Kuragehime
La storia segue le vicende di un gruppo di cinque ragazze che iniziano a vivere in un appartamento, condividendo le spese e facendosi compagnia. Le ragazze sono bruttine, trascurate e/o nerd, ognuna con un complesso o un ossessione particolare. La protagonista assoluta, Tsukimi è una otaku con la passione per le meduse (di cui il titolo Kuragehime = "Principessa delle meduse"); oltre a lei ci sono la paffuta Chieko, nonchè capo-gruppo con la fissazione per le bambole giapponesi; la scatenata Mamaya, nerd con la l'ossessione per le storie fantasy; la timida Jiji, sempre affascinata dagli uomini anziani; ed infine Banba, con pettinatura Afro e la passione per i treni.
Le cinque giovani donne, formano insieme le "Amars", un gruppo unito da delle regole ben precise, di cui la regola più importante è quella di vietare l'accesso a qualsiasi uomo, all'interno del loro appartamento: nessun ragazzo è ammesso nella loro abitazione, e chiunque tra esse rompesse il patto, rischierebbe di venire cacciata dal gruppo istantaneamente.
Le ragazze sono legate dal fatto che non godono di bell'aspetto, e sono considerabili come delle zitelle sfigate. La loro vita quotidiana subisce però ben presto un cambiamento, infatti al gruppo di ragazze, si unisce una nuova ragazza, ma che diversamente da loro, non è per nulla trasandata, infatti si presenta come una donna bellissima, affascinante e appariscente. Questa nuova ragazza nasconde però un segreto, segreto che viene scoperto solamente dalla nostra protagonista Tsukumi. Di cosa si tratta? Che cosa succederà all'interno del gruppo con l'arrivo di questa misteriosa ragazza?
Ammetto che ero scettico, prima di cominciare a visionare questo anime, davo già per scontato che avrei visto una banale commedia con fanservice per ragazze. Mi sbagliavo, perchè fin da subito l'anime è riuscito a conquistarmi per la sua simpatia e la sua composizione decisamente ben fatta. La storia offre tanti momenti divertenti, e nel frattempo racconta la vita dei vari personaggi, soprattutto della protagonista Tsukimi e della nuova ragazza che si aggiunge al gruppo. L'anime, oltre ad una commedia slice of life di buon livello, offre dei retroscena interessanti, delle complicazioni che i personaggi principali dovranno affrontare e tentare di risolvere, specialmente in ambito familiare. La nuova ragazza del gruppo porterà dei cambiamenti nella vita delle altre ragazze, specialmente per quanto riguarda Tsukimi.
L'anime sà divertire, e allo stesso tempo offrire una storia anche seria e molto realistica. Devo davvero fare i miei complimenti agli autori, perchè nonostante si tratti di un genere che di solito mi ispira poco (il Josei), questa volta devo proprio dire che è stata fatta una storia degna di nota, con buoni personaggi, il tutto condito con gag quasi mai noiose e generalmente ben fatte.
Anche a livello di disegni, animazione e sonoro l'anime risulta essere più che buono. La grave pecca è la breve durata della storia, dove ci si sarebbe aspettato subito un sequel, e invece è probabile che purtroppo un sequel non verrà mai fatto, con il passare del tempo le possibilità di una continuazione calano sempre di più. Un vero peccato, poteva diventare qualcosa di più.
Lo consiglio alle ragazze adolescenti e alle donne mature, questo Josei è decisamente di buon livello, e gradevole anche persino per un pubblico maschile. Se piace questo anime, consiglio anche Watashi ga Motenai no wa Dou Kangaetemo Omaera ga Warui! (o WataMote), nonostante abbiano target diversi (Kuragehime è josei e l'altro uno shounen), le rispettive protagoniste e le solo situazioni si assomigliano non poco.
Le cinque giovani donne, formano insieme le "Amars", un gruppo unito da delle regole ben precise, di cui la regola più importante è quella di vietare l'accesso a qualsiasi uomo, all'interno del loro appartamento: nessun ragazzo è ammesso nella loro abitazione, e chiunque tra esse rompesse il patto, rischierebbe di venire cacciata dal gruppo istantaneamente.
Le ragazze sono legate dal fatto che non godono di bell'aspetto, e sono considerabili come delle zitelle sfigate. La loro vita quotidiana subisce però ben presto un cambiamento, infatti al gruppo di ragazze, si unisce una nuova ragazza, ma che diversamente da loro, non è per nulla trasandata, infatti si presenta come una donna bellissima, affascinante e appariscente. Questa nuova ragazza nasconde però un segreto, segreto che viene scoperto solamente dalla nostra protagonista Tsukumi. Di cosa si tratta? Che cosa succederà all'interno del gruppo con l'arrivo di questa misteriosa ragazza?
Ammetto che ero scettico, prima di cominciare a visionare questo anime, davo già per scontato che avrei visto una banale commedia con fanservice per ragazze. Mi sbagliavo, perchè fin da subito l'anime è riuscito a conquistarmi per la sua simpatia e la sua composizione decisamente ben fatta. La storia offre tanti momenti divertenti, e nel frattempo racconta la vita dei vari personaggi, soprattutto della protagonista Tsukimi e della nuova ragazza che si aggiunge al gruppo. L'anime, oltre ad una commedia slice of life di buon livello, offre dei retroscena interessanti, delle complicazioni che i personaggi principali dovranno affrontare e tentare di risolvere, specialmente in ambito familiare. La nuova ragazza del gruppo porterà dei cambiamenti nella vita delle altre ragazze, specialmente per quanto riguarda Tsukimi.
L'anime sà divertire, e allo stesso tempo offrire una storia anche seria e molto realistica. Devo davvero fare i miei complimenti agli autori, perchè nonostante si tratti di un genere che di solito mi ispira poco (il Josei), questa volta devo proprio dire che è stata fatta una storia degna di nota, con buoni personaggi, il tutto condito con gag quasi mai noiose e generalmente ben fatte.
Anche a livello di disegni, animazione e sonoro l'anime risulta essere più che buono. La grave pecca è la breve durata della storia, dove ci si sarebbe aspettato subito un sequel, e invece è probabile che purtroppo un sequel non verrà mai fatto, con il passare del tempo le possibilità di una continuazione calano sempre di più. Un vero peccato, poteva diventare qualcosa di più.
Lo consiglio alle ragazze adolescenti e alle donne mature, questo Josei è decisamente di buon livello, e gradevole anche persino per un pubblico maschile. Se piace questo anime, consiglio anche Watashi ga Motenai no wa Dou Kangaetemo Omaera ga Warui! (o WataMote), nonostante abbiano target diversi (Kuragehime è josei e l'altro uno shounen), le rispettive protagoniste e le solo situazioni si assomigliano non poco.
Premetto una cosa: le storie sentimentali non sono le mie preferite, ma "Kuragehime" è così divertente e ha dei personaggi così scoppiettanti e ben caratterizzati che non si può assolutamente definirlo brutto, pur non amando il genere.
I disegni dell'anime sono di qualità superiore rispetto al manga e il doppiaggio è stupendo ma, visto che la maniera in cui finisce l'anime non mi ha soddisfatto per niente, sono costretta a dargli un voto più basso rispetto alla versione cartacea. Anche se in realtà vorrei aspettare la fine del manga per poter dare un giudizio definitivo.
Uno dei motivi per cui mi piace "Kuragehime" è che adoro i gender-bender. Inoltre la storia non parla di ragazze qualsiasi, ma di ragazze otaku all'ultimo stadio, il che rende il tutto molto più spassoso! Del resto è interessante come vengano contrapposti i loro metodi di evasione, mentalmente chiusi al mondo reale, rispetto al metodo di evasione di Kuranosuke, che invece non preclude affatto il rifiuto verso ciò che è esterno al suo stile di vita. Anzi, Kuranosuke accetta senza troppi problemi la loro diversità, facendosi in quattro per aiutarle nel momento del bisogno. Non sempre frivolezza è sinonimo di ottusità!
Mi piace molto la contrapposizione fra bellezza interiore e bellezza esteriore che viene fatta nella storia, e sulle diverse maniere di concepire la bellezza in sé e per sé. A volte cade negli stereotipi, ma comunque se ci fate caso non sono tantissimi gli anime e i manga che trattano queste tematiche!
Inoltre non si tratta per niente di una storia statica o monotona. Ci sono vari colpi di scena (non tanti al punto da risultare irreali, in ogni caso) e certi personaggi (come la sensei androfobica) rimangono avvolti nel mistero.
I personaggi, Tsukimi, Kuranosuke e Shu in primis, sono caratterizzati davvero bene. Sono un po' assurdi a volte, ma mai davvero inverosimili nella loro stranezza.
I disegni sono molto curati, delicati e puliti.
A volte l'anime scade un po' nella sdolcinatezza, ma c'è una buona dose di sana ironia a stemperare queste atmosfere!
Per farla breve questo anime vale senza dubbio la pena d'essere visto, l'unica nota davvero negativa è il finale che personalmente non mi ha convinto molto.
Consigliato!
I disegni dell'anime sono di qualità superiore rispetto al manga e il doppiaggio è stupendo ma, visto che la maniera in cui finisce l'anime non mi ha soddisfatto per niente, sono costretta a dargli un voto più basso rispetto alla versione cartacea. Anche se in realtà vorrei aspettare la fine del manga per poter dare un giudizio definitivo.
Uno dei motivi per cui mi piace "Kuragehime" è che adoro i gender-bender. Inoltre la storia non parla di ragazze qualsiasi, ma di ragazze otaku all'ultimo stadio, il che rende il tutto molto più spassoso! Del resto è interessante come vengano contrapposti i loro metodi di evasione, mentalmente chiusi al mondo reale, rispetto al metodo di evasione di Kuranosuke, che invece non preclude affatto il rifiuto verso ciò che è esterno al suo stile di vita. Anzi, Kuranosuke accetta senza troppi problemi la loro diversità, facendosi in quattro per aiutarle nel momento del bisogno. Non sempre frivolezza è sinonimo di ottusità!
Mi piace molto la contrapposizione fra bellezza interiore e bellezza esteriore che viene fatta nella storia, e sulle diverse maniere di concepire la bellezza in sé e per sé. A volte cade negli stereotipi, ma comunque se ci fate caso non sono tantissimi gli anime e i manga che trattano queste tematiche!
Inoltre non si tratta per niente di una storia statica o monotona. Ci sono vari colpi di scena (non tanti al punto da risultare irreali, in ogni caso) e certi personaggi (come la sensei androfobica) rimangono avvolti nel mistero.
I personaggi, Tsukimi, Kuranosuke e Shu in primis, sono caratterizzati davvero bene. Sono un po' assurdi a volte, ma mai davvero inverosimili nella loro stranezza.
I disegni sono molto curati, delicati e puliti.
A volte l'anime scade un po' nella sdolcinatezza, ma c'è una buona dose di sana ironia a stemperare queste atmosfere!
Per farla breve questo anime vale senza dubbio la pena d'essere visto, l'unica nota davvero negativa è il finale che personalmente non mi ha convinto molto.
Consigliato!
Ero molto diffidente sul fatto di guardare questa serie, ma mi sono ricreduto dopo aver finito di visionare il primo episodio. Questo anime tratto dal manga di Akiko Higashimura è strutturato in modo eccellente perché riesce a far capire allo spettatore quelle che sono le difficoltà di ogni personaggio presente nella serie, in particolare della protagonista, la piccola Tsukimi Kurashita, amante delle meduse, la morte della cui madre ha creato un vuoto dentro di lei.
Il tutto si svolge in un dormitorio in cui vivono solamente ragazze otaku, per di più neet, ma ciascuna con le proprie passioni. La svolta che da inizio a questa serie è l`incontro di Tsukimi con una misteriosa ragazza che aiuta la piccola amante delle meduse a salvarne una, ma che alla fine si rivela essere un ragazzo di nome Kuranosuke. Quest'ultimo, dopo aver dormito di nascosto in camera di Kurashita, decide poi di cambiare la vita della ragazza e delle ragazze del Amamizukan. Da qui in poi vengono a galla in modo deciso quelle che sono le paure di queste otaku (e non solo le loro), paure che le ha costrette ad rinchiudersi nel loro mondo e a indebolire la loro capacità di relazionarsi con le altre persone diverse da loro, principalmente quelle "alla moda". L'unico modo in cui possono guarire da questa sorta di guscio è grazie all'abilità del ragazzo nel travestirsi, creando cosi una trasformazione in stile "Ugly Betty". La trama è molto semplice ma molto efficace allo stesso tempo perché se da un lato le ragazze dovranno affrontare il fatto che alcune società vogliono distruggere il loro dormitorio, saranno costrette a salvarlo e per farlo dovranno crescere come persone ed uscire dal loro mondo immaginario e quindi affrontare il loro nemico: il mondo.
Il tutto si svolge in un dormitorio in cui vivono solamente ragazze otaku, per di più neet, ma ciascuna con le proprie passioni. La svolta che da inizio a questa serie è l`incontro di Tsukimi con una misteriosa ragazza che aiuta la piccola amante delle meduse a salvarne una, ma che alla fine si rivela essere un ragazzo di nome Kuranosuke. Quest'ultimo, dopo aver dormito di nascosto in camera di Kurashita, decide poi di cambiare la vita della ragazza e delle ragazze del Amamizukan. Da qui in poi vengono a galla in modo deciso quelle che sono le paure di queste otaku (e non solo le loro), paure che le ha costrette ad rinchiudersi nel loro mondo e a indebolire la loro capacità di relazionarsi con le altre persone diverse da loro, principalmente quelle "alla moda". L'unico modo in cui possono guarire da questa sorta di guscio è grazie all'abilità del ragazzo nel travestirsi, creando cosi una trasformazione in stile "Ugly Betty". La trama è molto semplice ma molto efficace allo stesso tempo perché se da un lato le ragazze dovranno affrontare il fatto che alcune società vogliono distruggere il loro dormitorio, saranno costrette a salvarlo e per farlo dovranno crescere come persone ed uscire dal loro mondo immaginario e quindi affrontare il loro nemico: il mondo.
Peccato che quest'anime duri solamente undici puntate, perché ha davvero un gran potenziale. La storia è originale e divertente, alterna con sapienza momenti riflessivi e introspettivi a gag comiche.
Il punto di forza principale sta sicuramente nei suoi personaggi: cinque NEET (Not in Education, Employment or Training) che si trovano a vivere insieme nella modaiola Tokyo. Loro però non escono mai dallo stabile in cui vivono e nel quale portano avanti semplicemente le loro passioni da "fanatiche". Non vogliono uomini all'interno (per questo si definiscono "suore") e rifiutano ogni genere di persona alla moda, di carriera o, comunque, perfettamente integrata nella vita metropolitana. Tskukimi (la protagonista), una ragazzina appena diciottenne che ha perso la madre da bambina e che ha un amore per le meduse, incontra uno strano ragazzo che ha come passatempo quello di vestirsi da donna. Ne scaturirà una serie di emozioni, sentimenti ed eventi che cambierà la vita di Tsukumi e delle altre Amars (come si definiscono).
Ognuna di loro ha un proprio oggetto di interesse (chi le bambole, chi i treni, ecc.) e un proprio modo di essere, di stare al mondo. Sono personaggi originali e lontani dagli stereotipi stra-visti che compaiono in ormai molti, troppi anime. La stessa Tsukimi è una ragazza adorabile, ma che si trascura completamente nell'aspetto e che non riesce a controllare la propria timidezza. E' un personaggio molto "spesso", con una storia triste alle spalle e che non manca mai di far affiorare i propri ricordi. Parla spesso rivolgendosi direttamente alla mamma defunta; sembra che questo sia il suo unico modo di sfogare le proprie ansie e le proprie paure per il mondo.
Completamente inette in qualsiasi tipo di relazione sociale, le protagoniste trascorrono la loro vita in uno stato di semi-isolamento. Un isolamento che, quando diventa totale, arriva a essere mistificato, come nel caso della loro coinquilina mangaka perennemente segregata nella propria stanza e a cui per rivolgersi bisogna chiedere "un oracolo", passando un foglio sotto la porta chiusa. Questo mi ha fatto riflettere anche sul fenomeno degli hikikomori che affligge il Giappone. Rimanere reclusi è motivo di fascino e rispetto? Ci sarebbe molto da discutere.
Ma una buona idea non riesce a espandersi in modo esaustivo se non ha abbastanza spazio. Undici puntate sono davvero poche, anche solo per appassionarsi e farsi coinvolgere dagli eventi. L'ultima puntata chiude in modo decisamente frettoloso molte vicende che sarebbe stato molto più proficuo approfondire. Anche le relazioni sentimentali (presunte e accennate) non vengono portate a una degna conclusione, lasciate in sospeso a tal punto da non fare nemmeno presagire o immaginare un qualunque epilogo.
Il pacchetto grafico è apprezzabile, così come quello musicale (anche se l'opening è troppo lunga = skip).
Ho visto con piacere quest'anime perché credo sia un prodotto originale e piacevole. Avrei dato anche più di 8 se solo fosse continuato.
Il punto di forza principale sta sicuramente nei suoi personaggi: cinque NEET (Not in Education, Employment or Training) che si trovano a vivere insieme nella modaiola Tokyo. Loro però non escono mai dallo stabile in cui vivono e nel quale portano avanti semplicemente le loro passioni da "fanatiche". Non vogliono uomini all'interno (per questo si definiscono "suore") e rifiutano ogni genere di persona alla moda, di carriera o, comunque, perfettamente integrata nella vita metropolitana. Tskukimi (la protagonista), una ragazzina appena diciottenne che ha perso la madre da bambina e che ha un amore per le meduse, incontra uno strano ragazzo che ha come passatempo quello di vestirsi da donna. Ne scaturirà una serie di emozioni, sentimenti ed eventi che cambierà la vita di Tsukumi e delle altre Amars (come si definiscono).
Ognuna di loro ha un proprio oggetto di interesse (chi le bambole, chi i treni, ecc.) e un proprio modo di essere, di stare al mondo. Sono personaggi originali e lontani dagli stereotipi stra-visti che compaiono in ormai molti, troppi anime. La stessa Tsukimi è una ragazza adorabile, ma che si trascura completamente nell'aspetto e che non riesce a controllare la propria timidezza. E' un personaggio molto "spesso", con una storia triste alle spalle e che non manca mai di far affiorare i propri ricordi. Parla spesso rivolgendosi direttamente alla mamma defunta; sembra che questo sia il suo unico modo di sfogare le proprie ansie e le proprie paure per il mondo.
Completamente inette in qualsiasi tipo di relazione sociale, le protagoniste trascorrono la loro vita in uno stato di semi-isolamento. Un isolamento che, quando diventa totale, arriva a essere mistificato, come nel caso della loro coinquilina mangaka perennemente segregata nella propria stanza e a cui per rivolgersi bisogna chiedere "un oracolo", passando un foglio sotto la porta chiusa. Questo mi ha fatto riflettere anche sul fenomeno degli hikikomori che affligge il Giappone. Rimanere reclusi è motivo di fascino e rispetto? Ci sarebbe molto da discutere.
Ma una buona idea non riesce a espandersi in modo esaustivo se non ha abbastanza spazio. Undici puntate sono davvero poche, anche solo per appassionarsi e farsi coinvolgere dagli eventi. L'ultima puntata chiude in modo decisamente frettoloso molte vicende che sarebbe stato molto più proficuo approfondire. Anche le relazioni sentimentali (presunte e accennate) non vengono portate a una degna conclusione, lasciate in sospeso a tal punto da non fare nemmeno presagire o immaginare un qualunque epilogo.
Il pacchetto grafico è apprezzabile, così come quello musicale (anche se l'opening è troppo lunga = skip).
Ho visto con piacere quest'anime perché credo sia un prodotto originale e piacevole. Avrei dato anche più di 8 se solo fosse continuato.
<b>Attenzione! Lievi spoiler sulla trama!</b>
Kuragehime è un anime prodotto dallo studio Brain's Base tratto dall'omonimo manga josei di Akiko Higashimura.
La protagonista è la timida e introversa Tsukimi, una ragazza di 18 anni che si è trasferita a Tokyo per diventare illustratrice. Vive nel dormitorio Amamizukan, dove convive con altre coinquiline: Chieko, l'amministratrice, Mayaya, vestita sempre con una tuta verde, Banba che ha una capigliatura afro, e Jiji; e insieme si autodefiniscono "Amars", ovvero suore, visto che fanno quasi la vita da recluse. Ciascuna di loro ha un'ossessione e Tsukimi in particolare ha la fissazione per le meduse, che disegna di continuo e che le fanno ricordare la sua mamma. Non manca poi Juon Mejiro, che nell'anime non compare mai, perché è sempre rintanata nella sua stanza a realizzare manga, e che rappresenta una sorta di oracolo che dispensa soluzioni ai problemi delle ragazze attraverso una pagina scritta fatta passare sotto la porta.
In realtà si tratta di un gruppo di otaku che non riesce a interagire con il mondo esterno, infatti ogni volta che le protagoniste escono o qualcuno rivolge loro la parola si pietrificano letteralmente e si isolano.
Lo stesso accade anche alla protagonista quando una notte, in seguito a una discussione con un commesso di un negozio di animali, incontra per la prima volta Kuranosuke che prende le sue difese. Capelli biondi, occhi azzurri, labbra rosse carnose e corpo da urlo: si tratta di una ragazza - si fa per dire - bella, anzi bellissima, gentile e allo stesso tempo invadente, che decide di conoscere meglio la protagonista e di frequentarla. Molto presto però Tsukimi scopre che in realtà quella ragazza avvenente e allo stesso tempo insistente nei suoi confronti è in realtà niente meno che un avvenente ragazzo, figlio di una famiglia ricchissima, che ha la passione per la moda. Infatti, Kuranosuke usa letteralmente Tsukimi e le altre otaku come cavie per sperimentare le sue abilità da stilista, da una parte; dall'altra cerca di aiutarle per farle sentire più sicure, per far sì che loro non si sentano più a disagio in mezzo alle altre persone o siano in soggezione dinanzi a ragazze più carine e curate.
C'è da dire che un vero rapporto speciale nasce sin dall'inizio tra lui e Tsukimi; innanzitutto perché Kuranosuke indovina che sotto le lunghe trecce scure e dietro gli occhiali grandi si nasconda una ragazza graziosa e dalla dolcezza accattivante. Poi anche perché sia la diciottenne sia il bellissimo "travestito" condividono un ricordo nostalgico e triste delle rispettive madri, che si riconduce alla loro infanzia felice con loro e ai vestiti.
Le meduse rievocano in Tsukimi le gite con la madre in un acquario e il suo desiderio represso di essere bella come una principessa, per questo motivo il ragazzo decide di starle accanto nel progetto di realizzare un vestito da sposa; mentre i vestiti sono per Kuranosuke sia un'inclinazione naturale sia un modo con il quale riavvicinarsi alla madre.
In definitiva Kuragehime è un anime comico che non annoia mai; è leggero, frizzante e si sviluppa senza perdere il suo ritmo dinamico. Ogni puntata aggiunge un qualcosa in più alla storia e non mancano anche brevissimi momenti introspettivi.
La valutazione include gli 11 episodi e tiene soprattutto conto dell'assenza di un finale che, presumo, lasci intendere l'arrivo di una seconda serie. Intanto raccomando la visione di questa commedia.
Kuragehime è un anime prodotto dallo studio Brain's Base tratto dall'omonimo manga josei di Akiko Higashimura.
La protagonista è la timida e introversa Tsukimi, una ragazza di 18 anni che si è trasferita a Tokyo per diventare illustratrice. Vive nel dormitorio Amamizukan, dove convive con altre coinquiline: Chieko, l'amministratrice, Mayaya, vestita sempre con una tuta verde, Banba che ha una capigliatura afro, e Jiji; e insieme si autodefiniscono "Amars", ovvero suore, visto che fanno quasi la vita da recluse. Ciascuna di loro ha un'ossessione e Tsukimi in particolare ha la fissazione per le meduse, che disegna di continuo e che le fanno ricordare la sua mamma. Non manca poi Juon Mejiro, che nell'anime non compare mai, perché è sempre rintanata nella sua stanza a realizzare manga, e che rappresenta una sorta di oracolo che dispensa soluzioni ai problemi delle ragazze attraverso una pagina scritta fatta passare sotto la porta.
In realtà si tratta di un gruppo di otaku che non riesce a interagire con il mondo esterno, infatti ogni volta che le protagoniste escono o qualcuno rivolge loro la parola si pietrificano letteralmente e si isolano.
Lo stesso accade anche alla protagonista quando una notte, in seguito a una discussione con un commesso di un negozio di animali, incontra per la prima volta Kuranosuke che prende le sue difese. Capelli biondi, occhi azzurri, labbra rosse carnose e corpo da urlo: si tratta di una ragazza - si fa per dire - bella, anzi bellissima, gentile e allo stesso tempo invadente, che decide di conoscere meglio la protagonista e di frequentarla. Molto presto però Tsukimi scopre che in realtà quella ragazza avvenente e allo stesso tempo insistente nei suoi confronti è in realtà niente meno che un avvenente ragazzo, figlio di una famiglia ricchissima, che ha la passione per la moda. Infatti, Kuranosuke usa letteralmente Tsukimi e le altre otaku come cavie per sperimentare le sue abilità da stilista, da una parte; dall'altra cerca di aiutarle per farle sentire più sicure, per far sì che loro non si sentano più a disagio in mezzo alle altre persone o siano in soggezione dinanzi a ragazze più carine e curate.
C'è da dire che un vero rapporto speciale nasce sin dall'inizio tra lui e Tsukimi; innanzitutto perché Kuranosuke indovina che sotto le lunghe trecce scure e dietro gli occhiali grandi si nasconda una ragazza graziosa e dalla dolcezza accattivante. Poi anche perché sia la diciottenne sia il bellissimo "travestito" condividono un ricordo nostalgico e triste delle rispettive madri, che si riconduce alla loro infanzia felice con loro e ai vestiti.
Le meduse rievocano in Tsukimi le gite con la madre in un acquario e il suo desiderio represso di essere bella come una principessa, per questo motivo il ragazzo decide di starle accanto nel progetto di realizzare un vestito da sposa; mentre i vestiti sono per Kuranosuke sia un'inclinazione naturale sia un modo con il quale riavvicinarsi alla madre.
In definitiva Kuragehime è un anime comico che non annoia mai; è leggero, frizzante e si sviluppa senza perdere il suo ritmo dinamico. Ogni puntata aggiunge un qualcosa in più alla storia e non mancano anche brevissimi momenti introspettivi.
La valutazione include gli 11 episodi e tiene soprattutto conto dell'assenza di un finale che, presumo, lasci intendere l'arrivo di una seconda serie. Intanto raccomando la visione di questa commedia.
Devo ammettere che in principio ero molto incuriosito dal manga, c'era qualcosa che stuzzicava la mia curiosità. Ma per via dei dei molteplici acquisti, che in questo periodo spennano piano piano il mio sudato stipendio, ho deciso di lasciare questa simpatica opera sullo scaffale del negozio, e di ripiegare, con qualche remora iniziale, sull'anime.
Terminati gli 11 episodi mi ritrovo tra le mani un piccolo gioiellino: una storia di sentimenti, di introspezione, che con semplicità ci accompagna attraverso la crescita (non del tutto raggiunta) di Kurashita Tsukimi, una ragazzotta che si rinchiude nel suo mondo a causa di un dolore che non riesce a superare: la more della madre.
E così si ritrova a dividere un appartamento insieme a un gruppo di ragazze alquanto stravaganti, delle otaku, tutte accomunate dalla stessa paura: la vita.
La vita intesa come esperienza in prima persona, che si trasforma in una fuga dalle relazioni, dall'interazione con il mondo circostante.
La passione per le meduse, che simboleggiano un'infanzia felice e il legame con la madre, si palesa attraverso una serie di illustrazioni che irrompono nella sua vita.
Certo che raccontata così può dare l'idea di un viaggio lento e introspettivo, e forse lo è, ma Kuragehime è anche molto altro. Soprattutto è un percorso divertente, costellato da situazioni esilaranti che rendono quest'esperienza assolutamente unica.
Perché se Chieko ha la passione per le classiche bambole giapponesi, se Mayaya è completamente ossessionata dalla storia de I Tre Regni, se Banba riesce a pensare esclusivamente ai treni e Jiji è affascinata solamente dalle persone mature, allora di fondo c'è una miscela esplosiva pronta a esplodere.
Ma sarà grazie a Kurako, un ragazzo... una ragazza... beh, diciamo una persona, che le vite di queste fanciulle saranno completamente stravolte.
Kuragehime possiede una colonna sonora ben collaudata, un'opening che da sola merita tutta la mia stima, un'animazione ben curata e ricca di idee. Insomma, è un'anime di quelli che se ne vedono sempre troppo pochi in giro.
Unico punto negativo è un finale non all'altezza, o meglio, forse raccontato troppo velocemente, che avrebbe meritato qualche altro episodio in più. Ma do comunque un bel 9 pieno.
Terminati gli 11 episodi mi ritrovo tra le mani un piccolo gioiellino: una storia di sentimenti, di introspezione, che con semplicità ci accompagna attraverso la crescita (non del tutto raggiunta) di Kurashita Tsukimi, una ragazzotta che si rinchiude nel suo mondo a causa di un dolore che non riesce a superare: la more della madre.
E così si ritrova a dividere un appartamento insieme a un gruppo di ragazze alquanto stravaganti, delle otaku, tutte accomunate dalla stessa paura: la vita.
La vita intesa come esperienza in prima persona, che si trasforma in una fuga dalle relazioni, dall'interazione con il mondo circostante.
La passione per le meduse, che simboleggiano un'infanzia felice e il legame con la madre, si palesa attraverso una serie di illustrazioni che irrompono nella sua vita.
Certo che raccontata così può dare l'idea di un viaggio lento e introspettivo, e forse lo è, ma Kuragehime è anche molto altro. Soprattutto è un percorso divertente, costellato da situazioni esilaranti che rendono quest'esperienza assolutamente unica.
Perché se Chieko ha la passione per le classiche bambole giapponesi, se Mayaya è completamente ossessionata dalla storia de I Tre Regni, se Banba riesce a pensare esclusivamente ai treni e Jiji è affascinata solamente dalle persone mature, allora di fondo c'è una miscela esplosiva pronta a esplodere.
Ma sarà grazie a Kurako, un ragazzo... una ragazza... beh, diciamo una persona, che le vite di queste fanciulle saranno completamente stravolte.
Kuragehime possiede una colonna sonora ben collaudata, un'opening che da sola merita tutta la mia stima, un'animazione ben curata e ricca di idee. Insomma, è un'anime di quelli che se ne vedono sempre troppo pochi in giro.
Unico punto negativo è un finale non all'altezza, o meglio, forse raccontato troppo velocemente, che avrebbe meritato qualche altro episodio in più. Ma do comunque un bel 9 pieno.
Quando pensiamo ai tipici stabili con camere in affitto vengono alla mente numerosi anime e manga, ma c’è un’immagine cristallizzata nelle mia mente, ed è quella di Kyoko davanti alla Maison Ikkoku mentre spazza, bella immagine, ma ora dimenticatela completamente! Perché davanti allo stabile qui troverete Chieko, la manager del Amamizukan, bassina, corpulenta con la faccia tonda, occhiali e sempre vestita in modo tradizionale, una bambola, una tra le centinaia che colleziona e tratta come sue figlie.
Se la figlia delle padrona è un po’ particolare, anche le altre inquiline dell'Amamizukan non sono da meno: Mayaya è ossessionata con la guerra dei tre regni e riesce a inserire la saga in qualsiasi discorso quotidiano, portandola spesso ad esempio, la donna inoltre ha una gestualità molto accentuata; Banba è fissata con treni e trenini, si distingue per la sua capigliatura afro, un enorme cespuglio, ed è nota anche per il suo “banba radar” che riconosce il contenuto delle buste, solo se commestibile però; Jiji è attratta dagli uomini attempati e dalle cose vecchie in generale; Juon Mejiro-sensei è una mangaka yaoi di successo agorafobica e androfobica, che lavora di notte e dorme di giorno, ma soprattutto non esce mai dalla sua stanza, infatti interagisce attraverso biglietti fatti passare sotto l’uscio della porta.
Come si può capire da questa breve descrizione le donne sono tutte otaku e quasi hikikomori e nello stabile sono accettate solo donne di questo tipo ed è severamente vietato l’ingresso di uomini. La nostra protagonista, Tsukimi Kurashita, si pone come candidata ideale per fare parte della singolare sorellanza, poiché ha una passione quasi maniacale per le meduse, esse sono legate all’ultimo momento felice che ha condiviso nell’infanzia con la defunta madre; ella vorrebbe diventare una famosa illustratrice, purtroppo però la sua timidezza cronica le impedisce d'integrarsi tra gli artisti della caotica Tokyo, non si cura e non fa che disegnare i curiosi animali marini.
Il quieto mondo delle coinquiline otaku viene turbato allorquando Tsukimi, durante un alterco con un commesso di un negozio per animali, viene salvata da una bellissima ragazza, la quale chiede alla protagonista di farle passare la notte nella sua stanza, perché è tropo stanca per tornare a casa. Ma sorpresa, sorpresa, la mattina seguente Tsukimi scopre che la bella principessa salvatrice in realtà è un uomo, tragedia…
Seguiremo le buffe vicende delle inquiline "Amars" (suore), e del ricco Kuranosuke Koibuchi, che annoiato comincerà frequentare sempre più spesso Tsukimi, nei panni femminili di Kurako. Ma quando sarà il mondo esterno a turbare la tranquillità con problemi reali le donne saranno pronte a reagire?
Già dai primi trailer avevo intenzione di seguire l’anime, poi quando ho visto l’opening me ne sono innamorata! I protagonisti dell’anime impersonano a modo loro delle scene di celebri film: Guerre Stellari, Kill Bill, 007… Un’idea veramente carina per la sigla iniziale. Certo tutto ciò non sarebbe sufficiente se l’anime fosse scadente, ma anche l’anime fa la sua belle figura: divertente, brillante si fa ben seguire senza mai annoiare. Resta la solita pecca dei prodotti tratti da manga ancora in corso: il finale aperto.
Se l’opening ci fa solo ridere, l’ending ci porta a riflettere, penso che la bellissima canzone colga molto bene la tematica del racconto: l’ossessione per la bellezza e il successo nell’era moderna e il confronto tra la bellezza interiore e quella esteriore.
Cos’è più importante la bellezza interiore o quella esteriore? Certo la ricerca ossessiva della perfezione esteriore non è un bene, ma anche il suo opposto, la mortificazione della femminilità, e la fuga della società per paura del confronto e della competizione sono allo stesso modo deleteri. Così mentre Kuranosuke parte per la sua crociata volta a migliorare Tsukimi, egli cura sia la sua noia che alcune ferite profonde dello spirito.
Ecco le parole significative dell’ending Kimi no kirei ni kizuite okure di Sambomaster:
<i>Voglio che ti renda conto che sei davvero bella, come è possibile che tu non te ne sia accorata fino ad ora? È come se tu avessi perso ogni speranza. Voglio che tu lo capisca, che te ne renda conto adesso, voglio che ti renda conto che sei bella. Perché tu sei veramente bella, e quindi voglio aiutarti affinché ti renda conto della tua bellezza, che non svanirà mai e poi mai. Se prenderei coscienza della tua bellezza, allora io sarò estremamente felice, visto che provo dei forti sentimenti per te, per favore renditi conto di quanto sei bella.</i>
Quindi ci sono: belle musiche, un storia divertente, spunti di riflessione, un charcter designa curato, con belle ambientazioni… Ne voglio ancora! E visto che per ora non ce n’è, mi do al manga.
Se la figlia delle padrona è un po’ particolare, anche le altre inquiline dell'Amamizukan non sono da meno: Mayaya è ossessionata con la guerra dei tre regni e riesce a inserire la saga in qualsiasi discorso quotidiano, portandola spesso ad esempio, la donna inoltre ha una gestualità molto accentuata; Banba è fissata con treni e trenini, si distingue per la sua capigliatura afro, un enorme cespuglio, ed è nota anche per il suo “banba radar” che riconosce il contenuto delle buste, solo se commestibile però; Jiji è attratta dagli uomini attempati e dalle cose vecchie in generale; Juon Mejiro-sensei è una mangaka yaoi di successo agorafobica e androfobica, che lavora di notte e dorme di giorno, ma soprattutto non esce mai dalla sua stanza, infatti interagisce attraverso biglietti fatti passare sotto l’uscio della porta.
Come si può capire da questa breve descrizione le donne sono tutte otaku e quasi hikikomori e nello stabile sono accettate solo donne di questo tipo ed è severamente vietato l’ingresso di uomini. La nostra protagonista, Tsukimi Kurashita, si pone come candidata ideale per fare parte della singolare sorellanza, poiché ha una passione quasi maniacale per le meduse, esse sono legate all’ultimo momento felice che ha condiviso nell’infanzia con la defunta madre; ella vorrebbe diventare una famosa illustratrice, purtroppo però la sua timidezza cronica le impedisce d'integrarsi tra gli artisti della caotica Tokyo, non si cura e non fa che disegnare i curiosi animali marini.
Il quieto mondo delle coinquiline otaku viene turbato allorquando Tsukimi, durante un alterco con un commesso di un negozio per animali, viene salvata da una bellissima ragazza, la quale chiede alla protagonista di farle passare la notte nella sua stanza, perché è tropo stanca per tornare a casa. Ma sorpresa, sorpresa, la mattina seguente Tsukimi scopre che la bella principessa salvatrice in realtà è un uomo, tragedia…
Seguiremo le buffe vicende delle inquiline "Amars" (suore), e del ricco Kuranosuke Koibuchi, che annoiato comincerà frequentare sempre più spesso Tsukimi, nei panni femminili di Kurako. Ma quando sarà il mondo esterno a turbare la tranquillità con problemi reali le donne saranno pronte a reagire?
Già dai primi trailer avevo intenzione di seguire l’anime, poi quando ho visto l’opening me ne sono innamorata! I protagonisti dell’anime impersonano a modo loro delle scene di celebri film: Guerre Stellari, Kill Bill, 007… Un’idea veramente carina per la sigla iniziale. Certo tutto ciò non sarebbe sufficiente se l’anime fosse scadente, ma anche l’anime fa la sua belle figura: divertente, brillante si fa ben seguire senza mai annoiare. Resta la solita pecca dei prodotti tratti da manga ancora in corso: il finale aperto.
Se l’opening ci fa solo ridere, l’ending ci porta a riflettere, penso che la bellissima canzone colga molto bene la tematica del racconto: l’ossessione per la bellezza e il successo nell’era moderna e il confronto tra la bellezza interiore e quella esteriore.
Cos’è più importante la bellezza interiore o quella esteriore? Certo la ricerca ossessiva della perfezione esteriore non è un bene, ma anche il suo opposto, la mortificazione della femminilità, e la fuga della società per paura del confronto e della competizione sono allo stesso modo deleteri. Così mentre Kuranosuke parte per la sua crociata volta a migliorare Tsukimi, egli cura sia la sua noia che alcune ferite profonde dello spirito.
Ecco le parole significative dell’ending Kimi no kirei ni kizuite okure di Sambomaster:
<i>Voglio che ti renda conto che sei davvero bella, come è possibile che tu non te ne sia accorata fino ad ora? È come se tu avessi perso ogni speranza. Voglio che tu lo capisca, che te ne renda conto adesso, voglio che ti renda conto che sei bella. Perché tu sei veramente bella, e quindi voglio aiutarti affinché ti renda conto della tua bellezza, che non svanirà mai e poi mai. Se prenderei coscienza della tua bellezza, allora io sarò estremamente felice, visto che provo dei forti sentimenti per te, per favore renditi conto di quanto sei bella.</i>
Quindi ci sono: belle musiche, un storia divertente, spunti di riflessione, un charcter designa curato, con belle ambientazioni… Ne voglio ancora! E visto che per ora non ce n’è, mi do al manga.
Direi che Kuragehime è stata una delle serie migliori della stagione invernale del 2010. La trama è semplice e i personaggi simpatici, l'unica pecca è che conta soltanto 11 episodi, e per ora non è stato annunciato alcun seguito. Tsukimi durante il corso della storia acquisterà più fiducia in se stessa, ma la breve durata dell'anime non lascia spazio a chissà quale grande maturazione. Tuttavia Kuragehime è da vedere, specialmente se volete un anime fresco e divertente. Gli do 8 perché riesce sempre a strappare qualche risata, i disegni sono belli e non è la classica storia d'amore; però avrebbe potuto ottenere almeno 9 se solo avesse avuto qualche episodio in più. Decisamente consigliato.
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In realtà il finale non è niente di che, durante gli ultimi momenti dell'anime si viene a sapere che i problemi di Tsukimi & Co. sono improvvisamente scomparsi - chi ha visto anche solo qualche episodio capisce a cosa mi riferisco. E' un finale leggero, ma perfettamente in linea con lo stile di Kuragehime.
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Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b>In realtà il finale non è niente di che, durante gli ultimi momenti dell'anime si viene a sapere che i problemi di Tsukimi & Co. sono improvvisamente scomparsi - chi ha visto anche solo qualche episodio capisce a cosa mi riferisco. E' un finale leggero, ma perfettamente in linea con lo stile di Kuragehime.
Appena sono entrata in questa sezione ho pensato "Vediamo un po' che cosa ne pensano di Kuragehime...", ho aperto la pagina e, appena ho visto che nessuno l'ha recensita, mi sono stupita. Visto che nessuno vuole farlo, ci penso io!
Kuragehime è la storia di un gruppo di ragazze otaku, "persone interessate in modo appassionato e/o ossessivo a qualcosa", chiamate Amars, che vivono in una casa stile retrò a Tokyo. La protagonista è Tsukimi, una ragazza appassionata di meduse che vuole diventare illustratrice, ma riesce a disegnare solo meduse. Un giorno, dopo essere tornata da una "missione" (che ha fallito) in cui doveva andare a Shibuya per una mostra di meduse, decide di uscire e di andare a trovare una medusa di nome Kurara, ovvero "Clara", in un negozio di animali. Appena arrivata nota che la medusa con cui divide l'acquario potrebbe fare morire JKurara. Allora, decide di parlarne con il commesso del negozio e, facendo un discorso un tantino complicato per il ragazzo, lui la prende per pazza e la butta fuori dal negozio.
Allora arriva una ragazza bellissima che, interrompendo la conversazione, salva Kurara e la prende con sé, e la dà a Tsukimi. Lei e la ragazza tornano a casa della protagonista e mettono la medusa al sicuro nella vasca. La ragazza, alla fine, si addormenta nella stanza di Tsukimi e rimane lì tutta la notte. Il giorno dopo, dopo essersi svegliata, scopre che la ragazza in realtà è un ragazzo, che si traveste da donna solo per hobby.
A casa di Tsukimi c'è una regola: gli uomini non sono ammessi. Il ragazzo, nonostante le suppliche di Tsukimi, continuerà a venire a casa sua, sotto sembianze di donna, quasi tutti i giorni. Riuscirà Tsukimi a tenere nascosta la vera identità del ragazzo alle sue amiche?
Io ho visto solo due puntate di quest'anime e me ne sono già innamorata. Tra l'altro ho letto il primo volume del manga e devo dire che a mio parere merita molto. E' un anime leggero e, a quanto pare, un po' josei e soprattutto molto divertente.
Racconta una piccola realtà giapponese, cioè la divisione tra le ragazze otaku e quelle alla moda. Di come siano diverse tra di loro, di come si evitino e di come anche una otaku possa diventare una "principessa".
Ma non scordiamoci che la protagonista è Tsukimi. L'anime racconta di Tsukimi alle prese con l'amore, di Tsukimi che affronta il passato e di Tsukimi che combatte con il suo futuro. E di Kuranosuke, il ragazzo travestito, ovvio.
Kuragehime per me è un anime bello, consigliato soprattutto a chi, come me, ha bisogno di manga/anime originali, e non dei soliti harem, di triangoli amorosi o di super-shoujo!
Un consiglio: se non volete confondervi, è meglio che guardiate solo l'anime o leggiate solo il manga.
Grazie per l'attenzione e buona visione.
Kuragehime è la storia di un gruppo di ragazze otaku, "persone interessate in modo appassionato e/o ossessivo a qualcosa", chiamate Amars, che vivono in una casa stile retrò a Tokyo. La protagonista è Tsukimi, una ragazza appassionata di meduse che vuole diventare illustratrice, ma riesce a disegnare solo meduse. Un giorno, dopo essere tornata da una "missione" (che ha fallito) in cui doveva andare a Shibuya per una mostra di meduse, decide di uscire e di andare a trovare una medusa di nome Kurara, ovvero "Clara", in un negozio di animali. Appena arrivata nota che la medusa con cui divide l'acquario potrebbe fare morire JKurara. Allora, decide di parlarne con il commesso del negozio e, facendo un discorso un tantino complicato per il ragazzo, lui la prende per pazza e la butta fuori dal negozio.
Allora arriva una ragazza bellissima che, interrompendo la conversazione, salva Kurara e la prende con sé, e la dà a Tsukimi. Lei e la ragazza tornano a casa della protagonista e mettono la medusa al sicuro nella vasca. La ragazza, alla fine, si addormenta nella stanza di Tsukimi e rimane lì tutta la notte. Il giorno dopo, dopo essersi svegliata, scopre che la ragazza in realtà è un ragazzo, che si traveste da donna solo per hobby.
A casa di Tsukimi c'è una regola: gli uomini non sono ammessi. Il ragazzo, nonostante le suppliche di Tsukimi, continuerà a venire a casa sua, sotto sembianze di donna, quasi tutti i giorni. Riuscirà Tsukimi a tenere nascosta la vera identità del ragazzo alle sue amiche?
Io ho visto solo due puntate di quest'anime e me ne sono già innamorata. Tra l'altro ho letto il primo volume del manga e devo dire che a mio parere merita molto. E' un anime leggero e, a quanto pare, un po' josei e soprattutto molto divertente.
Racconta una piccola realtà giapponese, cioè la divisione tra le ragazze otaku e quelle alla moda. Di come siano diverse tra di loro, di come si evitino e di come anche una otaku possa diventare una "principessa".
Ma non scordiamoci che la protagonista è Tsukimi. L'anime racconta di Tsukimi alle prese con l'amore, di Tsukimi che affronta il passato e di Tsukimi che combatte con il suo futuro. E di Kuranosuke, il ragazzo travestito, ovvio.
Kuragehime per me è un anime bello, consigliato soprattutto a chi, come me, ha bisogno di manga/anime originali, e non dei soliti harem, di triangoli amorosi o di super-shoujo!
Un consiglio: se non volete confondervi, è meglio che guardiate solo l'anime o leggiate solo il manga.
Grazie per l'attenzione e buona visione.