My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom!
Lo studio Silver Link ha lavorato e lavora su molti isekai: in attesa di “The World’s Finest Assassin Gets Reincarned in Another World as an Aristocrat”, mi sono guardato questo “My Next Life as a Villainess”, per conoscere come lavora lo studio ai suoi anime. Ho scelto questo titolo perché ne avevo sentito parlare bene e perché dall’incipit mi sembrava molto più innovativo di quel che è in realtà.
Ma com’è in realtà? A me è apparso un buon reverse harem con molti difetti che ne hanno rovinato la freschezza dei primi episodi andando in avanti... e si tratta di un anime di soli dodici episodi!
La protagonista, una ragazza (otome) morta giovane, si reincarna nel suo videogioco preferito e prende coscienza di ciò nel primo episodio. Lei è ancora bambina, ma, quando sarà adolescente, diventerà cattivissima, e nel tentativo di conquistare uno dei personaggi principali farà una brutta fine. Ora che però si è risvegliata come una ragazza semplice, buona e con scarsa educazione, giocherà le sue carte per non essere uccisa, ma al massimo esiliata, e, non capendo niente della psicologia semplice dei personaggi, li conquisterà. Dico psicologia semplice perché questi otto personaggi non verranno analizzati molto: appena appaiono, la protagonista sa com’erano nel gioco di “Fortune Lover”, ma lei li cambia tutti, e sembrano tutti essere fatti con lo stampino e pendere dalle sue labbra.
A tutti piace il suo sembrare una contadinotta, più della potenziale rivale Maria, che ha davvero origini contadine, ma sembra una nobildonna per portamento. Purtroppo Maria viene associata al fatto di fare dei biscotti rustici che piacciono a tutti: un lavoro che si fa nelle cucine dell’Accademia e che le porterebbe via molto tempo dopo le lezioni, ma ciò viene ignorato. Maria è la dama dei biscotti... Quindi perde molta della sua credibilità come potenziale sposa di uno dei nobili da conquistare nelle varie route, ma, se si innamorano di una nobile/contadina, va bene anche una fornaia. Ma Maria tentano di bullizarla, mentre Caterina, che potrebbero accusare di essere figlia di una duchessa e di un popolano, in quanto appartenente alla crème della nobiltà e fidanzata di un principe reale...
Dopo aver fatto le mie critiche, do il voto che si è preso in base al mio interesse: sette.
Ma com’è in realtà? A me è apparso un buon reverse harem con molti difetti che ne hanno rovinato la freschezza dei primi episodi andando in avanti... e si tratta di un anime di soli dodici episodi!
La protagonista, una ragazza (otome) morta giovane, si reincarna nel suo videogioco preferito e prende coscienza di ciò nel primo episodio. Lei è ancora bambina, ma, quando sarà adolescente, diventerà cattivissima, e nel tentativo di conquistare uno dei personaggi principali farà una brutta fine. Ora che però si è risvegliata come una ragazza semplice, buona e con scarsa educazione, giocherà le sue carte per non essere uccisa, ma al massimo esiliata, e, non capendo niente della psicologia semplice dei personaggi, li conquisterà. Dico psicologia semplice perché questi otto personaggi non verranno analizzati molto: appena appaiono, la protagonista sa com’erano nel gioco di “Fortune Lover”, ma lei li cambia tutti, e sembrano tutti essere fatti con lo stampino e pendere dalle sue labbra.
A tutti piace il suo sembrare una contadinotta, più della potenziale rivale Maria, che ha davvero origini contadine, ma sembra una nobildonna per portamento. Purtroppo Maria viene associata al fatto di fare dei biscotti rustici che piacciono a tutti: un lavoro che si fa nelle cucine dell’Accademia e che le porterebbe via molto tempo dopo le lezioni, ma ciò viene ignorato. Maria è la dama dei biscotti... Quindi perde molta della sua credibilità come potenziale sposa di uno dei nobili da conquistare nelle varie route, ma, se si innamorano di una nobile/contadina, va bene anche una fornaia. Ma Maria tentano di bullizarla, mentre Caterina, che potrebbero accusare di essere figlia di una duchessa e di un popolano, in quanto appartenente alla crème della nobiltà e fidanzata di un principe reale...
Dopo aver fatto le mie critiche, do il voto che si è preso in base al mio interesse: sette.
Premessa: non sono una fan dei reverse-harem.
Bene, detto ciò, devo confessare che questo anime mi ha piacevolmente sorpresa, anche se non è certo la definizione di capolavoro. La cosa più insolita (e anche quella che mi ha spinto ad iniziarlo) è certamente l'incipit: la nostra protagonista viene catapultata come la cattiva di turno nell’otome game che sta giocando e dovrà fare di tutto per evitare il finale tragico che la aspetta secondo quanto stabilito dalla storia. Finalmente qualcosa di diverso dal classico “ragazzina dolce e perfetta con la personalità di un’ameba che è completamente nelle mani dei maniaci/psicopatici/bad boy della situazione”!
Come già detto, questo genere non è il mio preferito, e quindi partivo prevenuta, ma nonostante tutto ogni volta ero curiosa di sapere cosa sarebbe successo, mi sono affezionata ai protagonisti (come si fa a non voler bene almeno un po’ a Catarina?) e mi è scappata pure qualche risata. Si tratta di una serie leggera e genuina accompagnata da disegni (a mio parere di profana) buoni così come le animazioni, e personaggi con un minimo di background che non guasta mai.
Ovviamente ci sono anche dei difetti: a volte la protagonista è un po’ troppo tonta anche per quello che è il suo personaggio e, soprattutto negli ultimi episodi, la storia comincia a farsi un po’ ridondante, ma, per quanto mi riguarda, rimane comunque molto meglio di altri anime dello stesso genere.
Quindi, che dire? Se avete a disposizione un pomeriggio o due e volete passare il tempo senza buttarvi in qualcosa di troppo impegnativo, dategli una possibilità.
Bene, detto ciò, devo confessare che questo anime mi ha piacevolmente sorpresa, anche se non è certo la definizione di capolavoro. La cosa più insolita (e anche quella che mi ha spinto ad iniziarlo) è certamente l'incipit: la nostra protagonista viene catapultata come la cattiva di turno nell’otome game che sta giocando e dovrà fare di tutto per evitare il finale tragico che la aspetta secondo quanto stabilito dalla storia. Finalmente qualcosa di diverso dal classico “ragazzina dolce e perfetta con la personalità di un’ameba che è completamente nelle mani dei maniaci/psicopatici/bad boy della situazione”!
Come già detto, questo genere non è il mio preferito, e quindi partivo prevenuta, ma nonostante tutto ogni volta ero curiosa di sapere cosa sarebbe successo, mi sono affezionata ai protagonisti (come si fa a non voler bene almeno un po’ a Catarina?) e mi è scappata pure qualche risata. Si tratta di una serie leggera e genuina accompagnata da disegni (a mio parere di profana) buoni così come le animazioni, e personaggi con un minimo di background che non guasta mai.
Ovviamente ci sono anche dei difetti: a volte la protagonista è un po’ troppo tonta anche per quello che è il suo personaggio e, soprattutto negli ultimi episodi, la storia comincia a farsi un po’ ridondante, ma, per quanto mi riguarda, rimane comunque molto meglio di altri anime dello stesso genere.
Quindi, che dire? Se avete a disposizione un pomeriggio o due e volete passare il tempo senza buttarvi in qualcosa di troppo impegnativo, dategli una possibilità.
È un anime su cui avevo poche aspettative già dall'inizio, ma nonostante ciò ho provato a dargli un'occasione, e devo dire che le prime puntate mi erano anche discretamente piaciute, erano tutte piacevoli e divertenti. Peccato per il continuo, da circa metà serie la storia si addormenta completamente, succede poco e nulla, e quel poco è decisamente banale e noioso, e personalmente anche piuttosto pesante, tanto che ho fatto abbastanza fatica a finirlo.
I personaggi non sono malissimo, anche se sono parecchio stereotipati e non approfonditi a dovere, riescono comunque a fare il loro senza risultare insopportabili. Un aspetto che anche io non ho particolarmente gradito è la continua rappresentazione della protagonista come la solita ragazza sempliciotta e ingenua, che mi poteva andar bene quando era ancora una bambina, ma molto, molto meno quando la storia prosegue e passano svariati anni. Di fatto il suo personaggio non hai mai un'evoluzione, anzi mi è sembrato in più situazioni che accadesse quasi l'opposto; davvero un peccato, perché non mi dispiaceva affatto, anzi le gag dei "meeting" tra le varie sé stesse erano divertenti.
È una serie che a mio parere non raggiunge la sufficienza, non riesce a mantenere il livello delle prime puntate ed episodio dopo episodio inciampa nei soliti cliché, finendo per annoiare lo spettatore.
Voto finale: 5
I personaggi non sono malissimo, anche se sono parecchio stereotipati e non approfonditi a dovere, riescono comunque a fare il loro senza risultare insopportabili. Un aspetto che anche io non ho particolarmente gradito è la continua rappresentazione della protagonista come la solita ragazza sempliciotta e ingenua, che mi poteva andar bene quando era ancora una bambina, ma molto, molto meno quando la storia prosegue e passano svariati anni. Di fatto il suo personaggio non hai mai un'evoluzione, anzi mi è sembrato in più situazioni che accadesse quasi l'opposto; davvero un peccato, perché non mi dispiaceva affatto, anzi le gag dei "meeting" tra le varie sé stesse erano divertenti.
È una serie che a mio parere non raggiunge la sufficienza, non riesce a mantenere il livello delle prime puntate ed episodio dopo episodio inciampa nei soliti cliché, finendo per annoiare lo spettatore.
Voto finale: 5
"Otome Game no Hametsu Flag Shika Nai Akuyaku Reijō ni Tensei Shiteshimatta..." ("My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom!") è un anime di dodici episodi andato in onda da aprile a giugno 2020.
La serie è uno spin del solito isekai, che, invece del ragazzo divento ‘overpowered’ in un mondo fantasy, vede una ragazza reincarnarsi nella "cattiva" di un gioco otome, Catarina Claes. Catarina, ben consapevole che finirà per essere uccisa/esiliata indipendentemente da quale ragazzo la protagonista del gioco scelga, inizia a prendere provvedimenti per evitare tutte le "doom flag" e vivere una vita serena. Riuscirà a salvarsi o le sarà impossibile riscrivere la trama del gioco?
Inizierò col dire che ho trovato l’idea di base molto interessante e originale (per quanto originali si possa essere in un isekai a questo punto) e mi ha invogliato a cercare altre opere con una premessa simile. Detto ciò, l’anime di per sé è carino ma nulla di eccezionale.
Partiamo dai personaggi.
La protagonista Catarina, come detto nella premessa, vuole evitare a tutti i costi una brutta fine, perciò si sforza fin da bambina a non inimicarsi i personaggi maschili. Va detto però che la ragazza non ha fini manipolativi, nel senso che Catarina è davvero una ragazza gentile e solare, che si preoccupa per gli altri e che, con il suo animo genuino, riesce a conquistare chiunque le stia intorno. Non si può non amare Catarina, ma allo stesso tempo non mi è piaciuto che il suo essere semplice la porti anche a essere davvero tonta. Non solo perché non si accorge di aver conquistato tutti i personaggi, maschili o femminili che siano, ma anche perché a volte si comporta davvero in maniera stupida che ti fa venire voglia di scuoterla. E questo ci porta a tutti gli altri personaggi, che sono così innamorati di Catarina, che nei loro occhi la ragazza non può fare nulla di sbagliato. Avrei preferito che a volte le avessero mostrato un po' di "tough love", invece di giustificarla sempre.
In generale, tutti risultano abbastanza piatti e rimangono nei loro ruoli stereotipati per tutta la durata della serie. Nessuno di loro è particolarmente irritante, nemmeno Catarina al suo peggio in realtà, ma, allo stesso tempo, dopo un po' le azioni dei personaggi risultano ripetitive e prevedibili.
Per quanto riguarda la trama, in generale risulta leggera e facile da seguire; non nego che ci siano state delle scene che mi hanno fatto davvero sorridere e mi ha regalato anche diversi momenti di gioia. Penso che sia importante avere le giuste aspettative quando si inizia la serie, in questo modo risulta perfettamente godibile, adatta a passare un pomeriggio tranquillo senza doversi applicare.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, ho assolutamente amato sia la opening sia l’ending. Il chara design è abbastanza semplice, ma le animazioni sono ben realizzate.
Riassumendolo in una frase o meno: "Semplice ma carino".
La serie è uno spin del solito isekai, che, invece del ragazzo divento ‘overpowered’ in un mondo fantasy, vede una ragazza reincarnarsi nella "cattiva" di un gioco otome, Catarina Claes. Catarina, ben consapevole che finirà per essere uccisa/esiliata indipendentemente da quale ragazzo la protagonista del gioco scelga, inizia a prendere provvedimenti per evitare tutte le "doom flag" e vivere una vita serena. Riuscirà a salvarsi o le sarà impossibile riscrivere la trama del gioco?
Inizierò col dire che ho trovato l’idea di base molto interessante e originale (per quanto originali si possa essere in un isekai a questo punto) e mi ha invogliato a cercare altre opere con una premessa simile. Detto ciò, l’anime di per sé è carino ma nulla di eccezionale.
Partiamo dai personaggi.
La protagonista Catarina, come detto nella premessa, vuole evitare a tutti i costi una brutta fine, perciò si sforza fin da bambina a non inimicarsi i personaggi maschili. Va detto però che la ragazza non ha fini manipolativi, nel senso che Catarina è davvero una ragazza gentile e solare, che si preoccupa per gli altri e che, con il suo animo genuino, riesce a conquistare chiunque le stia intorno. Non si può non amare Catarina, ma allo stesso tempo non mi è piaciuto che il suo essere semplice la porti anche a essere davvero tonta. Non solo perché non si accorge di aver conquistato tutti i personaggi, maschili o femminili che siano, ma anche perché a volte si comporta davvero in maniera stupida che ti fa venire voglia di scuoterla. E questo ci porta a tutti gli altri personaggi, che sono così innamorati di Catarina, che nei loro occhi la ragazza non può fare nulla di sbagliato. Avrei preferito che a volte le avessero mostrato un po' di "tough love", invece di giustificarla sempre.
In generale, tutti risultano abbastanza piatti e rimangono nei loro ruoli stereotipati per tutta la durata della serie. Nessuno di loro è particolarmente irritante, nemmeno Catarina al suo peggio in realtà, ma, allo stesso tempo, dopo un po' le azioni dei personaggi risultano ripetitive e prevedibili.
Per quanto riguarda la trama, in generale risulta leggera e facile da seguire; non nego che ci siano state delle scene che mi hanno fatto davvero sorridere e mi ha regalato anche diversi momenti di gioia. Penso che sia importante avere le giuste aspettative quando si inizia la serie, in questo modo risulta perfettamente godibile, adatta a passare un pomeriggio tranquillo senza doversi applicare.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, ho assolutamente amato sia la opening sia l’ending. Il chara design è abbastanza semplice, ma le animazioni sono ben realizzate.
Riassumendolo in una frase o meno: "Semplice ma carino".
Ah, gli isekai. Genere oramai utilizzato in ogni salsa, accostato spesso a una scarsa qualità con un cast di personaggi poco brillante e un protagonista onnipotente con il corpo e il carattere di un ragazzino giapponese qualunque, tutto messo su di un vassoio d'argento e servito agli otaku come self insert. Esiste ancora un modo per svecchiare la formula del fallito che muore male e finisce in un altro mondo?
“My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom!” è un anime tratto da una serie di light novel che tentano di cambiare le carte in regola su vari aspetti cardine dell'isekai: la protagonista di questa storia è Catarina Claes, figlia di un nobile duca cresciuta perciò nel lusso e nei vizi. Una bambina insopportabile a cui non va mai bene niente, perché sa di poter ottenere tutto, ma che un giorno come un altro, durante la passeggiata con un famoso principe suo coetaneo, finisce per battere la testa e ricordarsi di ciò che era in passato, ovvero una ragazzina otaku, dall'aspetto abbastanza anonimo, dal pessimo andamento scolastico e con un'amica con la quale condivideva la passione per un gioco di nome “Fortune Lover”, ossia un otome game dove la protagonista - noi personificatati da un avatar - va a vivere una vita da favola per trovare il vero amore. Il problema per Catarina non è tanto aver scoperto di essersi reincarnata in una nobile, ma che quell'aspetto, quel nome, quegli avvenimenti che le si susseguono da quel preciso momento in poi sono identici a quelli del gioco, ma non dalla prospettiva della protagonista, ma di quello dell'antagonista! Proprio così, Catarina Claes è la cattiva del gioco, la bulla che renderà difficile la vita della povera eroina, tenterà di rubarle l'amore, di spezzare alcune route del gioco, ma che alla fine, in ogni buon finale che si possa definire tale, subisce le peggiori conseguenze come l'esilio o persino la morte... come dice il titolo stesso, “ogni route porta alla disgrazia”. L'incipit perciò ci toglie di mezzo l'elemento “ragazzo fortunato” che rinasce nel momento migliore, nel posto perfetto e con la forza e i poteri migliori di tutti. Ci toglie anche - sulla carta - la possibilità di essere felici e da subito una chiara visione di come questa ragazza capisca di essere morta, ne provi nostalgia e non sia felice di essere “scappata” dalla mediocrità in cui prima viveva, anche quando la sua storia da Catarina inizierà a migliorare. Finalmente abbiamo tra le mani un isekai dove si cita il passato e la realtà senza paura o persino dimenticandosene proprio, come se non fosse mai esistita e senza un solo rimpianto da lasciarsi dietro. Lei giustamente passerà gli episodi a ricordarsi cosa succede nel gioco, pianificare vari metodi per non morire/venir esiliata e saggiamente farsi prendere in simpatia dal cast. L'idea di questa serie è davvero carina e Catarina, pur essendo un personaggio molto semplice e verso cui è facile provare empatia, non cade nel fattore “Mary Sue” e commette vari errori, seppur mantenga purtroppo - e per necessità di trama - alcuni tratti da protagonista con reverse-harem al seguito, come il non capire mai quando uno ci prova, cadere dalle nuvole per ogni frase ammiccante e soprattutto fare strage di cuori senza che nessuno la odi, provi antipatia o semplicemente non la ritenga simpatica e speciale.
Il difetto che percepisco in questo reverse-harem è proprio quello che Catarina ha appresso un sacco di maschi e femmine che sbavano per lei, con dei genitori che le vogliono bene e persino una domestica molto affezionata, ma nessuno, proprio nessuno, a parte le solite antipatiche invidiose, proverà mai sentimenti negativi o neutri per lei, e così inevitabilmente finirà per diventare lei la protagonista del gioco. Le circostanze ovviamente non le scriverò per evitare spoiler, ma il fatto che lei riesca a ribaltare le carte in tavola è il fulcro della serie a cui verrete immediatamente messi davanti, e capirete subito che sarà un susseguirsi di cuori che battono forte per una sola persona.
Il resto del cast è come quello di un gioco romantico dove scegli ciò che ti piace di più: nessuno eccelle, tutti hanno una loro storia triste per cui provare tanta voglia di salvarli e renderli felici, alcuni sono più difficili da avvicinare e capirne le intenzioni, ma ricalcano un po' lo stereotipo di ciò che si vorrebbe in un gioco simile, ed è giusto così: se ci fosse stato tra le conquiste romantiche qualcuno che possedesse più carisma di Catarina, questa avrebbe rischiato di venir messa in ombra e lasciare anche meno possibilità a futuri scenari con altri personaggi, dacché è impossibile dire se qualcuno vincerà il suo cuore, ma soprattutto se dopo tutti i sacrifici per sopravvivere... lei ci riuscirà lo stesso.
Dal punto di vista tecnico abbiamo una serie che non ha motivo per regalarci animazioni da sogno, perciò si limita ad animarci una storia in maniera pulita, inserendo quello che penso sia stato qualche minuto o forse persino episodio filler, in cui a metà serie ho sentito un po' troppo la voglia di evidenziare come siano “tutti pazzi per Catarina”. Il ritmo un po' cala e un po' cresce, ma tutto sommato si tratta di un anime che puoi guardarti in poche sere e non trovarlo per nulla pesante, ma forse giusto un po' prevedibile. Il cast ha un chara design che non mi ha fatta impazzire, tutti abbastanza anonimi, bellocci di tante varietà, ma voglio complimentarmi perché Catarina, analizzandola senza conoscerne il carattere, ha davvero l'aspetto della cattiva di turno: niente sguardo angelico, capelli dorati, magia straordinaria, passato tragico, modi di fare che rasentano la divinità... no, niente di tutto questo, come a sottolineare che è stata scritta e disegnata per fare una determinata cosa, ma è l'anima di quella ragazzina otaku a manipolare le redini del gioco per favorire la sua (non) disfatta.
Traendo una conclusione, penso che questo sia uno dei pochi reverse-harem sopportabili, se non pure gradevoli, divertenti e senza troppe pretese (vizio di molti isekai). Non ci si annoia mai a scoprire come il prossimo personaggio cadrà vittima dell'amore o con qualche siparietto comico che però delle volte si focalizza talmente tanto sul romanticismo da lasciare a quel paese la logica, come negli ultimi episodi, dove c'è una scena in particolare dove tutti sembrano davvero, ma davvero degli stupidi. Consiglio la visione a chi finalmente vuole vedere una storia d'amore con più maschietti coinvolti, ma senza che la donzella di turno sia una sottomessa da qualche psicopatico et similia; è un anime godibilissimo anche da chi solitamente non digerisce gli isekai (io sono tra questi). Non è assolutamente una serie ai livelli di “Akatsuki no Yona”, e non vuole nemmeno mai pretendere d'esserlo, ma penso proprio valga la visione, sperando che nella seconda stagione già annunciata l'umorismo si sappia rinnovare al meglio.
“My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom!” è un anime tratto da una serie di light novel che tentano di cambiare le carte in regola su vari aspetti cardine dell'isekai: la protagonista di questa storia è Catarina Claes, figlia di un nobile duca cresciuta perciò nel lusso e nei vizi. Una bambina insopportabile a cui non va mai bene niente, perché sa di poter ottenere tutto, ma che un giorno come un altro, durante la passeggiata con un famoso principe suo coetaneo, finisce per battere la testa e ricordarsi di ciò che era in passato, ovvero una ragazzina otaku, dall'aspetto abbastanza anonimo, dal pessimo andamento scolastico e con un'amica con la quale condivideva la passione per un gioco di nome “Fortune Lover”, ossia un otome game dove la protagonista - noi personificatati da un avatar - va a vivere una vita da favola per trovare il vero amore. Il problema per Catarina non è tanto aver scoperto di essersi reincarnata in una nobile, ma che quell'aspetto, quel nome, quegli avvenimenti che le si susseguono da quel preciso momento in poi sono identici a quelli del gioco, ma non dalla prospettiva della protagonista, ma di quello dell'antagonista! Proprio così, Catarina Claes è la cattiva del gioco, la bulla che renderà difficile la vita della povera eroina, tenterà di rubarle l'amore, di spezzare alcune route del gioco, ma che alla fine, in ogni buon finale che si possa definire tale, subisce le peggiori conseguenze come l'esilio o persino la morte... come dice il titolo stesso, “ogni route porta alla disgrazia”. L'incipit perciò ci toglie di mezzo l'elemento “ragazzo fortunato” che rinasce nel momento migliore, nel posto perfetto e con la forza e i poteri migliori di tutti. Ci toglie anche - sulla carta - la possibilità di essere felici e da subito una chiara visione di come questa ragazza capisca di essere morta, ne provi nostalgia e non sia felice di essere “scappata” dalla mediocrità in cui prima viveva, anche quando la sua storia da Catarina inizierà a migliorare. Finalmente abbiamo tra le mani un isekai dove si cita il passato e la realtà senza paura o persino dimenticandosene proprio, come se non fosse mai esistita e senza un solo rimpianto da lasciarsi dietro. Lei giustamente passerà gli episodi a ricordarsi cosa succede nel gioco, pianificare vari metodi per non morire/venir esiliata e saggiamente farsi prendere in simpatia dal cast. L'idea di questa serie è davvero carina e Catarina, pur essendo un personaggio molto semplice e verso cui è facile provare empatia, non cade nel fattore “Mary Sue” e commette vari errori, seppur mantenga purtroppo - e per necessità di trama - alcuni tratti da protagonista con reverse-harem al seguito, come il non capire mai quando uno ci prova, cadere dalle nuvole per ogni frase ammiccante e soprattutto fare strage di cuori senza che nessuno la odi, provi antipatia o semplicemente non la ritenga simpatica e speciale.
Il difetto che percepisco in questo reverse-harem è proprio quello che Catarina ha appresso un sacco di maschi e femmine che sbavano per lei, con dei genitori che le vogliono bene e persino una domestica molto affezionata, ma nessuno, proprio nessuno, a parte le solite antipatiche invidiose, proverà mai sentimenti negativi o neutri per lei, e così inevitabilmente finirà per diventare lei la protagonista del gioco. Le circostanze ovviamente non le scriverò per evitare spoiler, ma il fatto che lei riesca a ribaltare le carte in tavola è il fulcro della serie a cui verrete immediatamente messi davanti, e capirete subito che sarà un susseguirsi di cuori che battono forte per una sola persona.
Il resto del cast è come quello di un gioco romantico dove scegli ciò che ti piace di più: nessuno eccelle, tutti hanno una loro storia triste per cui provare tanta voglia di salvarli e renderli felici, alcuni sono più difficili da avvicinare e capirne le intenzioni, ma ricalcano un po' lo stereotipo di ciò che si vorrebbe in un gioco simile, ed è giusto così: se ci fosse stato tra le conquiste romantiche qualcuno che possedesse più carisma di Catarina, questa avrebbe rischiato di venir messa in ombra e lasciare anche meno possibilità a futuri scenari con altri personaggi, dacché è impossibile dire se qualcuno vincerà il suo cuore, ma soprattutto se dopo tutti i sacrifici per sopravvivere... lei ci riuscirà lo stesso.
Dal punto di vista tecnico abbiamo una serie che non ha motivo per regalarci animazioni da sogno, perciò si limita ad animarci una storia in maniera pulita, inserendo quello che penso sia stato qualche minuto o forse persino episodio filler, in cui a metà serie ho sentito un po' troppo la voglia di evidenziare come siano “tutti pazzi per Catarina”. Il ritmo un po' cala e un po' cresce, ma tutto sommato si tratta di un anime che puoi guardarti in poche sere e non trovarlo per nulla pesante, ma forse giusto un po' prevedibile. Il cast ha un chara design che non mi ha fatta impazzire, tutti abbastanza anonimi, bellocci di tante varietà, ma voglio complimentarmi perché Catarina, analizzandola senza conoscerne il carattere, ha davvero l'aspetto della cattiva di turno: niente sguardo angelico, capelli dorati, magia straordinaria, passato tragico, modi di fare che rasentano la divinità... no, niente di tutto questo, come a sottolineare che è stata scritta e disegnata per fare una determinata cosa, ma è l'anima di quella ragazzina otaku a manipolare le redini del gioco per favorire la sua (non) disfatta.
Traendo una conclusione, penso che questo sia uno dei pochi reverse-harem sopportabili, se non pure gradevoli, divertenti e senza troppe pretese (vizio di molti isekai). Non ci si annoia mai a scoprire come il prossimo personaggio cadrà vittima dell'amore o con qualche siparietto comico che però delle volte si focalizza talmente tanto sul romanticismo da lasciare a quel paese la logica, come negli ultimi episodi, dove c'è una scena in particolare dove tutti sembrano davvero, ma davvero degli stupidi. Consiglio la visione a chi finalmente vuole vedere una storia d'amore con più maschietti coinvolti, ma senza che la donzella di turno sia una sottomessa da qualche psicopatico et similia; è un anime godibilissimo anche da chi solitamente non digerisce gli isekai (io sono tra questi). Non è assolutamente una serie ai livelli di “Akatsuki no Yona”, e non vuole nemmeno mai pretendere d'esserlo, ma penso proprio valga la visione, sperando che nella seconda stagione già annunciata l'umorismo si sappia rinnovare al meglio.
Un anime strano, la premessa era molto interessante, ma lo svolgimento della trama la tradisce in toto.
Una studentessa giapponese si "reincarna" in Catarina, l'avversaria della protagonista di un otome game, un gioco di appuntamenti che ha giocato in passato, e si ricorda che alla fine il suo personaggio finisce molto male. Decide perciò di impegnarsi per fare in modo che le cose non vadano come programmato dagli sviluppatori.
Ora, questa premessa avrebbe dato origine a situazioni divertenti, se la tizia fosse stata a sua volta un personaggio negativo, che deve sforzarsi per comportarsi contro natura. Invece la protagonista è una normalissima "brava" ragazza che si sforza di essere ancora più brava e gentile di quanto già non sia, conquistandosi così l'affetto di tutti.
In pratica, fin dai primissimi episodi si capisce che le cose stanno andando bene per lei, che tutti la amano e che il finale del videogioco, dove il personaggio era la classica spocchiosa insensibile ed egoista, era già modificato. Per ovviare a questo limite, che rovina quel minimo di interesse per la sceneggiatura, si sarebbero potuti introdurre dei fraintendimenti, che facessero in modo che le buone intenzioni della protagonista venissero in qualche modo male interpretate e vanificate.
Invece, per trovare una giustificazione al fatto che Catarina continui a preoccuparsi di finire come la sua controparte del videogioco, il personaggio viene caratterizzato come irragionevolmente tonto. Così, anche se tutti le ronzano intorno, anche se tutti la amano, uomini o donne che siano, lei continua a temere che qualcosa possa andare storto, nonostante l'evidenza dei fatti.
Alla fine l'anime risulta del tutto innocuo, con qualche momento anche simpatico, ma senza mai davvero emozionare. Pollice verso per tutti i protagonisti, Catarina è una "brava ragazza un po' tonta" che non lascia il segno, tutti gli altri sono meri stereotipi che nei pochi episodi di cui gode la serie non hanno la possibilità di venire caratterizzati in qualche modo, se non per il fatto di affezionarsi a Catarina per la sola ragione che lei è "gentile"...
Peccato, un'occasione persa.
Una studentessa giapponese si "reincarna" in Catarina, l'avversaria della protagonista di un otome game, un gioco di appuntamenti che ha giocato in passato, e si ricorda che alla fine il suo personaggio finisce molto male. Decide perciò di impegnarsi per fare in modo che le cose non vadano come programmato dagli sviluppatori.
Ora, questa premessa avrebbe dato origine a situazioni divertenti, se la tizia fosse stata a sua volta un personaggio negativo, che deve sforzarsi per comportarsi contro natura. Invece la protagonista è una normalissima "brava" ragazza che si sforza di essere ancora più brava e gentile di quanto già non sia, conquistandosi così l'affetto di tutti.
In pratica, fin dai primissimi episodi si capisce che le cose stanno andando bene per lei, che tutti la amano e che il finale del videogioco, dove il personaggio era la classica spocchiosa insensibile ed egoista, era già modificato. Per ovviare a questo limite, che rovina quel minimo di interesse per la sceneggiatura, si sarebbero potuti introdurre dei fraintendimenti, che facessero in modo che le buone intenzioni della protagonista venissero in qualche modo male interpretate e vanificate.
Invece, per trovare una giustificazione al fatto che Catarina continui a preoccuparsi di finire come la sua controparte del videogioco, il personaggio viene caratterizzato come irragionevolmente tonto. Così, anche se tutti le ronzano intorno, anche se tutti la amano, uomini o donne che siano, lei continua a temere che qualcosa possa andare storto, nonostante l'evidenza dei fatti.
Alla fine l'anime risulta del tutto innocuo, con qualche momento anche simpatico, ma senza mai davvero emozionare. Pollice verso per tutti i protagonisti, Catarina è una "brava ragazza un po' tonta" che non lascia il segno, tutti gli altri sono meri stereotipi che nei pochi episodi di cui gode la serie non hanno la possibilità di venire caratterizzati in qualche modo, se non per il fatto di affezionarsi a Catarina per la sola ragione che lei è "gentile"...
Peccato, un'occasione persa.
L'anime "My Next Life as a Villainess: All Routes Lead to Doom!" è una commedia che fonde in maniera molto azzeccata otome game e isekai.
La trama è piuttosto semplice: una ragazza si risveglia nel mondo del suo otome game preferito nei panni della rivale del personaggio giocabile e cercherà in tutti i modi di non scatenare il 'bad ending' per sé stessa. Le premesse di questo anime sono sicuramente interessanti e i primi episodi si godono bene, ma, dopo aver incontrato tutte le 'route', l'anime diventa un po' noioso. Insomma, la protagonista, per evitare i segnali della 'disfatta', cerca di comportarsi in maniera gentile con i vari personaggi e tutte le 'route' perdono la testa per lei, ma lei ovviamente non se ne accorge. Questa cosa è parecchio irritante, perché, nonostante sia palese che tutti siano innamorati di lei, la protagonista continua a credere che siano solo amici molto affettuosi. L'anime poi si riprende con gli ultimi episodi, ma, per evitare spoiler, non dirò nulla sul perché.
Per quanto riguarda i personaggi 'route', essendo tali sono piuttosto stereotipati, mentre la protagonista, nonostante la stupidità disarmante, è abbastanza approfondita e non risulta un personaggio inutile o irritante.
Riassumendo, l'anime è leggero e simpatico, ma non riesce a sfruttare bene le premesse e cade in una trama piuttosto banale. Consigliato a chi vuole vedere qualcosa per 'staccare la mente' e farsi quattro risate.
La trama è piuttosto semplice: una ragazza si risveglia nel mondo del suo otome game preferito nei panni della rivale del personaggio giocabile e cercherà in tutti i modi di non scatenare il 'bad ending' per sé stessa. Le premesse di questo anime sono sicuramente interessanti e i primi episodi si godono bene, ma, dopo aver incontrato tutte le 'route', l'anime diventa un po' noioso. Insomma, la protagonista, per evitare i segnali della 'disfatta', cerca di comportarsi in maniera gentile con i vari personaggi e tutte le 'route' perdono la testa per lei, ma lei ovviamente non se ne accorge. Questa cosa è parecchio irritante, perché, nonostante sia palese che tutti siano innamorati di lei, la protagonista continua a credere che siano solo amici molto affettuosi. L'anime poi si riprende con gli ultimi episodi, ma, per evitare spoiler, non dirò nulla sul perché.
Per quanto riguarda i personaggi 'route', essendo tali sono piuttosto stereotipati, mentre la protagonista, nonostante la stupidità disarmante, è abbastanza approfondita e non risulta un personaggio inutile o irritante.
Riassumendo, l'anime è leggero e simpatico, ma non riesce a sfruttare bene le premesse e cade in una trama piuttosto banale. Consigliato a chi vuole vedere qualcosa per 'staccare la mente' e farsi quattro risate.