Detective Conan: Il fantasma di Baker Street
“Il fantasma di Baker Street” è il sesto lungometraggio dedicato alla serie di “Detective Conan”, ideato dalla, sempre geniale, mente di Gosho Aoyama.
Che dire, ci troviamo -a mio parere- di fronte a una delle migliori pellicole dedicate alla serie, se non proprio la migliore;
Sono riusciti ad essere sorprendentemente originali rimanendo comunque fedeli a quello che è sempre stato il tema principale dell’anime, dato che lo svolgimento, anche se sviluppato con meccanismi e tematiche diverse, è rimasto quello, ma andiamo a vedere il come.
Conan e compagnia bella sono stati invitati al lancio di un nuovo videogioco: “Cocoon”, un passo avanti nel mondo videoludico, grazie al quale, mediante uno speciale macchinario, sarà permesso al giocatore di entrare in una realtà virtuale, mantenendo però intatti i cinque sensi, vivendo così un’esperienza di gioco in tutto e per tutto realistica (idea invecchiata direi benissimo, dato che più di una volta un concetto di tecnologia simile è stato adottato in altre opere ben più moderne). È proprio grazie a questa idea, che gli ideatori del film hanno giocato una carta vincente; così facendo, i nostri protagonisti potranno vivere momenti ancor più inverosimili e sopra le righe grazie proprio alla trovata della “realtà virtuale”, portando i vari personaggi a compiere azioni estreme che nella vita reale non avrebbero potuto compiere.
Conan deciderà di giocare per risolvere un caso di omicidio, avvenuto però nella vita reale; Nel gioco è consentito entrare in diverse epoche, una delle quali, è la Londra di fine ‘800, epoca famosa per la presenza di Jack lo squartatore e di Sherlock Holmes, inutile dire che i nostri amici sceglieranno proprio questo “livello”, dopo che Conan ha intuito che svelando l’identità del famoso serial killer, si potrà arrivare al vero colpevole.
È qui che l’ambientazione svolge un ruolo fondamentale; la Londra che vediamo all’interno della pellicola è stata resa alla perfezione, cupa, tetra, con una nebbia uscita direttamente da silent hill, e con delle OST ad hoc che permetteranno al fruitore di entrare direttamente nella pellicola e dunque di godersi a pieno il lungometraggio. I fan del genere non potranno che godere a pieno grazie ai continui riferimenti al famosissimo romanzo di Arthur Conan Doyle, impreziosito da comportamenti e commenti azzeccatissimi da parte dei nostri protagonisti.
I personaggi che compaiono all’interno di questo mondo sono svariati e caratterizzati alla perfezione, mostrandosi dunque estremamente intriganti. Faremo la conoscenza anche di altri personaggi, un gruppetto di ragazzini viziati (perché figli delle più alte cariche giapponesi) e del quale potremo apprezzarne la crescita con lo svolgersi del lungometraggio, creando anche una sorta di legame con lo spettatore.
Un punto importante della visione è sicuramente il drastico cambiamento di scenario, e non mi riferisco solamente al cambio di ambientazione, quanto più ad un capovolgimento emotivo, dato che una voce narrante all’interno del videogioco annuncerà che i cinquanta giocatori (la maggior parte dei quali bambini) perderanno veramente la vita se almeno uno dei giocatori non riuscirà a “vincere la partita”, inutile dire che sarà proprio Conan (non senza qualche prezioso aiuto) a salvare la situazione. Questo colpo di scena donerà alla pellicola un volto differente, facendo calare un clima cupo e teso.
Nulla da dire sul finale, avvincente e dallo svolgimento tutt’altro che scontato; impossibile poi non emozionarsi durante le ultimissime scene, dove si andranno a toccare argomenti e situazioni di un certo spessore emotivo; mi sto riferendo nello specifico al fatto che a dare la spiegazione di tutto al nostro Conan, non sarà altro che Hiroki, bambino prodigio nonché creatore del gioco, suicidatosi in tenera età per le pressioni esercitate su di lui; proprio da qui si può evincere che la visione di questo film farà provare emozioni, a volte anche forti, allo spettatore.
Qualche parola sul lato tecnico.
Charachter design ottimo, dal tratto pulito che si lascia guardare dall’inizio alla fine senza far mai storcere il naso. Da sottolineare il fatto che stiamo parlando di una pellicola del 2002, e a vederla così potrebbe essere facilmente scambiata per un prodotto decisamente più moderno. OST come sempre impeccabili, che come accennato anche in precedenza, svolgono un ruolo di fondamentale importanza, al fine di far immedesimare al massimo lo spettatore.
In conclusione, non fatico a dire che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio piccolo capolavoro del maestro Aoyama; è riuscito a regalare ai fan un film sotto certi aspetti incredibile, da un lato si può dire quasi “coraggioso”, ma che per quanto riguarda la mia personale esperienza, ha funzionato a dir poco alla grande.
Il voto finale non potrà che essere alto, dato che ho elencato solo pregi; poi probabilmente qualche difettuccio di qua e di la potrebbe anche starci, ma niente di visibile, evidentemente, agli occhi di un fan che mettendosi davanti a questa pellicola, sarà riuscito davvero ad entrare in una “realtà virtuale”, questa volta però, donata proprio dal nostro Gosho Aoyama.
Che dire, ci troviamo -a mio parere- di fronte a una delle migliori pellicole dedicate alla serie, se non proprio la migliore;
Sono riusciti ad essere sorprendentemente originali rimanendo comunque fedeli a quello che è sempre stato il tema principale dell’anime, dato che lo svolgimento, anche se sviluppato con meccanismi e tematiche diverse, è rimasto quello, ma andiamo a vedere il come.
Conan e compagnia bella sono stati invitati al lancio di un nuovo videogioco: “Cocoon”, un passo avanti nel mondo videoludico, grazie al quale, mediante uno speciale macchinario, sarà permesso al giocatore di entrare in una realtà virtuale, mantenendo però intatti i cinque sensi, vivendo così un’esperienza di gioco in tutto e per tutto realistica (idea invecchiata direi benissimo, dato che più di una volta un concetto di tecnologia simile è stato adottato in altre opere ben più moderne). È proprio grazie a questa idea, che gli ideatori del film hanno giocato una carta vincente; così facendo, i nostri protagonisti potranno vivere momenti ancor più inverosimili e sopra le righe grazie proprio alla trovata della “realtà virtuale”, portando i vari personaggi a compiere azioni estreme che nella vita reale non avrebbero potuto compiere.
Conan deciderà di giocare per risolvere un caso di omicidio, avvenuto però nella vita reale; Nel gioco è consentito entrare in diverse epoche, una delle quali, è la Londra di fine ‘800, epoca famosa per la presenza di Jack lo squartatore e di Sherlock Holmes, inutile dire che i nostri amici sceglieranno proprio questo “livello”, dopo che Conan ha intuito che svelando l’identità del famoso serial killer, si potrà arrivare al vero colpevole.
È qui che l’ambientazione svolge un ruolo fondamentale; la Londra che vediamo all’interno della pellicola è stata resa alla perfezione, cupa, tetra, con una nebbia uscita direttamente da silent hill, e con delle OST ad hoc che permetteranno al fruitore di entrare direttamente nella pellicola e dunque di godersi a pieno il lungometraggio. I fan del genere non potranno che godere a pieno grazie ai continui riferimenti al famosissimo romanzo di Arthur Conan Doyle, impreziosito da comportamenti e commenti azzeccatissimi da parte dei nostri protagonisti.
I personaggi che compaiono all’interno di questo mondo sono svariati e caratterizzati alla perfezione, mostrandosi dunque estremamente intriganti. Faremo la conoscenza anche di altri personaggi, un gruppetto di ragazzini viziati (perché figli delle più alte cariche giapponesi) e del quale potremo apprezzarne la crescita con lo svolgersi del lungometraggio, creando anche una sorta di legame con lo spettatore.
Un punto importante della visione è sicuramente il drastico cambiamento di scenario, e non mi riferisco solamente al cambio di ambientazione, quanto più ad un capovolgimento emotivo, dato che una voce narrante all’interno del videogioco annuncerà che i cinquanta giocatori (la maggior parte dei quali bambini) perderanno veramente la vita se almeno uno dei giocatori non riuscirà a “vincere la partita”, inutile dire che sarà proprio Conan (non senza qualche prezioso aiuto) a salvare la situazione. Questo colpo di scena donerà alla pellicola un volto differente, facendo calare un clima cupo e teso.
Nulla da dire sul finale, avvincente e dallo svolgimento tutt’altro che scontato; impossibile poi non emozionarsi durante le ultimissime scene, dove si andranno a toccare argomenti e situazioni di un certo spessore emotivo; mi sto riferendo nello specifico al fatto che a dare la spiegazione di tutto al nostro Conan, non sarà altro che Hiroki, bambino prodigio nonché creatore del gioco, suicidatosi in tenera età per le pressioni esercitate su di lui; proprio da qui si può evincere che la visione di questo film farà provare emozioni, a volte anche forti, allo spettatore.
Qualche parola sul lato tecnico.
Charachter design ottimo, dal tratto pulito che si lascia guardare dall’inizio alla fine senza far mai storcere il naso. Da sottolineare il fatto che stiamo parlando di una pellicola del 2002, e a vederla così potrebbe essere facilmente scambiata per un prodotto decisamente più moderno. OST come sempre impeccabili, che come accennato anche in precedenza, svolgono un ruolo di fondamentale importanza, al fine di far immedesimare al massimo lo spettatore.
In conclusione, non fatico a dire che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio piccolo capolavoro del maestro Aoyama; è riuscito a regalare ai fan un film sotto certi aspetti incredibile, da un lato si può dire quasi “coraggioso”, ma che per quanto riguarda la mia personale esperienza, ha funzionato a dir poco alla grande.
Il voto finale non potrà che essere alto, dato che ho elencato solo pregi; poi probabilmente qualche difettuccio di qua e di la potrebbe anche starci, ma niente di visibile, evidentemente, agli occhi di un fan che mettendosi davanti a questa pellicola, sarà riuscito davvero ad entrare in una “realtà virtuale”, questa volta però, donata proprio dal nostro Gosho Aoyama.
Una cosa non può essere ignorata nel valutare questo film: il suo anno di produzione, il 2002. Conan, infatti, si rivela anticipatore di "Sword Art Online" per i temi dei giocatori intrappolati in un mondo virtuale, delle conseguenze nazionali che ciò può causare, dell’investigazione in un mondo elettronico ma che, in questo caso, si rivela anche storico poiché ci trasporta nel mondo reale, della Londra del passato, ricostruita benissimo. Ma in più abbiamo la possibilità d’incontrare personaggi letterari ma, allo stesso tempo, così reali per il mondo reale come Holmes e Moriarty. Tutto ciò segno di come il confine tra reale e virtuale sia ben più antico rispetto all’arrivo della tecnologia moderna. Certo, la trama l’avrete già capita, ovvero Conan e soci fanno parte di un gruppo di cinquanta bambini giocatori che dovranno provare un gioco virtuale in stile "Sword Art", in cui potranno scegliere di esplorare un mondo tra i cinque disponibili. Ma perché nulla può andare liscio, avremo i nostri protagonisti intrappolati e destinati a morire, a meno che almeno un giocatore non riesca a completare il gioco. Come se ancora non bastasse, avremo anche una nuova teoria sull'identità di Jack lo squartatore, teoria certo originale, ma che non sfigura tra le tantissime ipotesi fatte nel corso degli anni. Pensate che tra gli indiziati vi fu persino Oscar Wilde…
La grafica è ottima e la regia di altissimo livello. Decisamente un vero gioiellino a cui, con un pizzico di generosità, do 9. Consigliato a tutti, veterani e neofiti della serie
La grafica è ottima e la regia di altissimo livello. Decisamente un vero gioiellino a cui, con un pizzico di generosità, do 9. Consigliato a tutti, veterani e neofiti della serie
Di film dalla trama incentrata su dei protagonisti che si ritrovano a forza in un videogioco mortale la cui unica possibilità di salvezza è quella di portarlo a termine, l'universo anime e manga ne è pieno.
Ovviamente non poteva mancare anche una tale avventura piena di misteri pure nella serie di Detective Conan.
Infatti, durante un ricevimento in cui sarebbe stato mostrato per la prima volta un gioco virtuale all'avanguardia creato da un piccolo genio dell'informatica Hiroki Sawada, morto tuttavia diversi anni prima, i nostri amici assistono all'immancabile delitto di routine e Conan decide di partecipare in prima persona al videogioco convinto che in esso vi sia la soluzione dell'omicidio.
Nel frattempo un'intelligenza artificiale si impossessa del sistema e ai vari partecipanti viene comunicato che l'unico modo per sopravvivere è il completamento di almeno una storia del gioco, pena la morte nel mondo reale.
Perciò i nostri amici si vedranno coinvolti nella Londra ai tempi di Jack lo Squartatore per tentare di fermarlo con l'aiuto di Sherlock Holmes!
Il film è abbastanza carino, il mistero ben fatto e il finale non del tutto scontato (a parte il vincitore), però risulta leggermente strano che in un gioco per ragazzini, Ran partecipi come unica persona della sua età. A mio parere se almeno in quest'occasione lei ne fosse rimasta fuori, forse sarebbe stato meglio. Ma Ran fa parte dei protagonisti e quindi bisogna sopportare un pochino la sua presenza.
In conclusione, per essere il sesto lungometraggio uscito nel 2002, la grafica è anche fin troppo buona, ottima per chi non apprezza molto quella nuova in cui alcuni particolari sono stati cambiati (il colore di capelli di Ai, i nasi di profilo... ecc.) e le nuove musiche abbastanza buone.
Perciò dai, un 7 come voto finale ci può stare tutto.
Ovviamente non poteva mancare anche una tale avventura piena di misteri pure nella serie di Detective Conan.
Infatti, durante un ricevimento in cui sarebbe stato mostrato per la prima volta un gioco virtuale all'avanguardia creato da un piccolo genio dell'informatica Hiroki Sawada, morto tuttavia diversi anni prima, i nostri amici assistono all'immancabile delitto di routine e Conan decide di partecipare in prima persona al videogioco convinto che in esso vi sia la soluzione dell'omicidio.
Nel frattempo un'intelligenza artificiale si impossessa del sistema e ai vari partecipanti viene comunicato che l'unico modo per sopravvivere è il completamento di almeno una storia del gioco, pena la morte nel mondo reale.
Perciò i nostri amici si vedranno coinvolti nella Londra ai tempi di Jack lo Squartatore per tentare di fermarlo con l'aiuto di Sherlock Holmes!
Il film è abbastanza carino, il mistero ben fatto e il finale non del tutto scontato (a parte il vincitore), però risulta leggermente strano che in un gioco per ragazzini, Ran partecipi come unica persona della sua età. A mio parere se almeno in quest'occasione lei ne fosse rimasta fuori, forse sarebbe stato meglio. Ma Ran fa parte dei protagonisti e quindi bisogna sopportare un pochino la sua presenza.
In conclusione, per essere il sesto lungometraggio uscito nel 2002, la grafica è anche fin troppo buona, ottima per chi non apprezza molto quella nuova in cui alcuni particolari sono stati cambiati (il colore di capelli di Ai, i nasi di profilo... ecc.) e le nuove musiche abbastanza buone.
Perciò dai, un 7 come voto finale ci può stare tutto.
Raggiunto l'apice non si può far altro che scendere, dopo l'avvincente "Trappola di Cristallo" mi aspettavo quindi una flessione per il ciclo di film dedicati al piccolo detective, ma non certo di tale portata, se devo essere sincero.
"Il Fantasma di Baker Street", il sesto della serie uscito nel 2002, non mi ha convinto quasi per nulla, il connubio tra un giallo quale è Detective Conan e la fantascienza decisamente non funziona. Non che la storia del manga sia realistica, come lo stesso farmaco ingerito dal protagonista dimostra, ma tra una spruzzata di elemento fantasy e una storia ambientata in un mondo virtuale e avveniristico stile Tron ce ne passa, e di questo tratta il film ivi recensito.
Kogoro, e con lui Ran, Sonoko e Conan, vengono invitati all'anteprima mondiale di un nuovo videogioco talmente avanzato che potrebbe rivoluzionare l'intero intrattenimento videoludico, tale è la sua efficacia di realtà virtuale. Alla sua creazione hanno collaborato anche il dottor Agasa e il padre di Shinichi, Yusaku Kudo, ma poco prima della presentazione il creatore viene ucciso. Alcuni indizi portano a pensare che la soluzione del caso si trovi dentro il videogioco stesso quindi Conan decide di indagare dentro di esso e a lui, in seguito ad alcune circostanze, si aggiungono al gioco anche Ran e i Detective Boys. Le cose però si complicano quando un'intelligenza artificiale, creata da un piccolo genio due anni prima, si impossessa del videogioco obbligando almeno uno dei 60 piccoli partecipanti, tutti figli di alte cariche politiche e imprenditoriali, a vincere il gioco, pena la morte di tutti.
Oltre al fatto che un elemento di sci-fi di questo livello mal si sposi con la serie, un altro dei problemi del film è la sceneggiatura, priva di mordente e dai colpi di scena davvero forzati sul finale. L'ambientazione londinese ottocentesca ha indubbiamente il suo fascino, anche se a mio parere non è stata sfruttata a dovere risultando poco credibile, e come potrebbe essere altrimenti dato che è tutto falso. Terzo, ma non ultimo difetto è ovviamente la fase di indagine, anche questa poco elaborata.
Insomma, il tanto temuto film "basso" di Conan alla fine è arrivato, anche se non tutto è da buttare, come le discrete animazioni che migliorano ancora e la colonna sonora di qualità, ma è normale amministrazione per un film destinato alle sale.
Consigliato ai soli fan del brand, "Il fantasma di Baker Street" risulta inferiore alla totalità dei film precedenti, mentre non posso dire nulla sui successivi non avendoli ancora visti, in ogni caso un mezzo passo falso, il primo, per questa interminabile saga. Incassi in patria ancora maggiori nonostante tutto, stavolta si superano con scioltezza i 3 miliardi di yen.
"Il Fantasma di Baker Street", il sesto della serie uscito nel 2002, non mi ha convinto quasi per nulla, il connubio tra un giallo quale è Detective Conan e la fantascienza decisamente non funziona. Non che la storia del manga sia realistica, come lo stesso farmaco ingerito dal protagonista dimostra, ma tra una spruzzata di elemento fantasy e una storia ambientata in un mondo virtuale e avveniristico stile Tron ce ne passa, e di questo tratta il film ivi recensito.
Kogoro, e con lui Ran, Sonoko e Conan, vengono invitati all'anteprima mondiale di un nuovo videogioco talmente avanzato che potrebbe rivoluzionare l'intero intrattenimento videoludico, tale è la sua efficacia di realtà virtuale. Alla sua creazione hanno collaborato anche il dottor Agasa e il padre di Shinichi, Yusaku Kudo, ma poco prima della presentazione il creatore viene ucciso. Alcuni indizi portano a pensare che la soluzione del caso si trovi dentro il videogioco stesso quindi Conan decide di indagare dentro di esso e a lui, in seguito ad alcune circostanze, si aggiungono al gioco anche Ran e i Detective Boys. Le cose però si complicano quando un'intelligenza artificiale, creata da un piccolo genio due anni prima, si impossessa del videogioco obbligando almeno uno dei 60 piccoli partecipanti, tutti figli di alte cariche politiche e imprenditoriali, a vincere il gioco, pena la morte di tutti.
Oltre al fatto che un elemento di sci-fi di questo livello mal si sposi con la serie, un altro dei problemi del film è la sceneggiatura, priva di mordente e dai colpi di scena davvero forzati sul finale. L'ambientazione londinese ottocentesca ha indubbiamente il suo fascino, anche se a mio parere non è stata sfruttata a dovere risultando poco credibile, e come potrebbe essere altrimenti dato che è tutto falso. Terzo, ma non ultimo difetto è ovviamente la fase di indagine, anche questa poco elaborata.
Insomma, il tanto temuto film "basso" di Conan alla fine è arrivato, anche se non tutto è da buttare, come le discrete animazioni che migliorano ancora e la colonna sonora di qualità, ma è normale amministrazione per un film destinato alle sale.
Consigliato ai soli fan del brand, "Il fantasma di Baker Street" risulta inferiore alla totalità dei film precedenti, mentre non posso dire nulla sui successivi non avendoli ancora visti, in ogni caso un mezzo passo falso, il primo, per questa interminabile saga. Incassi in patria ancora maggiori nonostante tutto, stavolta si superano con scioltezza i 3 miliardi di yen.
A mio avviso, "Il fantasma di Baker Street" è il film più bello di Detective Conan. Lo consiglio soprattutto a chi è appassionato di Sherlock Holmes, infatti il film si concentra molto sull'ambiente che circondava il celebre personaggio inventato da Doyle.
Questo film riesce ancora di più a mettere in difficoltà il nostro detective poiché lui ha nelle sue mani la vita di centinaia di bambini che partecipano a un nuovo gioco, "L'arca di Noè", in cui si possono scegliere i vari livelli, ambientati in diverse epoche e posti, a cui partecipare.
E' un film pieno di avventura e con un mistero nel mistero. A questo gioco però partecipano Conan, i Detective boys, Ran e Sonoko, mentre il padre di Conan, il dottor Agasa e Goro non partecipano e non potranno aiutare i nostri amici intrappolati dall'arca.
Questo film riesce ancora di più a mettere in difficoltà il nostro detective poiché lui ha nelle sue mani la vita di centinaia di bambini che partecipano a un nuovo gioco, "L'arca di Noè", in cui si possono scegliere i vari livelli, ambientati in diverse epoche e posti, a cui partecipare.
E' un film pieno di avventura e con un mistero nel mistero. A questo gioco però partecipano Conan, i Detective boys, Ran e Sonoko, mentre il padre di Conan, il dottor Agasa e Goro non partecipano e non potranno aiutare i nostri amici intrappolati dall'arca.
"Detective Conan: Il fantasma di Baker Street" è il sesto lungometraggio dedicato alla serie di "Detective Conan", ideato nel 2002 da Gosho Aoyma. Sicuramente questo film è diverso da quelli che lo hanno preceduto, dato che non è composto dalla solita trama, in cui un malvivente commette un omicidio, e Conan dopo un'accurata indagine risolve il caso. Questa volta ci troviamo di fronte a una trama molto più avvincente, che riesce a mescolare realtà e fantasia.
Infatti la storia gira intorno a un nuovo prodotto, ovvero un videogioco virtuale, in cui i partecipanti potranno essere proiettati nel passato, in questo caso, Conan e i suoi amici si troveranno nel 19° secolo faccia a faccia con il serial killer che terrorizzava la città in quel periodo, ovvero Jack the ripper, Jack lo squartatore. Conan dovrà catturare questo serial killer, e scoprirne la vera identità.
Questo è senza dubbio uno dei film più belli della serie, se non il il più bello. La storia, come detto anche in precedenza, non è la solita, ma con la sua particolarità riesce a tenere con il fiato sospeso gli spettatori fino al momento finale; insomma, l'idea di tornare "indietro nel tempo" ai tempi del detective più geniale della storia, Sherlock Holmes, è sicuramente da premiare. La cosa che mi ha più colpito è stata senza dubbio l'accuratezza con cui Gosho Aoyama è stato in grado di curare l'ambientazione in cui Conan e gli altri sono stati proiettati, ovvero l'antica Londra del 19° secolo. Il tratto del disegno è ottimo, sicuramente più curato e dettagliato rispetto a quello usato nei primi film della serie. Le OST sono le stesse usate nella serie regolare di "Detective Conan" sempre di ottima fattura, che rendono ancora più avvincente il "viaggio" dei nostri amici.
Per concludere consiglio la visione di questo film a tutti gli appassionati delle avventure del giovane liceale nelle visti di un bambino. Ma secondo il mio parere anche chi non ha mai seguito le vicende della serie riuscirà lo stesso ad apprezzarlo.
Infatti la storia gira intorno a un nuovo prodotto, ovvero un videogioco virtuale, in cui i partecipanti potranno essere proiettati nel passato, in questo caso, Conan e i suoi amici si troveranno nel 19° secolo faccia a faccia con il serial killer che terrorizzava la città in quel periodo, ovvero Jack the ripper, Jack lo squartatore. Conan dovrà catturare questo serial killer, e scoprirne la vera identità.
Questo è senza dubbio uno dei film più belli della serie, se non il il più bello. La storia, come detto anche in precedenza, non è la solita, ma con la sua particolarità riesce a tenere con il fiato sospeso gli spettatori fino al momento finale; insomma, l'idea di tornare "indietro nel tempo" ai tempi del detective più geniale della storia, Sherlock Holmes, è sicuramente da premiare. La cosa che mi ha più colpito è stata senza dubbio l'accuratezza con cui Gosho Aoyama è stato in grado di curare l'ambientazione in cui Conan e gli altri sono stati proiettati, ovvero l'antica Londra del 19° secolo. Il tratto del disegno è ottimo, sicuramente più curato e dettagliato rispetto a quello usato nei primi film della serie. Le OST sono le stesse usate nella serie regolare di "Detective Conan" sempre di ottima fattura, che rendono ancora più avvincente il "viaggio" dei nostri amici.
Per concludere consiglio la visione di questo film a tutti gli appassionati delle avventure del giovane liceale nelle visti di un bambino. Ma secondo il mio parere anche chi non ha mai seguito le vicende della serie riuscirà lo stesso ad apprezzarlo.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Detective Conan: Il fantasma di Baker Street è il sesto film dedicato alla serie del giovane Detective. Venne prodotto nel 2002.
In esso, Conan, Ran, Kogoro, Sonoko, Ai e i Giovani Detective vengono invitati alla presentazione di una nuova frontiera videoludica: si tratta infatti di un nuovo videogioco a cui hanno lavorato il padre di Shinici e il dottor Agasa. Tutti i ragazzi muniti d'invito possono provare questo videogioco: Conan e i ragazzi riescono a ottenerlo, mentre Ran lo ottiene da Sonoko. Al momento dell'inizio però una forma d'intelligenza virtuale denominata "Arca di Noè" prende possesso del gioco. I ragazzi, entrati nella realtà virtuale, si trovano a un bivio: devono scegliere a quale livello giocare. I mondi sono tutti storici, tra cui la Roma dei gladiatori o il mondo dei Vichinghi.
Conan, gli amici e alcuni altri ragazzi decidono di entrare nella Londra del 19° secolo. Il gioco consiste nel trovare Jack lo squartatore (assassino di quell'epoca) e svelarne l'identità. Arca di Noè però pone alcune regole: se almeno un ragazzo vince, tutti saranno liberi, ma se tutti perdono, moriranno. Allora Conan e gli altri iniziano le ricerche trovando persino la casa di Sherlock Holmes.
Verso la fine Rimangono soltanto Conan, Ran e un ragazzino, mentre tutti gli altri ragazzi hanno perso. Trovano Jack lo squartatore e Ran si sacrifica per gli amici, buttandosi giù dal treno. Conan e il ragazzo arrivano così a terminare il gioco scoprendo anche che il ragazzino era in realtà Hiroki Sawada, alias Arca di Noè, un ragazzo super-intelligente che si era suicidato. Tutte le persone sono salve e i genitori possono riabbracciare i figli.
Il film ritengo sia stupendo. L'ambientazione un po' noir del livello del videogioco riesce a rendere il film ancora più misterioso e travolgente. Finalmente compaiono personaggi tratti dal mondo di Conan Dyle, quali Sherlock Holmes (anche se camuffato), Irene Adler, un'attrice famosa nei romanzi di Holmes, il nemico giurato di Holmes, James Moriarty, e altri che contribuiscono a dare al film un tocco emozionante e soprattutto ispirato. La qualità l'ho trovata come sempre eccellente e per una volta, finalmente, Conan risolve il caso senza bisogno di Kogoro. Sono tutti requisiti che a mio parere rendono questo film eccezionale, perciò è un film consigliatissimo a tutti.
Detective Conan: Il fantasma di Baker Street è il sesto film dedicato alla serie del giovane Detective. Venne prodotto nel 2002.
In esso, Conan, Ran, Kogoro, Sonoko, Ai e i Giovani Detective vengono invitati alla presentazione di una nuova frontiera videoludica: si tratta infatti di un nuovo videogioco a cui hanno lavorato il padre di Shinici e il dottor Agasa. Tutti i ragazzi muniti d'invito possono provare questo videogioco: Conan e i ragazzi riescono a ottenerlo, mentre Ran lo ottiene da Sonoko. Al momento dell'inizio però una forma d'intelligenza virtuale denominata "Arca di Noè" prende possesso del gioco. I ragazzi, entrati nella realtà virtuale, si trovano a un bivio: devono scegliere a quale livello giocare. I mondi sono tutti storici, tra cui la Roma dei gladiatori o il mondo dei Vichinghi.
Conan, gli amici e alcuni altri ragazzi decidono di entrare nella Londra del 19° secolo. Il gioco consiste nel trovare Jack lo squartatore (assassino di quell'epoca) e svelarne l'identità. Arca di Noè però pone alcune regole: se almeno un ragazzo vince, tutti saranno liberi, ma se tutti perdono, moriranno. Allora Conan e gli altri iniziano le ricerche trovando persino la casa di Sherlock Holmes.
Verso la fine Rimangono soltanto Conan, Ran e un ragazzino, mentre tutti gli altri ragazzi hanno perso. Trovano Jack lo squartatore e Ran si sacrifica per gli amici, buttandosi giù dal treno. Conan e il ragazzo arrivano così a terminare il gioco scoprendo anche che il ragazzino era in realtà Hiroki Sawada, alias Arca di Noè, un ragazzo super-intelligente che si era suicidato. Tutte le persone sono salve e i genitori possono riabbracciare i figli.
Il film ritengo sia stupendo. L'ambientazione un po' noir del livello del videogioco riesce a rendere il film ancora più misterioso e travolgente. Finalmente compaiono personaggi tratti dal mondo di Conan Dyle, quali Sherlock Holmes (anche se camuffato), Irene Adler, un'attrice famosa nei romanzi di Holmes, il nemico giurato di Holmes, James Moriarty, e altri che contribuiscono a dare al film un tocco emozionante e soprattutto ispirato. La qualità l'ho trovata come sempre eccellente e per una volta, finalmente, Conan risolve il caso senza bisogno di Kogoro. Sono tutti requisiti che a mio parere rendono questo film eccezionale, perciò è un film consigliatissimo a tutti.
Kogoro, Ran, Conan e i giovani detective sono stati invitati alla presentazione di un nuovo videogioco sulla realtà virtuale. Durante la cerimonia avviene un omicidio e Conan è convinto che la soluzione del caso si trovi all'interno del videogame. Insieme ai Detective Boys, a Ran e ad altri bambini conosciuti all'evento, Conan parte alla scoperta del mistero, peccato solo che una volta entrati all'interno della macchina virtuale un'intelligenza artificiale chiamata Arca di Noè si intromette nel gioco avvertendo i ragazzi che se nessuno di loro riuscirà a vincere la partita moriranno tutti.
I nostri amici, seppur terrorizzati dall'avvertimento, muovono i primi passi nella Londra del diciannovesimo secolo, ai tempi del pericoloso Jack lo squartatore e dell'infallibile Sherlock Holmes. La battaglia sembra più ardua del solito per i Detective Boys, ma rivivere i tempi del suo mito Holmes è per il piccolo Conan un'avventura estremamente affascinante!
Il fantasma di Baker Street è il sesto capitolo cinematografico del mini-detective più famoso del mondo. In una parola: bellissimo.
L'idea di fare rivivere i tempi di Sherlock Holmes e di Jack lo squartatore attraverso un gioco nella realtà virtuale è sicuramente la chiave che rende questo film interessante. Finalmente vedremo Conan in azione ai tempi di cui lui stesso ci ha narrato tante volte durante gli episodi della serie. Holmes è il suo mito incontrastato e colui al quale s'ispira continuamente nelle sue brillanti deduzioni, e durante il gioco darà ancora prova delle sue straordinarie abilità. E non ci sorprende se i suoi amici mettono la loro vita tutta nelle sue mani, perché Conan sa sempre il fatto suo e per lui non c'è mistero che non abbia una soluzione. E' questo l'insegnamento che ha tratto dai libri di Arthur Conan Doyle. Libri che io stessa ho apprezzato e che mi hanno spinto ad amare questa serie.
Ottima è la storia insomma, molto ben riuscita rispetto ad alcuni dei precedenti film. Qui la risoluzione del caso per la prima volta è tutta nelle mani di Shinichi. In un certo senso è una novità anche questa, perché solitamente l'Ispettore Megure ha il suo bel da fare nei casi di omicidi, ma questa volta resterà solo a guardare.
La suspense non manca di certo visto che in ballo c'è la vita di 50 persone che partecipano al gioco. L'azione come sempre ha un ruolo fondamentale, ma nel fantasma di Baker Street si è voluto dare maggiore spazio alle deduzioni e quindi assistiamo alle acute osservazioni di Conan per gran parte del movie.
E' stata una visione soddisfacente e appassionante, per cui non posso che consigliarlo a tutti i fans della mitica serie. Se invece non conoscete Conan Edogawa, ma amate i videogiochi, ve lo consiglio ugualmente.
I nostri amici, seppur terrorizzati dall'avvertimento, muovono i primi passi nella Londra del diciannovesimo secolo, ai tempi del pericoloso Jack lo squartatore e dell'infallibile Sherlock Holmes. La battaglia sembra più ardua del solito per i Detective Boys, ma rivivere i tempi del suo mito Holmes è per il piccolo Conan un'avventura estremamente affascinante!
Il fantasma di Baker Street è il sesto capitolo cinematografico del mini-detective più famoso del mondo. In una parola: bellissimo.
L'idea di fare rivivere i tempi di Sherlock Holmes e di Jack lo squartatore attraverso un gioco nella realtà virtuale è sicuramente la chiave che rende questo film interessante. Finalmente vedremo Conan in azione ai tempi di cui lui stesso ci ha narrato tante volte durante gli episodi della serie. Holmes è il suo mito incontrastato e colui al quale s'ispira continuamente nelle sue brillanti deduzioni, e durante il gioco darà ancora prova delle sue straordinarie abilità. E non ci sorprende se i suoi amici mettono la loro vita tutta nelle sue mani, perché Conan sa sempre il fatto suo e per lui non c'è mistero che non abbia una soluzione. E' questo l'insegnamento che ha tratto dai libri di Arthur Conan Doyle. Libri che io stessa ho apprezzato e che mi hanno spinto ad amare questa serie.
Ottima è la storia insomma, molto ben riuscita rispetto ad alcuni dei precedenti film. Qui la risoluzione del caso per la prima volta è tutta nelle mani di Shinichi. In un certo senso è una novità anche questa, perché solitamente l'Ispettore Megure ha il suo bel da fare nei casi di omicidi, ma questa volta resterà solo a guardare.
La suspense non manca di certo visto che in ballo c'è la vita di 50 persone che partecipano al gioco. L'azione come sempre ha un ruolo fondamentale, ma nel fantasma di Baker Street si è voluto dare maggiore spazio alle deduzioni e quindi assistiamo alle acute osservazioni di Conan per gran parte del movie.
E' stata una visione soddisfacente e appassionante, per cui non posso che consigliarlo a tutti i fans della mitica serie. Se invece non conoscete Conan Edogawa, ma amate i videogiochi, ve lo consiglio ugualmente.