tempo e nello stesso luogo. È un po' come dire che gli abusi domestici sono la regola e non l'eccezione, il che non è vero, non più ormai.
Un altro tema fondamentale affrontato dalla serie è l'amicizia fresca e genuina che sboccia lentamente fra i nostri protagonisti squinternati. Sotto questo punto di vista, i problemi personali dei personaggi diventano pretesti per orchestrare dolci e quasi commoventi scene di solidarietà e sostegno reciproco tipiche dell'amicizia vera, quella che, non solo supera i momenti difficili, ma viene rafforzata da essi.
La parte sportiva della serie è meno brillante, ma comunque molto buona. Il gioco, grazie al cielo, viene spiegato nel dettaglio in modo semplice e schematico. Le partite fanno il loro dovere: non annoiano grazie a personaggi che sanno farsi amare e seguire, al modesto carisma degli avversari e a strategie improvvisate forse poco ortodosse, ma sicuramente simpatiche e a tratti esilaranti. Ammetto comunque che le partite, per quanto si lascino guardare, tendono a riciclare uno stesso schema che le fa apparire "orchestrate" e poco naturali. Tuttavia vi posso garantire che i difettucci di questa serie non gravano più di tanto sul suo valore, in quanto tutti i personaggi sono veramente ben caratterizzati e riescono a tenere in piedi la storia nonostante piccole forzature e situazioni inverosimili.
Se devo trovare davvero un grande difetto di questa serie è che la storia è troncata a metà, mozzata sul più bello. I miseri dodici episodi concessici non bastano minimamente a chiudere le varie sottotrame, nemmeno le più importanti. Perciò il voto altino assegnato a questa serie vale soltanto se sarà continuata e conclusa a dovere, cosa non scontata in quanto, proprio ora che sto scrivendo, un sequel non è stato ufficialmente annunciato. Io ritengo che dato il cliffhanger del finale sia impossibile che la storia non venga continuata ma siccome (purtroppo) non sono nata chiaroveggente, non mi resta che aggrapparmi alla speranza di vedere una seconda stagione, possibilmente all'altezza della prima.
La sinossi è veramente delle più classiche, ma in questa serie non mancano picchi di originalità e spunti davvero interessanti. Un aspetto davvero poco usuale in anime di questo tipo è lo spazio dedicato al contesto famigliare di ogni singolo membro della squadra protagonista. Nella stragrande maggioranza degli sportivi i genitori dei protagonisti spesso non sono minimamente contemplati o, al massimo, sono nominati post-mortem per aumentare la drammaticità del personaggio di turno. Eppure, specialmente quando si è così giovani e più "influenzabili" (ma anche dopo), il contesto famigliare è fondamentale per capire perché un individuo pensa e agisce in una data maniera.
Infatti in ogni personaggio è evidente come l'ambiente casalingo ne abbia profondamente influenzato la personalità, e molte peculiarità caratteriali si riveleranno dirette conseguenze del contesto da cui si proviene.
Tuttavia, se da una parte ho davvero apprezzato la grande importanza data alla famiglie dei membri del club, non posso negare che il modo in cui è stato scelto di approfondirle non sia perfetto. Anzitutto nove personaggi su dieci vengono da un contesto davvero difficile contraddistinto nel più dei casi da abusi fisici e/o psicologici, il che è davvero poco probabile e piuttosto inverosimile: l'effetto fa un po' "sagra dei casi umani". Insomma, si vede che chi ha partorito questa storia ci teneva ad affrontare il tema dell'abuso, ma "assegnare" un caso di abuso ad ogni personaggio (o quasi) è esagerato e, a lungo andare, fa perdere molto di credibilità a tutta la storia. Il che è un peccato, perché le singole storie di per sé sono buone e abbastanza verosimili, ma del tutto improbabili se collocate tutte insieme nello stesso tempo e nello stesso luogo. È un po' come dire che gli abusi domestici sono la regola e non l'eccezione, il che non è vero, non più ormai.
Un altro tema fondamentale affrontato dalla serie è l'amicizia fresca e genuina che sboccia lentamente fra i nostri protagonisti squinternati. Sotto questo punto di vista, i problemi personali dei personaggi diventano pretesti per orchestrare dolci e quasi commoventi scene di solidarietà e sostegno reciproco tipiche dell'amicizia vera, quella che, non solo supera i momenti difficili, ma viene rafforzata da essi.
La parte sportiva della serie è meno brillante, ma comunque molto buona. Il gioco, grazie al cielo, viene spiegato nel dettaglio in modo semplice e schematico. Le partite fanno il loro dovere: non annoiano grazie a personaggi che sanno farsi amare e seguire, al modesto carisma degli avversari e a strategie improvvisate forse poco ortodosse, ma sicuramente simpatiche e a tratti esilaranti. Ammetto comunque che le partite, per quanto si lascino guardare, tendono a riciclare uno stesso schema che le fa apparire "orchestrate" e poco naturali. Tuttavia vi posso garantire che i difettucci di questa serie non gravano più di tanto sul suo valore, in quanto tutti i personaggi sono veramente ben caratterizzati e riescono a tenere in piedi la storia nonostante piccole forzature e situazioni inverosimili.
Se devo trovare davvero un grande difetto di questa serie è che la storia è troncata a metà, mozzata sul più bello. I miseri dodici episodi concessici non bastano minimamente a chiudere le varie sottotrame, nemmeno le più importanti. Perciò il voto altino assegnato a questa serie vale soltanto se sarà continuata e conclusa a dovere, cosa non scontata in quanto, proprio ora che sto scrivendo, un sequel non è stato ufficialmente annunciato. Io ritengo che dato il cliffhanger del finale sia impossibile che la storia non venga continuata ma siccome (purtroppo) non sono nata chiaroveggente, non mi resta che aggrapparmi alla speranza di vedere una seconda stagione, possibilmente all'altezza della prima.
La recensione contiene alcuni spoiler
Non credo di aver mai visto un anime con premesse così buone rivelarsi una così grande delusione.
L'anime sembra partire come un normale spokon ma già dai minuti finali del primo episodio si capisce che non sarà così. Fin qui tutto normale, anzi, il colpo di scena è assolutamente scioccante e ben riuscito. In seguito, però, assistiamo a una sorta di show in cui ci viene presentato, ogni settimana, almeno un caso umano (o anche di più). Tutti i personaggi che fanno parte del club di soft tennis hanno un problema. Problemi seri o serissimi e tutti sulla stessa falsariga: si tratta di dinamiche familiari sostanzialmente tossiche. Ora, la famiglia del mulino bianco (forse) non esiste e ognuno ha i suoi problemi, tuttavia qui si esagera. I ragazzi sono in un età in cui potrebbero avere qualsiasi tipo di problema: problemi scolastici, problemi di salute, problemi con i pari (frequenti almeno quanto i problemi familiari), fumo, dipendenze... i nostri protagonisti, invece, hanno tutti problemi con un membro della loro famiglia. Questo membro, poi, è sempre un adulto ed è l'unico colpevole della situazione (i ragazzi sono sempre vittime). E non parliamo di normali problemi tra genitori e figli, parliamo di ossa rotte, bruciature su neonati, padri abusivi che arrivano, picchiano e portano via soldi (pornografia del dolore?). Se i traumi non sono fisici, poi, si passa a quelli psicologici (e ce ne sono tanti).
Gli altri adulti "positivi" o eventuali fratelli maggiori o insegnanti sono abbastanza passivi come personaggi (a volte offrono sostegno psicologico o qualche aiuto, ma di fatto non fanno nulla di veramente concreto per migliorare la situazione). Del resto neanche i ragazzi sembrano voler intervenire attivamente per cambiare le cose e sembrano più interessati a nascondere quel che avviene nelle loro case piuttosto che ad agire per cambiare le cose (a volte ne parlano tra loro, ma da queste discussioni non origina mai un miglioramento o un tentativo di miglioramento concreto, l'unica eccezione è l'episodio 5 in cui l'azione sembra addirittura portare a un peggioramento della situazione).
Alla fine sembra che l'obiettivo degli autori fosse presentare una serie di problematiche familiari, tuttavia, oltre che irrealistico (un anime così dovrebbe fare del realismo il suo punto di forza: le situazioni, prese singolarmente, sono realistiche, è il loro presentarsi tutte insieme il vero problema), il tutto non è neanche approfondito: è vero che la serie doveva avere il doppio degli episodi, ma non mi è sembrato comunque che ci fosse il desiderio di approfondire tutte le varie sottotrame ma solo di elencarle in stile "lista della spesa" senza neanche provare a svilupparle (fatta eccezione per le due principali, che comunque rimangono incompiute).
Il finale non è aperto, è una voragine. Quasi nessuna situazione viene chiarita e l'anime si interrompe prima di un importante punto di svolta.
La parte sportiva dell'anime è inizialmente molto curata: ho trovato molto bello quando, per spiegare i movimenti, i personaggi li fanno vedere "a rallentatore". Tuttavia, tolta questa parte, le sfide sono piuttosto scontate e ripetitive (nell'incontro di allenamento tutte le coppie secondarie ottengono lo stesso identico risultato, e i principali match con i protagonisti seguono pattern molto simili: prima gli avversari li sottovalutano, poi cambiano/capiscono qualcosa e si riprendono). Le partite sono poche e le analogie saltano subito all'occhio. Di alcune partite non viene neanche detto il risultato.
Uno dei punti di debolezza (o di forza, dipende dai punti di vista, per me è la prima) dell'anime è il protagonista: tolti i suoi problemi familiari (la cui presenza, anzi, lo fa sembrare ancora più in gamba), è praticamente perfetto. Sa fare tutto lui, impara subito a giocare, capisce subito qual è il problema della squadra e lo risolve (portando a grandi miglioramenti immediati), se perde è per un soffio (oppure lo ha fatto apposta), è più intuitivo di un detective (prevede tutto), è un fine stratega e anche un po' psicologo, sa rigovernare la casa, cucina meglio di uno chef (davvero... e pure con gli ingredienti presi in sconto...), insomma, non ha difetti. Ora qualcuno potrebbe obiettare che i bambini abusati potrebbero, a causa delle loro vicende, essere più intuitivi e preparati alla vita di altri (almeno questa è una spiegazione che ho visto in giro riguardo questo aspetto), ma credo che così sia fin troppo esagerato.
In conclusione: se vi piacciono i drammi familiari violenti e ne volete tanti tutti insieme, questo è l'anime che fa per voi. In 12 episodi ce ne sono per tutti i gusti, non vi annoierete. Se cercate uno spokon o uno slice of life un po' più realistico, cambiate anime. Idem se cercate una serie che abbia un finale.
Non credo di aver mai visto un anime con premesse così buone rivelarsi una così grande delusione.
L'anime sembra partire come un normale spokon ma già dai minuti finali del primo episodio si capisce che non sarà così. Fin qui tutto normale, anzi, il colpo di scena è assolutamente scioccante e ben riuscito. In seguito, però, assistiamo a una sorta di show in cui ci viene presentato, ogni settimana, almeno un caso umano (o anche di più). Tutti i personaggi che fanno parte del club di soft tennis hanno un problema. Problemi seri o serissimi e tutti sulla stessa falsariga: si tratta di dinamiche familiari sostanzialmente tossiche. Ora, la famiglia del mulino bianco (forse) non esiste e ognuno ha i suoi problemi, tuttavia qui si esagera. I ragazzi sono in un età in cui potrebbero avere qualsiasi tipo di problema: problemi scolastici, problemi di salute, problemi con i pari (frequenti almeno quanto i problemi familiari), fumo, dipendenze... i nostri protagonisti, invece, hanno tutti problemi con un membro della loro famiglia. Questo membro, poi, è sempre un adulto ed è l'unico colpevole della situazione (i ragazzi sono sempre vittime). E non parliamo di normali problemi tra genitori e figli, parliamo di ossa rotte, bruciature su neonati, padri abusivi che arrivano, picchiano e portano via soldi (pornografia del dolore?). Se i traumi non sono fisici, poi, si passa a quelli psicologici (e ce ne sono tanti).
Gli altri adulti "positivi" o eventuali fratelli maggiori o insegnanti sono abbastanza passivi come personaggi (a volte offrono sostegno psicologico o qualche aiuto, ma di fatto non fanno nulla di veramente concreto per migliorare la situazione). Del resto neanche i ragazzi sembrano voler intervenire attivamente per cambiare le cose e sembrano più interessati a nascondere quel che avviene nelle loro case piuttosto che ad agire per cambiare le cose (a volte ne parlano tra loro, ma da queste discussioni non origina mai un miglioramento o un tentativo di miglioramento concreto, l'unica eccezione è l'episodio 5 in cui l'azione sembra addirittura portare a un peggioramento della situazione).
Alla fine sembra che l'obiettivo degli autori fosse presentare una serie di problematiche familiari, tuttavia, oltre che irrealistico (un anime così dovrebbe fare del realismo il suo punto di forza: le situazioni, prese singolarmente, sono realistiche, è il loro presentarsi tutte insieme il vero problema), il tutto non è neanche approfondito: è vero che la serie doveva avere il doppio degli episodi, ma non mi è sembrato comunque che ci fosse il desiderio di approfondire tutte le varie sottotrame ma solo di elencarle in stile "lista della spesa" senza neanche provare a svilupparle (fatta eccezione per le due principali, che comunque rimangono incompiute).
Il finale non è aperto, è una voragine. Quasi nessuna situazione viene chiarita e l'anime si interrompe prima di un importante punto di svolta.
La parte sportiva dell'anime è inizialmente molto curata: ho trovato molto bello quando, per spiegare i movimenti, i personaggi li fanno vedere "a rallentatore". Tuttavia, tolta questa parte, le sfide sono piuttosto scontate e ripetitive (nell'incontro di allenamento tutte le coppie secondarie ottengono lo stesso identico risultato, e i principali match con i protagonisti seguono pattern molto simili: prima gli avversari li sottovalutano, poi cambiano/capiscono qualcosa e si riprendono). Le partite sono poche e le analogie saltano subito all'occhio. Di alcune partite non viene neanche detto il risultato.
Uno dei punti di debolezza (o di forza, dipende dai punti di vista, per me è la prima) dell'anime è il protagonista: tolti i suoi problemi familiari (la cui presenza, anzi, lo fa sembrare ancora più in gamba), è praticamente perfetto. Sa fare tutto lui, impara subito a giocare, capisce subito qual è il problema della squadra e lo risolve (portando a grandi miglioramenti immediati), se perde è per un soffio (oppure lo ha fatto apposta), è più intuitivo di un detective (prevede tutto), è un fine stratega e anche un po' psicologo, sa rigovernare la casa, cucina meglio di uno chef (davvero... e pure con gli ingredienti presi in sconto...), insomma, non ha difetti. Ora qualcuno potrebbe obiettare che i bambini abusati potrebbero, a causa delle loro vicende, essere più intuitivi e preparati alla vita di altri (almeno questa è una spiegazione che ho visto in giro riguardo questo aspetto), ma credo che così sia fin troppo esagerato.
In conclusione: se vi piacciono i drammi familiari violenti e ne volete tanti tutti insieme, questo è l'anime che fa per voi. In 12 episodi ce ne sono per tutti i gusti, non vi annoierete. Se cercate uno spokon o uno slice of life un po' più realistico, cambiate anime. Idem se cercate una serie che abbia un finale.
Una parola: bellissimo! Senza alcun dubbio uno dei miei anime sportivi preferiti e anche uno dei miei anime preferiti usciti quest anno! (Nonostante io solitamente non ami gli anime sportivi).
La caratterizzazione dei personaggi è suprema. I problemi familiari sono molto tristi: io, una che non si commuove/piange, ho pianto in alcune scene che mi rimarranno impresse per sempre.
La parte più sportiva dell’anime è ben fatta. E le scene d’amicizia sono stupende da far commuovere.
Mi piace molto anche questo stile grafico. Le musiche sono stupende (quante volte ho detto l’aggettivo stupendo?!)
Il finale mi lascia sperare in una seconda stagione dato che è un finale troppo aperto,in più ci sarebbero ancora troppe cose da chiarire, fra cui il torneo e le famiglie dei personaggi, in particolare modo quelle di Touma e Maki, spero vivamente in una seconda stagione!
La caratterizzazione dei personaggi è suprema. I problemi familiari sono molto tristi: io, una che non si commuove/piange, ho pianto in alcune scene che mi rimarranno impresse per sempre.
La parte più sportiva dell’anime è ben fatta. E le scene d’amicizia sono stupende da far commuovere.
Mi piace molto anche questo stile grafico. Le musiche sono stupende (quante volte ho detto l’aggettivo stupendo?!)
Il finale mi lascia sperare in una seconda stagione dato che è un finale troppo aperto,in più ci sarebbero ancora troppe cose da chiarire, fra cui il torneo e le famiglie dei personaggi, in particolare modo quelle di Touma e Maki, spero vivamente in una seconda stagione!