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micheles

Episodi visti: 21/21 --- Voto 8
Se vi piacciono le storie di orfanelle maltrattate da cattive matrigne, ambientate in palazzi della nobiltà inglese e popolate da biondissimi cavallerizzi di sangue blu, "Milly un giorno dopo l'altro" è l'anime che fa per voi. D'altra parte se cercate la benché minima verosimiglianza è meglio che guardiate altrove. "Milly" è solo per i fan di "Candy Candy", la cui influenza si sente pesantissima, sia a livello di chara design sia di personaggi e situazioni. Trattandosi di un anime della fine degli anni Ottanta, "Milly" non raggiunge gli estremi di drammaticità del suo predecessore, ma non mancano scene di bullismo psicologico sulla piccola protagonista da parte dei fratellastri Thomas e Mary, controparti dirette di Neal e Irisa. Fortunatamente gli anni Settanta sono finiti e quindi tutte le cattiverie del malefico due si concludono in un nulla di fatto all'interno della stessa puntata. La maggior parte delle puntate infatti ha una struttura molto ripetitiva: la crudele baronessa Maudlyn e i suoi figli inventano qualche cattiveria per torturare Milly o la sua buona sorella Sara, ma alla fine tutto si risolve per il meglio. È questo il maggiore limite dell'anime, perché a lungo andare stanca. La parte migliore dell'anime è quella iniziale, che segue fedelmente il manga originale di Yoko Hanabusa, e la parte finale, che pur differendo dal manga ha la proprietà di essere non ripetitiva. Le puntate centrali sono la parte più debole, ma comunque sempre più che sufficiente.

L'anime si caratterizza per uno stupendo chara design e dei bellissimi colori, particolarmente notevoli per chi lo confrontasse con "Candy Candy", che tecnicamente è molto più povero, anche se ha dalla sua tutto il fascino degli anni Settanta. Come colori e come trama "Milly" ricorda molto anche il "Piccolo Lord", meisaku dell'anno successivo e che consiglio a tutti quelli che hanno amato Milly. Rispetto a "Candy Candy", "Milly" è una visione più leggera e rivolta a un pubblico più giovane, anche perché la piccola Milly ha solo cinque anni. La si può quindi paragonare solo alla parte iniziale di "Candy Candy". Nel manga Milly (il cui nome giapponese è Rin) cresce e nei volumi successivi entrano in gioco tematiche sentimentali e adatte a lettrici adolescenti. Siccome l'anime invece copre soltanto il primo volume, non c'è modo di fare apparire tematiche più adulte. Espandere un solo volume a 21 puntate è stata un'impresa non da poco per gli autori dell'anime, che hanno dovuto inventare dei personaggi non esistenti nel manga e una quantità di puntate filler, specialmente nella parte centrale, che penalizzano la versione animata. Non c'era però altra scelta, perché l'anime è partito a pochissima distanza dal manga. Tutto sommato è stato fatto un lavoro discreto, le atmosfere del manga e le psicologie dei personaggi sono state rispettate, si è aggiunta un po' di drammaticità spiccia da un lato e qualche dettaglio in più dall'altro. Per esempio nell'anime si scopre che il vecchio visconte vuole obbligare il figlio, il padre di Milly, a sposare la ricchissima e odiosissima baronessa per motivi finanziari, essendo il casato in grosse difficoltà, cosa che non è esplicitata nel manga. Questo è anche il motivo per il super lavoro del padre di Milly, che nel manga è un assente ingiustificato.

La prima serie si chiude neanche a metà della storia, e la visione della seconda serie è inevitabile per sapere come cresceranno Milly e la sorella. Nonostante le pecche, conformemente alla mia politica di arrotondare per eccesso il mio voto alle opere per l'infanzia, arrotondo il mio 7,5 a 8, in riconoscimento anche dell'eccezionale chara design dei personaggi femminili, specialmente delle donne adulte.