Le mille e una notte
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Era la fine degli anni '60 quando alla Mushi di Osamu Tezuka venne commissionata da parte della Nippon Herald la realizzazione della pellicola d'animazione esotico-erotica "Le mille e una notte" per la regia di Eiichi Yamamoto, che aveva lavorato come regista e sceneggiatore, e nel secondo caso anche produttore, a serie TV della famosa casa come "Astroboy" e "Kimba il leone bianco" e che nel decennio successivo sarebbe stato supervisore e sceneggiatore della prima serie della famosa saga de "La Corazza spaziale Yamato". Da come ho letto, il lavoro fu davvero imponente e vennero coinvolti più o meno tutti gli studi d'animazione dell'epoca e il film fu uno dei maggiori successi dell'anno.
Esso narra le vicende di Aladino, un venditore d'acqua che poco dopo essere tornato a Baghdad s'innamora di una giovane e affascinante schiava e dopo aver provato senza successo a riscattarla decide di fuggire con lei. Da qui inizieranno tutta una serie di vicende che vedranno diversi e numerosi personaggi incrociare la strada del nostro.
Benché, come si evince dal titolo, si rifaccia alla famosa raccolta di fiabe orientali, il racconto è più quello da "feuilleton" o da telenovelas, anche se non mancano comunque scene d'azione, elementi magici e creature sovrannaturali.
A mio avviso, sarà forse pure perché non è proprio il mio genere di racconto, il meccanismo narrativo risulta un po' datato e certe cose, come il mettere in evidenza le perversioni di alcuni personaggi, onestamente risultano fini a se stesse. Anche se ci sono molti nudi, soprattutto topless, non c'è quasi niente di esplicito. Poi c'è la scena del rapporto tra Aladino e la regina dell'isola, che è stata realizzata veramente in maniera curiosa e alquanto psichedelica!
Non mancano comunque tocchi di originalità, come la gara tra il protagonista e il califfo o come il primo diventa ricco.
Parlando dei personaggi, anche se non tanto approfonditi, risulta ben delineata la loro personalità ed è un peccato che la figura e le vicende della figlia del capo dei banditi non siano state tanto approfondite.
Parlando di Aladino, invece, nella prima parte del racconto è un giovane simpatico e marpione mentre nella seconda, che ha un salto temporale non indifferente, lo ritroviamo molto ambizioso, alquanto antipatico e anche un tantino folle e megalomane.
La durata per un film d'animazione, sopratutto all'epoca, credo, è tutt'altro che indifferente con le sue oltre due ore.
Nel disegno si può riconoscere lo stile che contraddistingue le opere sia cartacee sia animate di Tezuka.
A questa pellicola seguirono, sempre per la regia di Yamamoto, "Cleopatra" del 1970 e "Belladonna" del 1973, così da comporre la trilogia dei cosiddetti "Animerama", cioè film d'animazione per un pubblico adulto. Da dire che come stile il primo si avvicina molto a LMEUN mentre il secondo, vuoi forse pure per l'uscita nel frattempo di Tezuka dalla Mushi, quantomeno come disegno, si discosta alquanto.
Da noi credo che la prima sia uscita direttamente per l'home video negli anni '80 0 '90 per la Domovideo, mentre le altre due mi pare siano inedite.
"Sen'ya ichiya monogatari" non viene molto citato come film, o almeno così mi sembra, nonostante sia stato una tappa fondamentale nella storia dell'animazione giapponese e non.
Per concludere, direi che il risultato a livello grafico è ottimo e non lascia tanto trasparire gli oltre 40 anni di età, mentre a livello narrativo, come scritto, il film non è proprio il mio genere, ma questa è questione di gusti. 7,5.
Era la fine degli anni '60 quando alla Mushi di Osamu Tezuka venne commissionata da parte della Nippon Herald la realizzazione della pellicola d'animazione esotico-erotica "Le mille e una notte" per la regia di Eiichi Yamamoto, che aveva lavorato come regista e sceneggiatore, e nel secondo caso anche produttore, a serie TV della famosa casa come "Astroboy" e "Kimba il leone bianco" e che nel decennio successivo sarebbe stato supervisore e sceneggiatore della prima serie della famosa saga de "La Corazza spaziale Yamato". Da come ho letto, il lavoro fu davvero imponente e vennero coinvolti più o meno tutti gli studi d'animazione dell'epoca e il film fu uno dei maggiori successi dell'anno.
Esso narra le vicende di Aladino, un venditore d'acqua che poco dopo essere tornato a Baghdad s'innamora di una giovane e affascinante schiava e dopo aver provato senza successo a riscattarla decide di fuggire con lei. Da qui inizieranno tutta una serie di vicende che vedranno diversi e numerosi personaggi incrociare la strada del nostro.
Benché, come si evince dal titolo, si rifaccia alla famosa raccolta di fiabe orientali, il racconto è più quello da "feuilleton" o da telenovelas, anche se non mancano comunque scene d'azione, elementi magici e creature sovrannaturali.
A mio avviso, sarà forse pure perché non è proprio il mio genere di racconto, il meccanismo narrativo risulta un po' datato e certe cose, come il mettere in evidenza le perversioni di alcuni personaggi, onestamente risultano fini a se stesse. Anche se ci sono molti nudi, soprattutto topless, non c'è quasi niente di esplicito. Poi c'è la scena del rapporto tra Aladino e la regina dell'isola, che è stata realizzata veramente in maniera curiosa e alquanto psichedelica!
Non mancano comunque tocchi di originalità, come la gara tra il protagonista e il califfo o come il primo diventa ricco.
Parlando dei personaggi, anche se non tanto approfonditi, risulta ben delineata la loro personalità ed è un peccato che la figura e le vicende della figlia del capo dei banditi non siano state tanto approfondite.
Parlando di Aladino, invece, nella prima parte del racconto è un giovane simpatico e marpione mentre nella seconda, che ha un salto temporale non indifferente, lo ritroviamo molto ambizioso, alquanto antipatico e anche un tantino folle e megalomane.
La durata per un film d'animazione, sopratutto all'epoca, credo, è tutt'altro che indifferente con le sue oltre due ore.
Nel disegno si può riconoscere lo stile che contraddistingue le opere sia cartacee sia animate di Tezuka.
A questa pellicola seguirono, sempre per la regia di Yamamoto, "Cleopatra" del 1970 e "Belladonna" del 1973, così da comporre la trilogia dei cosiddetti "Animerama", cioè film d'animazione per un pubblico adulto. Da dire che come stile il primo si avvicina molto a LMEUN mentre il secondo, vuoi forse pure per l'uscita nel frattempo di Tezuka dalla Mushi, quantomeno come disegno, si discosta alquanto.
Da noi credo che la prima sia uscita direttamente per l'home video negli anni '80 0 '90 per la Domovideo, mentre le altre due mi pare siano inedite.
"Sen'ya ichiya monogatari" non viene molto citato come film, o almeno così mi sembra, nonostante sia stato una tappa fondamentale nella storia dell'animazione giapponese e non.
Per concludere, direi che il risultato a livello grafico è ottimo e non lascia tanto trasparire gli oltre 40 anni di età, mentre a livello narrativo, come scritto, il film non è proprio il mio genere, ma questa è questione di gusti. 7,5.