Aladdin e il re dei ladri
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Il terzo ed ultimo capitolo della trilogia. Un risveglio della trama necessario dopo il secondo capitolo. Questa volta i nostri eroi sono alle prese con dei "tesori" da ritrovare e/o da proteggere.
Il nostro Aladdin sta per sposare la Principessa Jasmine. Tutto sembra andare per il meglio, quando ecco che irrompono i cattivi di turno. Ma i cattivi di turno non sono cattivi qualunque, bensì i Quaranta Ladroni i quali derubano gli invitati al matrimonio e poi sono alla ricerca di un tesoro particolare in grado di condurli ad uno ancora più grande. Il primo tentativo fallisce, visto che i nostri eroi respingono gli sgraditi ospiti con fermezza e prontezza. In seguito allo scontro capiscono cosa i Quaranta Ladroni stessero cercando, uno scettro, ma non un scettro qualunque, bensì lo scettro di un oracolo in grado di rispondere a una domanda per ogni persona e quindi in un certo senso esaudire i desideri, a pari del Genio. Aladdin chiede a questa di dirgli dove si trova suo padre e scopre che suo padre è ancora vivo, ma soprattutto che è il Re Dei Ladri, a capo dei Quaranta Ladroni. Deciso ad andare fino in fondo, con l'aiuto del Tappeto Volante di Abu e Iago, Aladdin si mette sulle sue tracce e lo segue fino al loro nascondiglio, dove interviene per salvargli la vita dal Saluk, il capo/vice-capo dei Ladroni. Qui suo padre rivela a tutti che Aladdin è suo figlio e per salvargli la vita fa in modo di permettergli di dimostrare il proprio valore facendolo combattere contro Saluk, contro il quale -alla fine- vince. Qui Aladdin e suo padre cercano di conoscersi e lui lo invita al suo matrimonio, ma ben presto scopre che suo padre ha accettato l'invito solo per impossessarsi dello Scettro dell'Oracolo, dopo che è stato colto di sorpresa grazie alla soffiata di Saluk, il quale essendo sopravvissuto è deciso a vendicarsi e a riprendersi il suo posto come Capo dei Ladroni, oltre ovviamente a mettere le mani sul Tesoro Supremo. A questo punto Aladdin progetta di far evadere suo padre di prigione, ma di lasciarlo andare per non vederlo più, dandogli anche lo Scettro e tornando a palazzo, lasciando anche Iago libero di seguirlo o andarsene con suo padre. Tutto sembra tornato alla normalità, ma non è così: Saluk, ripreso il suo posto come Capo Dei Ladroni cattura Qassim e Iago e li costringe a parlare riguardo la domanda da fare all'Oracolo per trovare la Mano di Mida. Nel frattempo Iago, scappato, ritorna a palazzo e avverte tutti che Qassim è stato rapito e che Saluk sta minacciando di ucciderlo se non gli dirà dove può trovare la Mano di Mida. A questo punto, contrariato per il comportamento del padre, ma seguendo sempre il suo cuore ed aiutato dagli altri, Aladdin insieme a Jasmine, Iago, il Genio, il Tappeto Volante ed Abu seguono Saluk, i suoi uomini e Qassim, giungendo all'Isola Evanescente, dove comincia il combattimento per la conquista della Mano di Mida. Alla fine Saluk arriva pure lui e minaccia di uccidere Aladdin se Qassim non gli darà la mano. Qassim cede e gliela tira e Saluk prende la mano, ma cade nella trappola attivando l'effetto della mano e trasformandosi in una statua d'oro che precipita nel mare. Alla fine Qassim capisce di aver sbagliato ad abbandonare sua moglie e suo figlio e rinuncia al Tesoro gettandolo nell'Oceano, dove atterra sulla nave degli scagnozzi di Saluk, trasformandola in oro e facendola affondare per il troppo peso. Alla fine si festeggiano le nozze tra Aladdin e Jasmine e questa volta alla presenza di tutti. Alla fine di tutto Qassim parte alla ricerca di altri tesori, mentre Aladdin e Jasmine sono finalmente in grado di vivere tranquilli e felici.
Una conclusione degna, a mio avviso, della vicenda che ha Aladdin per protagonista. Seguendo il climax dei due episodi precedenti il messaggio rimane chiaro e inequivocabile e cioè che bisogna saper rinunciare ai propri sogni e desideri per non perdere quello che è veramente prezioso e che non corrisponde a oro, gioielli e/o diamanti. Infatti qui Qassim, proprio come suo figlio Aladdin e poi come Iago riesce a fare pace con se stesso e capisce che l'oro non potrà restituirgli il tempo perso e non trascorso con la propria famiglia e capisce che l'oro, proprio come nel mito a cui il film si ispira può portare anche problemi enormi, perché se il resto del mondo venisse a sapere dell'esistenza di un'oggetto come la Mano di Mida, il quale è in grado di trasformare tutto ciò che tocca in oro, esso piomberebbe probabilmente nel caos, nelle guerre e nella distruzione senza fine, poiché gli esseri umani sono facilmente seducibili e corruttibili.
La grafica è rimasta invariata e questo ci va benissimo. La colonna sonora è un mosaico di melodie mediorientali miste a jazz, swing ed altri generi musicali, dove è soprattutto il genio a farla da padrone, ma dove anche gli altri personaggi hanno la loro parte, proprio come nei due capitoli precedenti e questo permette alla trama di mantenere quella vivacità e clima di festa e di gioia che è stato la garanzia del successo dei primi due capitoli e quindi possiamo affermare che per tutti e tre i capitoli la formula ha retto. I personaggi hanno mantenuto di conseguenza anche il loro spessore psicologico. Aladdin è riuscito definitivamente a mettersi il passato alle spalle così come suo padre. Iago è sempre il solito buffone con i dubbi nella coscienza. Abu, il Genio e il Tappeto sono gli amici inseparabili e Jasmine fa sempre da supporto e capisce qual è la cosa giusta da fare. Una sorta di ritorno in grande stile. Voto: 9
Il terzo ed ultimo capitolo della trilogia. Un risveglio della trama necessario dopo il secondo capitolo. Questa volta i nostri eroi sono alle prese con dei "tesori" da ritrovare e/o da proteggere.
Il nostro Aladdin sta per sposare la Principessa Jasmine. Tutto sembra andare per il meglio, quando ecco che irrompono i cattivi di turno. Ma i cattivi di turno non sono cattivi qualunque, bensì i Quaranta Ladroni i quali derubano gli invitati al matrimonio e poi sono alla ricerca di un tesoro particolare in grado di condurli ad uno ancora più grande. Il primo tentativo fallisce, visto che i nostri eroi respingono gli sgraditi ospiti con fermezza e prontezza. In seguito allo scontro capiscono cosa i Quaranta Ladroni stessero cercando, uno scettro, ma non un scettro qualunque, bensì lo scettro di un oracolo in grado di rispondere a una domanda per ogni persona e quindi in un certo senso esaudire i desideri, a pari del Genio. Aladdin chiede a questa di dirgli dove si trova suo padre e scopre che suo padre è ancora vivo, ma soprattutto che è il Re Dei Ladri, a capo dei Quaranta Ladroni. Deciso ad andare fino in fondo, con l'aiuto del Tappeto Volante di Abu e Iago, Aladdin si mette sulle sue tracce e lo segue fino al loro nascondiglio, dove interviene per salvargli la vita dal Saluk, il capo/vice-capo dei Ladroni. Qui suo padre rivela a tutti che Aladdin è suo figlio e per salvargli la vita fa in modo di permettergli di dimostrare il proprio valore facendolo combattere contro Saluk, contro il quale -alla fine- vince. Qui Aladdin e suo padre cercano di conoscersi e lui lo invita al suo matrimonio, ma ben presto scopre che suo padre ha accettato l'invito solo per impossessarsi dello Scettro dell'Oracolo, dopo che è stato colto di sorpresa grazie alla soffiata di Saluk, il quale essendo sopravvissuto è deciso a vendicarsi e a riprendersi il suo posto come Capo dei Ladroni, oltre ovviamente a mettere le mani sul Tesoro Supremo. A questo punto Aladdin progetta di far evadere suo padre di prigione, ma di lasciarlo andare per non vederlo più, dandogli anche lo Scettro e tornando a palazzo, lasciando anche Iago libero di seguirlo o andarsene con suo padre. Tutto sembra tornato alla normalità, ma non è così: Saluk, ripreso il suo posto come Capo Dei Ladroni cattura Qassim e Iago e li costringe a parlare riguardo la domanda da fare all'Oracolo per trovare la Mano di Mida. Nel frattempo Iago, scappato, ritorna a palazzo e avverte tutti che Qassim è stato rapito e che Saluk sta minacciando di ucciderlo se non gli dirà dove può trovare la Mano di Mida. A questo punto, contrariato per il comportamento del padre, ma seguendo sempre il suo cuore ed aiutato dagli altri, Aladdin insieme a Jasmine, Iago, il Genio, il Tappeto Volante ed Abu seguono Saluk, i suoi uomini e Qassim, giungendo all'Isola Evanescente, dove comincia il combattimento per la conquista della Mano di Mida. Alla fine Saluk arriva pure lui e minaccia di uccidere Aladdin se Qassim non gli darà la mano. Qassim cede e gliela tira e Saluk prende la mano, ma cade nella trappola attivando l'effetto della mano e trasformandosi in una statua d'oro che precipita nel mare. Alla fine Qassim capisce di aver sbagliato ad abbandonare sua moglie e suo figlio e rinuncia al Tesoro gettandolo nell'Oceano, dove atterra sulla nave degli scagnozzi di Saluk, trasformandola in oro e facendola affondare per il troppo peso. Alla fine si festeggiano le nozze tra Aladdin e Jasmine e questa volta alla presenza di tutti. Alla fine di tutto Qassim parte alla ricerca di altri tesori, mentre Aladdin e Jasmine sono finalmente in grado di vivere tranquilli e felici.
Una conclusione degna, a mio avviso, della vicenda che ha Aladdin per protagonista. Seguendo il climax dei due episodi precedenti il messaggio rimane chiaro e inequivocabile e cioè che bisogna saper rinunciare ai propri sogni e desideri per non perdere quello che è veramente prezioso e che non corrisponde a oro, gioielli e/o diamanti. Infatti qui Qassim, proprio come suo figlio Aladdin e poi come Iago riesce a fare pace con se stesso e capisce che l'oro non potrà restituirgli il tempo perso e non trascorso con la propria famiglia e capisce che l'oro, proprio come nel mito a cui il film si ispira può portare anche problemi enormi, perché se il resto del mondo venisse a sapere dell'esistenza di un'oggetto come la Mano di Mida, il quale è in grado di trasformare tutto ciò che tocca in oro, esso piomberebbe probabilmente nel caos, nelle guerre e nella distruzione senza fine, poiché gli esseri umani sono facilmente seducibili e corruttibili.
La grafica è rimasta invariata e questo ci va benissimo. La colonna sonora è un mosaico di melodie mediorientali miste a jazz, swing ed altri generi musicali, dove è soprattutto il genio a farla da padrone, ma dove anche gli altri personaggi hanno la loro parte, proprio come nei due capitoli precedenti e questo permette alla trama di mantenere quella vivacità e clima di festa e di gioia che è stato la garanzia del successo dei primi due capitoli e quindi possiamo affermare che per tutti e tre i capitoli la formula ha retto. I personaggi hanno mantenuto di conseguenza anche il loro spessore psicologico. Aladdin è riuscito definitivamente a mettersi il passato alle spalle così come suo padre. Iago è sempre il solito buffone con i dubbi nella coscienza. Abu, il Genio e il Tappeto sono gli amici inseparabili e Jasmine fa sempre da supporto e capisce qual è la cosa giusta da fare. Una sorta di ritorno in grande stile. Voto: 9