Poyopoyo Kansatsu nikki
Facciamo un quiz. Che cos'é tutto tondo, di colore giallo e dalla consistenza morbida? Può essere un melone? Una palla da basketball? Ma certo che no, si tratta di Poyo, un gattone perfettamente rotondo dalla vocina adorabile che conquista immediatamente il cuore della spensierata Moe, una donna ventiduenne che decide di portarlo a casa dopo che l'ha scambiato per un cuscino a cui appoggiarsi. Così Poyo, il cui suono richiama a qualcosa di balzellante come il nostro boing, diventa l'animale domestico della famiglia Saitou, composta oltre a Moe da suo fratello più giovane di nome Hide e dal loro padre Shigeru, un uomo rigido ma dal cuore d'oro.
Questa serie la affianco spesso a "Chii's sweet home", sia per la sua "carineria" sia per la durata degli episodi che spaziano tra i due e i tre minuti. Gli episodi sono tanti, ma appunto durano poco, il che è un bene perché in fondo "Poyopoyo Kansatsu Nikki" appartiene a quelle commedie che si basano su gag veloci per intrattenere. La semplicità della trama funziona alla grande, offrendo uno spettacolo sempre piacevole nonché appagante. Non ci sarà neppure un momento di noia, né di pesantezza. Gli sketch sono spiritosi e chiunque può apprezzarli, bambini e adulti, proprietari o non di animali domestici.
L'anime presenta anche un cast simpatico, benché poco vario, di personaggi che contribuiscono alla fluidità della narrazione. Moe, essendo la proprietaria di Poyo, è quella che ha più visibilità, tuttavia le gag sono ben riuscite anche quando la scena si sposta sulle vicende del fratello adolescente, tipico studente un po' scorbutico con cui Poyo litiga solitamente, creando delle situazioni davvero esilaranti. Kouta e Maki, compagni di classe del ragazzo, hanno delle piccole parti che li rendono comunque amabili, specie Maki, la quale è innamorata segretamente di Hide ed è la padrona di un cane grande e grosso.
Attenzione però, Poyo non è l'unico gatto della serie, a fargli compagnia c'è Kubo, un gatto nero fin troppo energico che si affeziona subito al nostro pigro e tondo protagonista. Quanto alla coppia di vicini, sono quelli che mi hanno convinta di meno, ma in qualche modo riescono a divertire, soprattutto lei e la sua fobia di tutti gli esseri viventi esclusi gli umani.
Passando al comparto tecnico, la grafica non è di certo eccezionale poiché i disegni e le animazioni sono minime, ma va bene, è quanto basta per proseguire la visione. Malgrado ciò, personalmente ho trovato adatto il chara in forma chibi e i colori luminosi, trasmettono calore e tanta, tanta allegria. Purtroppo i doppiatori non sono sempre all'altezza, a parte Ikue Otani che è bravissima a prestare la sua zuccherosa voce a Poyo. Ciò che rimane in testa è l'opening, niente di quadrato o rettangolo, solo immagini circolari e di festosità, con l'aggiunta di quella canzoncina dolce, frizzante e "nyaaa!".
Consigliato ai gattofili e alle persone a cui piacciono le cose carine in generale, guardando Poyopoyo anche chi ha avuto una brutta giornata tornerà all'improvviso di buon umore. Otto.
Questa serie la affianco spesso a "Chii's sweet home", sia per la sua "carineria" sia per la durata degli episodi che spaziano tra i due e i tre minuti. Gli episodi sono tanti, ma appunto durano poco, il che è un bene perché in fondo "Poyopoyo Kansatsu Nikki" appartiene a quelle commedie che si basano su gag veloci per intrattenere. La semplicità della trama funziona alla grande, offrendo uno spettacolo sempre piacevole nonché appagante. Non ci sarà neppure un momento di noia, né di pesantezza. Gli sketch sono spiritosi e chiunque può apprezzarli, bambini e adulti, proprietari o non di animali domestici.
L'anime presenta anche un cast simpatico, benché poco vario, di personaggi che contribuiscono alla fluidità della narrazione. Moe, essendo la proprietaria di Poyo, è quella che ha più visibilità, tuttavia le gag sono ben riuscite anche quando la scena si sposta sulle vicende del fratello adolescente, tipico studente un po' scorbutico con cui Poyo litiga solitamente, creando delle situazioni davvero esilaranti. Kouta e Maki, compagni di classe del ragazzo, hanno delle piccole parti che li rendono comunque amabili, specie Maki, la quale è innamorata segretamente di Hide ed è la padrona di un cane grande e grosso.
Attenzione però, Poyo non è l'unico gatto della serie, a fargli compagnia c'è Kubo, un gatto nero fin troppo energico che si affeziona subito al nostro pigro e tondo protagonista. Quanto alla coppia di vicini, sono quelli che mi hanno convinta di meno, ma in qualche modo riescono a divertire, soprattutto lei e la sua fobia di tutti gli esseri viventi esclusi gli umani.
Passando al comparto tecnico, la grafica non è di certo eccezionale poiché i disegni e le animazioni sono minime, ma va bene, è quanto basta per proseguire la visione. Malgrado ciò, personalmente ho trovato adatto il chara in forma chibi e i colori luminosi, trasmettono calore e tanta, tanta allegria. Purtroppo i doppiatori non sono sempre all'altezza, a parte Ikue Otani che è bravissima a prestare la sua zuccherosa voce a Poyo. Ciò che rimane in testa è l'opening, niente di quadrato o rettangolo, solo immagini circolari e di festosità, con l'aggiunta di quella canzoncina dolce, frizzante e "nyaaa!".
Consigliato ai gattofili e alle persone a cui piacciono le cose carine in generale, guardando Poyopoyo anche chi ha avuto una brutta giornata tornerà all'improvviso di buon umore. Otto.
"Poyopoyo Kansatsu nikki", ovvero cinquantadue episodi di morbidezza, fluffosità e "aaww" a raffica rivolti allo schermo. Nato dall'omonimo manga seinen di Ruu Tatsuki, l'anime, composto da episodi di circa tre minuti ciascuno, racconta le vicende di Poyo, un gattone sferico incredibilmente carino, e della sua permanenza presso la famiglia Sato, composta dalla sorella maggiore Moe, il fratello minore Hide e dal papà Shigeru.
Dopo una notte brava, Moe vaga ubriaca per la strada e nel tentativo di tornare a casa, barcollando a destra e a sinistra, s'imbatte in Poyo, che inizialmente non viene identificato come gatto, ma bensì come cuscino. Quando Moe realizza che il morbido ammasso di pelo che ha tra le mani è un micio, decide di portalo a casa; Poyo diventa così a tutti gli effetti un membro della famiglia Sato.
Le puntate ci mostrano la vita del gatto e dei suoi amorevole padroni, senza dimenticare le interazioni con i vicini, felini e non, e con il vasto mondo che si estende davanti agli occhi del piccolo e morbido Poyo.
"Poyopoyo kansatsu nikki" è un anime semplice e lineare: dietro la sfericità di Poyo, le sue vicende, le sue gioie e dolori, non si nasconde alcun messaggio profondo e filosofico, ma solo semplicità di un grande amore per gli animali, per la vita di campagna e grande rispetto per la tradizione. La famiglia Sato è specchio di un ideale di famiglia dai grandi valori, una famiglia in cui si lavora duro e ognuno compie il suo dovere allo scopo di mandare avanti il tutto, nel rispetto totale della natura, degli animali e delle persone.
Accompagnato da una grafica morbida, "pucciosa", infantile e "sferica", quest'anime si pone agli occhi dello spettatore come puro intrattenimento, o meglio ancora come sollazzo per amorevoli padroni di gatti, cani o altri piccoli animaletti domestici. Se è vero che "Poyopoyo kansatsu nikki" non ha altro scopo che suscitare sorrisi e una voglia matta di strapazzare lo sferico gatto, è anche vero che chi possiede un animale, non potrà fare altro che rivedersi negli atteggiamenti di Moe, comportamenti che qualcuno potrebbe definire stupidi o ridicoli (solitamente è quello che pensa chi non ama particolarmente gli animali), ma con i quali sicuramente ogni felice padrone di gatti o cani avrà avuto a che fare. Moe antepone i bisogni di Poyo ai suoi e a quelli del resto della famiglia, canta canzoncine ispirate alla morbidezza di Poyo, realizza dolcetti a forma di Poyo, battezza oggetti con nomi che fanno riferimento a Poyo, porta Poyo con sé ovunque vada, entra nel panico più totale se gli succede qualcosa, lo strapazza di coccole, si comporta come se fosse la sua mamma, e come tale, vive una vita che ruota quasi del tutto attorno alle esigenze del piccolo amico. Detto questo, è certo che il padroncino di cui parlavamo prima, durante la visione dell'anime non può fare altro che sorridere come un'ebete di fronte alle azioni di Moe, poichè vi si rispecchierà al 100%, e vedendo la sua immagine riflessa nella ragazza, non potrà fare altro che sentirsi un po' stupido ma al contempo tanto felice e orgoglioso del suo amichetto a quattro zampe.
Allo stesso modo i vari personaggi che interagiscono con Poyo, ci mostrano come ogni persona abbia una determinata inclinazione verso gli animali e un'idea personale di quella che è la loro presenza in famiglia: l'anziana vicina di casa che vive da sola con il gatto Kurobe è molto amica di Moe, con lei condivide la passione per i felini e l'attaccamento materno e quasi morboso nei confronti dei rispettivi cuccioli, il signor Shigeru mantiene verso Poyo un atteggiamento coccoloso ma moderatamente espansivo, Hide non fa altro che litigarci (affettuosamente), la vicina di casa trasferitasi dalla città teme gli animali e non riesce neanche ad accarezzarlo (anche se la carineria di Poyo la spinge a provarci), gli abitanti del quartiere e i bambini in particolare, lo trovano estremamente carino e lo riempiono di complimenti. La vita quotidiana di Poyo ci offre al contempo la possibilità di scoprire usi e costumi di una tradizionale famiglia contadina giapponese, difatti, l'anime è costellato di riferimenti alle feste, alle credenza, alle tradizioni e alla cucina giapponese.
Come già accennato, la grafica di "Poyopoyo kansatsu nikki" è semplice ed essenziale, molto infantile e tondeggiante, arricchita da colori pastello e personaggi altamente carini e coccolosi. Questa semplicità si dimostra estremamente funzionale alla storia e alla narrazione, difatti permette di calarsi immediatamente nel dolce e tondeggiante mondo di Poyo, ponendo l'attenzione principalmente sulla sfericità del felino protagonista. Una menzione speciale va alla colonna sonora, difatti la sigla iniziale è un vero colpo di genio: una sorta di filastrocca che è l'esaltazione della sfericità, accompagnata dai miagolii di Poyo, i suoi dolcissimi "Yaa". Impossibile resistergli, basta ascoltarla una sola volta e si finisce per cantarla in loop, coinvolgendo amici e parenti; a quel punto la diffusione non avrà fine (lo giuro, mi è successo) e tutto il mondo si ritroverà a cantare quest'inno alla rotondità!
"Poyopoyo kansatsu nikki" è uno di quegli anime a cui bastano tre minuti per risollevare una giornata storta, per far sorridere anche quando si è tristi, è una storia che sprizza tenerezza, amore e dolcezza da tutti i pori. Consigliatissimo agli amanti dei gatti e non solo, chiunque ami gli animali non potrà fare altro che affezionarsi in maniera esagerata al piccolo Poyo, e se il pensiero non ha finora sfiorato la vostra mente, vi ritroverete inevitabilmente a desiderare di vivere in un mondo tondo e fluffoso come quello di "Poyopoyo kansatsu nikki", accompagnati ovviamente da un gatto sferico.
Dopo una notte brava, Moe vaga ubriaca per la strada e nel tentativo di tornare a casa, barcollando a destra e a sinistra, s'imbatte in Poyo, che inizialmente non viene identificato come gatto, ma bensì come cuscino. Quando Moe realizza che il morbido ammasso di pelo che ha tra le mani è un micio, decide di portalo a casa; Poyo diventa così a tutti gli effetti un membro della famiglia Sato.
Le puntate ci mostrano la vita del gatto e dei suoi amorevole padroni, senza dimenticare le interazioni con i vicini, felini e non, e con il vasto mondo che si estende davanti agli occhi del piccolo e morbido Poyo.
"Poyopoyo kansatsu nikki" è un anime semplice e lineare: dietro la sfericità di Poyo, le sue vicende, le sue gioie e dolori, non si nasconde alcun messaggio profondo e filosofico, ma solo semplicità di un grande amore per gli animali, per la vita di campagna e grande rispetto per la tradizione. La famiglia Sato è specchio di un ideale di famiglia dai grandi valori, una famiglia in cui si lavora duro e ognuno compie il suo dovere allo scopo di mandare avanti il tutto, nel rispetto totale della natura, degli animali e delle persone.
Accompagnato da una grafica morbida, "pucciosa", infantile e "sferica", quest'anime si pone agli occhi dello spettatore come puro intrattenimento, o meglio ancora come sollazzo per amorevoli padroni di gatti, cani o altri piccoli animaletti domestici. Se è vero che "Poyopoyo kansatsu nikki" non ha altro scopo che suscitare sorrisi e una voglia matta di strapazzare lo sferico gatto, è anche vero che chi possiede un animale, non potrà fare altro che rivedersi negli atteggiamenti di Moe, comportamenti che qualcuno potrebbe definire stupidi o ridicoli (solitamente è quello che pensa chi non ama particolarmente gli animali), ma con i quali sicuramente ogni felice padrone di gatti o cani avrà avuto a che fare. Moe antepone i bisogni di Poyo ai suoi e a quelli del resto della famiglia, canta canzoncine ispirate alla morbidezza di Poyo, realizza dolcetti a forma di Poyo, battezza oggetti con nomi che fanno riferimento a Poyo, porta Poyo con sé ovunque vada, entra nel panico più totale se gli succede qualcosa, lo strapazza di coccole, si comporta come se fosse la sua mamma, e come tale, vive una vita che ruota quasi del tutto attorno alle esigenze del piccolo amico. Detto questo, è certo che il padroncino di cui parlavamo prima, durante la visione dell'anime non può fare altro che sorridere come un'ebete di fronte alle azioni di Moe, poichè vi si rispecchierà al 100%, e vedendo la sua immagine riflessa nella ragazza, non potrà fare altro che sentirsi un po' stupido ma al contempo tanto felice e orgoglioso del suo amichetto a quattro zampe.
Allo stesso modo i vari personaggi che interagiscono con Poyo, ci mostrano come ogni persona abbia una determinata inclinazione verso gli animali e un'idea personale di quella che è la loro presenza in famiglia: l'anziana vicina di casa che vive da sola con il gatto Kurobe è molto amica di Moe, con lei condivide la passione per i felini e l'attaccamento materno e quasi morboso nei confronti dei rispettivi cuccioli, il signor Shigeru mantiene verso Poyo un atteggiamento coccoloso ma moderatamente espansivo, Hide non fa altro che litigarci (affettuosamente), la vicina di casa trasferitasi dalla città teme gli animali e non riesce neanche ad accarezzarlo (anche se la carineria di Poyo la spinge a provarci), gli abitanti del quartiere e i bambini in particolare, lo trovano estremamente carino e lo riempiono di complimenti. La vita quotidiana di Poyo ci offre al contempo la possibilità di scoprire usi e costumi di una tradizionale famiglia contadina giapponese, difatti, l'anime è costellato di riferimenti alle feste, alle credenza, alle tradizioni e alla cucina giapponese.
Come già accennato, la grafica di "Poyopoyo kansatsu nikki" è semplice ed essenziale, molto infantile e tondeggiante, arricchita da colori pastello e personaggi altamente carini e coccolosi. Questa semplicità si dimostra estremamente funzionale alla storia e alla narrazione, difatti permette di calarsi immediatamente nel dolce e tondeggiante mondo di Poyo, ponendo l'attenzione principalmente sulla sfericità del felino protagonista. Una menzione speciale va alla colonna sonora, difatti la sigla iniziale è un vero colpo di genio: una sorta di filastrocca che è l'esaltazione della sfericità, accompagnata dai miagolii di Poyo, i suoi dolcissimi "Yaa". Impossibile resistergli, basta ascoltarla una sola volta e si finisce per cantarla in loop, coinvolgendo amici e parenti; a quel punto la diffusione non avrà fine (lo giuro, mi è successo) e tutto il mondo si ritroverà a cantare quest'inno alla rotondità!
"Poyopoyo kansatsu nikki" è uno di quegli anime a cui bastano tre minuti per risollevare una giornata storta, per far sorridere anche quando si è tristi, è una storia che sprizza tenerezza, amore e dolcezza da tutti i pori. Consigliatissimo agli amanti dei gatti e non solo, chiunque ami gli animali non potrà fare altro che affezionarsi in maniera esagerata al piccolo Poyo, e se il pensiero non ha finora sfiorato la vostra mente, vi ritroverete inevitabilmente a desiderare di vivere in un mondo tondo e fluffoso come quello di "Poyopoyo kansatsu nikki", accompagnati ovviamente da un gatto sferico.