Fumiko no Kokuhaku
"Fumiko no kokuhaku" (La confessione di Fumiko)è un corto fresco, esilarante che tiene con il fiato sospeso fino all'ultima scena. La brevissima durata spero non induca in errore l'ignaro spettatore che, fan di altisonanti firme dell'animazione made in Japan, potrebbe sentirsi legittimato a snobbare il lavoro di un giovane talentuoso semisconosciuto di nome Hiroyasu Ishida.
Studente presso il Dipartimento di Animazione della facoltà di Manga all'università Kyoto Seika, ha animato da solo questo corto decidendo di esasperare un banale episodio della vita quotidiana di due studenti giapponesi per farne uno sketch divertente.
Caratterizzato da una buona animazione bidimensionale su curatissimi sfondi statici e modelli 3D, la scelta narrativa di centrare la trama su un comico "volo" della protagonista al di sopra di un'incantevole cittadina è originale, i buffi dialoghi tra i protagonisti, sarcastici al punto giusto, estremizzano i caratteri dei personaggi (troppo educato e controllato lui, esageratamente irruente lei) caratterizzandoli in pochi istanti.
L'apparente semplicità della colonna sonora, all'orecchio una simpatica musichetta, non solo ha il pregio di tenere alta l'attenzione ma ho scoperto essere la "Galoppata dei Commedianti" tratta dalla sinfonia "I Commedianti" di Dmitry Borisovich Kabalevsky, famoso compositore della sinfonia russa del novecento.
Tolto qualche difetto(per dirne uno non ho apprezzato la vista superflua delle mutandine della protagonista, emblema dell'ormai onnipresente fanservice negli anime) consiglio la visione di questo corto ben fatto a chiunque desideri, senza troppe pretese, trascorrere tre minuti della propria giornata con la compagnia dell'immaginazione di un giovane animatore in erba.
Studente presso il Dipartimento di Animazione della facoltà di Manga all'università Kyoto Seika, ha animato da solo questo corto decidendo di esasperare un banale episodio della vita quotidiana di due studenti giapponesi per farne uno sketch divertente.
Caratterizzato da una buona animazione bidimensionale su curatissimi sfondi statici e modelli 3D, la scelta narrativa di centrare la trama su un comico "volo" della protagonista al di sopra di un'incantevole cittadina è originale, i buffi dialoghi tra i protagonisti, sarcastici al punto giusto, estremizzano i caratteri dei personaggi (troppo educato e controllato lui, esageratamente irruente lei) caratterizzandoli in pochi istanti.
L'apparente semplicità della colonna sonora, all'orecchio una simpatica musichetta, non solo ha il pregio di tenere alta l'attenzione ma ho scoperto essere la "Galoppata dei Commedianti" tratta dalla sinfonia "I Commedianti" di Dmitry Borisovich Kabalevsky, famoso compositore della sinfonia russa del novecento.
Tolto qualche difetto(per dirne uno non ho apprezzato la vista superflua delle mutandine della protagonista, emblema dell'ormai onnipresente fanservice negli anime) consiglio la visione di questo corto ben fatto a chiunque desideri, senza troppe pretese, trascorrere tre minuti della propria giornata con la compagnia dell'immaginazione di un giovane animatore in erba.
Fumiko no Kokuhaku o "La confessione di Fumiko" è un corto di poco più di 2 minuti nato dalla collaborazione di uno studente d'animazione con alcuni suoi amici. Questo tipo di situazione dimostra che basta la passione e un po' d'impegno per creare qualcosa di gradevole.
La storia non è difficile da delineare, Fumiko, una simpatica ragazzina, chiede a Takashi, un ragazzo che le piace, se vuole uscire con lei, ma questo rifiuta affermando che vuole concentrarsi sul baseball. Ciò che ne consegue è una esageratissima reazione da parte della povera e delusa Fumiko che dà il meglio, o forse è il caso di dire il peggio, di sé quando si ritrova a scendere le scalinate, e non solo della cittadina, totalmente fuori controllo.
Non è una trama da spiegare ma da visionare e da valutare come meglio si crede, parliamo pur sempre di un corto animato. Si è voluto senza ombra di dubbio scherzare e esagerare su quelle che sono le reazioni dei giovani a determinati eventi, creando una piccola catena di eventi in chiave non-sense che tuttavia è riuscita nell'intento di intrattenere per 2 minuti e 20 secondi. E' vero che le delusioni a volte fanno andare fuori di testa ma qui, beh, il concetto è stato preso alla lettera.
I disegni e le animazioni sono di assoluta qualità e se si pensa che è tutto opera di una sola persona con qualche collaborazione secondaria allora il lavoro svolto è sensazionale. Le animazioni in particolar modo sono cosi fluide da far pensare al lavoro di un professionista, specie quando vediamo Fumiko volare sulla cittadina discendente (si avete capito bene "volare"). Di audio, ve n'è poco, c'è una musichetta di sottofondo simpatica e poco più, anche i dialoghi sono giusto due dopotutto.
A volte mi piace pensare che opere come questa nascondono un progetto per una serie vera e propria, ma ahimè considerato il cast che c'è dietro e le scarsissime probabilità che ciò avvenga non rimane che rassegnarsi e godersi questi due minuti di spensierata allegria non-sense. E 'un opera che tra le altre cose si lascia rivedere più volte senza stancare, sarà per la durata o forse per la semplicità, non si può dire con certezza.
La storia non è difficile da delineare, Fumiko, una simpatica ragazzina, chiede a Takashi, un ragazzo che le piace, se vuole uscire con lei, ma questo rifiuta affermando che vuole concentrarsi sul baseball. Ciò che ne consegue è una esageratissima reazione da parte della povera e delusa Fumiko che dà il meglio, o forse è il caso di dire il peggio, di sé quando si ritrova a scendere le scalinate, e non solo della cittadina, totalmente fuori controllo.
Non è una trama da spiegare ma da visionare e da valutare come meglio si crede, parliamo pur sempre di un corto animato. Si è voluto senza ombra di dubbio scherzare e esagerare su quelle che sono le reazioni dei giovani a determinati eventi, creando una piccola catena di eventi in chiave non-sense che tuttavia è riuscita nell'intento di intrattenere per 2 minuti e 20 secondi. E' vero che le delusioni a volte fanno andare fuori di testa ma qui, beh, il concetto è stato preso alla lettera.
I disegni e le animazioni sono di assoluta qualità e se si pensa che è tutto opera di una sola persona con qualche collaborazione secondaria allora il lavoro svolto è sensazionale. Le animazioni in particolar modo sono cosi fluide da far pensare al lavoro di un professionista, specie quando vediamo Fumiko volare sulla cittadina discendente (si avete capito bene "volare"). Di audio, ve n'è poco, c'è una musichetta di sottofondo simpatica e poco più, anche i dialoghi sono giusto due dopotutto.
A volte mi piace pensare che opere come questa nascondono un progetto per una serie vera e propria, ma ahimè considerato il cast che c'è dietro e le scarsissime probabilità che ciò avvenga non rimane che rassegnarsi e godersi questi due minuti di spensierata allegria non-sense. E 'un opera che tra le altre cose si lascia rivedere più volte senza stancare, sarà per la durata o forse per la semplicità, non si può dire con certezza.
"Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento."
Carmelo Bene
Non trovo affatto dispendioso citare un omone come Carmelo Bene nel descrivere un corto di nemmeno tre minuti, ma devo confidare come alla lettura di questo susseguirsi geniale d'immagini frenetiche io abbia pensato di Ishida Hiroyasu l'essere pieno di talento. Gli appassionati del genere 'cortometraggio', e volendo dei lungometraggi d'animazione nipponica, sono a conoscenza dell'amatoriale e casalinga produzione dei corti di Ishida. Proprio per questo sottolineo come questi siano geniali. L'affermazione di Bene non può che essere adatta nel descrivere questo 'ragazzo'.
Il mio voto è alto. Troppo? Se si analizza il cortometraggio in sé, si può ben vedere come il soggetto sia piuttosto semplice e sarcastico. Ed è qui che forse la maggior parte degli 'spettatori' si sono fermati. Il soggetto potrebbe far pensare d'essere la scusa e il movente per palesare la voglia d'esprimersi e di mettersi in mostra dell'autore. Sì è così, lo fa pensare e lo è. A questo però s'aggiunge l'espediente del comico occasionale, il dare un movente alle grandi potenzialità dell'autore. Quindi, si sommano il soggetto e le potenzialità e il risultato è 'La confessione di Fumiko'.
Se dovessi valutare la storia in sé, non le darei nemmeno un 5, ma a questo ben si aggiunge l'incredibile capacità dell'autore di creare quello che gli passa per la testa.
Citando nuovamente 'gli appassionati del genere', mi sento di descrivere tutti quelli che hanno visto e capito il video sotto un punto di vista linguistico, dei conoscitori del giapponese. L'abitudine all'ascoltare, tramite la visione di anime in lingua originale con sottotitoli, porta facilmente alla comprensione dei dialoghi di questo corto, una comprensione limitata certo ma di piacevole stupore.
Il mio voto è dato dalle capacità del giovanotto e dalla semplice ma ricercata storiella narrata, potrei ben descrivere questo corto come un dolcissimo e divertente schiaffo alla superficiale e banale animazione moderna.
Carmelo Bene
Non trovo affatto dispendioso citare un omone come Carmelo Bene nel descrivere un corto di nemmeno tre minuti, ma devo confidare come alla lettura di questo susseguirsi geniale d'immagini frenetiche io abbia pensato di Ishida Hiroyasu l'essere pieno di talento. Gli appassionati del genere 'cortometraggio', e volendo dei lungometraggi d'animazione nipponica, sono a conoscenza dell'amatoriale e casalinga produzione dei corti di Ishida. Proprio per questo sottolineo come questi siano geniali. L'affermazione di Bene non può che essere adatta nel descrivere questo 'ragazzo'.
Il mio voto è alto. Troppo? Se si analizza il cortometraggio in sé, si può ben vedere come il soggetto sia piuttosto semplice e sarcastico. Ed è qui che forse la maggior parte degli 'spettatori' si sono fermati. Il soggetto potrebbe far pensare d'essere la scusa e il movente per palesare la voglia d'esprimersi e di mettersi in mostra dell'autore. Sì è così, lo fa pensare e lo è. A questo però s'aggiunge l'espediente del comico occasionale, il dare un movente alle grandi potenzialità dell'autore. Quindi, si sommano il soggetto e le potenzialità e il risultato è 'La confessione di Fumiko'.
Se dovessi valutare la storia in sé, non le darei nemmeno un 5, ma a questo ben si aggiunge l'incredibile capacità dell'autore di creare quello che gli passa per la testa.
Citando nuovamente 'gli appassionati del genere', mi sento di descrivere tutti quelli che hanno visto e capito il video sotto un punto di vista linguistico, dei conoscitori del giapponese. L'abitudine all'ascoltare, tramite la visione di anime in lingua originale con sottotitoli, porta facilmente alla comprensione dei dialoghi di questo corto, una comprensione limitata certo ma di piacevole stupore.
Il mio voto è dato dalle capacità del giovanotto e dalla semplice ma ricercata storiella narrata, potrei ben descrivere questo corto come un dolcissimo e divertente schiaffo alla superficiale e banale animazione moderna.
Le qualità di un’artista, qualunque genere esso tratti, possono manifestarsi anche in piccole prove; così se un poeta riesce a essere grande anche in due righe scarse un buon animatore riesce a fare vedere la stoffa pure in un corto di pochi minuti. E definirlo corto è anche un complimento per un lavoro come "Fumiko no Kokuhaku" (la confessione di Fumiko) che dura meno di tre minuti scarsi.
Opera prima di un unico ragazzo e del suo computer, questa storiella mostra in effetti delle buone cose ma anche numerose pecche che di certo non possono che influire sul voto finale. Se la storia della confessione amorosa della povera Fumiko è fresca e simpatica, ricordando le gag dei cartoni di Hanna e Barbera mixati con le classiche storielle scolastiche viste e riviste in tutte le salse giapponesi, non si può non sottolineare il fatto che il chara design è piuttosto povero e appiattito sul caricaturale mentre i fondali vedono un’esagerato e quasi fastidioso, a mio parere, abuso di Computer Grafica. Non manca ovviamente lo strizzare l’occhio al solito fanservice, con tanto di visione delle mutandine della protagonista, la qual cosa a mio parere non era affatto necessaria.
Cosa c’è da aspettarsi quindi da "Fumiko no Kokuhaku"? Niente di più di quello che è: un esperimento di un giovane di belle speranze. Sono comunque tre minuti di allegria a cui do la sufficienza, trattandosi anche di opera prima, ma sicuramente non meritevoli di voto maggiore; poi come si dice “se son rose…”.
Opera prima di un unico ragazzo e del suo computer, questa storiella mostra in effetti delle buone cose ma anche numerose pecche che di certo non possono che influire sul voto finale. Se la storia della confessione amorosa della povera Fumiko è fresca e simpatica, ricordando le gag dei cartoni di Hanna e Barbera mixati con le classiche storielle scolastiche viste e riviste in tutte le salse giapponesi, non si può non sottolineare il fatto che il chara design è piuttosto povero e appiattito sul caricaturale mentre i fondali vedono un’esagerato e quasi fastidioso, a mio parere, abuso di Computer Grafica. Non manca ovviamente lo strizzare l’occhio al solito fanservice, con tanto di visione delle mutandine della protagonista, la qual cosa a mio parere non era affatto necessaria.
Cosa c’è da aspettarsi quindi da "Fumiko no Kokuhaku"? Niente di più di quello che è: un esperimento di un giovane di belle speranze. Sono comunque tre minuti di allegria a cui do la sufficienza, trattandosi anche di opera prima, ma sicuramente non meritevoli di voto maggiore; poi come si dice “se son rose…”.
Considerando il fatto che si tratta di un cortometraggio realizzato da un solo ragazzo, studente di animazione, con l'appoggio di pochi amici per la realizzazione della computer graphic, possiamo senz'altro affermare di essere dinnanzi a un buon prodotto che non sfigura al cospetto di altri cortometraggi, neanche sotto il comparto tecnico.
La storia, nel suo piccolo, è di facile comprensione, semplice, diretta, coinvolgente, decisamente eccessiva e sorprendente. Succede tutto in poco più di due minuti, ma vedrete che tali aggettivi calzeranno a pennello per descrivere quel che succede alla simpatica protagonista.
Il character design non è certo favoloso, ma si presta perfettamente alla funzione che deve svolgere (guardandolo capirete).
A volere fare una critica potrei affermare che io, al posto di questo talentuoso autore, avrei cercato una conclusione altrettanto semplice ma un pelino più incisiva. Ovviamente si tratta di un parere soggettivo, ma credo sarebbe bastata una qualsiasi trovata, un'inezia e il finale avrebbe potuto godere di una riuscita un pochino più accattivante. Di fantasia, per poterlo fare, ha dimostrato di averne, ma evidentemente a lui andava già bene così.
La storia, nel suo piccolo, è di facile comprensione, semplice, diretta, coinvolgente, decisamente eccessiva e sorprendente. Succede tutto in poco più di due minuti, ma vedrete che tali aggettivi calzeranno a pennello per descrivere quel che succede alla simpatica protagonista.
Il character design non è certo favoloso, ma si presta perfettamente alla funzione che deve svolgere (guardandolo capirete).
A volere fare una critica potrei affermare che io, al posto di questo talentuoso autore, avrei cercato una conclusione altrettanto semplice ma un pelino più incisiva. Ovviamente si tratta di un parere soggettivo, ma credo sarebbe bastata una qualsiasi trovata, un'inezia e il finale avrebbe potuto godere di una riuscita un pochino più accattivante. Di fantasia, per poterlo fare, ha dimostrato di averne, ma evidentemente a lui andava già bene così.
Oggigiorno oramai il panorama degli anime e dei cartoon è sovrastato dall’imponente ombra dell’animazione digitale, che può offrire risultati eccellenti quanto deplorevoli in base all’utilizzo. Questo corto, Fumiko no Kokuhaku, ovvero La confessione di Fumiko, è prodotto interamente da un solo ragazzo (aiutato dagli amici solo per la Computer Grafica) che studia appunto animazione e riesce a mostrarci la sua innata bravura. Un astro nascente che donerà nuova luce agli anime orientali?
La povera Fumiko cerca di farsi forza e con tutta se stessa riesce a invitare il ragazzo tanto amato a uscire; purtroppo lui sembra avere posto solo per il baseball nella sua mente ed è costretto a declinare l’invito. L’affranta Fumiko corre a perdifiato per la rabbia del rifiuto, ma proprio questo le impedisce di vedere un’anziana con un carrello che attraversa la strada proprio in cima all’immensa collina dove è situata la scuola: inizia così l’incredibile discesa di Fumiko.
La storia è semplice e simpatica, nonché divertente anche nel finale e anche se proveremo dispiacere per la povera Fumiko non potremo contenere dei sorrisi o anche delle laute risate.
Da sottolineare come i pochissimi dialoghi in giapponese siano facilmente intuibili, ma ovviamente leggerli in inglese o in italiano dona ovviamente maggior comprensione.
Arriviamo alla parte più corposa del tutto, la fattura tecnica.
Il character design è essenziale e comune, ma l’importante sono le animazioni, incredibilmente fluide e sinuose, sia nelle movenze più banali sia in quelle più complicate dove la telecamera zooma e ruota intorno alla ragazza. Una piccola grande perla.
I fondali sono fatti da una computer grafica basilare e “pupazzosa” ma ben curata, non teme incertezze nemmeno durante le sequenze più rapide e intricate, inoltre sono ottimamente implementate con i disegni.
La colonna sonora è divertente e allegra, perfetta cornice per il tutto.
Se avete due minuti di tempo “sprecateli” volentieri per guardarlo, anche solo per l’incredibile valore tecnico. Seppure l’opera contiene evidenti paradossi, come la collina che diventa sempre più alta, l’improbabile possibilità che il ragazzo sia già in fondo alla montagna o l’improbabile fisica della caduta, e mostra anche uno strano feticcio dell’autore verso le mutandine di Fumiko (ovviamente in tono scherzoso), si dimostra comunque un corto incredibilmente divertente e demeziale che potrebbe anche fare tornare il buon umore pure nelle giornate più uggiose.
La povera Fumiko cerca di farsi forza e con tutta se stessa riesce a invitare il ragazzo tanto amato a uscire; purtroppo lui sembra avere posto solo per il baseball nella sua mente ed è costretto a declinare l’invito. L’affranta Fumiko corre a perdifiato per la rabbia del rifiuto, ma proprio questo le impedisce di vedere un’anziana con un carrello che attraversa la strada proprio in cima all’immensa collina dove è situata la scuola: inizia così l’incredibile discesa di Fumiko.
La storia è semplice e simpatica, nonché divertente anche nel finale e anche se proveremo dispiacere per la povera Fumiko non potremo contenere dei sorrisi o anche delle laute risate.
Da sottolineare come i pochissimi dialoghi in giapponese siano facilmente intuibili, ma ovviamente leggerli in inglese o in italiano dona ovviamente maggior comprensione.
Arriviamo alla parte più corposa del tutto, la fattura tecnica.
Il character design è essenziale e comune, ma l’importante sono le animazioni, incredibilmente fluide e sinuose, sia nelle movenze più banali sia in quelle più complicate dove la telecamera zooma e ruota intorno alla ragazza. Una piccola grande perla.
I fondali sono fatti da una computer grafica basilare e “pupazzosa” ma ben curata, non teme incertezze nemmeno durante le sequenze più rapide e intricate, inoltre sono ottimamente implementate con i disegni.
La colonna sonora è divertente e allegra, perfetta cornice per il tutto.
Se avete due minuti di tempo “sprecateli” volentieri per guardarlo, anche solo per l’incredibile valore tecnico. Seppure l’opera contiene evidenti paradossi, come la collina che diventa sempre più alta, l’improbabile possibilità che il ragazzo sia già in fondo alla montagna o l’improbabile fisica della caduta, e mostra anche uno strano feticcio dell’autore verso le mutandine di Fumiko (ovviamente in tono scherzoso), si dimostra comunque un corto incredibilmente divertente e demeziale che potrebbe anche fare tornare il buon umore pure nelle giornate più uggiose.
"Fumiko no Kokuhaku" (La confessione di Fumiko) è un brevissimo special, realizzato da uno studente universitario armato soltanto di un computer, che mostra come anche idee semplicissime, quasi banali (come una confessione amorosa), possano offrire un risultato notevole. Il filmato pesca a piene mani dall' atmosfera di follia, di "sgangheratezza", ma allo stesso tempo d'incredibile precisione e perizia tecnica, che ha caratterizzato le produzioni Gainax più recenti. Tra l'altro viene utilizzato un brano dalla colonna sonora di FLCL - non ricordo il titolo.
La regia è splendidamente curata, grintosa e mai banale, in grado di valorizzare ogni singola scena, ogni singola gag, con un ritmo frenetico stemperato solo dalla (relativa) calma che si trova all'inizio e alla fine.
E' presente anche una piccola componente di fanservice, mutandine in questo caso, ma nulla che possa far perdere interesse al lavoro.
Insomma, il risultato, seppur nella sua brevità, è da lodare, perfetto per chi vuole godersi qualcosa di leggero, veloce e trascinante.
La regia è splendidamente curata, grintosa e mai banale, in grado di valorizzare ogni singola scena, ogni singola gag, con un ritmo frenetico stemperato solo dalla (relativa) calma che si trova all'inizio e alla fine.
E' presente anche una piccola componente di fanservice, mutandine in questo caso, ma nulla che possa far perdere interesse al lavoro.
Insomma, il risultato, seppur nella sua brevità, è da lodare, perfetto per chi vuole godersi qualcosa di leggero, veloce e trascinante.
Hiroyasu Ishida ha tirato fuori la dimostrazione di come non avendo niente per le mani si possa inventare qualcosa che, preso anche soltanto come puro esercizio stilistico, potrebbe fungere da pista di decollo per una carriera futura, che io gli auguro il più rosea possibile. Perché, diciamocela tutta, la riuscita di un corto non sempre dipende dal fattore “dire qualcosa”, ma spesso dal “come viene detto” e da “quanto è in grado di colpire l’occhio nel più breve tempo possibile”: la riuscita di un corto dipende da un fattore di creatività formale. E in quest’ottica Fumiko no Kokuhaku è riuscito in pieno. Inutile andare a concentrarsi su qualche tema che avrebbe inutilmente appesantito, e anche stonato, l’intento esilarante del corto: questa frenesia è puro divertissement, uno scavare a fondo nella dispensa Gainax da parte di un appassionato – pare evidente – omaggiandola con richiami palesi e anche più velati. E che siano il brano di fondo preso da "FLCL" piuttosto che la figurazione “Ikariana” del "protagonista-suo-malgrado", che vadano dalle riproposizioni speculari d’imbarazzi "evangeliani" a un ritmo e a un non sense convulsi, tipici di tante produzioni dello studio in questione, passando per l’estrema espressività e la mobilità, che sfiora la disarticolazione, della figurazione, per l’euforia delle scene e del deformed e per l’accentuazione irresistibile del proprio carattere di puro gioco. Tutto è un ammiccamento comico, più che del citazionismo, prima ancora che ad altri allo spettatore stesso, allo spettatore che sa di cosa si sta parlando: «Ehi, te la ricordi quella scena? E quel pezzo lì non faceva cappottare dal ridere? E questo te lo ricordi dove l’abbiamo visto?». È un gioco nel gioco, «trova tutto quello che ci ho messo dentro», complicità fra “otaku”.
Il che non significa che dietro non ci sia un lavoro serissimo, lungo e molto faticoso. Per chi non avesse la minima idea di cosa comporta creare da zero un’idea e darle forma compiuta, c’è da dire che la preparazione e la realizzazione di un corto, ancor più se animato, richiedono ore di studio e applicazione per ogni sequenza da sviluppare, per ogni frame, in questo caso. Non è uno scherzo, come invece appare il prodotto finito; è una dedizione scrupolosa, maniacale, che richiede un grande impegno. Ciò non vuol dire lodare a prescindere tutto quello che ci si para davanti – ci mancherebbe – ma essere consapevoli di quello a cui stiamo davanti, dei problemi ai quali probabilmente ha dovuto far fronte, delle possibilità che aveva e di cosa si poteva pianificare in base ai limiti dettati da queste ultime. E a fronte di tutto ciò il risultato di Ishida è notevolissimo, anche soltanto sul piano tecnico. Così non va che un plauso ai disegni semplici ma agili, tracciati con grande capacità e immediatezza e animati in modo fluido e a tratti volutamente eccessivo, ma senza incertezze, senza scomposizioni delle unità figurative o errori e rigidità nei movimenti, soprattutto delle articolazioni. Un plauso va pure ai colori vivaci e puliti, ben campiti e accostati e patinati da un tono generale quasi salmonato, molto ispirato, accompagnato da una resa luministica non da poco che impreziosisce le già belle tavole degli scenari, particolareggiate e curate con molta attenzione in ogni aspetto. E soprattutto va un plauso alla vorticosità delle discese prospettiche, all’organizzazione delle inquadrature, alla loro giustapposizione e alla gestione di un’azione rocambolesca che non diventa mai confusione, ma accelerazione con i tempi giusti, gli stacchi giusti. Perché la messa in scena vanta una dinamicità degli spazi, dei pieni e dei vuoti notevole, e anche se questa s’aiuta un po’ con la CG, la quale non può non notarsi, tuttavia di ciò a Ishida non si può far biasimo, non ce n’è proprio il tempo, e manco la voglia, e poi è un’inezia a fronte di due minuti di delirio, in queste proporzioni e in questi modi, che qualcuno alla Gainax dovrebbe notare – non può non averli notati.
Il che non significa che dietro non ci sia un lavoro serissimo, lungo e molto faticoso. Per chi non avesse la minima idea di cosa comporta creare da zero un’idea e darle forma compiuta, c’è da dire che la preparazione e la realizzazione di un corto, ancor più se animato, richiedono ore di studio e applicazione per ogni sequenza da sviluppare, per ogni frame, in questo caso. Non è uno scherzo, come invece appare il prodotto finito; è una dedizione scrupolosa, maniacale, che richiede un grande impegno. Ciò non vuol dire lodare a prescindere tutto quello che ci si para davanti – ci mancherebbe – ma essere consapevoli di quello a cui stiamo davanti, dei problemi ai quali probabilmente ha dovuto far fronte, delle possibilità che aveva e di cosa si poteva pianificare in base ai limiti dettati da queste ultime. E a fronte di tutto ciò il risultato di Ishida è notevolissimo, anche soltanto sul piano tecnico. Così non va che un plauso ai disegni semplici ma agili, tracciati con grande capacità e immediatezza e animati in modo fluido e a tratti volutamente eccessivo, ma senza incertezze, senza scomposizioni delle unità figurative o errori e rigidità nei movimenti, soprattutto delle articolazioni. Un plauso va pure ai colori vivaci e puliti, ben campiti e accostati e patinati da un tono generale quasi salmonato, molto ispirato, accompagnato da una resa luministica non da poco che impreziosisce le già belle tavole degli scenari, particolareggiate e curate con molta attenzione in ogni aspetto. E soprattutto va un plauso alla vorticosità delle discese prospettiche, all’organizzazione delle inquadrature, alla loro giustapposizione e alla gestione di un’azione rocambolesca che non diventa mai confusione, ma accelerazione con i tempi giusti, gli stacchi giusti. Perché la messa in scena vanta una dinamicità degli spazi, dei pieni e dei vuoti notevole, e anche se questa s’aiuta un po’ con la CG, la quale non può non notarsi, tuttavia di ciò a Ishida non si può far biasimo, non ce n’è proprio il tempo, e manco la voglia, e poi è un’inezia a fronte di due minuti di delirio, in queste proporzioni e in questi modi, che qualcuno alla Gainax dovrebbe notare – non può non averli notati.
Fumiko no Kokuhaku (La Dichiarazione d'Amore di Fumiko), è un bellissimo cortometraggio animato fatto da uno studente giapponese di 21 anni che frequenta una Facoltà di Manga. La cosa straordinaria è che questo ragazzo ha disegnato, animato e diretto il corto interamente da solo. Normalmente, per realizzare un anime c'è bisogno di una squadra numerosa, in cui ogni singolo membro si occupa di compiti precisi. Dietro a Fumiko no Kokuhaku invece, ci sta solamente questo ragazzo che, visto il talento straordinario, direi che è meglio da tenere d'occhio. A cominciare proprio da questo simpaticissimo cortometraggio.
Direttamente dalla Facoltà del Manga dell'Università Seika di Kyoto, ecco che un giovane aspirante animatore di 21 anni prova a dire la sua. Supportato da qualche amico, ma soprattutto dalla fiducia di due colossi come Yoshiyuki Tomino e Rintaro, il ragazzo riesce a creare qualcosa di fresco, dalla qualità video/audio invidiabile e oltretutto affascinante!
Il computer viene adoperato a pennello nella realizzazione di fondali profondi e dettagliati e nella gestione di animazioni fluidissime, mentre il character design si distingue per la semplicità e la simpatia irresistibili. L’abbinamento tra immagini e musica è perfetto e contribuisce a rendere il clima ironico e abbastanza “assurdo” quanto la vicenda stessa, di cui, ovviamente, non voglio dare anticipazioni: due minuti e venti col sorriso sulle labbra sono garantiti, quindi, godetevelo.
Il computer viene adoperato a pennello nella realizzazione di fondali profondi e dettagliati e nella gestione di animazioni fluidissime, mentre il character design si distingue per la semplicità e la simpatia irresistibili. L’abbinamento tra immagini e musica è perfetto e contribuisce a rendere il clima ironico e abbastanza “assurdo” quanto la vicenda stessa, di cui, ovviamente, non voglio dare anticipazioni: due minuti e venti col sorriso sulle labbra sono garantiti, quindi, godetevelo.
Un corto di quasi 3 minuti realizzato da uno studente della facoltà Manga di Tokyo, con ben pochi strumenti tecnici a disposizione.
La protagonista si dichiara ad un ragazzo che però non contraccambia, così lei scappa correndo come una pazza diluviando lacrime.
Considerando che si tratta di un prodotto amatoriale e realizzato praticamente "a mani nude", le animazioni e i disegni sono più che buoni, anzi eccellenti. La colonna sonora (l'unico brano presente cioè) è ripresa da una scena di FLCL (mi pare fosse il 3° episodio, verso la fine) e si integra davvero bene nella frenesia dell'azione, rappresentata con immagini sia bidimensionali che tridimensionali, molto fluide e gradevoli.
Pur non essendo (ovviamente, d'altronde cosa ci si può aspettare da 2 minuti di video) un anime senza troppe pretese riesce a dimostrare la qualità e il talento latente del produttore, creando così un corto abbastanza carino, per tutti i gusti.
La protagonista si dichiara ad un ragazzo che però non contraccambia, così lei scappa correndo come una pazza diluviando lacrime.
Considerando che si tratta di un prodotto amatoriale e realizzato praticamente "a mani nude", le animazioni e i disegni sono più che buoni, anzi eccellenti. La colonna sonora (l'unico brano presente cioè) è ripresa da una scena di FLCL (mi pare fosse il 3° episodio, verso la fine) e si integra davvero bene nella frenesia dell'azione, rappresentata con immagini sia bidimensionali che tridimensionali, molto fluide e gradevoli.
Pur non essendo (ovviamente, d'altronde cosa ci si può aspettare da 2 minuti di video) un anime senza troppe pretese riesce a dimostrare la qualità e il talento latente del produttore, creando così un corto abbastanza carino, per tutti i gusti.
C'è un proverbio che dice che una mano sola non può di certo applaudire, ma forse se ci si prova tutto può succedere.
E' il caso di un certo Hiroyasu Ishida che si fa chiamare “Tete” che, dilettante animatore della facoltà universitaria giapponese del manga, ha voluto farsi aprire le porte nel mondo dell'animazione, creando questo breve cortometraggio di appena due minuti.
Certo, sentendosi dire una cosa simile, si potrebbe rimanere a bocca aperta, ma non preoccupatevi: Anche la nostra "mano sola" ha trovato altre mani, (seppur corte) che l'hanno aiutato nella realizzazione della sua opera.
Il nostro "Fumiko no Kokuhaku", letteralmente tradotto in "La confessione di Fumiko" si apre con il suono della campanella di una scuola, melodia sentita e risentita milioni di volte in quasi tutti gli anime, e che per tale motivo, tiene in sé quel dolce sapore nostalgico dell'anime in sé.
Appare così una ragazza, la Fumiko del titolo, che sta cercando di dire qualcosa ad un suo coetaneo sbalordito che attende di fronte a lei. Immediatamente, quasi senza sentire la risposta alla sua domanda, che sembrerebbe forse scontata per lo sviluppo dell'opera, la nostra beniamina comincia a correre via, urlando, piangendo e disperandosi per le vie della sua cittadina, un posto più che pacifico, immerso nella più verde campagna di un paese, che ritrae un Giappone atecnologico, forse di parecchi decenni fa!
Per ciò che riguarda i dati tecnici, la musica è molto buona, adatta a questa interminabile corsa piena di ostacoli superabili. Per il mio punto di vista la grafica non è ottima! I disegni sono buoni, forse un capolavoro, paragonati ad opere d'animazione discrete realizzate da società di produzione, ma c'è un miscuglio di disegni a 2D con altre immagini a 3D, che stonano completamente. Ad alcuni questa unione potrebbe piacere ma secondo me si nota troppo la differenza, così tanto, che pare proprio che sia stato "incollato" da un dilettante.
Per quanto riguarda la prima scena, quella della confessione amorosa di Fumiko rifiutata dal giovane Takeshi, ricorda la scena del celebre capolavoro di Isao Takahata, "Omohide Poro Poro", quando la protagonista Taeko ricorda di esser stata protagonista di una piccola confessione d'amore da un altro bambino della sua età, anche se in questo corto i protagonisti non sono così timidi, bensì leggermente violenti e molto presi dalla voglia di fare!
In generale un buon lavoro, certo non ottimo, ma d'altronde cosa si può aspettare da una persona sola e per lo più di questo calibro? Non più di una piccola corsa, così longeva da far voler cambiare il titolo in "La Corsa di Fumiko", da guardare in veste di spettatore e pensare che anche chi ha realizzato ciò, fino a pochissimo tempo fa, era una persona come noi!
E' il caso di un certo Hiroyasu Ishida che si fa chiamare “Tete” che, dilettante animatore della facoltà universitaria giapponese del manga, ha voluto farsi aprire le porte nel mondo dell'animazione, creando questo breve cortometraggio di appena due minuti.
Certo, sentendosi dire una cosa simile, si potrebbe rimanere a bocca aperta, ma non preoccupatevi: Anche la nostra "mano sola" ha trovato altre mani, (seppur corte) che l'hanno aiutato nella realizzazione della sua opera.
Il nostro "Fumiko no Kokuhaku", letteralmente tradotto in "La confessione di Fumiko" si apre con il suono della campanella di una scuola, melodia sentita e risentita milioni di volte in quasi tutti gli anime, e che per tale motivo, tiene in sé quel dolce sapore nostalgico dell'anime in sé.
Appare così una ragazza, la Fumiko del titolo, che sta cercando di dire qualcosa ad un suo coetaneo sbalordito che attende di fronte a lei. Immediatamente, quasi senza sentire la risposta alla sua domanda, che sembrerebbe forse scontata per lo sviluppo dell'opera, la nostra beniamina comincia a correre via, urlando, piangendo e disperandosi per le vie della sua cittadina, un posto più che pacifico, immerso nella più verde campagna di un paese, che ritrae un Giappone atecnologico, forse di parecchi decenni fa!
Per ciò che riguarda i dati tecnici, la musica è molto buona, adatta a questa interminabile corsa piena di ostacoli superabili. Per il mio punto di vista la grafica non è ottima! I disegni sono buoni, forse un capolavoro, paragonati ad opere d'animazione discrete realizzate da società di produzione, ma c'è un miscuglio di disegni a 2D con altre immagini a 3D, che stonano completamente. Ad alcuni questa unione potrebbe piacere ma secondo me si nota troppo la differenza, così tanto, che pare proprio che sia stato "incollato" da un dilettante.
Per quanto riguarda la prima scena, quella della confessione amorosa di Fumiko rifiutata dal giovane Takeshi, ricorda la scena del celebre capolavoro di Isao Takahata, "Omohide Poro Poro", quando la protagonista Taeko ricorda di esser stata protagonista di una piccola confessione d'amore da un altro bambino della sua età, anche se in questo corto i protagonisti non sono così timidi, bensì leggermente violenti e molto presi dalla voglia di fare!
In generale un buon lavoro, certo non ottimo, ma d'altronde cosa si può aspettare da una persona sola e per lo più di questo calibro? Non più di una piccola corsa, così longeva da far voler cambiare il titolo in "La Corsa di Fumiko", da guardare in veste di spettatore e pensare che anche chi ha realizzato ciò, fino a pochissimo tempo fa, era una persona come noi!
Simpatico, carino, ma nulla più.
Cercherò di non essere troppo severa visto che si tratta di un corto realizzato unicamente da una sola persona con a disposizione a malapena matita, carta e computer.
In questo breve anime di due minuti si racconta di una povera studentessa delle medie, Fumiko, alle prese con il suo primo amore, Takahashi, e dopo averglielo confessato, dicendo "Ti prego esci con me!", lui le risponde "Mi dispiace ma sono interessato al baseball!"!
E poi cosa succede?
Fumiko si lancia disperatamente in strada a piangere come una fontana ma fatalità, una vecchietta che stava passando col carrello della spesa viene investita da Fumiko e poi? Dopo mille voli, tra parchi e alberi, cade addosso a Takahashi e nuovamente gli dice "Ti preparerò la zuppa di miso tutte le mattine" e lui "Mi dispiace ma sono interessato al baseball!"e Fumiko? Cade per terra svenuta.
Tecnicamente risulta una produzione molto pregevole. Disegni pupazzosi ma non curatissimi, uso del colore buono ma piuttosto piatto (perdonabile, visto che se l'avrebbe fatto sarebbe stato molti difficile), fondali passabili e animazioni insolite ma ottime.
Ma veniamo al succo, la vera nota dolente.
Il corto in sostanza è sì piacevole ma piuttosto frivolo.
Non si pretende chissà che cosa da un corto di due minuti e mezzo ma qualche cosa in più poteva esserci.
E' abbastanza divertente comunque.
Discreto, accettabile, nulla di speciale ma buono in sé.
Cercherò di non essere troppo severa visto che si tratta di un corto realizzato unicamente da una sola persona con a disposizione a malapena matita, carta e computer.
In questo breve anime di due minuti si racconta di una povera studentessa delle medie, Fumiko, alle prese con il suo primo amore, Takahashi, e dopo averglielo confessato, dicendo "Ti prego esci con me!", lui le risponde "Mi dispiace ma sono interessato al baseball!"!
E poi cosa succede?
Fumiko si lancia disperatamente in strada a piangere come una fontana ma fatalità, una vecchietta che stava passando col carrello della spesa viene investita da Fumiko e poi? Dopo mille voli, tra parchi e alberi, cade addosso a Takahashi e nuovamente gli dice "Ti preparerò la zuppa di miso tutte le mattine" e lui "Mi dispiace ma sono interessato al baseball!"e Fumiko? Cade per terra svenuta.
Tecnicamente risulta una produzione molto pregevole. Disegni pupazzosi ma non curatissimi, uso del colore buono ma piuttosto piatto (perdonabile, visto che se l'avrebbe fatto sarebbe stato molti difficile), fondali passabili e animazioni insolite ma ottime.
Ma veniamo al succo, la vera nota dolente.
Il corto in sostanza è sì piacevole ma piuttosto frivolo.
Non si pretende chissà che cosa da un corto di due minuti e mezzo ma qualche cosa in più poteva esserci.
E' abbastanza divertente comunque.
Discreto, accettabile, nulla di speciale ma buono in sé.
<b>[ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!]</b>
Quanto può ferire un rifiuto? Chiedetelo a Fumiko che si ritrova a correre a perdifiato inveendo contro Takashi, il ragazzo a cui ha appena chiesto di uscire, ma che sembra più interessato al football che alle ragazze.
Terminata la rocambolesca corsa tra le vie del paese, la povera ragazza si ritova tra le braccia dell'amato e con le ultime forze si dichiara nuovamente, anche questa volta, senza successo.
Un corto divertente e soprattutto interessante, in quanto, diretto e animato da un giovane studente universitario, che ha ricevuto aiuto da alcuni amici solamente per gli sfondi. Il corto è stato poi postato su internet dove ha riscosso un enorme successo facendo il giro del mondo.
Consiglio di spendere 2.20 minuti nella visione di questo simpatico episodio che si trova anche sottotitolato in italiano.
Quanto può ferire un rifiuto? Chiedetelo a Fumiko che si ritrova a correre a perdifiato inveendo contro Takashi, il ragazzo a cui ha appena chiesto di uscire, ma che sembra più interessato al football che alle ragazze.
Terminata la rocambolesca corsa tra le vie del paese, la povera ragazza si ritova tra le braccia dell'amato e con le ultime forze si dichiara nuovamente, anche questa volta, senza successo.
Un corto divertente e soprattutto interessante, in quanto, diretto e animato da un giovane studente universitario, che ha ricevuto aiuto da alcuni amici solamente per gli sfondi. Il corto è stato poi postato su internet dove ha riscosso un enorme successo facendo il giro del mondo.
Consiglio di spendere 2.20 minuti nella visione di questo simpatico episodio che si trova anche sottotitolato in italiano.