Record of Lodoss War - La saga dei cavalieri
Otto anni dopo la stupenda serie di OAV uscì questa serie televisiva che riprendeva e continuava le cronache dell'isola di Lodoss. Fra la prima serie e quest'ultima si possono notare delle evidenti discrepanze. Queste sono dovute al fatto che, mentre gli OAV erano solo ispirati ai libri di Ryo Mizuno, questa "Saga dei Cavalieri" ne è una trasposizione più fedele, col risultato, però, di cadere in contraddizione con la saga precedente. Ecco allora che assistiamo di nuovo all'incontro/scontro fra Parn e Deedlit con Sylis e Olson; rivediamo il ballo di corte (con Sylis al posto di Deedlit), incluso lo scontro amichevole tra Parn e re Kashew; il drago rosso Shooting Star è ancora vivo e devasta il regno di Flame, e scopriremo che lo scontro tra re Farn e Beld non si è svolto come ricordavamo. Questi sono solo alcuni esempi delle contraddizioni con cui avremo a che fare...
Dopo questa breve spiegazione sulle differenze narrative, passiamo alle caratteristiche tecniche e stilistiche. Innanzitutto, il grave problema che accompagna la serie è quello delle animazioni; assistiamo a cambiamenti stilistici repentini, che vanno da disegni molto belli fino al mediocre (sfociando a volte nel decisamente brutto). Per quello che riguarda la caratterizzazione dei personaggi, quelli storici (Parn, Deedlit, ecc.) si salvano, ma quelli nuovi non sono ben delineati e la maggior parte di essi si riducono ad essere poco più che elementi di contorno.
Se le vicende personali appaiono poco ispirate, la parte peggiore è che l'intera trama ricalca, in maniera differente, tutta la seconda metà della prima serie. Quindi abbiamo un nuovo cavaliere coraggioso, la bella di turno viene rapita e tutti accorrono per salvarla. Mentre Parn e Ashram si avvicinano sempre più al loro duello finale... Nis viene rapita (al posto di Deedlit), Spark va a salvarla (come fece Parn), il povero Vagnard cerca (ancora) di risvegliare la dea della distruzione e la maga Karla gli dà manforte. Tutti i personaggi si ritrovano a ricalcare ruoli che sanno di già visto, limitandosi a reinterpretare la loro parte.
Dopo questo commento spero di non avervi scoraggiato nella visione di questo anime. Nonostante le contraddizioni con la prima serie, i cambi stilistici e la storia che sa di già visto, "La Saga dei Cavalieri" presenta vicende e atmosfere abbastanza simili ai precedenti OAV che piaceranno sicuramente agli appassionati della serie.
Dopo questa breve spiegazione sulle differenze narrative, passiamo alle caratteristiche tecniche e stilistiche. Innanzitutto, il grave problema che accompagna la serie è quello delle animazioni; assistiamo a cambiamenti stilistici repentini, che vanno da disegni molto belli fino al mediocre (sfociando a volte nel decisamente brutto). Per quello che riguarda la caratterizzazione dei personaggi, quelli storici (Parn, Deedlit, ecc.) si salvano, ma quelli nuovi non sono ben delineati e la maggior parte di essi si riducono ad essere poco più che elementi di contorno.
Se le vicende personali appaiono poco ispirate, la parte peggiore è che l'intera trama ricalca, in maniera differente, tutta la seconda metà della prima serie. Quindi abbiamo un nuovo cavaliere coraggioso, la bella di turno viene rapita e tutti accorrono per salvarla. Mentre Parn e Ashram si avvicinano sempre più al loro duello finale... Nis viene rapita (al posto di Deedlit), Spark va a salvarla (come fece Parn), il povero Vagnard cerca (ancora) di risvegliare la dea della distruzione e la maga Karla gli dà manforte. Tutti i personaggi si ritrovano a ricalcare ruoli che sanno di già visto, limitandosi a reinterpretare la loro parte.
Dopo questo commento spero di non avervi scoraggiato nella visione di questo anime. Nonostante le contraddizioni con la prima serie, i cambi stilistici e la storia che sa di già visto, "La Saga dei Cavalieri" presenta vicende e atmosfere abbastanza simili ai precedenti OAV che piaceranno sicuramente agli appassionati della serie.
Record of Lodoss War - La saga dei cavalieri è teoricamente il seguito della storica serie OAV. Scrivo teoricamente perché, pur essendo le vicende di questa serie ambientate cinque anni dopo i fatti raccontati in Record of Lodoss War - Cronache della Guerra di Lodoss, vi sono degli elementi discordanti che potrebbero mandare in confusione lo spettatore. Infatti, dato che questa serie è più fedele ai libri, vi sono delle incongruenze con la continuity della serie storica, e se il character design dei protagonisti è il medesimo, alcune vicende sono invece differenti. Nella prima puntata Parn tratta due personaggi già conosciuti nella serie precedente come estranei, per fare un esempio.
Questa serie presenta delle caratteristiche che lo differenziano da tutte le opere d'animazione lodossiane precedenti: un disegno e una struttura più anonima, l'utilizzo del narratore, l'essere diluito in ventisette puntate. Il disegno è tipicamente vecchia scuola, con quello stile in cui tutti i personaggi (anche quelli maschili) sembrano avere l'eyeliner, inoltre i disegni raggiungono picchi negativi davvero disturbanti in certe puntate, con personaggi che sembrano cambiare i connotati da una scena all'altra oppure ancora teste minuscole su corpi robusti. A peggiorare il tutto l'aggiunta di vari personaggi, che ha permesso ai disegnatori di sbizzarrirsi inserendo capigliature blu, viola, rosa e così via, tradendo un po' lo spirito di fantasy classico di cui Lodoss si nutre.
La struttura narrativa diventa più canonica rendendo questa serie più "banale" e meno caratteristica. Il narratore ha lo scopo di riassumere certe scene, e ciò va a ricollegarsi al punto successivo: l'essere trascinato in così tante puntate con un ritmo non certo veloce. Velocizzare il ritmo trasformando le parti narrate in vere e proprie scene avrebbe aiutato. Questa lentezza (che non è poi neanche così accentuata come si potrebbe pensare) porta a un minore coinvolgimento dello spettatore. La mancanza di atmosfera rende questa serie il prodotto più fiacco di tutto l'universo lodossiano. La trama di Lodoss è la solita, lineare e banale, e, quando una caratteristica così importante è al contempo così debole, bisognerebbe puntare su altri fattori, come per esempio sui personaggi. Anche in questo caso c'è da rimanerne delusi, perché come non bastasse la scarsa caratterizzazione dei personaggi, il poco lavoro fatto per creare un po' di empatia con lo spettatore (lavoro portato avanti fin dalla serie storica) viene meno con il passaggio di testimone a un nuovo cast di personaggi a partire dall'ottava puntata.
L'anime ci prova ad aggiungere un po' di drama, ma sentirsi ancora ripetere, dopo due serie OAV e un film, "Questa è la peggiore catastrofe che potesse accaderci!", diciamo che lascia il tempo che trova. E se all'inizio la serie sembra raggiungere la sufficienza, da metà serie circa alla fine sarà soporifera allo stato puro. Se non fosse per la mia ostinazione a finire tutte le puntate, avrei smesso molto prima. Ventisette puntate di discorsi pomposi, talmente noiose che perfino i piccoli corti comici a fine puntata - per quanto infantili e spesso poco divertenti - sembravano appassionanti in confronto. In conclusione: fatevi un favore, lasciate stare e buttatevi sulla serie del 1990.
Questa serie presenta delle caratteristiche che lo differenziano da tutte le opere d'animazione lodossiane precedenti: un disegno e una struttura più anonima, l'utilizzo del narratore, l'essere diluito in ventisette puntate. Il disegno è tipicamente vecchia scuola, con quello stile in cui tutti i personaggi (anche quelli maschili) sembrano avere l'eyeliner, inoltre i disegni raggiungono picchi negativi davvero disturbanti in certe puntate, con personaggi che sembrano cambiare i connotati da una scena all'altra oppure ancora teste minuscole su corpi robusti. A peggiorare il tutto l'aggiunta di vari personaggi, che ha permesso ai disegnatori di sbizzarrirsi inserendo capigliature blu, viola, rosa e così via, tradendo un po' lo spirito di fantasy classico di cui Lodoss si nutre.
La struttura narrativa diventa più canonica rendendo questa serie più "banale" e meno caratteristica. Il narratore ha lo scopo di riassumere certe scene, e ciò va a ricollegarsi al punto successivo: l'essere trascinato in così tante puntate con un ritmo non certo veloce. Velocizzare il ritmo trasformando le parti narrate in vere e proprie scene avrebbe aiutato. Questa lentezza (che non è poi neanche così accentuata come si potrebbe pensare) porta a un minore coinvolgimento dello spettatore. La mancanza di atmosfera rende questa serie il prodotto più fiacco di tutto l'universo lodossiano. La trama di Lodoss è la solita, lineare e banale, e, quando una caratteristica così importante è al contempo così debole, bisognerebbe puntare su altri fattori, come per esempio sui personaggi. Anche in questo caso c'è da rimanerne delusi, perché come non bastasse la scarsa caratterizzazione dei personaggi, il poco lavoro fatto per creare un po' di empatia con lo spettatore (lavoro portato avanti fin dalla serie storica) viene meno con il passaggio di testimone a un nuovo cast di personaggi a partire dall'ottava puntata.
L'anime ci prova ad aggiungere un po' di drama, ma sentirsi ancora ripetere, dopo due serie OAV e un film, "Questa è la peggiore catastrofe che potesse accaderci!", diciamo che lascia il tempo che trova. E se all'inizio la serie sembra raggiungere la sufficienza, da metà serie circa alla fine sarà soporifera allo stato puro. Se non fosse per la mia ostinazione a finire tutte le puntate, avrei smesso molto prima. Ventisette puntate di discorsi pomposi, talmente noiose che perfino i piccoli corti comici a fine puntata - per quanto infantili e spesso poco divertenti - sembravano appassionanti in confronto. In conclusione: fatevi un favore, lasciate stare e buttatevi sulla serie del 1990.