Il ritorno di Mary Poppins
Un po' continuazione, un po' riavvio scopiazzante.
Miss Blunt interpreta una Poppins dall'aria un tantino più tirata e al contempo monella, rimanendo comunque in linea con la versione casta e bonaria della Andrews. Entrambe molto diverse da quella 'zitellosa' ideata in origine dalla signora Travers, molto più severa e vanitosa. Questo per certi versi è un bene, anche se la versione Blunt diventa forse troppo apertamente disponibile e divertita da un certo punto in poi.
Già nel primo film, il legame con le storie dei romanzi era piuttosto debole, dato quindi un certo riciclo situazionale, dubito vi sia stato un miglioramento in tal senso. Per quanto riguarda Jack, il nuovo "amico di strada" di Mary Poppins, non più spazzacamino, ma lampionaio, devo dire che colpisce molto meno del caro vecchio Bert, interpretato a suo tempo dallo storico Van Dyke, che ormai quasi centenario, ha potuto solo fare un breve cameo riproponendo uno dei suoi ruoli alternativi più anziani. La sostituzione di Bert, per quanto comprensibile, toglie per sempre l'illusione che fosse una sorta di fidanzato della Poppins e onestamente, per quanto si sia fatto un gran lodare dell'interpretazione di Lil-Manuel Miranda come alternativa, pur riconoscendogli impegno per le parti musicali, non condivido affatto che abbia recitato bene, l'ho trovato molto poco espressivo, a tratti persino ebete. Van Dyke di contro a volte esagerava con le smorfie e i movimenti, ma si vedeva sempre che ne era volutamente padrone.
Il tentativo di creare stavolta un cattivo per il puro gusto di esserlo, l'ho avvertita una cosa un tantino forzata, aggravata pure da un obbiettivo tristemente modesto. In precedenza, nel film degli anni '60, era stata tutta la categoria dei banchieri ad essere messa sotto accusa, ma non come esseri volutamente cattivi, bensì come tizi convertiti alla rigidità da quell'ambiente freddo e calcolatore, ma sempre con possibilità di riscatto. Stavolta, per quanto non ve ne fosse bisogno, si è voluta semplificare l'interpretazione ai giovani spettatori, peggiorando però la qualità del film stesso. Devo dire però che, sottolineare furbescamente, come la situazione negli anni sia effettivamente peggiorata, con banche che dall'investire sulla società, son passate effettivamente a truffare i propri risparmiatori, buttando alle ortiche decadi di fiducia costruita, ha addolcito notevolmente questa scelta.
Il variegato cast di contorno, come in altre recenti pellicole Disney, mi è parso poco spontaneo, di certo ridicolo è avere ancora tra i piedi la presenza dell' ammiraglio, ed il Michael Banks adulto non ha, a mio avviso, il volto adatto alla parte. Il nuovo papà burbero non ricorda manco vagamente i genitori del primo film, né il piccolo attore di allora, morto in giovane età. Se poi già è discutibile incrinare la spensieratezza del capostipite con pianti ed affetti mancanti, vedere questo viso da eterno ragazzino, brutalmente invecchiato da folti baffoni, fa calare immediatamente qualunque emozione possibile. Meglio non va con la professionale Meryl Streep, che, nei panni della cugina zingara della Poppins, vorrebbe sostituire la più semplice e divertente scena dello zio burlone che svolazzava, finendo solo per annoiare e allungare un brodino già poco saporito. Direi che la considero la parte peggiore.
Gli effetti speciali sono ovviamente di discreto livello, ma ormai sorprendono zero e nella ricca scena della vasca si guasta un po' la bellezza stessa della magia. Le parti canore sono in maggior parte discrete, tuttavia non mancano i brani noiosi e non c'è il motivetto che ti rimane in testa, perchè si è persa la semplicità dei testi in favore di un musical più adulto. Apprezzabili, nel complesso, la parte animata ed il balletto dei lampionai, nella prima però l'inseguimento è stato un allungamento poco chiaro, mentre la seconda scena, nonostante le buone intenzioni è risultata inferiore al corrispettivo sui tetti del classico anni '60, come quasi tutto del resto.
Che non ci fosse la stessa atmosfera era inevitabile, ma parliamoci chiaro, non ci hanno nemmeno provato a restituirla, come non hanno provato davvero ad inventarsi qualcosa di nuovo. Si sono solo limitati a fare tanti pigri occhiolini agli spettatori grandicelli, riprendendo di peso la struttura del primo, ripescando vecchi attori ormai cari, come la signora Angela Lansbury e Van Dyke ed impiegando un buon budget per includere adeguatamente le scene animate e lucidare i vari trucchetti di questa speciale bambinaia.
L'eredità di Mary Poppins era pesante e questo ingrigito "Ritorno" tradisce di molto le aspettative, ma non è un disastro, si può vedere tranquillamente, però non se ne sentiva il bisogno, poteva durare meno e difficilmente diverrà un cult come il primo.
Miss Blunt interpreta una Poppins dall'aria un tantino più tirata e al contempo monella, rimanendo comunque in linea con la versione casta e bonaria della Andrews. Entrambe molto diverse da quella 'zitellosa' ideata in origine dalla signora Travers, molto più severa e vanitosa. Questo per certi versi è un bene, anche se la versione Blunt diventa forse troppo apertamente disponibile e divertita da un certo punto in poi.
Già nel primo film, il legame con le storie dei romanzi era piuttosto debole, dato quindi un certo riciclo situazionale, dubito vi sia stato un miglioramento in tal senso. Per quanto riguarda Jack, il nuovo "amico di strada" di Mary Poppins, non più spazzacamino, ma lampionaio, devo dire che colpisce molto meno del caro vecchio Bert, interpretato a suo tempo dallo storico Van Dyke, che ormai quasi centenario, ha potuto solo fare un breve cameo riproponendo uno dei suoi ruoli alternativi più anziani. La sostituzione di Bert, per quanto comprensibile, toglie per sempre l'illusione che fosse una sorta di fidanzato della Poppins e onestamente, per quanto si sia fatto un gran lodare dell'interpretazione di Lil-Manuel Miranda come alternativa, pur riconoscendogli impegno per le parti musicali, non condivido affatto che abbia recitato bene, l'ho trovato molto poco espressivo, a tratti persino ebete. Van Dyke di contro a volte esagerava con le smorfie e i movimenti, ma si vedeva sempre che ne era volutamente padrone.
Il tentativo di creare stavolta un cattivo per il puro gusto di esserlo, l'ho avvertita una cosa un tantino forzata, aggravata pure da un obbiettivo tristemente modesto. In precedenza, nel film degli anni '60, era stata tutta la categoria dei banchieri ad essere messa sotto accusa, ma non come esseri volutamente cattivi, bensì come tizi convertiti alla rigidità da quell'ambiente freddo e calcolatore, ma sempre con possibilità di riscatto. Stavolta, per quanto non ve ne fosse bisogno, si è voluta semplificare l'interpretazione ai giovani spettatori, peggiorando però la qualità del film stesso. Devo dire però che, sottolineare furbescamente, come la situazione negli anni sia effettivamente peggiorata, con banche che dall'investire sulla società, son passate effettivamente a truffare i propri risparmiatori, buttando alle ortiche decadi di fiducia costruita, ha addolcito notevolmente questa scelta.
Il variegato cast di contorno, come in altre recenti pellicole Disney, mi è parso poco spontaneo, di certo ridicolo è avere ancora tra i piedi la presenza dell' ammiraglio, ed il Michael Banks adulto non ha, a mio avviso, il volto adatto alla parte. Il nuovo papà burbero non ricorda manco vagamente i genitori del primo film, né il piccolo attore di allora, morto in giovane età. Se poi già è discutibile incrinare la spensieratezza del capostipite con pianti ed affetti mancanti, vedere questo viso da eterno ragazzino, brutalmente invecchiato da folti baffoni, fa calare immediatamente qualunque emozione possibile. Meglio non va con la professionale Meryl Streep, che, nei panni della cugina zingara della Poppins, vorrebbe sostituire la più semplice e divertente scena dello zio burlone che svolazzava, finendo solo per annoiare e allungare un brodino già poco saporito. Direi che la considero la parte peggiore.
Gli effetti speciali sono ovviamente di discreto livello, ma ormai sorprendono zero e nella ricca scena della vasca si guasta un po' la bellezza stessa della magia. Le parti canore sono in maggior parte discrete, tuttavia non mancano i brani noiosi e non c'è il motivetto che ti rimane in testa, perchè si è persa la semplicità dei testi in favore di un musical più adulto. Apprezzabili, nel complesso, la parte animata ed il balletto dei lampionai, nella prima però l'inseguimento è stato un allungamento poco chiaro, mentre la seconda scena, nonostante le buone intenzioni è risultata inferiore al corrispettivo sui tetti del classico anni '60, come quasi tutto del resto.
Che non ci fosse la stessa atmosfera era inevitabile, ma parliamoci chiaro, non ci hanno nemmeno provato a restituirla, come non hanno provato davvero ad inventarsi qualcosa di nuovo. Si sono solo limitati a fare tanti pigri occhiolini agli spettatori grandicelli, riprendendo di peso la struttura del primo, ripescando vecchi attori ormai cari, come la signora Angela Lansbury e Van Dyke ed impiegando un buon budget per includere adeguatamente le scene animate e lucidare i vari trucchetti di questa speciale bambinaia.
L'eredità di Mary Poppins era pesante e questo ingrigito "Ritorno" tradisce di molto le aspettative, ma non è un disastro, si può vedere tranquillamente, però non se ne sentiva il bisogno, poteva durare meno e difficilmente diverrà un cult come il primo.