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Fuspata

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
Questa mia breve recensione comprende, oltre al film in questione, anche tutta la serie antecedente.

L'anime nel suo insieme è una montagna russa, è un continuo salire (poco) e scendere (molto).
La storia parte anche bene, col carattere del protagonista che viene celato, per dare spazio a una maschera da bravo ragazzo, dove la bella Pansy è l'unica che se ne rende conto. Poi inizia la discesa... ossia una serie di situazioni troppo esagerate che tolgono tutta la parte realistica, fino al finale della sfida delle forcine, che per me rasenta il ridicolo.
In più, la doppia faccia di Joro sembra quasi una patologia di bipolarismo.

Il messaggio generale dell'amicizia (ormai prassi in tantissimi anime) è anche bello, ma è troppo soverchiante.

La parte tecnica è debole, i personaggi son realizzati con una qualità media e il grosso del problema sta nelle animazioni e nei profili dei volti.

La mia sufficienza è motivata da due elementi, ossia l'inizio della storia e l'umorismo, che qui ha davvero una marcia in più, dalla panchina alle elucubrazioni mentali del protagonista (mi fanno morire quelle legate agli episodi della serie, come se fosse consapevole di essere in un anime a puntate).

Onestamente, non posso consigliarlo a tutti, ma solo a chi ha davvero voglia di perdersi in molte situazioni poco credibili e nulla di più.


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esseci

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5,5
"Ore wo Suki na no wa Omae Dake ka yo ~Oretachi no Game Set~", traducibile come "Are You the Only One Who Loves Me? Game Over", rappresenta a tutti gli effetti l'episodio finale della omonima serie del 2019. L'unico episodio di un'ora abbondante conclude la saga del gruppetto di amici capitanati da "Joro" e dalle sue traversie amorose con ben cinque ragazze (quattro dichiarate esplicitamente e una per fatti concludenti), e illustra l'esito della surreale scommessa delle clip per capelli tra "Joro" e il suo antagonista "Hose" per il diritto a frequentare "Pansy".

Si tratta del degno finale più o meno comico/demenziale di una serie iniziata in modo parodistico del genere rom-com scolastico, ma che poi sembra aver a cuore solo il messaggio dell'amicizia come valore universale e assoluto cui non è possibile rinunciare neppure per l'amore.

Questo potrebbe essere in estrema sintesi il giudizio sull'OVA di "Oresuki" (titolo abbreviato della serie) e il titolo del film "Fine dei giochi" sembra essere paradigmatico di quanto mi è sembrata la serie, che illustra la vita scolastica e privata di un gruppetto di studenti che alla fine sono anche amici, con un poligono amoroso al limite della malattia mentale per come è stato sviluppato.

"Fine dei giochi", perché il modo con cui è stato costruito l'harem prima e la scommessa tra i due antagonisti per legittimare chi fosse la persona che potesse beneficiare del privilegio di potersi interfacciare con l'oggetto dei desideri, "Pansy", a.k.a. Sumireko Sanshokuin, e col gruppo di amici che si è formato grazie alle peripezie di "Joro" Amatsuyu Kisaragi, è sempre stato improntato a un gioco scanzonato e più o meno comico tra le parti in causa.

È come se affrontare sentimenti quali l'amore e l'amicizia sia paragonabile anche ad uno scherzo, un gioco tra le parti, una scommessa o una sfida, ricca di colpi di scena più o meno riusciti, in cui si può vincere o perdere, e non a un coinvolgimento più profondo del proprio essere.

Una visione bella, leggera e spensierata del mondo degli adolescenti: ci sta che quando ci si innamora a quell'età non si pensa alla storia della vita, ma vedere "Pansy" non farsi molti problemi nel manifestare i propri sentimenti a "Joro", perché in un determinato evento lui aveva preferito incontrare il suo amico del cuore "Sun-Chan" piuttosto che dedicarsi a lei, manifestando una coerenza a prova di bomba fino al termine della serie, fa francamente sorridere, se si dovesse prendere la trama un poco sul serio...

Se invece "Oresuki" lo vogliamo considerare una serie esclusivamente comica e demenziale, in cui la vita e i suoi drammi possono essere affrontati senza tante paturnie in una visione della esistenza in cui non si porta mai rancore per le ingiustizie e cattiverie subite e si può passare sopra a tutto superando meschinità, invidia, gelosia, orgoglio, possessività e tutti quei sentimenti tipicamente umani che caratterizzano in negativo le interazioni tra le persone, ci si può accontentare e divertirsi con la convinzione che in fondo lo spettatore necessiti di una storia che lo faccia evadere dalla vita di tutti i giorni, con tutti i suoi alti e bassi, le difficoltà, le incomprensioni...

Sarebbe bello ispirarsi a quella visione piuttosto legata all'età infantile in cui tutto sia superabile con un sorriso e con la volontà di essere sempre e comunque amici indipendentemente dai torti inflitti e/o subiti nel "life game"... sarebbe...