The World God Only Knows II
Come annunciato già nell'ultima puntata della prima serie, ecco che arriva anche la seconda stagione di "Kami nomi zo Shiru Sekai", "The World God Only Knows". L'impostazione è la stessa di prima, ovvero una commedia sentimentale/scolastica, che lascia molto spazio al fattore harem e a quello soprannaturale.
Di fatto non cambia molto rispetto al passato, ma, allo stesso tempo, i vecchi elementi vengono rivisti ed esaltati in tutte le loro particolarità. Keima è ancora ossessionato dai videogiochi, Elucia non abbandona il suo fianco, pretendendo in continuazione nuove anime per la propria caccia. E ovviamente il nostro protagonista è costretto (per mantenere ben salda la testa sul collo) ad aiutarla in questa cerca.
Nuova serie e, ovviamente, nuove fanciulle. Tra tutte risalta una ragazza che era già presente nella prima serie, ma, per una ragione o per l'altra, non era mai riuscita a risplendere del tutto: Chihiro Kosaka. Non particolarmente bella, ma energica e divertente. Una ragazza normalissima che, come non smetterà di precisare lo stesso Keima, non sembra avere nemmeno le caratteristiche adeguate per poter assurgere al ruolo di protagonista. Ma cosa succederà allora quando tale comparsa deciderà di emergere dall'oblio dei personaggi secondari?
Un'altra vicenda interessante è la comparsa di Haqua, un altro demone addetto alle catture. Tuttavia, a differenza di Elucia, questa sembra essere molto più dotata in quanto ad abilità magiche. A scuola era la prima della classe, una stella pronta a risplendere nel firmamento dei giovani cacciatori di demoni. Ma sarà ancora così? Qualcosa sembra andar storto nella sua vita e, ancora una volta, toccherà a Keima raddrizzare il tutto... almeno in parte. Di fatto è la prima fanciulla che si rapporta con il nostro protagonista, senza essere impossessata da qualche anima malefica.
Come nella prima stagione, anche in questo caso si può notare un'attenta analisi psicologica dei vari personaggi. Keima non cambia molto (anzi, non ha proprio intenzione di cambiare), ma lo stesso non si potrà dire delle varie ragazze che incontrerà. Tuttavia, in questa occasione, si ritroverà a che fare con ragazze piuttosto problematiche, non solo per i problemi che mostreranno, ma anche per quelli che causeranno a Keima stesso.
Kasuga Kusunoki, la fortissima e spaventosa esperta di arti marziali, può essere ancora considerata "normale", ma per quanto riguarda Chihiro e, successivamente, la giovane tirocinante Nagase... c'è qualcosa di strano. Cosa? Riguardo Chihiro, Keima non aveva alcuna intenzione di conquistarla, mentre, per la dolce insegnante, il giovane eroe sembra avere per la prima volta un cedimento di cuore. Nagase lo prenderà alla sprovvista e, per certi versi, è anche bello vedere questo ribaltamento di ruoli.
La grafica migliora leggermente rispetto alla prima serie, ma i disegni non variano. Una attenta cura è riservata alla scelta delle musiche, che arricchiscono ancor di più una vicenda a dir poco elettrizzante. Il doppiaggio è buono e la scelta delle voci è a dir poco eccellente. Bene anche la regia, che è stata in grado di articolare in modo lineare e ordinato una storia tutt'altro che ordinaria.
Bella, divertente e, alle volte, spregiudicata, questa commedia sentimentale, che sentimentale non è del tutto, colpisce per i sentimenti espressi e per le tematiche sollevate. Un harem atipico, in cui il protagonista, seppur mietitore di donne, non è circondato come al solito da fanciulle, anzi...
Inoltre Keima non raccoglie ragazze dagli alberi, ma cerca in tutti i modi di farle innamorare di sé. A differenza dei classici protagonisti imbarazzati e titubanti (quasi fossero bambini), Keima mostra un lato maturo (anche se finto), che lo porterà a conquistare il cuore di molteplici fanciulle.
Al termine della serie non ho potuto trattenere un singulto di tristezza per la conclusione di un'opera degna di nota. Ma niente paura, perché, oltre al manga, è stata già realizzata una terza stagione, oltre a numerosi OAV, che ci permetteranno di vivere ancora le avventure di Keima ed Elucia.
Voto finale: 8 meno
Di fatto non cambia molto rispetto al passato, ma, allo stesso tempo, i vecchi elementi vengono rivisti ed esaltati in tutte le loro particolarità. Keima è ancora ossessionato dai videogiochi, Elucia non abbandona il suo fianco, pretendendo in continuazione nuove anime per la propria caccia. E ovviamente il nostro protagonista è costretto (per mantenere ben salda la testa sul collo) ad aiutarla in questa cerca.
Nuova serie e, ovviamente, nuove fanciulle. Tra tutte risalta una ragazza che era già presente nella prima serie, ma, per una ragione o per l'altra, non era mai riuscita a risplendere del tutto: Chihiro Kosaka. Non particolarmente bella, ma energica e divertente. Una ragazza normalissima che, come non smetterà di precisare lo stesso Keima, non sembra avere nemmeno le caratteristiche adeguate per poter assurgere al ruolo di protagonista. Ma cosa succederà allora quando tale comparsa deciderà di emergere dall'oblio dei personaggi secondari?
Un'altra vicenda interessante è la comparsa di Haqua, un altro demone addetto alle catture. Tuttavia, a differenza di Elucia, questa sembra essere molto più dotata in quanto ad abilità magiche. A scuola era la prima della classe, una stella pronta a risplendere nel firmamento dei giovani cacciatori di demoni. Ma sarà ancora così? Qualcosa sembra andar storto nella sua vita e, ancora una volta, toccherà a Keima raddrizzare il tutto... almeno in parte. Di fatto è la prima fanciulla che si rapporta con il nostro protagonista, senza essere impossessata da qualche anima malefica.
Come nella prima stagione, anche in questo caso si può notare un'attenta analisi psicologica dei vari personaggi. Keima non cambia molto (anzi, non ha proprio intenzione di cambiare), ma lo stesso non si potrà dire delle varie ragazze che incontrerà. Tuttavia, in questa occasione, si ritroverà a che fare con ragazze piuttosto problematiche, non solo per i problemi che mostreranno, ma anche per quelli che causeranno a Keima stesso.
Kasuga Kusunoki, la fortissima e spaventosa esperta di arti marziali, può essere ancora considerata "normale", ma per quanto riguarda Chihiro e, successivamente, la giovane tirocinante Nagase... c'è qualcosa di strano. Cosa? Riguardo Chihiro, Keima non aveva alcuna intenzione di conquistarla, mentre, per la dolce insegnante, il giovane eroe sembra avere per la prima volta un cedimento di cuore. Nagase lo prenderà alla sprovvista e, per certi versi, è anche bello vedere questo ribaltamento di ruoli.
La grafica migliora leggermente rispetto alla prima serie, ma i disegni non variano. Una attenta cura è riservata alla scelta delle musiche, che arricchiscono ancor di più una vicenda a dir poco elettrizzante. Il doppiaggio è buono e la scelta delle voci è a dir poco eccellente. Bene anche la regia, che è stata in grado di articolare in modo lineare e ordinato una storia tutt'altro che ordinaria.
Bella, divertente e, alle volte, spregiudicata, questa commedia sentimentale, che sentimentale non è del tutto, colpisce per i sentimenti espressi e per le tematiche sollevate. Un harem atipico, in cui il protagonista, seppur mietitore di donne, non è circondato come al solito da fanciulle, anzi...
Inoltre Keima non raccoglie ragazze dagli alberi, ma cerca in tutti i modi di farle innamorare di sé. A differenza dei classici protagonisti imbarazzati e titubanti (quasi fossero bambini), Keima mostra un lato maturo (anche se finto), che lo porterà a conquistare il cuore di molteplici fanciulle.
Al termine della serie non ho potuto trattenere un singulto di tristezza per la conclusione di un'opera degna di nota. Ma niente paura, perché, oltre al manga, è stata già realizzata una terza stagione, oltre a numerosi OAV, che ci permetteranno di vivere ancora le avventure di Keima ed Elucia.
Voto finale: 8 meno
Seconda serie di "The World God Only Knows", questa serie non è solo un degno successore della prima, ma un miglioramento di quest'ultima.
Come avevo già accennato nella recensione della prima serie (a cui avevo dato un 8), questa sembrava essere più un'introduzione, mettendo da parte uno sviluppo vero e proprio e degli obbiettivi da raggiungere; qui invece qualcosa si muoverà, non velocemente come ci si potrebbe aspettare, ma proprio per una prima serie spesso ripetitiva che ci ha mostrato delle idee di fondo ben saldate al terreno, ogni piccolo cambiamento in questa nuova serie è percepibile facilmente dallo spettatore.
In questa seconda serie vedremo che il dio del mondo che solo lui conosce non è assoluto anche nel mondo reale, anche lui sbaglierà, anche lui non capirà e si sentirà in difficoltà, e, nonostante riesca a "vedere la fine", tentennerà, ma questa volta non sarà come la prima serie, dove gli episodi di intermezzo sul "suo mondo" lo riportavano lontano dal mondo reale: per assurdo sarà proprio il suo mondo alla fine a fargli capire qualcosa di importante.
In pratica, il risultato finale è una serie che spiega qualcosa in più, le conquiste non sembreranno facili e scontate come nella prima e la psicologia dei personaggi viene spiegata ancora meglio (evolvendosi).
A livello grafico è ottimo come la prima serie, il sonoro invece delude un po' (la opening non è neanche lontanamente paragonabile alla magnificenza di quella della prima serie, tanto che sarà ripresa come ending dell'ultimo episodio), ma in linea di massima il resto va bene.
E' un'ottima serie che si evolve, incuriosisce e spinge a continuare la visione del seguito.
Come avevo già accennato nella recensione della prima serie (a cui avevo dato un 8), questa sembrava essere più un'introduzione, mettendo da parte uno sviluppo vero e proprio e degli obbiettivi da raggiungere; qui invece qualcosa si muoverà, non velocemente come ci si potrebbe aspettare, ma proprio per una prima serie spesso ripetitiva che ci ha mostrato delle idee di fondo ben saldate al terreno, ogni piccolo cambiamento in questa nuova serie è percepibile facilmente dallo spettatore.
In questa seconda serie vedremo che il dio del mondo che solo lui conosce non è assoluto anche nel mondo reale, anche lui sbaglierà, anche lui non capirà e si sentirà in difficoltà, e, nonostante riesca a "vedere la fine", tentennerà, ma questa volta non sarà come la prima serie, dove gli episodi di intermezzo sul "suo mondo" lo riportavano lontano dal mondo reale: per assurdo sarà proprio il suo mondo alla fine a fargli capire qualcosa di importante.
In pratica, il risultato finale è una serie che spiega qualcosa in più, le conquiste non sembreranno facili e scontate come nella prima e la psicologia dei personaggi viene spiegata ancora meglio (evolvendosi).
A livello grafico è ottimo come la prima serie, il sonoro invece delude un po' (la opening non è neanche lontanamente paragonabile alla magnificenza di quella della prima serie, tanto che sarà ripresa come ending dell'ultimo episodio), ma in linea di massima il resto va bene.
E' un'ottima serie che si evolve, incuriosisce e spinge a continuare la visione del seguito.
Avevo visto la prima serie di "The World God Only Knows" moltissimo tempo fa ma, pur ricordando benissimo gli eventi principali, dopo i primi episodi non riuscivo a spiegarmi i motivi che mi avevano spinto ad assegnargli un voto così basso. Sono andato così a rileggere la mia vecchia recensione alla ricerca di una spiegazione: ne ho concluso che i difetti che avevo riscontrato sono presenti anche in questa seconda edizione, ma, allo stesso tempo, devo ammettere che o a questo anime hanno apportato miglioramenti davvero significativi, oppure ero stato io ad essere troppo severo nella mia precedente recensione. "The World God Only Knows" non sarà di certo l'anime del secolo, ma è adattissimo per farsi quattro risate (spesso anche sonore) in tutta spensieratezza. Quindi temo proprio che un piccolo mea culpa sia necessario.
In "The World God Only Knows" parte seconda il nostro otaku con gli occhiali continua a salvare ragazze dagli spiriti fuggiti dall'inferno, utilizzando le regole e i comportamenti propri dei galgame (videogiochi 2D in cui il protagonista deve conquistare i personaggi femminili presenti). La cosa strana è che, al contrario di quanto si possa pensare, Katsuragi si dimostra abilissimo in questa sua particolare missione: le ore passate sui videogame non sono state inutili, in quanto la sua grande esperienza virtuale si tramuterà in grandi capacità di corteggiamento nel mondo reale.
"The World God Only Knows" diventa, così, una sorta di "Amagami", altro anime in cui il protagonista è coinvolto in varie route di conquista, basato meno sul romanticismo e più sulla comicità. Se i personaggi secondari non sono poi un granché, Katsuragi compensa alla grande le mancanze degli altri, grazie a una vera e propria raffica di trovate comiche assolutamente esilaranti, intervallate da momenti di serietà che colpiscono. Così l'anime si risolve in una sorta di "one man show", con un protagonista sicuramente all'altezza.
Ad abbassare l'entusiasmo intervengono i soliti episodi di intermezzo in cui le manie videoludiche di Katsuragi prendono il sopravvento rispetto alla trama principale. Su questo punto non posso non ribadire quanto detto nella mia precedente recensione: non mi piacciono, mi annoiano, delle spiegazioni di Katsuragi non importa niente a nessuno.
La grafica è accettabile, i disegni hanno una linea molto piacevole e trasmettono ilarità; abbastanza buona anche la colonna sonora, anche se non credo che me ne ricorderò a lungo.
Quanto alla valutazione, un bel sette credo sia il voto più indicato per un anime piacevole, divertente, ma forse un po' troppo ripetitivo.
In "The World God Only Knows" parte seconda il nostro otaku con gli occhiali continua a salvare ragazze dagli spiriti fuggiti dall'inferno, utilizzando le regole e i comportamenti propri dei galgame (videogiochi 2D in cui il protagonista deve conquistare i personaggi femminili presenti). La cosa strana è che, al contrario di quanto si possa pensare, Katsuragi si dimostra abilissimo in questa sua particolare missione: le ore passate sui videogame non sono state inutili, in quanto la sua grande esperienza virtuale si tramuterà in grandi capacità di corteggiamento nel mondo reale.
"The World God Only Knows" diventa, così, una sorta di "Amagami", altro anime in cui il protagonista è coinvolto in varie route di conquista, basato meno sul romanticismo e più sulla comicità. Se i personaggi secondari non sono poi un granché, Katsuragi compensa alla grande le mancanze degli altri, grazie a una vera e propria raffica di trovate comiche assolutamente esilaranti, intervallate da momenti di serietà che colpiscono. Così l'anime si risolve in una sorta di "one man show", con un protagonista sicuramente all'altezza.
Ad abbassare l'entusiasmo intervengono i soliti episodi di intermezzo in cui le manie videoludiche di Katsuragi prendono il sopravvento rispetto alla trama principale. Su questo punto non posso non ribadire quanto detto nella mia precedente recensione: non mi piacciono, mi annoiano, delle spiegazioni di Katsuragi non importa niente a nessuno.
La grafica è accettabile, i disegni hanno una linea molto piacevole e trasmettono ilarità; abbastanza buona anche la colonna sonora, anche se non credo che me ne ricorderò a lungo.
Quanto alla valutazione, un bel sette credo sia il voto più indicato per un anime piacevole, divertente, ma forse un po' troppo ripetitivo.
The World God Only Knows II (Kami nomi zo shiru sekai in giapponese, Il mondo che solo Dio conosce tradotto in italiano) non è altro che il sequel della prima stagione dell'omonimo anime, prodotto nella stagione primaverile del 2011 dallo studio d'animazione giapponese Manglobe. Essendo reduce dalla prima serie, e con l'avvicinarsi della terza, ho deciso che era ormai ora di iniziare la seconda serie. Non parlerò della trama, visto che ormai tutti quelli che sono arrivati fino a questo punto la sapranno, anche se si può semplicemente vedere la seconda serie da sola, in quanto ogni serie di quest'anime è pseudo auto-conclusiva, basta soltanto sapere le basi che si trovano nel primo episodio della prima serie (contratto, etc., cose che però verranno riassunte brevemente nei primi minuti del primo episodio di questa seconda serie).
Chi ha visto la prima serie non rimarrà deluso da questa seconda. Mi ero fatto vari pregiudizi sull'iniziare questa seconda serie, in quanto credevo che copiassero tutte le situazioni della prima serie, ma con personaggi femminili diversi - ovviamente -, rendendo l'anime in generale molto noioso e ripetitivo. Difatti, mi sbagliavo: in questa serie vengono proposte diverse situazioni, o almeno, diventa più originale e non risulta una scopiazzatura della prima. Vengono proposte persino nuove citazioni del nostro grande protagonista Katsuragi Keima, il punto forte della serie; intorno a lui gira il tutto: "Se non ci fosse Keima, che serie sarebbe questa?. Beh, sinceramente credo non sarebbe la stessa, in quanto la trama non si distingue più di tanto dai semplici harem di oggi. Da annotare che al punto di forza della serie, il protagonista, si affiancano innumerevoli tematiche che riguardano il mondo degli anime-manga e dei giochi in particolare, che, pur essendo nascoste nel profondo, facilmente si trovano e fanno molte volte riflettere. Il fatto che Keima venga da tutti criticato, a volte preso in giro o pregiudicato, soltanto perché ha questa passione per i giochi (passione che porta avanti ventiquattrore su ventiquattro) è uno di quelli. Keima si immedesima nell'otaku; Keima riesce a coinvolgere tutti noi!
Andando avanti, la difficoltà delle avventure del protagonista aumentano; in questa serie dovrà affrontare personaggi strambi e originali come: una ragazza cattiva, feroce e arrogante ma buona, gentile e cordiale, dalla doppia personalità; una giovane compagna del protagonista, senza carattere, senza nessun stereotipo, banale e comune, personaggio che Keima non si sarebbe mai aspettato di affrontare, in quanto nei gal-game ci sono solo femmine con particolarità; e, infine, una giovane professoressa in tirocinio, che fa la sua "brutta" figura non comprendendo il carattere e la vita di Keima, provandolo a cambiare. Originale, non solo per queste nuove figure proposte, ma anche per l'apparizione di una nuova "demone", Aqua, e della puntata dedicatagli.
Il finale, che tanto ho osannato nella prima serie, non si ripete nella seconda. In questo finale (che non può essere comparato al primo) vedremo come nel cervello di Keima venga elaborato quel che lui può definire "il gal-game perfetto". Cosa ne esce fuori?! Una battaglia: chi appoggia i "vecchi metodi" che non si possono mai abbandonare, ovvero in primis tante ragazze in un solo gal-game per formare un harem, e chi appoggia la "rivoluzione", proponendo una sola ragazza che ti riesce a far muovere qualcosa dentro nei gal-game. Una puntata divertentissima ricca di gag strepitose e varie citazioni; alla fine rimbombano le parole di Keima: "Noi tutti amiamo i gal-game". L'unica cosa che non capisco è come faccia a Keima a piacergli quell'obbrobrio di mostro di una Yokkyun che si trova nel gioco.
L'animazione si mantiene ottima. Le OST sempre ben inserite, l'opening buona, così come l'ending. Lo stile dei personaggi non è originalissimo (se non quello del protagonista), ma discreto. Ripeto: un protagonista eccezionale che fa di uno stupido harem una grande serie. A questa seconda serie do 9; nel complesso, un anime da 8, ma visti i miglioramenti e l'originalità rispetto alla prima serie, è d'obbligo il 9 (alla seconda serie, precisiamo!). Aspetto la terza serie per decidere il voto effettivo. Assolutamente consigliato.
Chi ha visto la prima serie non rimarrà deluso da questa seconda. Mi ero fatto vari pregiudizi sull'iniziare questa seconda serie, in quanto credevo che copiassero tutte le situazioni della prima serie, ma con personaggi femminili diversi - ovviamente -, rendendo l'anime in generale molto noioso e ripetitivo. Difatti, mi sbagliavo: in questa serie vengono proposte diverse situazioni, o almeno, diventa più originale e non risulta una scopiazzatura della prima. Vengono proposte persino nuove citazioni del nostro grande protagonista Katsuragi Keima, il punto forte della serie; intorno a lui gira il tutto: "Se non ci fosse Keima, che serie sarebbe questa?. Beh, sinceramente credo non sarebbe la stessa, in quanto la trama non si distingue più di tanto dai semplici harem di oggi. Da annotare che al punto di forza della serie, il protagonista, si affiancano innumerevoli tematiche che riguardano il mondo degli anime-manga e dei giochi in particolare, che, pur essendo nascoste nel profondo, facilmente si trovano e fanno molte volte riflettere. Il fatto che Keima venga da tutti criticato, a volte preso in giro o pregiudicato, soltanto perché ha questa passione per i giochi (passione che porta avanti ventiquattrore su ventiquattro) è uno di quelli. Keima si immedesima nell'otaku; Keima riesce a coinvolgere tutti noi!
Andando avanti, la difficoltà delle avventure del protagonista aumentano; in questa serie dovrà affrontare personaggi strambi e originali come: una ragazza cattiva, feroce e arrogante ma buona, gentile e cordiale, dalla doppia personalità; una giovane compagna del protagonista, senza carattere, senza nessun stereotipo, banale e comune, personaggio che Keima non si sarebbe mai aspettato di affrontare, in quanto nei gal-game ci sono solo femmine con particolarità; e, infine, una giovane professoressa in tirocinio, che fa la sua "brutta" figura non comprendendo il carattere e la vita di Keima, provandolo a cambiare. Originale, non solo per queste nuove figure proposte, ma anche per l'apparizione di una nuova "demone", Aqua, e della puntata dedicatagli.
Il finale, che tanto ho osannato nella prima serie, non si ripete nella seconda. In questo finale (che non può essere comparato al primo) vedremo come nel cervello di Keima venga elaborato quel che lui può definire "il gal-game perfetto". Cosa ne esce fuori?! Una battaglia: chi appoggia i "vecchi metodi" che non si possono mai abbandonare, ovvero in primis tante ragazze in un solo gal-game per formare un harem, e chi appoggia la "rivoluzione", proponendo una sola ragazza che ti riesce a far muovere qualcosa dentro nei gal-game. Una puntata divertentissima ricca di gag strepitose e varie citazioni; alla fine rimbombano le parole di Keima: "Noi tutti amiamo i gal-game". L'unica cosa che non capisco è come faccia a Keima a piacergli quell'obbrobrio di mostro di una Yokkyun che si trova nel gioco.
L'animazione si mantiene ottima. Le OST sempre ben inserite, l'opening buona, così come l'ending. Lo stile dei personaggi non è originalissimo (se non quello del protagonista), ma discreto. Ripeto: un protagonista eccezionale che fa di uno stupido harem una grande serie. A questa seconda serie do 9; nel complesso, un anime da 8, ma visti i miglioramenti e l'originalità rispetto alla prima serie, è d'obbligo il 9 (alla seconda serie, precisiamo!). Aspetto la terza serie per decidere il voto effettivo. Assolutamente consigliato.
"Kami nomi zo shiru sekai 2" si è rivelato un anime interessante, divertente e particolare. Bisogna dire che ho iniziato questa seconda stagione con non pochi pregiudizi, in quanto ho criticato duramente la prima serie visti i grossi limiti e stereotipi propinati. I miglioramenti sono comunque visibili a vista d'occhio e se prima criticavo la staticità dei personaggi ora sicuramente si assiste a delle evoluzioni che portano a riflessioni personali. Il lato inquietante del protagonista viene affievolito e risulta più umano di quanto lo fosse prima. Generalmente c'è la "maledizione" della seconda stagione che consiste in un prodotto peggiore di quanto non lo fosse la prima serie; in "Kami nomi zo shiru sekai II" ciò non è avvenuto e abbiamo anche un piccolo capolavoro adatto per passare un po' di tempo piacevolmente.
L'ultima stagione l'abbiamo lasciata nel modo più inquietante possibile. Keima, il nostro protagonista, ci mostra la modalità "dio della conquista" e si mette a giocare con diverse console contemporaneamente. Come era prevedibile comincia ad avere delle allucinazioni con tante donne dei videogiochi che lo accompagnano alle sue nuove avventure. Da ciò comincia, di nuovo, la caccia alle anime perdute insieme al demone Elsie.
I miglioramenti si notano da subito. Mancano le puntate autoconclusive. Nessuna donna verrà conquistata in un episodio, bensì si seguirà un percorso che prevederà momenti di riflessione, momenti di comicità e momenti di "azione". Il solito schema di conquista, proposto nella prima serie, viene spesso e volentieri rotto. Donna, demone, conquista, bacio, cattura (i momenti chiave tipici della prima serie) si manifestano solo per una delle tre ragazze. Addirittura circa tre puntate vedranno come fulcro la ricerca di un'anima scappata e, quindi, non ci sarà alcuna conquista di Keima. Ovviamente questa scelta la vedo in modo positivo perché fa nascere la curiosità dello spettatore, che si domanda come Keima possa comportarsi in certe situazioni.
I personaggi non sono più stereotipati. La prima ragazza è, infatti, una pseudo-tsundere, la seconda è una ragazza comune e la terza è un'insegnante particolare - per intenderci, il cliché di insegnante da anime è la Mikaido-sensei presente in questo lavoro. Anche Keima non è più il classico otamegane che odia la realtà. Comincia a vivere in essa nonostante continui a dire di odiarla. Questa sua evoluzione raggiunge due climax. Il primo è durante la conquista della seconda ragazza Chihiro e il secondo nel finale. Keima comincia a comprende la relazione tra mondo reale e mondo della fantasia. Ovviamente un grandissimo passo in avanti.
Inoltre la serie ha altri due lati positivi. Il ritmo non è più altalenante come la prima stagione. Questo perché si è deciso di svolgere ed evolvere le puntate in chiave comica. Ovviamente siamo anni luce da gag manga però questa ostentata simpatia rende il ritmo veloce e la visione piacevole.
Altra nota positiva è il lato tecnico. Un miglioramento nel disegno e nella regia è sempre ben accetto. I colori e gli occhi sono anche come piacciono a me.
Eppure la serie non raggiunge l'eccellenza. Keima risulta troppo eclettico per essere un ragazzo che si esclude dal mondo umano e questo, ovviamente, risulta troppo evidente allo spettatore che si domanda i perché. Inoltre i doppiaggi delle ragazze sono tutti odiosi: voci troppo squillanti.
Lo consiglio a tutti gli amanti di quelle opere che trattano di appassionati di anime/manga o di videogiochi come "Nogizaka Haruka no Himitsu" o come "Welcome to N.H.K.", anche perché i temi trattati in "Kami nomi zo shiru sekai II" sono celati ma profondi. Infatti fa riflettere come le persone trattano Keima o come lui ostenti con disinvoltura le sue passioni. Sinceramente l'ho trovata un'opera buona che consiglio di visualizzare.
L'ultima stagione l'abbiamo lasciata nel modo più inquietante possibile. Keima, il nostro protagonista, ci mostra la modalità "dio della conquista" e si mette a giocare con diverse console contemporaneamente. Come era prevedibile comincia ad avere delle allucinazioni con tante donne dei videogiochi che lo accompagnano alle sue nuove avventure. Da ciò comincia, di nuovo, la caccia alle anime perdute insieme al demone Elsie.
I miglioramenti si notano da subito. Mancano le puntate autoconclusive. Nessuna donna verrà conquistata in un episodio, bensì si seguirà un percorso che prevederà momenti di riflessione, momenti di comicità e momenti di "azione". Il solito schema di conquista, proposto nella prima serie, viene spesso e volentieri rotto. Donna, demone, conquista, bacio, cattura (i momenti chiave tipici della prima serie) si manifestano solo per una delle tre ragazze. Addirittura circa tre puntate vedranno come fulcro la ricerca di un'anima scappata e, quindi, non ci sarà alcuna conquista di Keima. Ovviamente questa scelta la vedo in modo positivo perché fa nascere la curiosità dello spettatore, che si domanda come Keima possa comportarsi in certe situazioni.
I personaggi non sono più stereotipati. La prima ragazza è, infatti, una pseudo-tsundere, la seconda è una ragazza comune e la terza è un'insegnante particolare - per intenderci, il cliché di insegnante da anime è la Mikaido-sensei presente in questo lavoro. Anche Keima non è più il classico otamegane che odia la realtà. Comincia a vivere in essa nonostante continui a dire di odiarla. Questa sua evoluzione raggiunge due climax. Il primo è durante la conquista della seconda ragazza Chihiro e il secondo nel finale. Keima comincia a comprende la relazione tra mondo reale e mondo della fantasia. Ovviamente un grandissimo passo in avanti.
Inoltre la serie ha altri due lati positivi. Il ritmo non è più altalenante come la prima stagione. Questo perché si è deciso di svolgere ed evolvere le puntate in chiave comica. Ovviamente siamo anni luce da gag manga però questa ostentata simpatia rende il ritmo veloce e la visione piacevole.
Altra nota positiva è il lato tecnico. Un miglioramento nel disegno e nella regia è sempre ben accetto. I colori e gli occhi sono anche come piacciono a me.
Eppure la serie non raggiunge l'eccellenza. Keima risulta troppo eclettico per essere un ragazzo che si esclude dal mondo umano e questo, ovviamente, risulta troppo evidente allo spettatore che si domanda i perché. Inoltre i doppiaggi delle ragazze sono tutti odiosi: voci troppo squillanti.
Lo consiglio a tutti gli amanti di quelle opere che trattano di appassionati di anime/manga o di videogiochi come "Nogizaka Haruka no Himitsu" o come "Welcome to N.H.K.", anche perché i temi trattati in "Kami nomi zo shiru sekai II" sono celati ma profondi. Infatti fa riflettere come le persone trattano Keima o come lui ostenti con disinvoltura le sue passioni. Sinceramente l'ho trovata un'opera buona che consiglio di visualizzare.
"Kami Nomi Zo Shiru Sekai II" è il diretto seguito della prima serie dall'omonimo nome, prodotto nel 2011.
La trama
La trama si mantiene piuttosto invariata: c'è sempre il nostro caro Keima con la sua "sorellina" Elcie, in attesa di trovare altre anime perdute. Ebbene, questa seconda serie sarà ben più completa e intensa della prima: invece delle solite quattro eroine uscite quasi dal nulla, ne avremo in compenso tre, di cui il protagonista approfondirà molto la conoscenza con il passare delle puntate. Inutile dire che la parte caratterizzante della seconda serie sta nella profondità dei personaggi, veramente più interessanti da seguire e da osservare in tutte le loro diverse sfaccettature. Se per esempio vediamo nella prima serie un Keima incentrato sui gal game e senza personalità come un player di visual novel, adesso nella seconda notiamo un Keima ben più coinvolto nelle situazioni, più loquace ed espressivo. La stessa cosa la si può notare anche nelle "eroine", che hanno una storia più complessa alle spalle e personalità veramente uniche nel loro genere; non come ad esempio nella prima serie in cui c'erano solo eroine stereotipate dai maggiori comportamenti, ad es. la tsundere.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico c'è da fare un mare di applausi: lo stile grafico cambia e migliora di puntata in puntata, dando maggiori carisma ed espressione ai protagonisti, e supportando in gran modo le migliori gag mai viste basate su argomenti come le visual novel. Dal punto di vista sonoro si superano invece di gran lunga gli standard della precedente serie, lasciando nello spettatore il ricordo di un'opening e di un'ending veramente spettacolari e ben fatte. Le OST sono l'altra colonna portante del lato tecnico: migliorano l'immedesimazione nella storia nei momenti più concitati.
Commento finale
Insomma, questa seconda serie, esattamente, cos'è? E' la riaffermazione di una poco convincente prima serie di Kami Nomi, con maggiore immedesimazione, maggiori elementi sentimentali e più umanità nei protagonisti. Lo consiglio? Sicuramente, anzi, dico che questo è uno dei migliori anime del 2011, sfortunatamente però quasi introvabile, se non dai Funny&Fantasy, ottimi subber.
Voto finale: lo dico a cuor leggero, questa seconda serie, se fosse stata la prima, avrebbe fatto ben più clamore, e avrebbe raccolto più pubblico. 9.
Qualità fansub: impeccabile.
La trama
La trama si mantiene piuttosto invariata: c'è sempre il nostro caro Keima con la sua "sorellina" Elcie, in attesa di trovare altre anime perdute. Ebbene, questa seconda serie sarà ben più completa e intensa della prima: invece delle solite quattro eroine uscite quasi dal nulla, ne avremo in compenso tre, di cui il protagonista approfondirà molto la conoscenza con il passare delle puntate. Inutile dire che la parte caratterizzante della seconda serie sta nella profondità dei personaggi, veramente più interessanti da seguire e da osservare in tutte le loro diverse sfaccettature. Se per esempio vediamo nella prima serie un Keima incentrato sui gal game e senza personalità come un player di visual novel, adesso nella seconda notiamo un Keima ben più coinvolto nelle situazioni, più loquace ed espressivo. La stessa cosa la si può notare anche nelle "eroine", che hanno una storia più complessa alle spalle e personalità veramente uniche nel loro genere; non come ad esempio nella prima serie in cui c'erano solo eroine stereotipate dai maggiori comportamenti, ad es. la tsundere.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico c'è da fare un mare di applausi: lo stile grafico cambia e migliora di puntata in puntata, dando maggiori carisma ed espressione ai protagonisti, e supportando in gran modo le migliori gag mai viste basate su argomenti come le visual novel. Dal punto di vista sonoro si superano invece di gran lunga gli standard della precedente serie, lasciando nello spettatore il ricordo di un'opening e di un'ending veramente spettacolari e ben fatte. Le OST sono l'altra colonna portante del lato tecnico: migliorano l'immedesimazione nella storia nei momenti più concitati.
Commento finale
Insomma, questa seconda serie, esattamente, cos'è? E' la riaffermazione di una poco convincente prima serie di Kami Nomi, con maggiore immedesimazione, maggiori elementi sentimentali e più umanità nei protagonisti. Lo consiglio? Sicuramente, anzi, dico che questo è uno dei migliori anime del 2011, sfortunatamente però quasi introvabile, se non dai Funny&Fantasy, ottimi subber.
Voto finale: lo dico a cuor leggero, questa seconda serie, se fosse stata la prima, avrebbe fatto ben più clamore, e avrebbe raccolto più pubblico. 9.
Qualità fansub: impeccabile.
<b>Attenzione! Questa recensione potrebbe contenere spoiler</b>
Ritornano le avventure del "Dio della Conquista" o meglio dell' "otamegane" (amante dei videogiochi) Keima Katsuragi, ancora impegnato a recuperare anime perdute in compagnia del demone pasticcione Elsie e sempre più convinto che la vera realtà sia quella virtuale. Anche questa seconda serie è davvero ben fatta, elegante nel tratto e nella narrazione.
Forse il ritmo è leggermente calato rispetto alla prima serie, ma le storie che ruotano intorno alle ragazze "da conquistare" sono ancora interessanti e coinvolgenti. Chi ha visto la prima serie sa cosa aspettarsi e non rimarrà deluso.
Forse i personaggi femminili della prima stagione erano più interessanti, ma qui spicca il personaggio di Haqua, la capo-sezione dei demoni amica di Elsie, che mi è davvero piaciuta con i suoi complessi e con il suo atteggiamento di odio-amore nei confronti dell'amica.
Anche qui, purtroppo, il finale rovina un po' il voto complessivo, sarò ripetitivo rispetto a quanto detto a proposito della prima stagione, ma sembra quasi che gli sceneggiatori abbiano voluto spiazzare lo spettatore fallendo, a mio parere, l'obiettivo e creando un episodio in assoluta discrasia rispetto quanto visto in precedenza. Tuttavia alla fine viene annunciata una terza serie... Speriamo!
Ritornano le avventure del "Dio della Conquista" o meglio dell' "otamegane" (amante dei videogiochi) Keima Katsuragi, ancora impegnato a recuperare anime perdute in compagnia del demone pasticcione Elsie e sempre più convinto che la vera realtà sia quella virtuale. Anche questa seconda serie è davvero ben fatta, elegante nel tratto e nella narrazione.
Forse il ritmo è leggermente calato rispetto alla prima serie, ma le storie che ruotano intorno alle ragazze "da conquistare" sono ancora interessanti e coinvolgenti. Chi ha visto la prima serie sa cosa aspettarsi e non rimarrà deluso.
Forse i personaggi femminili della prima stagione erano più interessanti, ma qui spicca il personaggio di Haqua, la capo-sezione dei demoni amica di Elsie, che mi è davvero piaciuta con i suoi complessi e con il suo atteggiamento di odio-amore nei confronti dell'amica.
Anche qui, purtroppo, il finale rovina un po' il voto complessivo, sarò ripetitivo rispetto a quanto detto a proposito della prima stagione, ma sembra quasi che gli sceneggiatori abbiano voluto spiazzare lo spettatore fallendo, a mio parere, l'obiettivo e creando un episodio in assoluta discrasia rispetto quanto visto in precedenza. Tuttavia alla fine viene annunciata una terza serie... Speriamo!
La prima cosa significativa di quest'opera è da ritrovarsi nel fatto che essa è un seguito, una seconda serie. Ovviamente guardate prima la prima! In realtà, visto lo stile autoconclusivo delle saghe, vi mancherebbe comunque solo l'introduzione. Anche in questo seguito si mantengono i cicli narrativi, uno per ognuna una delle ragazze, più qualche episodio scollegato dal resto.
Ora, presupponendo che conosciate la prima serie, vi informo che non rimarrete delusi da come si svilupperanno le vicende. Ci saranno nuovi personaggi; il nostro Keima Katsuragi ci svelerà molti altri segreti intorno alla passione per i galge e soprattutto potremmo vederlo intento a conquistare ragazze sempre più improbabili, come una professoressa in tirocinio, o addirittura il massimo dell'assurdità: una ragazza che non corrisponde a nessuno stereotipo esistente. Inutile dire che se avete ignorato l'opera dagli inizi, dovreste davvero rimediare, anche in vista della terza stagione e della versione manga.
Per quanto riguarda le OST, "The World God Only Knows" non si smentisce: un'opening bellissima e inusuale sommata a un'ending più classica ma gradevole. Per le animazioni siamo lì, mi preme piuttosto sottolineare come siano curate graficamente anche le scene più demenziali. Un ultimo monito: la seconda serie supera la prima notevolmente, quindi non pensate di sfuggire con il classico "mi è piaciucchiata ma non mi ha fatto impazzire".
Ora, presupponendo che conosciate la prima serie, vi informo che non rimarrete delusi da come si svilupperanno le vicende. Ci saranno nuovi personaggi; il nostro Keima Katsuragi ci svelerà molti altri segreti intorno alla passione per i galge e soprattutto potremmo vederlo intento a conquistare ragazze sempre più improbabili, come una professoressa in tirocinio, o addirittura il massimo dell'assurdità: una ragazza che non corrisponde a nessuno stereotipo esistente. Inutile dire che se avete ignorato l'opera dagli inizi, dovreste davvero rimediare, anche in vista della terza stagione e della versione manga.
Per quanto riguarda le OST, "The World God Only Knows" non si smentisce: un'opening bellissima e inusuale sommata a un'ending più classica ma gradevole. Per le animazioni siamo lì, mi preme piuttosto sottolineare come siano curate graficamente anche le scene più demenziali. Un ultimo monito: la seconda serie supera la prima notevolmente, quindi non pensate di sfuggire con il classico "mi è piaciucchiata ma non mi ha fatto impazzire".
Protagonista di questa simpatica quanto originale serie è un liceale di nome Keima, un ragazzo tanto solitario e distaccato rispetto al mondo che lo circonda, quanto appassionato cronico dei gal-game, tanto da arrivare a giocarci anche durante le lezioni, con buona pace dei professori che si accontentano della sua media eccellente. Ciò che però caratterizza più di tutto la sua passione, differenziandolo da tanti altri semplici otaku, è però la terrificante competenza con cui svolge il suo hobby. Keima infatti non solo conosce a memoria ogni route dei propri giochi, ma arriva persino a tenerne una registrazione scritta accurata, cosa questa che gli ha procurato in rete nientemeno che il titolo ufficiale di "dio della conquista". Inutile dire che sarà proprio questo particolare a innescare la vicenda.
Un giorno infatti, nella propria casella mail personale, il ragazzo trova uno strano messaggio che gli propone di accettare una sfida di conquiste. Il protagonista, incuriosito, accetta senza immaginare che il suo interlocutore altri non è che una demone pasticciona, la quale fraintendendo il titolo del giovane ha pensato di rivolgersi a lui per ottenere aiuto nella sua missione di recuperare delle anime sfuggite, le quali, annidandosi negli animi delusi delle donzelle, richiedono appunto un'opera di conquista per essere estratte dal loro contenitore umano. Il malinteso è presto chiarito, ma i due ormai sono legati indissolubilmente da un contratto, che in caso di fallimento vedrebbe la loro morte, e per Keima inizia la sfida più difficile: conquistare delle donne reali.
L'idea alla base di "Kami nomi zo shiru sekai" è sostanzialmente semplice quanto originale: piazzare un protagonista non particolarmente bello o popolare, per di più totalmente negato con le donne reali, e creare le condizioni per far sì che esso sia costretto per una volta a dovere sfruttare la sua esperienza di giocatore nel mondo 2D per conquistare quelle in 3D. Nessuno probabilmente ci avrebbe mai pensato, ma la formula funziona eccome, proponendo un'innovazione del genere non di poco conto a ben guardare.
Perché allora il risultato è un anime che nel complesso merita un voto solamente discreto e non ottimo - come ad esempio al tempo fu "Toradora"? Scherzo del destino, la risposta a tale interrogativo risiede proprio in quella che sinora abbiamo osannato come una piacevole novità, la quale si rivela in realtà un'arma a doppio taglio. Se da un lato difatti lo spunto iniziale ci dà modo di affrontare le vicende in un modo inedito, dall'altra con il passare degli episodi si nota sempre di più che ciò impone a esse una struttura obbligatoriamente ciclica, basata su una successione di conquiste che, sebbene oggettivamente diverse tra loro - ogni ragazza di volta in volta sarà caratterizzata da determinate particolarità e richiederà un certo approccio, come vedremo -, conferisce un fastidioso senso di déjà vu.
"Kami nomi zo shiru sekai" rappresenta dunque in sostanza un'idea originalissima e ben costruita, ma che vive a suo modo di continui alti e bassi, legando il proprio destino inevitabilmente alla simpatia/antipatia suscitata nello spettatore dalla ragazza-oggetto di turno.
Geniale invece è il lato umoristico dell'anime, fatto sia di continue citazioni e rimandi all'universo dei videogame e dei film (le quali trovano spazio nelle deliranti spiegazioni del protagonista), sia degli interventi di Elsie e Hacqua, le due demoni che faranno compagnia al pg principale.
Tecnicamente parliamo di un anime perfettamente nella media, con buone musiche (bella l'opening, soprattutto) e una grafica onesta, molto colorata e vivace.
Voto: 7 e mezzo. Non so se si poteva fare di più, ma l'opera è perfettamente godibile e consigliata nel suo insieme. Soprattutto la seconda appunto merita parecchio per me.
Un giorno infatti, nella propria casella mail personale, il ragazzo trova uno strano messaggio che gli propone di accettare una sfida di conquiste. Il protagonista, incuriosito, accetta senza immaginare che il suo interlocutore altri non è che una demone pasticciona, la quale fraintendendo il titolo del giovane ha pensato di rivolgersi a lui per ottenere aiuto nella sua missione di recuperare delle anime sfuggite, le quali, annidandosi negli animi delusi delle donzelle, richiedono appunto un'opera di conquista per essere estratte dal loro contenitore umano. Il malinteso è presto chiarito, ma i due ormai sono legati indissolubilmente da un contratto, che in caso di fallimento vedrebbe la loro morte, e per Keima inizia la sfida più difficile: conquistare delle donne reali.
L'idea alla base di "Kami nomi zo shiru sekai" è sostanzialmente semplice quanto originale: piazzare un protagonista non particolarmente bello o popolare, per di più totalmente negato con le donne reali, e creare le condizioni per far sì che esso sia costretto per una volta a dovere sfruttare la sua esperienza di giocatore nel mondo 2D per conquistare quelle in 3D. Nessuno probabilmente ci avrebbe mai pensato, ma la formula funziona eccome, proponendo un'innovazione del genere non di poco conto a ben guardare.
Perché allora il risultato è un anime che nel complesso merita un voto solamente discreto e non ottimo - come ad esempio al tempo fu "Toradora"? Scherzo del destino, la risposta a tale interrogativo risiede proprio in quella che sinora abbiamo osannato come una piacevole novità, la quale si rivela in realtà un'arma a doppio taglio. Se da un lato difatti lo spunto iniziale ci dà modo di affrontare le vicende in un modo inedito, dall'altra con il passare degli episodi si nota sempre di più che ciò impone a esse una struttura obbligatoriamente ciclica, basata su una successione di conquiste che, sebbene oggettivamente diverse tra loro - ogni ragazza di volta in volta sarà caratterizzata da determinate particolarità e richiederà un certo approccio, come vedremo -, conferisce un fastidioso senso di déjà vu.
"Kami nomi zo shiru sekai" rappresenta dunque in sostanza un'idea originalissima e ben costruita, ma che vive a suo modo di continui alti e bassi, legando il proprio destino inevitabilmente alla simpatia/antipatia suscitata nello spettatore dalla ragazza-oggetto di turno.
Geniale invece è il lato umoristico dell'anime, fatto sia di continue citazioni e rimandi all'universo dei videogame e dei film (le quali trovano spazio nelle deliranti spiegazioni del protagonista), sia degli interventi di Elsie e Hacqua, le due demoni che faranno compagnia al pg principale.
Tecnicamente parliamo di un anime perfettamente nella media, con buone musiche (bella l'opening, soprattutto) e una grafica onesta, molto colorata e vivace.
Voto: 7 e mezzo. Non so se si poteva fare di più, ma l'opera è perfettamente godibile e consigliata nel suo insieme. Soprattutto la seconda appunto merita parecchio per me.
Questa seconda serie di "Kami nomi zo shiru sekai" si merita un 9 pieno. Rispetto alla prima, i siparietti comici (alcuni mi hanno fatto ribaltare dalla sedia) e le citazioni ad altri anime famosi sono ulteriormente aumentati. La serie ha un ritmo più frenetico, non ha mai dei cali qualitativi, ha dei personaggi e delle storie molto più interessanti e la trama che fa da filo conduttore ha concreti sviluppi. E poi è sempre divertente vedere come si ingegna il protagonista nel cercare di conquistare le donne.
Il mio arco preferito è quello sulla compagnia di classe di Keima, seguito da quello dell'insegnante. Esagero e do pure i voti ai vari archi.
Arco di Kusunoki: 7.
Arco di Haqua: 8.
Arco di Chihiro: 10.
Arco di Nagase: 9.
In mezzo a questi archi c'è poi un episodio autoconclusivo totalmente demenziale e infine l'episodio conclusivo della serie che fa storia a sé.
Il più grande difetto? Ci sono solo 12 episodi, ma la terza stagione, anche se non annunciata, è comunque sicura.
Il mio arco preferito è quello sulla compagnia di classe di Keima, seguito da quello dell'insegnante. Esagero e do pure i voti ai vari archi.
Arco di Kusunoki: 7.
Arco di Haqua: 8.
Arco di Chihiro: 10.
Arco di Nagase: 9.
In mezzo a questi archi c'è poi un episodio autoconclusivo totalmente demenziale e infine l'episodio conclusivo della serie che fa storia a sé.
Il più grande difetto? Ci sono solo 12 episodi, ma la terza stagione, anche se non annunciata, è comunque sicura.
Il giovane Keima è un ragazzo con la passione per il mondo virtuale dei simulatori d'appuntamenti, tanto da meritarsi il titolo di "Dio della conquista". La sua vita, completamente scollegata dalla realtà, viene sconvolta dall'arrivo della demonietta Elsie, che lo arruola suo malgrado a catturare anime di demoni malvagi che si rifugiano nel vuoto dei cuori delle persone.
In questa seconda stagione del fortunato Kami nomi zo shiru sekai (The world god only knows, in lingua più comprensibile) continuano le conquiste di Keima con tre nuove eroine, che incarnano anch'esse, come le quattro della prima stagione, tre stereotipi del genere gal games. A esse si aggiungerà nelle new entry un'ex compagna di scuola di Elsie, Haqua, armata di una bella falce, ben più adatta al suo ruolo che la scopina dell'amica.
La struttura degli episodi rimarrà la stessa: a ogni eroina verranno dedicate 3-4 puntate e tra ogni arco ci sarà una puntata di svago.
Ho trovato questa nuova serie decisamente sottotono rispetto alla prima, un vero e proprio "more of the same" della stagione 1. L'entrata in scena di Haqua, che mi faceva sperare in un'evoluzione nella storia principale, si rivela però essere fine a se stessa e totalmente trascurabile. Ridimensiono quindi di molto il mio giudizio sulla prima stagione. E' un anime che diverte, gli appassionati troveranno simpatico il modo in cui si fa ironia sui canoni del genere, gli altri inizieranno a stufarsi. Una terza stagione così è probabilmente il modo migliore per fare cadere una serie che meritava una certa attenzione nel dimenticatoio - perché ho in mente Zero no Tsukaima?
Voglio in conclusione lasciare una nota positiva che mi ha fatto decidere di dare all'opera 7 (il voto reale è 6/7): l'ultimo episodio è davvero divertente, affascinante e ricco di citazioni che si gustano con piacere.
Guardatelo, quindi, se non siete fan del detto "il troppo stroppia"; evitatelo se vi stufate facilmente.
In questa seconda stagione del fortunato Kami nomi zo shiru sekai (The world god only knows, in lingua più comprensibile) continuano le conquiste di Keima con tre nuove eroine, che incarnano anch'esse, come le quattro della prima stagione, tre stereotipi del genere gal games. A esse si aggiungerà nelle new entry un'ex compagna di scuola di Elsie, Haqua, armata di una bella falce, ben più adatta al suo ruolo che la scopina dell'amica.
La struttura degli episodi rimarrà la stessa: a ogni eroina verranno dedicate 3-4 puntate e tra ogni arco ci sarà una puntata di svago.
Ho trovato questa nuova serie decisamente sottotono rispetto alla prima, un vero e proprio "more of the same" della stagione 1. L'entrata in scena di Haqua, che mi faceva sperare in un'evoluzione nella storia principale, si rivela però essere fine a se stessa e totalmente trascurabile. Ridimensiono quindi di molto il mio giudizio sulla prima stagione. E' un anime che diverte, gli appassionati troveranno simpatico il modo in cui si fa ironia sui canoni del genere, gli altri inizieranno a stufarsi. Una terza stagione così è probabilmente il modo migliore per fare cadere una serie che meritava una certa attenzione nel dimenticatoio - perché ho in mente Zero no Tsukaima?
Voglio in conclusione lasciare una nota positiva che mi ha fatto decidere di dare all'opera 7 (il voto reale è 6/7): l'ultimo episodio è davvero divertente, affascinante e ricco di citazioni che si gustano con piacere.
Guardatelo, quindi, se non siete fan del detto "il troppo stroppia"; evitatelo se vi stufate facilmente.
Allora, premetto che ho già visto la prima serie di Kami nomi zo shiru sekai. Il filone narrativo rimane lo stesso: il protagonista riesce a fare innamorare una dopo l'altra, ogni ragazza che gli viene ordinato di fare infatuare.
Devo dire che l'idea è molto buona, ma purtroppo la storia viene sviluppata molto male. L'anime non ha una spina dorsale, il protagonista non ha un vero motivo per continuare quello che sta facendo, non è interessato allo shinigami, infatti non dà minimo cenno ai coinvolgimenti emotivi e detesta il mondo reale. Allora la domanda è: perché continua con questa storia? Il collare non l'ha più, non ci sono motivi. Quando finirà di fare sbavare l'ennesima sfilza di ragazzine non guadagnerà nulla. Dunque non c'è scopo né fine in quest'anime. Già, continuando così se ne possono fare infinite, di serie (se fanno successo tanto di cappello).
Kami nomi zo shiru seka è come un anime di combattimento, dopo che si è sconfitto un cattivo ne arriva subito dopo un altro, e non finisce più.
Dovrebbe imparare da qualcuno che voleva diventare il Dio di un nuovo mondo.
Ricapitolando, la grafica è buona, l'idea è buona, ma non ci siamo proprio con la trama.
Voto finale: 6 -.
Devo dire che l'idea è molto buona, ma purtroppo la storia viene sviluppata molto male. L'anime non ha una spina dorsale, il protagonista non ha un vero motivo per continuare quello che sta facendo, non è interessato allo shinigami, infatti non dà minimo cenno ai coinvolgimenti emotivi e detesta il mondo reale. Allora la domanda è: perché continua con questa storia? Il collare non l'ha più, non ci sono motivi. Quando finirà di fare sbavare l'ennesima sfilza di ragazzine non guadagnerà nulla. Dunque non c'è scopo né fine in quest'anime. Già, continuando così se ne possono fare infinite, di serie (se fanno successo tanto di cappello).
Kami nomi zo shiru seka è come un anime di combattimento, dopo che si è sconfitto un cattivo ne arriva subito dopo un altro, e non finisce più.
Dovrebbe imparare da qualcuno che voleva diventare il Dio di un nuovo mondo.
Ricapitolando, la grafica è buona, l'idea è buona, ma non ci siamo proprio con la trama.
Voto finale: 6 -.
Proseguono in questa seconda serie di Kami nomi zo shiru sekai le avventure di Keima, dio della conquista virtuale, per nulla interessato alle ragazze del mondo reale, e del demone Elsie, il cui compito è quello di recuperare, con l'aiuto di Keima, gli spiriti perduti che si nascondono nei vuoti del cuore delle ragazze. Riprendendo da dove li avevamo lasciati nella precedente serie, le avventure di Keima e Elsie continuano a incantare lo spettatore, non solo per la grafica, sempre molto ben dettagliata e accattivante, ma anche per le numerose rivelazioni che vengono fatte nel corso della serie e che aiutano a dare uno spessore maggiore a questa seconda serie. E' un ottimo proseguimento per una serie che conquista fin da subito.