Il Grinch
Attenzione: la recensione contiene spoiler
La rivisitazione animata dell'omonimo film con Jim Carrey. "Il Grinch" è una sorta di antitesi sul Natale. Come nel film abbiamo la Città di ComeSiChiama, dove "quasi" tutti gli abitanti Chi Saranno sono festosi e gioiosi di festeggiare il Natale. Quasi tutti, perché come si evince vi è qualcuno che il Natale lo detesta, ovvero il Grinch, il quale cerca di sabotare il Natale, perché spinto dal risentimento e dal fatto che essendo un orfano e non avendo mai potuto provare il calore di una famiglia, si è convinto che il Natale è una festa odiosa e detestabile per il fatto che la gente si concentra solo sui doni e non sulle relazioni personali, a prova del disagio che egli prova e che cerca di far provare agli altri. Tuttavia, ciò che prova è solo una grossa amarezza. Infatti, alla fine, dopo numerosi tentativi di sabotare il Natale si accorge che il suo tentativo di rovinare il Natale è sbagliato e che deve superare il suo risentimento per il fatto di non avere potuto festeggiare insieme a qualcuno. In seguito a quest'epifania cerca di rimediare al disastro causato confessando la propria amarezza e venendo quindi perdonato per la sua malefatta, perché Natale significa anche perdono e saper dimenticare e lasciar andare*. Gli abitanti della città lo perdonano e di meglio, lo invitano, soprattutto Cindy, a festeggiare insieme a loro, dandogli alla fine ciò che aveva sempre desiderato, una famiglia.
Il messaggio è chiaro e potente, bisogna avere anche la forza, il carattere e il buon senso, giudizio, coscienza, consapevolezza di farlo e comportarsi di conseguenza. Il comparto grafico e quello sonoro sono a dir poco meravigliosi e si riflettono nell'atmosfera e stile natalizi della vicenda. Bisognerebbe che fosse Natale ogni giorno; per riallacciarmi ad una mia recente recensione su "Kung Fu Panda 1" e "Kung Fu Panda 2" e alla battuta di Oogway.
"Mollare ...non mollare! Spaghetti...non spaghetti. Ti preoccupi troppo di ciò che era e ciò che sarà. C'è un detto: Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono per questo si chiama presente!"
Ho voluto fare quest'ultimo collegamento per effettuare una constatazione in tempo reale e anche per cercare di dare chiarezza anche alla mia vita. Purtroppo devo ammettere che questo è anche il mio primo Natale senza mio padre ed il dodicesimo senza mio nonno. Spero non mi consideriate patetico, ma diciamo che in un certo senso mi ci immedesimo molto nelle cose che vedo, sento, faccio perché vorrei essere lì per capire meglio. Avrei voluto dare un 7,5, ma alla luce di questa mia "epifania" personale, ho deciso di dare 8, perché cerco di (pre-)vedere sempre gli imprevisti, gli effetti collaterali e ad effetto ritardato che l'interazione con determinati contenuti e le relative sensazioni, emozioni, sentimenti, svolgimenti, sviluppi hanno sulle persone nel breve, medio e lungo termine.
Molto spesso il miglior regalo che si può fare a se stessi è lasciar andare quello che ti tormenta, ci perseguita; questo è quello che bisogna fare, non solo a Natale, ma ogni giorno.
La rivisitazione animata dell'omonimo film con Jim Carrey. "Il Grinch" è una sorta di antitesi sul Natale. Come nel film abbiamo la Città di ComeSiChiama, dove "quasi" tutti gli abitanti Chi Saranno sono festosi e gioiosi di festeggiare il Natale. Quasi tutti, perché come si evince vi è qualcuno che il Natale lo detesta, ovvero il Grinch, il quale cerca di sabotare il Natale, perché spinto dal risentimento e dal fatto che essendo un orfano e non avendo mai potuto provare il calore di una famiglia, si è convinto che il Natale è una festa odiosa e detestabile per il fatto che la gente si concentra solo sui doni e non sulle relazioni personali, a prova del disagio che egli prova e che cerca di far provare agli altri. Tuttavia, ciò che prova è solo una grossa amarezza. Infatti, alla fine, dopo numerosi tentativi di sabotare il Natale si accorge che il suo tentativo di rovinare il Natale è sbagliato e che deve superare il suo risentimento per il fatto di non avere potuto festeggiare insieme a qualcuno. In seguito a quest'epifania cerca di rimediare al disastro causato confessando la propria amarezza e venendo quindi perdonato per la sua malefatta, perché Natale significa anche perdono e saper dimenticare e lasciar andare*. Gli abitanti della città lo perdonano e di meglio, lo invitano, soprattutto Cindy, a festeggiare insieme a loro, dandogli alla fine ciò che aveva sempre desiderato, una famiglia.
Il messaggio è chiaro e potente, bisogna avere anche la forza, il carattere e il buon senso, giudizio, coscienza, consapevolezza di farlo e comportarsi di conseguenza. Il comparto grafico e quello sonoro sono a dir poco meravigliosi e si riflettono nell'atmosfera e stile natalizi della vicenda. Bisognerebbe che fosse Natale ogni giorno; per riallacciarmi ad una mia recente recensione su "Kung Fu Panda 1" e "Kung Fu Panda 2" e alla battuta di Oogway.
"Mollare ...non mollare! Spaghetti...non spaghetti. Ti preoccupi troppo di ciò che era e ciò che sarà. C'è un detto: Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono per questo si chiama presente!"
Ho voluto fare quest'ultimo collegamento per effettuare una constatazione in tempo reale e anche per cercare di dare chiarezza anche alla mia vita. Purtroppo devo ammettere che questo è anche il mio primo Natale senza mio padre ed il dodicesimo senza mio nonno. Spero non mi consideriate patetico, ma diciamo che in un certo senso mi ci immedesimo molto nelle cose che vedo, sento, faccio perché vorrei essere lì per capire meglio. Avrei voluto dare un 7,5, ma alla luce di questa mia "epifania" personale, ho deciso di dare 8, perché cerco di (pre-)vedere sempre gli imprevisti, gli effetti collaterali e ad effetto ritardato che l'interazione con determinati contenuti e le relative sensazioni, emozioni, sentimenti, svolgimenti, sviluppi hanno sulle persone nel breve, medio e lungo termine.
Molto spesso il miglior regalo che si può fare a se stessi è lasciar andare quello che ti tormenta, ci perseguita; questo è quello che bisogna fare, non solo a Natale, ma ogni giorno.