Drifting Dragons
Takita è una giovane entusiasta che si arruola nella Queen Zaza, una nave draghiera che vive economicamente cacciando, macellando e vendendo draghi. Dopo un'iniziale difficoltà di ambientamento, Takita comincerà a interagire con tutti i membri dell'equipaggio, da Mika, carnivoro di draghi giurato, amante della vita del draghiere, a Vanabelle, la draghiera che parla poco di sé, è sempre taciturna e dichiara di non avere nulla a terra a cui sia legata, e poi Girauld, un giovane draghiere che ha intrapreso il mestiere sull'onda dei racconti del padre, pure lui draghiere.
Nella ciurma emergono, in dodici episodi, alcuni tratteggiati, mai con un vero approfondimento psicologico, gli altri draghieri, con i loro difetti e i loro lati positivi. Pur essendo debole lo studio psicologico, la concezione del mondo fantastico in cui i draghi sono prede da cacciare, e la comunità umana che si è sviluppata di conseguenza, è affascinante.
I disegni dei cibi e delle ricette a base di drago sono stupendi, belli da vedere e fanno pure venire fame!
La CG potente che ricorda "Sekai no Kado" può piacere o meno, a volte è legnosa, mentre i draghi sono orginali nel loro essere, brutti no, ma non corrispondono alla mitologia a cui pensiamo.
Anche se il finale è aperto, emerge forte lo spirito del draghiere e la crescita della consapevolezza di Takita sul suo futuro di draghiera (stupendo l'episodio del draghetto).
Se ci fosse una serie successiva, la guarderei senz'altro con piacere.
Nella ciurma emergono, in dodici episodi, alcuni tratteggiati, mai con un vero approfondimento psicologico, gli altri draghieri, con i loro difetti e i loro lati positivi. Pur essendo debole lo studio psicologico, la concezione del mondo fantastico in cui i draghi sono prede da cacciare, e la comunità umana che si è sviluppata di conseguenza, è affascinante.
I disegni dei cibi e delle ricette a base di drago sono stupendi, belli da vedere e fanno pure venire fame!
La CG potente che ricorda "Sekai no Kado" può piacere o meno, a volte è legnosa, mentre i draghi sono orginali nel loro essere, brutti no, ma non corrispondono alla mitologia a cui pensiamo.
Anche se il finale è aperto, emerge forte lo spirito del draghiere e la crescita della consapevolezza di Takita sul suo futuro di draghiera (stupendo l'episodio del draghetto).
Se ci fosse una serie successiva, la guarderei senz'altro con piacere.