Il ritorno di Jafar
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Il secondo capitolo della trilogia dedicato ad uno dei personaggi più controversi -non solo della Disney, ma di una più ampia di tutta la tradizione letteraria- in questo tratto da "Le Mille e una Notte". Aladdin è sempre in cerca di avventure e questa volta si imbatte nel tesoro/bottino di un certo predone di nome Abis Mal, il quale sembra essere discreto nel suo lavoro, ma che fa fatica a tenere a bada i suoi scagnozzi, i quali pretendono la propria parte del bottino. Tra tutti i litiganti, Aladdin ruba il bottino e tornato ad Agrabah, dona il frutto delle rapine agli abitanti dei bassifondi della città, sempre bisognosi di denaro per poter vivere dignitosamente. Giunto a Palazzo Reale, dove ormai è stato accolto dal Sultano e dalla Principessa Jasmine alla quale dona un fiore di diamanti. Tutto sembra filare liscio. Ma come sappiamo bene, non sempre le cose vanno come vorremmo: nel frattempo, in una parte sperduta del deserto Iago fugge dalla sua prigione, ovvero la lampada di Jafar, (se ricordiamo bene, Aladdin, nel film precedente aveva ingannato Jafar facendogli esprimere il desiderio di diventare lui stesso un genio del deserto, dotandolo di tutti i poteri, ma in virtù di ciò vincolandolo alla lampada per sempre). Iago stufo di prendere ordini da Jafar getta la sua lampada in un pozzo, dove viene ritrovata da Abis Mal, il quale libera Jafar e con il quale stringe un'alleanza per liberarsi definitivamente di Aladdin. I due si introducono a palazzo e qui Jafar ritrova lo stesso Iago, che nel frattempo è stato preso da Aladdin e rinchiuso perché venga giudicato dal Sultano. Qui Jafar convince/costringe Iago a ripassare dalla sua parte in cambio della sua "presunta clemenza". Iago, quindi si ritrova tra l'incudine e il martello" e capisce troppo tardi il proprio errore di giudizio nell'aver scelto di tornare dalla parte di Jafar, visto che questi, nel frattempo, imprigiona il Genio, Abu, Il Tappeto, Il Sultano e Jasmine e in seguito, travestito da quest'ultima ordisce la trama con cui incastra Aladdin per l'omicidio "presunto" del Sultano, da lui stesso architettato, e lo fa condannare a morte. La situazione sembra disperata e tutti accusano Iago di averli condannati ad un destino orribile. Ma Iago, capito il suo errore cerca di porvi rimedio come può e liberato il Genio che a sua volta libera tutti, affronta Jafar, aiutato da Aladdin e alla fine compie l'estremo gesto e getta la Lampada Nera dello stesso Jafar nella lava, distruggendolo una volta per tutte. Compreso il proprio sbaglio ed avendo ottenuto il perdono Iago può finalmente cominciare una nuova vita essendo ormai fuori dal controllo di Jafar.
Come nel primo film,dove Aladdin ha capito di aver sbagliato a pensare solo a se stesso e a fare finta di essere qualcuno che non era, così Iago capisce che pensare solo a se stessi non porta a nulla di buono e che bisogna quindi spogliarsi del proprio egoismo per fare la cosa giusta, incluso lasciarsi il proprio passato alle spalle e voltare pagina per cambiare la propria vita. La grafica è rimasta invariata, ma questo va benissimo. C'è da dire una cosa, questa ha subito un drastico acceleramento rispetto al primo film, il che è abbastanza gradevole, ma sarebbe stato meglio farla rallentare come nel primo film. La musica è rimasta grandiosa, coinvolgente, soprattutto per la presenza iconica del Genio, il quale intrattiene sia gli altri personaggi che lo spettatore stesso con la sua magia e per estensione con la sua personalità magica, esuberante, intrigante, folle, pazza, gioiosa, divertente. Ovviamente anche gli altri personaggi sono rimasti fedeli alla loro statura originale e ce lo dimostrano cantando, soprattutto Jafar, il quale nel suo assolo domina la scena e sembra dimostrare di non avere perso il proprio ascendente sulle persone. In questo però il vero centro della vicenda diventa Iago, il quale matura anche se a fatica e pur non dandolo a vedere. Diciamo che la Disney è rimasta fedele alla ricetta che ha impiegato per il primo film. Come sempre il messaggio assumersi la responsabilità delle proprie parole, pensieri, azioni, gesti, scelte e decisioni.
Voto: 9
Il secondo capitolo della trilogia dedicato ad uno dei personaggi più controversi -non solo della Disney, ma di una più ampia di tutta la tradizione letteraria- in questo tratto da "Le Mille e una Notte". Aladdin è sempre in cerca di avventure e questa volta si imbatte nel tesoro/bottino di un certo predone di nome Abis Mal, il quale sembra essere discreto nel suo lavoro, ma che fa fatica a tenere a bada i suoi scagnozzi, i quali pretendono la propria parte del bottino. Tra tutti i litiganti, Aladdin ruba il bottino e tornato ad Agrabah, dona il frutto delle rapine agli abitanti dei bassifondi della città, sempre bisognosi di denaro per poter vivere dignitosamente. Giunto a Palazzo Reale, dove ormai è stato accolto dal Sultano e dalla Principessa Jasmine alla quale dona un fiore di diamanti. Tutto sembra filare liscio. Ma come sappiamo bene, non sempre le cose vanno come vorremmo: nel frattempo, in una parte sperduta del deserto Iago fugge dalla sua prigione, ovvero la lampada di Jafar, (se ricordiamo bene, Aladdin, nel film precedente aveva ingannato Jafar facendogli esprimere il desiderio di diventare lui stesso un genio del deserto, dotandolo di tutti i poteri, ma in virtù di ciò vincolandolo alla lampada per sempre). Iago stufo di prendere ordini da Jafar getta la sua lampada in un pozzo, dove viene ritrovata da Abis Mal, il quale libera Jafar e con il quale stringe un'alleanza per liberarsi definitivamente di Aladdin. I due si introducono a palazzo e qui Jafar ritrova lo stesso Iago, che nel frattempo è stato preso da Aladdin e rinchiuso perché venga giudicato dal Sultano. Qui Jafar convince/costringe Iago a ripassare dalla sua parte in cambio della sua "presunta clemenza". Iago, quindi si ritrova tra l'incudine e il martello" e capisce troppo tardi il proprio errore di giudizio nell'aver scelto di tornare dalla parte di Jafar, visto che questi, nel frattempo, imprigiona il Genio, Abu, Il Tappeto, Il Sultano e Jasmine e in seguito, travestito da quest'ultima ordisce la trama con cui incastra Aladdin per l'omicidio "presunto" del Sultano, da lui stesso architettato, e lo fa condannare a morte. La situazione sembra disperata e tutti accusano Iago di averli condannati ad un destino orribile. Ma Iago, capito il suo errore cerca di porvi rimedio come può e liberato il Genio che a sua volta libera tutti, affronta Jafar, aiutato da Aladdin e alla fine compie l'estremo gesto e getta la Lampada Nera dello stesso Jafar nella lava, distruggendolo una volta per tutte. Compreso il proprio sbaglio ed avendo ottenuto il perdono Iago può finalmente cominciare una nuova vita essendo ormai fuori dal controllo di Jafar.
Come nel primo film,dove Aladdin ha capito di aver sbagliato a pensare solo a se stesso e a fare finta di essere qualcuno che non era, così Iago capisce che pensare solo a se stessi non porta a nulla di buono e che bisogna quindi spogliarsi del proprio egoismo per fare la cosa giusta, incluso lasciarsi il proprio passato alle spalle e voltare pagina per cambiare la propria vita. La grafica è rimasta invariata, ma questo va benissimo. C'è da dire una cosa, questa ha subito un drastico acceleramento rispetto al primo film, il che è abbastanza gradevole, ma sarebbe stato meglio farla rallentare come nel primo film. La musica è rimasta grandiosa, coinvolgente, soprattutto per la presenza iconica del Genio, il quale intrattiene sia gli altri personaggi che lo spettatore stesso con la sua magia e per estensione con la sua personalità magica, esuberante, intrigante, folle, pazza, gioiosa, divertente. Ovviamente anche gli altri personaggi sono rimasti fedeli alla loro statura originale e ce lo dimostrano cantando, soprattutto Jafar, il quale nel suo assolo domina la scena e sembra dimostrare di non avere perso il proprio ascendente sulle persone. In questo però il vero centro della vicenda diventa Iago, il quale matura anche se a fatica e pur non dandolo a vedere. Diciamo che la Disney è rimasta fedele alla ricetta che ha impiegato per il primo film. Come sempre il messaggio assumersi la responsabilità delle proprie parole, pensieri, azioni, gesti, scelte e decisioni.
Voto: 9