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Felpato12

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
“Devi smetterla di vivere trovando continuamente delle scuse, sei tu a decidere della tua vita".

Sei anni dopo aver fatto dono al mondo intero di quel capolavoro senza tempo che è “Cowboy Bebop”, Shin'ichirō Watanabe torna alla regia, in collaborazione con l’ormai defunto studio d’animazione Manglobe, di un’opera inedita a soggetto originale, che avrebbe poi ispirato un manga di scarso successo, “Samurai Champloo”. Dalla parola del dialetto di Okinawa "chanpurū", che vuol dire mischiare o fondere, “Samurai Champloo” si propone allo spettatore come anime composto quasi interamente da puntate autoconclusive, proprio come il precedente “Cowboy Bebop”, i cui protagonisti, Mugen e Jin, sono come lo ying e lo yang, al centro di una dicotomia perfetta spezzata dalla presenza femminile necessaria ed essenziale della giovane Fuu.

La storia è ambientata in Giappone, in un immaginario periodo Edo, che copre il periodo storico che va dal 1603 al 1868. In quest’epoca ancora fortemente connotata dalla presenza di samurai, troviamo i nostri grandi protagonisti: Mugen, un rozzo e trasandato guerriero vagabondo che viene dalle isole Ryūkyū, il cui stile di combattimento richiama l’anacronistica break dance afroamericana e ha motivi di somiglianza con la capoeira; Jin, un calmo e misterioso ronin, che combatte utilizzando il tipico stile kenjutsu dei samurai. Questi due feroci spadaccini incrociano le strade tra loro e con Fuu, una giovane cameriera di appena quindici anni, che li salva dalla loro esecuzione quando i due vengono arrestati dopo aver preso parte ad un violento scontro. Fuu convince i due giovani viandanti ad aiutarla a trovare il misterioso "samurai che profuma di girasoli" e, così, la loro lunga e mitica epopea verso una meta dai connotati indistinti ha inizio.

L’essenza dell’opera diretta da Watanabe risiede tutta in una sola parola, Champloo, intesa appunto col significato di mischiare. “Samurai Champloo” è la grande fusione di elementi che sembrano appartenere a poli opposti e intangibili, ma che, nell’arco delle ventisei puntate, diventano un tutt’uno fitto e inseparabile. All’ambientazione perfettamente in linea con il periodo che fa da sfondo alle vicende dei protagonisti, ovvero il Periodo Edo, fanno da contraltare alcuni elementi fortemente anacronistici per l’epoca, tanto da suscitare lo sdegno di alcuni spettatori. Su tutti, sicuramente, la forte presenza di musica di chiaro stampo hip-hop. Fat Jon, Nujabes, Tsutchie e Force of Nature formano una squadra di prim’ordine, che con le loro melodie contemporanee riescono a coinvolgere pienamente lo spettatore, consapevole di star assistendo alla fusione di due mondi che non c’entrano niente l’uno con l’altro, ma che stanno terribilmente bene insieme. Ed è proprio il comparto musicale, impreziosito dalla voce dolce e carezzevole di MINMI, a rappresentare uno dei grandi punti di forza dell’intera opera, senza il quale “Samurai Champloo” non sarebbe potuto esistere nella sua magnificenza. Onestamente, è stata proprio la presenza di musiche così belle ed evocative a spingermi verso una valutazione così alta dell’anime, a riprova del fatto che un ottimo, in questo caso eccezionale, comparto musicale può cambiare le sorti di qualsiasi opera. “Samurai Champloo” è anche la fusione di ordine e pazzia, perché se è vero che la serie segue un filo rosso abbastanza distinguibile, ci sono alcuni episodi, in particolar modo il 22 e il 23, in cui sembra ed effettivamente va a farsi benedire ogni senso logico. Ed è incredibile come, anche in questo caso, l’elemento follia si sposi bene con quello ordinario, a maggior ragione quando il primo si colloca agli sgoccioli della serie, poco prima dell’incerto finale, come a voler dare il tempo allo spettatore di prendere un bel respiro prima di immergersi verso l’atteso epilogo.

Ma nulla di quanto esaminato fino ad ora incarna meglio l’idea della fusione, della mescolanza, come i tre protagonisti. Mugen è un impulsivo, uno che agisce senza pensarci due volte. Quando il pericolo chiama lui risponde sempre presente. Ha profondamente in odio l’autorità, per questo motivo non ci sarebbe nessun problema nel definirlo un anarchico. In un passato non troppo lontano, Mugen è stato tradito da un amico, per questo non sembra fidarsi di nessuno, se non di sé stesso e della spada che porta sempre con sé. In realtà, poco altro si sa del suo passato, quasi completamente avvolto dalle tenebre, e questo discorso vale anche per gli altri due protagonisti, in particolar modo per l’occhialuto samurai. A differenza di Mugen, Jin è un tipo metodico, attento, dal sangue freddo, che conta sempre fino a dieci prima di agire. Da buon samurai, Jin è dotato di grande orgoglio e di un cuore buono e gentile, tanto da prendersi a cuore le sorti di una ragazza costretta a vendere il proprio corpo per ripagare i debiti del marito. Jin è accusato di aver ucciso il maestro del dojo a cui apparteneva e, per questo motivo, deve affrontare l’ira dei suoi discepoli. Anche lui, come Mugen, ha come migliori amiche le due spade da cui non si separa mai. Infine, c’è la dolce e gentile Fuu, un’ex cameriera che viaggia sempre in compagnia di Momo, il suo simpatico scoiattolo volante. La ragazza è chiamata a fare da balia a questi due samurai così diversi tra di loro e che, sin dal primo episodio, si promettono rivalità eterna. In realtà, è proprio Fuu a coinvolgere i due ragazzi nella ricerca del leggendario “samurai che profuma di girasoli”, sulla cui identità si sa ben poco, se non che, come suggerisce il nome, profuma di girasoli. Proprio il nome del samurai rivela molto sulla natura del viaggio che il trio sta compiendo, perché, come molti certamente sapranno, in realtà, i girasoli non profumano per niente. L’ossimorico nome del samurai rende quanto mai incerto il viaggio, alla cui meta potrebbe non esserci nulla o, comunque, ciò che non ci si aspettava di trovare. E, in fondo, è proprio questo il punto. “Samurai Champloo” incarna alla perfezione il detto “non è la meta che conta, ma il viaggio”. Ad un certo punto della serie, verrebbe quasi da chiedersi - scusatemi per la frase delirante che seguirà tra poco: “E se il viaggio alla ricerca del samurai che profuma di girasoli fosse esso stesso il samurai che profuma di girasoli?” Circa verso metà della serie, appare chiaro che nessuno dei tre protagonisti vuole veramente portare a termine questo viaggio, men che meno Fuu, e questo perché, per la prima volta in vita loro, i tre ragazzi hanno trovato qualcosa, o meglio qualcuno, per cui valga la pena continuare a vivere.

"Io sono sempre stato solo, è la prima volta che incontro degli amici".

Questo dirà Jin nell’episodio conclusivo della serie. Alla fine del viaggio, ci sarà anche il samurai che profuma di girasoli o forse no, ma poco importa, perché c’è soprattutto la consapevolezza di aver finalmente costruito dei legami forti, destinati a durare per sempre, che neanche l’usura del tempo potrà scalfire. L’epilogo che vede i tre protagonisti prendere tre strade diverse è il senso stesso di “Samurai Champloo”, un continuo viaggiare senza una meta precisa, che, in fondo, è anche il senso della vita stessa e, questo, Shin'ichirō Watanabe ci ha tenuto a precisalo, ancora una volta.


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Lukamaru_43

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9,5
Visione da fare almeno una volta nella vita, ribadisco almeno...
Champloo in tutti sensi (chanpuru - mischiare, fondere): personaggi bizzarri ma talvolta molto seri, vicende altalenanti e uniche, e delle colonne sonore che non hanno niente a che vedere con l'antico Giappone!
Questo mix vincente di sensazioni ed emozioni ha fatto sì che questo anime entri di diritto nell'altare dei miei preferiti (fantastico anche il doppiaggio!).
Consigliato a tutti, per chi non ha voglia di guardare serie lunghe e ha voglia di farsi travolgere da mille sensazioni diverse ma comunque forti, un must!


 1
ubnacci

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Shinichirō Watanabe riassume in quest'anime quanto di meglio visto nei maggiori film d'azione anni '90 prodotti per il grande schermo. Molti episodi, nonché il tono e il tipo di dialoghi, riportano alla memoria la filmografia di Quentin Tarantino, o quella di Roderick Thorp, con "Die Hard", e "Arma letale" (di R.Donner). In questo, forse, l'anime manca di originalità, ma ciononostante merita un voto alto.
Vengono sdoganati infatti alcuni temi come la droga e la prostituzione, in genere tabù per il mondo degli anime e, nonostante il sangue non manchi, tutto viene alleggerito da momenti di ironia che i tre protagonisti vivono. Personalmente ho visto la versione doppiata in italiano di questa serie, e devo dire che mi ha convinto moltissimo. I doppiatori sono stati bravissimi a rendere i personaggi. Uno dei tre, Mugen, ricorda un po' Mel Gibson, un po' Bruce Willis.
Non ci si annoia, o quasi, vi sono infatti due-tre episodi un po' più demenziali e poveri di contenuti, frutto forse di una serie che andava spalmata in due stagioni da tredici episodi più che in un'unica da ventisei. Spezzettarla avrebbe fatto riflettere di più gli sceneggiatori su quei pochi episodi che non convincono. Per il resto, mi sento di consigliarne la visione.
Voto: 9


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Davime

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7,5
"Samurai Champloo"... vediamo un po' cosa dire di una serie che, nelle liste di AnimeClick.it, è considerata fra le più belle di sempre.
Ho deciso di recuperare l'anime per molteplici fattori: i consigli di chi l'aveva già visto, una trama intrigante, un comparto grafico di alto livello e la regia di Shinichirō Watanabe, di cui ho amato alla follia "Cowboy Bebop" (uno dei miei anime preferiti).

Devo essere sincero: pensandoci bene, ma proprio bene, credo che mi sarei aspettato qualcosa in più.
Mi spiego meglio: i primi cinque-sei episodi mi hanno intrigato tanto, l'introduzione dei personaggi con i primi approfondimenti su di essi, l'inizio dell'avventura... poi però, a mio personalissimo giudizio, c'è stata, come dire, un'involuzione, o meglio, calma piatta! E dirò di più, a un certo punto mi ha anche un po' annoiato: mi aspettavo infatti una trama molto più avvincente, più connessa, più ricca... e invece no. Gli episodi sono quasi tutti autoconclusivi e portano veramente poco al flow della storia; ripensandoci, a volte sono anche un po' banalotti (vogliamo parlare dello sport d'oltremare?). Vengono anche introdotte tematiche importanti per l'epoca come discriminazione, sfruttamento delle donne... ma sempre trattati con una certa frivolezza di fondo che alla fine non mi ha convinto. Di contro, tutta la risma di puntate ha portato a realizzare una caratterizzazione eccellente dei tre protagonisti: vivissimi complimenti per ciò!
Poi, in perfetto stile Watanabe, arriva il crescendo finale che sfocia in quelle tre ultime puntatone che sono belle belle, ma veramente belle per tutto, fotografia, contenuti, combattimenti, disegni, animazioni... insomma, ottime! Anche i protagonisti, disegnati in maniera diciamo più "rude", rendono molto di più e ti affascinano come avrebbero dovuto fare, secondo me, già a partire da metà serie. Certo che, detto fra me e te che stai leggendo, con dieci episodi in meno penso che l'anime avrebbe avuto lo stesso successo.
Una menzione inevitabile spetta alla soundtrack, molto curata e ricercata (il beatbox...), anche se non sono esattamente un amante di questi ritmi un po' hip pop (rock forever!).

Che dire? Per concludere, trovo enormi affinità con "Cowboy Bebop", anche se quest'ultimo mi è piaciuto di più, e sinceramente avrei preferito che la storia fosse finita più o meno allo stesso modo.
Il voto è difficile... vediamo, 7 all'inizio, 6 nel mentre, 9,5 alla fine... facendo una media, diciamo anime da 7,5-8. Consiglio? Sì, dai, guardalo.


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CherryBomb

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Shinichiro Watanabe riconferma l'ennesima perla nella collana delle migliori opere: solo lui poteva spalmare in una breve e intensa storia i samurai dell'epoca Edo con l'hip hop moderno. La maestria con cui riesce a incastrare tre personaggi completamente diversi fra loro in una storia imprevedibile, giocata fra i colori e le musiche hip pop, risalta quell'insieme di contrasti. I dialoghi sono ben curati, oltre che adattati ai personaggi.
Chi ha già visto altre opere del maestro Watanabe, riconoscerà la sua impronta. Consigliato pienamente.


 6
Sguaida

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Su "Samurai Champloo" grava il peso di una spada a doppio taglio. Il grosso vantaggio, ma anche il grosso neo, di questo anime è la sua leggerezza: da un lato risulta essere davvero molto scorrevole, io personalmente ci ho messo un niente a vedere questi ventisei episodi che scivolano via come olio sull'acqua; dall'altro, questa sua vaporosità sfuma in una inconsistenza di fondo che a tratti risulta indisponente.
Vedo di spiegarmi meglio. "Samurai Champloo" fa gioco forza su una complessiva levità: non è uno di quei panegirici animati cerebrali e riflessivi che già dopo due puntate ti fanno sentire il bisogno urgente di un'aspirina, e che alla quarta devi sospendere e ricominciare perché non ti ci raccapezzi. Tutt'altro, è una serie molto spiccia e franca, diretta come il protagonista Mugen, che non necessita di introspezione e grandi riflessioni personali per risultare gradevole.
Certamente questa sua caratteristica ha degli estimatori, attratti da un anime vivace, con buoni combattimenti, un mare di irriverenza e diverse situazioni comiche che sicuramente ci hanno fatto sorridere un po' tutti, anche chi in generale non ha apprezzato l'opera nella sua interezza. Ma altrettanto certamente c'è chi non riesce a digerire del tutto la sua leggerezza, soprattutto alla luce di quelle poche puntate in cui ci si addentra in temi e situazioni più mature e serie. Personalmente entro a far parte di questa cerchia dubbiosa: come può una serie capace di puntate davvero pregne di simbolismo e allegorie degne di un Kurosawa, di inquadrature alla Kubrik, di significati e di tematiche di livello (le sole sono gli episodi 7, 11, 16 e 17, 20 e 21) perdersi in tanta mediocrità di sottofondo? Perché è stato concesso così poco spazio a qualcosa di serio, per lasciarne tanto invece a puntate molto meno dense, molto meno valide tematicamente, evitabili e sbiadite, tanto da far pensare che, saltandole di piè pari, non sarebbe di certo successo il finimondo?

Alla fin dei conti "Samurai Champloo" mi ha deluso, perché non riesco a vedere di buon occhio una serie così intermittente, dove il valore medio è spostato decisamente verso il basso causa tanti episodi che verrebbe da considerare filler, se non fossero in numero predominante sui restanti. Apprezzo comunque tante cose di questa serie: l'irriverenza alla base del progetto; i diversi riferimenti a una cultura underground decisamente e volutamente in contrapposizione storica con il periodo Edo in cui si svolgono i fatti, quali il beat-boxing o il tagging graffitaro; la colonna sonora, per una volta differente dal solito j-pop o j-rock a mio parere sempre un po' dozzinale.
Ciononostante, non posso considerare l'anime il capolavoro che è per tanti. E' sicuramente una serie piacevole, che come ho detto precedentemente scorre molto bene e che comunque ha diverse buone caratteristiche, ma oggettivamente non trovo sia un masterpiece, una pietra miliare dell'animazione.


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ryo79

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Questo nuovo lavoro di Shinichiro Watanabe è un progetto decisamente anomalo; come "Cowboy Bebop", è caratterizzato da un'ambientazione insolita, da una trama semplice ma efficace, da stravaganti personaggi principali e dall'onnipresente colonna sonora composta quasi esclusivamente dall'hip-hop (una delle passioni del regista). Come suo solito, Watanabe svolge il suo lavoro in maniera magistrale. A parte disegni e scenografie bellissime, il regista si diverte un mondo a giocare con le immagini e la musica, ad esempio scandendo i cambi di scena e i flashback a tempo di scratch. Le riprese riescono a riprodurre inquadrature e movimenti di camera, spesso sembrano effettuate con una camera a mano che si affanna a seguire i personaggi nei loro spostamenti, mettendo in risalto la rapidità e il caos dell'azione. Ci sono tre personaggi principali che occupano la scena per tutti i ventisei episodi e, sebbene le loro vicende personali vengano svelate con il procedere della storia, i loro caratteri risultano chiari fin da subito.

Fuu è una ragazza vivace e testarda; anche se si affeziona subito ai due compagni, si vergogna troppo per ammetterlo liberamente. Non ha peli sulla lingua e per questo motivo finisce spesso nei guai, costringendo le sue recalcitranti guardie del corpo a salvarla. Mugen è un vagabondo rozzo e sboccato proveniente dalle isole Ryuukyuu, indossa strani abiti colorati e un paio di geta suolati d'acciaio. Il suo stile di combattimento è un misto di kendo, capoeira, breakdance e movimenti completamente inutili e scoordinati. Quando combatte distrugge tutto quello che lo circonda e spesso (non sempre) anche il nemico. Jin è il samurai per eccellenza (se si escludono gli occhiali), ha un carattere maturo e riflessivo, ma, come Mugen, si lascia prendere la mano con molta facilità se incontra un valido avversario. Non riuscendo ad accettare i signori del suo tempo, ha lasciato il dojo del suo maestro diventando un ronin. Combatte seguendo gli stili del kenjutsu e del jujitsu; le sue armi sono una katana e una wakizashi.

La colonna sonora, composta quasi completamente da brani hip-hop, è quello che contraddistingue questo anime, rendendolo un'opera unica nel suo genere. Fra i vari brani sono presenti pezzi di Nujabes (produttore e DJ hip-hop giapponese) e Fat Jon. Anche se non è assolutamente il mio genere, devo ammettere che queste sonorità sostengono egregiamente le movimentate scene d'azione e il montaggio caotico caratteristici dei questa serie. La particolarità di "Samurai Champloo" non si ferma solo al tipo di musica, vengono inseriti elementi tipici della cultura rap e hip-hop oltre a tante piccole cose che sembrano fuori posto nel Giappone medioevale: a partire dagli occhialini di Jin o i ciondoli che Fuu porta legati al suo tantō (come se fosse un cellulare), fino ad esempi eclatanti come samurai che parlano a ritmo di rap o che si cimentano in gare di graffiti. Quello che stupisce di più è che, nella visione d'insieme, tutti questi elementi, estranei a quel periodo e a quel contesto, appaiono perfettamente amalgamati tra loro, contribuendo a creare un'atmosfera inedita di sicuro effetto.


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Killua93

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Che dire intanto, se non che parliamo di una serie davvero eccezionale... una visione obbligatoria se si è appassionati di animazione.
Come suggerisce praticamente il nome, la serie è ambientata nel periodo dei samurai (per la precisione nel periodo Edo), mischiando però all'interno di questo preciso momento storico tanti elementi moderni e parecchi richiami all'hip-hop. Da questa base seguiamo le avventure di tre personaggi fantastici, in situazioni che partono dalle più comiche fino ad arrivare alle più tristi e malinconiche. Un viaggio che a tratti diverte, ma che in altre occasioni è un vero e proprio percorso di crescita, per tre personaggi incatenati a un triste passato, e che han vissuto a lungo in solitudine. Davvero qualcosa di favoloso!
Altro elemento simpatico è l'inserimento di situazioni che riguardano il trio di protagonisti, e che alla fine, secondo la narrazione, andrebbero a influenzare dei veri e propri momenti di storia reale (della serie che Van Gogh avrebbe iniziato a disegnare girasoli in seguito a ciò che succede in un determinato episodio della serie!). Cose di un'inventiva assurda, ma allo stesso tempo fattibili... tanto che quasi quasi ci si potrebbe credere!

Detto questo, passiamo al lato tecnico: Watanabe si dimostra ancora una volta maestoso! La regia è davvero qualcosa di perfetto. Si adegua sempre al meglio allo stile della serie, seguendo questo suo misto tra storie di samurai ed elementi tipici dell'hip-hop, che troviamo soprattutto nelle soundtrack. Alcune di queste infatti son dei perfetti motivetti da serie "underground", per intenderci (come la opening stessa). Ma le più belle fra tutte rimangono le musiche che sentiamo nei momenti più tristi, così come anche quelle delle scene di combattimento.
La serie è ovviamente inoltre animata molto bene: disegni sempre bellissimi, giusto con qualche cambio di stile in alcuni episodi, cosa dovuta sicuramente al fatto che ci avranno lavorato diversi gruppi dello studio (cosa normale per tante serie, appunto). Dunque parliamo anche di un livello tecnico, nel complesso, molto alto, per il super studio Manglobe (che purtroppo ha chiuso i battenti di recente).

Voto serie: 9/10

Parlo velocemente anche del doppiaggio italiano: davvero fenomenale anche questo! Ho adorato in particolar modo Mugen, su cui Iansante ci sta alla perfezione! (ad ogni "Ma che cazzo dici?", tirato fuori col suo tipico tono, crepavo dalle risate!). Ma anche gli altri son doppiati alla grande, comprese anche le tante comparse che troviamo. L'unica pecca, se proprio ne devo dire una, forse sta nel fatto che sentiamo palesemente alcune voci riusate, per personaggi secondari, come ad esempio Luca Ward che ne doppia uno negli episodi 13-14 e poi ne fa un altro ancora negli episodi 16-17... ma questo è davvero l'unico caso che si nota abbastanza (d'altronde, visti i costi dei doppiaggi, resta un fatto normale, che succedeva spesso una volta, così come succede tuttora).
Voto del doppiaggio: 9,5/10 (qualcosa di davvero quasi perfetto a mio parere).


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Alyssa.Riordinary

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Senza dubbio è uno dei miei anime preferiti, l'ho visto più di una volta e lo riguarderei ancora. I tre protagonisti sono fantastici, tutti con un passato alle spalle che viene fuori pian piano. Si incontrano per caso nella casa da tè dove lavora Fuu e da qui inizia un'avventura attraverso varie città del Giappone in cui consolideranno la loro amicizia. Oltre si combattimenti, ai nemici sempre più forti, e il lato divertente, questo anime mi ha colpito per l'aspetto stilistico che combina l'antico Giappone ai tempi moderni (ad esempio lo stile di combattimento di Mugen ricorda l'hip hop), e per la musica, originale ma allo stesso tempo azzeccata. I due personaggi maschili, Jin e Mugen, sono due uomini più forti del normale, abituati a viaggiare da soli, che però acconsentiranno a proteggere Fuu dopo che questa avrà salvato loro la vita. Ci sarà quindi un cambiamento nel loro carattere e nella loro storia.
Ad ogni puntata mi ha sempre più travolto, fino all'ultima; mi sarebbe piaciuto ci fosse stata qualche puntata in più nel mezzo. Comunque lo consiglio a tutti coloro a cui piace il genere. È un anime fantastico.


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Kida_10

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Samurai Champloo" è una serie di ventisei episodi che ha come regista Shinichirō Watanabe, lo stesso di "Cowboy Bebop", e questo è già un pretesto per aspettarsi una produzione di elevata qualità. La storia racconta di Mugen, Jin e Fuu, due samurai e una ragazza che per una serie di avvenimenti casuali si ritrovano a viaggiare insieme alla ricerca del samurai che profuma di girasoli; inizialmente i personaggi non si conoscono, ma sia Mugen che Jin vengono salvati da Fuu e sono quindi costretti a mettere da parte i loro rancori per aiutarla nella sua ricerca.

Non vi è una vera e propria trama, in ogni puntata viene raccontata un'avventura diversa che spesso si conclude con la puntata stessa o al massimo viene prolungata con la successiva.
I temi trattati si riferiscono alla malvagità dell'uomo: vengono infatti presentate storie di furti, associazioni mafiose, bordelli e criminali di vario genere che erano molto presenti nel periodo Edo. Purtroppo solamente nelle ultime puntate, quando finalmente si giunge dal tanto ricercato samurai che profuma di girasoli, si intravede una trama più longeva e costruita che ci fa compagnia per tre puntate. Dal punto di vista dei personaggi è chiaro fin da subito che la caratterizzazione non manca, ognuno ha la propria personalità ben definita che rimane immutata dal primo all'ultimo episodio. Anche per quanto riguarda grafica/animazioni il livello è molto alto, mentre per quanto riguarda le colonne sonore non mi hanno particolarmente colpito; ho apprezzato lo strano tentativo di associare delle colonne sonore in sitle rap a un anime ambientato nel periodo Edo: il risultato è stato sicuramente qualcosa di originale, ma non ha ottenuto l'effetto sperato, almeno per quanto mi riguarda.
Il finale mi è piaciuto e l'ho trovato adeguato e in linea col resto della serie, la separazione dei tre protagonisti era inevitabile alla fine.

In conclusione, una serie bella ma che non mi ha colpito particolarmente, in primo luogo per l'assenza della trama. La visione è comunque piacevole e divertente, e difficilmente annoia data l'assenza di tempi morti, e tecnicamente realizzato molto bene. Se non vi interessa una storia continuativa, è una produzione da non perdere assolutamente.
Voto finale: 7/7,5 solo per l'assenza di una trama, se no poteva essere tranquillamente un 9/10.


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NeoSephiroth92

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Sono veramente pochi gli anime che riguarderei innumerevoli volte come "Samurai Champloo"! Non è una serie di genere avventura o di samurai o di arti marziali, è un anime d'arte. Dialoghi, situazioni, musica, tutto perfettamente sincronizzato in una trama che, anche procedendo lentamente, non sembra essere il fulcro principale di quest'opera. Lo sono gli accadimenti, le vicissitudini dei nostri tre personaggi che, caratterizzati tutti in maniera molto differente, creano interesse proprio per questo gioco di caratteri che, sebbene distanti, trovano unione nella fame e in una ricerca di amicizia che sembra nascere quasi inconsapevolmente nei primi episodi, e che si rafforzerà fino a concretizzarsi negli ultimi episodi. Ma "Samurai Champloo" è anche un anime di cultura, cultura che Watanabe ha saputo distribuire bene in molte puntate, con una buona iniezione di ironia e a volte anche di nonsense; si affrontano tematiche che all'epoca erano tabù e che oggi a stento si accettano, come quella dell'omosessualità o della droga, si passa dalla tematica dello sport a quella della religione. Insomma, possiamo trovare di tutto, e il tutto è sempre gestito magistralmente con atmosfere e musiche che rendono davvero bene nel contesto.
Il disegno è un'altra perla a sé stante: bisogna ricordarsi che questo è un anime del 2004 e non ho più trovato dal 2004 altre opere così ben disegnate ed elaborate; è un piacere per gli occhi ammirare quei paesaggi talmente ben colorati da poter sembrare vivi. La dinamicità dei combattimenti è un altro sinonimo di cultura, conoscenza di arti marziali, tecniche ninja, capoeira; non siamo di fronte a una serie dove si danno due pugni e qualche bastonata, qui anche il combattimento più stupido prende una conformazione artistica.
Infine, un'altra considerazione deve esser fatta per il doppiaggio, a mio parere il migliore che abbia mai ascoltato in un'opera orientale. E' come se quelle voci, ma qualsiasi voce che si sentisse, anche di personaggi secondari, si combinassero perfettamente col rispettivo modo di fare e di pensare di ogni figura.
Vedere tutto questo mi ha portato a un livello talmente alto di aspettativa per i futuri titoli, che dovrò aspettare molti anni prima di ricapitare in qualcosa di simile.


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friggi toast

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Devo dire che ho trovato l'universo di "Samurai Champloo" veramente vasto e divertente, partendo da una colonna sonora anacronistica basata principalmente sullo stile hip hop (che a mio avviso porta lo spettatore a cogliere meglio la personalità dei personaggi e la casualità delle coincidenze in cui essi si imbattono), che si sposa molto bene con le varie vicende e con lo stile di combattimento dei protagonisti.

Tre sono i personaggi principali e dimostrano personalità contrastanti: abbiamo Mugen, rozzo e volgare, che utilizza uno stile di lotta apparentemente molto disordinato ma efficace, che pare essere un mix tra capoeira e breakdance; Jin, calmo e riflessivo ronin che utilizza uno stile di combattimento tipico dei samurai; infine Fuu, una giovane ragazza determinata che ingaggia i due guerrieri per compiere il suo obiettivo.
Non solo le personalità dei due personaggi sono contrastanti ma anche gli stili di combattimento dei due combattenti: si passa da un freddo stile di sola spada a una specie di frenetica danza che non si appella alla sola abilità dei samurai. Come in "Cowboy Bebop" i personaggi secondari sono molti e poco sviluppati e nessuno di questi compare in più di tre episodi.

La trama non è molto complicata: tutto parte da una serie di coincidenze per cui Mugen e Jin si trovano nello stesso paese di Fuu, la quale in vista di guai ingaggia i due uomini allo scopo di trovare il "samurai che profuma di girasoli".
Come nelle precedenti opere di Watanabe sono presenti molte puntate autoconclusive che variano di genere in genere (gliene capitano di tutte) e che tuttavia si sposano bene con la trama; in un viaggio può capitar di tutto e questo è quello che succede nella maggior parte degli episodi di "Samurai Champloo".

Ancora una volta il regista dà prova della sua maniacale cura nelle scene d'azione, di grande qualità e molto dinamiche, che renderanno contenti gli amanti dei combattimenti. "Samurai Champloo" è curato non solo nelle scene d'azione ma anche sotto tutti gli altri aspetti, come le ambientazioni, anche quelle molto curate, ben fatte e varie.

In conclusione, secondo me l'autore è riuscito a creare un'opera magistrale degna dei suoi precedenti lavori. Un'opera che lascerà lo spettatore soddisfatto e divertito nel vedere in quali strambe situazioni i nostri tre protagonisti si ritroveranno. E' un opera che consiglio vivamente a tutti!


 6
AkiraSakura

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
"Samurai Champloo" è un anime diretto da Shinichi Watanabe, già regista del blasonato cult "Cowboy Bebop". Essendo quest'ultimo prodotto a mio avviso irraggiungibile dalle opere post anni '90 dello stesso genere, eviterò di fare paragoni tra le due serie, che hanno in comune la struttura a episodi autoconclusivi, il post modernismo e il tema del viaggio come crescita del rapporto tra i protagonisti.
L'ambientazione in cui avvengono le vicende è il periodo Edo, condito in modo magistrale con rap, hip-hop e un marcato citazionismo che tira dentro di tutto, dall'arte di Van Gogh fino ai film sugli zombie di cui Watanabe è un grande estimatore. Questa commistione crea una atmosfera molto originale e coinvolgente, degna di una messa in onda su MTV nella prima fascia serale.

La storia è molto semplice: Fuu, una cameriera di quindici anni, si unisce, dopo una breve serie di avvenimenti, a un ronin (un samurai senza signore) e un vagabondo, intraprendendo un viaggio alla ricerca del "samurai che profuma di girasoli", una misteriosa figura a lei cara. I due guerrieri protagonisti, Jin e Mugen, sono molto standardizzati: uno è il classico tipo introverso e taciturno, mentre l'altro è estroverso e casinista; ovviamente l'incompatibilità di carattere dei due darà origine a momenti molto esilaranti, schermaglie, mazzate. Un rapporto di accesa rivalità che, sotto sotto, nasconde una grande amicizia.

Dal punto di vista tecnico questo anime è eccellente, e il suo vero punto di forza sono le coreografie dei combattimenti, curate maniacalmente nei dettagli. Le musiche vanno a pennello con i colori sgargianti usati nelle animazioni, nei fondali e con le varie coreografie, che richiamano la break-dance e la capoeira. La sigla di apertura è 'stilosissima' e rende benissimo il singolare mood della serie, allo stesso modo del ritmo dell'altrettanto carismatica ending.

Gli episodi presentano molti alti e bassi: alcuni sono molto belli, coinvolgenti e presentano una buona sceneggiatura, altri (come quello del baseball) sono delle parodie/'trollate' tipiche degli autori dell'anime, che tuttavia, a mio avviso, talvolta si rivelano noiosi e fuori luogo, addirittura in un prodotto dichiaratamente 'cazzaro' come questo. Spesso le vicende vengono troncate quando si poteva dire qualcosa in più, come se lo storyboard fosse frutto di un esercizio narrativo fine a sé stesso dello sceneggiatore. Tuttavia non mancano momenti semiseri ed episodi dall'indubbio carisma - come ad esempio quello in cui Jin si innamora di una prostituta - ma sono ben pochi; personalmente ho notato una parabola discendente nella qualità della serie: si parte alla grande, con un primo episodio dai combattimenti spettacolari, e si arriva a delle puntate finali sceneggiate malissimo, con dei power up eccessivi e spropositati, dosati male, ridicoli anche per un anime in cui si gioca a baseball nel periodo Edo. L'apparato action/coreografico nella prima parte della serie era molto più curato, e i power up venivano opportunamente dosati grazie a un utilizzo realistico della motion capture, basata, come detto in precedenza, sulla spettacolarità della capoeira. I combattimenti degli ultimi episodi, invece, non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli dei primi; l'invincibilità dei protagonisti è troppo ridicola, contando anche le pretese di semiserietà del finale - a mio avviso, per rendere le coreografie più spettacolari, una leggera dose di realismo non guasta mai, altrimenti il tutto diventa noioso, eccessivamente caricaturale, scontato. Inoltre, i villain della serie compaiono solo all'ultimo momento e non riescono a bucare lo schermo come i due protagonisti principali.

In definitiva, questo anime, tenendo anche conto del delirante e scontato finale, mi è sembrato un ottimo esercizio di stile, ma non il capolavoro che molti acclamano. Se comunque vi interessano gli anime giapponesi carichi d'azione e tecnicamente pregiati, "Samurai Champloo" è una tappa obbligata.


 2
VikingSoul94

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
"Samurai Champloo" è un anime bello, originale, innovativo, coinvolgente e accattivante in tutto e per tutto. Ho deciso di dare 9 in quanto lo considero uno dei migliori che io abbia mai visto, per svariati motivi: innanzitutto, l'idea di base di abbinare stile e musica rap all'epoca Edo (elementi distanti circa 300 anni fra loro), che, sebbene possa sembrare alquanto strana, risulta invece essere una combinazione vincente, capace di creare situazioni esilaranti degne dei migliori shonen; le animazione da 10 e lode, che rendono le battaglie avvincenti grazie alla grande abilità nel creare le sequenze; il realismo minuzioso con il quale è rappresentata l'epoca Edo, anche nell'abbigliamento dei personaggi; le musiche a dir poco eccezionali e capaci di trasporto emotivo; l'ottima caratterizzazione ricca di sfumature dei personaggi principali e le loro storie coinvolgenti e accattivanti; un finale a sorpresa capace di smontare anche l'unica critica negativa che si può rivolgere a questo anime (cioè quella riguardante la trama, che inizialmente potrebbe sembrare banale); l'originalità, la polivalenza e la completezza di un anime che assume molte valenze (da quella storica alla parodia, il tutto condito con una buona dose di situazioni inaspettatamente attuali, dalle quali si possono trarre insegnamenti filosofici); la svariata quantità di tematiche affrontate in tutte le salse, dal drammatico all'esilarante, il tutto racchiuso in un anime di ventisei puntate, che risulta quindi diretto e coinvolgente, senza mai perdersi o dilungarsi troppo in situazioni superflue. Assolutamente da vedere.


 3
KillCurda_94

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Quando un mio amico mi disse che la Manglobe e il regista Shinichirō Watanabe avevano intenzione di collaborare nuovamente per sfornare un altro titolo assieme, rimasi scettico: ritenevo impossibile l'idea che essi riuscissero a raggiungere o perfino superare la fama di "Cowboy Bebop". Come mi accade spesso, dopo aver visionato "Samurai Champloo", mi dovetti subito ricredere: anche in questo caso Watanabe è riuscito a creare un capolavoro. Cercherò in tutti i modi di scrivere una recensione il più oggettiva possibile, analizzando dettagliatamente cosa secondo me fa di "Samurai Champloo" uno dei migliori anime in circolazione e per quale motivo darei l'ordine a tutti di andare a guardarlo immediatamente.
L'anime in questione lo dovrò paragonare molto spesso con il suo predecessore "Cowboy Bebop", poiché condividono tantissime caratteristiche, oltre che pregi. Solo la trama e il sonoro di queste due serie differisce in maniera evidente.

Trama: ci ritroviamo ancora una volta nel periodo Edo, solo che questa volta l'era in questione è stata invasa dal movimento hip hop, che in realtà è di ben cento e più anni successivo. La giovane quindicenne Fuu lavora in una piccola locanda in cui si servono di solito dango e tè. All'interno del locale si scatenerà un putiferio per colpa di Mugen, un rozzo spadaccino esiliato che proviene dalle isole Ryūkyū. Successivamente, si unirà nello scontro il rōnin Jin, che ingaggerà un scontro con Mugen, fino a quando non si distruggerà la locanda. Essi sopravvivono, ma sono condannati alla pena di morte. Saranno salvati da Fuu, che pretende da loro di seguirla in un viaggio alla ricerca del "samurai che profuma di girasoli". La trama in sé è piuttosto originale e preannuncia un viaggio pieno zeppo di avventure strampalate.

Personaggi: rispetto a "Cowboy Bebop" in questa serie abbiamo tre e non quattro personaggi principali. Ognuno di loro è caratterizzato molto bene e molto spesso durante il loro viaggio è costretto a dividersi temporaneamente per colpa di vari eventi in cui sarà costretto a compiere delle scelte molto differenti o addirittura drastiche. I personaggi secondari sono presenti al massimo per due o tre puntate, e anche loro sono caratterizzati piuttosto bene e adatti alle situazioni in cui si vanno a ficcare. Nota di merito in questo caso va all'introspezione psicologica dei tre protagonisti.

Sceneggiatura: proprio come per "Cowboy Bebop", o per altri anime simili per genere, "Samurai Champloo" propone ventisei episodi di cui la maggior parte di essi sono autoconclusivi. Inoltre, ogni tanto riaffiora la trama di fondo, ricordandoci l'obiettivo di Fuu e del viaggio in generale. Tutto sfocerà in uno stupendo finale della durata di ben tre episodi. Anche i flashback sono utilizzati adeguatamente, comprendendo come in questa serie si dia molta importanza alla gestione temporale dei vari eventi. I colpi di scena non mancano e sono quasi tutti imprevedibili. I combattimenti sono molto belli, violenti ma non troppo, e basati sulla frenesia. Dialoghi e doppiaggio in italiano sono tra i migliori. Gli episodi propongono storie molto diverse tra di loro, sia per tematiche che per personaggi.

Sonoro: scordatevi le tipiche tracce del Giappone classico del periodo Edo, poiché qui la fa da padrone tutto il genere hip hop e rap. Opening, ending e OST sono sublimi, e sanno trasmettere le giuste emozioni per ogni evenienza, non risultando mai fuori luogo. Anche durante i momenti sentimentali o drammatici questa serie può far commuovere alcuni. Infatti Watanabe aveva già compiuto un perfetto lavoro con "Cowboy Bebop" e qui si è riaffermato sugli stessi altissimi standard di qualità.

Grafica: il character design è egregio e ogni personaggio ha la sua peculiarità, rendendolo unico. Le ambientazioni sono piacevoli da osservare e sono adatte a ogni situazione. Le animazioni, specie durante i combattimenti, si attestano su alti livelli, aumentando il piacere di guardarli. Lo stile del disegno, soprattutto nei visi, appare più adatto al genere comico, grazie anche alla grande varietà di colori utilizzata per gli sfondi, ma esso è pure adatto a tutte le scene drammatiche o sentimentali in questione.

Tematiche: principalmente, "Samurai Champloo" si prefigge come primi temi quelli del viaggio e dell'avventura. Bisogna osservare però che il termine "Champloo" significa "mischiare". Per questo motivo durante la serie in ogni singolo episodio si mettono sotto esame molte tematiche molto differenti tra di loro, ma trattate opportunamente e senza risultare mai fuori luogo.

"Samurai Champloo", dopo quest'attenta analisi, ne esce pieno zeppo di pregi e con alcuni leggeri difetti, che secondo il mio parere sono così insignificanti da non dover nemmeno essere presi in esame. Per quanto riguarda il consiglio da offrire a chi non ha ancora visionato questo magnifico anime, direi questo: questa serie mescola efficacemente molte tematiche, generi e personaggi molto differenti tra di loro, sotto lo spirito del "Champloo". Quindi, se siete amanti di anime polivalenti e variegati, quest'anime fa per voi. E ora andate subito a guardarlo!


 6
Rygar

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Quando si parla di un'opera colossale come "Samurai Champloo" è assai arduo non scivolare in facili elogi e salamelecchi, tanta è la magnificenza della serie. È altresì arduo non cedere in entusiasmi facili quando se ne scrive la recensione, tuttavia è impossibile negare la grandezza di un'opera che ha saputo convincere per la sua realizzazione tecnica di altissimo livello, per una trama semplice, ma estremamente efficace, e per la sua grande originalità.
"Samurai Champloo" è una serie di ventisei episodi della primavera 2004. Probabilmente è un'opera che, data la sua unicità, non è stata completamente accettata dai puristi dell'animazione. Questo principalmente per la mescolanza tra il periodo storico in cui è ambientata (Giappone feudale) e la modernità di alcuni personaggi, e forse, principalmente, per le musiche (meravigliose) adottate.

Trama: Fuu è una ragazza di quindici anni che lavora in una locanda e viene attaccata da una banda di samurai. A soccorrerla ci pensano due uomini: Mugen, dalla tempra istintiva e rozza, un combattente selvaggio le cui "tecniche" ricordano la capoeira, e Jin, un samurai dall'indole stoica, razionale e distaccata, un maestro nelle tecniche di kenjutsu. Tra Mugen e Jin nasce immediatamente un sentimento di rivalità e si sfidano a un duello mortale, ma la loro battaglia causa la morte del figlio del magistrato. Per tale ragione sono condannati alla pena capitale, ma grazie all'aiuto di Fuu riescono a fuggire; la ragazza intende ingaggiarli entrambi, affinché possa trovare il misterioso "samurai che profuma di girasoli"... ma che odore ha il girasole?

Grafica: quando ho scoperto che si trattava di un anime del 2004 rimasi incredulo tanta è la bellezza, la cura e la precisione di tutto il comparto grafico: ambientazioni curate a livello maniacale, animazioni fluidissime che esaltano ed enfatizzano le scene d'azione e un character design bellissimo che ricorda "Cowboy Bebop".

Sonoro: quando si parla di "Samurai Champloo" è impossibile non menzionare uno dei più grandi produttori musicali di tutti i tempi, il compianto, quanto immortale, Nujabes. Si può affermare che in "Samurai Champloo" vi sia infusa la sua anima. L'hip hop e la sperimentazione regnano sovrani e si mescolano col periodo storico dell'anime, creando un'atmosfera unica nel suo genere. Opening ed ending sono sublimi; tutta la OST è a dir poco incredibile, così come gli effetti sonori. Una nota di merito va all'adattamento italiano, il quale è riuscito a valorizzare oltremodo la storia e la caratterizzazione dei personaggi con un doppiaggio all'altezza dei migliori standard. Un encomio.

Personaggi: non sono molti i personaggi della serie "Samurai Champloo", eppure quei pochi presenti sono realizzati così bene che non si sente minimamente la mancanza d'altre figure. La loro caratterizzazione è un punto di riferimento per tutte le serie, così netta tra ciascuno eppure così complementare e profonda. I rapporti e le relazioni umane sono affrontati con una maturità e una profondità tali da destare ammirazione, dai conflitti iniziali mutati poi in amicizie inconfessabili, fino all'insostenibilità di certe relazioni sentimentali e affettive.

Sceneggiatura: altro grande encomio è il comparto scenografico. La gestione temporale è perfetta, la narrazione procede spedita, talvolta vi sono dei flashback che aiutano a comprendere meglio la dinamica degli eventi attuali e il passato dei protagonisti. Il ritmo dei combattimenti è frenetico, eppure è chiaro e comprensibile. La violenza sovrabbonda, ma non è mai gratuita e volgare. I dialoghi e la voce narrante sono perfetti nella loro originalità.

Finale: che signor finale! Un finale composito, durato la bellezza di tre episodi, ricco di pathos, azione straordinaria (come se non ci fosse mai stata prima!), tristezza, risolutezza e compimento. Il finale di "Samurai Champloo" è definitivo e conclude alla perfezione un'opera magistrale. Da applausi.

In sintesi, "Samurai Champloo" è un titano dell'animazione giapponese, degno di un posto nell'olimpo dei migliori anime mai concepiti. Un capolavoro assoluto ovunque lo si guardi, privo del minimo difetto, capace di rapire lo spettatore e coinvolgerlo in una serie incredibile, epica, ricca di azione, straordinario coinvolgimento e grande valore etico. Consigliata a tutti a occhi chiusi.


 1
EA6

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Samurai, scene cruente e girasoli solitamente non mi attraggono più di tanto. I samurai perché compaiono davvero troppo spesso negli anime. Le scene cruente perché quando presenti a iosa danno un po' noia. I girasoli perché mi ricordano quell'orrore di anime sul criceto e i suoi amichetti.

Sono arrivata a questo anime, come penso la maggior parte di chi l'ha visionato, attraverso il superbo "Cowboy BeBop". Nonostante la trama sia poco consistente e il finale per nulla esaltante, non è possibile per me dare meno di 8/10 al tutto (avrei optato in realtà per un 7.5, ma non pare possibile frazionare i giudizi, e quindi ho arrotondato il mio voto per eccesso).
L'aspetto della regia è nuovo, fresco, affascinante: si sposa perfettamente con la colonna sonora, a base di hip hop.
I personaggi sono ben caratterizzati e i loro caratteri, profondamente diversi, riescono ad amalgamarsi in modo tale che i difetti degli uni e degli altri, che a volte ce li rendono odiosi, sono di fatto limati.
Altro punto di forza è sicuramente la presenza di puntate diverse, nel senso che nell'arco di ventisei episodi si passa da momenti comici, a momenti drammatici, a momenti romantici, a momenti malinconici, a momenti d'azione, a momenti crudi e crudeli.
Ripeto, la trama in sé non è sviluppata per niente e il finale l'ho trovato piuttosto insignificante, ma l'anime nel complesso è costruito con una maestria tale da affascinare lo spettatore e spingerlo fino all'ultima puntata.


 3
eracliano

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Ammetto di aver deciso di guardare "Samurai Champloo" dopo alcuni tentennamenti. In passato mi era giunta voce che fosse "strano ma bello" e incuriosito, avevo cercato un qualche spezzone di anime per farmene un'idea. Quando mi sono trovato davanti dei tizi che si muovevano a ritmo di rap parlando in rima, mi sono detto "ma questa roba non fa per me" e ho lasciato perdere. Diverso tempo dopo, un anno forse, l'ho ripreso in considerazione e, vedendo tante recensioni positive, ho deciso di dargli un'opportunità.
Non me ne sono pentito. Anzi, a questo punto mi chiedo come potrei convincere altri scettici a darci uno sguardo, perché ne vale davvero la pena.
Per cosa? Non per la trama, che è semplice e costellata di episodi autoconclusivi o quasi. O forse sì, perché anche le singole avventure hanno un capo e una coda che talvolta sorprendono, spesso appassionano e colpiscono lo spettatore, sempre fanno ridere.
Per il finale? Sì, il finale non è affatto male. Sorprenderà più di una volta e fino all'ultimo.
Per i personaggi? Sì, perché il trio protagonista, sebbene chiaramente delineato nelle sue peculiarità già dall'inizio, è in evoluzione per quanto riguarda il rapporto interno. Sì anche per i personaggi secondari che, seppure presenti per poco e in genere relegati allo specifico luogo di passaggio, offrono molti spunti di riflessione su molteplici argomenti.
Per la grafica? Sì, perché lo stile innovativo che vediamo soprattutto nelle animazioni e negli splendidi combattimenti merita davvero. Anche presi da soli i disegni sono molto ben fatti.
Ecco, l'aspetto del sonoro è decisamente particolare, frutto di una scelta curiosa e forse anzi probabilmente azzardata, che del resto lascia evidenti tracce anche nelle singole sotto-trame e nel comportamento di Mogen e Jin, i due guerrieri che affiancano la giovane Fu nel suo viaggio. Come accadde a me, questo aspetto può spiazzare chi vi si avvicina la prima volta. Però andando avanti diventa naturale, e non ci si fa quasi più caso. È incredibile questo.
Incredibile come gran parte delle avventure vissute dai protagonisti, che avranno a che fare con ogni genere di figure. Pur non essendo un lavoro a sfondo storico - del resto, quasi prende in giro chi si aspettava questo -, a smentire tale aspettativa compare un cartello già all'inizio del primo episodio, ci sono comunque molti richiami storici, che da interessato all'argomento non ho potuto non notare ed apprezzare.
In virtù di tutto questo mi sono dovuto ricredere della mia impressione iniziale, al punto da consigliare la visione di questo anime a chi si ritrovi a leggere questa recensione (a patto di non scandalizzarsi per qualche parolaccia!). Non stupitevi se assegno un 9. Avevo pensato al 10. Ma poi mi sono ricordato che in fondo non mi piace né il rap né l'hip hop.


 5
falcus92

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
"Samurai Champloo" è un must dell'animazione Giapponese. Generalmente questa frase la dico alla fine della recensione, se l'anime davvero merita, ma per questo prodotto non avevo altri aggettivi da associare, se non ammettere fin dall'inizio che è un capolavoro.
Dopo "Cowboy Bebop", Watanabe ritorna con un'altra delle sue genialate. La struttura è molto simile all'anime sopraccitato, in quanto assisteremo ad episodi autoconclusivi, o quasi, in cui i protagonisti effettueranno un viaggio. Jin, Mugen e Fu sono i personaggi principali della nostra storia. In una cittadina giapponese del periodo Edo la giovane Fu lavora come cameriera nel ristorante di dango dei suoi zii; un giorno però qualcosa va storto, in quanto, oltre alla solita presenza del figlio del governatore che mette a soqquadro il posto, c'è uno strano samurai che, nonostante sia senza soldi, cerca di riuscire a mangiare qualcosa al ristorante di Fu. Nell'aiutare la piccola protagonista, il giovane Mugen si scontra col figlio del governatore; intanto, sempre nella stessa città, c'è un secondo samurai alquanto bizzarro, Jin: anche lui si intromette in una questione in cui non aveva nulla a che fare e si mette contro il governo locale. In pratica, Jin e Mugen vengono catturati e, successivamente, verranno salvati dalla piccola Fu, che, con una scommessa, li fa diventare sue guardie del corpo, per andare alla ricerca del "Samurai che profuma di girasoli". Da questo momento comincerà la vera storia di "Samurai Champloo", in cui se ne vedranno delle belle!

Quello che colpisce di quest'opera è l'originalità: non siamo nel solito periodo Edo in cui abbiamo samurai tutti d'un pezzo e personaggi dediti all'onore. Watanabe ha deciso di creare un periodo Edo mixato con elementi moderni: Mugen è un Samurai che unisce stoccate a passi di capoeira e breakdance, Jin invece è uno stoico samurai, ma con addosso occhiali da vista. L'eccentricità non sarà solo dei protagonisti, ma dell'intero mondo di "Samurai Champloo": in certe città assisteremo a scene di dubstep, in altre a scene di rap con, al posto della radio in spalla, pezzi di legno poste sopra la clavicola, in altre ancora a murales. Il periodo Edo è stato invaso dall'hip hop, ma in un modo estremamente geniale, che sembra quasi plausibile! Ammetto che ad un certo punto ho dubitato veramente che questo periodo storico sia molto più vicino a noi (a livello cronologico) rispetto a quanto credevo. Ahimè, sbagliavo, visto che per il rap e l'hip hop si dovranno aspettare circa cento anni dalla fine del periodo Edo.

Altra cosa che ho molto apprezzato è stato l'accostamento con l'arte post-impressionista. Infatti, "Samurai Champloo" è ambientato alla fine del periodo Edo, periodo in cui in Europa, a partire da Van Gogh, Gauguin e Cezanne, comincerà questa corrente artistica nuova e particolare, che darà vita nel '900 a tutte le avanguardie. Vengono spiegate, spesso e volentieri, tutte le influenze ricevute da questi artisti (Cezanne non c'entra in tutto ciò!) proprio dal Giappone. E non sarà un caso che, oltre alle miriadi di citazioni, il samurai che vanno a ricercare sia amante dei girasoli. E non sarà un caso che l'intera opera è simile, strutturalmente, ad un quadro di Gauguin di nome "Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?". Infatti, come nel quadro, in "Samurai Champloo" assisteremo a tutti gli archi della vita di un uomo, dalla storia della nascita e del suo passato, a tutte le sue numerose vicende del presente, fino alla vecchiaia in cui ci si ricorda delle avventure passate (episodio 9). Ovviamente, questo l'ho colto io, forse neanche è stato fatto apposta dall'autore, ma poiché l'associazione con Gauguin è evidente, credo che anche questo non sia casuale.

L'apparato tecnico è qualcosa di stupendo - parola che ho usato per commentare praticamente ogni episodio! Abbiamo una regia alquanto strana, ma geniale: mix, riavvolgimenti di disco e effetti particolari saranno quasi la base per ogni episodio. Tutto ciò accompagnato da una scelta meticolosa delle OST che riempiranno questo anime, ma che fondamentalmente si conformeranno perfettamente. Il disegno è in stile tamarro: lo dimostra molto spesso anche il tratto dei contorni e i visi maschili molto particolareggiati. Personalmente l'ho adorato.

Che dire ancora? E' un anime che va visto, è qualcosa di stupendo. Un must, come dicevo all'inizio!


 1
Depth of darkness

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Okay, lasciatemelo dire: Shinichiro Watanabe è un genio. Proprio così, un genio degli anime. Ora, per chi non lo sapesse o ricordasse (o per chi non ne avesse letto la scheda qui sul sito per pigrizia), Shinichiro Watanabe è il regista di "Cowboy Bebop". "Samurai Champloo", però, è una serie completamente diversa se non per qualche punto, tra cui il mix di generi.
Ma quali sono le differenze con quel capolavoro di "Cowboy Bebop"? Prima di tutto, la colonna sonora: mentre Bebop usa soprattutto jazz e blues (ma anche rock), quest'anime ha un tema hip-hop, che chiaramente è un genere diversissimo dagli altri due - infatti non è più Yoko Kanno a dirigere la colonna sonora, bensì Nujabes, il quale purtroppo è morto. Secondo, il genere: mentre il primo è un fantascientifico/noir, questo è storico (più o meno)/commedia. Insomma, questo è davvero un anime originale pieno di trovate divertenti e momenti spassosi.
I personaggi di rilievo, oltre ai tre protagonisti, sono pochissimi e in generale la serie ha quasi tutti episodi autoconclusivi (proprio come "Cowboy Bebop"). L' anime, poi, non ha significati di fondo, e questa è una grande differenza con il capolavoro di Watanabe.
Davvero bella è la canzone utilizzata nell'ultimo episodio: "San Francisco", eseguita dai Midicronica.


 1
Darksasori

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Anime decisamente atipico, "Samurai Champloo" riesce a catturare lo spettatore grazie a uno stile pop inserito perfettamente nel Giappone dei samurai.
L'anime presenta diversi punti forti a partire dai suoi personaggi; infatti, benché possano sembrare inizialmente superficiali e stereotipati, di Mugen il classico bullo, e di Jin il saggio silenzioso, andando avanti con l'anime si scoprono sempre nuove sfaccettature che li rendono personaggi a tutto tondo dotati di una loro moralità che a volte può sconcertare, ma che sicuramente li rende molto più umani agli occhi di chi li osserva.
La trama di fondo si rivela abbastanza lineare, ma viene brillantemente integrata da mini avventure vissute dai personaggi durante il tragitto, che spaziando dallo spensierato al drammatico aiutano a capire i personaggi fornendo allo stesso tempo spunto per sfoggiare vari stili di narrazione. Punto forte di quest'anime è proprio lo stile decisamente particolare che accompagna ogni episodio. Vi saranno infatti salti temporali inaspettati, episodi narrati dagli stessi personaggi e addirittura citazioni di Van Gogh. Il tutto è condito con una buona grafica e una colonna sonora azzeccatissima che accompagna perfettamente i vari momenti dell'anime.
Preziosa perla in un mare di anime tutti uguali, "Samurai Champloo" è sicuramente un anime da guardare.


 1
Onizuka85

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Samurai Champloo è uno di quegli anime che un cultore di animazione nipponica non può fare a meno di visionare. Voglio partire da un'analisi generica. I disegni sono particolari e piacevoli e la rappresentazione dei tre protagonisti è perfetta se li rapportiamo ai loro caratteri.
Gli scenari sono stupendi: seppure l'ambientazione è comune a molti anime, in questa vi è spesso il piacere di ammirare città, foreste, strade del periodo nel quale stava tramontando l'immagine dei samurai.
Di storia non ve ne è una vera e propria, e quella che c'è sembra essere banale, ma a seguire il tutto ci si accorge che non è così, seppur le puntate di tanto in tanto non seguano la trama e si limitino a un episodio in particolare. Le musiche sono eccellenti, melodie dolci si alternano a ritmi decisi da hip hop. Anche quest'aspetto, che sembra essere fuori contesto, risulta perfetto per lo stile di "Samurai Champloo".
Il voto non è più alto di 8 perché vi erano le potenzialità per rendere quest'anime ancora di più un capolavoro, almeno io avrei voluto un approfondimento ulteriore sui tre protagonisti. La relazione interpersonale dei tre si sviluppa, ma mai in profondità, e rimane quel senso di incompletezza che non fa gridare al capolavoro seppur si tratti di un ottimo anime. In conclusione mi piacerebbe rivedere nuove avventure dei protagonisti e magari che si sviluppi attorno a loro, come dicevo poc'anzi, una trama più profonda sia per quanto riguarda i fattori esterni sia i fattori che legano le personalità di Fuu, Mugen e Jin.


 3
Manzo_il_segatore

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Samurai Champloo può essere considerato a tutti gli effetti l'erede spirituale di Cowboy Bebop: in effetti pur condividendo in parte il limite principale di quest'ultimo, Samurai Champloo riesce a fare meglio su (quasi) tutti i fronti, riuscendo a brillare di luce propria.
È questo il motivo che mi spinge ad assegnare all'opera il massimo dei voti; al di là dei meri gusti personali infatti, è indiscutibile che si stia parlando di uno dei massimi esponenti del genere.
Ma andiamo per ordine.

La storia ha inizio (tranquilli la faccio breve!) con l'incontro fatale tra i tre protagonisti: Fuu, una giovane cameriera di una casa da thè; Jin, un samurai senza padrone ed infine Mugen, un galeotto attaccabrighe proveniente dalle isole Ryukyu. L'incontro/scontro causerà un putiferio, al calmarsi del quale i due uomini di spada decideranno "spontaneamente" di accompagnare la piccola Fuu nel viaggio che questa ha intenzione di intraprendere: attraverseranno così mezzo Giappone alla ricerca del "samurai che profuma di girasoli".

Una simile premessa, soprattutto durante la visione dei primi episodi, dà la sensazione di essere solo un pretesto per raccontare le vicissitudini dei nostri eroi, attraverso il familiare (vedasi Cowboy Bebop) schema degli episodi auto-conclusivi. In realtà, si ha in Samurai Champloo un parziale superamento di quello che molti considerano il maggiore difetto delle avventure di Spike Spiegel & co.: infatti, seppure in modo flebile, la ricerca del fantomatico "samurai che profuma di girasoli" rappresenta il filo logico che lega la maggior parte degli episodi, in maniera tutto sommato coerente. Questo perché, bene o male, è messo subito in chiaro dove si voglia andare a parare, andando ad attenuare quindi quel senso di disomogeneità, quella sensazione di procedere a tentoni che potrebbe saltuariamente far capolino nel cuore degli spettatori.
In poche parole: Watanabe la prende larga, ma la strada questa volta viene imboccata da subito.

Una cosa che ho particolarmente apprezzato è l'evoluzione comportamentale e caratteriale dei protagonisti, resa in modo garbato e credibile: nel corso degli eventi assisteremo in prima persona a come il legame tra i tre si faccia sempre più forte, in maniera inesorabile ma senza mai scadere nel banale. Samurai Champloo, invece di ricorrere a flashback o digressioni, descrive i suoi protagonisti con i fatti, le parole dette e quelle non dette: il risultato è talmente efficace da far provare la sensazione di avere a che fare con degli amici di lunga data, dei quali capite cosa stanno pensando da una semplice espressione o sapete già come reagiranno a determinate situazioni. Ammetto molto sinceramente che, alla fine del viaggio, l'affetto che ormai provavo per il trio mi ha reso molto dolorosa l'ormai inevitabile separazione: è stato come perdere degli amici.

Per quanto riguarda il tono dell'opera, ci si trova di fronte ad un equilibrio ben bilanciato tra momenti seriosi e situazioni decisamente più scanzonate: pur non scadendo mai nel melodrammatico né tantomeno nel demenziale, Samurai Champloo riesce a toccare le corde dell'anima, divertendo ed emozionando.
Personalmente ho trovato superbe le sequenze di combattimento: tra queste si distinguono quelle contro gli avversari principali, davvero memorabili.
Da notare che tra gli episodi ve ne sono alcuni che considero delle vere e proprie perle della comicità animata.
L'unico appunto che mi sento di fare per quanto riguarda l'argomento, è la presenza di un certo episodio, verso la fine, che ho trovato banalotto, confuso ed in definitiva poco interessante. Ma si sa, la perfezione non è di questo mondo: si parla comunque di un piccolo neo che non riesce minimamente a scalfire il valore complessivo dell'anime.

Dal punto di vista tecnico, non ho nulla da eccepire: le animazioni sono sempre molto fluide, la loro qualità rimane costante per tutta la durata dell'opera ed il character design è decisamente ispirato.
Secondo il mio personalissimo parere, il personaggio più riuscito è Mugen, l'incarnazione stessa del mix ("champuru") che caratterizza la serie fin dal titolo.
In particolare, sono rimasto molto colpito dall'uso dei colori: oltre ad un'ottima resa del giorno e della notte, gli stessi colori diventano uno strumento efficacissimo per la resa delle situazioni più ricche di pathos.
In tal senso, un esempio lampante [NO SPOILER] è dato dal duello nel boschetto tra Jin e il sicario, nel secondo episodio: qui la freddezza dei colori taglia quasi quanto le lame dei due spadaccini e la tavolozza è così ridotta da sfiorare la monocromia. Il risultato finale è indubbiamente d'effetto.
Ultimo appunto per la resa delle ombre, a mio parere ottima e capace di regalare alcune vedute ispirate e coinvolgenti.

Analizziamo ora uno dei grandi punti di forza dell'opera: il comparto sonoro.
Il doppiaggio è di qualità cinematografica, uno dei migliori in cui mi sia mai capitato di imbattermi in un anime.
Vorrei spendere invece qualche parola in più sulla colonna sonora. Una storia di samurai accompagnata da brani japanese/alternative hip-hop? Così assurdo che non poteva che funzionare alla perfezione! Le musiche di Samurai Champloo, pur nella loro eccellenza, se considerate come opera a sé probabilmente non riescono a raggiungere gli apici toccati dalla controparte del già citato Cowboy Bebop (vero punto di riferimento a riguardo); l'effetto finale invece, a mio parere è addirittura superiore. Mi spiego meglio: guardando Cowboy Bebop, avete mai provato la sensazione che un brano nel bel mezzo di un episodio fosse come un po' forzato, che quasi stridesse con le immagini proposte? Ebbene, nella più recente fatica di Watanabe ciò non avviene mai: qui l'amalgama tra immagini e musica, nonostante provengano da due mondi così lontani, è perfetta; ciò fa sì che durante la visione (e l'ascolto) non ci si renda nemmeno conto dell'enorme contraddizione implicita in una scelta musicale tanto singolare.

Ed è proprio qui che secondo me sta la grandezza di Samurai Champloo, ciò che permette all'opera di innalzarsi sopra la media e distinguersi dalla massa.
In definitiva, un anime che consiglio veramente a chiunque.


 1
S.I.N

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Considero "Samurai Champloo" uno dei migliori anime che abbia mai visto. La trama è originale, i disegni espressivi lasciano il segno, senza contare l'animazione e le colonne sonore.
Anche io sono rimasta un po' perplessa quando ho finito di vedere il primo episodio, ma poi il resto della storia mi ha fatto impazzire. Però, certe saghe da una sola puntata, non le ho capite (sto parlando di una puntata con un certo "fungo").
I personaggi sono molto interessanti e hanno, ognuno, una storia originale alle spalle. È bello poi vedere come i rapporti tra loro tre variano nel corso del loro cammino e come compiano le loro scelte. Il finale poi è forse scontato, ma lo trovo fantastico.
"Samurai Champloo" è un anime che non delude fino all'ultimo. Voto: 9.


 2
Pan Daemonium

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Ci sono quegli anime che per essere capolavori non necessitano di complessità immani, basta mischiare i giusti elementi in giuste dosi per dar vita ad un'opera d'arte. Questo è l'esempio di Samurai Champloo.
Inutilire fermarsi sulla trama, molto semplice e che si basa sulle avventure di tre personaggi, di cui due samurai, durante il periodo Edo. Ciò che realmente rende questo anime un capolavoro è la fusione di elementi differenti fra loro che creano un simposio sempre imprevedibile di contenuti. L'elemento hip-hop, le intrusioni del mondo futuro nell'epoca in cui si basano gli avvenimenti, le sfide fra samurai, il tutto misto a gag e simpatia ogni oltre limite scaturite da personaggi oltremodo azzeccati rende Samurai Champloo un anime che non solo appassiona per la trama esile, ma intrigante, ma soprattutto perché lo spettatore non vede l'ora di sapere cosa accadrà nell'episodio successivo.
Il viaggio che i tre percorrono trascinerà anche chi osserva lo schermo, trasformandolo in un 4° viaggiatore.
Seppur con un modesto impianto grafico, Samurai Champloo detiene un apparato musicale massimalmente hip-hop che ben si adatta al complesso, dando vivacità, ma anche stravaganza e spensieratezza.
Inutile dire che il finale è davvero degno di nota: un misto di azione, sentimenti e colpi di scena mirabili.
Mi sento di criticare unicamente il doppiaggio italiano, quasi risibile rispetto a quello giapponese (in cui magistrale è la recitazione del doppiatore di Mugen, lo stesso di Zoro di One Piece) ed il fatto che tutti gli episodii - tranne alcuni particolari, come quello del baseball e quello dei funghi - abbiano bene o male lo stesso modus operandi, vale a dire: i tre si imbattono in qualcuno, vengono aggirati e di conseguenza sono costretti a combattere. Una perdonabile leggera monotonia, soprattutto perché monotonia di stile, più che di contenuti.
Samurai Champloo mostra come uno shounen di poche pretese psicologiche o filosofiche possa essere fra i migliori anime creati, cosa abbastanza simile a ciò che penso di Cowboy Bebop.


 4
Eretria90

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Il punto forte di questa serie sta nel presentarsi in chiave moderna pur avendo un'ambientazione risalente all'antico periodo Edo. E' senz'altro molto romanzato e immaginario nei suoi elementi storici, ma a tratti paventa riferimenti culturali narrati e approfonditi qualora se ne presenti l'occasione per introdurli ultimente nella trama.
Oltre alla fantasia, Samurai Champloo poggia le basi del suo successo nel carisma dei personaggi.
La giovane e simpatica Fuu cerca il "samurai che profuma di girasoli", ed è da anni che rinvia questo suo viaggio alla ricerca di quest'uomo al quale si sente legata. Così decide di aiutare, nella fuga dalle forze dell'ordine, due uomini irruenti che si sono imbattuti in lei mentre lavorava come cameriera in un ristorante. La ragazza fa da collante ai due giurati nemici mortali: lo scapestrato e ribelle Mugen e il taciturno e serio Jin.

La trama ci porta ad una serie di piccole avventure (o meglio sventure) di questo trio assurdamente assortito. In 26 episodi il lungo viaggio vede liti, lotte, rapimenti, intrighi e quant'altro ci da l'occasione di scoprire la personalità dei protagonisti e di approfondirne meglio la loro storia, il loro trascorso.
Si giunge alla fine di questo viaggio che porta con sè ulteriori chiarimenti, ma non è questo l'importante... Samurai Champloo ci ha fatto divertire continuamente con le sue gag, e ci ha mostrato quanto questa avventura sia riuscita a consolidare il rapporto fra i tre, nonostante le evidenti differenze fra loro!

Il consiglio che do nello scegliere quest'opera del 2004 di Shinichiro Watanabe (conosciuto ai più per Cowboy Bebop), è di godersela in maniera spensierata e umoristica. Senza mai annoiarsi, le scene si susseguono con scorrevolezza e tante risate. Persino gli elementi più cruenti di povertà e violenza non vengono fatti pesare - senza prendersi troppo sul serio e proseguendo con molta naturalezza - così come anche i sentimenti ambigui che intercorrono fra Fuu, Jin e Mugen. Indubbiamente ad aiutare il tono leggero e carismatico di questo anime, sono le musiche hip-hop e lo stile gangstas. Il chara è semplice, slanciati e marcati, dal tratto molto originale e dai movimenti fluidi e particolareggiati (da notare i colpi di Mugen in stile breakdance).
Per quanto riguarda il doppiaggio italiano, spendo qualche parola per assicurarvi che le voci dei protagonisti sono tra le più accattivanti che potessero scegliere. Si indossano bene sui personaggi e non c'è da lamentarsene.


 1
WonderLOL

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Un ottimo anime, che fa parte della fantomatica categoria del: "non azzardarti a perdere neanche una battuta di quello che succede, altrimenti puoi ben smettere di vedere l'anime". Una categoria decisamente temibile, tanto da non riuscire più a capire nulla della trama per a colpa di quei tre minuti persi per andare al bagno!

Ma veniamo all'anime, che è davvero bello.
La storia è molto semplice: la piccola Fuu di 15 anni(come ogni protagonista femminile degli anime), lavora in una locanda frequentata da tipacci e viene puntualmente distrutta da due ragazzi, rispettivamente uno scatenato e un ghiacciolo umano. Dopo vari scontri, vari fatti e vari incontri, i tre legano e "decidono" di viaggiare insieme per aiutare la ragazza a trovare il suo "samurai che profuma di girasoli", facendo danni a destra e sinistra e finendo per diventare ricercati.
Questo inizio così banale e stereotipato viene completamente distrutto dalle situazioni e dai personaggi talmente assurdi che vengono a crearsi ogni volta mentre viaggiano. Sia Mugen che Jin per quanto scatenati o freddi siano, una volta messa la mano alle katane, diventano imbattibili killer che uccidono senza rimorsi o tante congetture i nemici che gli si parano davanti, senza lasciare un briciolo di spazio al classico moralismo del samurai "non ti ucciderò" o "l'onore di un samurai si basa proteggere la gente".

Le canzoni e le colonne sonore sono orecchiabili. Sebbene non scarichino un'adrenalina micidiale, dall'opening fino all'ending accompagnano l'atmosfera dei combattimenti e sono più che azzeccate. Perfino nelle battaglie si tralascia la solita carica che un buon combattimento dovrebbe dare, ma i musicisti hanno saputo abbinare bene la musica allo stile di combattimento dei due, facendolo addirittura risaltare.

La grafica è ben mescolata fra i suoi elementi, nei movimenti dei personaggi, nel chiaro-scuro, nello sfondo e negli effetti speciali.
Al contrario di molti anime sull'argomento "battaglia" e "samurai" che ho visto, lo sfondo non è un semplice background che serve a definire l'area di combattimento, ma si muove e accompagna i personaggi come se fosse parte, sebbene passiva, dello scontro. Ben curato e dettagliato, lo sfondo di Samurai Champloo ingloba i personaggi, catturando l'occhio di chi guarda su tutto lo schermo, senza limitarsi ad essere solo un supporto volto a mettere in risalto i personaggi. No, su Samurai Champloo ho notato che è la telecamera ad adattarsi allo spazio, non lo spazio ad adattarsi alla telecamera, rendendo il tutto più prospettico e profondo, cosa che in un anime è lodevole.

Andando avanti nell'anime, come da programma, si comincia a scoprire molto di più sui due ragazzi misteriosi che accompagnano la ragazza: ma non sarà lei ad aprire il loro cuore e farli "confessare" sul loro passato. Queste specie di scoperte sono dei semplici flash back di loro due, che appaiono in momenti precisi, andando avanti con la storia, solo per far capire allo spettatore il perché delle loro azioni.
Una cosa che mi ha lasciata perplessa era l'episodio degli zombie. Non credo di averlo ben capito, se era solo uno sfogo dell'artista nel voler fare una cosa del genere o l'effetto allucinogeno dei funghi che avevano mangiato ad inizio episodio. Sta di fatto che l'anime assume una piega strana.
Che l'autore si sia fatto un risottino con quei funghi prima di continuare l'anime?
Gli episodi diventano ancora più assurdi e le situazioni diventano difficili da capire, tra graffiti, bombolette spray, campi di girasole e, addirittura, baseball e americani. E qui ripropongo la frase di inizio del mio commento. Sembra che la storia si spezzi in tanti episodi autoconclusivi ed è difficile starci dietro, soprattutto se si perde anche una minima parte di quella porzione di anime. Ciononostante, per quanto assurdi siano quegli episodi, rispecchiano la genialità dell'autore nell'adattare i tre protagonisti ad ogni tipo di situazione.

E poi, sfortunatamente, anche Samurai Champloo ha una fine. Non possono continuare a viaggiare per sempre, no?
Una fine che fa spuntare la domanda che ognuno dovrebbe farsi guardando i protagonisti combattere:
"Ma sono immortali?"
Non dirò di più perché non posso fare spoiler alle persone che leggono le recensioni e non l'hanno visto, parlando di quello che è successo negli ultimi episodi.
E Samurai Champloo si conclude qua, con una forte ricaduta di un dubbio realismo che, bene o male, c'era in ogni episodio. Non è una brutta fine, ma a me personalmente, la fine di quel combattimento mi è sembrato insipido.


 1
ryujimihira

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Samurai Champloo è una serie anime decisamente atipica in quanto a mistura di generi molto distanti tra loro.
Narra le vicende di una ragazza, Fu Kasumi, dal passato tribolato ma deciso a rincontrare il cosiddetto "il samurai che profuma di girasoli". Incontra fortuitamente due ronin nel locale dove lavorava come cameriera. Chiede inizialmente l'aiuto di Mugen per poter essere difesa da un gruppo di persone che la importunavano, ma il brutto carattere del ronin finisce col peggiorare la situazione. Se ciò non bastasse, anche l'altro ronin, Jin, si ritrova invischiato nelle vicende conseguenti il trambusto creato da Mugen. Sfruttando la loro rivalità, Fu riesce a convincerli ad aiutarla a trovare il samurai che profuma di girasoli, e di incamminarsi tutti e tre in un lungo viaggio per il Giappone feudale.

Durante il cammino ci si ritrova a ripercorrere fasi storiche del periodo Edo sebbene rimaneggiate dallo stile del regista, Shinichiro Watanabe (lo stesso di Cowboy Bebop), abile nel reinterpretarli fondendoli con elementi anacronistici come l'hip hop, i graffiti, il rap e ecc.
Questo abbinamento vien fin da subito considerato dallo spettatore contrastante, ma tuttavia meno fuori luogo di quanto si possa pensare. Unito a una colonna sonora adeguata, le vicende, spesso comiche, finiscono per creare un ottimo connubio con gli elementi drammatici della storia. Non manca l'azione, anche se fin troppo spettacolarizzata, ma in compenso è ben animata.
Cosa manca a questo anime quindi? Non di certo la varietà delle situazioni, ma di certo una trama più profonda avrebbe giovato. Appassiona fino al finale, ma delude nelle aspettative.
Siamo distanti dai livelli raggiunti da Cowboy Bebop, ma non per questo non risulta essere una buona opera degna di essere vista almeno da chi è incline alle novità in un genere ormai inflazionato.


 1
AlessandroXV

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Premessa: la recensione seguente non contiene spoiler.
Samurai Champloo è un anime assolutamente strano, a dir poco miscellaneo. Qui compaiono elementi tradizionalissimi della cultura giapponese, come la figura del samurai, le arti marziali, l'età tardo medievale dell'impero nipponico; ma a questi vengono uniti musiche di genere rap, se non talvolta tendenti al hip-hop, movenze e comportamenti tipici dei giovani appartenenti alla cultura di questi precedenti generi musicali. È probabile provare un po' di smarrimento inizialmente, se non anche scetticismo, ma è lecito. Tuttavia è bene cercare di andare più a fondo: l'anime non è solo questo casino, diciamolo. Si tratta di una storia profonda, dove niente è dato per scontato e i fatti emergono in maniera imprevedibile. Il filo conduttore è un viaggio verso una meta, che sembra irraggiungibile, ma assieme a ciò subentrano fatti e storie secondarie di una profondità assai rilevante. Si viene completamente coinvolti nella visione e poi alla fine si ricompone tutto il puzzle di eventi a cui si ha assisto. Questo è fantastico e, sebbene sia un fatto assai diffuso tra le serie animate, qui viene meglio che in molte altre, ove invece si tende verso l'inorganicità esagerata o l'intreccio mal riuscito.

Un elemento interessante è la figura del samurai, che, nonostante vi siano tutte queste minacce moderne, mantiene un su anelito di tradizione nella presenza di Jin, uno dei tre viaggiatori protagonisti, i quali, tra l'altro, vengono scavati nella loro psicologia e nella loro storia.
Bello, nel vero e proprio senso della parola. Talvolta anche commovente, dunque si ritorna alla profondità prima citata. La fusione di elementi tanto contrastanti non deve rendere troppo scettici: è meglio essere più elastici, al fine di non privarsi della visione di un anime ben fatto, paragonabile a una bella accoppiata di formaggio fortemente stagionato e dolce miele (stuzzichino assai gustoso, oltre all'apparenza). Nella visione di un anime profondo e laborioso è necessario essere anche noi stessi tali, al fine di cogliere il maggior numero possibile di aspetti peculiari.
Infine è bene consigliarlo anche ai più tradizionalisti: aprirsi a diversi e nuovi non è sempre un male, poiché talvolta così facendo si scoprono cose piacevoli e interessanti.


 1
deathmetalsoul

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Samurai Champloo è un anime del 2004 di 26 episodi diretto da Shinichiro Watanabe, colui che fu alla direzione di Cowboy Bebop anni prima; detto questo posso dire che la mano del regista non è cambiata, e che a distanza di pochi anni ha sfornato 2 capolavori che resteranno tra i grandi dell'animazione giapponese.
L'anime è ambientato in Giappone nel periodo Edo; esso unisce elementi di azione e di commedia moderna, con tale irriverenza difficile da trovare altrove. Inoltre è ricco di elementi fuori luogo per la realtà storica del periodo, che personalizzano l'anime e lo rendono grazie alla componente artistica utilizzata, davvero unico nel suo genere.

La trama è semplice: una ragazzina compie un viaggio attraverso il Giappone, per uno scopo ben preciso, accompagnata da due samurai. Il viaggio sarà però condito di avventure serie e demenziali che lasceranno a bocca aperta gli spettatori.
Il ritmo è simile a quello di Cowboy Bebop, gli episodi sono autoconclusivi, ma mantengono sempre un rapporto con la storia generale, e non esagero dicendo che sono tutti e 26 di ottimo livello.
I personaggi, tra i punti forti della serie, sono principalmente 3: Mugen, un samurai grezzo e irascibile; Jin, un samurai opposto completamente al primo, e la ragazzina protagonista Fuu.
Tutti e tre sono caratterizzati abbastanza profondamente, ma credo che Fuu sia il personaggio più sviluppato, poiché la sua crescita interiore è visibile durante tutto l'anime, nonché perché è colei che riesce a far stare insieme gli altri due, cosa a dir poco impossibile. Il mio preferito è però Mugen.

Altro punto forte è la colonna sonora in stile hip hop: non so in quanti anime sia mai stato usato questo genere di musica per colonna sonora, ma so che in Champloo, è più di una colonna sonora, è proprio parte dell'anime e della storia.
Tecnicamente il lavoro è superbo, non ci sono punti deboli; animazioni sempre fluide, colori brillanti e opachi a seconda dei momenti, giochi di luce e di colori realizzati magnificamente e quant'altro.
Consiglio l'anime veramente a tutti, esso rimane tra i miei preferiti, e credo che sia tra i migliori del primo decennio del nuovo millennio.


 2
__Nergal__

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Samurai Champloo è essenzialmente la storia di un viaggio, un viaggio che porterà i 3 protagonisti a viaggiare per il Giappone in cerca del fantomatico "Samurai che profuma di girasoli".
In Cowboy Bebop, precedente opera di Shinichiro Watanabe, il fascino della serie si basava sui 3 personaggi Jet, Faye e Spike; qua è la stessa cosa, solo che loro si chiamano Fuu, Mugen e Jin.
Tutto inizia quando Mugen entra nel locale dove lavora Fuu e inizia subito a fare rissa, successivamente arriva anche Jin e lì scoppia la rivalità tra i due. Ci penserà Fuu con una scommessa a costringerli a fare pace e a farle da guardia per trovare il samurai che profuma di girasoli. Nonostante la trama sia lunga un riga riesce a creare il giusto pathos fino alla fine.

Durante il loro viaggio incontreranno persone e luoghi di tutti i tipi. È difficile etichettare la serie con un solo aggettivo, in certe parti si potrebbe dire "drammatica" salvo poi ricredersi 5 minuti dopo e definirla "demenziale".
Certe scene fanno veramente morire dalle risate, vedrete gente fare Beat Boxing, samurai che se ne vanno in giro "rappando" con un tronco sulle spalle come ad imitare gli americani di colore negli anni '80 che andavano in giro con lo stereo sulle spalle. Il massimo del divertimento giungerà con la partita di baseball tra americani e giapponesi, un episodio memorabile che vi farà ridere come pochi altri.

Samurai Champloo non è tutto risate, anzi, il Giappone dove è ambientato non è tutto rose e fiori; se in Cowboy Bebop veniva rappresentato uno "Space Wild West" (così mi piace chiamarlo) qua ci troveremo nel "WIld East": la Yakuza è la padrona dei villaggi e la prostituzione è in ogni angolo, donne che sono costrette a lavorare nei bordelli per i debiti dei mariti e gente sottoposta alle angherie dei più forti.

Esattamente all'opposto di questi criminali ci saranno gli abitanti dei piccoli insediamenti e gli eremiti, sempre disposti a offrire un po' del loro cibo a dei viandanti affamati pur non avendone molto per loro, dell'altruismo che purtroppo ormai si vede solamente nella finzione dell'animazione.

Una componente fissa del viaggio dei "nostri" saranno i soldi, non ne hanno mai e quindi saranno sempre affamati. Per racimolare qualche spicciolo svolgeranno i lavori più improbabili, Fuu si cimenterà addirittura come modella.
Una volta trovato il cibo diventeranno dei famelici avvoltoi, divertentissimo vedere Fuu trasformarsi quando mangia troppo.

Analizzando i personaggi più da vicino si capisce il perché questa serie sia tanto bella.
Mugen è certamente il più interessante, dal passato funesto, ha sempre vissuto come un criminale e lo si capirà subito, ama andare a prostitute ed è un attaccabrighe di prima categoria, oltre a non essere per niente educato.
Ai suoi antipodi troviamo Jin, il classico samurai, è sempre in silenzio ed è gentile e disponibile; quando c'è da combattere, però, è uguale a Mugen, non c'è niente che lo spaventi.
Fuu invece è una ragazza brava e onesta e, per colpa della sua voglia di aiutare gli altri, finirà spesso nei guai.

Tratto deciso e forme esili con un sottile contorno nero a delinearle sono ciò che rende il charachter design dei personaggi piuttosto particolare.
I personaggi, molto lontani dal realismo, contrastano con i paesaggi, realizzati come in un quadro; resterete ammaliati dalla bellezza delle campagne del Giappone, dalle splendide montagne, dai corsi d'acqua e dalla tipica architettura giapponese.

Un altro punto a favore di questa serie è il comparto sonoro, decisamente fuori dai canoni per un genere che parla di samurai. Il tema prevalente sarà infatti l'hip hop, a partire dalla opening, molto bella, fino ad arrivare alla colonna sonora di tutta la serie. All'inizio sarà strano sentire questo tipo di musica ma ben presto la amerete.

Ho apprezzato molto il fatto che l'anime tratti anche temi e personaggi realmente esistiti, risultando quindi anche istruttivo, il che non è di certo un male.

Come tutte le cose anche Samurai Champloo ha, purtroppo, una fine. Il "purtroppo" è d'obbligo in questo caso dato che Shinichiro Watanabe è riuscito, in una sola puntata, a rovinare quanto aveva creato nei 25 episodi precedenti.
Il finale poetico e tragico di Cowboy Bebop è stato lasciato da parte per preferire una "happy ending" come nelle più classiche favole Disney, senza considerare che la disfatta rende gli eroi più umani, elevandoli a dei miti.
Nonostante abbia preferito questa serie a Bebop, proprio il finale ha reso Spike uno dei personaggi immortali nel mio immaginario, a differenza degli spadaccini Mugen e Jin.

Dovendo dare una valutazione alla serie, ero quasi disposto a darle 10 ma, con questa conclusione si meriterebbe molto meno; le do un 9 facendo finta che l'ultima puntata duri solo 10 minuti invece che 20.


 1
luka95db

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Iniziamo dalla trama. Epoca Edo, samurai ovunque. Mugen è un ex-pirata, Jin il classico serio samurai. Per caso si incontrano-scontrano nella locanda in cui lavora la giovane Fu, e, dopo essere svenuti nell'incendio che hanno causato, vengono catturati dal governo. Fu, vista la loro forza, li libera e chiede loro di accompagnarla nella ricerca del "Samurai che profuma di girasoli".

Questa è la trama, ora passiamo alle mie impressioni. Ho dato un bel 9 all'opera per due motivi: le animazioni sono molto fluide e dinamiche e la storia è molto originale. Non ho dato 10 per altrettanti motivi: su 26 episodi una gran parte si potrebbe definire "filler", ovvero sono legati solo parzialmente alla storia vera e propria, e gli argomenti trattati sono, a mio parere, più da seinen che non da shonen.
Ovviamente è un anime che consiglio, anche se il finale lascia a desiderare, ma non voglio fare spoiler. In ogni caso lo consiglio.


 1
cuorearte

Episodi visti: 20/26 --- Voto 10
Quest'anime a mio parere è una genialata, il fatto di miscelare l'antichità di ambientazione costituita dall'epoca Edo a dei toni musicali e stilistici moderni come L'hip-hop fanno di Samurai Champloo un'opera unica nel suo genere.

La storia narrata è quella di Fu, una giovane ragazza ossessionata dalla ricerca di un misterioso samurai di cui l'unico aspetto che lei ricordi è che costui profumi di girasoli. Ad accompagnarla in questo viaggio, all'inizio un po' forzati ma poi trascinati dagli eventi, si ritroveranno due insoliti Samurai, due personaggi che più diversi tra loro non si può:, Mugen, cinico ed eccellente combattente - il suo stile rozzo ricorda la breack-dance e la capoera -, e Jin, samurai serioso e riservato con una forte sensibilità d'animo ed un'abilità di spada fuori dal comune. Insieme i tre ne passeranno davvero di tutti i colori.

Parlando del comparto tecnico, le animazioni sono eccellenti, con una fluidità di movimenti fantastica; anche il chara è buonissimo, nota di merito l'inchiostrazione dei personaggi più spessa nei contorni e nelle figure in primo piano denotano una professionalità unica. Che dire, consigliatissimo!


 6
giorgio13

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Fuu, cameriera quindicenne di una casa del tè, viene tormentata e molestata verbalmente dal figlio del prefetto del villaggio e dal suo gruppetto di amici arroganti; un cliente, Mugen, è disposto ad aiutarla in cambio di cibo, e finisce col causare una rissa; il figlio del prefetto lo minaccia dicendogli che le abilissime guardie del corpo di suo padre lo ucciderebbero se osasse fargli del male; in quel momento entra nel locale Jin, un giovane e stoico ronin, il quale afferma di aver da poco ucciso le suddette guardie del corpo; udendo ciò, Mugen crede finalmente di aver trovato un avversario alla sua altezza, e inizia quindi a combattere contro Jin; i due sono talmente concentrati nel loro duello da non rendersi quasi conto che il locale ha preso fuoco e sta cadendo a pezzi, ed infatti svengono per aver respirato troppo fumo; vengono quindi arrestati, torturati, e stanno per essere giustiziati perché il figlio del prefetto è morto nell’incendio, ma vengono salvati da Fuu; la ragazza chiede loro di diventare le sue guardie del corpo e di accompagnarla a cercare il “samurai che profuma di girasoli”; i due formidabili guerrieri accettano, ed ha quindi inizio il loro incredibile viaggio…

Questi tre improbabili compagni di (s)ventura ne passeranno di tutti i colori durante i 26 gli episodi della serie; per quanto la trama di fondo sia la ricerca del samurai che profuma di girasoli, ogni puntata ha una storia a sé stante che riguarda il luogo dove i protagonisti soggiorneranno o le persone che incontreranno; la loro prima preoccupazione sarà sempre quella di mettere qualcosa sotto i denti, peccato che non abbiano mai il becco di un quattrino. Ciò darà luogo a situazioni molto divertenti, con Mugen che dopo aver scroccato un sacco di cibo a qualche ristoratore di buona volontà cercherà sempre di filarsela a gambe levate.

Vengono introdotti parecchi personaggi molto particolari e simpatici, ma sono appena abbozzati caratterialmente perché appaiono per un episodio o al massimo due; l’attenzione è posta tutta su Fuu, Mugen e Jin: sono un trinomio assolutamente vincente su tutta la linea!
Fuu sta cercando questo fantomatico samurai, ma non spiega mai come sia il profumo dei girasoli o che aspetto abbia quella persona; quando Jin e Mugen le fanno domande sorvola sempre sull’argomento e passa ad altro; il suo rapporto con i due all’inizio è turbolento e complicato, perché cercheranno in più di un’occasione di svignarsela, ma per una cosa o per l’altra finiranno sempre col ricongiungersi con lei; è molto vivace, allegra e sveglia, ma è altrettanto brava a cacciarsi nei guai, infatti sarà rapita diverse volte.
Mugen è spassosissimo: è rude, volgare, scurrile, dissoluto, scettico; ama tantissimo combattere, infatti è pronto a menar le mani per un nonnulla, ed è sempre alla ricerca di avversari forti con cui misurarsi; è un inguaribile donnaiolo, e lo dimostra il fatto di come si fiondi nei bordelli appena possibile. Il suo stile di combattimento è imprevedibile, si basa infatti sulla break dance… la cosa incredibile è che indossi sempre i geta, i tipici sandali giapponesi dotati di due “denti”, che personalmente trovo molto scomodi semplicemente a camminarci, figuriamoci combatterci, ma lui riesce a sfruttarli al meglio.
Le tecniche pulite e raffinate di Jin, che ha passato tutta la vita ad allenarsi nella via della spada, sono agli antipodi di quelle di Mugen, ma ugualmente letali; Jin è l’opposto di Mugen anche nel carattere: è infatti molto pacato e taciturno, un perfetto praticante della via del guerriero che non ama mettersi in mostra; però a volte anche lui si lascia andare, soprattutto quando si tratta di massacrarsi a spadate con Mugen.

Il pregio maggiore di questa serie, oltre ai fantastici protagonisti, è il contrasto tra l’ambientazione del Giappone medievale del periodo Edo e la colonna sonora, basata principalmente sul rap e sull’hip hop.
L’atmosfera che si respira è comica e scanzonata; ma ci sono momenti in cui il tono si fa molto serio: oltre ai moltissimi e superadrenalinici combattimenti, vengono mostrate situazioni tipiche dell’epoca presa in esame, come il gioco d’azzardo gestito dalla Yakuza, le donne costrette a fare le prostitute per colpa dei mariti, la chiusura del Giappone verso il resto del mondo, la crisi dei samurai che non hanno più padroni…

Non do il massimo dei voti perché non mi è tanto piaciuta una certa cosa nel finale, ma Samurai Champloo resta comunque una serie stupenda!

ningen

 1
ningen

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Davvero un bell'anime, mi ha veramente appassionato. I personaggi sono eccezionali, e per una volta "umani", nel senso che a differenza di altre opere non hanno superpoteri, non combattono sospesi nel cielo e non sparano onde energetiche. Il tema dominante è il tema del viaggio, che i nostri tre protagonisti affronteranno alla ricerca del fantomatico "samurai che profuma come i girasoli", ed attraverso questo viaggio verranno approfonditi i passati dei protagonisti, ricchi di episodi oscuri. L'unica pecca è rappresentata da delle puntate assolutamente fuori contesto con il resto dell'opera, mi viene in mente quella con gli zombi che non ho mai capito, o quella del baseball. Per il resto consiglio di guardarlo, anche in virtù del non eccessivo numero di puntate.


 1
Dark Schnedier

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Samurai Champloo è un buon anime, che però poteva riuscire sicuramente meglio. Le animazioni e le musiche sono molto belle, particolari e piacevoli, la pecca di questo anime risiede però nella trama. Infatti, pur essendoci una "missione" di fondo, si può dire tranquillamente che le puntate fondamentali, dove si parla della trama vera, cioè trovare il samurai che profuma di girasole, sono sì e no 3. Tutti gli altri sono episodi autoconclusivi, che comunque rimangono molto belli. In sostanza questo è un buon anime, si poteva però fare qualcosa di più per la trama.


 3
Turboo Stefo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bebop è una pietra miliare dell’animazione, soprattutto grazie al suo regista Shinichiro Watanabe che nel suo curriculum può vantare anche piccole collaborazioni in molte altre opere di rilievo, ed ancora una volta infonde il suo genio in un’opera creando un prodotto unico ed inimitabile, destinato a rimanere nei cuori per lungo tempo grazie ad un ardito ma riuscito azzardo unendo due culture nettamente differenti, il Giappone feudale dell’epoca Edo rivisto in chiave Hip-Hop, riuscendo a farle convivere senza problemi.

Una cameriera maltrattata, un Ronin vagabondo che arriva da luoghi malfamati e un Samurai maestro di spada che nel suo viaggio corregge alcuni torti dei quali è testimone. Apparentemente non hanno nulla in comune, ma un turbinio di eventi li porterà a collidere, con il risultato che la giovane Fuu libererà i due spadaccini Mugen e Jin, ma non sarà una buona azione dettata dalla generosità, difatti li obbligherà a mettere in disparte le loro divergenze per accompagnarla in un viaggio come guardie del corpo. Inizia così la ricerca del Samurai che profuma di Girasoli.
Ovviamente il tutto non filerà tranquillo e liscio, anzi, ci saranno numerose disavventure e la maggior parte di esse nascerà dal loro problema principale: l’assenza di soldi, sembrando quasi una denuncia per come oggigiorno i soldi servano anche ad inseguire i propri sogni. Purtroppo i viaggiatori sono perennemente al verde, quindi cercheranno sempre in un modo o nell’altro di scroccare cibo gratuito; in casi estremi accetteranno anche qualsiasi lavoro venga loro proposto. Al tutto fanno da sfondo numerose vicende, che in molti casi ci mostreranno dei reali momenti della vita in epoca Edo, dai costumi comuni ai classici problemi con il gioco d’azzardo, senza dimenticare la reclusione attuata in tutto il Giappone verso il mondo estero, passando anche per la lenta chiusura di tutte le scuole di spada dovute alla fine del ruolo di Samurai.
La narrazione è inaspettatamente pragmatica e ricca di dialoghi, il tutto viene spezzato solo dai grandiosi combattimenti o da qualche sfuriata di Mugen o di Fuu, incluse le incredibili gag delle quali si renderanno protagonisti; nel complesso risulta scorrevole, gradevole e sempre accattivante.

Sotto il profilo tecnico non c’è nulla da obbiettare, la regia non si può commentare, conoscendo Watanabe si è certi della qualità della stessa, i personaggi saranno curati ottimamente anche nell’aspetto e negli stili di combattimento, che li rispecchieranno appieno, inoltre si potranno notare come le tavolozze di colori usate siano mutevoli: nelle scene diurne vedremo colori brillanti e sgargianti mentre in alcuni momenti delicati o in zone buie il tutto sarà molto più spento, sembrando quasi de-saturato, ma riuscirà a mantenere sempre la stessa linea guida risultando sempre fedele.
La maggiore pecca si può denotare in qualche raro episodio dove i volti dei protagonisti saranno lontani dall’obbiettivo e risultano poco dettagliati e con animazioni di scarsa qualità, ma saranno veramente pochi casi.
La colonna sonora, per quanto atipica e dai ritmi chiaramente Hip-hop, riesce ad assorbire tematiche chiaramente derivate dal Giappone antico, sia per gli strumenti utilizzati che per le cadenze del ritmo, il tutto è sempre perfettamente calzante e ci saranno un paio di brani veramente accattivanti che canticchieremo per ore.

L’edizione italiana si distingue per l’ottimo doppiaggio, principalmente eseguito da tre simboli del doppiaggio italiano: Loris Loddi, pragmatico e perfetto doppiatore di Jin, Alessia Amendola sulla dolce Fuu, e soprattutto Christian Iansante che, senza togliere nulla ai suoi ottimi colleghi, si rivela ancora una volta uno dei doppiatori più polivalenti disponibili e riesce come sempre a sottolineare ed amplificare alla perfezione le personalità dei protagonisti che interpreta.

Come già detto varie volte, si sente molto l’influenza della cultura Hip-Hop in quest’opera, ma non solo nel campo sonoro. La sigla d’apertura fonderà musiche e stili chiaramente di questo genere con fondali chiaramente ricollegabili all’arte asiatica di disegno, per passare poi per semplici effetti grafici e sonori durante dei cambi di scena, senza dimenticare anche l’abbigliamento di Mugen, che oltre ai tradizionali sandali indosserà dei pantaloni molto larghi ed una giacchetta rossa che ricordano molto il vestire dei moderni rapper, e un lieve velo di barba e degli orecchini daranno un tocco in più a questa sensazione.
Anche le avventure non saranno risparmiate da questa influenza, ci saranno delle gare di scarabocchi (conosciuti da noi come graffiti), gang dalle pettinature assurde e multicolori, addirittura ci saranno dei contadini che narreranno delle storie di mostri.. a tempo di Rap.

Un’opera che ci catturerà nel suo vortice crescente di avvenimenti fino al finale, diviso in tre episodi, sarà un continuo crescere di drammaticità e tristezza fino all’incredibile conclusione, che potrà parere deludente ma sicuramente giusta.
Un'opera breve ma interessante, che racchiude in sé moltissimi generi diversi e che saprà farci ridere ed emozionare con personaggi che ricorderemo a lungo.


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Hisoka

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Samurai Champloo è un anime particolarmente moderno, sia per gli atteggiamenti dei personaggi che per la musiche. I primi, in particolare i 2 samurai Mugen e Jin, sono eccezionalmente divertenti nel loro "battibeccare", causato in gran parte dai loro caratteri del tutto opposti. Come non innamorarsi all'istante di entrambi? Si completano a vicenda, intraprendenti, simpatici e tutti d'un pezzo. Fuu invece, la ragazzina che si unirà ai due dopo aver perso lavoro e alloggio in un incendio, causato proprio grazie ai due combattenti, è meno appariscente, ma come non capirla di fronte alle personalità di quei due?

Per quanto riguarda le musiche, citate prima, possiamo dire che sono tutt'uno con effetti e movimenti, "svecchiando" quello che potrebbe essere un tema già navigato e esaltando e amplificando i combattimenti (per farvi un'idea, date un'occhiata al primissimo combattimento dell'episodio 1) e non solo. E con un sound così eccezionale non manca certamente una grafica curata e accattivante, del tutto adatta alla storia. Fin ora abbiamo parlato solo dell'aspetto "estetico", ma per degli spettatori più attenti potremmo dire che certe incongruenze nell'ambientazione non sono altro che adattamenti voluti e, a mio avviso, ben graditi.

La trama procede invece senza intoppi in modo per niente affrettato verso la fine, e noi possiamo godere appieno dell'ottima caratterizzazione dei personaggi, conoscendoli via via sempre meglio e incontrandone addirittura di nuovi, esilaranti ed eccezionali. Anche i sentimenti di questi ultimi vengono esplorati e analizzati senza mai offenderli, in modo maturo e consapevole. Insomma, non potevamo aspettarci nulla di meglio dal maestro creatore di Cowboy Bebop, assolutamente da provare e, mal che vada, da criticare.


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lavolpe

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Spesso mi chiedo quale sia la ragione per cui ad una persona possa piacere una serie animata. La trama, i personaggi, i disegni, le animazioni, oppure altro?
Davanti ad una serie come Samurai Champloo le domande sorgono spontanee in quanto la serie non presenta una trama collegata di episodio in episodio, se non per quanto riguarda il fattore che fa scatenare tutto. Cioè, la ricerca di un samurai che profuma di girasole.
Fuu, cameriera in un piccolo ristorante “ingaggia” un vagabondo, Mugen, molto abile con la spada e un ronin, Jin, altrettanto abile con la spada, per intraprendere il viaggio che da anni desidera fare. Già dal primo episodio abbiamo a che fare con alcune caratteristiche insolite della serie, soprattutto osservando i due spadaccini: Mugen combatte con uno stile che mescola la capoeira brasiliana e la breakdance, mentre Jin indossa un paio di occhiali che poco hanno a che fare con il periodo storico Edo - chiaramente influenzato dalla fantasia – in cui è ambientata la serie.

Sono ventisei gli episodi (18 + 8 per la precisione) in cui si svolge questo assurdo viaggio. Quindi c’è da chiedersi: cosa rende così bella questa serie? Prima di tutto io parlerei dei personaggi. Questi sono in realtà già molto definiti fin dal primo episodio, ma il lavoro che svolge la serie è quello di sviluppare le relazioni tra i protagonisti, fino a renderli quasi una famiglia. E l’avvicinamento avviene anche in modo fisico, nel senso che ogni episodio è una marchingegno drammaturgico quasi perfetto che in poco più di venti minuti allontana e riavvicina Fuu, Mugen e Jin e permette loro di continuare il viaggio. Meraviglioso! Le cause dell’allontanamento sono sempre la svogliatezza di stare insieme, soprattutto da parte dei due uomini che hanno giurato di ammazzarsi solo dopo la fine del viaggio, mentre le cause dei riavvicinamenti sono un susseguirsi di fatti e coincidenze che rasentano l’impossibile, ma che provocano un certo divertimento nello spettatore.
Inoltre, il fascino della serie sta anche nel riuscire a costruire molteplici situazioni rispettando uno stesso schema, ma senza che ce ne rendiamo conto. Penso a due episodi: “La via delle lettere e delle arti marziali” (18), improntata sul tipico schema shonen, però con al centro non le arti marziali, ma l’arte di scrivere sui muri. Oppure “In quella palla metterci l'anima” (23), improntata sul baseball (una delle più divertenti). Altri episodi sono molto drammatici, altri più seri, altri più assurdi e con un finale senza senso. Con uno “schema” così, è inevitabile ricordare la serie precedente di Shinichiro Watanabe: Cowboy Bebop. Come questa, in Samurai Champloo esiste una trama principale, ma viene seguita in cinque o sei episodi, con un finale degno di questo nome.

Per quanto riguarda i disegni, sicuramente siamo davanti ad un ottimo lavoro, anche se è evidente l’approccio di troupe diverse per alcuni episodi. Ma siamo comunque a livelli molto alti. Stessa cosa per le animazioni: sempre di alto livello, anche perché a Watanabe piacciono molto le scene di azione e gli presta sempre una cura maniacale, che non può che fare tutti contenti. Infine, le musiche. Ancora una volta il regista sceglie una vastissima lista di musiche e canzoni (sono quattro i cd della colonna sonora più varie canzoni, per un totale di più di ottanta brani) che, a differenza del blues della serie Cowboy Bebop, sceglie una variante hip-hop/lounge.
Insomma, al di là della trama non logicissima e il problema che molti personaggi secondari (praticamente tutti) vengano trattati solo per due o tre episodi, la serie merita molto.


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Donten

Episodi visti: 24/26 --- Voto 6
Samurai Champloo inizia bene, la grafica è veramente promettente, la storia è ricca d'azione e con un po' di violenza, ma andando avanti con gli episodi si può notare come l'autore si perda tralasciando lo sviluppo della trama fino a raggiungere gli episodi auto-conclusivi.
La trama è semplicissima e narra del solito viaggio intrapreso da tre protagonisti caratterialmente diversi tra loro in cerca di un personaggio sconosciuto.
Animazioni e scene d'azione, come detto, sono splendide e la trama è appunto semplice e poteva essere sviluppata meglio. La colonna sonora, sperimentale, a mio parere non è adatta ad un anime del genere. I personaggi invece sono ben caratterizzati. Personalmente l'anime, ad eccezione dei primi episodi, mi ha annoiato. Non sono riuscito a concluderne la visione lasciandolo in sospeso numerose volte. Comunque, credo che meriti davvero molto sotto il punto di vista dell'animazione.


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ivan180378

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Questo anime si ambienta all'epoca del Giappone feudale e narra di storie di samurai. L'interessante novità sono le musiche Rap. Davvero bravi gli autori a saper combinare una musica così moderna con un anime ambientato in tempi remoti: il rischio di creare il ridicolo era infatti ben concreto.
Invece l'anime è molto buono, tecnicamente eccellente e con un'animazione di ottima fattura. Il voto si stempera un poco a causa di alcune fastidiose esagerazioni presenti in alcuni episodi trash e di una conclusione un po' forzata. Voto: 8 e mezzo. Da vedere e collezionare.


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Deidara89

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Fuu, giovane cameriera, salva la vita a Mugen e Jin, rispettivamente un criminale delle isole Ryukyu e un samurai vagabondo, esigendo in cambio il loro "servizio" durante il viaggio che la porta alla ricerca del "samurai che profuma di girasoli".

Questa la premessa dell anime; aggiungeteci il fascino dell'epoca dei samurai (si tratta forse di Basso Medioevo), mixato magicamente all'epoca contemporanea tramite sottili, seppur evidenti, segnali (lo stile di combattimento capoeira di Mugen, gli occhiali di Jin, le musiche hip-hop...). Il connubio presente-passato risulta efficacissimo, sia per fascino, che in quanto ad espressività.

Contrariamente agli anime del genere, qui l'introspezione dei personaggi sarà alquanto trasparente: non ci saranno i soliti monologhi o flashback dati ad esporci la natura del personaggio... o meglio, ce ne saranno, ma in misura minore. Ci troveremo a seguire l' avventura di queste tre strane personalità, senza però mai conoscerle a fondo; Mugen e Jin sono personaggi assai differenti e pur in questo accomunati dall'eloquenza di alcuni loro silenzi, di certe espressioni. Fuu sarà l' unica "cerniera" tra il personaggio standard e il nuovo modello rappresentato dai due guerrieri. Ciò nonostante ci si lega subito al trio e alle loro avventure, raccontate ad episodi autoconclusivi, ognuno con il suo "messaggio", a volte banale, molte altre volte assai serio. La trama quindi procede lenta, quasi nulla, attraverso questi episodi spesso fini a sè stessi. Il tutto seguito da un comparto tecnico di elevata qualità: le animazioni sono stupende e danno vita a combattimenti di spettacolare bellezza, così come le OST (original sound track) risultano sempre emozionanti, spesso toccanti, e soprattutto originali.

Dirò di averne cominciato la visione pensando di trovarmi davanti ad un prodotto di media qualità, ma posso assicurare che Samurai Champloo è un anime stupendo, originale, particolare, emozionante per pochi, eppure accessibile a tutti. Consigliatissimo.

Topaz90

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Topaz90

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Uno dei più bei anime che abbia mai visto, non solo per la grafica e la colonna sonora, che insieme danno quel tocco accattivante che lo rende irresistibile, ma anche per la trama mi si é presentata fin da subito molto promettente inoltre i colpi di scena e le gag comiche contribuiscono parecchio a farti innamorare di questa piccola serie. I personaggi principali mi hanno fatta emozionare come non mai e giuro che non dimenticherò molto facilmente Samurai Champloo. Devo dire che il finale inaspettato mi ha parecchio sorpreso e forse lasciato un poco interdetta, tanto che mi sono ritrovata a pensare "Ehi! Un momento! Voglio il continuo!".
In conclusione, mi accorgo di aver sentito parlare di quest'anime solo nel 2009 e spero di sbagliarmi nel dire che questa serie é stata sottovalutata. Insomma, alcuni commenti riferiti a quest'anime dicevano che era una cavolata, ma che cosa avevano sugli occhi mentre (e se) lo hanno guardato?

elyveget

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elyveget

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Che dire... di recensioni che parlano di "lato tecnico", "colonna sonora", "qualità dell'animazione", etc... etc... ce ne sono già in abbondanza quindi è superfluo ripetere che Samurai Champloo si identifica come un anime eccellente. Quello che invece vorrei raccontarvi è come questo anime, composto da soli 26 episodi, al suo termine mi abbia lasciato un vuoto e una nostalgia tipica degli anime a lunga tiratura. I personaggi principali hanno una così forte caratterizzazione che, a volte, dimentichi di vedere un cartoon. Sembra di essere di fronte ad un lungometraggio con attori in carne ed ossa, ma con la spettacolarità che soltanto l'animazione può conferire ad alcune scene. Il triangolo amoroso rende romantico e piccante ogni episodio ed entrambe i personaggi maschili hanno una forte carica erotica che viene sempre espressa in maniera velata ed elegante tipica del grande popolo nipponico. Già dalla prima puntata ho intuito che questo anime mi avrebbe lasciato un segno. Lo rivedrei ancora ed ancora, per poter immaginare di essere anche solo per un istante parte del loro meraviglioso viaggio, dove la meta non è lo scopo della storia ma solo la sua inevitabile conclusione. Grazie Watanabe.


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VanyRevy

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Adoro Samurai Champloo! E' uno degli anime più belli che abbia mai visto. E' un vero capolavoro per la grafica, trama e animazione. Ogni episodio è ricco di colpi di scena e sorprese; sono rimasta stupita dal primo episodio all'ultimo...volevo non finisse mai. Adoro tutti e tre i personaggi: Mugen, un samurai abile e selvaggio, Fuu una ragazza dolce e simpatica e Jin, un samurai taciturno e saggio che in certe occasioni scatena il suo lato "vivace". E' un anime che "lascia il segno", lo consiglio assolutamente a tutti...sono sicura che come me rimarrete a bocca aperta XD. Un bel 10 anche se meriterebbe di più. *w*

La volpe

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La volpe

Episodi visti: 12/26 --- Voto 10
Devo dire soltanto che è stupendo...
Per quanto riguarda un voto questo va oltre il 10....
E grandioso per il fatto che oltre ad essere "styloso" e anche full of groove, con ritmi che si contrastano l'uno con l'altro...
Una trama che percorre tutti e due i poli del Tao.
Una sorta di reportage sui costumi dell'edo che pero differiscono solo nell'apparire da quelli attuali.
Arti di ogni espressione si uniscono per dar vita ad uno dei piu grandi anime fino ad ora RAP-resentati.
Vorrei tanto complimentarli di persona con Watanabe e la sua crew.


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Horus

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Samurai Champloo è l’opera con cui lo Studio Manglobe approdò nel mondo dell’animazione giapponese. In questa prima serie è possibile notare le diverse caratteristiche che poi si avrà modo di riscontrare anche nelle successive opere della Manglobe, soprattutto per quanto riguarda lo stile del disegno. In totale Samurai Champloo è composto da 26 episodi, che in Italia sono giunti grazie al doppiaggio e alla distribuzione della Panini Video.

L’ambientazione di Samurai Champloo è particolare o per meglio dire ha due stili, un’ ambientazione “visiva” e una “sonora” che presentano caratteristiche molto differenti. Quanto alla prima si colloca durante il periodo Edo, ovvero durante lo shogunato della famiglia Tokugawa ( 1600-1850 circa ). La trama in se è estremamente semplice e lineare, Fū Kasumi, una ragazzina che fa la cameriera nel ristorante degli zii, incontra per puro caso due personaggi alquanto singolari il cui unico tratto in comune è costituito dall’incredibile abilità nel combattere, Jin e Mugen. Con un po’ di astuzia e coraggio Fū riesce a convincere i due a farsi accompagnare nel suo viaggio alla ricerca del misterioso samurai che profuma di girasoli. Il viaggio in se rappresenta quindi il filo conduttore e funziona da pretesto per raccontare le avventure, o meglio le disavventure, affrontate dai protagonisti durante lo stesso, solo nella parte finale il viaggio e la ricerca tornano al centro dell’attenzione per trovare il punto di arrivo nell’ultimo episodio.

Gli unici personaggi ad essere caratterizzati sono i tre protagonisti, in realtà gli stessi non vengono poi molto approfonditi e tendono a rimanere sulle posizioni iniziali. Pertanto Fū si presenta come un ragazza, un’adolescente, che intraprende la sua ricerca, abbandonando gli zii, per cercare una risposta ai suoi dubbi. Jin incarna l’ideale del samurai, misterioso e abile nell’uso della spada riesce anche a mostrare un lato di se umano e sentimentale, infine Mugen, rozzo e aggressivo, un po’ come il suo stile di combattimento, anche nel suo caso è possibile rintracciare in qualche occasione un lato più “tenero”.

Passando alla realizzazione tecnica posso concludere il discorso fatto all’inizio, il titolo dell’anime deriva dal termine “chanpurū” che vuol dire “fondere”, la scelta non è casuale poiché Shinichirō Watanabe ( già regista di Cowboy Bebop ) decide di abbinare all’ambientazione “visiva” di Edo un’ ambientazione “sonora” composta per lo più da musica hip-hop, questa contaminazione a volte si spinge oltre influenzando la stessa trama. La scelta potrebbe sembrare coraggiosa, anzi senza senso, però Watanabe al contrario in questo modo mette in risalto le caratteristiche di Samurai Champloo, opera in cui l’umorismo è parte fondamentale. Analizzando i disegni sono molto belli però la Manglobe ha purtroppo un vizio presente in tutti i suoi lavori, ovvero realizzare gambe e braccia veramente striminzite, di sicuro poco realistiche. Il doppiaggio della Panini è fatto bene e anche i menù dei dvd sono molto carini, per farla breve una volta tanto valgono i soldi spesi.

In sintesi consiglio la visione di quest’anime, probabilmente non brilla per profondità, però è una storia divertente e abbastanza coinvolgente e il particolare mix visivo e sonoro la rende anche unica nel suo genere.

joan84

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joan84

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Stupendo, esilarante, mai termini sono più appropiati per definire quest'anime... Trama fluida, gli episodi non sono mai banali ma ricchi di colpi di scena. I tre personaggi sono molto diversi ma uniti insieme fanno una composizione vincente. Mugen è totalmente assurdo, lo amerete subito per le situazioni in cui va a ficcarsi. Jin e' il nostro taciturno, serio e pacato ma che riesce a dire sempre la cosa giusta. Fuu, cosa dire di fuu, una ragazza di 15 anni con un bel caratterino, probabilmente l'unica che possa azzittire mugen. Lo consiglio vivamente vi entusiasmerà, riderete, piangerete sarà un vero sballo!!


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Frakers354

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Ho appena finito di vedere questa fantastica serie di Shinchiro Watanabe (stesso autore di Cowboy Bebop) di nome Samurai Champloo...
E devo ammettere che è proprio un capolavoro, qualcosa che vale davvero la pena di vedere.
Dal punto di vista grafico direi che è più che soddisfacente, gli sfondi sono curati minuziosamente e i personaggi sono davvero particolari, sia nell'aspetto che nel carattere.
In oltre le animazioni sono molto fluide e dinamiche, e questo è un punto a favore per un anime ricco d'azione e combattimenti come Samurai Champloo!
Oltretutto i personaggi sono molto ben caratterizzati, e a differenza di molti anime non fanno la solita parte degli "eroi che combattono per il bene e la giustizia" ma hanno dei caratteri molto più "umani" rispetto a molte altre opere, e questo è davvero fantastico.
Poi, per non parlare delle ambientazioni, che rispecchiano in tutto e per tutto il Giappone antico, all'epoca dei Samurai, ma nonostante ciò, le colonne sonore sono tipicamente Rap e HipHop, cosa che dovrebbe fare un brutto contrasto, invece...
E' perfettamente omogeneizzata con le ambientazioni! Davvero incredibile :D
Ma passiamo alla trama: La protagonista di Samurai Champloo è una giovane ragazza di nome Fuu, orfana dei genitori e impiegata in una piccola locanda.
Questa, dopo aver salvato due samurai, Jin e Mugen, li condurrà con se in un viaggio, alla ricerca di un misterioso uomo che lei chiama "il samurai che profuma di girasoli".
Da allora, i tre inizieranno a girare per il Giappone alla ricerca di questa fantomatica figura, e durante il viaggio si approfondiranno i caratteri e le storie dei tre protagonisti.
Ritengo che questo sia un anime che vale davvero la pena vedere, non vi pentirete del mio consiglio.


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Aduskiev

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Quando sento il nome del maestro Shinichiro Watanabe provo sempre un’ondata di rispetto e ammirazione. Il regista, padre della fortunata serie “Cowboy Bebop” trasmessa in Italia da MTV ha creato un secondo capolavoro : Samurai Champloo. Gli elementi che accomunano le due opere sono parecchi anche se l’una e l’altra sono ambientate in scenari del tutto discordanti tra loro. Se già in Cowboy Bebop, Watanabe è riuscito a fondere più stili dissonanti tra loro come lo spazio, i western e il blues, il risultato di Samurai Champloo è alquanto simile se non ancora più eterogeneo nelle scelte.
Ambientandola in una fantastica epoca Edo, Watanabe riesce a fondere con maestria nella sua serie, il Bushido all’Hip Hop, i duelli tra samurai al baseball, in un’infinita serie di citazioni che riprendono personaggi storici giapponesi (e non solo) sin dal periodo Kamakura. Ed è da questo mixer di suoni, ambienti e nomi che il regista sceglie il titolo della sua opera : Samurai Champloo, da “Champuruu”, mischiare, nel dialetto di Okinawa, patria per altro di uno dei protagonisti.
Come nella prima serie anche qui ci troviamo di fronte a puntate autoconlusive, tutte legate a un filone centrale, la ricerca da parte di Fuu del “Samurai che profuma di girasoli”. La ragazza riuscirà a convincere due ronin Jin e Mugen a seguirla nel suo viaggio. Spesso, come già succedeva in Cowboy Bebop, sembra che la puntata non centri davvero nulla con la serie e che sia un filler surreale, creato solo esclusivamente per il divertimento degli sceneggiatori (Shinji Obara) e dello stesso Watanabe.
Ironico, sboccato, controverso, Samurai Champoo mette lo spettatore alle strette, obbligandolo quasi a non vedere l’ora di gustarsi un altro delirio nel mondo fantastico creato da Watanabe e nel quale i suoi personaggi si muovono frenetici. Il character desing, questa volta affidato a Kazuto Nakazawa (Watanabe ha realizzato la sua prima serie con lo studio Sunrise affidando i personaggi a Toshihiro Kawamoto, Samurai Champloo è invece realizzato per la Manglobe) rimane sempre quello classico del regista, con grande cura dei dettagli sui protagonisti e tutto il resto a fare da comparasa, sbiaditi quasi, o meglio, messi in ombra dell’avvincente ego che scaturisce da Fuu, Jin e Mugen.
Il disegno è azzardato nonché perfetto. Facce che quasi esplodono fuori dal video, surreali e al contempo molto realistiche, un altro nonsense targato Watanabe che coinvolge ulteriormente lo spettatore. Grande cura di sfondi e dettagli. Ottimo gioco di luci ed ombre.
Anche la colonna sonora si fa davvero graffiante in questa serie, dove i combattimenti sono ritmati dal beatbox hip hop e da assordanti acuti di strumenti elettronici.
Insomma un anime stupendo, coinvolgente e surreale. Degno del maestro Watanabe. Consigliato a tutti. Un dieci con lode senza ripensamenti.


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SuperFra

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Samurai Champloo è un anime che consta di 26 episodi.
La regia è di Shinichirō Watanabe, lo stesso regista di Cowboy Bebop.
In esso vengono narrate le vicende di due samurai ed una giovane ragazza di nome Fu.
Fu in principio riesce a "salvare" da morte certa i due samurai Jin e Mugen che per sdebitarsi accettano di accompagnarla nella ricerca di tale Samurai che profuma di girasoli.
Le puntate hanno ognuna una propria impostazione, che spesso prescinde da quelle precedenti.
In ognuna dei esse vengono enumerati molti problemi che l'animo avido e crudele dell'uomo hanno sempre causato dall'alba dei tempi fino ad oggi.
Vengono raccontate storie di ladri, prostituzione, associazioni mafiose, povertà e moltissimi altri problemi che affliggevano tanto l'epoca in cui è ambientato l'anime, tanto la nostra.
Spesso il tono è aspro e duro, spesso vengono condannate con severità ogni azione deplorevole.
In compenso spesso si ci ritrova con un happy - ending non sempre meritato, che però riesce a risollevare il cuore dello spettatore.
Infatti spesso si finisce per essere coinvolti nelle storie raccontate a tal punto da immedesimarsi nei personaggi.
Purtroppo questo anime non è esente da difetti, alcuni dei quali non trascurabili.
Uno dei difetti più grossi è una scarsa introspezione dei protagonisti (forse voluta, per simboleggiare che il fatto che in tempi difficili non sempre si ha il privilegio di soffermarsi a riflettere sulla propria condizione).
Altro difetto è la mancanza di mordente in molte situazioni, anche se in altre, come già detto in precedenza, si ci riesce ad immedesimare bene.
La trama infine non è esente da difetti; infatti sembra inizialmente progettata come sequenza di episodi sconnessi, ma alla fine la si riconduce, un po’ troppo forzatamente ad una sola lunga storia.
Il finale non è dei migliori, assolutamente non soddisfacente, banale e scialbo.
Tecnicamente Samurai Champloo è molto ben realizzato.
Le animazioni e la grafica sono eccezionali, e ben rifinite.
L'audio è curato sia nel doppiaggio che negli effetti.
la colonna sonora è interessante, anche se spesso il rap non sembra essere molto adeguato al contesto.
In definitiva Samurai Champloo è un buonissimo prodotto, non esente da difetti e imprecisioni che ne limitano fortemente il potenziale.
Medio, non di più... forse deludente, su questa serie ci sono forse troppe aspettative.


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Achille

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Premessa: a me l’hip-hop fa letteralmente cagare (Metal rules!!!) e non sopporto in generale tutto quello che è legato al movimento rap.
Che l’ho guardato a fare, allora?

Spiegazione: quest’anime è una figata pazzesca! Il sottofondo musicale sincopato a colpi di elettro-basso è gestito in maniere fortissima e mai fastidiosa, con ritmi molto vari, e soprattutto non c’è traccia della tasceria (ma che parola è?) ossessiva e imperante nel mondo hiphopparo. I passaggi di inquadrature a ritmo di skretch sono assurdi, e il ritmo tenuta dalla regia è davvero coinvolgente, sempre ben dosato. Poi sui personaggi... beh, basta che diate un’occhiata a qualche immagine per capire quanto siano assurdi e fuori di testa. Voglio dire, Mugen è impagabile; un grezzo che di più non si può, sballato, irruento, casinista, violentissimo, strafottente... serve altro? Jin è il più cool; con l’aria malinconica, tormentato, laconico (i suoi mugugni ripetuti fanno cadere a terra dalle risate), dal passato misterioso che lo perseguita – come a tutti gli altri, del resto – , di un eleganza ed essenzialità nella tecnica di spada senza pari. Fu è carinissimamente inutile, e aggiunge a questa caratteristica di non poco conto l’essere totalmente deficiente e spassosissima, oltre che il diventare una balena ingozzandosi come dieci ciccioni a digiuno da un mese. I nostri eroi (eroi? Se, se...) si uniranno per caso in un viaggio costellato da tutte le stramberie immaginabili, tra scontri rocamboleschi dove metà Giappone ci rimette le penne, e incontri con gente buttata fuori dai manicomi perché troppo insensata pure per quei posti. Sempre alla ricerca del tizio che profuma di girasoli. Watanabe si conferma assurdamente estroso, con incastri temporali tra Giappone feudale e cultura pop-underground del 2000, imprimendo al tutto un ritmo azzeccatissimo e incredibilmente divertente, gestendo splendidi combattimenti frenetici in modo insuperabile, momenti di pause più leggere e amalgamando bene (chi più, chi meno) i personaggi totalmente bislacchi che si vanno presentando nella narrazione. Poi la Manglobe ha messo in scena le sue solite ottime animazioni, e i suoi disegni molto stilizzati e dal tratto marcatamente modulato che ricorda Ergo Proxy (lo so che EP è posteriore, ma io l’ho visto prima), non eccezionalissimi ma sempre piacevoli da vedere. Certo, Watanabe ha abbandonato l’atmosfera jazz-spaziale, sublime e venata di malinconia, e di certo Fu e co. non hanno minimamente lo spessore, la profondità e l’umanità struggente di Spike, Jet e Faye – ma Cowboy Bebop è un capolavoro di altri tempi! Tuttavia Samurai Champloo è un anime onesto, divertentissimo e che non annoia mai; senza troppe pretese tranne quella di appassionare con tante risate e un finale un po’ telefonato ma sempre piacevole. Un sette e mezzo meritato. Yo!


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Mifune

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Watanabe è attualmente uno dei regista di anime di maggior successo internazionale; dopo il successo di Cowboy Beebop e la consacrazione con gli episodi di Animatrix, il nostro protagonista torna a confrontarsi con una serie di ventisei episodi. Samurai Champloo è un prodotto degno del nome del suo creatore e allo stesso tempo soffre di una tipica caratteristica dei prodotti di watanabe, cioè una narrazione basata su puntate auto conclusive. Certo, all'interno della serie c'è una storia madre che porta avanti tutto il blocco narrativo, ma quasi tutti gli episodi intermedi sono scollegati dal plot centrale e aggiungono avvenimenti scollegati tra loro. In assoluto questo è il problema piu grosso per un prodotto che comunque eccelle in tutte le altre caratteristiche. La regia è veramente eccezionale e certe soluzioni sono bellissime. Il montaggio dei primi episodi fatti in stile "scratch" del linguaggio hip-hop sono geniali. I combattimenti sono ottimi, adrenalinici e si nota il tocco del maestro. I personaggi sono ben caratterizzati e la differenza di carattere tra il mite Jin e il selvaggio Mugen viene accentuata dal diverso stile di combattimento. Ma non solo, il chara design di Kazuto Nakazawa crea due personaggi perfettamente antitetici: uno l'opposto dell'altro. La musica affidata a Force Of Nature, Nujabes, Tsutchie e Fat Jon è tipica della cultura hip-hop contemporanea e si sposa a meraviglia con le ambientazioni Edo dell'anime. Non avrei mai pensato che l'hip-hop si mischiasse così bene con i samurai, eppure in questo lavoro sono continui i riferimenti alla cultura del rap: il montaggio che ricorda lo scratch, la colonna sonora, la pettinatura di Mugen e il suo stile di combattimento che ricorda la break dance( e molti altri). Ed è proprio in questi elementi che si riscontra un mix tra elementi del presente e caratteristiche del passato che pregna tutta la serie. Alla fine il risultato finale è ottimo e supera alla grande la mediocrità. Diciamo che io mi aspettavo una crescita del regista e il prodotto in se non è migliore del suo predecessore, perciò la delusione c'è ed è forte.


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LaughingMan d:D

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Uno pensa Shinchiro Watanabe e subito viene in mente Cowboy Bebop, da un suo anime ci si aspetta per forza un capolavoro. Samurai Champloo non è di certo un capolavoro ma senza dubbio una serie piacevole che si lascia guardare, anche con qualche emozione, la visione continua spedita fino alla fine ma, dopo la fine, non ti rimane quel senso di soddisfazione, quel qualcosa che ti fa gridare al miracolo.
La commistione di generi e gli episodi autoconclusivi sono metodi ben rodati da Watanabe nella sua opera principale Cowboy Bebop e vengono riproposti in maniera fin troppo speculare in Samurai Champloo. Le tematiche gira e rigira sono sempre quelle: innanzitutto la commistione di generi che miscela una storia che si svolge nel Giappone feudale e ha come protagonisti i samurai con elementi moderni rap street-style con tanto di slang stile rapper del ghetto. Poi i protagonisti, personaggi apparentemente incompatibili l'uno con l'altro che hanno una cosa in comune: sono dei lupi solitari che in qualche modo si sentono incompleti; per qualche casualità si troveranno ad affrontare un viaggio insieme alla ricerca ognuno della sua completezza per accorgersi alla fine che la completezza che cercavano la avevano già trovata nell'atto stesso di viaggiare e che quelle persone con cui quasi per caso si era iniziato il viaggio erano diventate una vera e propria famiglia, per quanto strana e fuori dagli schemi.
Ora, questo è un concetto molto bello, viene espresso molto bene in entrambe le opere di Watanabe, solo che in Samurai Champloo non è più originale e rischia di diventare banale.


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Master Chief

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Lo definirei una perla, il voto è giustificato dal fatto che è decisamente un anime di serie A. Inoltre, non appena finito di vederlo ho sentito l'irresistibile bisogno di rivederlo una seconda volta! Grafica ineccepibile così come le animazioni e la colonna sonora. La regia si vede che è del maestro Watanabe, infatti è qualcosa di eccezionale. Un mix perfetto di flashback e situazioni parallele (il primo episodio è semplicemente geniale), ovviamente anche nel complesso è curatissima. Questo anime racconta l'avventuroso viaggio di Fu, una ragazza un po' particolare, Mugen e Jin, due spadaccini eccezionali ingaggiati come guardie del corpo. Un viaggio particolarmente duro che mostra anche alcuni aspetti del Giappone nel periodo Edo, ma anche un viaggio stimolante, sempre alla ricerca di qualcosa da mangiare! I tre scopriranno che la ricerca del Samurai dei Girasoli che risulterà essere... Scopritelo gustandovi questo bellissimo anime!


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Iulia Oblita

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Ho iniziato a vedere Samurai Champloo solo dopo aver visto l’opening in giro per il web e mi attirò per via della canzone decisamente in opposizione alle immagini poiché si parlava di samurai e dell’epoca Edo. Dalle premesse e dal primo episodio mi aspettavo qualcosa in più, episodio dopo episodio non mi ha lasciato con il fiato in sospeso né è riuscito a farmi vedere più di un episodio al giorno…
Il motivo dell’otto è per le ultime tre puntate in cui si concentra tutto l’anime e tutta la sua bellezza; anche un otto alle animazioni soprattutto durante i combattimenti, per il resto l’anime si aggira intorno a un 7 – 7,5. Altro punto di merito è l’ambientazione che dovrebbe essere storicamente corretta (almeno per quanto riguarda le persecuzioni cristiane avvenute durante il periodo Edo, i traffici commerciali con gli olandesi e la paura dei cosiddetti “barbari” ovvero gli occidentali). Comunque consigliato a chi ama combattimenti e le ambientazioni storiche.

HaL9000

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HaL9000

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Molto divertente. Non troverete certo grande complessità di trama, né elucubrazioni di varia natura. E' un prodotto che funziona così com'è: ci sono 2 grandi personaggi, molto caratterizzati (Jin e Mugen), diversi come il giorno e la notte, ed una ragazza (Fuu), che forse tra i tre è la figura meno riuscita, in un Giappone dove elementi antichi e moderni talvolta si mescolano; così abbiamo samurai che convivono con "taggers", o contadini che parlano rappando, mentre in una locanda si esibisce una cantante tradizionale giapponese (una "gozo"). E' originale anche la colonna sonora: rap, hip-hop ed altri generi metropolitani, che nulla hanno a che vedere con il contesto storico (non ben definito, tra l'altro).
Da sottolineare, infine, le scelte di regia, con inquadrature originali e che simulano i movimenti di camera, ed i combattimenti, veramente ben fatti.

wendetta

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wendetta

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Davvero niente male.
Ho messo un 8, ma in realtà avrei voluto mettere un 8,5 e forse per certe vette toccate il voto potrebbe risultare in entrambi i casi stretto...
Allora, ho avuto il piacere di assaporare un'originale storia di samurai condita con atipici (quanto a mio avviso originali) elementi hip hop. Il risultato ottenuto è sorprendentemente innovativo poiché per certi versi svecchia alcuni canoni del genere dandogli un look più moderno unito al fascino dei samurai del periodo Edo; e questo risultato è ottenuto non solo con l'innesto di elementi hip pop, ma anche grazie ad una serie di situazioni riviste in chiave attuale (moderna appunto), il tutto unita ad una regia davvero ottima di un grande resta quale è Watanabe. La storia stessa che molti hanno detto inconsistente in realtà è un ottimo spunto (a riprova della modernità dell'opera), il fatto è che molte puntate spezzano il ritmo del filone principale (che è più drammatico), con eventi apparentemente scollegati e dal tono meno serio, questo contribuisce alla caratterizzazione della serie secondo me: togliere queste puntate avrebbe dato alla serie un taglio diverso, insomma, lo ho apprezzato nella sua interezza. Poi si, c'è la puntata 22 che secondo me è un orrore, ma non inquina la serie.
Le scene di azioni le ho trovate pregevolissime, mix di vecchio e nuovo, su ritmi hip pop e mai fini a se stesse, una goduria, queste ad altri momenti più rari come riflessioni interiori hanno dato valore aggiunto all'opera.
Un opera per chi ama l'animazione, consigliata a chiunque... e magari che il viaggio non finisse mai...

Melany

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Melany

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Dopo la bellezza di "Cowboy Bebop", mi sono precipitata a guardare l'altro lavoro di Watanabe: "Samurai Champloo" si presenta da subito come un anime a forte impatto visivo, infatti i disegni sono particolari e anche l'opening è alquanto insolita ma geniale. I due personaggi maschili sono quelli più interessanti e innovativi, hanno uno stile di combattimento che cattura dal primo episodio. La trama è abbastanza semplice e divertente con scene di azione rese benissimo.
A chi ama i samurai, l'hip hop e i bei combattimenti questo anime piacerà di sicuro.

Malkhut

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Malkhut

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Molto bello in tutte le sue sfaccettature.
L'accostamento musicale rap e hip-hop riesce ad adattarsi alle situazioni più disparate!
La trama è originale e trascinante proprio perché, a differenza di altri anime che ho visto, si rivela pezzo per pezzo (le intenzioni dei protagonisti infatti divengono note ben dopo la metà della narrazione...).
I personaggi sono fantastici, crudi e reali... i loro caratteri né eroici né idealizzati.
Essi sono vittime del tempo, della loro storia, e come noi si rifugiano dietro a maschere e comportamenti ostili.
La magrezza nelle descrizioni e nelle riflessioni personali non la vedo come una mancanza, ma come un parallelismo col lato più fragile e umano del nostro animo:
in SC infatti le persone accusano, piangono e uccidono, per dimenticare ed essere dimenticati, per ricordare ed essere ricordati. Il passato fa male e, come nella realtà, il silenzio a volte può sembrare la soluzione più vicina al sollievo.
I tre protagonisti non decidono però di cambiare per rinnegare ciò che sono diventati: essi cambiano perché trovano nell'altro "qualcosa" che in loro mancava e che vale la pena di possedere,anche a discapito della vita.
L'animazione è impeccabile e divertente, grandiose le sequenze di combattimento e gli sfondi paesaggistici.
Il tratto molto deciso sui primi piani sfuma man mano che gli scenari si allargano, rendendo molto suggestiva l'animazione!
Nella mia totale ignoranza riguardo a conoscenza di manga e anime valuto SC con un nove!
Veramente MOLTO MOLTO BELLO!

Adaralbion

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Adaralbion

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Samurai Champloo è uno degli ultimi anime che mi sono trovata a vedere: trovato per caso, guardato per curiosità, seguito fino all'ultima puntata con ansia e stupore! Premetto che non ho visto Cowboy Bepop e che quindi non mi metto a fare confronti anche perchè quel poco che ho visto di CB non m'è piaciuto per niente. Ma tornando a Samurai Champloo: è l'anime adatto per chi cerca qualcosa che sprizzi innovazione, che sia frizzante, pieno di combattimenti, battute demenziali, situazioni fuori dall'ordinario. Perchè sì, SC è diverso, ed è questo che lo rende affascinante! All'interno dell'anime vengono mischiati il passato del giappone, con numerosi citazioni a persone e fatti veramente accaduti, al nostro presente, con "l'importazione" di alcuni elementi che contraddistinguono il mondo di oggi all'interno di un contesto al quale proprio non appartengono (ad esempio il baseball, i graffiti... e mille altre cose): il tutto condito con la fantasia, la finzione, che è la storia che accompagnerà i tre protagonisti Mugen, Jin e Fuu ad incontrarsi ed intraprendere insieme uno straordinario viaggio alla ricerca del "Samurai che profuma di girasoli". Non è un anime adatto a chi cerca una trama lineare, precisa, che segua un percorso che potrebbe considerarsi "scontato"; non è consigliato ai "pignoli del genere" che non apprezzano intermezzi che sono quasi totalmente scollegati dalla storia; ma è consigliatissimo per coloro che sono sensibili ad ogni forma di arte, perchè Samurai Champloo è veramente un'opera d'arte che ne racchiude altre mille: non solo i disegni, non solo i personaggi (che solitamente creano due schieramenti ben distinti... e credo che sia giusto così^^), ma anche le ambientazioni, le piccole chicche storiche che danno al tutto quel qualcosa in più difficile da ignorare. Che dire, è veramente un anime innovativo e merita di essere visto^^

kujjja

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kujjja

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Otto perché non potevo dare 7.5 e nell'indecisione ho arrotondato per eccesso in nome dell'affetto che provo per Shinichiro.
Purtroppo non è Cowboy Bebop e si sente...
Se già cowboy aveva poca storia, in Samurai la storia è quasi inesistente.
Questo non è sempre un male, ma un minimo di filo conduttore ci vorrebbe anche se le storielline autoconclusive sono divertenti e allettano.
Finite le controindicazioni Samurai Champloo si presenta come un anime poco impegnativo e così alla fine è... riesce a divertirti ed a tenerti lì fisso a guardarlo; animazioni bellissime, combattimenti spettacolari (più che in Cowboy, a limite come il film che è un pò più spettacolare) e personaggi che vale la pena di conoscere. Parte a se la colonna sonora: non è Yoko Kanno e si sentem, però è mooolto particolare ed è stato un azzardo accostare i samurai ad una colonna sonora Hip-Hop. Secondo me è bellissimo anche se alla fine nessuna canzone spicca più di tanto a parte Shiki no Uta.
In definitiva bravo Watanabe però la prossima volta mi piacerebbe che fosse un pò più serio e drammatico

Danteale83

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Danteale83

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Ambientato in un giappone neppure troppo antico, dove l'influenza occidentale comincia già ad insinuarsi nella cultura generale, Samurai Champloo miscela i classici samurai, ninja, katane ed onore con alcuni riferimenti piuttosto contemporanei, supportato da una colonna sonora hip-hop che riesce a non stonare e a non essere mai eccessiva. Un altro bel lavoro da parte del team di Cowboy Bebop, sebbene solo la capigliatura di uno dei due dei protagonisti possa far accomunare questo anime con la serie di Spike & soci.
Al di là delle tematiche e dell'ambiente decisamente differenti, le due serie si contraddistinguono anche per il fatto che Samurai Champloo è di gran lunga inferiore rispetto a Cowboy Bebop. Mi spiego meglio. Pur essendo tecnicamente ben realizzato, questo cartone animato non riesce a dare quel qualcosa che il precedente lavoro di Watanabe lasciava nello spettatore. La storia è carina, ben dosata nei suoi momenti di dramma e comicità ma poco altro. A tratti è pure un po' pesante. Sembra anche che si appoggi troppo su riferimenti storici reali per continuare il suo incedere, senza avere una base propria. La ricerca del samurai che profuma di girasoli tuttavia è costellata di bei momenti e di bei personaggi, con i due protagonisti maschili a farla da padrone. Nota di demerito invece per l'insopportabile protagonista femminile, la classica mocciosa carina dalla voce irritante che non sa fare nient'altro se non lamentarsi di continuo.
Concludendo, un buon lavoro che a mia modestissima opinione si merita un 7,5 arrotondato a 8. Piacerà infinitamente a tutti coloro appassionati di Giappone feudale e musica rap... ma anche gli altri ci diano comunque un'occhiata.

arampazz

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arampazz

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
L'accostamento tra Hip Hop e samurai è geniale e fantastico. Mugen e Jin hanno personalità e uno stile unico. Il problema è la trama: mi pare che ci sia una carenza di spessore lungo tutta la serie, molti episodi sono a mio avviso inutili. Il filo conduttore, il samurai che profuma di girasoli, è a dir poco una scemenza. La cosa positiva è che i combattimenti, anche se pochi, sono molto belli, grazie agli stili così differenti dei due protagonisti. Le musiche sono proprio da sentire, a partire dalla sigla d'apertura che trovo fantastica. La serie è da vedere, ma senza aspettarsi granchè.

karyon

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karyon

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Dal punto di vista tecnico è perfetto; ma non ci si poteva aspettare altro dal grande creatore di Cowboy Bepop. Disegni particolari, che lasciano il segno; così come le musiche.
Dov'è l'inghippo? La trama: episodi quasi del tutto autoconclusivi, personaggi con spessore psicologico che rasenta lo zero, così come la crescità di questi durante gli episodi.
La trama è quasi inesistente e, dopo aver visionato la metà degli episodi per capire chi è il fantomatico Samurai... rimani di stucco. Scontato, scontato e banale. Insomma un anime divertente per i suoi accostamenti al limite del possibile (hip hop e samurai!), stupendi i combattimenti e i personaggi, se sviluppati, potevano essere molto miglori (sebbene sempre un pò stereotipati).
Sette per l'aspetto visivo e musicalòe insomma; ma si poteva fare di più.

Spike777

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Spike777

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Perdonate se prendo spunto dalle altre recensioni, ma mi sento in dovere di mediare le varie opinioni: ok sì, l'anime è quasi perfetto e la regia è da oscar... i combattimenti e le animazioni sono superbe, niente da dire... avrei dato 10 e lode se non fosse stato per due cose:
1- la trama: non è che sia brutta, ma poteva essere miliardi di volte meglio con una base così... delude davvero.
2- vi piace l'hip hop? allora non so che dirvi... ma se come me lo sopportate a malapena, beh, non è che sia fastidioso, spesso è simpatico, ma ne hanno anche dedicato un'intera puntata, che sinceramente potevano evitare. Gli anacronismi costanti sono solitamente molto simpatici (perché la parte umoristica è davvero ben curata), ma alcuni sono superflui secondo me...
Comunque non è che le musiche siano brutte, comunque si adattano allo stile, ma lasciando da parte ogni critica artistica, e dimenticandomi l'amore che provo per Watanabe dopo Cowboy, direi che comunque sta dissonanza assurda la poteva ridurre in qualche modo a questo giro.
Per concludere sia chiaro: l'anime è comunque fantastico, lo si può buttare giù anche tutto insieme!

noodles

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noodles

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Contrariamente alla norma inizio dal lato tecnico perchè so che poi mi lascerò prendere la mano quindi chiariamo subito che l'anime ha uno stile di disegno unico ma a mio parere ottimo, colori brillanti, una regia alla Tarantino e una buona colonna sonora anche se certo non indimenticabile (a parte la bellissima sigla iniziale), e ora passiamo alle cose serie.
Due samurai simili tra loro come ghiaccio e fuoco legati (con l'inganno) da una ragazzina ad una folle quest, questa la trama principale, uno dei punti deboli dell'anime, essendo sviluppata poco e male. Il vero Samurai Champloo infatti è quello delle puntate autoconclusive o dei brevi cicli, il più puro racconto d'avventura, di cappa e spada. Come moschettieri o corsari di vario colore Jin, Mugen e Fuu (la più grande vittima di rapimenti della storia dell'animazione) attraversano coast to coast un Giappone che è storicamente ben definito e visivamente un gustoso misto tra elementi a prima vista inconciliabili, affrontando mortali duelli, rapimenti, fughe d'amore, battaglie navali, complotti, agguati, sicari, inquietanti misteri, cinismo & romanticismo, storie spesso brillantemente ironiche e a volte malinconicamente tragiche ma mai anonime. Raccontate con taglio adulto ma mai volgare ne splatter. Con tutta questa carne al fuoco stona pesantemente l'unica puntata a mio parere veramente brutta, la 19esima, per il resto... un viaggio che vorresti non finisse mai.

mugen

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mugen

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Capolavoro! Uno dei miei anime preferiti, nonostante quasi tutti gli episodi siano autoconcluisivi, cosa che di solito non apprezzo. La storia è quella di una ragazza e di due samurai che girano per un giappone antico meraviglioso alla ricerca di un misterioso samurai che profuma di girasole. Non manca nulla in quest'anime: azione,umorismo, momenti riflessivi, momenti in cui sembra un documentario storico. In alcune puntate sembra che il montaggio sia stato fatto da Tarantino! Dal mio punto di vista è anche meglio di Cowboy Bebop! Anche qui c'è un miscuglio i generi: giappone antico e hip hop! Qualche punatata non è eccezionale ma ciò non può indurmi a mettere meno di 10. Da vedere assolutamente.

hiroakisamura78

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hiroakisamura78

Episodi visti: 8/26 --- Voto 10
Amo questo anime, lo dico subito. Prima di tutto per la visione del samurai fannullone che sa usare l'unica arma di massa all'epoca nel migliore dei modi, sempre senza un soldo bucato in tasca, irascibile, irriverente, insomma un ribelle. Ritengo che dal punto di vista grafico bisogna inchinarsi alla capacità di usare il cell shading senza rendere tutto troppo ''fumettoso'', poi il mix con l'hip hop, una sorta di ghost dog senza troppe digressioni filosofiche. Poi il fatto che realmente succede ben poco per quanto riguarda evoluzione dei personaggi e sviluppo della storia, ritengo che i due personaggi sono talmente mitici che non abbiano bisogno di evoluzioni e trasformazioni. Un'altra cosa che apprezzo è che non sia un anime buonista con sentimenti forzati e lacrimosi, c'è sangue si ride sembra un film di tarantino in alcuni tratti. Geniale

Psychemax

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Psychemax

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Uno dei migliori mai visti. Ritmi Hip-Hop, scandiscono una storia di un antico giappone moderno. Giappone dove occhiali da sole, oppure insegne semoventi, sono all'ordine del giorno. Esteticamente, un gran tripudio di arte anime. Movimenti fluidi, trovate simpatiche legate alla musica, combattimenti avvincenti e senza inutili effetti grafici in più. Trama non complessa, ma ingegnosa. Registicamente, alcune idee geniali. La sfida con gli altri anime non è aperta, ma già chiusa perchè vinta in partenza. Un anime impegnato, ma che fa scorrere tranquillo il tempo impiegato per guardare le 26 puntate, che seguono tutte lo stesso filo. Shinichiro Watanabe non si smentisce mai. E' sempre quel genio che ci ha abituati a grandi anime...

Yaz

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Yaz

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Sembra che Watanabe si diverta a giocare col tempo al ritmo di scratch...
Il periodo Edo sembra il nostro tempo... geniali gli accostamenti (il bordello... i combattimenti... la Yakuza) che ci catapultano da un periodo all'altro, con il risultato che alla fine non capiamo piu' se ci sta raccontando la storia di eroi dei tempi passati oppure ci vuole aprire gli occhi sul tempo presente.
Bellissima la cadenza hiphop di alcune sequenze, bisognerebbe analizzare piu' profondamente la poetica di un autore che fin dal principio ha solo stupito.

Link

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Link

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Un vero capolavoro, unico nel suo genere: Watanabe si riconferma un regista al di sopra della media.

Ma, a parte l' elogio tecnico e altri aspetti che sono già stati approfonditi da altri recensori, volevo portare l' attenzione su un particolare che forse alcuni non hanno notato (al punto da asserire che le puntate sono scollegate!), ma che è poi il nerbo di questa serie.

Samurai champloo è ambientato in un' epoca storica particolare, il periodo Edo. Se a qualcuno questo non dice niente, chi conosce anche minimamente la storia giapponese sa che quel periodo fu caratterizzato da una notevole fioritura delle arti e della cultura, ma soprattutto si andava consolidando la tendenza al mutuare dal mondo occidentale. Non dimentichiamoci infine l' inizio della crisi degli antichi valori legati alla casta dei samurai!
Dunque, il Giappone di Samurai champloo non è poi così antico, anzi è decisamente moderno!

Watanabe dunque metaforizza, con estro e simpatia impareggiabili, nient' altro che l' enorme contrasto tra antico e moderno, tra orientale ed occidentale che il Giappone vive tutt' oggi!

Non a caso, nel primo episodio, una delle scene iniziali mostra uno squarcio della città giapponese moderna, portando poi subito indietro la "macchina del tempo" e ritornando alle costruzioni in paglia. Non a caso diversi personaggi, inclusi i protagonisti, sono caratterizzati da elementi fortemente a contrasto con il look tradizionale (basti pensare ai modernissimi occhiali!). Non a caso, le musiche sono hip-hop. Non a caso, lo stesso titolo "Samurai champloo" è una fusione fra un termine tradizionale, "samurai", e la traslitterazione fonetica di un modernissimo inglesismo, "champion".

E' dunque su questa linea che tutto l' anime si dipana, mostrandoci come l' antico e il moderno coesistano, a volte in conflitto,a volte in straordinario (e bizzarro!) accordo. Secondo me questo è il più profondo senso dell' anime, che supera i vincoli della storia e che lo rende pienamente espressivo.


Kami

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Kami

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Un bell'anime, veramente. La confezione è ottima : character design accattivante, animazioni stupende, personaggi "stilosi", scelte musicali davvero molto, molto apprezzabili e particolari. La storia scivola che è un piacere. Purtroppo, come già detto, è la trama ha lasciare perplessi: non tanto, dal mio punto di vista, la mancanza di profondità della stessa, quanto piuttosto la prevedibilità dello scioglimento dell'intreccio. Chi, dopo qualche episodio, non aveva già capito l'identità del "misterioso" uomo che profuma di girasoli? Ciò non toglie i molti meriti dell'anime, che si fa seguire con entusiasmo :)

Dren

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Dren

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Watanabe è Watanabe.
Tecnicamente ai massimi livelli (animazione, disegni, apporto musicale etc.) SC riprende ciò che ha fatto la fortuna di Cowboy Bebop: narrazione discontinua, graduale approfondimento dei protagonisti (due uomini e una donna) e storia, mescolanza di generi e stili, pefino l'amosfera picaresca è la stessa...
Il risultato è notevole, ce ne fossero di più di anime così... Volendo trovare a tutti i costi qualcosa da obiettare, si potrebbe dire che in SC l'intensità e l'asciuttezza drammatica (seppur a tratti notevole) non è all'altezza di quella in Cowboy Bebop. Inoltre, a livello di contenuti, SC non dice sostanzialmente nulla di più di quanto già raccontato nelle storie di Spike & Co.

Hajime-chan

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Hajime-chan

Episodi visti: 24/26 --- Voto 8
Sebbene non riesca ad esprimere la stessa magia di Cowboy Bebop, Samurai Champloo si rivela essere un prodotto comunque inappuntabile sia dal punto di vista tecnico che da quello artistico. A differenza di altri prodotti dello stesso staff, questo si rivela essere molto legato alla tradizione giapponese sotto ogni punto di vista, senza concedere davvero nulla allo spettatore occidentale ( e non poteva essere altrimenti vista l'ambientazione). Il viaggio dei tre protagonisti ci mostra tutte le sfaccettature di quell'ambientazione legando il tutto con delle musiche sempre adeguate alla situazione. (Una menzione particolare x gli episodi 20-21 sia per le musiche che per la spettacolarità dell'azione).
Insomma una serie davvero ottima, che merita di essere vista anche da chi trova noiose le storie dei guerrieri e dei samurai nel giappone feudale.

PS: Non avevo mai visto nessuno combattere come Mugen, il suo "stile" ha davvero qualcosa di affascinante, sia nei modi che nelle tecniche, incredibili davvero.