Hungry Heart - Wild Striker
"Hungry Heart" è un'altro anime che parla di calcio, ma questa volta abbiamo un piccolo contatto con la realtà, menzionando le grandi squadre di calcio presente nei massimi campionati. L'anime arriva in Italia nel 2003 modificandone il titolo in "La squadra del cuore".
La trama vede protagonista Kyosuke Kano, un amante di calcio che ammira il fratello maggiore Seisuke che gioca nel Milan, squadra di Serie A italiana. Quando scopre che in realtà Seisuke non è suo fratello di sangue, abbandona il calcio e diventa un teppista, ma poco dopo si riavvicina a questo sport grazie a Koji e Rodrigo, giocatori del club di calcio della Jojo Akanegaoka; con loro mirerà a vincere il campionato regionale battendo la squadra più forte della regione, il Kokuryo.
La storia ha subito uno sviluppo molto crescente, intrigante e interessante su certi versi, ad esempio abbiamo un piccolo collegamento al campionato italiano dove il fratellastro del protagonista gioca. Questo fa aumentare molta curiosità anche in vista dei personaggi, che motivati dai nomi delle grandi squadre, mettono tutto se stessi durante le partite; essendo un'anime di calcio mi aspettavo qualche difetto sulla sceneggiatura delle partite, ma sono rimasto sorpreso dalla suspense che trasmette l'anime durante una tranquilla partita di calcio. Certi episodi purtroppo di dimostrano inutili, pesanti e di troppo, ma se ci pensiamo bene sono solamente episodi che vanno messi lì per completare il puzzle finale.
I personaggi non sono molto studiati, infatti non presentano lati riflessivi, ma dimostrano solo il loro volto amante dello sport. Il protagonista è un chiaro esempio di un ragazzo che gioca perchè ama il proprio sport e perchè vuole sfondare in quel mondo, infatti il finale mi ha sorpreso, in maniera inaspettatamente positiva.
La grafica non è delle migliori, animazioni non sempre pulite e fluide, ma almeno i disegni sono piuttosto accettabili; il sonoro invece è da rifare, doppiaggio che rovina un po' quello che è un anime discreto, mentre gli effetti sonori non sempre sono piacevoli, o almeno azzeccati.
In conclusione, quest'anime ha del proprio che rende il tutto più che positivo, ma certi aspetti del comparto tecnico e dello sviluppo trama lasciano a desiderare. Resta comunque una carina storia da seguire.
La trama vede protagonista Kyosuke Kano, un amante di calcio che ammira il fratello maggiore Seisuke che gioca nel Milan, squadra di Serie A italiana. Quando scopre che in realtà Seisuke non è suo fratello di sangue, abbandona il calcio e diventa un teppista, ma poco dopo si riavvicina a questo sport grazie a Koji e Rodrigo, giocatori del club di calcio della Jojo Akanegaoka; con loro mirerà a vincere il campionato regionale battendo la squadra più forte della regione, il Kokuryo.
La storia ha subito uno sviluppo molto crescente, intrigante e interessante su certi versi, ad esempio abbiamo un piccolo collegamento al campionato italiano dove il fratellastro del protagonista gioca. Questo fa aumentare molta curiosità anche in vista dei personaggi, che motivati dai nomi delle grandi squadre, mettono tutto se stessi durante le partite; essendo un'anime di calcio mi aspettavo qualche difetto sulla sceneggiatura delle partite, ma sono rimasto sorpreso dalla suspense che trasmette l'anime durante una tranquilla partita di calcio. Certi episodi purtroppo di dimostrano inutili, pesanti e di troppo, ma se ci pensiamo bene sono solamente episodi che vanno messi lì per completare il puzzle finale.
I personaggi non sono molto studiati, infatti non presentano lati riflessivi, ma dimostrano solo il loro volto amante dello sport. Il protagonista è un chiaro esempio di un ragazzo che gioca perchè ama il proprio sport e perchè vuole sfondare in quel mondo, infatti il finale mi ha sorpreso, in maniera inaspettatamente positiva.
La grafica non è delle migliori, animazioni non sempre pulite e fluide, ma almeno i disegni sono piuttosto accettabili; il sonoro invece è da rifare, doppiaggio che rovina un po' quello che è un anime discreto, mentre gli effetti sonori non sempre sono piacevoli, o almeno azzeccati.
In conclusione, quest'anime ha del proprio che rende il tutto più che positivo, ma certi aspetti del comparto tecnico e dello sviluppo trama lasciano a desiderare. Resta comunque una carina storia da seguire.
Nel 1964, anno delle olimpiadi di Tokyo, l'animazione subì notevoli cambiamenti. L'evento sportivo che riempiva la capitale giapponese rappresentava qualcosa di ben più significativo per gli abitanti di un paese che circa 20 anni prima era morto. Le olimpiadi erano una rinascita. Il Giappone si ripresentava al mondo nuovo e più potente di prima. Lo sport diventa un simbolo, una via per potersi perfezionare, la propria ragione di vita. Ce lo hanno dimostrato Naoto protagonista dell'Uomo Tigre che lotta per gli altri orfani come lui e che in lui vedono un esempio o Mimì, della nazionale della palla a volo, che giocando con molta dedizione riesce a superare tutti gli ostacoli. Ma l'anime più importante per poter comprendere la situazione dell'epoca è Tommy, la stella degli Gians (kyojin no hoshi): la guerra ha frenato tutti i suoi sogni e il desiderio di fare quel tiro perfetto tanto agognato si realizza solo dopo aver disintegrato per sempre una parte di se'. Se ci si impegna al massimo ogni ostacolo può essere superato,ma bisogna fare tanti sacrifici.
Negli anni ottanta invece col boom economico, gli anime appartenenti al genere supokon cambiano direzione. Non si fa più sport per dimostrare al Giappone che nessuna sfida è impossibile, ma per un sano senso di competizione. Vincere diventa la nuova parola d'ordine. Ce lo hanno dimostrato più volte Mila con la sua squadra di palla a volo e Capitan Tsubasa, vincendo ogni sfida. I valori che venivano dati alla generazione degli anni ottanta erano certamente positivi, ma fra questi mancava quel senso di estremo sacrificio. La vittoria alla fine risultava scontata e i sacrifici non erano estremi.
Oggi il genere sportivo è principalmente orientato sulla scia degli anni ottanta. Ma esiste un anime sportivo che è riuscito a cambiare tutto. In Hungry Heart non conta né vincere,né dimostrare al Giappone qualcosa, ma crescere ed imparare a credere nei propri sogni. Sudore, fango, corsa, piedi, testa e cuore. Solo questa è una vittoria.
Tratto da un minore manga di Yoichi Takahashi, il celebre mangaka di Capitan Tsubasa, Hungry Heart (in Italia la squadra del cuore) è un anime di 52 episodi del 2002. Nel 2002 in giappone si tennero i modiali di calcio, vinti poi dal Brasile. L'animazione giapponese destò nuovamente la sua attenzione sul calcio che era quasi stato dimenticato dopo l'ondata di Capitan Tsubasa. All'inizio la storia resta fedele al fumetto, ma nel corso degli episodi comincia a staccarsi sostanzialmente, ribaltando addirittura il finale, e in più punti migliorando la trama del manga.
Capelli arancioni, sguardo arcigno e un calcio a dir poco spaventoso. Roy (Kyosuke)Kanou è un giovane ribelle che entra a far parte della squadra di calcio mediocre del suo liceo, l'Orange Hill. Con il suo contributo Roy riuscirà a portare la squadra a grandi livelli.
La trama è apparentemente semplice e banale, ma in realtà è ricca di profondi spunti. Infatti i personaggi, dal protagonista a quelli meno importanti, sono tutti ben caratterizzati. L'introspezione psicologica di Roy è davvero notevole. Soffre di un profondo senso di inferiorità nei confronti del fratello, giocatore del Milan. Peter(seisuke) Kanou ha insegnato al suo fratellino tutto ciò che bisogna sapere sul calcio, ma Roy di questo sport non ne vuole sapere. Non vuole essere paragonato al fratello. Da giovane scapestrato , egoista e superficiale Roy impara a crescere e a credere negli altri. Il calcio è il collante di undici ragazzi profondamente diversi che insieme crescono, lottano e scoprono nuovi valori. Consci del fatto che lo sport è molto più che una semplice disciplina, ma è fatto di amore, passione, dedizione e sacrificio i ragazzi riescono ad affrontare le numerose sconfitte ed i pareggi senza mai arrendersi, fino al sorprendente finale.
L'anime per la sua struttura è indirizzato sia ad un pubblico maschile, sia ad un pubblico femminile. Infatti non mancano spunti tipici del genere Shojo. Il disegno è molto ben curato rispetto agli altri anime dello stesso periodo, decisamente superiore a quello del manga. Le animazioni non sono eccellenti, ma in compenso la colonna sonora, è meravigliosa: avvincente e piena di energie durante le partite, tragica nei momenti clou, delicata nelle scene romantiche. L'intensità del sonoro fa da cornice ad un prodotto davvero ben fatto .
Consigliato soprattutto a chi non ama il genere sportivo. Per potersi ricredere.
Negli anni ottanta invece col boom economico, gli anime appartenenti al genere supokon cambiano direzione. Non si fa più sport per dimostrare al Giappone che nessuna sfida è impossibile, ma per un sano senso di competizione. Vincere diventa la nuova parola d'ordine. Ce lo hanno dimostrato più volte Mila con la sua squadra di palla a volo e Capitan Tsubasa, vincendo ogni sfida. I valori che venivano dati alla generazione degli anni ottanta erano certamente positivi, ma fra questi mancava quel senso di estremo sacrificio. La vittoria alla fine risultava scontata e i sacrifici non erano estremi.
Oggi il genere sportivo è principalmente orientato sulla scia degli anni ottanta. Ma esiste un anime sportivo che è riuscito a cambiare tutto. In Hungry Heart non conta né vincere,né dimostrare al Giappone qualcosa, ma crescere ed imparare a credere nei propri sogni. Sudore, fango, corsa, piedi, testa e cuore. Solo questa è una vittoria.
Tratto da un minore manga di Yoichi Takahashi, il celebre mangaka di Capitan Tsubasa, Hungry Heart (in Italia la squadra del cuore) è un anime di 52 episodi del 2002. Nel 2002 in giappone si tennero i modiali di calcio, vinti poi dal Brasile. L'animazione giapponese destò nuovamente la sua attenzione sul calcio che era quasi stato dimenticato dopo l'ondata di Capitan Tsubasa. All'inizio la storia resta fedele al fumetto, ma nel corso degli episodi comincia a staccarsi sostanzialmente, ribaltando addirittura il finale, e in più punti migliorando la trama del manga.
Capelli arancioni, sguardo arcigno e un calcio a dir poco spaventoso. Roy (Kyosuke)Kanou è un giovane ribelle che entra a far parte della squadra di calcio mediocre del suo liceo, l'Orange Hill. Con il suo contributo Roy riuscirà a portare la squadra a grandi livelli.
La trama è apparentemente semplice e banale, ma in realtà è ricca di profondi spunti. Infatti i personaggi, dal protagonista a quelli meno importanti, sono tutti ben caratterizzati. L'introspezione psicologica di Roy è davvero notevole. Soffre di un profondo senso di inferiorità nei confronti del fratello, giocatore del Milan. Peter(seisuke) Kanou ha insegnato al suo fratellino tutto ciò che bisogna sapere sul calcio, ma Roy di questo sport non ne vuole sapere. Non vuole essere paragonato al fratello. Da giovane scapestrato , egoista e superficiale Roy impara a crescere e a credere negli altri. Il calcio è il collante di undici ragazzi profondamente diversi che insieme crescono, lottano e scoprono nuovi valori. Consci del fatto che lo sport è molto più che una semplice disciplina, ma è fatto di amore, passione, dedizione e sacrificio i ragazzi riescono ad affrontare le numerose sconfitte ed i pareggi senza mai arrendersi, fino al sorprendente finale.
L'anime per la sua struttura è indirizzato sia ad un pubblico maschile, sia ad un pubblico femminile. Infatti non mancano spunti tipici del genere Shojo. Il disegno è molto ben curato rispetto agli altri anime dello stesso periodo, decisamente superiore a quello del manga. Le animazioni non sono eccellenti, ma in compenso la colonna sonora, è meravigliosa: avvincente e piena di energie durante le partite, tragica nei momenti clou, delicata nelle scene romantiche. L'intensità del sonoro fa da cornice ad un prodotto davvero ben fatto .
Consigliato soprattutto a chi non ama il genere sportivo. Per potersi ricredere.
Se ci capita di nominare Yoichi Takahashi discutendo di anime e manga, nove volte su dieci lo si cita perché si parla della sua opera più celebre conosciuta a tutti gli appassionata di animazione, e non solo, vale a dire “Capitan Tsubasa”, “Holly e Benji” in Italia.
Il mangaka in questione però è anche l'autore di un'altra opera, sicuramente meno famosa di quella appena citata, ma non per questo da sottovalutare o peggio ancora scartare. Sto parlando di “Hungry Heart - Wild Striker”, conosciuto nel nostro paese come “La squadra del cuore”.
Se con “Capitan Tsubasa” ha acquistato fama e notorietà raccontandoci passo passo la crescita di un giovane e promettentissimo campione attraverso un percorso che prevedeva una tipologia d'incontri calcistici basati o quasi su delle “particolarità” assolutamente non comuni ai canonici match che si disputano su un qualsiasi campo da gioco, in “Hungry Heart” non vi è riscontrabile o quasi nessuno di quegli elementi.
Sotto il profilo tecnico riguardante la veridicità del gioco del calcio infatti, l'opera che sto recensendo attualmente è di gran lunga superiore a Tsubasa. Si pensi che in Hungry Heart il risultato di un incontro non è affatto scritto prima ancora di essere disputato come spesso accadeva con Holly e company, dove bene o male si era consapevoli che, almeno prima di una finale, vittoria sarebbe stata; qui tutt'altro, vediamo invece i nostri protagonisti vincere, perdere o pareggiare in qualsiasi momento e con la più assoluta imprevedibilità. I match non sono infiniti, vengono conclusi nel giro di un episodio-due al massimo; non sono presenti colpi o acrobazie spericolate bensì canoniche manovre e azioni attuabili da un qualsiasi team di calcio professionista. Insomma, salvo un paio di casi in cui si assiste a tiri/combinazioni che ricordano l'opera più famosa di Takahashi (ma sempre in scala uno a dieci), “Hungry Heart” per gli amanti più adulti del gioco del pallone è quello che ci vuole.
Analizzato l'aspetto primario che probabilmente è quello che più interessa, si può accennare alla trama comunque interessante che vede il protagonista degli eventi inizialmente non troppo interessato al calcio, o almeno così è quello che vuole fare vedere. Il suo nome è Roy Kanou.
Il motivo di ciò è presto detto: suo fratello Peter gioca nel Milan dove ha un gran successo e Roy così viene spesso avvicinato da ragazzi solo per questa ragione non affatto sostenibile e sopportabile per un tipo orgoglioso, irascibile e rissoso come lui, tanto da indurlo a esternare apertamente il suo odio verso il calcio e a cercarsi altri interessi come la musica.
A seguito di un evento che non vi sto qui a raccontare per non dilungarmi, si trova comunque ad allenare una squadra femminile di calcio capitanata dalla bella Miki e il tempo passato da coach gli è d'aiuto per trovare stimoli che lo portano a indossare nuovamente le scarpette da gioco e a entrare nell'Orange Hill nel ruolo di attaccante, dove conosce tra gli altri due elementi che non passano certamente inosservati: il fantasista Rodrigo e il portiere Sakai.
Il design della serie è discretamente curato nei particolari e le animazioni sono accettabili tutto sommato. L'aspetto di Roy poi è a tutti gli effetti una versione calcistica di Hanamichi Sakuragi, famoso protagonista di Slam Dunk. Entrambi infatti hanno diversi aspetti che li accomunano e, se il carattere come detto poco più sopra è pressoché identico, non da meno è la loro stazza e il colore dei capelli che li raffigura - rossi Hanamichi, arancioni Roy -, assolutamente non comune al resto dei ragazzi presenti nel contesto. Se avete adorato dunque il numero dieci dello Shohoku, vi troverete senz'altro ad apprezzare anche il numero nove dell'Orange Hill.
Detto infine che il doppiaggio italiano si lascia apprezzare con Corrado Conforti tra gli altri a dare voce al nostro protagonista riuscendo a esprimere al meglio il suo carattere forte, deciso e irrequieto, consiglio la visione di quest'anime innanzitutto a tutti gli appassionati di questo sport che hanno così modo di gustarsi un titolo che racconta le partite di calcio per quello che sono (o quasi) senza troppo eccedere. Ma lo consiglio anche a un pubblico sportivo, e non, femminile, dato che vi è pure una sotto-trama sentimentale che potrebbe fare al caso vostro.
Tutti questi elementi a me non sono dispiaciuti, adesso tocca a voi.
Il mangaka in questione però è anche l'autore di un'altra opera, sicuramente meno famosa di quella appena citata, ma non per questo da sottovalutare o peggio ancora scartare. Sto parlando di “Hungry Heart - Wild Striker”, conosciuto nel nostro paese come “La squadra del cuore”.
Se con “Capitan Tsubasa” ha acquistato fama e notorietà raccontandoci passo passo la crescita di un giovane e promettentissimo campione attraverso un percorso che prevedeva una tipologia d'incontri calcistici basati o quasi su delle “particolarità” assolutamente non comuni ai canonici match che si disputano su un qualsiasi campo da gioco, in “Hungry Heart” non vi è riscontrabile o quasi nessuno di quegli elementi.
Sotto il profilo tecnico riguardante la veridicità del gioco del calcio infatti, l'opera che sto recensendo attualmente è di gran lunga superiore a Tsubasa. Si pensi che in Hungry Heart il risultato di un incontro non è affatto scritto prima ancora di essere disputato come spesso accadeva con Holly e company, dove bene o male si era consapevoli che, almeno prima di una finale, vittoria sarebbe stata; qui tutt'altro, vediamo invece i nostri protagonisti vincere, perdere o pareggiare in qualsiasi momento e con la più assoluta imprevedibilità. I match non sono infiniti, vengono conclusi nel giro di un episodio-due al massimo; non sono presenti colpi o acrobazie spericolate bensì canoniche manovre e azioni attuabili da un qualsiasi team di calcio professionista. Insomma, salvo un paio di casi in cui si assiste a tiri/combinazioni che ricordano l'opera più famosa di Takahashi (ma sempre in scala uno a dieci), “Hungry Heart” per gli amanti più adulti del gioco del pallone è quello che ci vuole.
Analizzato l'aspetto primario che probabilmente è quello che più interessa, si può accennare alla trama comunque interessante che vede il protagonista degli eventi inizialmente non troppo interessato al calcio, o almeno così è quello che vuole fare vedere. Il suo nome è Roy Kanou.
Il motivo di ciò è presto detto: suo fratello Peter gioca nel Milan dove ha un gran successo e Roy così viene spesso avvicinato da ragazzi solo per questa ragione non affatto sostenibile e sopportabile per un tipo orgoglioso, irascibile e rissoso come lui, tanto da indurlo a esternare apertamente il suo odio verso il calcio e a cercarsi altri interessi come la musica.
A seguito di un evento che non vi sto qui a raccontare per non dilungarmi, si trova comunque ad allenare una squadra femminile di calcio capitanata dalla bella Miki e il tempo passato da coach gli è d'aiuto per trovare stimoli che lo portano a indossare nuovamente le scarpette da gioco e a entrare nell'Orange Hill nel ruolo di attaccante, dove conosce tra gli altri due elementi che non passano certamente inosservati: il fantasista Rodrigo e il portiere Sakai.
Il design della serie è discretamente curato nei particolari e le animazioni sono accettabili tutto sommato. L'aspetto di Roy poi è a tutti gli effetti una versione calcistica di Hanamichi Sakuragi, famoso protagonista di Slam Dunk. Entrambi infatti hanno diversi aspetti che li accomunano e, se il carattere come detto poco più sopra è pressoché identico, non da meno è la loro stazza e il colore dei capelli che li raffigura - rossi Hanamichi, arancioni Roy -, assolutamente non comune al resto dei ragazzi presenti nel contesto. Se avete adorato dunque il numero dieci dello Shohoku, vi troverete senz'altro ad apprezzare anche il numero nove dell'Orange Hill.
Detto infine che il doppiaggio italiano si lascia apprezzare con Corrado Conforti tra gli altri a dare voce al nostro protagonista riuscendo a esprimere al meglio il suo carattere forte, deciso e irrequieto, consiglio la visione di quest'anime innanzitutto a tutti gli appassionati di questo sport che hanno così modo di gustarsi un titolo che racconta le partite di calcio per quello che sono (o quasi) senza troppo eccedere. Ma lo consiglio anche a un pubblico sportivo, e non, femminile, dato che vi è pure una sotto-trama sentimentale che potrebbe fare al caso vostro.
Tutti questi elementi a me non sono dispiaciuti, adesso tocca a voi.
<b>Attenzione: spoiler sulla trama!</b>
Non credevo che mi sarei tanto appassionata a Wild Striker: sono cresciuta con Holly & Benji e quindi sono partita un po' prevenuta. Come a volte succede però, è anche bello ricredersi, perchè la storia non è scontatissima e a differenza di Holly, in Wild Striker non tutte le partite hanno il risultato a favore dei protagonisti. Roy Kanou mi ricorda molto Hanamichi Sakuragi, è un grande attaccabrighe e all'inizio della storia non ha la minima intenzione di rimettersi a giocare a calcio. Il motivo è la continua competizione con il fratello maggiore, che milita in Serie A, nel Milan. La differenza dal fratello, calcisticamente, è abbastanza notevole, perchè Peter sembra la fotocopia di Kakà! Ad aiutare Roy a cambiare idea, ci penserà la bella Miki, capitano della squadra di calcio femminile del liceo. Miki convincerà il ragazzo a fare da allenatore alla squadra femminile, e questo sarà l'inizio di tutto, perchè Roy comincerà a desiderare di tornare a giocare e presto si unisce alla squadra maschile. Gli Jojo Orange Hill non sono una squadra eccezionale, ma oltre a Roy, si uniscono altre due matricole: Rodrigo, un giovane centrocampista brasiliano in cerca di fortuna in Giappone, e Sakai, portiere di origini inglesi. Insieme formeranno un trio eccezionale e le partite saranno belle e avvincenti soprattutto grazie a loro!!! Quello che mi ha colpito fin dalle prime partite, è che l'andamento delle gare non è affatto scontato! Il risultato cambia continuamente e il finale è quasi sempre una sorpresa! In più, c'è la storia d'amore, che durante l'anime viene spesso sottintesa perchè Roy, all'inizio, dice di non essere interessato alle ragazze e di avere soltanto il calcio per la testa. Ma non ci metterà molto a cambiare idea. A serie inoltrata, capirà che quello che sente per Miki è diverso dalle altre ragazze e quando Roy sarà ingaggiato dall'Ayax, e deciderà di partire per affermarsi in Europa, i loro sentimenti saranno più chiari...
In definitiva, è un anime che consiglio a tutti gli appassionati di calcio, la storia è bella e non presenta solo tematiche calcistiche, ma viene anche analizzata la vita familiare del protagonista. Il tutto godibile e anche divertente, grazie a Roy! Il 10 se lo merita tutto!!!
Non credevo che mi sarei tanto appassionata a Wild Striker: sono cresciuta con Holly & Benji e quindi sono partita un po' prevenuta. Come a volte succede però, è anche bello ricredersi, perchè la storia non è scontatissima e a differenza di Holly, in Wild Striker non tutte le partite hanno il risultato a favore dei protagonisti. Roy Kanou mi ricorda molto Hanamichi Sakuragi, è un grande attaccabrighe e all'inizio della storia non ha la minima intenzione di rimettersi a giocare a calcio. Il motivo è la continua competizione con il fratello maggiore, che milita in Serie A, nel Milan. La differenza dal fratello, calcisticamente, è abbastanza notevole, perchè Peter sembra la fotocopia di Kakà! Ad aiutare Roy a cambiare idea, ci penserà la bella Miki, capitano della squadra di calcio femminile del liceo. Miki convincerà il ragazzo a fare da allenatore alla squadra femminile, e questo sarà l'inizio di tutto, perchè Roy comincerà a desiderare di tornare a giocare e presto si unisce alla squadra maschile. Gli Jojo Orange Hill non sono una squadra eccezionale, ma oltre a Roy, si uniscono altre due matricole: Rodrigo, un giovane centrocampista brasiliano in cerca di fortuna in Giappone, e Sakai, portiere di origini inglesi. Insieme formeranno un trio eccezionale e le partite saranno belle e avvincenti soprattutto grazie a loro!!! Quello che mi ha colpito fin dalle prime partite, è che l'andamento delle gare non è affatto scontato! Il risultato cambia continuamente e il finale è quasi sempre una sorpresa! In più, c'è la storia d'amore, che durante l'anime viene spesso sottintesa perchè Roy, all'inizio, dice di non essere interessato alle ragazze e di avere soltanto il calcio per la testa. Ma non ci metterà molto a cambiare idea. A serie inoltrata, capirà che quello che sente per Miki è diverso dalle altre ragazze e quando Roy sarà ingaggiato dall'Ayax, e deciderà di partire per affermarsi in Europa, i loro sentimenti saranno più chiari...
In definitiva, è un anime che consiglio a tutti gli appassionati di calcio, la storia è bella e non presenta solo tematiche calcistiche, ma viene anche analizzata la vita familiare del protagonista. Il tutto godibile e anche divertente, grazie a Roy! Il 10 se lo merita tutto!!!
L'anime in questione è una serie del 2002 sportivo/scolastica: Hungry Heart, la squadra del cuore in Italia. Devo dire che ha avuto davvero molto successo nel nostro paese soprattutto per la semplicità di un prodotto adatto ai più piccoli che però a volte non stanca i più grandi. Secondo me il prodotto in questione non è paragonabile al buon vecchio Capitan Tsubasa, che ci ha accompagnato negli anni passati, molto più originale, ma tornando a questo anime bisogna dire che la trama è solida ma molto superficiale, accompagnata da disegni quasi ridicoli ma molto efficaci. Il suddetto prodotto, ci racconta delle vicende di un giovane che vuol diventare calciatore professionista e quindi niente di nuovo all'orizzonte, se non fosse per la quantità di sciocchezze presenti all'interno dello stesso, anche nei vecchi prodotti comparivano delle incongruenze come la percorrenza del campo da calcio in mezz'ora circa, ma in questo prodotto ci sono davvero delle esagerazioni che non dovrebbero comparire in un 'anime di questo genere, per parlarci chiaramente un pallone non può rompere una gradinata dello stadio ad esempio, ma se ne potrebbero fare molti altri di esempi. I personaggi sono copiatissimi da altri anime ed alcuni somigliano molto a quelli di Capitan Tsubasa. Anche tecnicamente il livello è molto basso, i disegni sono abbozzati e la fluidità delle immagini è a volte pressoché nulla. La colonna sonora è banale e ripetitiva. Una vera delusione rispetto alle mie aspettative. Consiglio il prodotto solo ad un pubblico di piccini che sa riscoprire la bellezza anche nelle cose più semplici.
Premesso di essere sempre stato un grande appassionato di calcio e di aver adorato la serie Captain Tsubasa come un po' tutti i ragazzi della mia età, devo ammettere di non riuscire a credere che un anime costernato di tale banalità possa essere piaciuto a così tanta gente! Tralasciando l'argomento trama, che probabilmente è l'unico elemento a salvarsi dall'insufficienza (in teoria, ma non in pratica) vorrei far notare alcuni spettacolari "aneddoti" degli sceneggiatori, che mi han fatto a dir poco sbellicare (insomma, non possono passare inosservati in vista di una valutazione finale)! Ad esempio, come si fa a fermarsi in un campo di calcio a fare lunghe chiacchierate nel mezzo delle azioni di gioco? Come si fa a segnare un goal col fiato, oppure come si fa a distruggere gli spalti con un (talmente) potente calcio ad un normale pallone di cuoio? Queste e tante altre sciocchezze ho notato in quest'anime privo di veri spunti e colmo di esagerazioni (che cercano di fare l'eco a Captain Tsubasa), di personaggi ridicolmente caratterizzati (almeno disegnarli bene, nemmeno questo!) e di animazioni di seconda categoria. Il confronto con altri anime del filone sportivo/calcistico è inevitabile, ma risulta chiaro che l'opera in questione può uscirne solo sconfitta. Molti potrebbero ribattere affermando che i personaggi sono molto più alla mano e hanno ottime storie da raccontare... niente di più sbagliato! Secondo me sono stereotipati ed inseriti nei soliti contesti: il protagonista che si concentra al massimo delle sue possibilità nella sfida posta a un amico/parente in una data disciplina; la classica storiella d'amore sdolcinata e senza nessuna conclusione; un finale tanto atteso ma rivelatosi nient'altro che scontato e addirittura deludente dal punto di vista delle emozioni...
Insomma, questa serie potrà piacere da pazzi ai ragazzini che magari seguono assiduamente la fascia pomeridiana e potrebbero anche trarne insegnamenti associati alla passione per lo sport, ma nel complesso si tratta di un anime mediocre.
Insomma, questa serie potrà piacere da pazzi ai ragazzini che magari seguono assiduamente la fascia pomeridiana e potrebbero anche trarne insegnamenti associati alla passione per lo sport, ma nel complesso si tratta di un anime mediocre.
Un anime davvero appassionante e divertente, i disegni non sono il massimo, ma dei personaggi non si può dire lo stesso, sono molto divertenti e ognuno ha un carattere particolare che ti fa finire con l'affezionarsi, questa caratteristica rende l'anime unico e inimitabile e non stupisce che abbia fatto tanto successo. Inizialmente può sembrare banale, il classico anime che parla di calcio, ma puntata dopo puntata ci si appassiona e ci si rende sempre più conto della bellezza e dell'originalità dell'anime. Certo ci sono abbastanza cose insensate come il riuscire a segnare un goal con il solo fiato, i campi a volte sono infiniti, nonostante Roy e Miki fossero nella stessa scuola nessuno dei due aveva mai cagato l'altro e i personaggi si fermano tranquillamente in mezzo al campo a parlare del più e del meno e nel mentre gli avversari rimangono li ad aspettare, tanto c'è tutto il tempo del mondo, ma niente e nessuno è perfetto... La trama è comunque originale e io la ho trovata una delle più belle e divertenti storie. Avrei dato anche di più del 9 se non fosse stato per l'ultima puntata che manda all'aria tutto quello che era stato costruito nelle precedenti. Lo consiglio a tutti e non solo agli appassionati di anime sul calcio, infatti tratta argomenti vari anche che il calcio non lo riguardano proprio.
Spledido anime, non trovo altre parole per descriverlo davvero bellissimo...
Trama ben studiata e molto interessante, addirittura credibile (niente a che vedere con Holly e Benji dove il Giappone è la nazionale "onnipotente"); il calcio non è semplicemente visto come uno sport ma come uno strumento di riscatto per i ragazzi bulli e teppisti, un mezzo di socializzazione e di crescita. La passione che trasmette quest'anime è dilagante capace di entusiasmare e coinvolgere lo spettatore, tutto sottolineato da musiche eccezionali che riescono sempre a creare l'atmosfera ideale in ogni circostanza.
I disegni sono ben realizzati e le animazioni tutto sommato accettabili trattandosi di anime calcistico (non ci sono praterie sconfinate in collina ma palloni ovali e colpi di testa da 3 metri sopra la traversa sì), i dialoghi sono curati e su alcune battute c'è da piegarsi dal ridere.
In definitiva per me è un anime ottimo di cui spero ci sia un seguito, che consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze che amano il calcio...
Trama ben studiata e molto interessante, addirittura credibile (niente a che vedere con Holly e Benji dove il Giappone è la nazionale "onnipotente"); il calcio non è semplicemente visto come uno sport ma come uno strumento di riscatto per i ragazzi bulli e teppisti, un mezzo di socializzazione e di crescita. La passione che trasmette quest'anime è dilagante capace di entusiasmare e coinvolgere lo spettatore, tutto sottolineato da musiche eccezionali che riescono sempre a creare l'atmosfera ideale in ogni circostanza.
I disegni sono ben realizzati e le animazioni tutto sommato accettabili trattandosi di anime calcistico (non ci sono praterie sconfinate in collina ma palloni ovali e colpi di testa da 3 metri sopra la traversa sì), i dialoghi sono curati e su alcune battute c'è da piegarsi dal ridere.
In definitiva per me è un anime ottimo di cui spero ci sia un seguito, che consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze che amano il calcio...
Come si fa a paragonare un caposaldo dell'animazione calcistica come Holly e Benji con La squadra del cuore? Impossibile. Allora godetevi semplicemente quest'anime che non senza difetti è davvero un piacevole intrattenimento con musiche più che apprezzabili (sentita la sigla originale?). Le azioni spesso si perdono nella banalità, ma i caratteri di molti personaggi e le loro storie ci permettono di affezionarci agli stessi. Guardatelo e forza Kanou!
Hungry Heart parte bene, il protagonista Kanu è effettivamente un po' diverso dal solito, un po' fanfarone, (può vagamente ricordare Hanamichi di Slam Dunk, anche per i capelli rossi) e non è certo lo Tsubasa perfettino uscito dalla stessa matita di Yoichi Takahashi; in più il suo complesso d'inferiorità rispetto al più celebre fratello sembra preludere a una certa introspezione psicologica. Sembra, perchè man mano che la serie procede questi elementi vengono meno per focalizzare l'attenzione sull'aspetto sportivo, salvo qualche episodio di intermezzo... e l'aspetto sportivo, per come viene trattato, non mi entusiasma molto: oltre al tipico spirito giapponese che fa di un evento sportivo una questione di vita o di morte si ripresentano certe esagerazioni stile Capitan Tsubasa (la palla che si deforma con tanto di scia arancione). Certo per fortuna l'Orange Hill ogni tanto perde il che è già una novità, ma a livello di pathos non mi ha catturato molto, molte situazioni rimangono prevedibili e molte altre sono insostenibili (giocatori che tempo zero si trovano prima al limite della propria area e poi in quella avversaria, altri che nel bel mezzo della partita parlano, perdono tempo).
Graficamente non eccelle e le musiche non lasciano il segno. L'unica tipa bella è la nutrizionista, Kaori. In sostanza, anime guardabile ma niente di più, a livello di coinvolgimento rimane migliore Capitan Tsubasa pur con tutti i suoi sensazionalismi, a livello di anime sportivi si sono viste cose migliori sia dal punto di vista dell'accuratezza nella descrizione del gioco sia come plot (Slam Dunk ne è un esempio almeno per me).
Graficamente non eccelle e le musiche non lasciano il segno. L'unica tipa bella è la nutrizionista, Kaori. In sostanza, anime guardabile ma niente di più, a livello di coinvolgimento rimane migliore Capitan Tsubasa pur con tutti i suoi sensazionalismi, a livello di anime sportivi si sono viste cose migliori sia dal punto di vista dell'accuratezza nella descrizione del gioco sia come plot (Slam Dunk ne è un esempio almeno per me).
Sicuramente questa serie è superiore a Holly e Benji, sia per la qualità dei disegni che per la storia meno scontata. Senza ombra di dubbio questo è l'anime sul calcio più bello mai fatto però ha alcuni difetti: le capigliature di alcuni giocatori sono improponibili (Kanou ha i capelli arancioni e Kiba ha un cespuglio viola), i giocatori annullano la gravità più e più volte (Kanou riesce, dopo essere stato scagliato in aria da una scivolata, a fare rovesciate o altri colpi acrobatici mettendoci mezzora), riescono tutti a fare salti apocalittici (in alcune inquadrature si può vedere la traversa sotto i piedi dei giocatori), infine non calciano in porta, ma sparano con un cannone (Kanou in un allenamento tira per colpire un ex giocatore della nazionale giapponese, ma lo manca e abbatte il tabellone del punteggio, oppure Kamijama tira una bazookata e manca la porta, ma aspota una buona parte ti tribuna). Però la storia è molto bella perchè parla dei problemi dei giocatori anche fuori dal campo. Consiglio a tutti di vederlo sia appassionati di calcio che non.
Note positive: storia molto realistica che fa capire che non sempre si può vincere anche quando lo si vuole con tutto se stessi. Alla fine lui parte per l'Ajax per diventare un professionista, chiunque l'avrebbe fatto.
Note negative: creatività grafica dei personaggi scarsa perché sono tutti degli estrapolati dai vari manga, finale smorzato. Il tiro di Kanou era uguale al tiro ad effetto di Holly però lui ha una scia arancio quella di Holly bianca.
Note negative: creatività grafica dei personaggi scarsa perché sono tutti degli estrapolati dai vari manga, finale smorzato. Il tiro di Kanou era uguale al tiro ad effetto di Holly però lui ha una scia arancio quella di Holly bianca.
Penso che sia il piu bell cartone di calcio degli ultimi 15 anni sotto certi aspetti anche meglio di Holly e Benji. La qualità dei disegni senza ombra di dubbio fantastici, la storia e soprattutto le partite non vengono portate all esasperazione con azioni che vanno contro ogni tipo di legge fisica. Pero penso che l'abbiano fatta terminare troppo velocemente, se avvessero fatto in totale 100 episodi anziche 52, la storia dei personaggi e in genetale sarebbe stata curata di più e sicuramente sarebbe riuscito meglio come anime.
Spero vivamente che ci sai un seguito.
Spero vivamente che ci sai un seguito.
Ho finito proprio adesso di vedere l'ultima puntata, che dire, un'anime che definire stupendo è poco, ho visto l'intera serie a cadenza settimanale (1 puntata ogni volta).
L'anno scorso è cominciata questa grande avventura insieme ai protagonisti, uno dei pochi anime che mi ha saputo tirare fuori molte emozioni (anche se non sono ferrato in questa materia).
I personaggi sono veramente caratterizzati bene (finalmente un protagonista al di fuori degli schemi), purtroppo non ci sono notizie di seguiti, fra qualche anno andrò in giappone solo per vedere di trovare i manga originali e di avere notizie su questa incredibile serie, consigliata a tutti!
L'anno scorso è cominciata questa grande avventura insieme ai protagonisti, uno dei pochi anime che mi ha saputo tirare fuori molte emozioni (anche se non sono ferrato in questa materia).
I personaggi sono veramente caratterizzati bene (finalmente un protagonista al di fuori degli schemi), purtroppo non ci sono notizie di seguiti, fra qualche anno andrò in giappone solo per vedere di trovare i manga originali e di avere notizie su questa incredibile serie, consigliata a tutti!
Allora... come fattura niente da dire! Le animazioni sono fatte, a mio avviso, molto bene, soprattutto durante le partite.
I personaggi sono abbastanza caratterizzati, a parte però alcuni personaggi comprimari che, a mio avviso, essendo parte integrante dell'anime, dovevano essere caratterizzati meglio.
Tuttavia l'anime è abbastanza verosimile: non ci sono bambini che saltano sulle traverse o palloni che sfondano i muri, ma solo sana e dura competizione (e questo è un bene). A volte scatta l'esagerazione, ma è fatta solo per enfatizzare il tutto (ed anche questo è un bene).
Il protagonista ha una crescita psico-fisica non indifferente, molto apprezzata dal sottoscritto.
Onestamente, se devo trovargli un difetto, lo trovo nel numero di puntate, eccessive per un anime che esprime il melgio di se in soltanto 30-35 al max.
Per il resto, merita senza dubbio un ottimo voto.
I personaggi sono abbastanza caratterizzati, a parte però alcuni personaggi comprimari che, a mio avviso, essendo parte integrante dell'anime, dovevano essere caratterizzati meglio.
Tuttavia l'anime è abbastanza verosimile: non ci sono bambini che saltano sulle traverse o palloni che sfondano i muri, ma solo sana e dura competizione (e questo è un bene). A volte scatta l'esagerazione, ma è fatta solo per enfatizzare il tutto (ed anche questo è un bene).
Il protagonista ha una crescita psico-fisica non indifferente, molto apprezzata dal sottoscritto.
Onestamente, se devo trovargli un difetto, lo trovo nel numero di puntate, eccessive per un anime che esprime il melgio di se in soltanto 30-35 al max.
Per il resto, merita senza dubbio un ottimo voto.
La differenza sostanziale a mio avviso da Holly e Benji è che questo anime fa morire dal ridere.
Anche quì ovviamente il gioco del calcio è visto in modo decisamente irreale, come capita Tsubasa ci insegna. Ma almeno fa ridere, le partite durano meno, e i campi sono più corti.
I disegni non sono eccelsi, soprattutto per quanto riguarda i corpi dei giocatori. Resta comunque un ottimo anime, che gli appassionati del genere apprezzeranno sicuramente. E ribadisco: FA UN SACCO RIDEREEEEEEE
Anche quì ovviamente il gioco del calcio è visto in modo decisamente irreale, come capita Tsubasa ci insegna. Ma almeno fa ridere, le partite durano meno, e i campi sono più corti.
I disegni non sono eccelsi, soprattutto per quanto riguarda i corpi dei giocatori. Resta comunque un ottimo anime, che gli appassionati del genere apprezzeranno sicuramente. E ribadisco: FA UN SACCO RIDEREEEEEEE
Hungry Heart: Wild Striker, conosciuto in Italia con il titolo de "La Squadra del Cuore" e trasmesso per intero con sigle originali nello scorso inverno dall'emittente satellitare SKY ITT!, presenta degli elementi che differenziano di gran lunga la storia dal già citato Captain Tsubasa. Innanzitutto il protagonista è l'esatto opposto di Tsubasa: arrogante, pieno di sè, scontroso, individualista e infantile. Detesta il gioco di squadra, e non è nuovo alle risse, lo testimoniano i suoi capelli tinti di un'arancione acceso, degno di un teppista o comunque di una persona il cui animo pare bruciare. La storia tratta temi molto più seri rispetto alla famosa serie calcistica di Takahashi: abbandono, complesso di inferiorità da parte del fratello maggiore, crisi famigliari, e le varie problematiche sociali che ne derivano o che sono la componente maggiore di eventuali situazioni d'ogni giorno. Le partite non sono interminabili, ed anzi: durano al massimo due o tre episodi l'una. Inoltre, sempre per differenziare la serie da Captain Tsubasa, possiamo dire che i protagonisti sono di gran lunga più "umani": perdono spesso, si disperano, si allenano per vincere, ed ogni personaggio ha un suo ruolo fondamentale: non viene lasciato spazio solo al protagonista e all'eventuale antagonista. Spiccano su tutti proprio Kyosuke (in Italia Roy), che se devo essere sincero mi ricorda molto un mix tra Kojiro Hyuga di Captain Tsubasa e Hanamichi Sakuragi di Slam Dunk. Per non parlare di Sakai, il portiere meticcio, che si preoccupa di più del suo taglio di capelli e del suo fascino dannatamente "cool" che dell'esito della partita stessa, o del caso umano Rodrigo, che gioca in Giappone grazie ad una borsa di studio ottenuta in Brasile. Seguito da una regia straordinaria, va anche detto che la serie animata che vanta trovate comiche molto carine oltre ai problemi esistenziali già citati, va al di là del manga originale che non è ancora concluso. Infatti, Hungry Heart conta tuttora solamente 2 volumi all'attivo, poichè Takahashi lo disegna solamente nei ritagli di tempo, e pertanto fa le sue comparsate in edicola e in libreria a cadenza annuale. La serie comunque, ripercorre certi temi classici "Tsubasiani" come il campo con l'orizzonte, il pallone stupendamente ovale e i classici tiri speciali, seppur vanti un tratto decisamente più maturo e lineare. Consigliato ai fan delle serie sportive e soprattutto a quelli che vogliono ridere e divertirsi. Una serie altamente godibile, che nella prossima stagione televisiva, quasi sicuramente andrà in onda su Mediaset.
Beh ragazzi che dire, è senza ombra di dubbio l'anime più bello che abbia visto negli ultimi anni e vi assicuro che ne ho visti parecchi.
I personaggi sono disegnati benissimo. Ognuno ha una personalità, anche i personaggi minori.
Che dire di Roy Kanou, finalmente un personaggio diverso: non bello (anche se per me è un figo), non bravo (è un disastro a scuola e all'inizio anche nel calcio) non buono (tutt'altro è un vero teppista).
E la squadra dell'Orange Hill (si scrive cosi?)poi, tutti personaggi diversi con una propria personalità, simpatici.............Esaka in primis!!!
Finalmente dei giocatori umani, con le loro debolezze e i loro problemi, non macchine da gol!!!! anzi a star bene a vedere loro perdono quasi sempre le partite più importanti!
Ed infine mi sono emozionata con la storia tra Roy e Miki..........sono troppo carini insieme!
Le due puntate finali sono meravigliose, la semifinale è combattutissima e quando l'arbitro fischia la fine è veramente tristissimo.
Per non parlare del groppo in gola che mi viene tutte le volte che vedo la scena finale all'aereporto con Rodrigo che alza la fascia da capitano e miki che corre da lui!!!!! Stupendo!!!!
Allora che altro dire:
EVVIVA LO SPIRITO DELL'ORANGE HILL!!!!!!!!!!!!!!!
I personaggi sono disegnati benissimo. Ognuno ha una personalità, anche i personaggi minori.
Che dire di Roy Kanou, finalmente un personaggio diverso: non bello (anche se per me è un figo), non bravo (è un disastro a scuola e all'inizio anche nel calcio) non buono (tutt'altro è un vero teppista).
E la squadra dell'Orange Hill (si scrive cosi?)poi, tutti personaggi diversi con una propria personalità, simpatici.............Esaka in primis!!!
Finalmente dei giocatori umani, con le loro debolezze e i loro problemi, non macchine da gol!!!! anzi a star bene a vedere loro perdono quasi sempre le partite più importanti!
Ed infine mi sono emozionata con la storia tra Roy e Miki..........sono troppo carini insieme!
Le due puntate finali sono meravigliose, la semifinale è combattutissima e quando l'arbitro fischia la fine è veramente tristissimo.
Per non parlare del groppo in gola che mi viene tutte le volte che vedo la scena finale all'aereporto con Rodrigo che alza la fascia da capitano e miki che corre da lui!!!!! Stupendo!!!!
Allora che altro dire:
EVVIVA LO SPIRITO DELL'ORANGE HILL!!!!!!!!!!!!!!!
In 2 parole... lasciate perdere Capitan Tsubasa...
Pur essendone un grande fan mi son subito innamorato di questo anime.
Una storia più adulta, più sensata e meno cose "sovrumane" lo rendono superiore al suo "cugino"...
Le musiche sono azzeccate, la prima OP è bellissima ma anche le varie ED sono orecchiabili.
I disegni sono buoni e nonostante si ripetanto di quanto in quanto restano piacevoli e variati.
Mi ha sorpreso il fatto che il protagonista NON sia sempre costretto a vincere, anzi... e questa è una cosa che "mancava" a Tsubasa, sempre costretto a vincere...
L'unica nota negativa potrebbe essere il finale, un po' malinconico... Si spera ci sia un seguito!!
Pur essendone un grande fan mi son subito innamorato di questo anime.
Una storia più adulta, più sensata e meno cose "sovrumane" lo rendono superiore al suo "cugino"...
Le musiche sono azzeccate, la prima OP è bellissima ma anche le varie ED sono orecchiabili.
I disegni sono buoni e nonostante si ripetanto di quanto in quanto restano piacevoli e variati.
Mi ha sorpreso il fatto che il protagonista NON sia sempre costretto a vincere, anzi... e questa è una cosa che "mancava" a Tsubasa, sempre costretto a vincere...
L'unica nota negativa potrebbe essere il finale, un po' malinconico... Si spera ci sia un seguito!!
Wild Striker insieme a Slayers è il mio anime preferito,purtroppo non credo uscirà presto il manga in italia,comunque Roy e Miki sono troppo carini insieme,prima si odiano,e poi finiscono con l'innamorarsi!!!Peccato ci sia mancato il bacio!!!!Spero che la serie continui,ma purtroppo non sono riuscita a sapere notizie,se ci sarà una seconda serie o no,ma credo proprio di no!!!Peccato è davvero un gran bel anime,che trovo molto superiore e più bello di Capitain Tsubasa,in quanto c'è anche la tematica amore,che in Capitain Tsubasa è espressa molto confusionalmente e superficialmente!!!E'davvero un grande anime,che spero mettano presto su italia 1 per dare la possibilità alla gente che non ha Sky di guardarlo,perchè ripeto ne vale veramente la pena!!!