Sekiei Ayakashi Mangatan
"Sekiei Ayakashi Mangatan" è uno dei titoli più stupidi in cui io abbia mai avuto la tremenda sfortuna d'imbattermi: è composto di soli tre episodi della durata ciascuno di cinque minuti (molto scarsi).
L'ambientazione della vicenda è quella del periodo Edo. Il protagonista è un giovane dalla chioma fiammante di nome Sekiei Toriyama, il quale si dedica alla sua immensa passione che consiste nel disegnare spiriti e youkai senza alcuna sosta. Egli è perciò un recluso che trascorre la maggior parte del suo tempo a disegnare, chino sul suo tavolo da lavoro.
Un giorno farà la conoscenza di una fanciulla che, dopo essere entrata nella sua dimora, lo implorerà a mani giunte di aiutarla a risolvere il suo problema. Scopriremo che costei indossa un abito posseduto - di cui non può liberarsi - da cui spuntano fuori infinite mani che si rivelano delle assurde cleptomani che fanno incetta di qualunque cosa possa passare attraverso le maniche. Il punto è che la giovane dai dolcissimi e grandi occhioni è vittima di un vestito posseduto da un ayakashi e, dato che è sempre necessario un eroe che porti il peso del male sulle spalle, c'è il nostro prode Sekiei che entrerà in azione per risolvere questa brutta situazione.
Che cosa deciderà di fare? Il nostro prode eroe salverà la fanciulla indifesa dal pericolosissimo vestito posseduto?
Io apprezzo moltissimo le trame e gli spunti originali da cui partire per creare un prodotto innovativo, ma c'è una netta differenza che separa ciò che è originale da ciò che si rende ridicolo anche come concetto, salvo che non sia sviluppato in maniera adeguata e sia reso quantomeno credibile. In questo caso non soltanto la storia del "vestito posseduto" è palesemente una caricatura di se stessa ma, tralasciando questo particolare - che non è per niente di poco conto -, si rivela anche poco emozionante e coinvolgente nel complesso: non ci sono scene interessanti, né colpi di scena degni di tale nome o personaggi che emergono dalla melma che ricopre ogni singolo fotogramma.
L'unico personaggio che mi ha quantomeno lievemente interessato è proprio il protagonista, forse il più curato tra tutti per via del suo ruolo, ma ciò non giustifica la banalità e l'inutilità dimostrata dagli altri personaggi: la classica fanciullina in pericolo, particolarmente avvezza ad arrossire in qualsiasi momento, e la comparsa delle due assistenti di Sekiei, che non hanno alcuna funzione all'interno della storia né una qualsiasi influenza su ciò che accade.
Tutti sono totalmente inutili fuorché il protagonista e le mani cleptomani, che hanno invece il compito di dare un significato alla storia assumendo il ruolo di antagonista principale.
Mi rendo perfettamente conto del fatto che sia piuttosto difficile sviluppare una trama coerente in soli tre episodi della durata di cinque minuti scarsi, ma questo non significa che si debba creare un tale scempio che non ha né capo né coda né il minimo diritto di esistere.
Perciò mi ritrovo a dovere necessariamente sconsigliare "Sekiei Ayakashi Mangatan" a chiunque, perché il suo unico pregio risiede nel protagonista, purtroppo sfruttato il minimo indispensabile quando poteva di certo dare qualcos'altro - la sua sola esistenza è l'unico motivo per cui non scendo ulteriormente con il voto.
Un anime inequivocabilmente ridicolo, decisamente poco credibile e colmo di personaggi inutili creati - molto probabilmente - solo per fare da mero contorno all'eroe di turno che si cimenta nelle sue intrepide gesta, in altre parole sconfiggere un branco di mani assatanate e cleptomani.
Da dimenticare e anche alla svelta!
L'ambientazione della vicenda è quella del periodo Edo. Il protagonista è un giovane dalla chioma fiammante di nome Sekiei Toriyama, il quale si dedica alla sua immensa passione che consiste nel disegnare spiriti e youkai senza alcuna sosta. Egli è perciò un recluso che trascorre la maggior parte del suo tempo a disegnare, chino sul suo tavolo da lavoro.
Un giorno farà la conoscenza di una fanciulla che, dopo essere entrata nella sua dimora, lo implorerà a mani giunte di aiutarla a risolvere il suo problema. Scopriremo che costei indossa un abito posseduto - di cui non può liberarsi - da cui spuntano fuori infinite mani che si rivelano delle assurde cleptomani che fanno incetta di qualunque cosa possa passare attraverso le maniche. Il punto è che la giovane dai dolcissimi e grandi occhioni è vittima di un vestito posseduto da un ayakashi e, dato che è sempre necessario un eroe che porti il peso del male sulle spalle, c'è il nostro prode Sekiei che entrerà in azione per risolvere questa brutta situazione.
Che cosa deciderà di fare? Il nostro prode eroe salverà la fanciulla indifesa dal pericolosissimo vestito posseduto?
Io apprezzo moltissimo le trame e gli spunti originali da cui partire per creare un prodotto innovativo, ma c'è una netta differenza che separa ciò che è originale da ciò che si rende ridicolo anche come concetto, salvo che non sia sviluppato in maniera adeguata e sia reso quantomeno credibile. In questo caso non soltanto la storia del "vestito posseduto" è palesemente una caricatura di se stessa ma, tralasciando questo particolare - che non è per niente di poco conto -, si rivela anche poco emozionante e coinvolgente nel complesso: non ci sono scene interessanti, né colpi di scena degni di tale nome o personaggi che emergono dalla melma che ricopre ogni singolo fotogramma.
L'unico personaggio che mi ha quantomeno lievemente interessato è proprio il protagonista, forse il più curato tra tutti per via del suo ruolo, ma ciò non giustifica la banalità e l'inutilità dimostrata dagli altri personaggi: la classica fanciullina in pericolo, particolarmente avvezza ad arrossire in qualsiasi momento, e la comparsa delle due assistenti di Sekiei, che non hanno alcuna funzione all'interno della storia né una qualsiasi influenza su ciò che accade.
Tutti sono totalmente inutili fuorché il protagonista e le mani cleptomani, che hanno invece il compito di dare un significato alla storia assumendo il ruolo di antagonista principale.
Mi rendo perfettamente conto del fatto che sia piuttosto difficile sviluppare una trama coerente in soli tre episodi della durata di cinque minuti scarsi, ma questo non significa che si debba creare un tale scempio che non ha né capo né coda né il minimo diritto di esistere.
Perciò mi ritrovo a dovere necessariamente sconsigliare "Sekiei Ayakashi Mangatan" a chiunque, perché il suo unico pregio risiede nel protagonista, purtroppo sfruttato il minimo indispensabile quando poteva di certo dare qualcos'altro - la sua sola esistenza è l'unico motivo per cui non scendo ulteriormente con il voto.
Un anime inequivocabilmente ridicolo, decisamente poco credibile e colmo di personaggi inutili creati - molto probabilmente - solo per fare da mero contorno all'eroe di turno che si cimenta nelle sue intrepide gesta, in altre parole sconfiggere un branco di mani assatanate e cleptomani.
Da dimenticare e anche alla svelta!