Rascal Does Not Dream of a Dreaming Girl
Dopo aver visto e recensito la stagione, ho visto anche questo film, che in realtà è un seguito diretto della serie. Trattasi infatti di tipo tre episodi accorpati che spiegano le vicende legate a Shoka Makinohara, che, tra le varie sindromi adolescenziali, è quella forse più importante, che ha anche un fortissimo impatto sul protagonista e la sua Mai.
A livello di trama, come dicevo, è il continuo della trama principale, mentre, a livello di emozioni e profondità, raggiunge livelli decisamente più intensi. Bellissima a mio avviso, la disperazione di Sakuta nel voler aiutare a costo di un enorme sacrificio sia Mai che Shoka.
A livello tecnico siamo anche qui sui livelli della serie, forse alcuni passaggi sono ancora più impattanti.
Lo consiglio assolutamente, perché è un tassello mancante della stagione.
A livello di trama, come dicevo, è il continuo della trama principale, mentre, a livello di emozioni e profondità, raggiunge livelli decisamente più intensi. Bellissima a mio avviso, la disperazione di Sakuta nel voler aiutare a costo di un enorme sacrificio sia Mai che Shoka.
A livello tecnico siamo anche qui sui livelli della serie, forse alcuni passaggi sono ancora più impattanti.
Lo consiglio assolutamente, perché è un tassello mancante della stagione.
"Il miglior modo di liberarsi dal passato è cercare di essere in pace con noi stessi per vivere bene il presente."
Con questa frase di R. Battaglia in una sua pubblicazione di qualche tempo fa, provo a riassume l'impressione che mi ha suscitato la visione di "Rascal Does Not Dream of a Dreaming Girl", ossia il film del 2019 che può essere considerato il naturale prosieguo della serie composta da tredici episodi di "Rascal Does Not Dream of a Bunny Girl", sebbene, da quanto ho capito, non rappresenti la fine della saga di Sakuta, Mai e i loro parenti e amici.
Contenendo tutti i personaggi della serie, il film costituisce l'ideale sesto arco narrativo dedicato a Shoko, l'amica di infanzia di Sakuta nonché suo primo amore adolescenziale, che aveva fatto la sua comparsa come ragazzina durante la serie e che nel film si ritrova anche in versione ragazza più adulta in una situazione molto particolare: due Shoko in due versioni di età differente... Mi fermo per non 'spoilerare' la trama che, ahimè, in alcuni passaggi è resa in modo piuttosto contorto e un po' forzato, tanto da renderla molto irreale anche rispetto agli espedienti pseudo-fantascientifici e di fantasia utilizzati nella serie.
Di recente ho avuto modo di vedere "La ragazza che saltava nel tempo" e non ho potuto non notare come il film in recensione si innesti in quel filone di opere in cui il tempo e la possibilità di potersi spostare a piacimento per modificare il decorso degli eventi sia il leit motiv, in uno con la componente sentimentale, del film, cui si aggiungono i temi dei rimpianti e dei rimorsi che continuano come fantasmi a influenzare la percezione del presente da parte del protagonista Sakuta.
In generale, questo film, a modo suo e non troppo chiaro e lineare, sembra comunicarci che, se il futuro ci tormenta e il passato ci trattiene, si spiega perché il presente ci sfugge. E il povero Sakuta in questo film sembra proprio perdersi nel suo passato e sulla sua incapacità di superarlo, trovandosi nel classico dilemma di "Sliding Doors", in cui la sua esistenza potrebbe cambiare radicalmente (nel senso letterale del termine...) a seconda dell'opzione che sceglie.
Nel film, e mi spiace doverlo riconoscere, Sakuta perde il suo ruolo di mattatore in favore delle due protagoniste femminili, Mai e Shoko, che riescono a turno a dimostrare la profondità dei loro sentimenti nei suoi confronti, facendolo sembrare un personaggio più "convenzionale" e soggetto bisognoso di aiuto, mentre nella serie era lui a risolvere con sagacia e intuito i problemi altrui con il suo stile scanzonato, irriverente ma anche tanto arguto e intelligente, tanto da mettere in ombra tutti gli altri, nonostante mostrasse anche le sue debolezze e tormenti.
Il film perde i magnifici scambi di battute e freddure al vetriolo tra lui e Mai (ma anche con Rio) e diventa a mio avviso un prodotto più sentimentale con un approccio quasi "vecchio", puntando sul "dramma" e sulle situazioni commoventi, per poi pervenire a un finale positivo e buonista che stride con lo stile adottato dalla serie, lasciando un po' la sensazione di amaro in bocca.
Quindi, nel film si è scelto il tema dell'amore (latu sensu) e delle scelte di vita, come se Sakuta più che un ragazzo delle superiori con una possibile vita davanti, invece di sognare il futuro, si impegna più a rimpiangere il passato.
Mai, ma a modo suo anche Shoko, escono vincitrici dal film: a modo loro fanno capire a Sakuta quanto l'amore e l'affetto che nutrono per lui le abbia condizionate, al punto di mettere in gioco la loro esistenza pur di salvarlo.
Per come è strutturato e sviluppato il film "Ao-buta - The movie", nonostante le differenze evidenziate con la serie, merita comunque di essere visto come una riflessione anche dolorosa sul passato, sulla comprensione, sul miglior apprezzamento del presente e sull'amore vero inteso come "l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà" (K. Gibran).
Con questa frase di R. Battaglia in una sua pubblicazione di qualche tempo fa, provo a riassume l'impressione che mi ha suscitato la visione di "Rascal Does Not Dream of a Dreaming Girl", ossia il film del 2019 che può essere considerato il naturale prosieguo della serie composta da tredici episodi di "Rascal Does Not Dream of a Bunny Girl", sebbene, da quanto ho capito, non rappresenti la fine della saga di Sakuta, Mai e i loro parenti e amici.
Contenendo tutti i personaggi della serie, il film costituisce l'ideale sesto arco narrativo dedicato a Shoko, l'amica di infanzia di Sakuta nonché suo primo amore adolescenziale, che aveva fatto la sua comparsa come ragazzina durante la serie e che nel film si ritrova anche in versione ragazza più adulta in una situazione molto particolare: due Shoko in due versioni di età differente... Mi fermo per non 'spoilerare' la trama che, ahimè, in alcuni passaggi è resa in modo piuttosto contorto e un po' forzato, tanto da renderla molto irreale anche rispetto agli espedienti pseudo-fantascientifici e di fantasia utilizzati nella serie.
Di recente ho avuto modo di vedere "La ragazza che saltava nel tempo" e non ho potuto non notare come il film in recensione si innesti in quel filone di opere in cui il tempo e la possibilità di potersi spostare a piacimento per modificare il decorso degli eventi sia il leit motiv, in uno con la componente sentimentale, del film, cui si aggiungono i temi dei rimpianti e dei rimorsi che continuano come fantasmi a influenzare la percezione del presente da parte del protagonista Sakuta.
In generale, questo film, a modo suo e non troppo chiaro e lineare, sembra comunicarci che, se il futuro ci tormenta e il passato ci trattiene, si spiega perché il presente ci sfugge. E il povero Sakuta in questo film sembra proprio perdersi nel suo passato e sulla sua incapacità di superarlo, trovandosi nel classico dilemma di "Sliding Doors", in cui la sua esistenza potrebbe cambiare radicalmente (nel senso letterale del termine...) a seconda dell'opzione che sceglie.
Nel film, e mi spiace doverlo riconoscere, Sakuta perde il suo ruolo di mattatore in favore delle due protagoniste femminili, Mai e Shoko, che riescono a turno a dimostrare la profondità dei loro sentimenti nei suoi confronti, facendolo sembrare un personaggio più "convenzionale" e soggetto bisognoso di aiuto, mentre nella serie era lui a risolvere con sagacia e intuito i problemi altrui con il suo stile scanzonato, irriverente ma anche tanto arguto e intelligente, tanto da mettere in ombra tutti gli altri, nonostante mostrasse anche le sue debolezze e tormenti.
Il film perde i magnifici scambi di battute e freddure al vetriolo tra lui e Mai (ma anche con Rio) e diventa a mio avviso un prodotto più sentimentale con un approccio quasi "vecchio", puntando sul "dramma" e sulle situazioni commoventi, per poi pervenire a un finale positivo e buonista che stride con lo stile adottato dalla serie, lasciando un po' la sensazione di amaro in bocca.
Quindi, nel film si è scelto il tema dell'amore (latu sensu) e delle scelte di vita, come se Sakuta più che un ragazzo delle superiori con una possibile vita davanti, invece di sognare il futuro, si impegna più a rimpiangere il passato.
Mai, ma a modo suo anche Shoko, escono vincitrici dal film: a modo loro fanno capire a Sakuta quanto l'amore e l'affetto che nutrono per lui le abbia condizionate, al punto di mettere in gioco la loro esistenza pur di salvarlo.
Per come è strutturato e sviluppato il film "Ao-buta - The movie", nonostante le differenze evidenziate con la serie, merita comunque di essere visto come una riflessione anche dolorosa sul passato, sulla comprensione, sul miglior apprezzamento del presente e sull'amore vero inteso come "l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà" (K. Gibran).
"Seishun Buta Yarou wa Yumemiru Shoujo no Yume o Minai - The Movie" è il film d'animazione del 2019 che adatta i volumi 6 e 7 dell'omonima light novel e che a conti fatti è il continuo della serie del 2018, a cui ha lavorato la Clover Works.
L'opera riprende per lunghi tratti gli schemi seguiti nella serie, essendo questo, difatti, un lungo arco narrativo dedicato a Shōko Makinohara, la misteriosa ragazza che salvò la vita di Sakuta quando lui e la sorella furono colpiti dalla sindrome della pubertà. Nel film si scava nel passato della ragazza, mettendo in luce il suo io interiore con tutti i pregi e i difetti, i desideri e le paure. Ancora una volta Sakuta si trova a dover risolvere un mistero, probabilmente quello più complicato di tutti, perché oltre alla fisica quantistica e alla sindrome adolescenziale si applicano i viaggi nel tempo, che rendono il tutto leggermente più complicato, ma comunque capibile con un minimo di applicazione in più.
Proprio per l'aggiunta di questa componente, il film riprende a tratti la serie sui viaggi nel tempo, "Steins;Gate", con i suoi paradossi e continui salti temporali, per cercare di salvare una persona cara al protagonista, e la cosa, devo dire, non mi è dispiaciuta affatto.
Il film, oltre ad approfondire il personaggio di Shōko Makinohara, riafferma Sakuta come grande protagonista e Futaba come l'amica di cui probabilmente tutti avremmo bisogno, che si preoccupa per le persone che hanno un posto speciale nel suo cuore; ma soprattutto si conferma, meglio di come era stato nella serie, la perfezione di Mai-san, che è invece la ragazza che tutti vorremmo al nostro fianco. Intelligente, perspicace, gentile, disponibile, protettiva, dolce e terribilmente affascinante. Ad una 'waifu' che si rispetti non si può chiedere nulla di più.
Per quanto riguarda il finale, lo trovo giusto e in linea con i parametri dell'intera opera; forse è un po' troppo buonista, però a me il vissero tutti felici e contenti, a distanza di anni, fa ancora impazzire.
In conclusione, il film è agli stessi livelli della serie, solo con qualche passaggio più difficile da comprendere, essendo implicati i viaggi nel tempo, che rendono però la storia ancor più intricata e affascinante e con un carico drammatico che si fa sentire maggiormente e che va a togliere spazio ad una comicità quasi assente, che l'aveva fatta da padrona nelle tredici puntate dell'anime.
Voto: 8,5
P.S. Ora non ci resta che aspettare che esca una seconda stagione, di cui non si sa nulla, ma che, essendo ormai a undici volumi la light novel, potrebbe essere annunciata. In quanto fan accanito, aspetto con ansia delle news.
L'opera riprende per lunghi tratti gli schemi seguiti nella serie, essendo questo, difatti, un lungo arco narrativo dedicato a Shōko Makinohara, la misteriosa ragazza che salvò la vita di Sakuta quando lui e la sorella furono colpiti dalla sindrome della pubertà. Nel film si scava nel passato della ragazza, mettendo in luce il suo io interiore con tutti i pregi e i difetti, i desideri e le paure. Ancora una volta Sakuta si trova a dover risolvere un mistero, probabilmente quello più complicato di tutti, perché oltre alla fisica quantistica e alla sindrome adolescenziale si applicano i viaggi nel tempo, che rendono il tutto leggermente più complicato, ma comunque capibile con un minimo di applicazione in più.
Proprio per l'aggiunta di questa componente, il film riprende a tratti la serie sui viaggi nel tempo, "Steins;Gate", con i suoi paradossi e continui salti temporali, per cercare di salvare una persona cara al protagonista, e la cosa, devo dire, non mi è dispiaciuta affatto.
Il film, oltre ad approfondire il personaggio di Shōko Makinohara, riafferma Sakuta come grande protagonista e Futaba come l'amica di cui probabilmente tutti avremmo bisogno, che si preoccupa per le persone che hanno un posto speciale nel suo cuore; ma soprattutto si conferma, meglio di come era stato nella serie, la perfezione di Mai-san, che è invece la ragazza che tutti vorremmo al nostro fianco. Intelligente, perspicace, gentile, disponibile, protettiva, dolce e terribilmente affascinante. Ad una 'waifu' che si rispetti non si può chiedere nulla di più.
Per quanto riguarda il finale, lo trovo giusto e in linea con i parametri dell'intera opera; forse è un po' troppo buonista, però a me il vissero tutti felici e contenti, a distanza di anni, fa ancora impazzire.
In conclusione, il film è agli stessi livelli della serie, solo con qualche passaggio più difficile da comprendere, essendo implicati i viaggi nel tempo, che rendono però la storia ancor più intricata e affascinante e con un carico drammatico che si fa sentire maggiormente e che va a togliere spazio ad una comicità quasi assente, che l'aveva fatta da padrona nelle tredici puntate dell'anime.
Voto: 8,5
P.S. Ora non ci resta che aspettare che esca una seconda stagione, di cui non si sa nulla, ma che, essendo ormai a undici volumi la light novel, potrebbe essere annunciata. In quanto fan accanito, aspetto con ansia delle news.
"Seishun Buta Yarou wa Yumemiru Shoujo no Yume o Minai", o "The Young Pig-Rascal Isn't Dreaming of a Dreaming Girl", è un lungometraggio d'animazione giapponese, realizzato da "CloverWorks" e uscito nella primavera del 2019. Si tratta del sequel della serie "Rascal Does Not Dream of Bunny Girl Senpai" andata in onda, invece, nel 2017. Anche il lungometraggio, così come la serie, è stato tratto dalla light novel, ma in questo caso la storia è incentrata su un unico arco narrativo dedicato a Shōko Makinohara. Anche lei, colpita dalla "sindrome della pubertà", e quindi da avvenimenti paranormali, ne uscirà grazie all'aiuto di Sakuta e di Mai.
Il personaggio di Shōko, rimasto in sospeso dopo la conclusione della serie, trova il suo ben sviluppato spazio in questo film. Le anomalie che lei vivrà saranno inaspettate e ricche di colpi di scena. Così come per la serie, anche in questo lungometraggio non manca la fantasia nella creazione di nuovi avvenimenti soprannaturali, sempre differenti dai precedenti, e questo costituisce uno dei principali punti di forza di tutta l'opera.
Nonostante ciò, alcuni sviluppi mi sono sembrati parecchio forzati, specie nella conclusione che vede Sakuta mettersi in gioco per risolvere l'impossibile, pur conoscendo tutti i rischi a cui va incontro.
Mai, ai miei cocchi, ha acquistato punti, più di quanti non ne avesse già dalla serie. Resta sempre molto comprensiva con Sakuta, ma giustamente sfodera quel pizzico di gelosia che, oltre a rendere tutto più realistico, allenta la pressione di ciò che i personaggi stanno vivendo.
Quest'arco viene narrato in maniera piuttosto lineare e chiara in questo film della durata di un'ora e mezza (come più o meno gli altri archi della serie), e il fatto di non suddividerlo in più episodi è stata una scelta azzeccata, dato che man mano vi è un incremento sia del coinvolgimento dello spettatore che dell'importanza degli eventi.
Oltre alle forzature della conclusione, un altro difetto, perfettamente sorvolabile, è che, seppur siano date parecchie informazioni, la narrazione risulta abbastanza lenta, però non annoia affatto.
Così come per la serie, anche per il lungometraggio il comparto tecnico è ottimo: i disegni restano uguali ai precedenti, ma vorrei sottolineare quanto bene sia resa ogni singola situazione, esaltata dalla splendida atmosfera che si viene a creare, il tutto accompagnato da splendide OST. Ancora una volta si ritrova l'ending "Fukashigi no Carte", davvero splendida!
Come sequel della serie, questo lungometraggio svolge bene il suo "lavoro", anche perché pone l'attenzione su un personaggio di cui non si sapeva molto in merito. Di certo ha i suoi piccoli difetti, ma ha anche i suoi importanti punti di forza sia per la grafica che per il coinvolgimento, infatti qualche lacrimuccia esce fuori...
Voto: 9,5/10
Il personaggio di Shōko, rimasto in sospeso dopo la conclusione della serie, trova il suo ben sviluppato spazio in questo film. Le anomalie che lei vivrà saranno inaspettate e ricche di colpi di scena. Così come per la serie, anche in questo lungometraggio non manca la fantasia nella creazione di nuovi avvenimenti soprannaturali, sempre differenti dai precedenti, e questo costituisce uno dei principali punti di forza di tutta l'opera.
Nonostante ciò, alcuni sviluppi mi sono sembrati parecchio forzati, specie nella conclusione che vede Sakuta mettersi in gioco per risolvere l'impossibile, pur conoscendo tutti i rischi a cui va incontro.
Mai, ai miei cocchi, ha acquistato punti, più di quanti non ne avesse già dalla serie. Resta sempre molto comprensiva con Sakuta, ma giustamente sfodera quel pizzico di gelosia che, oltre a rendere tutto più realistico, allenta la pressione di ciò che i personaggi stanno vivendo.
Quest'arco viene narrato in maniera piuttosto lineare e chiara in questo film della durata di un'ora e mezza (come più o meno gli altri archi della serie), e il fatto di non suddividerlo in più episodi è stata una scelta azzeccata, dato che man mano vi è un incremento sia del coinvolgimento dello spettatore che dell'importanza degli eventi.
Oltre alle forzature della conclusione, un altro difetto, perfettamente sorvolabile, è che, seppur siano date parecchie informazioni, la narrazione risulta abbastanza lenta, però non annoia affatto.
Così come per la serie, anche per il lungometraggio il comparto tecnico è ottimo: i disegni restano uguali ai precedenti, ma vorrei sottolineare quanto bene sia resa ogni singola situazione, esaltata dalla splendida atmosfera che si viene a creare, il tutto accompagnato da splendide OST. Ancora una volta si ritrova l'ending "Fukashigi no Carte", davvero splendida!
Come sequel della serie, questo lungometraggio svolge bene il suo "lavoro", anche perché pone l'attenzione su un personaggio di cui non si sapeva molto in merito. Di certo ha i suoi piccoli difetti, ma ha anche i suoi importanti punti di forza sia per la grafica che per il coinvolgimento, infatti qualche lacrimuccia esce fuori...
Voto: 9,5/10
Bellissimo questo film che va a concludere un po' meglio la serie animata!
Questo seguito (di fatto) tratta il misterioso personaggio di Shoko Makinohara, e assieme a questo va a collegare diversi punti che nei vari episodi erano rimasti in sospeso.
D'obbligo direi avere visto già i primi tredici episodi, prima di immergersi in questo piccolo gioiello che vi lancerà in un susseguirsi di fortissime emozioni e vi incollerà allo schermo per una buona ora e mezza.
Il palcoscenico questa volta è dominato da Sakuta, Shoko e Mai, lasciando poco spazio a tutti gli altri, perché il tempo è limitato e gli eventi sono tanti e molto intensi. Senza svelare nulla della trama vi dirò solo che questa volta ci troviamo di fronte a delle discrepanze temporali che andranno a stravolgere tutto questo piccolo mondo.
Penso sia importante sottolineare che questa volta il lato comico e leggero dell'anime è ridotto all'osso, pertanto non aspettatevi grandi risate. Di contro, se avete apprezzato la serie (requisito direi fondamentale per godersi e capire qualcosa di questo "The Movie"), preparatevi a una bella strapazzata di cuore.
Aggiungo anche che finalmente, dopo il finale che mi aveva lasciato piuttosto male di quel fatidico tredicesimo episodio, posso finalmente dormire sonni tranquilli.
Questo seguito (di fatto) tratta il misterioso personaggio di Shoko Makinohara, e assieme a questo va a collegare diversi punti che nei vari episodi erano rimasti in sospeso.
D'obbligo direi avere visto già i primi tredici episodi, prima di immergersi in questo piccolo gioiello che vi lancerà in un susseguirsi di fortissime emozioni e vi incollerà allo schermo per una buona ora e mezza.
Il palcoscenico questa volta è dominato da Sakuta, Shoko e Mai, lasciando poco spazio a tutti gli altri, perché il tempo è limitato e gli eventi sono tanti e molto intensi. Senza svelare nulla della trama vi dirò solo che questa volta ci troviamo di fronte a delle discrepanze temporali che andranno a stravolgere tutto questo piccolo mondo.
Penso sia importante sottolineare che questa volta il lato comico e leggero dell'anime è ridotto all'osso, pertanto non aspettatevi grandi risate. Di contro, se avete apprezzato la serie (requisito direi fondamentale per godersi e capire qualcosa di questo "The Movie"), preparatevi a una bella strapazzata di cuore.
Aggiungo anche che finalmente, dopo il finale che mi aveva lasciato piuttosto male di quel fatidico tredicesimo episodio, posso finalmente dormire sonni tranquilli.
Completamente in linea con la serie animata che lo precede, questo film è il prosieguo del suddetto anime e, più precisamente, apre e chiude un arco narrativo sul personaggio di Shoko.
Il comparto sonoro e grafico non subiscono particolari variazioni rispetto all'anime. Anzi, sui disegni, c'è da dire che, nonostante si mantengano buoni, dai colori caldi e luminosi, qui si osservano i medesimi difetti nell'animazione, che, in certi momenti, risulta essere scarsa, poco fluida. Peccato, perché questo aspetto poteva essere migliorato.
I personaggi sono gli stessi, ci sono proprio tutti, e a tutti, chi più e chi meno, si darà spazio. Ma a farla da padrone saranno Sakuta, Mai e, appunto, Shoko.
Tutti e tre ben caratterizzati, ma, a mio parere, Sakuta risulta essere meno brillante, e le sue battute ironiche e maliziose, che lo avevano contraddistinto nella serie principale, qui scarseggiano. Sakuta, in questo film, possiamo dire che assume un ruolo "più drammatico". Mai, invece, è splendida. Sebbene ci sia un calo del suo senso dell'umorismo (e proprio perché mancano quegli scambi insolenti tra i due protagonisti), di pari passo, si evidenzia una bella crescita. La ragazza, qui, è più presente, matura, e di supporto al povero Sakuta, combattuto in scelte difficili.
Infine, il personaggio di Shoko, in questa occasione viene meglio definito, e finalmente si sveleranno (non sempre in modo chiaro però) vari arcani a lei legati.
E veniamo alla trama. Intrigante, drammatica e, a tratti, commovente. E sempre ricca di elementi scientifici interessanti. Peccato che in certi passaggi i conti proprio non tornano, e si fatica pure a seguirne la logica. Anche sul finale ci si potrebbe mettere sopra un bel punto di domanda. E non perché si sia in dubbio se ci sarà o meno un ulteriore sviluppo della storia, ma perché è un finale, a parer mio, poco esaustivo.
Ad ogni modo, nonostante queste "imperfezioni", ne consiglio la visione a tutti quelli che hanno seguito e apprezzato la serie correlata. Questo arco narrativo di Shoko completa la serie, e non si può saltarne la visione, soprattutto se ci si è affezionati a Sakuta e compagnia bella.
Il comparto sonoro e grafico non subiscono particolari variazioni rispetto all'anime. Anzi, sui disegni, c'è da dire che, nonostante si mantengano buoni, dai colori caldi e luminosi, qui si osservano i medesimi difetti nell'animazione, che, in certi momenti, risulta essere scarsa, poco fluida. Peccato, perché questo aspetto poteva essere migliorato.
I personaggi sono gli stessi, ci sono proprio tutti, e a tutti, chi più e chi meno, si darà spazio. Ma a farla da padrone saranno Sakuta, Mai e, appunto, Shoko.
Tutti e tre ben caratterizzati, ma, a mio parere, Sakuta risulta essere meno brillante, e le sue battute ironiche e maliziose, che lo avevano contraddistinto nella serie principale, qui scarseggiano. Sakuta, in questo film, possiamo dire che assume un ruolo "più drammatico". Mai, invece, è splendida. Sebbene ci sia un calo del suo senso dell'umorismo (e proprio perché mancano quegli scambi insolenti tra i due protagonisti), di pari passo, si evidenzia una bella crescita. La ragazza, qui, è più presente, matura, e di supporto al povero Sakuta, combattuto in scelte difficili.
Infine, il personaggio di Shoko, in questa occasione viene meglio definito, e finalmente si sveleranno (non sempre in modo chiaro però) vari arcani a lei legati.
E veniamo alla trama. Intrigante, drammatica e, a tratti, commovente. E sempre ricca di elementi scientifici interessanti. Peccato che in certi passaggi i conti proprio non tornano, e si fatica pure a seguirne la logica. Anche sul finale ci si potrebbe mettere sopra un bel punto di domanda. E non perché si sia in dubbio se ci sarà o meno un ulteriore sviluppo della storia, ma perché è un finale, a parer mio, poco esaustivo.
Ad ogni modo, nonostante queste "imperfezioni", ne consiglio la visione a tutti quelli che hanno seguito e apprezzato la serie correlata. Questo arco narrativo di Shoko completa la serie, e non si può saltarne la visione, soprattutto se ci si è affezionati a Sakuta e compagnia bella.
Come ben saprete, la serie TV è divisa in archi narrativi; ogni arco comprende più episodi. In questo film viene presentato un intero arco, nello specifico la storia di Shōko Makinohara.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, si può benissimo fare riferimento alla serie: musiche, animazioni, sfondi, ecc. sono i medesimi.
Invece il cambiamento più rilevante è senza dubbio il tono della storia. Nella serie le storie sono in parte divertenti e in parte malinconiche; in questo film il tono diventa più triste e commovente. Senza rovinarvi nulla sulla trama, posso dirvi con certezza che la visione merita senza ombra di dubbio, se avete apprezzato la serie.
Il voto sarebbe 9,5, perché in certe parti le animazioni e la grafica sono solo sufficienti; trattandosi di un film, avrei sperato in qualcosa di meglio - in pratica, come dicevo sopra, è come se avessero preso gli episodi della serie e li avessero uniti insieme.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, si può benissimo fare riferimento alla serie: musiche, animazioni, sfondi, ecc. sono i medesimi.
Invece il cambiamento più rilevante è senza dubbio il tono della storia. Nella serie le storie sono in parte divertenti e in parte malinconiche; in questo film il tono diventa più triste e commovente. Senza rovinarvi nulla sulla trama, posso dirvi con certezza che la visione merita senza ombra di dubbio, se avete apprezzato la serie.
Il voto sarebbe 9,5, perché in certe parti le animazioni e la grafica sono solo sufficienti; trattandosi di un film, avrei sperato in qualcosa di meglio - in pratica, come dicevo sopra, è come se avessero preso gli episodi della serie e li avessero uniti insieme.
Il film continua e in qualche modo conclude la serie; la tematica è grossomodo la stessa, ma viene presentata in chiave molto più drammatica, seria e triste rispetto a quanto visto nei precedenti episodi.
L'argomento principale è un vero e proprio paradosso spazio-temporale, a tratti anche abbastanza complicato, per non dire confusionario, anche se l'interesse che suscita nello spettatore è sempre a livelli alti come le storie proposte nella serie.
Unica avvertenza è quella di non guardare questo film senza prima aver visto l'anime, in quanto non ci si capirebbe nulla, viceversa ritengo doverosa la visione per tutti coloro che hanno visto e apprezzato la serie.
L'argomento principale è un vero e proprio paradosso spazio-temporale, a tratti anche abbastanza complicato, per non dire confusionario, anche se l'interesse che suscita nello spettatore è sempre a livelli alti come le storie proposte nella serie.
Unica avvertenza è quella di non guardare questo film senza prima aver visto l'anime, in quanto non ci si capirebbe nulla, viceversa ritengo doverosa la visione per tutti coloro che hanno visto e apprezzato la serie.
È la continuazione dell'anime: davvero coinvolgente la trama drammatica, e per i fan che hanno amato l'anime sin dall'inizio (tipo io) sarà sicuramente fantastica.
I disegni sono ben realizzati, con ambientazioni che ripercorrono gli episodi dell'anime e un finale commovente che ti lascia qualche dubbio, ma anche qualche lacrima. Interessante sicuramente sarà vedere il protagonista immerso in ragionamenti, a volte poco spiegati, e colpi di depressione che fanno una bellissima miscela. Vedremo anche la nostra amata "coniglietta" esprimere il suo amore in diversi modi, non mancheranno anche vecchie conoscenze che risulteranno comparse o anche aiutanti del protagonista.
Insomma, ci troviamo davanti a un bel film indirizzato soprattutto a chi ha visto l'anime, ma molto godibile anche da chi se l'è perso. Consiglio di vederlo, perché merita molto!
I disegni sono ben realizzati, con ambientazioni che ripercorrono gli episodi dell'anime e un finale commovente che ti lascia qualche dubbio, ma anche qualche lacrima. Interessante sicuramente sarà vedere il protagonista immerso in ragionamenti, a volte poco spiegati, e colpi di depressione che fanno una bellissima miscela. Vedremo anche la nostra amata "coniglietta" esprimere il suo amore in diversi modi, non mancheranno anche vecchie conoscenze che risulteranno comparse o anche aiutanti del protagonista.
Insomma, ci troviamo davanti a un bel film indirizzato soprattutto a chi ha visto l'anime, ma molto godibile anche da chi se l'è perso. Consiglio di vederlo, perché merita molto!