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Fabbrizio_on_the_Road

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5,5
Spesso mi è capitato di rivedere, a distanza di molto tempo, dei film che in un modo o nell’altro avevano caratterizzato la mia infanzia. Non mi sono mai abbandonato alla nostalgia e ho sempre cercato di dare una valutazione critica a ciò che andavo a riscoprire. Spesso sono riuscito ad apprezzare nuovamente questi film, seppur visti in un’ottica diversa. Ma nel caso di “The Pagemaster” sono rimasto un po’ deluso. Che all’epoca fu un flop commerciale e di critica lo sapevo, ma speravo comunque di trovarmi di fronte a un prodotto relativamente più interessante.

Gli aspetti più critici sono essenzialmente due: il protagonista e la bassa qualità tecnica delle parti animate. Richard è un personaggio davvero scritto male. Lo si inquadra fin da subito come bambino ‘sfigato’, amante delle statistiche, che non riesce a fare praticamente nulla perché terrorizzato da qualunque cosa. Tralasciando il modo imbarazzante con cui sono riusciti a unire l’idea di un bambino nerd, interessato ad argomenti scientifici e sicuramente più preparato culturalmente dei suoi coetanei, a uno necessariamente fifone (erano gli anni Novanta), la cosa che più mi faceva storcere il naso già da bambino, e oggi lo fa ancora di più, è la totale assurdità delle sue paure. Potevano caratterizzarlo in modo più realistico, invece è talmente esagerata la cosa, che nessun bambino potrebbe identificarsi in lui. Forse l’obiettivo era proprio questo, creare un personaggio talmente ridicolo, che non avrebbe potuto offendere nessun giovane spettatore. Però, così facendo, si è persa l’occasione di raccontare qualcosa di più serio, di qualche paura un po’ più concreta. Ho visto film d’animazione della stessa epoca raccontare delle paure e insicurezze molto più significative, come la separazione dei genitori o la scomparsa di un familiare; quindi, non ci sono giustificazioni di target, semplicemente è mancato il coraggio e ci ritroviamo con un personaggio che identifica le sue paure in una rampa che gli altri bambini, a differenza sua, riescono a saltare in bici senza problemi, e che per tutto il film appare solo come una povera vittima delle circostanze, che al massimo riesce ad uscirsene con un “Ragazzi, da questa parte” nei momenti clou dell’avventura.

L’altro aspetto più deludente della pellicola è il comparto animato. I disegni sono molto approssimativi, pure il protagonista è animato con pochissima personalità, ma la cosa meno riuscita sono i colori sbiaditissimi. Se volevano ricreare uno stile particolare in linea con il contesto letterario non ci sono riusciti. Drasticamente sotto la media dei film animati americani degli anni ‘90. Per quanto concerne la storia, c’è poco da dire, non si rivela mai particolarmente interessante o coinvolgente, gli sviluppi sono abbastanza banali così come tutti i comprimari.

Del film cosa si salva quindi? Sicuramente le buone intenzioni, indirizzare i più piccoli verso la narrativa, nell’idea che questa possa rivelarsi salvifica per superare le proprie paure, è chiaramente un obiettivo apprezzabile. Anche il fatto di aver alternato fasi live action e animazione per raccontare rispettivamente il mondo reale e quello fantastico dei libri era una buona idea.
Purtroppo, però, nonostante la morale sia totalmente condivisibile, è venuta meno una buona scrittura sia dei personaggi che della storia, e la realizzazione tecnica del comparto animato è pessima. Una visione la si può concedere tranquillamente, ma personalmente consiglio di abbassare le aspettative a riguardo.


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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 10
Un cartone animato all'apparenza semplice, ma che in realtà tanto semplice non è, data la natura dell'argomento che tratta. Un caso direi quasi pioneristico, sulla falsariga de "La storia infinita" di Michael Ende. Questo è un caso complesso, profondo, per il fatto che necessita di essere approfondito.

La storia comincia con il protagonista bambino Richard Tyler (alias Macauley Culkin, "Richie Rich - Il più ricco del mondo", "Mamma, ho perso l'aereo" e il seguito "Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York"), il quale è spaventato da tutto e non sembra voler superare le sue difficoltà. Tutto cambia però quando arriva in una biblioteca dove si rifugia a seguito di un temporale. Qui fa la conoscenza del bibliotecario (Christopher Lloyd, "Ritorno al futuro"), il quale lo invita a scegliere dei libri da prendere in prestito. Ma Richard non vuole prendere alcun libro in prestito e chiede di poter chiamare a casa; il bibliotecario gli indica la direzione per il telefono pubblico. Tuttavia, Richard viene distratto da un dipinto su una struttura concava, il quale si anima improvvisamente e trascina Richard in un mondo animato. Qui Richard fa la conoscenza dei tre suoi accompagnatori, Avventura, Fantasy e Horror, i quali gli fanno da guida nelle tre sfide e/o più sfide che deve affrontare. La prima sfida è nella sezione horror, dove i protagonisti incontrano il Dottor Jekyll, il quale beve la sua pozione che lo trasforma in Hyde, in seguito a cui li minaccia. I tre fuggono attraverso la sezione e finiscono catapultati nella sezione avventura, dove incontrano Long John Silver de "L'isola del tesoro" e conoscono anche il Capitano Achab di "Moby Dick". Questa sezione si rivela più ardua, perché qui devono anche vedersela con i pirati. Infine giungono alla sezione fantasy, ed è proprio qui che Richard deve tirare fuori il vero coraggio e il vero ardimento, per poter sconfiggere il drago e salvare i suoi nuovi amici. Alla fine ci riesce con uno stratagemma tratto dal racconto di "Jack e il fagiolo magico". Infine giunge al cospetto di Pagemaster, il mago e custode della biblioteca, che gli spiega il motivo per cui gli ha fatto affrontare le sfide. Queste, ovviamente ispirate ai racconti citati di Stevenson, "Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde", "L'isola del tesoro", "Moby Dick" di Herman Melville e infine un racconto classico dello scontro tra un cavaliere e un drago, nascondono i messaggi e i valori che il protagonista e anche lo spettatore devono apprendere e far diventare parti di essi stessi.

La storia ha un che di pioneristico, perché riprende il climax dell'immergersi in una storia al fine di poterla comprendere nella sua interezza, inclusi i valori e i messaggi più profondi. E qui il protagonista, non solo letteralmente, ma anche concretamente, viene catapultato in un racconto che sembra volerlo mettere dinanzi alle sue paure più profonde, così come lo spettatore. E da qui scaturisce l'insieme ancora più complesso di valori che si trovano sia dentro che fuori dei libri. I libri, un potere immenso, il quale però si schiude solo a coloro che sono in grado di comprendere il loro significato, valore, potere, e lo mettono a confronto con sé stessi, immergendosi a propria volta in sé stessi e valutando, analizzando, sintetizzando, concettualizzando, collegando, approfondendo e rielaborando ciò che si legge, si scopre, si visualizza, si intravede. I libri sono portali per altri mondi, i quali si aprono, ma, per aprirli, bisogna imparare a capire qual è la "chiave" (anche di lettura) giusta in quale caso, contesto, situazione, luogo, tempo, modo e metodo. A mio avviso, questa pellicola contiene anche altri messaggi, come l'invito a leggere seriamente i libri, perché essi, come dice un proverbio molto bello, sono unici, perché stanno in silenzio, eppure raccontano e sanno consigliare. Mi ricorda anche una pubblicità di Barbara Palombelli, leggere è il cibo della mente e chi legge più libri è come se vivesse più vite.
Si potrebbero aggiungere anche le note negative, come "Bruciare libri è come bruciare persone" del poeta tedesco Heinrich Heine, o anche Ray Bradbury, ma significherebbe dilungarsi troppo.

Concludo dicendo che questo caso è di per sé vasto e immenso per via delle chiavi di lettura che offre. Un capolavoro semplice, ma efficace, potente e grandioso in stile "Pensiero a mosaico", il quale fa rima con prosaico, perché sia un mosaico che un libro hanno una o più storie da raccontare.