Mobile Suit Gundam AGE
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Ogni volta che si guardava una serie di "Gundam", si rimaneva sempre esterrefatti dall'intensità dei suoi conflitti; ma nessuno si è mai fatto una domanda: "Quanto duravano quei conflitti?" D'accordo per il caso della "Guerra di un anno" della prima serie, ma le altre battaglie viste nelle altre serie non tenevano conto di quanto un conflitto durasse, in favore della spettacolarità e delle emozioni offerte; questo almeno fino a quando, nel 2011, "Sunrise" decise di giocare proprio con la durata di una guerra, con una nuova linea temporale e con l'idea di una guerra generazionale, di un conflitto che durava da troppo tempo e dove un solo protagonista non era sufficiente, ma aveva bisogno di alleati particolari: i suoi eredi.
Questo è il caso di "Gundam AGE", una serie molto particolare, dal momento che non solo fu prodotta in collaborazione con la famosa compagnia videoludica "Level 5" (nota per serie come "Il Professor Layton", "Inazuma Eleven" e "Danball Senki", capace di creare trame molto ben congegnate), ma che narrava la più lunga guerra mai combattuta dal famoso Mobile Suit bianco.
La storia è ambientata nella linea temporale "AG" ("Advanced Generation"), e vede lo svolgersi della cosiddetta "Guerra dei cento anni", in cui serpeggia il conflitto fra la Federazione Terrestre e i "Vegan" (inizialmente chiamati "UE", cioè "Unknow Enemy", poiché li si credeva alieni); all'inizio la vittoria era appannaggio dei secondi, data la terrificante tecnologia dei loro Mobile Suit, capaci di superare di brutto quelli terrestri, almeno fino alla comparsa del "Gundam", l'unico capace di rivaleggiare con loro. Esso, chiamato "il salvatore", è il lascito della famiglia Asuno, una famiglia famosa per la costruzione di Mobile Suit, e la guerra narrerà i tre punti di vista di tre generazioni della suddetta famiglia, che costituiranno la parti della storia.
La prima è quella di Flit Asuno, nell'epoca in cui i Vegan erano conosciuti come UE: mediante i dati della sua famiglia è riuscito a creare il Gundam e, con l'aiuto dell'equipaggio della nave DIVA, a consegnare le prime importanti vittorie alla Federazione, al prezzo dell'amara verità sui nemici e di un crudele destino riservatogli dal suo primo amore di gioventù, cosa che gli provocherà delle emozioni che lo accompagneranno per molto tempo.
La seconda narrerà di Asemu, il figlio di Flit, la sua vita da studente e l'ingresso nella Federazione per seguire le orme di suo padre, grazie all'aiuto di alleati e del Gundam AGE-2; lì lo aspetterà il suo più grande rivale, un tempo suo amico ma in realtà spia dei nemici, oltre a dover scoprire, insieme a suo padre, che c'è del lercio nella Federazione.
La terza parte racconterà del giovane Kio, figlio di Asemu e nipote di Flit, che non solo combatterà col potente Gundam AGE-3, ma scoprirà la verità sui suoi nemici; l'ultima parte, la quarta, vedrà la battaglia finale, dove le tre generazioni, con i loro Gundam potenziati al massimo, tra cui l'AGE-FX, combatteranno insieme per chiudere i conti lasciati in sospeso per tutto questo tempo.
Data la sua natura generazionale, i personaggi e i loro alleati, e anche i nemici, cambiano nel corso degli archi, ma ogni arco viene equamente distribuito per numero di puntate, in modo da poterli conoscere e simpatizzare con loro, come per i tre protagonisti, cioè Flit, Asemu e Kio, ognuno con il proprio modo di pensare e il proprio modo di comportarsi nel corso del conflitto e nel corso della serie. Non crescono solo fisicamente, ma anche mentalmente; stessa cosa anche per i loro alleati, che appaiono eredi o entrano nel corso della serie, come i personaggi femminili di Emily, Romary e Wendy, ognuna un punto di riferimento femminile per ogni protagonista, dal momento che parliamo di una trama generazionale... o come il pilota d'élite Wolf o altri personaggi, mentre per i nemici è giustificato un punto di vista limitato nella prima parte, in modo da dare un senso d'inquietudine allo spettatore sulla loro natura, per poi dare le caratterizzazioni tipiche della saga, da pazzi amanti dell'omicidio, nel caso di Desil o Zanald, fino a nemici che sono umani di carattere, che lottano guidati da devozione o emozioni, ma che perdono facilmente il senno quando la battaglia s'inasprisce, come Zeheart, lo Char della serie, Fram o il loro stesso leader Ezelcant, dal momento che loro sono una popolazione che soffre e che vede nella Terra la propria unica speranza di vita, il proprio "Eden"; sono umani come noi.
Questo fa capire che la serie, nonostante il coinvolgimento di Level 5, non è una serie leggera; parliamo pur sempre di "Gundam" e quindi della guerra, dove si uccide o si è uccisi, dove alleati o persone con cui si è legato perdono la vita e progetti con loro costruiti sono mandati all'aria dalla crudeltà umana chiamata guerra. Difatti l'emotività non manca.
In ambito grafico la serie riesce a fare il suo dovere, così come il design dei personaggi, che per attirare un nuovo pubblico si avvale di un design molto chiaro e fresco; ma parliamo del mecha design, il punto cruciale: qui viene mostrato in modo molto plastico, quasi da giocattolo, a cui poi non si riesce a fare l'abitudine, ma ciò vale per le unità terrestri, mentre quello dei Vegan è molto più oscuro e inquietante. In entrambi i casi, ognuno con il proprio effetto sonoro, i Mobile Suit vengono mostrati molto originali e sgargianti in fatto di forme e colorazioni, e, man mano che il tempo passa e le tecnologie evolvono, aumentano di forme, aspetto ed efficienza, anche se le abilità variano in base a chi pilota; la regola vale per i Gundam, che, nonostante siano un esplicito richiamo ai modelli delle prime tre serie, cioè la prima, "Z" e "ZZ", e il film "Il contrattacco di Char", col passare del tempo aumentano di forza e potenza, complice il particolare AGE System.
Anche in ambito sonoro andiamo bene, con musiche molto ben orchestrate e doppiaggi molto riusciti, mentre opening ed ending, ben quattro, una per ogni saga, sono questioni di gusti, ma esprimono bene il concetto di generazione e del tempo che passa.
Alla fine è questione di gusti, ma ciò non toglie il fatto che "Gundam AGE" meriti una possibilità di visione sia da parte degli appassionati di mecha sia di "Gundam".
Ogni volta che si guardava una serie di "Gundam", si rimaneva sempre esterrefatti dall'intensità dei suoi conflitti; ma nessuno si è mai fatto una domanda: "Quanto duravano quei conflitti?" D'accordo per il caso della "Guerra di un anno" della prima serie, ma le altre battaglie viste nelle altre serie non tenevano conto di quanto un conflitto durasse, in favore della spettacolarità e delle emozioni offerte; questo almeno fino a quando, nel 2011, "Sunrise" decise di giocare proprio con la durata di una guerra, con una nuova linea temporale e con l'idea di una guerra generazionale, di un conflitto che durava da troppo tempo e dove un solo protagonista non era sufficiente, ma aveva bisogno di alleati particolari: i suoi eredi.
Questo è il caso di "Gundam AGE", una serie molto particolare, dal momento che non solo fu prodotta in collaborazione con la famosa compagnia videoludica "Level 5" (nota per serie come "Il Professor Layton", "Inazuma Eleven" e "Danball Senki", capace di creare trame molto ben congegnate), ma che narrava la più lunga guerra mai combattuta dal famoso Mobile Suit bianco.
La storia è ambientata nella linea temporale "AG" ("Advanced Generation"), e vede lo svolgersi della cosiddetta "Guerra dei cento anni", in cui serpeggia il conflitto fra la Federazione Terrestre e i "Vegan" (inizialmente chiamati "UE", cioè "Unknow Enemy", poiché li si credeva alieni); all'inizio la vittoria era appannaggio dei secondi, data la terrificante tecnologia dei loro Mobile Suit, capaci di superare di brutto quelli terrestri, almeno fino alla comparsa del "Gundam", l'unico capace di rivaleggiare con loro. Esso, chiamato "il salvatore", è il lascito della famiglia Asuno, una famiglia famosa per la costruzione di Mobile Suit, e la guerra narrerà i tre punti di vista di tre generazioni della suddetta famiglia, che costituiranno la parti della storia.
La prima è quella di Flit Asuno, nell'epoca in cui i Vegan erano conosciuti come UE: mediante i dati della sua famiglia è riuscito a creare il Gundam e, con l'aiuto dell'equipaggio della nave DIVA, a consegnare le prime importanti vittorie alla Federazione, al prezzo dell'amara verità sui nemici e di un crudele destino riservatogli dal suo primo amore di gioventù, cosa che gli provocherà delle emozioni che lo accompagneranno per molto tempo.
La seconda narrerà di Asemu, il figlio di Flit, la sua vita da studente e l'ingresso nella Federazione per seguire le orme di suo padre, grazie all'aiuto di alleati e del Gundam AGE-2; lì lo aspetterà il suo più grande rivale, un tempo suo amico ma in realtà spia dei nemici, oltre a dover scoprire, insieme a suo padre, che c'è del lercio nella Federazione.
La terza parte racconterà del giovane Kio, figlio di Asemu e nipote di Flit, che non solo combatterà col potente Gundam AGE-3, ma scoprirà la verità sui suoi nemici; l'ultima parte, la quarta, vedrà la battaglia finale, dove le tre generazioni, con i loro Gundam potenziati al massimo, tra cui l'AGE-FX, combatteranno insieme per chiudere i conti lasciati in sospeso per tutto questo tempo.
Data la sua natura generazionale, i personaggi e i loro alleati, e anche i nemici, cambiano nel corso degli archi, ma ogni arco viene equamente distribuito per numero di puntate, in modo da poterli conoscere e simpatizzare con loro, come per i tre protagonisti, cioè Flit, Asemu e Kio, ognuno con il proprio modo di pensare e il proprio modo di comportarsi nel corso del conflitto e nel corso della serie. Non crescono solo fisicamente, ma anche mentalmente; stessa cosa anche per i loro alleati, che appaiono eredi o entrano nel corso della serie, come i personaggi femminili di Emily, Romary e Wendy, ognuna un punto di riferimento femminile per ogni protagonista, dal momento che parliamo di una trama generazionale... o come il pilota d'élite Wolf o altri personaggi, mentre per i nemici è giustificato un punto di vista limitato nella prima parte, in modo da dare un senso d'inquietudine allo spettatore sulla loro natura, per poi dare le caratterizzazioni tipiche della saga, da pazzi amanti dell'omicidio, nel caso di Desil o Zanald, fino a nemici che sono umani di carattere, che lottano guidati da devozione o emozioni, ma che perdono facilmente il senno quando la battaglia s'inasprisce, come Zeheart, lo Char della serie, Fram o il loro stesso leader Ezelcant, dal momento che loro sono una popolazione che soffre e che vede nella Terra la propria unica speranza di vita, il proprio "Eden"; sono umani come noi.
Questo fa capire che la serie, nonostante il coinvolgimento di Level 5, non è una serie leggera; parliamo pur sempre di "Gundam" e quindi della guerra, dove si uccide o si è uccisi, dove alleati o persone con cui si è legato perdono la vita e progetti con loro costruiti sono mandati all'aria dalla crudeltà umana chiamata guerra. Difatti l'emotività non manca.
In ambito grafico la serie riesce a fare il suo dovere, così come il design dei personaggi, che per attirare un nuovo pubblico si avvale di un design molto chiaro e fresco; ma parliamo del mecha design, il punto cruciale: qui viene mostrato in modo molto plastico, quasi da giocattolo, a cui poi non si riesce a fare l'abitudine, ma ciò vale per le unità terrestri, mentre quello dei Vegan è molto più oscuro e inquietante. In entrambi i casi, ognuno con il proprio effetto sonoro, i Mobile Suit vengono mostrati molto originali e sgargianti in fatto di forme e colorazioni, e, man mano che il tempo passa e le tecnologie evolvono, aumentano di forme, aspetto ed efficienza, anche se le abilità variano in base a chi pilota; la regola vale per i Gundam, che, nonostante siano un esplicito richiamo ai modelli delle prime tre serie, cioè la prima, "Z" e "ZZ", e il film "Il contrattacco di Char", col passare del tempo aumentano di forza e potenza, complice il particolare AGE System.
Anche in ambito sonoro andiamo bene, con musiche molto ben orchestrate e doppiaggi molto riusciti, mentre opening ed ending, ben quattro, una per ogni saga, sono questioni di gusti, ma esprimono bene il concetto di generazione e del tempo che passa.
Alla fine è questione di gusti, ma ciò non toglie il fatto che "Gundam AGE" meriti una possibilità di visione sia da parte degli appassionati di mecha sia di "Gundam".
<b>Contiene spoiler</b>
Banalità, questa per me è la miglior definizione di questo anime entrato a pieno diritto come una delle peggior serie tv su Gundam mai realizzate.
La storia ha inizialmente come protagonista Fli Asuno, giovane che vive all'interno della colonia spaziale Angel, i cui genitori furono uccisi dall'attuale nemico della federazione terrestre, i cosiddetti UE (Unknown Enemy). Egli riceve dalla madre in punto di morte l'Age device, strumento al cui interno vi sono contenuti i dati riguardanti la costruzione di un leggendario mobile suit di nome "Gundam" soprannominato il salvatore.
La colonia su cui vive sarà attaccata da questo nemico sconosciuto e Flit sarà costretto a fronteggiarlo a bordo del Gundam e a unirsi all'esercito terrestre per contrastare la minaccia.
Come detto prima tutto l'insieme ha come unico denominatore la banalità: personaggi banali, non trasmettono nulla nessun tipo di emozione o di coinvolgimento nelle vicende, seguono solo il loro copione scritto dagli sceneggiatori; forse l'unico che davvero riesce ad emergere è Asemu, peccato che poi la sua storia venga tagliata di netto; personaggi femminili che esistono solo per garantire discendenza ai protagonisti; storia che, con la suddivisione di tre archi narrativi poteva essere qualcosa di diverso, alla fine è solo banale; colpi di scena banali; episodi, alcuni molto drammatici ma che a causa della banalità dei personaggi anche questi sfociano nella banalità, in quanto li ho solo visti come morti atti a compensare la perdita di un fronte e dell'altro.
In quanto a questi momenti, appunto, se sono stati pensati per dare maggiori emozioni o peggio ancora per cercare di commuovere lo spettatore, per me sono stati autentici fallimenti in quanto non c'è alcuna emozione da parte dei loro compagni o peggio ancora sembrano addirittura dimenticarsene (pessimo quando Kio vede morire il suo amico Vagan Deen davanti a lui e quando sta per dare il colpo di grazia al suo uccisore si ferma esclamando "che cosa sto facendo?")
Per concludere serie assolutamente sconsigliata ai fan di Gundam, forse a chi non è amante delle serie dedicate al mobile suit bianco potrebbe piacere ma io la sconsiglio anche a questi, ci sono in giro anime nettamente migliori e nettamente più coinvolgenti di una serie come questa.
Banalità, questa per me è la miglior definizione di questo anime entrato a pieno diritto come una delle peggior serie tv su Gundam mai realizzate.
La storia ha inizialmente come protagonista Fli Asuno, giovane che vive all'interno della colonia spaziale Angel, i cui genitori furono uccisi dall'attuale nemico della federazione terrestre, i cosiddetti UE (Unknown Enemy). Egli riceve dalla madre in punto di morte l'Age device, strumento al cui interno vi sono contenuti i dati riguardanti la costruzione di un leggendario mobile suit di nome "Gundam" soprannominato il salvatore.
La colonia su cui vive sarà attaccata da questo nemico sconosciuto e Flit sarà costretto a fronteggiarlo a bordo del Gundam e a unirsi all'esercito terrestre per contrastare la minaccia.
Come detto prima tutto l'insieme ha come unico denominatore la banalità: personaggi banali, non trasmettono nulla nessun tipo di emozione o di coinvolgimento nelle vicende, seguono solo il loro copione scritto dagli sceneggiatori; forse l'unico che davvero riesce ad emergere è Asemu, peccato che poi la sua storia venga tagliata di netto; personaggi femminili che esistono solo per garantire discendenza ai protagonisti; storia che, con la suddivisione di tre archi narrativi poteva essere qualcosa di diverso, alla fine è solo banale; colpi di scena banali; episodi, alcuni molto drammatici ma che a causa della banalità dei personaggi anche questi sfociano nella banalità, in quanto li ho solo visti come morti atti a compensare la perdita di un fronte e dell'altro.
In quanto a questi momenti, appunto, se sono stati pensati per dare maggiori emozioni o peggio ancora per cercare di commuovere lo spettatore, per me sono stati autentici fallimenti in quanto non c'è alcuna emozione da parte dei loro compagni o peggio ancora sembrano addirittura dimenticarsene (pessimo quando Kio vede morire il suo amico Vagan Deen davanti a lui e quando sta per dare il colpo di grazia al suo uccisore si ferma esclamando "che cosa sto facendo?")
Per concludere serie assolutamente sconsigliata ai fan di Gundam, forse a chi non è amante delle serie dedicate al mobile suit bianco potrebbe piacere ma io la sconsiglio anche a questi, ci sono in giro anime nettamente migliori e nettamente più coinvolgenti di una serie come questa.
Ho aspettato con ansia la conclusione della serie per poterla recensire e finalmente è tempo di sentenze.
"Gundam AGE" è l'ultima serie offertaci dall'universo dei nostri amati real robot; la storia è ambientata in una nuova timeline, l'Advanced Generation, qui dopo decenni dall'ultima grande guerra spaziale, l'umanità vive in pace ed è riuscita a colonizzare con successo lo spazio intorno alla terra. In questo contesto la razza umana inizia a subire una serie di attacchi da parte di nemici sconosciuti, equipaggiati con una tecnologia molto più avanzata di quella della federazione terrestre. Inizia così una nuova guerra contro nemici enigmatici, dalle grandi capacità belliche e che appaiono inumani; naturalmente arriverà la famiglia Asuno con il loro Gundam AGE a salvare la federazione terrestre in una guerra lunga tre generazioni.
Alcune idee nella trama sono sicuramente originali, l'idea di una dinastia di piloti non era mai stata sviluppata prima ed arrivare a coinvolgere ben tre generazioni è stato molto ardito. Ma questa idea funziona? Beh si e no, infatti generare così tanti personaggi principali è sicuramente interessante e lo spettatore è invogliato a scoprire le differenze tra padre, nonno e nipote; purtroppo questo genera lo stesso problema di Gundam SEED Destiny, in cui un nuovo personaggio principale paragonato ai precedenti nella stessa serie, porta spesso il primo a perdere di appeal facilmente, specie se non è ben approfondito o se non ha un carattere ben delineato (ad esempio questo non avviene in Gunadam Z dove ci viene mostrato che con un'ottima caratterizzazione si può ovviare al problema). Questo succede con l'ultimo membro della famiglia Asuno, Kio, che nel climax della storia perde in maniera imbarazzante il confronto con suo padre e ancora peggio con suo nonno.
La struttura della storia seppur nuova, viene sviluppata male, forse a causa del target di spettatori, troppo giovani rispetto al normale per Gundam; la storia risulta un po' bambinesca, ad esempio l'età dei piloti è davvero troppo bassa, se poi pensate che il protagonista della generazione 1 progetta e costruisce il primo Gundam AGE all'età di sei anni il danno è fatto.
Il design dei personaggi è francamente brutto, i disegni sono oggettivamente adatti ad un pubblico con poche pretese o di bambini; personaggi un po' disarmonici con capigliature assurde; almeno non ne risente l'animazione che rimane sempre fluida.
Altra nota dolente il mecha design che possiede alti e bassi (più bassi), i gundam presentati non sono male francamente, se si fa eccezione per un paio di "trasformazioni". I nemici hanno invece un design veramente insufficiente che arriva quasi al ridicolo alla fine della serie. L'AGE system, su cui si basa parte della serie risulta un elemento irritante poichè francamente uccide parte della magia e del fascino dei mech, potenziamenti che arrivano in automatico senza sforzo alcuno non sono proprio il massimo; per di più il sistema viene praticamente dimenticato dagli autori da 2/3 della serie in poi.
In conclusione una serie dimenticabile (vi scrive un appassionato che non è minimamente integralista per quanto riguarda l'UC) con personaggi a cui è difficile affezionarsi. Si salva giusto per un'idea di base nuova ma mal sviluppata.
"Gundam AGE" è l'ultima serie offertaci dall'universo dei nostri amati real robot; la storia è ambientata in una nuova timeline, l'Advanced Generation, qui dopo decenni dall'ultima grande guerra spaziale, l'umanità vive in pace ed è riuscita a colonizzare con successo lo spazio intorno alla terra. In questo contesto la razza umana inizia a subire una serie di attacchi da parte di nemici sconosciuti, equipaggiati con una tecnologia molto più avanzata di quella della federazione terrestre. Inizia così una nuova guerra contro nemici enigmatici, dalle grandi capacità belliche e che appaiono inumani; naturalmente arriverà la famiglia Asuno con il loro Gundam AGE a salvare la federazione terrestre in una guerra lunga tre generazioni.
Alcune idee nella trama sono sicuramente originali, l'idea di una dinastia di piloti non era mai stata sviluppata prima ed arrivare a coinvolgere ben tre generazioni è stato molto ardito. Ma questa idea funziona? Beh si e no, infatti generare così tanti personaggi principali è sicuramente interessante e lo spettatore è invogliato a scoprire le differenze tra padre, nonno e nipote; purtroppo questo genera lo stesso problema di Gundam SEED Destiny, in cui un nuovo personaggio principale paragonato ai precedenti nella stessa serie, porta spesso il primo a perdere di appeal facilmente, specie se non è ben approfondito o se non ha un carattere ben delineato (ad esempio questo non avviene in Gunadam Z dove ci viene mostrato che con un'ottima caratterizzazione si può ovviare al problema). Questo succede con l'ultimo membro della famiglia Asuno, Kio, che nel climax della storia perde in maniera imbarazzante il confronto con suo padre e ancora peggio con suo nonno.
La struttura della storia seppur nuova, viene sviluppata male, forse a causa del target di spettatori, troppo giovani rispetto al normale per Gundam; la storia risulta un po' bambinesca, ad esempio l'età dei piloti è davvero troppo bassa, se poi pensate che il protagonista della generazione 1 progetta e costruisce il primo Gundam AGE all'età di sei anni il danno è fatto.
Il design dei personaggi è francamente brutto, i disegni sono oggettivamente adatti ad un pubblico con poche pretese o di bambini; personaggi un po' disarmonici con capigliature assurde; almeno non ne risente l'animazione che rimane sempre fluida.
Altra nota dolente il mecha design che possiede alti e bassi (più bassi), i gundam presentati non sono male francamente, se si fa eccezione per un paio di "trasformazioni". I nemici hanno invece un design veramente insufficiente che arriva quasi al ridicolo alla fine della serie. L'AGE system, su cui si basa parte della serie risulta un elemento irritante poichè francamente uccide parte della magia e del fascino dei mech, potenziamenti che arrivano in automatico senza sforzo alcuno non sono proprio il massimo; per di più il sistema viene praticamente dimenticato dagli autori da 2/3 della serie in poi.
In conclusione una serie dimenticabile (vi scrive un appassionato che non è minimamente integralista per quanto riguarda l'UC) con personaggi a cui è difficile affezionarsi. Si salva giusto per un'idea di base nuova ma mal sviluppata.
Il fandom, si sa, è di facili pregiudizi. Quello di Gundam poi, soprattutto lo zoccolo duro cresciuto con le serie UC, lo è in particolar modo. E puntualmente, da G Gundam in poi, ogni serie ambientata in timeline alternative è sempre stata vittima di polemiche feroci, a volte legittime, altre molto meno.
Certo, le premesse con cui Sunrise ha lanciato Gundam AGE non hanno aiutato a tenersi buoni gli aficionados di vecchia data. Con l'intento di avvicinare nuove leve al brand Gundam (nonché di risollevare la situazione tutt'altro che rosea del settore dei Gunpla), la nuova serie del mobile suit bianco è stata affidata a Level 5, studio noto per popolari videogame e anime indirizzati a un pubblico di giovanissimi. Già dai primi poster quindi si notava come il character design strizzasse l'occhio alle nuove generazioni e questo ha portato a una vera e propria insurrezione dei Gundam fan prima ancora dell'inizio delle trasmissioni, sebbene Sunrise e Level 5 avessero comunque garantito che sarebbe stata una serie di Gundam con tutti i crismi.
Ma chi conosce un po' di storia dell'animazione giapponese, sa che in passato ci sono stati altri anime partiti con le medesime premesse, poi rivelatisi dei capolavori - qualcuno ha detto GaoGaiGar? Gundam AGE non è certo un capolavoro, ha i suoi difetti, come tutte le serie moderne di Gundam, ma è davvero un'ottima serie, capace di intrattenere qualsiasi fascia di pubblico.
Intanto partiamo dall'aspetto più innovativo: lo sviluppo della trama in tre archi generazionali. In AGE infatti non c'è un unico protagonista principale, ma una famiglia intorno alla quale ruotano le vicende più importanti, mentre si protrae un conflitto della durata di 100 anni nella nuova timeline denominata A.G. (Advanced Generation).
Il primo protagonista è Flit Asuno, un ragazzo di 14 anni appartenente a una nota famiglia di costruttori di mobile suit. Flit rimane orfano durante un attacco degli UE, nemici non identificati che attaccano la colonia in cui vive. La madre, in punto di morte, gli consegna l'AGE Device, un dispositivo contenente i dati per la creazione di un mobile suit leggendario, considerato il "salvatore" del genere umano. Si tratta ovviamente del Gundam (il Gundam AGE-1, per l'esattezza), capace di evolversi tramite un sistema denominato AGE System, altra innovazione di questa serie, che può produrre in tempo reale armi ed equipaggiamenti analizzando i dati delle battaglie precedenti.
Seguendo una trama che ricorda molto l'originale Gundam del '79 e, di conseguenza, l'inizio di Gundam Seed, Flit si ritrova a pilotare il Gundam mentre deve fuggire dalla colonia in cui è cresciuto, imbarcandosi su una nave militare della Federazione Terrestre.
Non c'è dubbio che questo arco narrativo sia quello più debole e mirato prevalentemente al pubblico più giovane, tra ingenuità e personaggi spesso ridicoli. Ma sul finire della saga di Flit la serie prende una piega più drammatica e violenta, e finalmente riconosciamo tutti gli elementi tipici di Gundam. Innanzitutto viene svelata l'identità del nemico e quindi si recupera un aspetto fondamentale, che è quello del "conoscere l'altra barricata".
Poi, con il passaggio alla seconda generazione incentrata su Asemu, il figlio sedicenne di Flit, la trama si concentra di più sui personaggi e sui rapporti tra di loro, con situazioni e atmosfere che ricordano in più di un'occasione Gundam Seed.
A risollevare poi definitivamente Gundam AGE arriva, con largo anticipo su quanto previsto inizialmente, il terzo arco narrativo, nonché quello più lungo, dedicato prevalentemente a Kio, il figlio di Asemu. Qui anche tanti detrattori della serie si sono ricreduti, in quanto è la saga maggiormente articolata dal punto di vista narrativo, con numerosi colpi di scena, combattimenti spettacolari e un taglio sicuramente più epico.
Il bello del susseguirsi di tre generazioni è che nell'arco di 49 episodi vediamo tutti i protagonisti crescere ed evolversi psicologicamente, parallelamente a come il Gundam si evolve in MS sempre più spettacolari grazie all'AGE System. Inoltre, anche invecchiando, i protagonisti degli archi precedenti non passano in secondo piano, anzi proseguono sotto-trame lasciate in sospeso, regolano vecchi conti e soprattutto assumono ruoli del tutto inattesi.
In particolare Flit, dal ragazzino gentile che è all'inizio della serie, compie una metamorfosi condizionata dalle morti alle quali ha assistito durante la sua giovinezza, e l'odio assoluto che prova verso il nemico lo renderà un personaggio del tutto diverso e assolutamente inedito per un main character nell'universo gundamico.
Va detto che la narrazione multi-generazionale di AGE, soprattutto considerato che viene sviluppata in un'unica serie di 49 episodi, comporta purtroppo uno svolgimento frettoloso di alcune sotto-trame interessanti e molti personaggi non vengono delineati come meriterebbero - molti sembrano buttati lì giusto per far numero. Anche questo è un difetto che si incontra molto spesso nelle serie di Gundam moderne, ma un progetto così ambizioso come quello di AGE necessitava di un maggior numero di puntate. Molto probabilmente sarebbero state più adatte due serie da 49 episodi ciascuna, una per coprire il Flit Arc e l'Asemu Arc e un'altra per il ben più ricco Kio Arc.
Ad ogni modo le vicende dei personaggi principali restano ben descritte e le loro evoluzioni risultano estremamente coerenti.
Ottimo è il comparto tecnico, con combattimenti sempre spettacolari e dinamici, con alcuni dei Gundam più belli che si siano mai visti (d'altra parte il mecha design è dello stesso staff di Gundam 00), mentre invece ci sono alti e bassi nelle sequenze con i soli personaggi, anche a causa di un character design non sempre adeguato alle situazioni.
Le musiche di sottofondo sono tra le più epiche di sempre (seconde solo a quelle di Seed), risultano invece abbastanza deludenti le prime due opening, mentre ottime sono quelle dell'arco di Kio e tutte e quattro le ending.
In conclusione, Gundam AGE è una serie che presenta alcuni difetti, come tutti i Gundam visti in TV dagli anni '90 a oggi. Però offre anche spunti originali e interessanti, sa coinvolgere e non trascura niente degli elementi cardine della saga creata da Tomino. C'è un affresco crudo della guerra nelle sue assurdità, ci sono riflessioni sulle politiche estremiste delle società disagiate, c'è la maturazione di personaggi cresciuti in un mondo sempre più cinico. E c'è una sensazione di morte che incombe come non si vedeva dai tempi di Victory Gundam. Forse AGE è la serie di Gundam caratterizzata dal maggior numero di morti, alcune di una violenza disarmante. Mica male per una serie che in tanti etichettavano come "da mocciosi".
Quindi per il voto l'ho pensata così: è un'ottima serie di Gundam (8) e uno splendido anime robotico (9). Meriterebbe quindi un 8,5, ma non essendoci i voti intermedi mi sbilancio con un bel 9.
Certo, le premesse con cui Sunrise ha lanciato Gundam AGE non hanno aiutato a tenersi buoni gli aficionados di vecchia data. Con l'intento di avvicinare nuove leve al brand Gundam (nonché di risollevare la situazione tutt'altro che rosea del settore dei Gunpla), la nuova serie del mobile suit bianco è stata affidata a Level 5, studio noto per popolari videogame e anime indirizzati a un pubblico di giovanissimi. Già dai primi poster quindi si notava come il character design strizzasse l'occhio alle nuove generazioni e questo ha portato a una vera e propria insurrezione dei Gundam fan prima ancora dell'inizio delle trasmissioni, sebbene Sunrise e Level 5 avessero comunque garantito che sarebbe stata una serie di Gundam con tutti i crismi.
Ma chi conosce un po' di storia dell'animazione giapponese, sa che in passato ci sono stati altri anime partiti con le medesime premesse, poi rivelatisi dei capolavori - qualcuno ha detto GaoGaiGar? Gundam AGE non è certo un capolavoro, ha i suoi difetti, come tutte le serie moderne di Gundam, ma è davvero un'ottima serie, capace di intrattenere qualsiasi fascia di pubblico.
Intanto partiamo dall'aspetto più innovativo: lo sviluppo della trama in tre archi generazionali. In AGE infatti non c'è un unico protagonista principale, ma una famiglia intorno alla quale ruotano le vicende più importanti, mentre si protrae un conflitto della durata di 100 anni nella nuova timeline denominata A.G. (Advanced Generation).
Il primo protagonista è Flit Asuno, un ragazzo di 14 anni appartenente a una nota famiglia di costruttori di mobile suit. Flit rimane orfano durante un attacco degli UE, nemici non identificati che attaccano la colonia in cui vive. La madre, in punto di morte, gli consegna l'AGE Device, un dispositivo contenente i dati per la creazione di un mobile suit leggendario, considerato il "salvatore" del genere umano. Si tratta ovviamente del Gundam (il Gundam AGE-1, per l'esattezza), capace di evolversi tramite un sistema denominato AGE System, altra innovazione di questa serie, che può produrre in tempo reale armi ed equipaggiamenti analizzando i dati delle battaglie precedenti.
Seguendo una trama che ricorda molto l'originale Gundam del '79 e, di conseguenza, l'inizio di Gundam Seed, Flit si ritrova a pilotare il Gundam mentre deve fuggire dalla colonia in cui è cresciuto, imbarcandosi su una nave militare della Federazione Terrestre.
Non c'è dubbio che questo arco narrativo sia quello più debole e mirato prevalentemente al pubblico più giovane, tra ingenuità e personaggi spesso ridicoli. Ma sul finire della saga di Flit la serie prende una piega più drammatica e violenta, e finalmente riconosciamo tutti gli elementi tipici di Gundam. Innanzitutto viene svelata l'identità del nemico e quindi si recupera un aspetto fondamentale, che è quello del "conoscere l'altra barricata".
Poi, con il passaggio alla seconda generazione incentrata su Asemu, il figlio sedicenne di Flit, la trama si concentra di più sui personaggi e sui rapporti tra di loro, con situazioni e atmosfere che ricordano in più di un'occasione Gundam Seed.
A risollevare poi definitivamente Gundam AGE arriva, con largo anticipo su quanto previsto inizialmente, il terzo arco narrativo, nonché quello più lungo, dedicato prevalentemente a Kio, il figlio di Asemu. Qui anche tanti detrattori della serie si sono ricreduti, in quanto è la saga maggiormente articolata dal punto di vista narrativo, con numerosi colpi di scena, combattimenti spettacolari e un taglio sicuramente più epico.
Il bello del susseguirsi di tre generazioni è che nell'arco di 49 episodi vediamo tutti i protagonisti crescere ed evolversi psicologicamente, parallelamente a come il Gundam si evolve in MS sempre più spettacolari grazie all'AGE System. Inoltre, anche invecchiando, i protagonisti degli archi precedenti non passano in secondo piano, anzi proseguono sotto-trame lasciate in sospeso, regolano vecchi conti e soprattutto assumono ruoli del tutto inattesi.
In particolare Flit, dal ragazzino gentile che è all'inizio della serie, compie una metamorfosi condizionata dalle morti alle quali ha assistito durante la sua giovinezza, e l'odio assoluto che prova verso il nemico lo renderà un personaggio del tutto diverso e assolutamente inedito per un main character nell'universo gundamico.
Va detto che la narrazione multi-generazionale di AGE, soprattutto considerato che viene sviluppata in un'unica serie di 49 episodi, comporta purtroppo uno svolgimento frettoloso di alcune sotto-trame interessanti e molti personaggi non vengono delineati come meriterebbero - molti sembrano buttati lì giusto per far numero. Anche questo è un difetto che si incontra molto spesso nelle serie di Gundam moderne, ma un progetto così ambizioso come quello di AGE necessitava di un maggior numero di puntate. Molto probabilmente sarebbero state più adatte due serie da 49 episodi ciascuna, una per coprire il Flit Arc e l'Asemu Arc e un'altra per il ben più ricco Kio Arc.
Ad ogni modo le vicende dei personaggi principali restano ben descritte e le loro evoluzioni risultano estremamente coerenti.
Ottimo è il comparto tecnico, con combattimenti sempre spettacolari e dinamici, con alcuni dei Gundam più belli che si siano mai visti (d'altra parte il mecha design è dello stesso staff di Gundam 00), mentre invece ci sono alti e bassi nelle sequenze con i soli personaggi, anche a causa di un character design non sempre adeguato alle situazioni.
Le musiche di sottofondo sono tra le più epiche di sempre (seconde solo a quelle di Seed), risultano invece abbastanza deludenti le prime due opening, mentre ottime sono quelle dell'arco di Kio e tutte e quattro le ending.
In conclusione, Gundam AGE è una serie che presenta alcuni difetti, come tutti i Gundam visti in TV dagli anni '90 a oggi. Però offre anche spunti originali e interessanti, sa coinvolgere e non trascura niente degli elementi cardine della saga creata da Tomino. C'è un affresco crudo della guerra nelle sue assurdità, ci sono riflessioni sulle politiche estremiste delle società disagiate, c'è la maturazione di personaggi cresciuti in un mondo sempre più cinico. E c'è una sensazione di morte che incombe come non si vedeva dai tempi di Victory Gundam. Forse AGE è la serie di Gundam caratterizzata dal maggior numero di morti, alcune di una violenza disarmante. Mica male per una serie che in tanti etichettavano come "da mocciosi".
Quindi per il voto l'ho pensata così: è un'ottima serie di Gundam (8) e uno splendido anime robotico (9). Meriterebbe quindi un 8,5, ma non essendoci i voti intermedi mi sbilancio con un bel 9.
Advanced Generation, anno 101. Delle misteriose entità robotiche sconosciute, di grande potenza militare, devastano la colonia spaziale Angel, atto sanguinoso che decreta l'inizio di una nuova Guerra dei 100 anni tra loro e la Federazione Terrestre. Quattordici anni dopo il piccolo Flit Asuno, figlio di una coppia di scienziati morti durante il conflitto, porta a termine le loro ricerche ultimando l'AGE System, dispositivo rivoluzionario che permette di far funzionare il Gundam, un robot del passato dotato di grandi potenzialità belliche. Con il Gundam, di cui è pilota, Flit si unisce ai federali entrando in guerra con gli Unknow, di cui scopre successivamente i segreti e il perché vogliono impossessarsi della Terra. Ha così inizio una saga generazionale che vedrà combattere contro loro Flit, suo figlio Asemu e infine il nipote Kio.
Non c'è niente che funzioni in Gundam AGE, niente. Con tutta la mia buona volontà, mi è impossibile trovare un solo motivo per consigliare quella che, da poco conclusa, è diventata, acclamata a furor di popolo, la peggiore serie gundamica mai prodotta da Sunrise, un obbrobrio che narrativamente eguaglia i fasti disgraziati di Wing e, al contrario di questo, è anche un totale flop commerciale e di share, più del dimenticato X. Il peggior disastro in assoluto mai registrato dal brand Gundam, tanto che i consueti Gunpla sono venduti a prezzi quasi regalati perché non li vuole nessuno e da Sunrise non si ha la minima notizia di OVA, film o special che proseguano la trama. Questo il risultato di affidare interamente, per la prima volta, la storia e la sua pianificazione non ai membri dello studio bensì a esterni, in questo caso la software house Level 5 rappresentata dallo sceneggiatore principale Akihiro Hino. Level 5: nome che per un amante di j-rpg significa alcuni dei più pregevoli prodotti del genere, ma bene o male tutti accumulati da storie abbastanza banali, a volte addirittura pessime (Rogue Galaxy) e spesso con un mediocre studio dei personaggi. E in Gundam AGE tutti questi difetti storici si ripercuotono nel modo peggiore, anche perché Hino non ha la minima dimestichezza con la saga robotica, e si vede.
È la fiera delle occasioni mancate, AGE, che si spera un giorno possa trovare un remake o una rielaborazione più consoni, un po' come il soggetto di Wing ripreso e migliorato in 00. Parte in effetti da grandi premesse, tra un nemico misterioso che nessuno conosce, l'idea della saga generazionale e sviluppi innovativi come uno degli Asuno che diventa addirittura tra i villain della serie. Un minestrone dove, oltre a idee originali, sono ripresi tonnellate di cliché dell'intera saga, mescolate malissimo dallo sceneggiatore Hino che, rivolgendo la serie a un pubblico di giovanissimi e tentando di farla apprezzare anche agli adulti, fallisce in tutti i suoi obiettivi, annoiando a morte i primi (un questionario di Sunrise rivelerà che a loro non potrebbero interessare di meno colonie spaziali e una trama che ci gira intorno) e sconvolgendo per stupidità gli altri.
Il padre di tutti i problemi risiede nell'atroce cura in design e sceneggiatura. Se la trama, così com'è orchestrata, alla fine ha un suo senso, è ridicolizzata oltre le vette dell'impossibile dall'evidente incapacità di Hino di gestire personaggi, dialoghi e situazioni, che gli scappano più che spesso di mano creando forzature e svarioni d'incoerenza assoluta. Attori che sono uno il più insignificante dell'altro, orribili bambolotti che si lasciano andare alle iterazioni più ridicole dell'intera saga: i soliti idealisti, privi di sfumature, che predicano le loro idee assolute fino alla morte, senza tentare di adattarle alla realtà, tra pacifisti che non vogliono uccidere nessuno come il Kira Yamato di turno, deficienti che pensano di ridurre le vittime della guerra allungandola (?) e altri campioni di intelligenza. Neanche a parlarne quelli femminili, soprammobili di carne la cui unica funzione è figliare o morire (e senza ripercussione alcuna).
Non c'è nulla che si possa prendere eventualmente sul serio, in questo mondo immaginario dove non esiste il rispetto per la gerarchia militare - i sottoposti possono mandare a quel paese o addirittura prendere palesemente per il culo i propri superiori senza conseguenze -, dove per far avanzare la trama l'eroe deve incontrare per forza un cattivo e lo nel modo più demenziale (investendolo con la moto in una strada desolata in pieno deserto); dove un uomo ha appena salvato la figlia dai cattivi rimane ad affrontarli invece di fuggire con lei, rischiando senza motivo di renderla orfana; dove un comandante ordina al figlio di combattere in prima linea, pur sapendo che questi è in uno stato mentale confusionario, e poi gli rinfaccia di averlo fatto perché pericoloso per i suoi commilitoni; dove lo stesso comandante esce quando vuole a combattere in prima linea fregandosene che la sua eventuale morte significherebbe il caos per il suo vascello; dove una donna di 28 anni consiglia a una bambinetta di 14 di rischiare la vita in guerra per il suo amato; and so on. In ogni episodio più di un momento, per ingenuità colossali o dialoghi particolarmente demenziali, finisce con il diventare comico. Senza dimenticare il ridicolissimo, impossibile assunto sul quale si edifica l'intera storia e che rappresenta il punto focale del primo arco narrativo, ossia chi sono gli Unkwnow: una civiltà super tecnologica venuta su dal nulla, senza alcuna risorsa e in un luogo deserto inabitabile. Come hanno fatto? Boh.
Altra "malattia" di AGE è il suo buonismo, che risalta molto vista l'età giovanissima dei protagonisti. Ridicolo credere a un moccioso di 14 anni che ha costruito un intero Gundam da solo; difficile pensare che a quell'età possa innamorarsi di una bambina di un anno più grande; demenziale pensare che, alla morte di quest'ultima, massacra tutti i nemici davanti a lui per rabbia ma risparmia proprio il killer solo perché è più giovane di lui. Oltre ogni limite di buon senso è il finale (tanto per cambiare, una scopiazzatura o quasi di Gundam SEED), di una retorica sulla comprensione così banalizzata e inverosimile, contando i comportamenti precedenti di diversi personaggi che poi diventano magicamente "eroi", da essere infamante. Immancabile è il bel bloodbath conclusivo, tanto per far figo, che addirittura presenta tra i più alti body-count della saga: facile uccidere mille personaggi di cui non interessa niente a nessuno.
Il chara design bambinesco è estremamente colorato ma di una bruttezza disarmante, infarcito di sproporzioni assassine come teste gigantesche su corpi tozzi, senza contare le incredibili espressioni beote che talvolta appaiono nei volti di alcuni personaggi. Il mecha design è peggiore di diverse grandezze: se fino a questo momento l'apice del trash animato robotico per bambini sembravano i draghi o le formiche robotiche di Victory Gundam, opera anch'essa rivolta a loro ma di tutt'altro livello qualitativo, in AGE i nemici si compongono di oranghi e lucertole robotiche, mostri vari, orripilanti trivelle giallo-verdi, maghette con la bacchetta magica a forma di girasole e ogni altro abominio possa venire in mente, sempre dalle colorazioni pacchiane. Cromatismi e forme ignobili che non risparmiano neppure le consuete tonnellate di Gundam, che tra wrestler e cloni del Freedom di SEED color giallo-blu-verde acqua (!) si configurano come indimenticabile parata di oscenità.
Lo svolgersi affrettato e sintetico di molti avvenimenti (come i temibili Magician 8, gruppo di super piloti che sembrano chissà chi e invece sono liquidati in pochi episodi), pur con una durata di serie di tutto rispetto (49 episodi, un'enormità considerando che Gundam X, con uno share migliore, ha avuto vita breve), è solo l'ennesima dimostrazione dell'assoluta incapacità di sceneggiare di Akihiro Hino. E Gundam AGE, pur con valide idee, pur con una OST sufficientemente epica, pur con una puntata finale tutto sommato soddisfacente, si risolve nella peggior incarnazione della saga iniziata nel '79 da Yoshiyuki Tomino.
Non c'è niente che funzioni in Gundam AGE, niente. Con tutta la mia buona volontà, mi è impossibile trovare un solo motivo per consigliare quella che, da poco conclusa, è diventata, acclamata a furor di popolo, la peggiore serie gundamica mai prodotta da Sunrise, un obbrobrio che narrativamente eguaglia i fasti disgraziati di Wing e, al contrario di questo, è anche un totale flop commerciale e di share, più del dimenticato X. Il peggior disastro in assoluto mai registrato dal brand Gundam, tanto che i consueti Gunpla sono venduti a prezzi quasi regalati perché non li vuole nessuno e da Sunrise non si ha la minima notizia di OVA, film o special che proseguano la trama. Questo il risultato di affidare interamente, per la prima volta, la storia e la sua pianificazione non ai membri dello studio bensì a esterni, in questo caso la software house Level 5 rappresentata dallo sceneggiatore principale Akihiro Hino. Level 5: nome che per un amante di j-rpg significa alcuni dei più pregevoli prodotti del genere, ma bene o male tutti accumulati da storie abbastanza banali, a volte addirittura pessime (Rogue Galaxy) e spesso con un mediocre studio dei personaggi. E in Gundam AGE tutti questi difetti storici si ripercuotono nel modo peggiore, anche perché Hino non ha la minima dimestichezza con la saga robotica, e si vede.
È la fiera delle occasioni mancate, AGE, che si spera un giorno possa trovare un remake o una rielaborazione più consoni, un po' come il soggetto di Wing ripreso e migliorato in 00. Parte in effetti da grandi premesse, tra un nemico misterioso che nessuno conosce, l'idea della saga generazionale e sviluppi innovativi come uno degli Asuno che diventa addirittura tra i villain della serie. Un minestrone dove, oltre a idee originali, sono ripresi tonnellate di cliché dell'intera saga, mescolate malissimo dallo sceneggiatore Hino che, rivolgendo la serie a un pubblico di giovanissimi e tentando di farla apprezzare anche agli adulti, fallisce in tutti i suoi obiettivi, annoiando a morte i primi (un questionario di Sunrise rivelerà che a loro non potrebbero interessare di meno colonie spaziali e una trama che ci gira intorno) e sconvolgendo per stupidità gli altri.
Il padre di tutti i problemi risiede nell'atroce cura in design e sceneggiatura. Se la trama, così com'è orchestrata, alla fine ha un suo senso, è ridicolizzata oltre le vette dell'impossibile dall'evidente incapacità di Hino di gestire personaggi, dialoghi e situazioni, che gli scappano più che spesso di mano creando forzature e svarioni d'incoerenza assoluta. Attori che sono uno il più insignificante dell'altro, orribili bambolotti che si lasciano andare alle iterazioni più ridicole dell'intera saga: i soliti idealisti, privi di sfumature, che predicano le loro idee assolute fino alla morte, senza tentare di adattarle alla realtà, tra pacifisti che non vogliono uccidere nessuno come il Kira Yamato di turno, deficienti che pensano di ridurre le vittime della guerra allungandola (?) e altri campioni di intelligenza. Neanche a parlarne quelli femminili, soprammobili di carne la cui unica funzione è figliare o morire (e senza ripercussione alcuna).
Non c'è nulla che si possa prendere eventualmente sul serio, in questo mondo immaginario dove non esiste il rispetto per la gerarchia militare - i sottoposti possono mandare a quel paese o addirittura prendere palesemente per il culo i propri superiori senza conseguenze -, dove per far avanzare la trama l'eroe deve incontrare per forza un cattivo e lo nel modo più demenziale (investendolo con la moto in una strada desolata in pieno deserto); dove un uomo ha appena salvato la figlia dai cattivi rimane ad affrontarli invece di fuggire con lei, rischiando senza motivo di renderla orfana; dove un comandante ordina al figlio di combattere in prima linea, pur sapendo che questi è in uno stato mentale confusionario, e poi gli rinfaccia di averlo fatto perché pericoloso per i suoi commilitoni; dove lo stesso comandante esce quando vuole a combattere in prima linea fregandosene che la sua eventuale morte significherebbe il caos per il suo vascello; dove una donna di 28 anni consiglia a una bambinetta di 14 di rischiare la vita in guerra per il suo amato; and so on. In ogni episodio più di un momento, per ingenuità colossali o dialoghi particolarmente demenziali, finisce con il diventare comico. Senza dimenticare il ridicolissimo, impossibile assunto sul quale si edifica l'intera storia e che rappresenta il punto focale del primo arco narrativo, ossia chi sono gli Unkwnow: una civiltà super tecnologica venuta su dal nulla, senza alcuna risorsa e in un luogo deserto inabitabile. Come hanno fatto? Boh.
Altra "malattia" di AGE è il suo buonismo, che risalta molto vista l'età giovanissima dei protagonisti. Ridicolo credere a un moccioso di 14 anni che ha costruito un intero Gundam da solo; difficile pensare che a quell'età possa innamorarsi di una bambina di un anno più grande; demenziale pensare che, alla morte di quest'ultima, massacra tutti i nemici davanti a lui per rabbia ma risparmia proprio il killer solo perché è più giovane di lui. Oltre ogni limite di buon senso è il finale (tanto per cambiare, una scopiazzatura o quasi di Gundam SEED), di una retorica sulla comprensione così banalizzata e inverosimile, contando i comportamenti precedenti di diversi personaggi che poi diventano magicamente "eroi", da essere infamante. Immancabile è il bel bloodbath conclusivo, tanto per far figo, che addirittura presenta tra i più alti body-count della saga: facile uccidere mille personaggi di cui non interessa niente a nessuno.
Il chara design bambinesco è estremamente colorato ma di una bruttezza disarmante, infarcito di sproporzioni assassine come teste gigantesche su corpi tozzi, senza contare le incredibili espressioni beote che talvolta appaiono nei volti di alcuni personaggi. Il mecha design è peggiore di diverse grandezze: se fino a questo momento l'apice del trash animato robotico per bambini sembravano i draghi o le formiche robotiche di Victory Gundam, opera anch'essa rivolta a loro ma di tutt'altro livello qualitativo, in AGE i nemici si compongono di oranghi e lucertole robotiche, mostri vari, orripilanti trivelle giallo-verdi, maghette con la bacchetta magica a forma di girasole e ogni altro abominio possa venire in mente, sempre dalle colorazioni pacchiane. Cromatismi e forme ignobili che non risparmiano neppure le consuete tonnellate di Gundam, che tra wrestler e cloni del Freedom di SEED color giallo-blu-verde acqua (!) si configurano come indimenticabile parata di oscenità.
Lo svolgersi affrettato e sintetico di molti avvenimenti (come i temibili Magician 8, gruppo di super piloti che sembrano chissà chi e invece sono liquidati in pochi episodi), pur con una durata di serie di tutto rispetto (49 episodi, un'enormità considerando che Gundam X, con uno share migliore, ha avuto vita breve), è solo l'ennesima dimostrazione dell'assoluta incapacità di sceneggiare di Akihiro Hino. E Gundam AGE, pur con valide idee, pur con una OST sufficientemente epica, pur con una puntata finale tutto sommato soddisfacente, si risolve nella peggior incarnazione della saga iniziata nel '79 da Yoshiyuki Tomino.