Soredemo machi wa mawatte iru
Hotori Arashiyama è una giovane liceale aspirante detective, che nel doposcuola, invece di frequentare un club come molti altri suoi compagni, lavora in un maid café come cameriera. Il Seaside, questo è il nome dell'insolito locale, è gestito da una vecchietta e non ha affatto successo con i clienti. Uno dei pochi è Sanada, compagno di classe di Hotori e innamorato segretamente di questa. Altra cameriera che andrà presto ad arruolarsi al Seaside è Tatsuno, innamorata a sua volta dell'inconsapevole Sanada, anch'essa compagna di classe della protagonista.
Molte saranno le situazioni vissute in questa commedia demenziale dai protagonisti, da amori inconfessati a problemi di natura scolastica, fino a episodi di stampo fantascientifico e soprannaturale, ma sempre molto interessanti e divertenti. Non ci sono punti morti o episodi di passaggio, anche perché non vi è una trama ben precisa, e si può dire che ogni episodio è una storia a sé, quindi l'interesse dello spettatore cala difficilmente durante lo svolgersi della serie.
A me è piaciuta molto e, anche se non apporta nulla di nuovo, devo ammettere che è una delle migliori del suo genere, grazie alla sua comicità per nulla velata. Molto divertenti sono anche gli intermezzi di Josephine, il cane/procione della protagonista, che durante gli episodi esce fuori con una vocina assurda e fa discorsi stravaganti e strani.
Ho apprezzato molto anche i disegni e i fondali, anche se questi sono un po' statici e a volte non si integrano alla grande con le animazioni, che a loro volta sono fluide e ben realizzate.
Infine, non posso che consigliare la visione di questa serie a tutti coloro che hanno voglia di farsi due risate e di passare un po' di tempo divertendosi a seguire le avventure bislacche di Hotori & co.
Molte saranno le situazioni vissute in questa commedia demenziale dai protagonisti, da amori inconfessati a problemi di natura scolastica, fino a episodi di stampo fantascientifico e soprannaturale, ma sempre molto interessanti e divertenti. Non ci sono punti morti o episodi di passaggio, anche perché non vi è una trama ben precisa, e si può dire che ogni episodio è una storia a sé, quindi l'interesse dello spettatore cala difficilmente durante lo svolgersi della serie.
A me è piaciuta molto e, anche se non apporta nulla di nuovo, devo ammettere che è una delle migliori del suo genere, grazie alla sua comicità per nulla velata. Molto divertenti sono anche gli intermezzi di Josephine, il cane/procione della protagonista, che durante gli episodi esce fuori con una vocina assurda e fa discorsi stravaganti e strani.
Ho apprezzato molto anche i disegni e i fondali, anche se questi sono un po' statici e a volte non si integrano alla grande con le animazioni, che a loro volta sono fluide e ben realizzate.
Infine, non posso che consigliare la visione di questa serie a tutti coloro che hanno voglia di farsi due risate e di passare un po' di tempo divertendosi a seguire le avventure bislacche di Hotori & co.
Premetto che non sono un'amante del genere demenziale, ma per "Soredemo machi wa mawatte iru" sono contenta di aver fatto un'eccezione. La storia gira intorno a Hotori Arashiyama, una quindicenne distratta e sfaticata che ne combina di tutti i colori; come tutte le liceali è alla prese con le sue prime esperienze, spesso ingigantite dalle sue fantasie e dai suoi sogni: infatti, spesso, Hotori tende a capire ciò che vuole e a fraintendere le situazioni. Ma proprio grazie a questa sua fantasia giocosa ha tutte le carte in regola per diventare una detective di casi strampalati, come quello che gli viene proposto dal suo insegnate di matematica. Il maid café in realtà è il palcoscenico dei primi episodi, ma poi inizia a perdere di importanza, dando più spazio all'intero quartiere, un quartiere come tanti, dove la vita scorre senza particolari eventi (omettendo qualche alieno che passa di tanto in tanto...).
Spostandoci sui personaggi che la circondano, non tutti sono ben fatti, ma è innegabile che in un modo o nell'altro mettono in risalto il carattere di Hotori. L'humour della serie è di un demenziale un po' particolare, a mio parere, non facilissimo da capire, ma sicuramente coinvolgente. E' retto principalmente dalla protagonista, ma senza i personaggi di supporto, che funzionano più o meno da specchio, non avrebbe la stessa resa.
Per quanto riguarda il doppiaggio devo dire che mi ha sorpresa molto! Chiaki Omigawa, doppiatrice della protagonista Hotori, è stata bravissima, incarnando appieno il suo personaggio, con la sua voce strascicata e annoiata (particolarmente evidente nelle prime puntate).
Per quanto riguarda la musica, anche qui sono piacevolmente soddisfatta, con delle belle colonne sonore, particolarmente bella l'ending.
Beh, credo che sia impossibile non farsi coinvolgere dalle strampalate (dis)avventure di Hotori!
Spostandoci sui personaggi che la circondano, non tutti sono ben fatti, ma è innegabile che in un modo o nell'altro mettono in risalto il carattere di Hotori. L'humour della serie è di un demenziale un po' particolare, a mio parere, non facilissimo da capire, ma sicuramente coinvolgente. E' retto principalmente dalla protagonista, ma senza i personaggi di supporto, che funzionano più o meno da specchio, non avrebbe la stessa resa.
Per quanto riguarda il doppiaggio devo dire che mi ha sorpresa molto! Chiaki Omigawa, doppiatrice della protagonista Hotori, è stata bravissima, incarnando appieno il suo personaggio, con la sua voce strascicata e annoiata (particolarmente evidente nelle prime puntate).
Per quanto riguarda la musica, anche qui sono piacevolmente soddisfatta, con delle belle colonne sonore, particolarmente bella l'ending.
Beh, credo che sia impossibile non farsi coinvolgere dalle strampalate (dis)avventure di Hotori!
"Soredemo machi wa mawatte iru" è uno slice of life di taglio comico, che strizza l'occhio al capostipite di questo genere, "Azumanga Daioh". Come quest'ultimo, riesce sicuramente nell'intento di divertire lo spettatore e ci riesce in primo luogo grazie ai personaggi: in dodici episodi tutti i protagonisti sono caratterizzati e nessuno di essi è inutile o fine a se stesso; è dalla loro interazione che scaturiscono le situazioni comiche. Su tutti spicca la protagonista Hotori Arashiyama, imbranata e sempre con la testa tra le nuvole, ed è essa stessa la causa di tutte le assurde situazioni in cui si trova; la sua goffaggine non è però forzata come accade spesso a personaggi che devono avere questa caratteristica come sfumatura "moe", Hotori è un personaggio sincero e divertente. Attorno a lei ruotano gli altri protagonisti, ognuno con la sua storia e le sue particolarità: dalle amiche di scuola alla padrona e agli avventori del Seaside, il locale dove Hotori e la sua amica Tatsuno lavorano come maid. Non inganni la presenza di questo stra-abusato cliché, in "Soredemo machi wa mawatte iru" ci si scherza sopra ed è proprio Hotori con il suo modo di fare assurdo a prendere in giro lo stereotipo.
Da lodare il doppiaggio di questa serie, che dà veramente forza ai personaggi; molto belle anche le due sigle.
Da lodare il doppiaggio di questa serie, che dà veramente forza ai personaggi; molto belle anche le due sigle.
Ho esitato a prendere visione di questo titolo perché il riferimento alle "maiden" mi ha fatto sospettare nella solita serie per Giapponesi "duri e puri", fanatici di Akiba ecc. Dio solo sa cosa ci trovino di erotico i Giapponesi nelle maiden, io non ci arrivo; vabbè, pazienza, c'è sempre il seppuku, che voi fa'... Invece, poi, già alla seconda puntata capisci che le maiden c'entrano ben poco, servono solo a dare un ulteriore tocco di stranezza a questa serie dove conta sopratutto la vena demenziale. Una vena però giocata di fino, su toni teneri e dolci, su un ritmo narrativo non frenetico ma allegro come uno swing - e infatti la sigla d'inizio è un bello swing anni '50.
Il personaggio chiave del tutto è la protagonista, Hotori, che ti fa subito tenerezza perché è scazzata ma dolce, ingenua ma scafata. Sopratutto non capisce niente - assolutamente niente - di matematica. La sposerei subito, avendo io avuto costantemente la media del 5 e mezzo nei miei trascorsi matematico-scolastici. Ma la sua caratteristica principale è il fatto di non avere la minima preoccupazione per il futuro, inteso come lavoro/carriera/studio. Addirittura la vediamo marinare la scuola - mai visto in nessun'altra serie scolastica. Insomma, è ben lontana dall'immagine dello studente secchione - futuro ingranaggio perfetto della macchina produttiva - che spesso gli anime scolastici ci presentano. Hotori è proprio un'adolescente svagata, come normalmente dovrebbe essere una persona a 16 anni, senza la fissa del lavoro/mutuo/pensione. Un poco mi ricorda i personaggi di "Arakawa under the Bridge", con il loro rifiuto del karoshi e dell'etica "lavoristica" tipicamente giapponese.
Unico neo, rilevato anche da altri: i personaggi secondari non sono stati sempre ben definiti. Solo per questo non arrivo al 10. Per il resto, buona visione a tutti.
Il personaggio chiave del tutto è la protagonista, Hotori, che ti fa subito tenerezza perché è scazzata ma dolce, ingenua ma scafata. Sopratutto non capisce niente - assolutamente niente - di matematica. La sposerei subito, avendo io avuto costantemente la media del 5 e mezzo nei miei trascorsi matematico-scolastici. Ma la sua caratteristica principale è il fatto di non avere la minima preoccupazione per il futuro, inteso come lavoro/carriera/studio. Addirittura la vediamo marinare la scuola - mai visto in nessun'altra serie scolastica. Insomma, è ben lontana dall'immagine dello studente secchione - futuro ingranaggio perfetto della macchina produttiva - che spesso gli anime scolastici ci presentano. Hotori è proprio un'adolescente svagata, come normalmente dovrebbe essere una persona a 16 anni, senza la fissa del lavoro/mutuo/pensione. Un poco mi ricorda i personaggi di "Arakawa under the Bridge", con il loro rifiuto del karoshi e dell'etica "lavoristica" tipicamente giapponese.
Unico neo, rilevato anche da altri: i personaggi secondari non sono stati sempre ben definiti. Solo per questo non arrivo al 10. Per il resto, buona visione a tutti.
Questo "slice of life" narra le avventure-disavventure di Hotori Arashiyama, la classica liceale quindicenne alle prese con i problemi quotidiani delle ragazze della sua età. L'anime in sè non è certo un capolavoro e meritava una sufficienza stiracchiata, poi devo ammettere che ho riconsiderato la valutazione dopo aver visto l'ultimo episodio, davvero inatteso per un'anime di questo genere, che mi è piaciuto tanto. Gli aspetti positivi di Soredemo machi wa mawatte iru sono i disegni davvero ben fatti, la sigla finale ed il doppiaggio di Hotori con quella vocina tra l'annoiato ed i petulante di cui non potrete fare a meno una volta ascoltata nelle prime puntate. Indubbiamente la serie ha dei momenti divertenti e di pura comicità perchè Hotori è un personaggio bislacco che ne combina di tutti i colori, purtroppo le girano intorno una serie di personaggi secondari poco significativi e questo abbassa di molto il tono di una serie di questo genere. Non male anche il fanservice, raro ma significativo. Consigliato agli amanti del genere.
Soredemo machi wa mawatteiru è la trasposizione animata del manga creato da Masakazu Ishiguro e rientra nel genere demenziale. Incominciato più per curiosità che per l’apparente qualità dell’opera, devo dire che mi ha lasciato subito perplesso.
La cornice di sfondo è, come avrete letto dalla trama, il Seaside, un locale trasandato situato in una zona periferica di Tokyo. Esso costituisce solo un punto di partenza e di ritrovo per l’introduzione dei personaggi dell’anime, ma a parte questo, le avventure dei characters non sono mai incentrate sulle attività svolte in questo “maid cafe”. Il vero fulcro della storia è la protagonista Hotori Arashiyama, liceale sbadata, con la testa fra le nuvole e fissata con la sua passione per diventare detective. Esilaranti (e per questo presentate spesso dai produttori) gli scambi di battute fra lei e il suo insegnante di matematica, materia che reinterpreta alla Einstein (fa solo due passaggi nei vari problemi a lei proposti e si inventa i risultati) e nella quale ha una media voti vicino allo zero.
Spesso lungo la narrazione, che si snoda in dodici episodi, divisi ognuno in mini-capitoli (con i riferimenti al volume e al capitolo del manga), la storia si allontana da Hotori per dedicarsi ai personaggi secondari (che come la protagonista posseggono tutti delle “fisime”) tra i quali nomino Sanada, il fratello minore della protagonista e la vecchia proprietaria del Seaside.
Per quanto riguarda la realizzazione tecnica affidata allo studio Shaft mi ha lasciato abbastanza dubbioso sulla valutazione da dare: il chara è particolare, occhi e visi molto arrotondati, e vi sono cambi di inquadrature repentini, ma tutto sommato non posso dire che mi sia dispiaciuto (su questo punto il parere è molto personale, in quanto penso che i tratti semplici dell’anime siano stati dati per rispecchiare il carattere “patetico” delle vicende).
Dopo aver sottolineato gli aspetti positivi mi tocca mettere in luce le pecche della serie.
Innanzitutto vi è l’assoluta mancanza di una presentazione dei personaggi, questi vengono buttati “nella mischia” un po’ a casaccio. Ciò mi ha lasciato abbastanza scettico inizialmente, anche se, oggettivamente, con l’evolversi delle vicende tutti i characters vengono ben descritti. In secondo luogo, vi è l’assenza di una vera storia: i produttori puntano tutto sull’aspetto demenziale e sulla fedeltà al manga per tralasciare uno sviluppo narrativo di base. Infine, da sottolineare le pessime opening e ending.
Concludo promuovendo Soredemo machi wa mawatte iru con un voto discreto (sarebbe più da 6,5) e consigliandolo a coloro in cerca di un lavoro leggero, spensierato e spesso divertente.
La cornice di sfondo è, come avrete letto dalla trama, il Seaside, un locale trasandato situato in una zona periferica di Tokyo. Esso costituisce solo un punto di partenza e di ritrovo per l’introduzione dei personaggi dell’anime, ma a parte questo, le avventure dei characters non sono mai incentrate sulle attività svolte in questo “maid cafe”. Il vero fulcro della storia è la protagonista Hotori Arashiyama, liceale sbadata, con la testa fra le nuvole e fissata con la sua passione per diventare detective. Esilaranti (e per questo presentate spesso dai produttori) gli scambi di battute fra lei e il suo insegnante di matematica, materia che reinterpreta alla Einstein (fa solo due passaggi nei vari problemi a lei proposti e si inventa i risultati) e nella quale ha una media voti vicino allo zero.
Spesso lungo la narrazione, che si snoda in dodici episodi, divisi ognuno in mini-capitoli (con i riferimenti al volume e al capitolo del manga), la storia si allontana da Hotori per dedicarsi ai personaggi secondari (che come la protagonista posseggono tutti delle “fisime”) tra i quali nomino Sanada, il fratello minore della protagonista e la vecchia proprietaria del Seaside.
Per quanto riguarda la realizzazione tecnica affidata allo studio Shaft mi ha lasciato abbastanza dubbioso sulla valutazione da dare: il chara è particolare, occhi e visi molto arrotondati, e vi sono cambi di inquadrature repentini, ma tutto sommato non posso dire che mi sia dispiaciuto (su questo punto il parere è molto personale, in quanto penso che i tratti semplici dell’anime siano stati dati per rispecchiare il carattere “patetico” delle vicende).
Dopo aver sottolineato gli aspetti positivi mi tocca mettere in luce le pecche della serie.
Innanzitutto vi è l’assoluta mancanza di una presentazione dei personaggi, questi vengono buttati “nella mischia” un po’ a casaccio. Ciò mi ha lasciato abbastanza scettico inizialmente, anche se, oggettivamente, con l’evolversi delle vicende tutti i characters vengono ben descritti. In secondo luogo, vi è l’assenza di una vera storia: i produttori puntano tutto sull’aspetto demenziale e sulla fedeltà al manga per tralasciare uno sviluppo narrativo di base. Infine, da sottolineare le pessime opening e ending.
Concludo promuovendo Soredemo machi wa mawatte iru con un voto discreto (sarebbe più da 6,5) e consigliandolo a coloro in cerca di un lavoro leggero, spensierato e spesso divertente.