La fattoria degli animali
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Ispirato indubbiamente e inequivocabilmente all'omonimo romanzo "La fattoria degli animali" del potente, magnifico, unico e inimitabile Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell, questo cartone animato secondo me dovrebbe essere obbligatorio in tutte le scuole del mondo e dovrebbe secondo me ricevere molti Premi Oscar, così come George Orwell avrebbe dovuto ricevere due Premi Nobel, uno per la pace e uno per la letteratura, per ciascuna delle opere che ha composto.
La trama, proprio perché in un certo senso fedele al romanzo, anche se in alcuni punti è stata modificata, è la manifestazione lenta, ma inesorabile, delle conseguenze dei pensieri, parole, azioni, gesti, scelte e decisioni di chi puntualmente sale al potere e puntualmente lo impiega dissimulando le proprie vere intenzioni, scopi e obiettivi, così come la propria vera indole. In linea con la trama, gli animali si ribellano al fattore Jones, il quale li maltratta, non fornisce loro sempre la razione di cibo e li trascura per trascorrere le proprie giornate al pub del villaggio della contea dove vive. Una sera, il vecchio maggiore convoca tutti gli animali della fattoria, nonostante il regolamento della fattoria lo vieti, e spiega a tutti che è ora che la situazione cambi, e tutti gli animali sono entusiasti di questa iniziativa, tant'è vero che alla fine decidono di ribellarsi all'autorità del loro padrone e di cacciarlo, dopo che il vecchio maggiore è morto. A questo punto è Palla di Neve ad assumere il comando e a ordinare a tutti gli animali di distruggere tutti gli attrezzi dello sfruttamento di Jones. Decide poi di illustrare il famoso slogan e le "famose regole" della fattoria, che poi diventano le Regole dell'Animalismo Storico: "Tutto quello che cammina su due gambe è cattivo, tutto quello che cammina su quattro gambe è buono", "Nessun animale dormirà su un letto, nessun animale vestirà abiti, nessun animale berrà alcool, nessun animale ucciderà un altro animale". All'inizio sembra procedere tutto per il meglio, ma, quando Palla di Neve decide di costruire un progetto per un mulino che possa portare energia elettrica alla fattoria, Napoleone, invidioso dell'eloquenza, dell'intelligenza, delle abilità e delle capacità di Palla di Neve, lo fa uccidere dai cani che ha allevato in segreto e assume il comando, esercitandolo con il terrore e l'eliminazione sistematica di tutti quelli che dal suo punto di vista sono nemici e avversari, e quindi a poco a poco assume gli stessi comportamenti di Jones, se non addirittura peggiori, violando tutte le regole insieme ai suoi compagni maiali e addirittura arrivando a fare affari con gli uomini che avevano cacciato. Quasi tutti ormai sono provati dal lavoro e non hanno niente da mangiare, e sono talmente ipnotizzati dai dogmi di Napoleone, che non capiscono che Gondrano è stato mandato al macello (tutti credono alla propaganda di Clarinetto, che dice che egli è stato mandato in congedo). Tutti, tranne la compagnia di Gondrano, Bertina, sono esterrefatti. E sempre Bertina scopre, seguendo un giorno Napoleone e il seguito dei maiali, che cominciano ad andare in macchine di lusso e ad assumere gli stessi comportamenti degli umani. Quando vede la riunione dei maiali intenti a gozzovigliare a spese sue e degli altri animali, Bertina decide di riferire tutto agli animali e, come sottolineato dalla voce narrante, questi decidono di insorgere e di mettere fine al regno di terrore e di dispotismo di Napoleone e degli altri maiali.
Come spiegato sopra, questa è una satira contro il potere in generale, ma allo stesso tempo una satira contro l'organizzazione dell'economia, del lavoro, contro il culto della personalità, della distorsione dei fatti e del linguaggio per la loro comprensione, e ci invita quindi a prestare particolare attenzione a tali deviazioni, manipolazioni, distorsioni del potere e a tutto ciò che esse comportano. Ci invita quindi a pensare, meditare, ragionare, riflettere, analizzare, sintetizzare, rielaborare, riconcettualizzare con la propria testa e a non credere a tutto ciò che ci viene detto, perché, si sa, ogni sistema dittatoriale si basa su alcuni elementi fondamentali come bigottismo, ignoranza, arroganza, superficialità, idiozia, mediocrità, ottusità, stoltezza, incompetenza, presunzione, prepotenza, violenza, minacce, privazioni e via discorrendo. "Coloro che possono farvi credere assurdità, possono farvi commettere atrocità." (Voltaire)
La grafica è semplicemente realistica, grandiosa, fatta con la tradizionale tecnica del disegno ad acquarelli. I movimenti dei personaggi sono spontanei, fluidi, e anche l'ambientazione è fluida spontanea. La musica descrive perfettamente gli stati di tensione, rabbia, ira, collera, tristezza, gioia, felicità e altro dei personaggi. I personaggi, almeno molti, per la tematica trattata, vengono in un certo senso e in una certa misura privati del loro spessore psicologico, ma conservano i loro sentimenti ed emozioni, e questo è importante. Assolutamente da vedere.
Voto: 10
Ispirato indubbiamente e inequivocabilmente all'omonimo romanzo "La fattoria degli animali" del potente, magnifico, unico e inimitabile Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell, questo cartone animato secondo me dovrebbe essere obbligatorio in tutte le scuole del mondo e dovrebbe secondo me ricevere molti Premi Oscar, così come George Orwell avrebbe dovuto ricevere due Premi Nobel, uno per la pace e uno per la letteratura, per ciascuna delle opere che ha composto.
La trama, proprio perché in un certo senso fedele al romanzo, anche se in alcuni punti è stata modificata, è la manifestazione lenta, ma inesorabile, delle conseguenze dei pensieri, parole, azioni, gesti, scelte e decisioni di chi puntualmente sale al potere e puntualmente lo impiega dissimulando le proprie vere intenzioni, scopi e obiettivi, così come la propria vera indole. In linea con la trama, gli animali si ribellano al fattore Jones, il quale li maltratta, non fornisce loro sempre la razione di cibo e li trascura per trascorrere le proprie giornate al pub del villaggio della contea dove vive. Una sera, il vecchio maggiore convoca tutti gli animali della fattoria, nonostante il regolamento della fattoria lo vieti, e spiega a tutti che è ora che la situazione cambi, e tutti gli animali sono entusiasti di questa iniziativa, tant'è vero che alla fine decidono di ribellarsi all'autorità del loro padrone e di cacciarlo, dopo che il vecchio maggiore è morto. A questo punto è Palla di Neve ad assumere il comando e a ordinare a tutti gli animali di distruggere tutti gli attrezzi dello sfruttamento di Jones. Decide poi di illustrare il famoso slogan e le "famose regole" della fattoria, che poi diventano le Regole dell'Animalismo Storico: "Tutto quello che cammina su due gambe è cattivo, tutto quello che cammina su quattro gambe è buono", "Nessun animale dormirà su un letto, nessun animale vestirà abiti, nessun animale berrà alcool, nessun animale ucciderà un altro animale". All'inizio sembra procedere tutto per il meglio, ma, quando Palla di Neve decide di costruire un progetto per un mulino che possa portare energia elettrica alla fattoria, Napoleone, invidioso dell'eloquenza, dell'intelligenza, delle abilità e delle capacità di Palla di Neve, lo fa uccidere dai cani che ha allevato in segreto e assume il comando, esercitandolo con il terrore e l'eliminazione sistematica di tutti quelli che dal suo punto di vista sono nemici e avversari, e quindi a poco a poco assume gli stessi comportamenti di Jones, se non addirittura peggiori, violando tutte le regole insieme ai suoi compagni maiali e addirittura arrivando a fare affari con gli uomini che avevano cacciato. Quasi tutti ormai sono provati dal lavoro e non hanno niente da mangiare, e sono talmente ipnotizzati dai dogmi di Napoleone, che non capiscono che Gondrano è stato mandato al macello (tutti credono alla propaganda di Clarinetto, che dice che egli è stato mandato in congedo). Tutti, tranne la compagnia di Gondrano, Bertina, sono esterrefatti. E sempre Bertina scopre, seguendo un giorno Napoleone e il seguito dei maiali, che cominciano ad andare in macchine di lusso e ad assumere gli stessi comportamenti degli umani. Quando vede la riunione dei maiali intenti a gozzovigliare a spese sue e degli altri animali, Bertina decide di riferire tutto agli animali e, come sottolineato dalla voce narrante, questi decidono di insorgere e di mettere fine al regno di terrore e di dispotismo di Napoleone e degli altri maiali.
Come spiegato sopra, questa è una satira contro il potere in generale, ma allo stesso tempo una satira contro l'organizzazione dell'economia, del lavoro, contro il culto della personalità, della distorsione dei fatti e del linguaggio per la loro comprensione, e ci invita quindi a prestare particolare attenzione a tali deviazioni, manipolazioni, distorsioni del potere e a tutto ciò che esse comportano. Ci invita quindi a pensare, meditare, ragionare, riflettere, analizzare, sintetizzare, rielaborare, riconcettualizzare con la propria testa e a non credere a tutto ciò che ci viene detto, perché, si sa, ogni sistema dittatoriale si basa su alcuni elementi fondamentali come bigottismo, ignoranza, arroganza, superficialità, idiozia, mediocrità, ottusità, stoltezza, incompetenza, presunzione, prepotenza, violenza, minacce, privazioni e via discorrendo. "Coloro che possono farvi credere assurdità, possono farvi commettere atrocità." (Voltaire)
La grafica è semplicemente realistica, grandiosa, fatta con la tradizionale tecnica del disegno ad acquarelli. I movimenti dei personaggi sono spontanei, fluidi, e anche l'ambientazione è fluida spontanea. La musica descrive perfettamente gli stati di tensione, rabbia, ira, collera, tristezza, gioia, felicità e altro dei personaggi. I personaggi, almeno molti, per la tematica trattata, vengono in un certo senso e in una certa misura privati del loro spessore psicologico, ma conservano i loro sentimenti ed emozioni, e questo è importante. Assolutamente da vedere.
Voto: 10