Hyouka
Secondo me "Hyouka" è il peggior anime della Kyoto Animation (insieme a "Kyoukai no Kanata")
Trama: Hotaru è un ragazzo che frequenta il liceo e il suo motto è all'incirca "faccio solo quello che sono costretto a fare e lo faccio in fretta". Dopo che la sorella, in viaggio in India, gli scrive che vorrebbe che lui partecipasse e tenesse in vita il club di letteratura del liceo. Qui scopre alcuni dettagli su un incidente occorso 33 anni or sono allo zio di un attuale membro. Il ragazzo, che non si spreca mai in nulla, viene affiancato nelle sue investigazioni da Eru Chitanda, una ragazza allegra e amante dei misteri.
Prima di parlare di Secondo me , parto da "due presupposti" che vorrei teneste a mente durante questa mia recensione:
1. Molti di voi mi diranno che disprezzo questa serie solo perché non sopporto gli slice of life, quando in realtà non è vero. Il genere "Slice of Life" è uno dei miei generi preferiti in assoluto, e quando li guardo ho sempre un tepore al cuore, e mi rilassano molto.
2. Di solito quando guardo un anime lo vedo verso notte fonda, perché durante il giorno sono piuttosto impegnato, e purtroppo soffro di insonnia, eppure con "Hyouka" ho dormito. Questa cosa non era mai successa da quando ho iniziato a guardare anime, nemmeno con la visione di "Hand Shakers", "Elfen Lied" e "Glasslip" (anime che reputo pessimi).
"Hyouka" soffre di alcuni difetti evidenti, ovvero il mistero di base, il pacing, e la narrazione. Partiamo con ordine.
Sono sempre stato un grande fan degli anime sul mistero, perché è un genere che mi appassiona molto. Solitamente quando un anime ha il "mistero" tra i generi, dovrebbe essere coinvolgente, e pieno di misteri, segreti ed intrighi con qualche rivelazione shock, che suscitino la curiosità allo spettatore, in modo da portarlo a continuare la visione dell'anime in questione per scoprirne di più.
Purtroppo "Hyouka" sfrutta malissimo questo elemento, e i misteri che i protagonisti andranno a risolvere sono banali e privi di interesse, anche volendolo prendere come un semplice slice of life scolastico, la situazione sarebbe comunque "drammatica" vista e considerata l'assenza di situazioni che abbiano un minimo d'interesse. Slice of life non è sinonimo di noia, si dovrebbero raccontare fatti di vita quotidiana ma, pur sempre qualcosa di interessante deve fare da perno, ci dev'essere un filo conduttore, una qualsiasi cosa che in quest'anime invece viene completamente a mancare, e se devo essere sincero mi ha deluso veramente tanto.
Passiamo invece ad un'altro problema di questa serie, ovvero il pacing: Il pacing di "Hyouka" è veramente lento e scialbo, e non fa altro che far aumentare in maniera abbondante la noia (che già è noioso di suo per un'altro problema). Se avesse avuto 12 episodi ci avrei messo una pietra sopra, purtroppo però ha 22 episodi, e sono stati tortuosi da vedere.
I personaggi di questa serie sono piatti e privi di caratterizzazione per quasi tutta la durata dell'anime, se non verso gli ultimi episodi (ovviamente i soggetti interessati sono Hotarou e Chitanda) dove sviluppano una certa relazione che va oltre l'amicizia, per poi essere mandato tutto a ramengo grazie al finale incompleto.
In poche parole "Hyouka" è una delusione totale. Poteva rivelarsi un anime interessante, ma invece spreca tutte le sue potenzialità in favore ad avvenimenti banali e ripetitivi che mi hanno annoiato a morte, e con un finale inconcludente. È stata una impresa concludere "Hyouka" senza dropparlo, e penso di averci messo 2/3 mesi per finirlo. L'unica nota positiva di questa serie sono le animazioni, che sono veramente ottime (Kyoto Animation non delude mai), mentre il resto fa veramente pena
Voti finali:
Storia: 5
Personaggi: 4
Narrazione: 3
Animazioni: 10
Voto finale: 5
Disclaimer: Il voto doveva essere 3, ma l'ho alzato di 2 punti solo per la KyoAni
Trama: Hotaru è un ragazzo che frequenta il liceo e il suo motto è all'incirca "faccio solo quello che sono costretto a fare e lo faccio in fretta". Dopo che la sorella, in viaggio in India, gli scrive che vorrebbe che lui partecipasse e tenesse in vita il club di letteratura del liceo. Qui scopre alcuni dettagli su un incidente occorso 33 anni or sono allo zio di un attuale membro. Il ragazzo, che non si spreca mai in nulla, viene affiancato nelle sue investigazioni da Eru Chitanda, una ragazza allegra e amante dei misteri.
Prima di parlare di Secondo me , parto da "due presupposti" che vorrei teneste a mente durante questa mia recensione:
1. Molti di voi mi diranno che disprezzo questa serie solo perché non sopporto gli slice of life, quando in realtà non è vero. Il genere "Slice of Life" è uno dei miei generi preferiti in assoluto, e quando li guardo ho sempre un tepore al cuore, e mi rilassano molto.
2. Di solito quando guardo un anime lo vedo verso notte fonda, perché durante il giorno sono piuttosto impegnato, e purtroppo soffro di insonnia, eppure con "Hyouka" ho dormito. Questa cosa non era mai successa da quando ho iniziato a guardare anime, nemmeno con la visione di "Hand Shakers", "Elfen Lied" e "Glasslip" (anime che reputo pessimi).
"Hyouka" soffre di alcuni difetti evidenti, ovvero il mistero di base, il pacing, e la narrazione. Partiamo con ordine.
Sono sempre stato un grande fan degli anime sul mistero, perché è un genere che mi appassiona molto. Solitamente quando un anime ha il "mistero" tra i generi, dovrebbe essere coinvolgente, e pieno di misteri, segreti ed intrighi con qualche rivelazione shock, che suscitino la curiosità allo spettatore, in modo da portarlo a continuare la visione dell'anime in questione per scoprirne di più.
Purtroppo "Hyouka" sfrutta malissimo questo elemento, e i misteri che i protagonisti andranno a risolvere sono banali e privi di interesse, anche volendolo prendere come un semplice slice of life scolastico, la situazione sarebbe comunque "drammatica" vista e considerata l'assenza di situazioni che abbiano un minimo d'interesse. Slice of life non è sinonimo di noia, si dovrebbero raccontare fatti di vita quotidiana ma, pur sempre qualcosa di interessante deve fare da perno, ci dev'essere un filo conduttore, una qualsiasi cosa che in quest'anime invece viene completamente a mancare, e se devo essere sincero mi ha deluso veramente tanto.
Passiamo invece ad un'altro problema di questa serie, ovvero il pacing: Il pacing di "Hyouka" è veramente lento e scialbo, e non fa altro che far aumentare in maniera abbondante la noia (che già è noioso di suo per un'altro problema). Se avesse avuto 12 episodi ci avrei messo una pietra sopra, purtroppo però ha 22 episodi, e sono stati tortuosi da vedere.
I personaggi di questa serie sono piatti e privi di caratterizzazione per quasi tutta la durata dell'anime, se non verso gli ultimi episodi (ovviamente i soggetti interessati sono Hotarou e Chitanda) dove sviluppano una certa relazione che va oltre l'amicizia, per poi essere mandato tutto a ramengo grazie al finale incompleto.
In poche parole "Hyouka" è una delusione totale. Poteva rivelarsi un anime interessante, ma invece spreca tutte le sue potenzialità in favore ad avvenimenti banali e ripetitivi che mi hanno annoiato a morte, e con un finale inconcludente. È stata una impresa concludere "Hyouka" senza dropparlo, e penso di averci messo 2/3 mesi per finirlo. L'unica nota positiva di questa serie sono le animazioni, che sono veramente ottime (Kyoto Animation non delude mai), mentre il resto fa veramente pena
Voti finali:
Storia: 5
Personaggi: 4
Narrazione: 3
Animazioni: 10
Voto finale: 5
Disclaimer: Il voto doveva essere 3, ma l'ho alzato di 2 punti solo per la KyoAni
"Hyouka" è una anime di genere scolastico sentimentale tratto da un romanzo e composta da ventidue episodi. Oltre ai due generi già nominati, tenta anche di essere una sorta di opera di genere giallo.
"tenta" è davvero la parola giusta da utilizzare, soprattutto se ad essa viene accostata la rimanente espressione "e non riesce miseramente".
Ma per spiegare ciò, è bene prima esporre la trama.
In questa serie ci ritroveremo ad assistere alle vicende del club di cultura classica (cos'è? non lo so, non viene spiegato in effetti) composto da quattro ragazzi che, in un modo o nell'altro, risolvono qualche mistero qui e là dentro la loro scuola. In realtà i "misteri" vengono risolti dallo svogliato (neanche tanto, quando vuole lui) protagonista, che di volta in volta si mette in azione solo per accontentare la dolce fanciulla dagli occhi viola, il cui unico ausilio alle indagini è semplice esclamare "Sono curiosa!" con un viso tanto dolce.
Un incipit fortemente non emozionante così come l'ho esposto. In effetti con queste poche righe pare che io voglia mettere sull'attenti il possibile spettatore e sconsigliargli la visione di quest'opera.
In realtà, non è così. E sicuramente, il lettore più attento, vedendo l'alto voto assegnatoli, sapeva già da inizio recensione che la mia opinione verso l'opera è molto favorevole.
Orbene... perché esordire con quello che sembra un atteggiamento critico dunque? La risposta è semplice; volevo togliermi subito di torno l'elemento negativo dell'opera per passare subito al motivo che dovrebbe spingere qualcuno a guardarla.
Innanzitutto, la regia... se esistesse la possibilità di dare un Oscar alla regia per un anime io credo che farai una petizione per assegnare il premio alla regia di "Hyouka".
Scopo principale di una buona regia è quello di gestire e presentare il tutto in modo tale da interessare lo spettatore. Scritto così pare che il lavoro, bene o male, sia semplice. Ovviamente non è così.
Immaginate un film come "Matrix" diretto da un regista che ha diretto solo soap opera e capirete subito come la regia sia l'elemento fondamentale per il successo di un'opera. Sì, non tanto il materiale, ma la regia. E "Hyouka" questo ce lo dimostra pienamente.
Infatti, se analizziamo con cura gli eventi narrati, ci rendiamo subito conto come nulla di davvero interessante viene narrato, mostrato o spiegato. Nonostante questo, per ben ventidue episodi, lo spettatore si trova a essere ipnotizzato da ciò che vede come se stesse guardando un dipinto in movimento.
"Quindi i disegni sono belli? e questo ciò che vuoi dirmi?", no, non è neanche questo. Semplicemente, ciò che viene mostrato, cattura l'occhio. Un po' diverte l'animo, un po' lo intrattiene, senza avere troppe pretese.
Una serie particolare pertanto, che sono sicuro vi piacerà.
"tenta" è davvero la parola giusta da utilizzare, soprattutto se ad essa viene accostata la rimanente espressione "e non riesce miseramente".
Ma per spiegare ciò, è bene prima esporre la trama.
In questa serie ci ritroveremo ad assistere alle vicende del club di cultura classica (cos'è? non lo so, non viene spiegato in effetti) composto da quattro ragazzi che, in un modo o nell'altro, risolvono qualche mistero qui e là dentro la loro scuola. In realtà i "misteri" vengono risolti dallo svogliato (neanche tanto, quando vuole lui) protagonista, che di volta in volta si mette in azione solo per accontentare la dolce fanciulla dagli occhi viola, il cui unico ausilio alle indagini è semplice esclamare "Sono curiosa!" con un viso tanto dolce.
Un incipit fortemente non emozionante così come l'ho esposto. In effetti con queste poche righe pare che io voglia mettere sull'attenti il possibile spettatore e sconsigliargli la visione di quest'opera.
In realtà, non è così. E sicuramente, il lettore più attento, vedendo l'alto voto assegnatoli, sapeva già da inizio recensione che la mia opinione verso l'opera è molto favorevole.
Orbene... perché esordire con quello che sembra un atteggiamento critico dunque? La risposta è semplice; volevo togliermi subito di torno l'elemento negativo dell'opera per passare subito al motivo che dovrebbe spingere qualcuno a guardarla.
Innanzitutto, la regia... se esistesse la possibilità di dare un Oscar alla regia per un anime io credo che farai una petizione per assegnare il premio alla regia di "Hyouka".
Scopo principale di una buona regia è quello di gestire e presentare il tutto in modo tale da interessare lo spettatore. Scritto così pare che il lavoro, bene o male, sia semplice. Ovviamente non è così.
Immaginate un film come "Matrix" diretto da un regista che ha diretto solo soap opera e capirete subito come la regia sia l'elemento fondamentale per il successo di un'opera. Sì, non tanto il materiale, ma la regia. E "Hyouka" questo ce lo dimostra pienamente.
Infatti, se analizziamo con cura gli eventi narrati, ci rendiamo subito conto come nulla di davvero interessante viene narrato, mostrato o spiegato. Nonostante questo, per ben ventidue episodi, lo spettatore si trova a essere ipnotizzato da ciò che vede come se stesse guardando un dipinto in movimento.
"Quindi i disegni sono belli? e questo ciò che vuoi dirmi?", no, non è neanche questo. Semplicemente, ciò che viene mostrato, cattura l'occhio. Un po' diverte l'animo, un po' lo intrattiene, senza avere troppe pretese.
Una serie particolare pertanto, che sono sicuro vi piacerà.
Questo anime è sempre stato criticato per una varietà di motivi allarmante, tuttavia molte di queste critiche sono infondate. Ho da poco finito il secondo rewatch che mi ha permesso di andare oltre al "Guardo quest'opera perché ha una trama interessante e un character design bello" e mi ha fatto capire e notare il reale valore di questo anime (dirò anime d'ora in poi visto che non ho letto né il manga né la light novel). La trama la potete tranquillamente trovare nella pagina "dettagli" di Animeclick.
Il lato grafico e il character design sono pressoché impeccabili, non a caso ha anche vinto il Neko Award per le migliori animazioni del 2012. Una delle critiche che sento più spesso su Hyouka è "Non è sentimentale, il lato romantico si vede solo negli ultimi episodi". Questa è a parer mio, la frase di qualcuno che non ha capito l'anime, dico questo perché il sentimentale c'è, e viene portato avanti sin dal primo episodio: è di sicuro meno visibile che in altri anime fondati su questo genere, ma c'è, lo possiamo notare dai rossori che hanno Chitanda e Oreki in alcuni momenti, in cui sono magari vicini. Posso capire che per la cultura occidentale non significa quasi niente, ma nella cultura orientale (sempre stata molto chiusa, infatti spesso in Giappone marito e moglie in strada non si tengono neanche per mano) sono piccoli segnali che si tramutano man mano che si va avanti con la serie in qualcosa di più grande. Non sono propriamente scene sentimentali, ma sono situazioni che si basano sul contrasto tra la vivacità di Chitanda e l'essere apatico di Horarou, questo contrasto viene presentato nell'anime come contrasto tra "Persone Rosa" e "Persone Grigie".
In Hyouka troviamo anche molte scene apparentemente senza senso, spesso anch'esse criticate, come, a fine Mistero del libro della biblioteca si nota una scena in cui vediamo Chitanda, vestita da cameriera, che impone a Hotarou di scegliere il menù "Rosa", mentre lui voleva scegliere il menù "Grigio", si arriva a capire che il sentimentale di questo anime nasce dal fatto che Chitanda scombussola la vita di Hotarou e gli impone di diventare pian piano una "Persona rosa". Potrei restare fino a domani a parlare di significati nascosti o piccole cose che si notano in "Hyouka" (ad esempio nella scena del bar tra Chitanda e Hotarou in cui Chitanda spiega tutto riguardo a suo zio, si nota che il pendolo prende forma di cuore, sta a significare il cuore di Hotarou, che messo in soggezione inizia ad allarmarsi e il cuore inizia a battere più forte come un pendolo).
Ora che ho difeso e scartato una delle maggiori critiche fatte verso a Hyouka posso tirare le somme molto velocemente:
Animazioni, character design al top; una caratterizzazione come se ne vedono poche tuttavia bisogna fare molta attenzione ai dettagli per cogliere tutti i significati; dei misteri e una sceneggiatura ben architettati; voto finale: 9.
Il lato grafico e il character design sono pressoché impeccabili, non a caso ha anche vinto il Neko Award per le migliori animazioni del 2012. Una delle critiche che sento più spesso su Hyouka è "Non è sentimentale, il lato romantico si vede solo negli ultimi episodi". Questa è a parer mio, la frase di qualcuno che non ha capito l'anime, dico questo perché il sentimentale c'è, e viene portato avanti sin dal primo episodio: è di sicuro meno visibile che in altri anime fondati su questo genere, ma c'è, lo possiamo notare dai rossori che hanno Chitanda e Oreki in alcuni momenti, in cui sono magari vicini. Posso capire che per la cultura occidentale non significa quasi niente, ma nella cultura orientale (sempre stata molto chiusa, infatti spesso in Giappone marito e moglie in strada non si tengono neanche per mano) sono piccoli segnali che si tramutano man mano che si va avanti con la serie in qualcosa di più grande. Non sono propriamente scene sentimentali, ma sono situazioni che si basano sul contrasto tra la vivacità di Chitanda e l'essere apatico di Horarou, questo contrasto viene presentato nell'anime come contrasto tra "Persone Rosa" e "Persone Grigie".
In Hyouka troviamo anche molte scene apparentemente senza senso, spesso anch'esse criticate, come, a fine Mistero del libro della biblioteca si nota una scena in cui vediamo Chitanda, vestita da cameriera, che impone a Hotarou di scegliere il menù "Rosa", mentre lui voleva scegliere il menù "Grigio", si arriva a capire che il sentimentale di questo anime nasce dal fatto che Chitanda scombussola la vita di Hotarou e gli impone di diventare pian piano una "Persona rosa". Potrei restare fino a domani a parlare di significati nascosti o piccole cose che si notano in "Hyouka" (ad esempio nella scena del bar tra Chitanda e Hotarou in cui Chitanda spiega tutto riguardo a suo zio, si nota che il pendolo prende forma di cuore, sta a significare il cuore di Hotarou, che messo in soggezione inizia ad allarmarsi e il cuore inizia a battere più forte come un pendolo).
Ora che ho difeso e scartato una delle maggiori critiche fatte verso a Hyouka posso tirare le somme molto velocemente:
Animazioni, character design al top; una caratterizzazione come se ne vedono poche tuttavia bisogna fare molta attenzione ai dettagli per cogliere tutti i significati; dei misteri e una sceneggiatura ben architettati; voto finale: 9.
Kyoto animation in meglio o peggio ha sicuramente contribuito alla visione degli anime per come li conosciamo oggi.
Hanno seguito e continuano tutto'ora un percorso di realismo, legato alle tematiche di adolescenza e giovinezza non indifferente, variando di genere in genere, di autore in autore e quindi di stile in stile. Ormai non si possono più definire un "moe" studio nonostante ne tengano sempre delle caratteristiche, i tempi di "K-on", "Tamako market" sono ormai storia e la stessa Yamada Naoko ha dimostrato il suo talento ed evoluzione nelle ultime opere cinematografiche. Eppure non hanno ancora mostrato il loro potenziale pienamente espresso. L'unica opera che forse aveva queste aspettative e puntava ad un target diverso era proprio "Violet Evergarden", eppure ha fallito in tale ambito. In effetti un'altra serie dall'alta qualità produttiva per il periodo è stata rilasciata dallo studio e trovo che sia riuscita molto di più a mostrarne le capacità e la maturità ed è stata, a mio parere, ingiustamente dimenticata. Questa serie è "Hyouka".
Qui il sentore agrodolce delle esperienze giovanili con le loro amarezze, unite ad una ingenuità necessaria vengono risaltati in maniera molto più naturale e semplice, più che la struttura narrativa sono i personaggi stessi, i primi a riuscire a complicare tutto ciò che vedono in degli impeti di curiosità stravagante.
Yasuhiro Takemoto, qui dirige con coerenza insieme a sceneggiatura, character design e art direction. Un lavoro di gruppo che lo vede in prima linea fino al finale.
Partendo quindi dal cast di personaggi, abbiamo come protagonista Houtarou, un disinteressato studente liceale, devoto alla conservazione delle energie e praticante del motto "se devi far qualcosa, finiscila velocemente". insieme a lui i compagni storici delle medie: Satoshi e Mayaka. Le motivazioni dei personaggi non ci vengono spiegate (sebbene siano interpretabili) e neanche in che maniera si siano conosciuti ma la loro alchimia è sicuramente curiosa. Diverrà "potentissima" con l'entrata di Eru, una ragazza curiosa e non poco invadente dal motto senza speranza di "sono curiosa!!", per sfortuna (o fortuna in questo caso) di Houtarou, che a causa del suo talento investigativo dovrà seguirla senza possibilità di tornare alla sua vecchia vita.
Rispetto alla novel i personaggi sono stati riadattati sempre più allo stile Kyoani con l'avanzare della storia. Le loro interazioni quotidiane e i vari incidenti non risulteranno banali nella loro semplicità grazie ad una visione accurata, quindi può essere adatto ai neofiti ma fino ad un certo punto.
Nota importante è il character design molto curato, sono passati da personaggi più adulti, di classe ma anche stereotipabili a dei chara molto più memorabili e variegati. Gli stessi autori ammettono che Houtarou ed Eru sono più attraenti oltre che stranamente amichevoli per lo spettatore.
Satoshi viene presentato come un ragazzo divertente, che però nasconde chiaramente dei sentimenti dietro il suo sorriso consapevole. È il classico ragazzo medio che non brillerà in nulla, quindi lo posso personalmente capire ma non per questo sarò d'accordo con alcune sue azioni (e neanche la serie vuol dare ragione ad alcuno, viene raccontata secondo le prospettive di ogni personaggio e questa sua costante differenza e confronto è anche la sua forza).
Mayaka la più bassa del gruppo è anche la più forte e proattiva. Si dimostra sempre rigida nei confronti di Houtarou probabilmente anche lei gelosa (come Satoshi), o forse solo arrabbiata del suo talento rinchiuso. È chiaro dalle sue parole che vuole vedere Houtarou più attivo proprio come Eru, sebbene quest'ultima non spiegherà quanto sia interessata a quel talento per la propria curiosità o quanto per la persona che lo possiede, la relazione tra i due è sicuramente ancora da scoprire. Tutto il cast di personaggi ha un chara stravagante, connesso ai loro comportamenti ed i loro umori, si sposa quindi in maniera eccellente insieme all'art direction.
Non meno apprezzabile è il comparto audio: del cast che riesce a continuare la linea originale ed indimenticabile del chara
e delle OST classiche e di ambientazione fino alle opening e le ending che ripropongono l'io dei personaggi in ulteriori contesti.
Molti richiedono una seconda stagione e la risposta che viene data come al solito è: non ci sta abbastanza materiale. Ma in realtà gli autori hanno riadattato molto, quindi il seguire costantemente l'originale non era mai stato in programma.
In conclusione ho preferito tenermi sul generale ed evitare spoiler incentivando la visione di chi non la ha visto... e magari un'altra visione a chi lo ha dimenticato.
Per me è stata una bella prima visione e una piacevole seconda.
Gli darei quasi 9 nonostante i difetti che molti hanno trovato sul finale (che è stato probabilmente scelto nella visione del direttore più che dello sceneggiatore) ed anche su personaggi e storia.
Invece trovo che il percorso di crescita (in particolare del protagonista) è evidente fin nel finale, ma la natura agrodolce ed amara della serie tormenterà lo spettatore nei momenti irrisolti.
Ma non è forse questo l'aspetto della realtà più rappresentato e riuscito dello staff Kyoani?
Hanno seguito e continuano tutto'ora un percorso di realismo, legato alle tematiche di adolescenza e giovinezza non indifferente, variando di genere in genere, di autore in autore e quindi di stile in stile. Ormai non si possono più definire un "moe" studio nonostante ne tengano sempre delle caratteristiche, i tempi di "K-on", "Tamako market" sono ormai storia e la stessa Yamada Naoko ha dimostrato il suo talento ed evoluzione nelle ultime opere cinematografiche. Eppure non hanno ancora mostrato il loro potenziale pienamente espresso. L'unica opera che forse aveva queste aspettative e puntava ad un target diverso era proprio "Violet Evergarden", eppure ha fallito in tale ambito. In effetti un'altra serie dall'alta qualità produttiva per il periodo è stata rilasciata dallo studio e trovo che sia riuscita molto di più a mostrarne le capacità e la maturità ed è stata, a mio parere, ingiustamente dimenticata. Questa serie è "Hyouka".
Qui il sentore agrodolce delle esperienze giovanili con le loro amarezze, unite ad una ingenuità necessaria vengono risaltati in maniera molto più naturale e semplice, più che la struttura narrativa sono i personaggi stessi, i primi a riuscire a complicare tutto ciò che vedono in degli impeti di curiosità stravagante.
Yasuhiro Takemoto, qui dirige con coerenza insieme a sceneggiatura, character design e art direction. Un lavoro di gruppo che lo vede in prima linea fino al finale.
Partendo quindi dal cast di personaggi, abbiamo come protagonista Houtarou, un disinteressato studente liceale, devoto alla conservazione delle energie e praticante del motto "se devi far qualcosa, finiscila velocemente". insieme a lui i compagni storici delle medie: Satoshi e Mayaka. Le motivazioni dei personaggi non ci vengono spiegate (sebbene siano interpretabili) e neanche in che maniera si siano conosciuti ma la loro alchimia è sicuramente curiosa. Diverrà "potentissima" con l'entrata di Eru, una ragazza curiosa e non poco invadente dal motto senza speranza di "sono curiosa!!", per sfortuna (o fortuna in questo caso) di Houtarou, che a causa del suo talento investigativo dovrà seguirla senza possibilità di tornare alla sua vecchia vita.
Rispetto alla novel i personaggi sono stati riadattati sempre più allo stile Kyoani con l'avanzare della storia. Le loro interazioni quotidiane e i vari incidenti non risulteranno banali nella loro semplicità grazie ad una visione accurata, quindi può essere adatto ai neofiti ma fino ad un certo punto.
Nota importante è il character design molto curato, sono passati da personaggi più adulti, di classe ma anche stereotipabili a dei chara molto più memorabili e variegati. Gli stessi autori ammettono che Houtarou ed Eru sono più attraenti oltre che stranamente amichevoli per lo spettatore.
Satoshi viene presentato come un ragazzo divertente, che però nasconde chiaramente dei sentimenti dietro il suo sorriso consapevole. È il classico ragazzo medio che non brillerà in nulla, quindi lo posso personalmente capire ma non per questo sarò d'accordo con alcune sue azioni (e neanche la serie vuol dare ragione ad alcuno, viene raccontata secondo le prospettive di ogni personaggio e questa sua costante differenza e confronto è anche la sua forza).
Mayaka la più bassa del gruppo è anche la più forte e proattiva. Si dimostra sempre rigida nei confronti di Houtarou probabilmente anche lei gelosa (come Satoshi), o forse solo arrabbiata del suo talento rinchiuso. È chiaro dalle sue parole che vuole vedere Houtarou più attivo proprio come Eru, sebbene quest'ultima non spiegherà quanto sia interessata a quel talento per la propria curiosità o quanto per la persona che lo possiede, la relazione tra i due è sicuramente ancora da scoprire. Tutto il cast di personaggi ha un chara stravagante, connesso ai loro comportamenti ed i loro umori, si sposa quindi in maniera eccellente insieme all'art direction.
Non meno apprezzabile è il comparto audio: del cast che riesce a continuare la linea originale ed indimenticabile del chara
e delle OST classiche e di ambientazione fino alle opening e le ending che ripropongono l'io dei personaggi in ulteriori contesti.
Molti richiedono una seconda stagione e la risposta che viene data come al solito è: non ci sta abbastanza materiale. Ma in realtà gli autori hanno riadattato molto, quindi il seguire costantemente l'originale non era mai stato in programma.
In conclusione ho preferito tenermi sul generale ed evitare spoiler incentivando la visione di chi non la ha visto... e magari un'altra visione a chi lo ha dimenticato.
Per me è stata una bella prima visione e una piacevole seconda.
Gli darei quasi 9 nonostante i difetti che molti hanno trovato sul finale (che è stato probabilmente scelto nella visione del direttore più che dello sceneggiatore) ed anche su personaggi e storia.
Invece trovo che il percorso di crescita (in particolare del protagonista) è evidente fin nel finale, ma la natura agrodolce ed amara della serie tormenterà lo spettatore nei momenti irrisolti.
Ma non è forse questo l'aspetto della realtà più rappresentato e riuscito dello staff Kyoani?
"Hyouka" è un anime scolastico del 2012 che segue le vicende di Oreki Hotaro, adolescente svogliato con incredibili doti deduttive che, su richiesta della sorella maggiore, decide di rifondare il club letterario della propria scuola, di cui entreranno a far parte Fukube Satoshi e Ibara Mayaka, suoi vecchi amici, e soprattutto Chitanda Eru.
Quest'ultima, sempre spinta da un'inarrestabile curiosità, "convincerà" Hotaro a risolvere i vari misteri che si presenteranno nel corso della stagione, costringendolo a mettere sempre più da parte il suo atteggiamento passivo nei confronti della vita.
La serie si compone di diversi casi, sviluppati in un singolo episodio o in un blocco di tre o quattro puntate e questo porta l'anime ad essere in parte discontinuo nell'interesse che crea nello spettatore: gli ultimi episodi in particolare sono meno riusciti, ma portano ad un finale comunque buono e un po' malinconico.
Un punto di forza della serie è sicuramente l'evoluzione dei quattro protagonisti che, partendo da caratteri piuttosto stereotipati, crescono e si "scoprono" sempre più con il procedere degli eventi.
Dal punto di vista visivo la serie è eccezionale, sicuramente tra le migliori che abbia visto per colori, disegni e animazioni, ottima la regia, buono il comparto sonoro, le OP e le ED.
Voto: 8, per un anime consigliato a chi cerca una visione leggera, interessante e certamente insolita.
Quest'ultima, sempre spinta da un'inarrestabile curiosità, "convincerà" Hotaro a risolvere i vari misteri che si presenteranno nel corso della stagione, costringendolo a mettere sempre più da parte il suo atteggiamento passivo nei confronti della vita.
La serie si compone di diversi casi, sviluppati in un singolo episodio o in un blocco di tre o quattro puntate e questo porta l'anime ad essere in parte discontinuo nell'interesse che crea nello spettatore: gli ultimi episodi in particolare sono meno riusciti, ma portano ad un finale comunque buono e un po' malinconico.
Un punto di forza della serie è sicuramente l'evoluzione dei quattro protagonisti che, partendo da caratteri piuttosto stereotipati, crescono e si "scoprono" sempre più con il procedere degli eventi.
Dal punto di vista visivo la serie è eccezionale, sicuramente tra le migliori che abbia visto per colori, disegni e animazioni, ottima la regia, buono il comparto sonoro, le OP e le ED.
Voto: 8, per un anime consigliato a chi cerca una visione leggera, interessante e certamente insolita.
Ho visto quest'anime senza molte pretese, ma già dal primo episodio è chiaro che non si ha a che fare col solito anime scolastico. Infatti la genialità del protagonista e il suo carattere "passivo alla vita" toccano subito lo spettatore e spingono a guardare con interesse e coinvolgimento tutti gli altri episodi, lasciando sicuramente una sensazione di vuoto quando si arriva all'ultimo episodio. Il comparto tecnico-visivo è a dir poco eccellente, con sfondi curati nei minimi dettagli, tanto da conferire all'opera un'atmosfera di autenticità e veridicità tale, da far sentire lo spettatore parte "fisica" della storia stessa.
In conclusione, l'ho personalmente amato e lo consiglio a tutti (voto: 8).
In conclusione, l'ho personalmente amato e lo consiglio a tutti (voto: 8).
Sono due, principalmente, i motivi che hanno fatto crollare la mia personale valutazione di "Hyouka".
In primo luogo, i personaggi e la loro caratterizzazione, strutturati e sviluppati nel complesso o in maniera grossolana, o in maniera inesistente. In entrambi i casi, scelta ripagata davvero male. Facciamo qualche esempio pratico.
Il protagonista, Oreki, viene introdotto fin dall'inizio come uomo di ferrei ed inamovibili principi di pigrizia, una sorta di inoperoso ed indolente bradipo dalla scarsissima volontà nell'affrontare gli impegni che comporta vivere. Un accidioso, per rimandare ad una puntata della serie stessa, dotato ugualmente di intelletto ed arguzia fuori dall'ordinario. Di tutto questo non mi lamento, ci si discosta almeno dalla prassi comune del protagonista dotatissimo e perfetto. Trovo invece discutibile la facilità con cui amici e parenti riescono a rigirarselo ed a incrinare la sua volontà: se infatti nei primissimi episodi la sua indolenza continuava ad persistere, anche se scemando malamente di puntata in puntata, nel finale scompare del tutto, mostrando un personaggio diametralmente opposto a quello che aveva colpito inizialmente.
La spalla, Chitanda, ha l'unico scopo di fungere da miccia per le congetture di Oreki. Lavoro non da poco, bisogna dirlo, ma per il resto è al limite dell'inutile. Sicuramente colpiscono i dettagli legati alle sue animazioni, come non rimanere colpiti dai suoi brillanti e luminosi occhi color indaco o dalla sua fluente chioma, ma non sarebbe stato male risparmiare un po' di budget sulla veste grafica per investirlo invece per dare uno spessore maggiore al personaggio ed alla sua psicologia, un po' impalpabile nel complesso.
Gli altri due membri del Club risultano leggermente un pelo più strutturati nonostante tutto: di lui si arriva a conoscere l'invidia nei confronti del fraterno amico d'infanzia e, nel finale, l'indecisione legata alla sfera amorosa; di lei invece le pene d'amore che si ripresentano costanti anno dopo anno e quelle legate all'attività del secondo club di cui fa parte. Per entrambi nulla di che, eh, va detto, ma rispetto alla ben più presente Chitanda è comunque tutto di guadagnato.
In secondo luogo, la costanza e l'intensità degli episodi. Se sono diversi i "filoni narrativi" che, all'interno della serie, risultano piacevoli ed interessanti (nonostante anche qui non si raggiungano affatto livelli di epicità assoluta), è altrettanto vero che esistono e non sono neanche pochi gli episodi ben sotto questo standard, che ai fini dell'anime risultano essere meri e mal riusciti riempitivi.
La facilità con cui si passa da trance ben riuscite come quella riguardante il "mistero del film incompiuto" a puntate in cui si studia perchè Chitanda si sia arrabbiata o cosa si nasconda dietro il mistero delle terme è spiazzante. Come può una serie capace di puntate davvero entusiasmanti essere al contempo la stessa che perde tempo con situazioni così evitabili ed inutili? Una mancanza quindi di costanza ed intensità non da poco, che a mio avviso compromette in maniera più che sensibile il voto complessivo.
Sempre rimanendo in ambito di intensità, trovo che la scelta di utilizzare di volta in volta lo stesso espediente per incominciare le "indagini" sia un po' trita: dai una, dai due, dai tre, non si possono fare ventidue puntate in cui ogni singola volta la cara spalla se ne esce con le stesse identiche parole, nella stessa identica postura. Suvvia, un poco di originalità non guasta.
Ultima recriminazione, che faccio sempre rientrare nella categoria di cui sopra, le puntate iniziali sul caso Hyouka e lo zio di Chitanda. Liquidare il tutto in maniera così frettolosa, nonostante inizialmente sembri un affaire di così grande importanza da dare addirittura il nome alla serie stessa, mi sembra davvero una scelta discutibile e tutt'altro che ben riuscita.
"Hyouka" ha anche buoni aspetti, riconosciamolo. Come dicevo, sul puro e semplice piano tecnico è davvero ben fatto: le animazioni, anche in CG, sono notevoli, il tratto mi è piaciuto e, visivamente, non si può non essere colpiti da tutto ciò; persino le musiche, con un tocco di nostalgico che vira verso i vecchi film e telefilm gialli, è riuscito, e l'aggiunta misurata delle sonate in violoncello di Bach è una chicca, seriamente.
Trovo ugualmente sia un po' poco per giustificare un voto alto, visto che comunque questi sono gli unici due comparti davvero di livello della serie.
Un vero peccato, perché con una base del genere avere anche personaggi di livello e vicende di spessore avrebbe garantito maggiori consensi.
In primo luogo, i personaggi e la loro caratterizzazione, strutturati e sviluppati nel complesso o in maniera grossolana, o in maniera inesistente. In entrambi i casi, scelta ripagata davvero male. Facciamo qualche esempio pratico.
Il protagonista, Oreki, viene introdotto fin dall'inizio come uomo di ferrei ed inamovibili principi di pigrizia, una sorta di inoperoso ed indolente bradipo dalla scarsissima volontà nell'affrontare gli impegni che comporta vivere. Un accidioso, per rimandare ad una puntata della serie stessa, dotato ugualmente di intelletto ed arguzia fuori dall'ordinario. Di tutto questo non mi lamento, ci si discosta almeno dalla prassi comune del protagonista dotatissimo e perfetto. Trovo invece discutibile la facilità con cui amici e parenti riescono a rigirarselo ed a incrinare la sua volontà: se infatti nei primissimi episodi la sua indolenza continuava ad persistere, anche se scemando malamente di puntata in puntata, nel finale scompare del tutto, mostrando un personaggio diametralmente opposto a quello che aveva colpito inizialmente.
La spalla, Chitanda, ha l'unico scopo di fungere da miccia per le congetture di Oreki. Lavoro non da poco, bisogna dirlo, ma per il resto è al limite dell'inutile. Sicuramente colpiscono i dettagli legati alle sue animazioni, come non rimanere colpiti dai suoi brillanti e luminosi occhi color indaco o dalla sua fluente chioma, ma non sarebbe stato male risparmiare un po' di budget sulla veste grafica per investirlo invece per dare uno spessore maggiore al personaggio ed alla sua psicologia, un po' impalpabile nel complesso.
Gli altri due membri del Club risultano leggermente un pelo più strutturati nonostante tutto: di lui si arriva a conoscere l'invidia nei confronti del fraterno amico d'infanzia e, nel finale, l'indecisione legata alla sfera amorosa; di lei invece le pene d'amore che si ripresentano costanti anno dopo anno e quelle legate all'attività del secondo club di cui fa parte. Per entrambi nulla di che, eh, va detto, ma rispetto alla ben più presente Chitanda è comunque tutto di guadagnato.
In secondo luogo, la costanza e l'intensità degli episodi. Se sono diversi i "filoni narrativi" che, all'interno della serie, risultano piacevoli ed interessanti (nonostante anche qui non si raggiungano affatto livelli di epicità assoluta), è altrettanto vero che esistono e non sono neanche pochi gli episodi ben sotto questo standard, che ai fini dell'anime risultano essere meri e mal riusciti riempitivi.
La facilità con cui si passa da trance ben riuscite come quella riguardante il "mistero del film incompiuto" a puntate in cui si studia perchè Chitanda si sia arrabbiata o cosa si nasconda dietro il mistero delle terme è spiazzante. Come può una serie capace di puntate davvero entusiasmanti essere al contempo la stessa che perde tempo con situazioni così evitabili ed inutili? Una mancanza quindi di costanza ed intensità non da poco, che a mio avviso compromette in maniera più che sensibile il voto complessivo.
Sempre rimanendo in ambito di intensità, trovo che la scelta di utilizzare di volta in volta lo stesso espediente per incominciare le "indagini" sia un po' trita: dai una, dai due, dai tre, non si possono fare ventidue puntate in cui ogni singola volta la cara spalla se ne esce con le stesse identiche parole, nella stessa identica postura. Suvvia, un poco di originalità non guasta.
Ultima recriminazione, che faccio sempre rientrare nella categoria di cui sopra, le puntate iniziali sul caso Hyouka e lo zio di Chitanda. Liquidare il tutto in maniera così frettolosa, nonostante inizialmente sembri un affaire di così grande importanza da dare addirittura il nome alla serie stessa, mi sembra davvero una scelta discutibile e tutt'altro che ben riuscita.
"Hyouka" ha anche buoni aspetti, riconosciamolo. Come dicevo, sul puro e semplice piano tecnico è davvero ben fatto: le animazioni, anche in CG, sono notevoli, il tratto mi è piaciuto e, visivamente, non si può non essere colpiti da tutto ciò; persino le musiche, con un tocco di nostalgico che vira verso i vecchi film e telefilm gialli, è riuscito, e l'aggiunta misurata delle sonate in violoncello di Bach è una chicca, seriamente.
Trovo ugualmente sia un po' poco per giustificare un voto alto, visto che comunque questi sono gli unici due comparti davvero di livello della serie.
Un vero peccato, perché con una base del genere avere anche personaggi di livello e vicende di spessore avrebbe garantito maggiori consensi.
"Hyōka" è un anime tranquillo, pacato e, in tal senso, molto giapponese; racconta delle avventure investigative molto "slice of life" del quartetto del Club di Cultura Classica dell'Istituto Kamiyama, ricostruito da parte del protagonista Oreki-san, in seguito alla sollecitazione della sorella.
Nei suoi ventidue episodi, l'anime non segue una trama nel senso più classico, ma piuttosto affronta tre archi investigativi (delle storie vere e proprie), intervallati da episodi fini a se stessi piuttosto "fillerosi" ma col loro perché (soprattutto se vi piace l'ambientazione e il mondo dell'anime in questione).
Bene. Prima scrivevo dei quattro membri del Club di Cultura, nonché i protagonisti: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka; tutti loro, durante la serie, vivranno un percorso di sviluppo che li porterà ad essere differenti da com'erano a inizio serie. Il maggiore cambiamento verrà subito da Hotaro, che stravolgerà il suo motto di vita, grazie all'incessante perseveranza di Chii-chan che a suon di "Ki ni narimasu!" ("Sono curiosa!") infrangerà l'animo intorpidito del nostro Hotaro, che, un mistero dopo l'altro, si ritroverà a compiere gesti che fino ad allora non avrebbe mai intrapreso se non costretto, stupendosene lui stesso.
Parlando della parte tecnica, essa è uno spettacolo su tutti i fronti; la regia è qualcosa di spettacolare e rasenta la perfezione, con cambi di scena e di inquadrature che enfatizzano il significato della scena in un modo che solo un'adeguata gestione delle stesse può fare. I colori sono vividissimi, così come il tratto molto ben definito e le animazioni, che chiamarle "fluide" è riduttivo: un'autentica meraviglia visiva.
Ma non solo, dato che anche le musiche di sottofondo sono scelte in modo oculato per sottolineare fasi deduttive piuttosto che comiche.
La Kyoto Animation (la stessa di "Chuunibiyō") si fa sempre riconoscere.
Ma il tratto distintivo di "Hyōka", e già questo nome scoprirete che non è scelto a caso, è il suo essere tremendamente giapponese, nel senso più positivo del termine, ammesso che possa esserci una connotazione negativa. Questa serie vi cala in un quotidiano scolaresco molto, molto tranquillo, pacato e rilassante: "Hyōka" è una serie con una carisma sicuramente particolare, ma apprezzabile da chi vuole tendere la mano e il proprio spirito.
Sono riuscito a vederlo dopo averlo fatto maturare due anni e mezzo in watchlist, e non me ne sono affatto pentito.
Nei suoi ventidue episodi, l'anime non segue una trama nel senso più classico, ma piuttosto affronta tre archi investigativi (delle storie vere e proprie), intervallati da episodi fini a se stessi piuttosto "fillerosi" ma col loro perché (soprattutto se vi piace l'ambientazione e il mondo dell'anime in questione).
Bene. Prima scrivevo dei quattro membri del Club di Cultura, nonché i protagonisti: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka; tutti loro, durante la serie, vivranno un percorso di sviluppo che li porterà ad essere differenti da com'erano a inizio serie. Il maggiore cambiamento verrà subito da Hotaro, che stravolgerà il suo motto di vita, grazie all'incessante perseveranza di Chii-chan che a suon di "Ki ni narimasu!" ("Sono curiosa!") infrangerà l'animo intorpidito del nostro Hotaro, che, un mistero dopo l'altro, si ritroverà a compiere gesti che fino ad allora non avrebbe mai intrapreso se non costretto, stupendosene lui stesso.
Parlando della parte tecnica, essa è uno spettacolo su tutti i fronti; la regia è qualcosa di spettacolare e rasenta la perfezione, con cambi di scena e di inquadrature che enfatizzano il significato della scena in un modo che solo un'adeguata gestione delle stesse può fare. I colori sono vividissimi, così come il tratto molto ben definito e le animazioni, che chiamarle "fluide" è riduttivo: un'autentica meraviglia visiva.
Ma non solo, dato che anche le musiche di sottofondo sono scelte in modo oculato per sottolineare fasi deduttive piuttosto che comiche.
La Kyoto Animation (la stessa di "Chuunibiyō") si fa sempre riconoscere.
Ma il tratto distintivo di "Hyōka", e già questo nome scoprirete che non è scelto a caso, è il suo essere tremendamente giapponese, nel senso più positivo del termine, ammesso che possa esserci una connotazione negativa. Questa serie vi cala in un quotidiano scolaresco molto, molto tranquillo, pacato e rilassante: "Hyōka" è una serie con una carisma sicuramente particolare, ma apprezzabile da chi vuole tendere la mano e il proprio spirito.
Sono riuscito a vederlo dopo averlo fatto maturare due anni e mezzo in watchlist, e non me ne sono affatto pentito.
Beh, che dire, cercavo una semplice commedia scolastica e questa sembrava facesse al caso mio. L'unico problema, se così vogliamo chiamarlo, è che invece di concentrarsi sulle situazioni sentimentali dei personaggi, punta l'attenzione su piccoli misteri che il protagonista dovrà risolvere episodio per episodio.
Il protagonista, Oreki Hotaru, ci viene presentato come un pigrone che vive la sua vita col minimo sforzo possibile. Le cose cambieranno quando sua sorella maggiore lo costringerà ad iscriversi al club letterario. Qui incontra Eru Chitanda, una ragazza appassionata di misteri che lo trascinerà in tanti piccoli gialli che Hotaru dovrà risolvere. E subito dalle prime puntate scopriremo che il nostro protagonista, nonostante di base sia uno scansafatiche, ha un talento innato da investigatore.
Quando ho parlato di gialli e misteri non dovete pensare per forza a cose complesse. Sono piccoli misteri giornalieri, che il club letterario si divertirà a risolvere anche solo per divertimento o, nel caso di Chitanda, per curiosità. Per farvi capire di cosa parlo, vi faccio un esempio: nella biblioteca scolastica un libro viene preso sempre alla stessa ora e riportato sempre una settimana dopo lo steso giorno e la stessa ora da ragazze diverse. Perché? A che gli serve quel libro, solo una settimana ed a più ragazze diverse? Le soluzioni sono molto più semplici di quanto si possa pensare.
Ora, dicevamo, il club letterario, composto da quattro persone, decide di risolvere questi misteri per divertimento. Ma il protagonista, presentato come una persona pigra, perché lo fa? Beh, perché non sa dire di no alla bellissima Chitanda Eru, che, quando vuole risolvere un mistero, gli fa gli occhioni da cerbiatto (giuro). E, diciamo, la nostra Chitanda non ha vinto il premio personaggio moe dell'anno per niente.
Ogni puntata è un mistero diverso, ce ne sono alcuni che prenderanno più puntate. Diciamo che alcune puntate sono piuttosto noiose e sembrano solo riempitive, altre riescono ad essere interessanti. Mi dispiace solo che la "storia d'amore" che si viene un po' a creare tra Hotaru e Chitanda non venga mai portata avanti come dovrebbe, nemmeno quella degli altri due membri del club (un altro maschio e una femmina, non ve l'ho detto prima). Poi, mi aspettavo un bel finale col botto, con un caso grosso che si prendeva almeno le tre-quattro puntate conclusive. Invece l'anime va avanti per inerzia e si conclude, un po' come il carattere del protagonista, con pigrizia.
Piccola parentesi, a me piace pensare che questa è la storia di Elle di "Death Note" se avesse vissuto una normale vita da liceale e non si fosse immischiato nel caso di un pluriomicida internazionale. Perché Hotaru un po' gli assomiglia, ad Elle, sia nell'aspetto che nell'atteggiamento. Nonostante non abbia manie che lo rendono strano, diciamo più strano di quello che è.
In definitiva, il mio voto comunque è abbastanza positivo, anche perché mi son divertito. È difficile che io porti avanti un anime mediocre di ventidue episodi. Quindi, se arrivo fino in fondo, deve per forza avere delle qualità (mio piccolo credo personale).
Il protagonista, Oreki Hotaru, ci viene presentato come un pigrone che vive la sua vita col minimo sforzo possibile. Le cose cambieranno quando sua sorella maggiore lo costringerà ad iscriversi al club letterario. Qui incontra Eru Chitanda, una ragazza appassionata di misteri che lo trascinerà in tanti piccoli gialli che Hotaru dovrà risolvere. E subito dalle prime puntate scopriremo che il nostro protagonista, nonostante di base sia uno scansafatiche, ha un talento innato da investigatore.
Quando ho parlato di gialli e misteri non dovete pensare per forza a cose complesse. Sono piccoli misteri giornalieri, che il club letterario si divertirà a risolvere anche solo per divertimento o, nel caso di Chitanda, per curiosità. Per farvi capire di cosa parlo, vi faccio un esempio: nella biblioteca scolastica un libro viene preso sempre alla stessa ora e riportato sempre una settimana dopo lo steso giorno e la stessa ora da ragazze diverse. Perché? A che gli serve quel libro, solo una settimana ed a più ragazze diverse? Le soluzioni sono molto più semplici di quanto si possa pensare.
Ora, dicevamo, il club letterario, composto da quattro persone, decide di risolvere questi misteri per divertimento. Ma il protagonista, presentato come una persona pigra, perché lo fa? Beh, perché non sa dire di no alla bellissima Chitanda Eru, che, quando vuole risolvere un mistero, gli fa gli occhioni da cerbiatto (giuro). E, diciamo, la nostra Chitanda non ha vinto il premio personaggio moe dell'anno per niente.
Ogni puntata è un mistero diverso, ce ne sono alcuni che prenderanno più puntate. Diciamo che alcune puntate sono piuttosto noiose e sembrano solo riempitive, altre riescono ad essere interessanti. Mi dispiace solo che la "storia d'amore" che si viene un po' a creare tra Hotaru e Chitanda non venga mai portata avanti come dovrebbe, nemmeno quella degli altri due membri del club (un altro maschio e una femmina, non ve l'ho detto prima). Poi, mi aspettavo un bel finale col botto, con un caso grosso che si prendeva almeno le tre-quattro puntate conclusive. Invece l'anime va avanti per inerzia e si conclude, un po' come il carattere del protagonista, con pigrizia.
Piccola parentesi, a me piace pensare che questa è la storia di Elle di "Death Note" se avesse vissuto una normale vita da liceale e non si fosse immischiato nel caso di un pluriomicida internazionale. Perché Hotaru un po' gli assomiglia, ad Elle, sia nell'aspetto che nell'atteggiamento. Nonostante non abbia manie che lo rendono strano, diciamo più strano di quello che è.
In definitiva, il mio voto comunque è abbastanza positivo, anche perché mi son divertito. È difficile che io porti avanti un anime mediocre di ventidue episodi. Quindi, se arrivo fino in fondo, deve per forza avere delle qualità (mio piccolo credo personale).
"Se non lo devo fare, non lo farò, ma se devo farlo, lo farò in fretta"
Con queste parole si presenta il protagonista di Hyouka, anime di ventidue episodi andato in onda dall'aprile al settembre 2012.
Hotaro è un liceale particolarmente pigro, ehm, perdonatemi, "altamente motivato a far nulla", senza alcun interesse particolare, che vive la sua vita vegetando, distaccandosi da qualsiasi cosa possa fargli sprecare le sue preziose energie. La sua vita scolastica, praticamente nulla fino a questo punto, subisce una svolta quando viene obbligato dalla sorella maggiore ad iscriversi ad un club che rischia di essere chiuso, quello di Letteratura Classica (dove tutto si fa tranne parlare di letteratura classica). Qui farà la conoscenza di Chitanda Eru, un'allegra ragazza, il cui approccio alla vita è completamente opposto a quello di Hotaro. Chitanda è curiosa di qualsiasi cosa, anche la più infinitesimale, vuole sempre sapere chi, dove, quando, come e perché. Comprensibilmente, in un primo momento, il nostro protagonista non è entusiasta di lavorare con lei, ma, suo malgrado, si ritrova a non saper opporre resistenza a nessuna delle richieste della ragazza dai grandi occhioni indagatori, iniziando quindi ad investigare su piccoli e grandi misteri e coinvolgendo anche gli altri due membri del club, il "database" umano e la ragazza otaku.
La parte mistery dell'anime è davvero intrigante. Nonostante nessuna delle soluzioni sia particolarmente difficile, nonostante tutti gli indizi siano forniti, grazie a una sapiente regia e sceneggiatura, lo spettatore si trova ad essere incapace di arrivare ad una risposta senza l'aiuto di Hotaro. Il nostro pigro protagonista, infatti, si dimostrerà essere dotato di un'intelligenza quanto mai fuori dall'ordinario, essendo in grado di pensare al di fuori degli schemi convenzionali per giungere a soluzioni per misteri che apparentemente sembrano dei veri e propri rompicapi, quando, invece, hanno soluzioni facilissime ma non per questo scontate. E' straordinario come vengano dati tutti gli elementi allo spettatore ma comunque sia difficile mettere insieme i pezzi.
La parte sicuramente più divertente è l'interazione fra l'assillante Chitanda e il pigro Hotaru, il quale pian piano comincia a cambiare, ad evolversi, ad interessarsi di ciò che lo circonda e ad acquisire maggiore sicurezza in se stesso o, per essere più precisa, a prendere coscienza di ciò che lo rende speciale senza attribuire i suoi successi alla fortuna.
Un lavoro molto accurato è stato, dunque, fatto sulla psicologia dei personaggi, così credibili da rendere facilissimo relazionarsi con i personaggi principali, ma anche con quelli secondari. Invidia, amicizia, amore, gelosia, sono tutti sentimenti esplorati e che contribuiscono a rendere realistiche le dinamiche di gruppo.
Dal punto di vista tecnico è stato fatto un lavoro magnifico: l'animazione fluida e coinvolgente è supportata da una grafica curata nei più piccoli dettagli.
L'anime non manca comunque di difetti. Il ritmo, talvolta molto lento della narrazione, rende un po' noiosa la storia e il finale viene lasciato così in sospeso da essermi chiesta se quello fosse davvero l'ultimo episodio.
Riassumendolo in una frase o meno: "La prima regola della pigrizia recita: se non riesci a raggiungerlo, non ti serve... a meno che non te lo chieda una bella ragazza!"
Con queste parole si presenta il protagonista di Hyouka, anime di ventidue episodi andato in onda dall'aprile al settembre 2012.
Hotaro è un liceale particolarmente pigro, ehm, perdonatemi, "altamente motivato a far nulla", senza alcun interesse particolare, che vive la sua vita vegetando, distaccandosi da qualsiasi cosa possa fargli sprecare le sue preziose energie. La sua vita scolastica, praticamente nulla fino a questo punto, subisce una svolta quando viene obbligato dalla sorella maggiore ad iscriversi ad un club che rischia di essere chiuso, quello di Letteratura Classica (dove tutto si fa tranne parlare di letteratura classica). Qui farà la conoscenza di Chitanda Eru, un'allegra ragazza, il cui approccio alla vita è completamente opposto a quello di Hotaro. Chitanda è curiosa di qualsiasi cosa, anche la più infinitesimale, vuole sempre sapere chi, dove, quando, come e perché. Comprensibilmente, in un primo momento, il nostro protagonista non è entusiasta di lavorare con lei, ma, suo malgrado, si ritrova a non saper opporre resistenza a nessuna delle richieste della ragazza dai grandi occhioni indagatori, iniziando quindi ad investigare su piccoli e grandi misteri e coinvolgendo anche gli altri due membri del club, il "database" umano e la ragazza otaku.
La parte mistery dell'anime è davvero intrigante. Nonostante nessuna delle soluzioni sia particolarmente difficile, nonostante tutti gli indizi siano forniti, grazie a una sapiente regia e sceneggiatura, lo spettatore si trova ad essere incapace di arrivare ad una risposta senza l'aiuto di Hotaro. Il nostro pigro protagonista, infatti, si dimostrerà essere dotato di un'intelligenza quanto mai fuori dall'ordinario, essendo in grado di pensare al di fuori degli schemi convenzionali per giungere a soluzioni per misteri che apparentemente sembrano dei veri e propri rompicapi, quando, invece, hanno soluzioni facilissime ma non per questo scontate. E' straordinario come vengano dati tutti gli elementi allo spettatore ma comunque sia difficile mettere insieme i pezzi.
La parte sicuramente più divertente è l'interazione fra l'assillante Chitanda e il pigro Hotaru, il quale pian piano comincia a cambiare, ad evolversi, ad interessarsi di ciò che lo circonda e ad acquisire maggiore sicurezza in se stesso o, per essere più precisa, a prendere coscienza di ciò che lo rende speciale senza attribuire i suoi successi alla fortuna.
Un lavoro molto accurato è stato, dunque, fatto sulla psicologia dei personaggi, così credibili da rendere facilissimo relazionarsi con i personaggi principali, ma anche con quelli secondari. Invidia, amicizia, amore, gelosia, sono tutti sentimenti esplorati e che contribuiscono a rendere realistiche le dinamiche di gruppo.
Dal punto di vista tecnico è stato fatto un lavoro magnifico: l'animazione fluida e coinvolgente è supportata da una grafica curata nei più piccoli dettagli.
L'anime non manca comunque di difetti. Il ritmo, talvolta molto lento della narrazione, rende un po' noiosa la storia e il finale viene lasciato così in sospeso da essermi chiesta se quello fosse davvero l'ultimo episodio.
Riassumendolo in una frase o meno: "La prima regola della pigrizia recita: se non riesci a raggiungerlo, non ti serve... a meno che non te lo chieda una bella ragazza!"
<b>Attenzione: lievi spoiler</b>
"Hyouka" è un anime di ventidue episodi (più un OAV) prodotto nel 2012 dalla Kyoto Animation e basato sulla light novel "Koten-bu" ("Hyouka" è il nome del primo volume della serie di romanzi).
La trama vede come protagonista il pigro liceale Hotaro Oreki, che viene invitato da sua sorella ad iscriversi al Club di cultura classica (in giapponese "koten-bu", per l'appunto). A questo si uniranno l'amico Satoshi Fukube, la compagna delle medie Mayaka Ibara e la curiosa Chitanda Eru, che, con il suo insistente intercalare, costringerà Hotaro a risolvere i vari misteri che i ragazzi incontreranno.
L'anime non parte decisamente con il botto: i primi episodi, in cui si cerca di rivelare il mistero dello zio di Chitanda, sono ricchi di ragionamenti ed hanno un ritmo estremamente lento, quindi, non di rado la noia farà da padrona - il primo, per giunta, non riesce a conquistare del tutto - ma, visto che non droppo mai un anime, ho continuato la visione. A chi vede "Hyouka" per la prima volta do appunto questo consiglio: pazientate e vedrete che l'anime, seppur non eccessivamente, ha qualcosa di buono da offrire. Procedendo con gli episodi, il ritmo diventa un po' più incalzante, come dimostrato nell'arco del festival culturale, a mio parere il più godibile della serie. Tra un episodio autoconclusivo e l'altro - qualcuno più utile e che si lascia vedere, qualche altro meno - arriviamo al finale, che lascerà molte cose in sospeso e non sembrerà nemmeno l'ultimo episodio, tuttavia è proprio qui che qualcosa inizia a smuoversi. Nelle ultime due puntate, infatti, sembra che i personaggi stiano lentamente cambiando e si intravede qualcosa, per quanto riguarda le relazioni all'interno del quartetto. Peccato che finisca appunto sul più bello, forse una seconda stagione sarebbe stata utile non tanto perché fan sfegatata della serie (non lo sono, eh), ma per aggiustare dei piccoli difetti e completare il quadro.
Parlando di difetti e personaggi, trovo che l'unico che sia stato caratterizzato al meglio sia Satoshi: durante il festival culturale e nel penultimo episodio abbiamo scoperto nuovi lati di lui, che l'hanno portato ad essere non solo il semplice "database" della situazione, costantemente oscurato da Hotaro. Per quanto riguarda quest'ultimo, guardando la serie si ha l'impressione che sia fatta apposta per lui: il ragazzo si unisce al club e incontra Chitanda, che gli fa sprecare un sacco di energie che lui preferirebbe risparmiare, buttando al vento il suo motto. Sembra proprio che, in questo modo, risolvendo misteri e liberandosi a poco a poco della sua pigrizia, si voglia arrivare ad una crescita del personaggio, ma, proprio mentre il cambiamento è in atto, la serie finisce - ed ecco uno dei motivi per cui sarebbe opportuna una seconda. Passando alle ragazze, Mayaka ha avuto i suoi momenti di gloria nelle stesse occasioni di Satoshi, in quanto strettamente legati, ma in misura assai minore. La nota dolente però è sicuramente Chitanda: con il suo "Sono curiosa!", non fa che infastidire durante tutta la serie, anche perché in pratica non dice e fa altro. Forse se la cava solo grazie al suo lato moe e per quell'ultima scena dell'episodio 22, in cui non si riesce a non rimanere incantati dall'atmosfera. Non per essere ripetitiva, ma è proprio nel finale che si intravede qualche scorcio della sua personalità, un vero peccato.
Piccolo appunto sui misteri: se siete abituati agli omicidi di "Detective Conan" o, perché no, ai casi sempre un po' grotteschi di "Gosick", in "Hyouka" ne troverete di tutt'altra natura: impiccati che si rivelano essere yukata o tentare di trovare un finale ad un film amatoriale sono degli esempi. Il primo pensiero che si fa è, ovviamente, che sono piuttosto banali, ma, riflettendoci, stiamo parlando di liceali, non di Sherlock Holmes, quindi inseriti in un contesto scolastico sono più che adatti.
Arriviamo infine al lato tecnico: quella che colpisce tra tutte è la regia, ottima, particolare e innovativa, che riesce a smorzare la noia duranti i profondi ragionamenti di Hotaro, rappresentando le teorie formulate in modo curioso e originale. Altro fiore all'occhiello sono sicuramente le animazioni, d'altronde penso che Kyoto Animation sia uno degli studi d'animazione migliori. Il disegno dei personaggi ricalca fedelmente lo stile dello studio, diventato un po' il suo marchio di fabbrica, ma che è davvero ben fatto. Delle ost ricordo solo qualche pezzo di musica classica, mentre ho apprezzato in particolare la prima opening e la seconda ending.
La frase che descrive meglio Hyouka è, secondo me, "Finisce sul più bello", accompagnata da "incompleto". Ciononostante, un 7 mi sembra del tutto meritato.
"Hyouka" è un anime di ventidue episodi (più un OAV) prodotto nel 2012 dalla Kyoto Animation e basato sulla light novel "Koten-bu" ("Hyouka" è il nome del primo volume della serie di romanzi).
La trama vede come protagonista il pigro liceale Hotaro Oreki, che viene invitato da sua sorella ad iscriversi al Club di cultura classica (in giapponese "koten-bu", per l'appunto). A questo si uniranno l'amico Satoshi Fukube, la compagna delle medie Mayaka Ibara e la curiosa Chitanda Eru, che, con il suo insistente intercalare, costringerà Hotaro a risolvere i vari misteri che i ragazzi incontreranno.
L'anime non parte decisamente con il botto: i primi episodi, in cui si cerca di rivelare il mistero dello zio di Chitanda, sono ricchi di ragionamenti ed hanno un ritmo estremamente lento, quindi, non di rado la noia farà da padrona - il primo, per giunta, non riesce a conquistare del tutto - ma, visto che non droppo mai un anime, ho continuato la visione. A chi vede "Hyouka" per la prima volta do appunto questo consiglio: pazientate e vedrete che l'anime, seppur non eccessivamente, ha qualcosa di buono da offrire. Procedendo con gli episodi, il ritmo diventa un po' più incalzante, come dimostrato nell'arco del festival culturale, a mio parere il più godibile della serie. Tra un episodio autoconclusivo e l'altro - qualcuno più utile e che si lascia vedere, qualche altro meno - arriviamo al finale, che lascerà molte cose in sospeso e non sembrerà nemmeno l'ultimo episodio, tuttavia è proprio qui che qualcosa inizia a smuoversi. Nelle ultime due puntate, infatti, sembra che i personaggi stiano lentamente cambiando e si intravede qualcosa, per quanto riguarda le relazioni all'interno del quartetto. Peccato che finisca appunto sul più bello, forse una seconda stagione sarebbe stata utile non tanto perché fan sfegatata della serie (non lo sono, eh), ma per aggiustare dei piccoli difetti e completare il quadro.
Parlando di difetti e personaggi, trovo che l'unico che sia stato caratterizzato al meglio sia Satoshi: durante il festival culturale e nel penultimo episodio abbiamo scoperto nuovi lati di lui, che l'hanno portato ad essere non solo il semplice "database" della situazione, costantemente oscurato da Hotaro. Per quanto riguarda quest'ultimo, guardando la serie si ha l'impressione che sia fatta apposta per lui: il ragazzo si unisce al club e incontra Chitanda, che gli fa sprecare un sacco di energie che lui preferirebbe risparmiare, buttando al vento il suo motto. Sembra proprio che, in questo modo, risolvendo misteri e liberandosi a poco a poco della sua pigrizia, si voglia arrivare ad una crescita del personaggio, ma, proprio mentre il cambiamento è in atto, la serie finisce - ed ecco uno dei motivi per cui sarebbe opportuna una seconda. Passando alle ragazze, Mayaka ha avuto i suoi momenti di gloria nelle stesse occasioni di Satoshi, in quanto strettamente legati, ma in misura assai minore. La nota dolente però è sicuramente Chitanda: con il suo "Sono curiosa!", non fa che infastidire durante tutta la serie, anche perché in pratica non dice e fa altro. Forse se la cava solo grazie al suo lato moe e per quell'ultima scena dell'episodio 22, in cui non si riesce a non rimanere incantati dall'atmosfera. Non per essere ripetitiva, ma è proprio nel finale che si intravede qualche scorcio della sua personalità, un vero peccato.
Piccolo appunto sui misteri: se siete abituati agli omicidi di "Detective Conan" o, perché no, ai casi sempre un po' grotteschi di "Gosick", in "Hyouka" ne troverete di tutt'altra natura: impiccati che si rivelano essere yukata o tentare di trovare un finale ad un film amatoriale sono degli esempi. Il primo pensiero che si fa è, ovviamente, che sono piuttosto banali, ma, riflettendoci, stiamo parlando di liceali, non di Sherlock Holmes, quindi inseriti in un contesto scolastico sono più che adatti.
Arriviamo infine al lato tecnico: quella che colpisce tra tutte è la regia, ottima, particolare e innovativa, che riesce a smorzare la noia duranti i profondi ragionamenti di Hotaro, rappresentando le teorie formulate in modo curioso e originale. Altro fiore all'occhiello sono sicuramente le animazioni, d'altronde penso che Kyoto Animation sia uno degli studi d'animazione migliori. Il disegno dei personaggi ricalca fedelmente lo stile dello studio, diventato un po' il suo marchio di fabbrica, ma che è davvero ben fatto. Delle ost ricordo solo qualche pezzo di musica classica, mentre ho apprezzato in particolare la prima opening e la seconda ending.
La frase che descrive meglio Hyouka è, secondo me, "Finisce sul più bello", accompagnata da "incompleto". Ciononostante, un 7 mi sembra del tutto meritato.
Hyouka è un anime prodotto dalla Tokyo Animation trasmesso nella stagione primaverile del 2012. La prima cosa che ho notato, e che mi ha spinto a guardarlo, è stato sicuramente il comparto grafico. Purtroppo l'anime ha ben poche altre caratteristiche degne di nota, e una cosa che ho davvero sentito pesante è l'assenza di una vera trama principale, dato che la serie non si può considerare né di commedia né romantico né di mistero. La trama principale sono alla fine i pochi misteri (anche se alcuni interessanti) e la vita scolastica dei nostri protagonisti.
Protagonisti che devo dire mi sono veramente piaciuti, cominciamo da Houtarou Oreki, un ragazzo pigro come pochi che non ha mai voglia di far nulla, ma che si iscrive al club di letteratura classica sotto consiglio di sua sorella, scoprendo così un'innata capacità deduttiva e logica nel risolvere misteri, ammetto che il personaggio mi è piaciuto particolarmente per il suo carattere dato che mi ci sono rispecchiato dentro. La protagonista femminile è Chitanda Eru, classica ragazza moe che non farebbe male neanche a una mosca, in alcuni parti davvero fastidiosa, ma come si fa a non amare i suoi occhioni viola? Infine abbiamo gli ultimi due personaggi principali, che in un anime romantico sarebbero la seconda coppia amorosa della serie, Satoshi Fukube e Mayaka Ibara, due personaggi con un carattere in entrambi molto marcato, però di cui l'uno l'opposto dell'altro. Nota veramente positiva sono le sigle di apertura e di chiusura che ho veramente apprezzato molto, mentre le OST devo dire che sono abbastanza sotto tono e rendevano in alcuni episodi le scene soporifere. In questo anime sinceramente non sono riuscito a raccogliere un messaggio che vuol dare l'anime, se non nel penultimo episodio dalle azioni di Fukube. Per il resto la serie non mi è dispiaciuta per niente e l'ho guardata senza troppe pretese. Peccato per il finale che avrebbe potuto sollevare il voto, ma nulla. Consiglio la serie a coloro che cercano un anime tranquillo da guardare magari per rilassarvi un pò.
Voto finale:6
Protagonisti che devo dire mi sono veramente piaciuti, cominciamo da Houtarou Oreki, un ragazzo pigro come pochi che non ha mai voglia di far nulla, ma che si iscrive al club di letteratura classica sotto consiglio di sua sorella, scoprendo così un'innata capacità deduttiva e logica nel risolvere misteri, ammetto che il personaggio mi è piaciuto particolarmente per il suo carattere dato che mi ci sono rispecchiato dentro. La protagonista femminile è Chitanda Eru, classica ragazza moe che non farebbe male neanche a una mosca, in alcuni parti davvero fastidiosa, ma come si fa a non amare i suoi occhioni viola? Infine abbiamo gli ultimi due personaggi principali, che in un anime romantico sarebbero la seconda coppia amorosa della serie, Satoshi Fukube e Mayaka Ibara, due personaggi con un carattere in entrambi molto marcato, però di cui l'uno l'opposto dell'altro. Nota veramente positiva sono le sigle di apertura e di chiusura che ho veramente apprezzato molto, mentre le OST devo dire che sono abbastanza sotto tono e rendevano in alcuni episodi le scene soporifere. In questo anime sinceramente non sono riuscito a raccogliere un messaggio che vuol dare l'anime, se non nel penultimo episodio dalle azioni di Fukube. Per il resto la serie non mi è dispiaciuta per niente e l'ho guardata senza troppe pretese. Peccato per il finale che avrebbe potuto sollevare il voto, ma nulla. Consiglio la serie a coloro che cercano un anime tranquillo da guardare magari per rilassarvi un pò.
Voto finale:6
Tratto dalla light novel di Honobu Yonezawa, "Hyouka" è un anime del 2012 prodotto dalla Kyoani. L'opera appartiene tanto al genere slice of life quanto a quello giallo/mistero con piccoli accenni di commedia romantica, questi ultimi presenti per lo più negli ultimi episodi dell'opera.
I protagonisti di Hyouka sono quattro ragazzi , Oreki Hotaro, Eru Chitanda, Satoshi Fukube e Mayaka Ibara, tutti e quattro iscritti al club di letteratura classica del liceo Kamiyama. Nel corso dei ventidue episodi si troveranno a risolvere una serie di misteri alcuni dureranno solo un episodio altri invece creranno piccoli archi narrativi della durata di tre-quattro episodi. Molte delle critiche che ho letto nei confronti di Hyouka sono relative proprio alla natura di questi misteri. Dimenticatevi infatti omicidi o crimini efferati come in Detective Conan, i misteri che dovranno risolvere i ragazzi del club di letteratura classica sono misteri semplici come capire chi è che ruba piccoli oggetti durante il festival scolastico oppure i motivi per cui a uno studente viene chiesto di recarsi in presidenza. Ciò che però conta non è la natura dei misteri ma come essi vengono risolti. "Hyouka" è infatti un chiaro omaggio all'opera più famosa dello scrittore scozzese Conan Doyle, Sherlock Holmes. Proprio come il famoso detective inglese Oreki risolverà gli enigmi che gli si presenteranno con la sola logica e il ragionamento.
Ma "Hyouka" è anche uno slice of life e per questa ragione grande spazio viene lasciato alla caratterizzazione dei personaggi e alla loro maturazione. Il cambiamento più evidente, ma non per questo il solo, è quello del protagonista che dopo l'incontro con Eru Chitanda cambierà lentamente il suo modo di vivere. Oreki è infatti travolto dalla vitalità di Eru Chitanda, dalla sua energia, dalla sua curiosità. Oreki è infatti un ragazzo che vuole vivere una vita che molti considererebbero "grigia", il suo motto è infatti "se posso non fare una cosa, allora non la faccio. Se devi farla, allora sarà meglio farla in fretta". Oreki è quindi un ragazzo dedito al risparmio delle forze che non ha particolari interessi e ciò diventa ancora più evidente quando sta vicino ai suoi amici, e in particolar modo a Chitanda, che invece vivono una vita "rosea". Questa contrapposizione tra vita rosea e grigia è presente già all'interno della bellissima siglia di apertura.
Dal punto di vista tecnico la serie rappresentava nel 2012 il top per animazioni e disegni. Per quanto riguarda le musiche sottolineo la presenza di brani di musica classica in particolar modo di Bach che si sposano ottimamente con l'atmosfera dell'opera.
"Hyouka" è a mio giudizio un capolavoro sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda storia e personaggi.
I protagonisti di Hyouka sono quattro ragazzi , Oreki Hotaro, Eru Chitanda, Satoshi Fukube e Mayaka Ibara, tutti e quattro iscritti al club di letteratura classica del liceo Kamiyama. Nel corso dei ventidue episodi si troveranno a risolvere una serie di misteri alcuni dureranno solo un episodio altri invece creranno piccoli archi narrativi della durata di tre-quattro episodi. Molte delle critiche che ho letto nei confronti di Hyouka sono relative proprio alla natura di questi misteri. Dimenticatevi infatti omicidi o crimini efferati come in Detective Conan, i misteri che dovranno risolvere i ragazzi del club di letteratura classica sono misteri semplici come capire chi è che ruba piccoli oggetti durante il festival scolastico oppure i motivi per cui a uno studente viene chiesto di recarsi in presidenza. Ciò che però conta non è la natura dei misteri ma come essi vengono risolti. "Hyouka" è infatti un chiaro omaggio all'opera più famosa dello scrittore scozzese Conan Doyle, Sherlock Holmes. Proprio come il famoso detective inglese Oreki risolverà gli enigmi che gli si presenteranno con la sola logica e il ragionamento.
Ma "Hyouka" è anche uno slice of life e per questa ragione grande spazio viene lasciato alla caratterizzazione dei personaggi e alla loro maturazione. Il cambiamento più evidente, ma non per questo il solo, è quello del protagonista che dopo l'incontro con Eru Chitanda cambierà lentamente il suo modo di vivere. Oreki è infatti travolto dalla vitalità di Eru Chitanda, dalla sua energia, dalla sua curiosità. Oreki è infatti un ragazzo che vuole vivere una vita che molti considererebbero "grigia", il suo motto è infatti "se posso non fare una cosa, allora non la faccio. Se devi farla, allora sarà meglio farla in fretta". Oreki è quindi un ragazzo dedito al risparmio delle forze che non ha particolari interessi e ciò diventa ancora più evidente quando sta vicino ai suoi amici, e in particolar modo a Chitanda, che invece vivono una vita "rosea". Questa contrapposizione tra vita rosea e grigia è presente già all'interno della bellissima siglia di apertura.
Dal punto di vista tecnico la serie rappresentava nel 2012 il top per animazioni e disegni. Per quanto riguarda le musiche sottolineo la presenza di brani di musica classica in particolar modo di Bach che si sposano ottimamente con l'atmosfera dell'opera.
"Hyouka" è a mio giudizio un capolavoro sia dal punto di vista tecnico che per quanto riguarda storia e personaggi.
"Hyouka" è un anime del 2012 composto da ventidue episodi e prodotto dallo studio Kyoto Animation. La serie è tratta dall'omonima light novel di Honobu Yonezawa.
Trama
L'anime ruota attorno alle vicende di Oreki Houtarou, uno studente dalla particolare filosofia di vita. Difatti il suo motto è: "Se non devo fare qualcosa, non lo farò, ma se devo, meglio farlo in fretta". Egli trascorre una vita scolastica monotona e grigia, a detta del suo migliore(e unico) amico, Satoshi Fukube. La routine del solitario e apatico Hotaro subisce uno sconvolgimento drastico quando, su richiesta esplicita della sorella, ex studente dell'istituto ed in quel momento in India, decide di iscriversi al club di letteratura classica, sull'orlo della chiusura. In teoria dovrebbe essere l'unico iscritto ma, quando entra nella stanza del club, incontra Chitanda Eru, una ragazza bellissima e particolarmente curiosa. Hotaro si chiede come abbia fatto la ragazza ad entrare li, siccome lui aveva la chiave. Spinto dalla curiosità di Chitanda, il nostro eroe risolve il mistero, ma non sa che la sua vita grigia può ormai considerarsi finita...
Punti di forza
- I protagonisti: il motivo principale per cui si deve seguire questa serie è la strana coppia protagonista. Hotaro è essenzialmente uno scansafatiche. Non è intelligente e nemmeno atletico, ma sa mettere in moto il cervello quando vuole, ed è perciò in grado di risolvere con facilità qualsiasi mistero gli venga proposto. Tuttavia egli ha bisogno di un motivo valido per accendersi... e chi meglio di una ragazza moe e dalla curiosità infinita!? Chitanda è figlia di una famiglia benestante, e abbina una bellezza disarmante ad un carattere unico e ad una discreta intelligenza. Nonostante non vi siano chissà quali momenti romantici(tranne un paio) si capisce che col passare del tempo si forma un legame più solido dell'amicizia...
- I rapporti fra protagonisti e personaggi secondari: è qui che la serie si esprime al meglio. Il rapporto di amicizia/odio fra Hotaro e Satoshi è estremamente dettagliato e particolare.Il secondo difatti si definisce un database, ed è invidioso della capacità di Hotaro di collegare gli eventi e risolvere le situazioni. Molto interessante è anche la relazione tra Satoshi e Mayaka, studentessa dichiaratamente innamorata di lui. Mentre la ragazza tenta invano di costruire un legame vero e proprio, Satoshi, pur corrispondendo, fugge dall'amore della ragazza. Perchè? A voi il piacere di scoprirlo.
- Il comparto tecnico: che KyoAni fosse uno studio di qualità era fuori discussione, ma stavolta ha veramente fatto grandi cose! Le OST sono ottime, così come opening ed ending. Gli scenari sono classici ma strutturati in modo sopraffino. La vera punta di diamante è però il disegno dei personaggi. Il chara è gradevole e ricco di dettagli. Menzione d'onore per gli occhi di Chitanda, uno spettacolo visivo con pochi eguali.
Punti di debolezza
- La lentezza: "Hyouka" è uno scolastico, per cui un genere non veloce di suo, però a volte si rivela troppo lento anche per chi come me ama questo genere. Gli eventi si susseguono con un ritmo assai allungato e perciò corre il rischio di scadere nella noia.
- Il finale: ecco cosa manca all'opera per meritare il massimo. Il finale in sé non è brutto, tuttavia è classico e per questo non riesce a convincere, in quanto inserito in una serie che di classico ha ben poco. Il solito finale che lascia un discreto amaro in bocca, e questo è un vero peccato.
Voto: 9/10
Consigliato a tutti gli amanti degli scolastici che cercano qualcosa di diverso ed anche a chi ama le atmosfere misteriose e non troppo caotiche, oppure a chi vuole prendersi una pausa dopo aver visto anime veloci e incalzanti. Nonostante si tratti di un'opera dal ritmo lento, si lascia guardare con piacere grazie ad un comparto tecnico sublime e ad una regia di livello.
Trama
L'anime ruota attorno alle vicende di Oreki Houtarou, uno studente dalla particolare filosofia di vita. Difatti il suo motto è: "Se non devo fare qualcosa, non lo farò, ma se devo, meglio farlo in fretta". Egli trascorre una vita scolastica monotona e grigia, a detta del suo migliore(e unico) amico, Satoshi Fukube. La routine del solitario e apatico Hotaro subisce uno sconvolgimento drastico quando, su richiesta esplicita della sorella, ex studente dell'istituto ed in quel momento in India, decide di iscriversi al club di letteratura classica, sull'orlo della chiusura. In teoria dovrebbe essere l'unico iscritto ma, quando entra nella stanza del club, incontra Chitanda Eru, una ragazza bellissima e particolarmente curiosa. Hotaro si chiede come abbia fatto la ragazza ad entrare li, siccome lui aveva la chiave. Spinto dalla curiosità di Chitanda, il nostro eroe risolve il mistero, ma non sa che la sua vita grigia può ormai considerarsi finita...
Punti di forza
- I protagonisti: il motivo principale per cui si deve seguire questa serie è la strana coppia protagonista. Hotaro è essenzialmente uno scansafatiche. Non è intelligente e nemmeno atletico, ma sa mettere in moto il cervello quando vuole, ed è perciò in grado di risolvere con facilità qualsiasi mistero gli venga proposto. Tuttavia egli ha bisogno di un motivo valido per accendersi... e chi meglio di una ragazza moe e dalla curiosità infinita!? Chitanda è figlia di una famiglia benestante, e abbina una bellezza disarmante ad un carattere unico e ad una discreta intelligenza. Nonostante non vi siano chissà quali momenti romantici(tranne un paio) si capisce che col passare del tempo si forma un legame più solido dell'amicizia...
- I rapporti fra protagonisti e personaggi secondari: è qui che la serie si esprime al meglio. Il rapporto di amicizia/odio fra Hotaro e Satoshi è estremamente dettagliato e particolare.Il secondo difatti si definisce un database, ed è invidioso della capacità di Hotaro di collegare gli eventi e risolvere le situazioni. Molto interessante è anche la relazione tra Satoshi e Mayaka, studentessa dichiaratamente innamorata di lui. Mentre la ragazza tenta invano di costruire un legame vero e proprio, Satoshi, pur corrispondendo, fugge dall'amore della ragazza. Perchè? A voi il piacere di scoprirlo.
- Il comparto tecnico: che KyoAni fosse uno studio di qualità era fuori discussione, ma stavolta ha veramente fatto grandi cose! Le OST sono ottime, così come opening ed ending. Gli scenari sono classici ma strutturati in modo sopraffino. La vera punta di diamante è però il disegno dei personaggi. Il chara è gradevole e ricco di dettagli. Menzione d'onore per gli occhi di Chitanda, uno spettacolo visivo con pochi eguali.
Punti di debolezza
- La lentezza: "Hyouka" è uno scolastico, per cui un genere non veloce di suo, però a volte si rivela troppo lento anche per chi come me ama questo genere. Gli eventi si susseguono con un ritmo assai allungato e perciò corre il rischio di scadere nella noia.
- Il finale: ecco cosa manca all'opera per meritare il massimo. Il finale in sé non è brutto, tuttavia è classico e per questo non riesce a convincere, in quanto inserito in una serie che di classico ha ben poco. Il solito finale che lascia un discreto amaro in bocca, e questo è un vero peccato.
Voto: 9/10
Consigliato a tutti gli amanti degli scolastici che cercano qualcosa di diverso ed anche a chi ama le atmosfere misteriose e non troppo caotiche, oppure a chi vuole prendersi una pausa dopo aver visto anime veloci e incalzanti. Nonostante si tratti di un'opera dal ritmo lento, si lascia guardare con piacere grazie ad un comparto tecnico sublime e ad una regia di livello.
"Hyouka" è una serie di ventidue episodi, prodotto del 2012, che racconta le vicende del club di letteratura classica di un normale liceo.
Il protagonista principale è Hotarou Oreki, uno studente della prima classe che vive la sua vita in base a un suo particolare modo di pensare: se non è necessario non lo faccio, se proprio devo farlo, lo faccio più in fretta possibile. La storia inizia quando, per accontentare la sorella ormai diplomata, Hotarou decide di riaprire il club di letteratura classica, convinto di dover fare solamente presenza in quanto unico membro. Nel momento in cui apre la porta del club troverà però una spiacevole sorpresa ad attenderlo: una ragazzina dai capelli corvini, Chitanda Eru, si è già iscritta al club; essendo un'amante dei misteri, non appena vede Hotarou risolvere con semplicità un caso per lei estremamente difficile, inizierà ad affidarsi a lui per trovare risposta ad ogni sua più piccola curiosità, costringendolo ad abbandonare la sua "vita a basso consumo di energia".
Ad affiancare i due protagonisti troviamo Satoshi Fukube, un ragazzo allegro e socievole, nonché migliore e unico amico di Hotarou, e Mayaka Ibara, una ragazza dal carattere particolare da tempo innamorata di Satoshi.
La trama, che inizialmente sembra promettere un piccolo capolavoro, si rivela in realtà più banale del previsto; il problema principale di questa serie è proprio questo: i casi da risolvere, per quanto accuratamente approfonditi, sono per la maggior parte banali. Con banali non intendo che siano facili da risolvere, anzi, tutt'altro, ma contrariamente a come si potrebbe pensare non si indaga quasi mai su un qualcosa di serio, bensì sul nulla; esempio eclatante è quello di un episodio che mira a svelare come mai un insegnante abbia sbagliato a leggere il proprio registro.
Un vero peccato, visto che tutti gli altri elementi che compongono la serie sono ottimi, a partire dai personaggi, che sono interessanti, ben caratterizzati e che riescono a coinvolgere lo spettatore sin dalla prime puntate.
Tecnicamente nulla di dire, ottimo il character design e gli sfondi; il comparto sonoro vanta dei pezzi di grande spessore, a partire dalle sigle di apertura e chiusura molto orecchiabili; altrettanto curato il lavoro svolto dalla regia.
In conclusione, una serie che avrebbe potuto rendere molto meglio se i casi da risolvere fossero stati leggermente più seri e coinvolgenti; tuttavia la novel da cui sono tratti questi ventidue episodi è ancora in corso e quindi il futuro potrebbe rivelarci qualcosa di più sostanzioso. Per lo stesso motivo tuttavia questa serie non ha potuto presentarci un vero e proprio finale, lasciando senza risposta troppe domande.
Non resta altro che sperare in una seconda stagione una volta che la novel sarà conclusa.
Il protagonista principale è Hotarou Oreki, uno studente della prima classe che vive la sua vita in base a un suo particolare modo di pensare: se non è necessario non lo faccio, se proprio devo farlo, lo faccio più in fretta possibile. La storia inizia quando, per accontentare la sorella ormai diplomata, Hotarou decide di riaprire il club di letteratura classica, convinto di dover fare solamente presenza in quanto unico membro. Nel momento in cui apre la porta del club troverà però una spiacevole sorpresa ad attenderlo: una ragazzina dai capelli corvini, Chitanda Eru, si è già iscritta al club; essendo un'amante dei misteri, non appena vede Hotarou risolvere con semplicità un caso per lei estremamente difficile, inizierà ad affidarsi a lui per trovare risposta ad ogni sua più piccola curiosità, costringendolo ad abbandonare la sua "vita a basso consumo di energia".
Ad affiancare i due protagonisti troviamo Satoshi Fukube, un ragazzo allegro e socievole, nonché migliore e unico amico di Hotarou, e Mayaka Ibara, una ragazza dal carattere particolare da tempo innamorata di Satoshi.
La trama, che inizialmente sembra promettere un piccolo capolavoro, si rivela in realtà più banale del previsto; il problema principale di questa serie è proprio questo: i casi da risolvere, per quanto accuratamente approfonditi, sono per la maggior parte banali. Con banali non intendo che siano facili da risolvere, anzi, tutt'altro, ma contrariamente a come si potrebbe pensare non si indaga quasi mai su un qualcosa di serio, bensì sul nulla; esempio eclatante è quello di un episodio che mira a svelare come mai un insegnante abbia sbagliato a leggere il proprio registro.
Un vero peccato, visto che tutti gli altri elementi che compongono la serie sono ottimi, a partire dai personaggi, che sono interessanti, ben caratterizzati e che riescono a coinvolgere lo spettatore sin dalla prime puntate.
Tecnicamente nulla di dire, ottimo il character design e gli sfondi; il comparto sonoro vanta dei pezzi di grande spessore, a partire dalle sigle di apertura e chiusura molto orecchiabili; altrettanto curato il lavoro svolto dalla regia.
In conclusione, una serie che avrebbe potuto rendere molto meglio se i casi da risolvere fossero stati leggermente più seri e coinvolgenti; tuttavia la novel da cui sono tratti questi ventidue episodi è ancora in corso e quindi il futuro potrebbe rivelarci qualcosa di più sostanzioso. Per lo stesso motivo tuttavia questa serie non ha potuto presentarci un vero e proprio finale, lasciando senza risposta troppe domande.
Non resta altro che sperare in una seconda stagione una volta che la novel sarà conclusa.
Scegliere il voto di questa opera è una vera impresa infatti l'ho già cambiato almeno 6 volte... Sarebbe 7 e mezzo ma ora scrivendone la recensione spero di fare chiarezza nella mia mente e scegliere il voto finale...
Perché mi mette tanto in crisi questo anime? Per due motivi principalmente: E' stato uno dei primissimi anime che ho visto da quando mi sono interessato a questo tipo di arte, quindi non avevo termini di paragone con il quale confrontarlo, e perché è un anime al quale trovo dei pregi fantastici e dei difetti altrettanto grandi.
La storia narra di un ragazzo, Oreki, particolarmente pigro ed apatico ma con un acutissimo spirito d'osservazione, che costretto dalla sorella si inscrive al club di letteratura. Qui incontra Chitanda, una ragazza completamente opposta a lui, piena di curiosità e di una vivacità incontenibile; lei con la sua travolgente energia lo costringerà ogni puntata a risolvere un diverso mistero per poter la sua insaziabile voglia di sapere.
La caratterizzazione dei personaggi, in particolare dei quattro protagonisti, è incredibilmente interessante; infatti le dinamiche interne al gruppo sono una delle cose che mi è piaciuta di più dell'intero anime, da contrappeso però dobbiamo constatare che tutti i personaggi di cornice sono davvero banali e di poco conto.
Il disegno è bello, ma quello che davvero di questo anime mi ha sconvolto sono le animazioni (infatti dopo ho saputo che ha vinto il premio per la migliore animazione), fluidissime e fatte sempre molto pulite, probabilmente le migliori che abbia mai visto in un anime. Anche le musiche, opening ed ending sono sempre ben fatte. In pratica complimenti al reparto tecnico, ha fatto davvero un lavoro eccelso.
Ora analizziamo più nel dettaglio pregi e difetti. Partiamo da quest'ultimi: Gli enigmi, che dovrebbero essere il fulcro dell'anime, sono quasi del tutto inconsistenti e per nulla interessanti da risolvere, con poche eccezioni sono tutti quasi ignorabili parlando di questa opera. Quindi si finisce per annoiarsi spesso e volentieri, e la noia si sa, è il peggior nemico di tutto ciò che ha il compito di intrattenere.
Però a compensare un difetto così grande c'è Chitanda. Lei è probabilmente uno dei personaggi meglio riusciti di sempre (infatti l'anime ha vinto un primo premio per lei, non sono l'unico scemo che nota le cose), è energica e rende questa opera davvero interessante. Tutto in lei è al posto giusto, la doppiatrice scelta è la voce adatta alla personalità, movenze, sguardi ed aspetto, tutto è stato ben predisposto per farne uno dei personaggi femminili più riusciti di sempre... Diciamo che Chitanda alla fine ha fatto vincere 8 a questo anime, senza di lei probabilmente gli avrei dato 7 se non 6.
Non lo consiglio particolarmente, non è interessante o d'intrattenimento. Ma sia per l'animazioni che per i personaggi dovrebbe essere visto per cultura generale sugli anime.
Perché mi mette tanto in crisi questo anime? Per due motivi principalmente: E' stato uno dei primissimi anime che ho visto da quando mi sono interessato a questo tipo di arte, quindi non avevo termini di paragone con il quale confrontarlo, e perché è un anime al quale trovo dei pregi fantastici e dei difetti altrettanto grandi.
La storia narra di un ragazzo, Oreki, particolarmente pigro ed apatico ma con un acutissimo spirito d'osservazione, che costretto dalla sorella si inscrive al club di letteratura. Qui incontra Chitanda, una ragazza completamente opposta a lui, piena di curiosità e di una vivacità incontenibile; lei con la sua travolgente energia lo costringerà ogni puntata a risolvere un diverso mistero per poter la sua insaziabile voglia di sapere.
La caratterizzazione dei personaggi, in particolare dei quattro protagonisti, è incredibilmente interessante; infatti le dinamiche interne al gruppo sono una delle cose che mi è piaciuta di più dell'intero anime, da contrappeso però dobbiamo constatare che tutti i personaggi di cornice sono davvero banali e di poco conto.
Il disegno è bello, ma quello che davvero di questo anime mi ha sconvolto sono le animazioni (infatti dopo ho saputo che ha vinto il premio per la migliore animazione), fluidissime e fatte sempre molto pulite, probabilmente le migliori che abbia mai visto in un anime. Anche le musiche, opening ed ending sono sempre ben fatte. In pratica complimenti al reparto tecnico, ha fatto davvero un lavoro eccelso.
Ora analizziamo più nel dettaglio pregi e difetti. Partiamo da quest'ultimi: Gli enigmi, che dovrebbero essere il fulcro dell'anime, sono quasi del tutto inconsistenti e per nulla interessanti da risolvere, con poche eccezioni sono tutti quasi ignorabili parlando di questa opera. Quindi si finisce per annoiarsi spesso e volentieri, e la noia si sa, è il peggior nemico di tutto ciò che ha il compito di intrattenere.
Però a compensare un difetto così grande c'è Chitanda. Lei è probabilmente uno dei personaggi meglio riusciti di sempre (infatti l'anime ha vinto un primo premio per lei, non sono l'unico scemo che nota le cose), è energica e rende questa opera davvero interessante. Tutto in lei è al posto giusto, la doppiatrice scelta è la voce adatta alla personalità, movenze, sguardi ed aspetto, tutto è stato ben predisposto per farne uno dei personaggi femminili più riusciti di sempre... Diciamo che Chitanda alla fine ha fatto vincere 8 a questo anime, senza di lei probabilmente gli avrei dato 7 se non 6.
Non lo consiglio particolarmente, non è interessante o d'intrattenimento. Ma sia per l'animazioni che per i personaggi dovrebbe essere visto per cultura generale sugli anime.
Anime difficile da valutare, molto criticato per altro, soprattutto per la categoria "mistero" che anche io non credo sia realmente corretta.
Hyouka non è quello che ci si aspetta, non mostra un club di investigatori in erba, amori scolastici e vita quotidiana da tipico anime scadente nello shojo, è una serie che analizza un personaggio usando tutto l'intorno scolastico e l'amicizia del gruppetto del club di letteratura classica e lo fa in modo forse eccessivamente realistico, da risultare quindi lento per lo spettatore, ma di fatto la crescita di questi ragazzini è proporzionata ad una casistica che si potrebbe dire reale, niente eventi drammatici o scene con dichiarazioni epico cavalleresche, sono ragazzini hanno ognuno il suo carattere (Oreki in più ha una personalità davvero spigolosa) e agiscono e reagiscono da adolescenti.
La trama insegue di fatto Oreki ed il crollare lento ed inesorabile del suo motto da fancazzista di non fare niente che non vuole fare e fare rapidamente ciò a cui è obbligato, ovviamente il ruolo di Chitanda è per forza di cose essenziale in questa analisi, essendo lei il deus ex machina del cambiamento di Oreki, ma nemmano a lei si da davvero spazio di analisi, la crescita che lo spettatore guarda, il punto di vista da cui si guarda per tutto il tempo è quello di Oreki stesso. Questa cosa ovviamente toglie un po' di valore al tutto, sarebbe stato bello capire fino in fondo tutti e quattro i membri del club di letteratura, anche perché in molti episodi vengono rubate informazioni collaterali, tuttavia la serie non cede a guardare gli altri personaggi per davvero. Questo non fa però di loro dei pupazzi incoerenti, anche se con picchi eccentrici magari eccessivi, come la stravagante Chitanda e le sue crisi di curiosità, mostrano di avere una qualche struttura questi soggetti, semplicemente non è tutto in superficie e non tutto è visibile, quello che Oreki riuscirà a vedere e scoprire in loro sarà quanto lo spettatore riuscirà a percepire.
Essendo tutto incentrato sul pg in crescita ed analisi la storia non è una storia, si seguono i momenti quotidiani del club di letteratura e della vita di questo ragazzo, i così detti misteri non sono tali, sono semplici sequenze di logica deduttiva ogni volta con un soggetto diverso, l'unico vero "mystery" è quello sullo zio di Chitanda e del nome dell'annuario che di fatto è l'evento che rende il club unito, motivo per cui secondo me come categoria è sbagliata per questa serie. Non è un vero investigativo, semplicemente la grande capacità di analisi deduttiva e analitica di Oreki sono la caratteristica che lo legheranno al personaggio di Chitanda e daranno il via al suo cambiamento/crescita.
Il comparto tecnico di questa serie è davvero spettacolare, il tratto è pulito, i personaggi sono realizzati molto bene si nota proprio il tratto tra bambino e adolescente che sottolinea ancora di più il concetto di transizione. Le animazioni sono molto buone e ho travato molto bello il fatto che i colori seguano come Oreki vede le cose e quindi Chitanda è di fatto un'esplosione di colori intensi, rispetto al grigio da cui lui proviene. Le musiche sono graziose, ma a farla da padrone sono i dialoghi quindi non ci sono grandi momenti del comparto sonoro.
Direi che è una buona serie, nonostante la forzatura di trama ad insistere che ci sia sempre una risoluzione di mistero insieme a ciò che permette al protagonista di analizzare il proprio intorno e come lui stesso stia cambiando.
Hyouka non è quello che ci si aspetta, non mostra un club di investigatori in erba, amori scolastici e vita quotidiana da tipico anime scadente nello shojo, è una serie che analizza un personaggio usando tutto l'intorno scolastico e l'amicizia del gruppetto del club di letteratura classica e lo fa in modo forse eccessivamente realistico, da risultare quindi lento per lo spettatore, ma di fatto la crescita di questi ragazzini è proporzionata ad una casistica che si potrebbe dire reale, niente eventi drammatici o scene con dichiarazioni epico cavalleresche, sono ragazzini hanno ognuno il suo carattere (Oreki in più ha una personalità davvero spigolosa) e agiscono e reagiscono da adolescenti.
La trama insegue di fatto Oreki ed il crollare lento ed inesorabile del suo motto da fancazzista di non fare niente che non vuole fare e fare rapidamente ciò a cui è obbligato, ovviamente il ruolo di Chitanda è per forza di cose essenziale in questa analisi, essendo lei il deus ex machina del cambiamento di Oreki, ma nemmano a lei si da davvero spazio di analisi, la crescita che lo spettatore guarda, il punto di vista da cui si guarda per tutto il tempo è quello di Oreki stesso. Questa cosa ovviamente toglie un po' di valore al tutto, sarebbe stato bello capire fino in fondo tutti e quattro i membri del club di letteratura, anche perché in molti episodi vengono rubate informazioni collaterali, tuttavia la serie non cede a guardare gli altri personaggi per davvero. Questo non fa però di loro dei pupazzi incoerenti, anche se con picchi eccentrici magari eccessivi, come la stravagante Chitanda e le sue crisi di curiosità, mostrano di avere una qualche struttura questi soggetti, semplicemente non è tutto in superficie e non tutto è visibile, quello che Oreki riuscirà a vedere e scoprire in loro sarà quanto lo spettatore riuscirà a percepire.
Essendo tutto incentrato sul pg in crescita ed analisi la storia non è una storia, si seguono i momenti quotidiani del club di letteratura e della vita di questo ragazzo, i così detti misteri non sono tali, sono semplici sequenze di logica deduttiva ogni volta con un soggetto diverso, l'unico vero "mystery" è quello sullo zio di Chitanda e del nome dell'annuario che di fatto è l'evento che rende il club unito, motivo per cui secondo me come categoria è sbagliata per questa serie. Non è un vero investigativo, semplicemente la grande capacità di analisi deduttiva e analitica di Oreki sono la caratteristica che lo legheranno al personaggio di Chitanda e daranno il via al suo cambiamento/crescita.
Il comparto tecnico di questa serie è davvero spettacolare, il tratto è pulito, i personaggi sono realizzati molto bene si nota proprio il tratto tra bambino e adolescente che sottolinea ancora di più il concetto di transizione. Le animazioni sono molto buone e ho travato molto bello il fatto che i colori seguano come Oreki vede le cose e quindi Chitanda è di fatto un'esplosione di colori intensi, rispetto al grigio da cui lui proviene. Le musiche sono graziose, ma a farla da padrone sono i dialoghi quindi non ci sono grandi momenti del comparto sonoro.
Direi che è una buona serie, nonostante la forzatura di trama ad insistere che ci sia sempre una risoluzione di mistero insieme a ciò che permette al protagonista di analizzare il proprio intorno e come lui stesso stia cambiando.
Hyōka è una serie del 2012 costituita da 22 episodi di durata canonica, trasposizione animata di una serie di light novel scritta da Honobu Yonezawa.
L'anime racconta le vicende scolastiche di Houtarou Oreki, studente liceale che vive all'insegna del risparmio delle proprie energie, sia fisiche che mentali, e che preferisce un'esistenza grigia e priva di sforzi all'adolescenza vivace e multicolore tanto amata dagli altri ragazzi. Il giovane, quasi per caso, incontra Chitanda Eru, studentessa affetta da un'inesauribile curiosità e da un patologico bisogno di trovare delle risposte a tutte le domande che le passano per la testa, anche le più insignificanti. Oreki si iscrive, dunque, al Club di Letteratura di cui Chitanda è l'unico membro, club cui poi si uniranno altri due amici del protagonista. Insieme risolveranno diversi piccoli misteri scolastici, grazie soprattutto (diciamo unicamente) alle grandi doti deduttive del protagonista, capace di arrivare alle giuste conclusioni grazie a pochi indizi e al potere della logica.
Ennesimo riadattamento animato di light novel da parte della Kyoto Animation, Hyōka conferma la straordinaria cura che questo studio dedica al comparto tecnico: ottima colonna sonora, superbe animazioni (il primo "Sono curiosa! Non riesco a togliermelo dalla testa!" di Chitanda è semplicemente memorabile) e splendidi colori e scenografie, in particolare gli scorci della campagna.
Il character design è pressoché lo stesso di altri anime della stessa casa produttrice ( "Kyoukai no Kanata" e "Chūnibyō Demo Koi ga Shitai!") e, di conseguenza piacevole, anche se con la solita estenuante ricerca dell'ultimate moe, il cui risultato si concretizza definitivamente nella dolce Chitanda.
I personaggi sono abbastanza piatti dal punto di vista psicologico e non sono interessati da alcuna crescita comportamentale: il protagonista, in particolare, nonostante le continue insistenze di Chitanda, che lo trascina nelle indagini più disparate, non matura affatto; fino alla fine è ferreo nelle sue convinzioni, nel credere privo di senso ogni sforzo o azione fuori dalla norma. Questo me lo ha reso abbastanza antipatico: ritengo la sua una mera pigrizia, camuffata con qualche banale scusa sul risparmio energetico.
Gli altri personaggi ( tra l'altro il cast è molto ridotto) sono sostanzialmente inutili: incidono molto poco sulla risoluzione dei casi e hanno anche uno spasso ridotto all'interno della serie.
Chitanda dovrebbe essere il fulcro dell'anime, eppure ha l'unico scopo di costringere Oreki a soddisfare le sue curiosità. Non c'è neppure una storia d'amore col protagonista;
Satoshi, l'amico di Oreki, è meno che una spalla, ma è l'unico che maturerà nel corso della storia: riuscirà ad ammettere di essere invidioso del protagonista e della sue capacità investigative;
Mayaka, il quarto membro del Club di Letteratura, è persino più inutile di Satoshi, di cui è innamorata e con il quale battibeccherà in più occasioni;
Irisu, l'unico personaggio estraneo al club che appare più di frequente nella serie, è una classica femmina dominante e calcolatrice, proveniente da una buona famiglia. Proporrà un caso al protagonista e, in seguito, si farà vedere di tanto in tanto.
Ciò che mi ha colpito negativamente è l'assenza di una trama o di un obiettivo dei personaggi: ad eccezione dei primissimi episodi, in cui viene svelato il perché del titolo stesso dell'anime ( rimane l'indagine più intrigante), c'è ben poco mistero. Si susseguono casi di scarsissima importanza, che si risolvono in un nulla di fatto e che hanno l'unico scopo di liberare Chitanda dai propri dubbi riguardanti quelle che poi si rivelano essere solo delle piccolezze scolastiche, scherzi e via dicendo. L'unico aspetto affascinante è costituito dalle animazioni che accompagnano i ragionamenti del protagonista
C'è anche da considerare la lentezza esasperante con cui si trascinano gli episodi: 3 intere puntate per un festival culturale non le avevo mai viste.
In conclusione trovo che Hyōka sia un anime relativamente noioso, in cui l'importanza dei colpi di scena, seppur frequenti, è ridimensionata dal fatto che i "misteri" di cui si occupano i protagonisti siano delle totali sciocchezze.
La sufficienza è raggiunta grazie alle meravigliose animazioni, ad alcuni panorami mozzafiato e all'adorabile Chitanda Eru.
L'anime racconta le vicende scolastiche di Houtarou Oreki, studente liceale che vive all'insegna del risparmio delle proprie energie, sia fisiche che mentali, e che preferisce un'esistenza grigia e priva di sforzi all'adolescenza vivace e multicolore tanto amata dagli altri ragazzi. Il giovane, quasi per caso, incontra Chitanda Eru, studentessa affetta da un'inesauribile curiosità e da un patologico bisogno di trovare delle risposte a tutte le domande che le passano per la testa, anche le più insignificanti. Oreki si iscrive, dunque, al Club di Letteratura di cui Chitanda è l'unico membro, club cui poi si uniranno altri due amici del protagonista. Insieme risolveranno diversi piccoli misteri scolastici, grazie soprattutto (diciamo unicamente) alle grandi doti deduttive del protagonista, capace di arrivare alle giuste conclusioni grazie a pochi indizi e al potere della logica.
Ennesimo riadattamento animato di light novel da parte della Kyoto Animation, Hyōka conferma la straordinaria cura che questo studio dedica al comparto tecnico: ottima colonna sonora, superbe animazioni (il primo "Sono curiosa! Non riesco a togliermelo dalla testa!" di Chitanda è semplicemente memorabile) e splendidi colori e scenografie, in particolare gli scorci della campagna.
Il character design è pressoché lo stesso di altri anime della stessa casa produttrice ( "Kyoukai no Kanata" e "Chūnibyō Demo Koi ga Shitai!") e, di conseguenza piacevole, anche se con la solita estenuante ricerca dell'ultimate moe, il cui risultato si concretizza definitivamente nella dolce Chitanda.
I personaggi sono abbastanza piatti dal punto di vista psicologico e non sono interessati da alcuna crescita comportamentale: il protagonista, in particolare, nonostante le continue insistenze di Chitanda, che lo trascina nelle indagini più disparate, non matura affatto; fino alla fine è ferreo nelle sue convinzioni, nel credere privo di senso ogni sforzo o azione fuori dalla norma. Questo me lo ha reso abbastanza antipatico: ritengo la sua una mera pigrizia, camuffata con qualche banale scusa sul risparmio energetico.
Gli altri personaggi ( tra l'altro il cast è molto ridotto) sono sostanzialmente inutili: incidono molto poco sulla risoluzione dei casi e hanno anche uno spasso ridotto all'interno della serie.
Chitanda dovrebbe essere il fulcro dell'anime, eppure ha l'unico scopo di costringere Oreki a soddisfare le sue curiosità. Non c'è neppure una storia d'amore col protagonista;
Satoshi, l'amico di Oreki, è meno che una spalla, ma è l'unico che maturerà nel corso della storia: riuscirà ad ammettere di essere invidioso del protagonista e della sue capacità investigative;
Mayaka, il quarto membro del Club di Letteratura, è persino più inutile di Satoshi, di cui è innamorata e con il quale battibeccherà in più occasioni;
Irisu, l'unico personaggio estraneo al club che appare più di frequente nella serie, è una classica femmina dominante e calcolatrice, proveniente da una buona famiglia. Proporrà un caso al protagonista e, in seguito, si farà vedere di tanto in tanto.
Ciò che mi ha colpito negativamente è l'assenza di una trama o di un obiettivo dei personaggi: ad eccezione dei primissimi episodi, in cui viene svelato il perché del titolo stesso dell'anime ( rimane l'indagine più intrigante), c'è ben poco mistero. Si susseguono casi di scarsissima importanza, che si risolvono in un nulla di fatto e che hanno l'unico scopo di liberare Chitanda dai propri dubbi riguardanti quelle che poi si rivelano essere solo delle piccolezze scolastiche, scherzi e via dicendo. L'unico aspetto affascinante è costituito dalle animazioni che accompagnano i ragionamenti del protagonista
C'è anche da considerare la lentezza esasperante con cui si trascinano gli episodi: 3 intere puntate per un festival culturale non le avevo mai viste.
In conclusione trovo che Hyōka sia un anime relativamente noioso, in cui l'importanza dei colpi di scena, seppur frequenti, è ridimensionata dal fatto che i "misteri" di cui si occupano i protagonisti siano delle totali sciocchezze.
La sufficienza è raggiunta grazie alle meravigliose animazioni, ad alcuni panorami mozzafiato e all'adorabile Chitanda Eru.
"Hyouka" è un anime uscito nella florida stagione del 2012, a metà strada tra il genere di commedia e quello scolastico, anzi, meglio dire che è una fusione tra questi due generi. Prima di incominciare a narrare un pochino le vicende di Houtarou Oreki e Eru Chitanda, vorrei subito affermare il piacere che ho avuto nel guardare questa serie animata, non solo per la comicità presente in essa, ma anche per la regia davvero eccellente.
Dunque, incomincerei col descrivere Houtarou Oreki, un ragazzo davvero particolare, perché fonda la sua esistenza, non solo scolastica, sul "non far niente" e se proprio "farlo nel minor tempo possibile"… una filosofia di vita davvero particolare che lo porta ad esiliarsi dal mondo dei suoi compagni. Con lui ci sono Mayaka Ibara, ragazza impegnata nella biblioteca scolastica e appassionata di anime/manga, e Satoshi Fukube, amico d'infanzia, dotato di grande energia ed entusiasmo, ma segretamente deluso si sé, proprio per il motivo di non saper eccellere in nulla.
L'esistenza di Oreki procede tranquilla e spensierata, fino a che la sorella non gli invia una strana richiesta: iscriversi al club di letteratura al fine di evitare che quest'ultimo venga cancellato. Il protagonista della nostra storia accetta, anche se a malincuore, e si dirige sconsolato nell'aula del club, dove, però, trova ad attenderlo Eru Chitanda, ragazza tutta particolare. Il suo fascino è paragonabile soltanto alla sua estrema curiosità che, come si potrà vedere nel corso delle varie puntate, la porterà (insieme a Oreki) ad affrontare strani casi e misteri apparentemente irrisolvibili.
Da questo incontro la monotona vita del giovane cambia letteralmente; senza accorgersi Chitanda riuscirà a spronarlo sempre di più e mostrerà un'incredibile capacità intellettiva. Oreki non è intelligente, ma è dotato di un dono davvero speciale: concentrandosi riesce a ricostruire la storia di quasi tutti i misteri, dai più banali a quelli più complicati...
La storia presenta molteplici avvenimenti, apparentemente distinti e scollegati l'un l'altro, ma collegati tutti dal filo rosso di Chitanda. I due giovani scolari si avvicineranno sempre di più, riuscendo così a cambiarsi reciprocamente. La prima troverà, grazie a Oreki, il prezioso ricordo dello zio, collegato al mistero dell'annuario del club (Hyou-ka appunto), mentre il secondo sarà costretto ad abbandonare il suo vecchio comportamento, tornando man mano alla vita.
Personalmente ho apprezzato molto la dinamica generale dell'anime che, da situazioni buffe, riesce a tirar fuori strani casi, coinvolgendo così lo spettatore, che è continuamente spronato a risolvere anch'egli i vari misteri proposti.
La grafica è ottima e i colori tenui e leggermente spenti, si accendono improvvisamente sotto lo sguardo curioso della bella Chitanda. La regia è la ciliegina sulla torta, nuova e coinvolgente.
Non sono un esperto del settore, ma credo che "Hyouka", a livello tecnico, sia davvero ben realizzato.
Consigliato! Uno Sherlock Holmes moderno, maggiormente vicino alla realtà dei nostri giorni e al mondo dei ragazzi, dove si alternano catene logiche e ragionamenti stupefacenti, a situazioni amorose e questioni di cuore. Nonostante ci siano molte scene parlate, in cui il pensiero dei protagonisti viene approfondito e si analizza la sequenza delle riflessioni volte a scoprire la verità, la scena non si ferma e risulta lo stesso appassionante.
Voto finale: 8
Dunque, incomincerei col descrivere Houtarou Oreki, un ragazzo davvero particolare, perché fonda la sua esistenza, non solo scolastica, sul "non far niente" e se proprio "farlo nel minor tempo possibile"… una filosofia di vita davvero particolare che lo porta ad esiliarsi dal mondo dei suoi compagni. Con lui ci sono Mayaka Ibara, ragazza impegnata nella biblioteca scolastica e appassionata di anime/manga, e Satoshi Fukube, amico d'infanzia, dotato di grande energia ed entusiasmo, ma segretamente deluso si sé, proprio per il motivo di non saper eccellere in nulla.
L'esistenza di Oreki procede tranquilla e spensierata, fino a che la sorella non gli invia una strana richiesta: iscriversi al club di letteratura al fine di evitare che quest'ultimo venga cancellato. Il protagonista della nostra storia accetta, anche se a malincuore, e si dirige sconsolato nell'aula del club, dove, però, trova ad attenderlo Eru Chitanda, ragazza tutta particolare. Il suo fascino è paragonabile soltanto alla sua estrema curiosità che, come si potrà vedere nel corso delle varie puntate, la porterà (insieme a Oreki) ad affrontare strani casi e misteri apparentemente irrisolvibili.
Da questo incontro la monotona vita del giovane cambia letteralmente; senza accorgersi Chitanda riuscirà a spronarlo sempre di più e mostrerà un'incredibile capacità intellettiva. Oreki non è intelligente, ma è dotato di un dono davvero speciale: concentrandosi riesce a ricostruire la storia di quasi tutti i misteri, dai più banali a quelli più complicati...
La storia presenta molteplici avvenimenti, apparentemente distinti e scollegati l'un l'altro, ma collegati tutti dal filo rosso di Chitanda. I due giovani scolari si avvicineranno sempre di più, riuscendo così a cambiarsi reciprocamente. La prima troverà, grazie a Oreki, il prezioso ricordo dello zio, collegato al mistero dell'annuario del club (Hyou-ka appunto), mentre il secondo sarà costretto ad abbandonare il suo vecchio comportamento, tornando man mano alla vita.
Personalmente ho apprezzato molto la dinamica generale dell'anime che, da situazioni buffe, riesce a tirar fuori strani casi, coinvolgendo così lo spettatore, che è continuamente spronato a risolvere anch'egli i vari misteri proposti.
La grafica è ottima e i colori tenui e leggermente spenti, si accendono improvvisamente sotto lo sguardo curioso della bella Chitanda. La regia è la ciliegina sulla torta, nuova e coinvolgente.
Non sono un esperto del settore, ma credo che "Hyouka", a livello tecnico, sia davvero ben realizzato.
Consigliato! Uno Sherlock Holmes moderno, maggiormente vicino alla realtà dei nostri giorni e al mondo dei ragazzi, dove si alternano catene logiche e ragionamenti stupefacenti, a situazioni amorose e questioni di cuore. Nonostante ci siano molte scene parlate, in cui il pensiero dei protagonisti viene approfondito e si analizza la sequenza delle riflessioni volte a scoprire la verità, la scena non si ferma e risulta lo stesso appassionante.
Voto finale: 8
Molto probabilmente, almeno una volta nella vita o almeno per chi è amante del genere giallo e mistero, avrebbe voluto diventare anche solo per un attimo un detective capace di risolvere qualsiasi caso, e poco importa se i casi da risolvere non sono dei famigerati gialli dalla trama impossibile, ma invece dei piccoli misteri quotidiani, dove per un certo verso anche per questi è necessario almeno un briciolo di complicanze.
Hyouka parla proprio della storia di Hotaru un ragazzo che ha fatto del suo stile di vita il motto "faccio solo quello che sono costretto a fare e lo faccio in fretta" e io aggiungo "meglio farlo a risparmio energetico". Fin dall'inizio sembra non avere stimoli, sempre svogliato, al punto che quasi sembra non avere voglia nemmeno di fare nuove amicizie. Lo stimolo però le arriva dalla sorella che tramite una lettera, praticamente lo obbliga a entrare a far parte del club di letteratura a cui lei stessa nel periodo liceale era iscritta. Da quel momento inizia per lui un periodo di cambiamenti. Nel club incontra Chitanda Eru ragazza dal carattere sdolcinato, incuriosita di tutto ciò che le succede intorno, ed è appartenente ad una famiglia influente della zona. La parte migliore di Chitanda è proprio questa sua voglia di conoscere e di scoprire al punto che per Hotaru diventa stimolo per fare qualcosa, tra cui quello di risolvere questi piccoli misteri. I due scopriranno poi che c'è molto di più di una amicizia. A contorno di Hotaru e Chitanda ci sono poi Satoshi e Mayaka che aiutano Hotaru a risolvere i casi e i piccoli misteri, e saranno poi loro che daranno vita alle scene più coinvolgenti. Durante la serie questi personaggi subiranno dei cambiamenti interiori che gli porta a maturare e a capire chi più chi meno, cosa farne della propria vita, soprattutto per Hotaru, così restio a voler combinare qualcosa.
La storia scorre senza grandi intoppi, a parer mio credo che addirittura si possa dividere la serie in tre parti, in quanto la prima viene dedicata alla risoluzione di un caso di Chitanda, la seconda al festival culturale e ad un mistero ad esso legato, e la terza parte al sentimentalismo per i più romantici.
A ogni puntata si parte molto spesso da cose anche po banali, per poi portare alla risoluzione di un mistero, che parte dalla curiosità di Chitanda e finisce con la risoluzione di questo da parte di Hotaru. Alcune puntate sono auto-conclusive, al punto che guardarle o meno non cambia il risultato finale della trama generale della serie, per cui ho anche pensato che le avrei potute benissimo saltare. Tuttavia se anche qualche mistero è risultato un po troppo banale, la capacità dell'anime sta nel fatto che porta lo spettatore a non forviare l'attenzione, questo perché permette di incuriosirsi e di voler conoscere la verità e la teoria di Hotaru. Questa attenzione rimane per tutta la serie. Al punto che forse la figura di Chitanda viene associata a quello dello spettatore stesso che si ritrova da prima a pensare quanto lei sia carina a chiedere ad Hotaru di risolvere il mistero, e poi ad essere praticamente uguale a lei in quanto si desidera per entrambi conoscere la verità.
Con la grafica e l'animazione hanno fatto un lavoro eccellente come a pochi anime hanno saputo fare. Fin dall'inizio già l'aula del club di letteratura sarà per via dei colori, e per la sistemazione dell'arredamento dell'aula, sembra di essere in un ufficio di investigazione tipico giapponese. Questo arredamento spoglio viene poi rivoluzionato nel festival culturale che grazie ai colori più accesi ai cartelloni dei club super colorati porta lo spettatore subito in un clima di festa permettendogli quasi di entrare nella scuola e sembrare un visitatore furtivo. Da questi colori di festa si passa poi ai calori caldi del rosa giallo arancione dell'ultima parte della serie che porta lo spettatore nel clima del sentimentalismo accentuato talaltro dalla fioritura del ciliegio disegnato egregiamente.
Il sonoro è veramente ottimo. Le musiche si adattano perfettamente alla storia e permettono di passare da un clima di attenzione, ad esempio quando Hotaru elabora le sue teorie, a quello invece dello semplice scorrere del tempo ad esempio i suoni della città o le musiche tradizionali durante le festività. Opening e ending veramente gradevoli. Personalmente ho apprezzato di più la prima opening, rispetto alla seconda.
In generale, non posso non dare un voto più che positivo. È vero che per qualche verso è sembrato che qualche puntata fosse stata messa li un po per allungare la serie, ma personalmente nel mio voto rientrano anche altri fattori come ad esempio: la tecnica, l'animazione, la grafica, la capacità di farmi restare attenta alla trama, e il coinvolgimento, tutti elementi che considerati da soli qualcuno di questi ha preso anche un dieci.
Hyouka parla proprio della storia di Hotaru un ragazzo che ha fatto del suo stile di vita il motto "faccio solo quello che sono costretto a fare e lo faccio in fretta" e io aggiungo "meglio farlo a risparmio energetico". Fin dall'inizio sembra non avere stimoli, sempre svogliato, al punto che quasi sembra non avere voglia nemmeno di fare nuove amicizie. Lo stimolo però le arriva dalla sorella che tramite una lettera, praticamente lo obbliga a entrare a far parte del club di letteratura a cui lei stessa nel periodo liceale era iscritta. Da quel momento inizia per lui un periodo di cambiamenti. Nel club incontra Chitanda Eru ragazza dal carattere sdolcinato, incuriosita di tutto ciò che le succede intorno, ed è appartenente ad una famiglia influente della zona. La parte migliore di Chitanda è proprio questa sua voglia di conoscere e di scoprire al punto che per Hotaru diventa stimolo per fare qualcosa, tra cui quello di risolvere questi piccoli misteri. I due scopriranno poi che c'è molto di più di una amicizia. A contorno di Hotaru e Chitanda ci sono poi Satoshi e Mayaka che aiutano Hotaru a risolvere i casi e i piccoli misteri, e saranno poi loro che daranno vita alle scene più coinvolgenti. Durante la serie questi personaggi subiranno dei cambiamenti interiori che gli porta a maturare e a capire chi più chi meno, cosa farne della propria vita, soprattutto per Hotaru, così restio a voler combinare qualcosa.
La storia scorre senza grandi intoppi, a parer mio credo che addirittura si possa dividere la serie in tre parti, in quanto la prima viene dedicata alla risoluzione di un caso di Chitanda, la seconda al festival culturale e ad un mistero ad esso legato, e la terza parte al sentimentalismo per i più romantici.
A ogni puntata si parte molto spesso da cose anche po banali, per poi portare alla risoluzione di un mistero, che parte dalla curiosità di Chitanda e finisce con la risoluzione di questo da parte di Hotaru. Alcune puntate sono auto-conclusive, al punto che guardarle o meno non cambia il risultato finale della trama generale della serie, per cui ho anche pensato che le avrei potute benissimo saltare. Tuttavia se anche qualche mistero è risultato un po troppo banale, la capacità dell'anime sta nel fatto che porta lo spettatore a non forviare l'attenzione, questo perché permette di incuriosirsi e di voler conoscere la verità e la teoria di Hotaru. Questa attenzione rimane per tutta la serie. Al punto che forse la figura di Chitanda viene associata a quello dello spettatore stesso che si ritrova da prima a pensare quanto lei sia carina a chiedere ad Hotaru di risolvere il mistero, e poi ad essere praticamente uguale a lei in quanto si desidera per entrambi conoscere la verità.
Con la grafica e l'animazione hanno fatto un lavoro eccellente come a pochi anime hanno saputo fare. Fin dall'inizio già l'aula del club di letteratura sarà per via dei colori, e per la sistemazione dell'arredamento dell'aula, sembra di essere in un ufficio di investigazione tipico giapponese. Questo arredamento spoglio viene poi rivoluzionato nel festival culturale che grazie ai colori più accesi ai cartelloni dei club super colorati porta lo spettatore subito in un clima di festa permettendogli quasi di entrare nella scuola e sembrare un visitatore furtivo. Da questi colori di festa si passa poi ai calori caldi del rosa giallo arancione dell'ultima parte della serie che porta lo spettatore nel clima del sentimentalismo accentuato talaltro dalla fioritura del ciliegio disegnato egregiamente.
Il sonoro è veramente ottimo. Le musiche si adattano perfettamente alla storia e permettono di passare da un clima di attenzione, ad esempio quando Hotaru elabora le sue teorie, a quello invece dello semplice scorrere del tempo ad esempio i suoni della città o le musiche tradizionali durante le festività. Opening e ending veramente gradevoli. Personalmente ho apprezzato di più la prima opening, rispetto alla seconda.
In generale, non posso non dare un voto più che positivo. È vero che per qualche verso è sembrato che qualche puntata fosse stata messa li un po per allungare la serie, ma personalmente nel mio voto rientrano anche altri fattori come ad esempio: la tecnica, l'animazione, la grafica, la capacità di farmi restare attenta alla trama, e il coinvolgimento, tutti elementi che considerati da soli qualcuno di questi ha preso anche un dieci.
Nutrivo buone aspettative su quest'opera ma sono state brutalmente disilluse.
La fuorviante catalogazione del genere ha avuto un buon ruolo in questa mia cocente delusione ma, a ben vedere, l'opera risulta nettamente deficitaria sotto moltissimi aspetti, anche approcciandola come un semplice Slice of Life scolastico e lasciando da parte la dicitura "mistero" seguendo la quale si resta letteralmente a bocca aperta per l'impalpabilità, la piattezza e l'idiozia dei casi che i protagonisti si troveranno a risolvere, nonché delle meccaniche che li porteranno a trarre le loro conclusioni. Obiettivamente parlando in quest'anime non c'è davvero nulla che possa tenere vivo l'interesse dello spettatore, si tratta di eventi assolutamente privi di mordente, piatti e noiosissimi.
Un mistero dovrebbe essere qualcosa che incuriosisce e intriga lo spettatore, potrebbe essere persino qualcosa che lo spaventi o lo metta in ansia ma...niente! Per carità! I "misteri" che i protagonisti di Hyouka dovranno risolvere non offrono veramente nulla di tutto ciò.; ma, ripeto, anche volendolo prendere come un semplice slice of life scolastico, la situazione sarebbe comunque "drammatica" vista e considerata l'assenza di situazioni che abbiano un minimo d'interesse. Slice of life non è sinonimo di noia, si dovrebbero raccontare fatti di vita quotidiana ma, pur sempre qualcosa di interessante deve fare da perno, ci dev'essere un filo conduttore, una qualsiasi cosa che in quest'anime invece viene completamente a mancare. La stessa caratterizzazione dei personaggi lascia parecchio a desiderare, i loro comportamenti risultano spesso stupidini se non addirittura odiosi o "incomprensibili". Ho trovato alcuni soggetti interessanti, sui quali si sarebbe potuto lavorare di più e meglio ma che, purtroppo, restano quasi ai margini della storia. Sui protagonisti veri e propri c'è poco da dire, lei potrebbe risultare persino odiosa, lui ha un carattere particolare ma in qualche modo comunque "vuoto" e poco interessante.
Potrei salvare il comparto grafico e la regia, anche se quest'ultima si prende spesso eccessive libertà diventando anche "antipatica". Potrei salvare il comparto audio, dotato di musiche davvero curate e ricercate (molto belline opening ed ending) se non fosse, per esempio, che i brani scelti per ricreare suspance vengono inseriti in determinati contesti al limite del risibile, risultando decisamente fuori luogo. Si vuole creare suspance e inquietudine su una base narrativa che non ha nulla che tenga alto l'interesse? La musichetta, da sola non ce la può certo fare, manca l'elemento cardine purtroppo.
Arrivando al dunque e tirando le somme cosa c'è da salvare quindi?
Poco, pochissimo. In un mare di noia, riuscire a portare a termine l'opera è stata una vera agonia. Il voto che rappresenterebbe al meglio la mia valutazione su questo lavoro sarebbe un 3 e mezzo. Un semplice 3 mi sembrerebbe ingeneroso verso alcune (pochissime) trovate vagamente simpatiche e interessanti e un comparto grafico molto curato, viceversa un 4 mi sembrerebbe eccessivo visto e considerata l'inconsistenza della trama che rende il tutto tremendamente tedioso e inconcludente, da aggiungere a tutta una serie di piccole e grandi carenze ma a questo punto, dovendo scegliere, preferisco arrotondare per difetto.
La fuorviante catalogazione del genere ha avuto un buon ruolo in questa mia cocente delusione ma, a ben vedere, l'opera risulta nettamente deficitaria sotto moltissimi aspetti, anche approcciandola come un semplice Slice of Life scolastico e lasciando da parte la dicitura "mistero" seguendo la quale si resta letteralmente a bocca aperta per l'impalpabilità, la piattezza e l'idiozia dei casi che i protagonisti si troveranno a risolvere, nonché delle meccaniche che li porteranno a trarre le loro conclusioni. Obiettivamente parlando in quest'anime non c'è davvero nulla che possa tenere vivo l'interesse dello spettatore, si tratta di eventi assolutamente privi di mordente, piatti e noiosissimi.
Un mistero dovrebbe essere qualcosa che incuriosisce e intriga lo spettatore, potrebbe essere persino qualcosa che lo spaventi o lo metta in ansia ma...niente! Per carità! I "misteri" che i protagonisti di Hyouka dovranno risolvere non offrono veramente nulla di tutto ciò.; ma, ripeto, anche volendolo prendere come un semplice slice of life scolastico, la situazione sarebbe comunque "drammatica" vista e considerata l'assenza di situazioni che abbiano un minimo d'interesse. Slice of life non è sinonimo di noia, si dovrebbero raccontare fatti di vita quotidiana ma, pur sempre qualcosa di interessante deve fare da perno, ci dev'essere un filo conduttore, una qualsiasi cosa che in quest'anime invece viene completamente a mancare. La stessa caratterizzazione dei personaggi lascia parecchio a desiderare, i loro comportamenti risultano spesso stupidini se non addirittura odiosi o "incomprensibili". Ho trovato alcuni soggetti interessanti, sui quali si sarebbe potuto lavorare di più e meglio ma che, purtroppo, restano quasi ai margini della storia. Sui protagonisti veri e propri c'è poco da dire, lei potrebbe risultare persino odiosa, lui ha un carattere particolare ma in qualche modo comunque "vuoto" e poco interessante.
Potrei salvare il comparto grafico e la regia, anche se quest'ultima si prende spesso eccessive libertà diventando anche "antipatica". Potrei salvare il comparto audio, dotato di musiche davvero curate e ricercate (molto belline opening ed ending) se non fosse, per esempio, che i brani scelti per ricreare suspance vengono inseriti in determinati contesti al limite del risibile, risultando decisamente fuori luogo. Si vuole creare suspance e inquietudine su una base narrativa che non ha nulla che tenga alto l'interesse? La musichetta, da sola non ce la può certo fare, manca l'elemento cardine purtroppo.
Arrivando al dunque e tirando le somme cosa c'è da salvare quindi?
Poco, pochissimo. In un mare di noia, riuscire a portare a termine l'opera è stata una vera agonia. Il voto che rappresenterebbe al meglio la mia valutazione su questo lavoro sarebbe un 3 e mezzo. Un semplice 3 mi sembrerebbe ingeneroso verso alcune (pochissime) trovate vagamente simpatiche e interessanti e un comparto grafico molto curato, viceversa un 4 mi sembrerebbe eccessivo visto e considerata l'inconsistenza della trama che rende il tutto tremendamente tedioso e inconcludente, da aggiungere a tutta una serie di piccole e grandi carenze ma a questo punto, dovendo scegliere, preferisco arrotondare per difetto.
Difficilmente sono così severo nella valutazione di un anime, ma questo "Hyouka" è stato una delusione su tutti i fronti. L'idea di una serie fatta di tanti "piccoli misteri scolastici" da risolvere mi ha ricordato molto uno dei manga che i due protagonisti di "Bakuman" riuscivano a farsi serializzare sul "Jack" con successo alterno; ma non bisogna andare tanto nello specifico per trovare altri anime che ricordano questo titolo ("Gosick", "Medaka Box", ecc.), che tenta di unire elementi polizieschi molto soft con una fortissima componente moe, dando vita a un titolo che, nonostante un apparato grafico eccellente, risulta davvero troppo scarso rispetto alle mie aspettative.
Hotaru è uno studente la cui filosofia di vita si basa sull'accumulazione di energia attraverso il riposo: il suo motto è "non faccio nulla che non sia strettamente necessario e, se proprio devo fare qualcosa, lo faccio in fretta". A cosa gli servirà mai accumulare tanta energia? E' un mistero. Ad ogni modo i suoi programmi di estremo riposo verranno resi un po' più movimentati dall'incontro con Chitanda, una ragazza curiosissima e affascinata dalle grandi capacità di deduzione di Hotaru, attraverso le quali il ragazzo è in grado di risolvere misteri più o meno importanti. Hotaru, a sua volta, è colpito dalla bellezza della ragazza, fino a cedere a qualunque sua richiesta quando vede gli occhi della bella Chitanda accendersi di curiosità.
Non so dire se l'idea di base di questo anime sia completamente sbagliata; in fondo, a quel che vedo, a molti è pure piaciuto. Ma la sua estrema lentezza narrativa, l'assoluta mancanza di "casi" di accettabile interesse, un'eccessiva parsimonia nell'introduzione di momenti di classico slice of life hanno reso la visione di questi ventidue episodi una vera sofferenza per il sottoscritto: l'unico mistero è come abbia fatto a guardarmelo tutto senza morire di noia.
L'apparente appetibilità nella caratterizzazione dei vari personaggi si rivela essere il frutto di scelte grafiche che li rende particolarmente accattivanti; peccato che si tratti solo di un bluff. In realtà, Hotaru e compagnia offrono ben poco in termini di coinvolgimento emotivo, in quanto restano staticamente sulle proprie posizioni per tutto il tempo. Si poteva sicuramente fare molto di più.
In definitiva, ogni episodio ha rappresentato per me una dose aggiuntiva di noia, con misteri che, francamente, non so a chi possano interessare, e personaggi troppo passivi per risultare vagamente interessanti. Insomma, "Hyouka" è bocciato su tutta la linea.
Hotaru è uno studente la cui filosofia di vita si basa sull'accumulazione di energia attraverso il riposo: il suo motto è "non faccio nulla che non sia strettamente necessario e, se proprio devo fare qualcosa, lo faccio in fretta". A cosa gli servirà mai accumulare tanta energia? E' un mistero. Ad ogni modo i suoi programmi di estremo riposo verranno resi un po' più movimentati dall'incontro con Chitanda, una ragazza curiosissima e affascinata dalle grandi capacità di deduzione di Hotaru, attraverso le quali il ragazzo è in grado di risolvere misteri più o meno importanti. Hotaru, a sua volta, è colpito dalla bellezza della ragazza, fino a cedere a qualunque sua richiesta quando vede gli occhi della bella Chitanda accendersi di curiosità.
Non so dire se l'idea di base di questo anime sia completamente sbagliata; in fondo, a quel che vedo, a molti è pure piaciuto. Ma la sua estrema lentezza narrativa, l'assoluta mancanza di "casi" di accettabile interesse, un'eccessiva parsimonia nell'introduzione di momenti di classico slice of life hanno reso la visione di questi ventidue episodi una vera sofferenza per il sottoscritto: l'unico mistero è come abbia fatto a guardarmelo tutto senza morire di noia.
L'apparente appetibilità nella caratterizzazione dei vari personaggi si rivela essere il frutto di scelte grafiche che li rende particolarmente accattivanti; peccato che si tratti solo di un bluff. In realtà, Hotaru e compagnia offrono ben poco in termini di coinvolgimento emotivo, in quanto restano staticamente sulle proprie posizioni per tutto il tempo. Si poteva sicuramente fare molto di più.
In definitiva, ogni episodio ha rappresentato per me una dose aggiuntiva di noia, con misteri che, francamente, non so a chi possano interessare, e personaggi troppo passivi per risultare vagamente interessanti. Insomma, "Hyouka" è bocciato su tutta la linea.
"Hyouka" è un anime molto discusso, ma se posso dire la mia l'origine delle critiche può provenire da una sola cosa: da cosa ci si aspetta. Proprio così, perché nella maggioranza delle critiche che mi è capitato di vedere c'era scritto che non c'è azione. Non so bene cosa possa aver spinto ad aspettarsi dell'azione da uno slice of life, ma credo che, proprio perché "Hyouka" vuole essere di questo genere, sia impossibile aspettarsi una trama profonda e intricata.
"Hyouka" è uno di quegli anime composto da episodi auto-conlcusivi, ci sono solo pochi archi narrativi che comprendono più di un episodio. Una particolarità di quest'anime è che viene spesso definito di genere mystery e slice of life, due generi che sembrano quasi impossibili da unire, ma invece "Hyouka" ci è riuscito con risultati anche abbastanza positivi.
I misteri da risolvere infatti non riguardano grandi criminali e omicidi sanguinosi, ma solo piccole curiosità sulla vita quotidiana. Ci si chiede perché un libro viene preso in prestito dalla biblioteca e riportato il giorno stesso senza essere stato letto (sarebbe impossibile date le dimensioni del volume), ad esempio.
Come già detto, le critiche riguardano la mancanza di azione o il dilungarsi sui ragionamenti teorici dei personaggi, ma sinceramente mi sembra che questi due "difetti" siano peculiari dei due generi che "Hyouka" vuole trattare, quindi se non siete in grado di apprezzare un episodio in cui ci sono solo due personaggi che parlano e ragionano su un mistero senza mai muoversi dalla stanza in cui si trovano, forse non siete pronti fino in fondo a questo genere.
Tema di fondo dell'anime è probabilmente il cambiamento, che avviene con una naturalezza disarmante. Diciamocelo: siamo tutti abituati a vedere cambiamenti anche molto rapidi nei vari personaggi delle storie che guardiamo di solito, non capita quasi mai di vedere una storia che segua i tempi naturali e reali della maturazione psicologica.
Ebbene, "Hyouka" lo fa. I quattro personaggi principali cambiano con una gradualità naturale che quasi non ci fa rendere conto di come siano diversi dal primo episodio all'ultimo.
Il mio voto però non è troppo alto perché all'inizio la storia ha faticato un po' a decollare: nei primi episodi i personaggi erano un po' piatti e alcuni sembravano addirittura inutili e fastidiosi. Andando avanti però hanno dimostrato di avere una complessità che me li ha fatti apprezzare tutti, persino la criticatissima Chitanda ha assunto uno spessore per me.
Inoltre alcuni episodi avevano una risoluzione dei casi troppo forzata e quindi non mi hanno presa.
Non ho trovato eccellente la colonna sonora, ma ho apprezzato molto la grafica e soprattutto la regia, che è a dir poco eccellente.
In conclusione, se siete in grado di apprezzare interi episodi in cui non succede assolutamente nulla, se non avete paura di osservare solo il cambiamento e la maturazione di quattro ragazzi attraverso la loro vita quotidiana e questi piccoli misteri, potrete apprezzare "Hyouka" senza problemi; se invece non ne siete in grado dovreste evitare quest'anime.
"Hyouka" è uno di quegli anime composto da episodi auto-conlcusivi, ci sono solo pochi archi narrativi che comprendono più di un episodio. Una particolarità di quest'anime è che viene spesso definito di genere mystery e slice of life, due generi che sembrano quasi impossibili da unire, ma invece "Hyouka" ci è riuscito con risultati anche abbastanza positivi.
I misteri da risolvere infatti non riguardano grandi criminali e omicidi sanguinosi, ma solo piccole curiosità sulla vita quotidiana. Ci si chiede perché un libro viene preso in prestito dalla biblioteca e riportato il giorno stesso senza essere stato letto (sarebbe impossibile date le dimensioni del volume), ad esempio.
Come già detto, le critiche riguardano la mancanza di azione o il dilungarsi sui ragionamenti teorici dei personaggi, ma sinceramente mi sembra che questi due "difetti" siano peculiari dei due generi che "Hyouka" vuole trattare, quindi se non siete in grado di apprezzare un episodio in cui ci sono solo due personaggi che parlano e ragionano su un mistero senza mai muoversi dalla stanza in cui si trovano, forse non siete pronti fino in fondo a questo genere.
Tema di fondo dell'anime è probabilmente il cambiamento, che avviene con una naturalezza disarmante. Diciamocelo: siamo tutti abituati a vedere cambiamenti anche molto rapidi nei vari personaggi delle storie che guardiamo di solito, non capita quasi mai di vedere una storia che segua i tempi naturali e reali della maturazione psicologica.
Ebbene, "Hyouka" lo fa. I quattro personaggi principali cambiano con una gradualità naturale che quasi non ci fa rendere conto di come siano diversi dal primo episodio all'ultimo.
Il mio voto però non è troppo alto perché all'inizio la storia ha faticato un po' a decollare: nei primi episodi i personaggi erano un po' piatti e alcuni sembravano addirittura inutili e fastidiosi. Andando avanti però hanno dimostrato di avere una complessità che me li ha fatti apprezzare tutti, persino la criticatissima Chitanda ha assunto uno spessore per me.
Inoltre alcuni episodi avevano una risoluzione dei casi troppo forzata e quindi non mi hanno presa.
Non ho trovato eccellente la colonna sonora, ma ho apprezzato molto la grafica e soprattutto la regia, che è a dir poco eccellente.
In conclusione, se siete in grado di apprezzare interi episodi in cui non succede assolutamente nulla, se non avete paura di osservare solo il cambiamento e la maturazione di quattro ragazzi attraverso la loro vita quotidiana e questi piccoli misteri, potrete apprezzare "Hyouka" senza problemi; se invece non ne siete in grado dovreste evitare quest'anime.
Come si è già detto altrove, "Hyouka" è una delle serie più discusse del 2012, ma presenta indiscutibili
lati positivi: innanzitutto la qualità dell'animazione e l'eccellente character design. La colonna sonora vanta pezzi di musica classica di Bach e Beethoven e brani originali di Kouhei Tanaka e si è aggiudicata il NekoAward di quest'anno per l'opening (anche se il mio voto andava decisamente alla seconda ending, mentre trovavo la seconda opening irritante).
La Kyoto Animation, reduce dai grandi successi di "K-ON!" e "La malinconia di Haruhi Suzumiya", ha lasciato la strada già percorsa per sperimentare qualcosa di nuovo cimentandosi nel "mystery". Le virgolette sono d'obbligo, perché si tratta di un tipo di mistero molto diverso da quello che ci si potrebbe aspettare: non ci sono delitti o morti sospette, ma solo fatti strani che punteggiano la vita quotidiana di un liceo giapponese, scandita dalla normalità degli eventi stagionali. In questo senso, trovo dei punti di contatto tra "Hyouka" e "Sayonara Zetsubô Sensei": in entrambi i casi, la trama si basa su di una serie di equivoci, giochi di parole, rimandi visivi e intuizioni, e anche la costruzione grafica di ambienti e personaggi è analoga (Kaho, la chiromante somiglia a Kiri Komori, l'hikikomori che si nasconde sotto una coperta).
I piccoli gialli sono la trasposizione delle storie proposte in quattro light novel di Honobu Yonezawa e si sviluppano seguendo archi narrativi lunghi, oppure si esauriscono in una sola puntata, ma il meccanismo è sempre lo stesso, ossia il ragionamento induttivo tipico dei maestri del giallo (citati esplicitamente nella serie), da Conan Doyle ad Agatha Christie. A fare la parte del detective è Hotarô Oreki, un ragazzo apparentemente apatico ma dotato di grandi capacità di osservazione; a fargli da controparte nelle sue ricerche c'è naturalmente il suo amico fidato Satoshi Fukube, tratteggiato con un carattere opposto. All'apparenza egli è spensierato e allegro ma la sua psicologia si svela man mano che l'anime procede, mostrando diverse sfaccettature nascoste. È stato notato che il rapporto tra i due ragazzi ricorda quello tra Tomoya e Sunohara in "Clannad" (altra produzione dello studio), tanto che sono stati scelti gli stessi doppiatori, togliendo un po' di personalità ai personaggi. Non avendo visto "Clannad", mi sono venute in mente altre connessioni: anche per l'aspetto esteriore, Fuku mi ricorda Nobu di "Nana", eternamente secondo.
La costruzione della vicenda invece potrebbe essere la realizzazione della trama del manga fittizio "Perfect Crime Party" che compare in "Bakuman", dove i protagonisti - dei bambini delle elementari - mettono in scena piccoli scherzi e indovinelli che si risolvono grazie all'attenta osservazione dei dettagli (non a caso, il rappresentante del club di Go somiglia a Eiji Niizuma!).
Ovviamente, del club di Letteratura Classica (koten-bu) fanno parte anche due ragazze: Mayaka Ibara ed Eru Chitanda. La prima sembra scontrosa, ma è sempre disposta ad aiutare tutti ed è innamorata di Satoshi. La sua personalità, ben delineata dal doppiaggio di Ai Kayano (Menma di "Ano Hana"; Kanade in "Chihayafuru"); la seconda è l'immancabile figlia ricca, la classica nadeshiko yamato con caratteristiche moe che forse richiamano Tomoyo di "Card Captor Sakura". La sua gentilezza un po' datata incarna diversi stereotipi tipici delle serie di ambientazione scolastica e a volte si ha l'impressione che serva solo a creare siparietti comici. Effettivamente, è lei a spronate Hotarô e a suscitare il suo interesse ripetendo il tormentone "chi ni narimasu" (sono curiosa) oltre a risvegliare un'attrazione sentimentale inconfessata, ma penso che la sua reale funzione sia quella di aprire uno spiraglio sulla concezione gerarchica della società nipponica, esattamente come la coppia Fukube/Oreki va letta per la sua intrinseca asimmetria.
Per capire il senso della serie e l'evoluzione dei rapporti interpersonali tra i quattro protagonisti è, infatti, necessario conoscere la dicotomia tra essere e apparire (tra "tatamae" - ciò che si mostra in pubblico - e "hon'ne" - ciò che si prova veramente), sulla quale si basa la vita nel Sol Levante: bisogna sempre mantenere separati i due piani! Allo stesso modo, per giungere alla soluzione di un enigma, occorre scindere razionalità ed emotività e scartare le opzioni impossibili.
Intorno al nucleo formato dal koten-bu ruotano gli altri studenti della scuola. Fuyumi Irisu, detta "l'imperatrice" (Jotei) - a cui si abbina Jirô Tanabe, il presidente del consiglio studentesco - è forse il personaggio più noir in senso tradizionale, dato che il pallore e l'alterigia sembrano rimandare ai manga cupi di Kei Toume (per esempio "Il silenzio degli innocenti"), mentre la sua compagna di classe, Misaki Sawaguchi, è disordinatamente solare e richiama ancora una volta il tratto di Ai Yazawa (il parallelo è soprattutto con Miwako di "Paradise Kiss").
Ma il vero nocciolo "noir mystery" è costituito dalla coppia Tomoe Oreki/Jun Sekitani. La sorella di Hotarô, appena tornata dal suo personale viaggio di formazione, era solita spedire lettere al fratello consigliandogli di entrare nel club di letteratura e, senza mai apparire interamente, pare trasformarsi nella rappresentazione della coscienza del protagonista più che essere una presenza reale. In modo simile, lo zio di Eru Chitanda ha un antico legame con l'istituto Kan'ya e ne interpreta le istanze collettive, restando sempre nell'ombra come leader del movimento studentesco degli anni Sessanta.
Il ciclo introduttivo è anche il più lungo e quello che ho trovato più interessante per la peculiare ricostruzione storica del contesto che, per la prossimità temporale, è paragonabile a quello di "La Collina dei Papaveri" di Gorô Miyazaki o alle atmosfere più serie del film "Notte e Nebbia del Giappone" di Nagisa Ôshima.
A fronte di tutte queste considerazioni, è pur vero che le potenzialità delle singole situazioni non sono state utilizzate fino in fondo e le relazioni tra i diversi ragazzi potevano dar luogo a un intreccio più articolato, magari agendo meglio da collante fra i vari segmenti narrativi, che così sono legati da un filo conduttore un po' troppo esile.
lati positivi: innanzitutto la qualità dell'animazione e l'eccellente character design. La colonna sonora vanta pezzi di musica classica di Bach e Beethoven e brani originali di Kouhei Tanaka e si è aggiudicata il NekoAward di quest'anno per l'opening (anche se il mio voto andava decisamente alla seconda ending, mentre trovavo la seconda opening irritante).
La Kyoto Animation, reduce dai grandi successi di "K-ON!" e "La malinconia di Haruhi Suzumiya", ha lasciato la strada già percorsa per sperimentare qualcosa di nuovo cimentandosi nel "mystery". Le virgolette sono d'obbligo, perché si tratta di un tipo di mistero molto diverso da quello che ci si potrebbe aspettare: non ci sono delitti o morti sospette, ma solo fatti strani che punteggiano la vita quotidiana di un liceo giapponese, scandita dalla normalità degli eventi stagionali. In questo senso, trovo dei punti di contatto tra "Hyouka" e "Sayonara Zetsubô Sensei": in entrambi i casi, la trama si basa su di una serie di equivoci, giochi di parole, rimandi visivi e intuizioni, e anche la costruzione grafica di ambienti e personaggi è analoga (Kaho, la chiromante somiglia a Kiri Komori, l'hikikomori che si nasconde sotto una coperta).
I piccoli gialli sono la trasposizione delle storie proposte in quattro light novel di Honobu Yonezawa e si sviluppano seguendo archi narrativi lunghi, oppure si esauriscono in una sola puntata, ma il meccanismo è sempre lo stesso, ossia il ragionamento induttivo tipico dei maestri del giallo (citati esplicitamente nella serie), da Conan Doyle ad Agatha Christie. A fare la parte del detective è Hotarô Oreki, un ragazzo apparentemente apatico ma dotato di grandi capacità di osservazione; a fargli da controparte nelle sue ricerche c'è naturalmente il suo amico fidato Satoshi Fukube, tratteggiato con un carattere opposto. All'apparenza egli è spensierato e allegro ma la sua psicologia si svela man mano che l'anime procede, mostrando diverse sfaccettature nascoste. È stato notato che il rapporto tra i due ragazzi ricorda quello tra Tomoya e Sunohara in "Clannad" (altra produzione dello studio), tanto che sono stati scelti gli stessi doppiatori, togliendo un po' di personalità ai personaggi. Non avendo visto "Clannad", mi sono venute in mente altre connessioni: anche per l'aspetto esteriore, Fuku mi ricorda Nobu di "Nana", eternamente secondo.
La costruzione della vicenda invece potrebbe essere la realizzazione della trama del manga fittizio "Perfect Crime Party" che compare in "Bakuman", dove i protagonisti - dei bambini delle elementari - mettono in scena piccoli scherzi e indovinelli che si risolvono grazie all'attenta osservazione dei dettagli (non a caso, il rappresentante del club di Go somiglia a Eiji Niizuma!).
Ovviamente, del club di Letteratura Classica (koten-bu) fanno parte anche due ragazze: Mayaka Ibara ed Eru Chitanda. La prima sembra scontrosa, ma è sempre disposta ad aiutare tutti ed è innamorata di Satoshi. La sua personalità, ben delineata dal doppiaggio di Ai Kayano (Menma di "Ano Hana"; Kanade in "Chihayafuru"); la seconda è l'immancabile figlia ricca, la classica nadeshiko yamato con caratteristiche moe che forse richiamano Tomoyo di "Card Captor Sakura". La sua gentilezza un po' datata incarna diversi stereotipi tipici delle serie di ambientazione scolastica e a volte si ha l'impressione che serva solo a creare siparietti comici. Effettivamente, è lei a spronate Hotarô e a suscitare il suo interesse ripetendo il tormentone "chi ni narimasu" (sono curiosa) oltre a risvegliare un'attrazione sentimentale inconfessata, ma penso che la sua reale funzione sia quella di aprire uno spiraglio sulla concezione gerarchica della società nipponica, esattamente come la coppia Fukube/Oreki va letta per la sua intrinseca asimmetria.
Per capire il senso della serie e l'evoluzione dei rapporti interpersonali tra i quattro protagonisti è, infatti, necessario conoscere la dicotomia tra essere e apparire (tra "tatamae" - ciò che si mostra in pubblico - e "hon'ne" - ciò che si prova veramente), sulla quale si basa la vita nel Sol Levante: bisogna sempre mantenere separati i due piani! Allo stesso modo, per giungere alla soluzione di un enigma, occorre scindere razionalità ed emotività e scartare le opzioni impossibili.
Intorno al nucleo formato dal koten-bu ruotano gli altri studenti della scuola. Fuyumi Irisu, detta "l'imperatrice" (Jotei) - a cui si abbina Jirô Tanabe, il presidente del consiglio studentesco - è forse il personaggio più noir in senso tradizionale, dato che il pallore e l'alterigia sembrano rimandare ai manga cupi di Kei Toume (per esempio "Il silenzio degli innocenti"), mentre la sua compagna di classe, Misaki Sawaguchi, è disordinatamente solare e richiama ancora una volta il tratto di Ai Yazawa (il parallelo è soprattutto con Miwako di "Paradise Kiss").
Ma il vero nocciolo "noir mystery" è costituito dalla coppia Tomoe Oreki/Jun Sekitani. La sorella di Hotarô, appena tornata dal suo personale viaggio di formazione, era solita spedire lettere al fratello consigliandogli di entrare nel club di letteratura e, senza mai apparire interamente, pare trasformarsi nella rappresentazione della coscienza del protagonista più che essere una presenza reale. In modo simile, lo zio di Eru Chitanda ha un antico legame con l'istituto Kan'ya e ne interpreta le istanze collettive, restando sempre nell'ombra come leader del movimento studentesco degli anni Sessanta.
Il ciclo introduttivo è anche il più lungo e quello che ho trovato più interessante per la peculiare ricostruzione storica del contesto che, per la prossimità temporale, è paragonabile a quello di "La Collina dei Papaveri" di Gorô Miyazaki o alle atmosfere più serie del film "Notte e Nebbia del Giappone" di Nagisa Ôshima.
A fronte di tutte queste considerazioni, è pur vero che le potenzialità delle singole situazioni non sono state utilizzate fino in fondo e le relazioni tra i diversi ragazzi potevano dar luogo a un intreccio più articolato, magari agendo meglio da collante fra i vari segmenti narrativi, che così sono legati da un filo conduttore un po' troppo esile.
Confesso che questo lavoro mi ha impressionato maggiormente per la perizia tecnica con la quale è stata realizzato che non per il plot narrativo in sé. Non che la storia non sia interessante, intendiamoci, ma per quanto mi riguarda ho avuto modo di apprezzare maggiormente la qualità dei disegni, in particolare degli sfondi.
Casomai, la cosa che mi ha lasciato più perplesso è l'atteggiamento dei protagonisti nei confronti di situazioni che di drammatico avevano veramente poco o nulla. In fondo si tratta di risolvere piccoli misteri di carattere comune, non certo questioni di portata mondiale. Immmagino che sia un'impronta volutamente ironica adottata dagli sceneggiatori. Tra l'altro, detto questo, vedere come il protagonista affronti come un novello Sherlock Holmes situazioni di vita scolastica è stato divertente.
Non si può dire, tuttavia, che l'idea sia così originale: chi di voi ha visto una serie dal nome "Gosick" capirà di cosa sto parlando, anche se lì le situazioni erano più drammatiche.
In conclusione, "Hyouka" è un anime gradevole, divertente e che, in definitiva, induce lo spettatore a imprimere un po' di sana pressione sulle meningi, se non altro per seguire le elucubrazioni logiche di cui la serie abbonda.
Casomai, la cosa che mi ha lasciato più perplesso è l'atteggiamento dei protagonisti nei confronti di situazioni che di drammatico avevano veramente poco o nulla. In fondo si tratta di risolvere piccoli misteri di carattere comune, non certo questioni di portata mondiale. Immmagino che sia un'impronta volutamente ironica adottata dagli sceneggiatori. Tra l'altro, detto questo, vedere come il protagonista affronti come un novello Sherlock Holmes situazioni di vita scolastica è stato divertente.
Non si può dire, tuttavia, che l'idea sia così originale: chi di voi ha visto una serie dal nome "Gosick" capirà di cosa sto parlando, anche se lì le situazioni erano più drammatiche.
In conclusione, "Hyouka" è un anime gradevole, divertente e che, in definitiva, induce lo spettatore a imprimere un po' di sana pressione sulle meningi, se non altro per seguire le elucubrazioni logiche di cui la serie abbonda.
Si passa dal "quando diavolo finisce?" al "ne voglio ancora" nel giro di una dozzina di episodi: Hyouka è l'arte della rivalutazione.
Strana serie, questa di Kyoto Animation, capace in una certa manciata di episodi di annoiare come poche, ma nel contempo di incuriosire, grazie agli elementi di "soft-giallo" amalgamati alla sua natura di "slice of life" scolastico. I quattro protagonisti si ritrovano nel club di letteratura a risolvere piccoli casi di cui solitamente non fregherebbe nulla a nessuno, come avvenimenti accaduti anni fa e dall'importanza ormai irrilevante, deduzioni su un particolare comportamento di persone, e via su questi livelli.
Qual è la "molla" che fa scattare quest'insana curiosità? Ha un nome e un cognome: Eru Chitanda. La liceale di buona famiglia è l'ormai tipico uragano umano che deve frantumare in mille pezzi il sogno di tranquillità dell'apatico protagonista di turno, Hōtarō Oreki, la svogliatezza in persona, fedele al suo motto "se non sono costretto non lo farò, se lo sono lo faccio in fretta". Bravo, Hōtarō, l'adolescienza è una sola, buttala pure via, ma allo sguardo penetrante di Chitanda, accompagnato dal suo "Onegai! Ki ni narimasu!" ("Per favore, sono curiosa!"), non resiste.
Ed ecco che Hōtarō si trasforma in un brillante Sherlock Holmes liceale, alle prese con casi di quotidiana essenza, aiutato anche dal vecchio amico Satoshi Fukube, appassionato di gialli e dalla grande memoria, ma penalizzato da scarse capacità deduttive, provando in tal senso un complesso di inferiorità nei confronti del compagno, che considera un rivale, ma sempre con scarso successo.
Mayaka Ibara completa il quartetto di protagonisti: è colei che sembra sulle prime un personaggio-tappezzeria, ma che alla fine si dimostra essere la figura più interessante e profonda, purtroppo poco approfondita nel corso della serie se non in rari casi, come nell'arco narrativo del festival, il più articolato e avvincente.
Hyouka è infatti tratto da una serie di light novel, e la Kyoto Animation ne anima quattro, tre delle quali con misteri più lunghi da risolvere e una invece con una raccolta di casi più semplici, sapientemente qui alternati alle storie maggiori. Perché, diciamolo, la storia non inizia certo con il turbo, e non sempre Hyouka riesce a stimolare la curiosità dello spettatore (o peggio, a tenerlo sveglio) proprio per via della sua natura molto soft, molto "giapponese", dove i rapporti personali si evolvono in tempistiche tanto dilatate quanto in un certo senso reali, e del tutto prive di teatrali sbroccate di un Toradora! o altri prodotti simili. Ed è in questa pacata realtà che un personaggio come Eru Chitanda, colei che sembra uscita dall'ultimo successo harem della stagione, potrebbe risultare fuori dagli schemi rispetto agli altri e cozzare contro l'alchimia della serie stessa, quasi come fosse un ingrediente troppo forte aggiunto all'ultimo nella minestra. Ma del resto è Chitanda con la sua curiosità che tutto fa nascere e tutto fa muovere, con la "rottura dell'ordinario" come tema principe delle serie Kyoto Animation da Haruhi in giù, e lo sarà anche nel successivo "Chuunibyou demo Koi ga Shitai!" con risultati forse ancora più convincenti.
La realizzazione tecnica di Hyouka raggiunge il maniacale, con animazioni di qualità cinematografica e fondali ai limiti del fotorealismo, negli interni come negli esterni, che riproducono in modo perfetto la caratteristica e piacevole città di Takayama, qui chiamata con il nome fittizio "Kamiyama". Ad accompagnare la vita scolastica e le deduzioni del nostro giovane quartetto ci pensa infine una pregevole colonna sonora curata da Kohei Tanaka, ma contenente brani classici di Bach, Gabriel Fauré e altri, che un po' a sorpresa ben si adattano a scene e situazioni proposte, al punto che un non conoscitore di musica classica potrebbe scambiarle per BGM originali (o al massimo uscirsene con "quella è la sigla di Superquark!"). Ottime sigle, in particolare la seconda simpatica ending.
Serie tutt'altro che perfetta e che probabilmente non mancherà di alzare dibattiti neanche negli anni a venire, vanta momenti da sbattere la testa al muro assieme ad altri di grande spessore registico, personaggi non sviluppati ma comunque riusciti e credibili, un finale che finale non è ma nel contempo soddisfa, eccetera. Sei una contraddizione continua nel mio giudizio, Hyouka, e spesso ti dimentichi di intrattenere a dovere lo spettatore, ma sotto il solito "moe-style" il coraggio di distinguerti non ti manca affatto, e di questi tempi il coraggio si premia con una pacca sulla spalla, che per me equivale a 7.
Strana serie, questa di Kyoto Animation, capace in una certa manciata di episodi di annoiare come poche, ma nel contempo di incuriosire, grazie agli elementi di "soft-giallo" amalgamati alla sua natura di "slice of life" scolastico. I quattro protagonisti si ritrovano nel club di letteratura a risolvere piccoli casi di cui solitamente non fregherebbe nulla a nessuno, come avvenimenti accaduti anni fa e dall'importanza ormai irrilevante, deduzioni su un particolare comportamento di persone, e via su questi livelli.
Qual è la "molla" che fa scattare quest'insana curiosità? Ha un nome e un cognome: Eru Chitanda. La liceale di buona famiglia è l'ormai tipico uragano umano che deve frantumare in mille pezzi il sogno di tranquillità dell'apatico protagonista di turno, Hōtarō Oreki, la svogliatezza in persona, fedele al suo motto "se non sono costretto non lo farò, se lo sono lo faccio in fretta". Bravo, Hōtarō, l'adolescienza è una sola, buttala pure via, ma allo sguardo penetrante di Chitanda, accompagnato dal suo "Onegai! Ki ni narimasu!" ("Per favore, sono curiosa!"), non resiste.
Ed ecco che Hōtarō si trasforma in un brillante Sherlock Holmes liceale, alle prese con casi di quotidiana essenza, aiutato anche dal vecchio amico Satoshi Fukube, appassionato di gialli e dalla grande memoria, ma penalizzato da scarse capacità deduttive, provando in tal senso un complesso di inferiorità nei confronti del compagno, che considera un rivale, ma sempre con scarso successo.
Mayaka Ibara completa il quartetto di protagonisti: è colei che sembra sulle prime un personaggio-tappezzeria, ma che alla fine si dimostra essere la figura più interessante e profonda, purtroppo poco approfondita nel corso della serie se non in rari casi, come nell'arco narrativo del festival, il più articolato e avvincente.
Hyouka è infatti tratto da una serie di light novel, e la Kyoto Animation ne anima quattro, tre delle quali con misteri più lunghi da risolvere e una invece con una raccolta di casi più semplici, sapientemente qui alternati alle storie maggiori. Perché, diciamolo, la storia non inizia certo con il turbo, e non sempre Hyouka riesce a stimolare la curiosità dello spettatore (o peggio, a tenerlo sveglio) proprio per via della sua natura molto soft, molto "giapponese", dove i rapporti personali si evolvono in tempistiche tanto dilatate quanto in un certo senso reali, e del tutto prive di teatrali sbroccate di un Toradora! o altri prodotti simili. Ed è in questa pacata realtà che un personaggio come Eru Chitanda, colei che sembra uscita dall'ultimo successo harem della stagione, potrebbe risultare fuori dagli schemi rispetto agli altri e cozzare contro l'alchimia della serie stessa, quasi come fosse un ingrediente troppo forte aggiunto all'ultimo nella minestra. Ma del resto è Chitanda con la sua curiosità che tutto fa nascere e tutto fa muovere, con la "rottura dell'ordinario" come tema principe delle serie Kyoto Animation da Haruhi in giù, e lo sarà anche nel successivo "Chuunibyou demo Koi ga Shitai!" con risultati forse ancora più convincenti.
La realizzazione tecnica di Hyouka raggiunge il maniacale, con animazioni di qualità cinematografica e fondali ai limiti del fotorealismo, negli interni come negli esterni, che riproducono in modo perfetto la caratteristica e piacevole città di Takayama, qui chiamata con il nome fittizio "Kamiyama". Ad accompagnare la vita scolastica e le deduzioni del nostro giovane quartetto ci pensa infine una pregevole colonna sonora curata da Kohei Tanaka, ma contenente brani classici di Bach, Gabriel Fauré e altri, che un po' a sorpresa ben si adattano a scene e situazioni proposte, al punto che un non conoscitore di musica classica potrebbe scambiarle per BGM originali (o al massimo uscirsene con "quella è la sigla di Superquark!"). Ottime sigle, in particolare la seconda simpatica ending.
Serie tutt'altro che perfetta e che probabilmente non mancherà di alzare dibattiti neanche negli anni a venire, vanta momenti da sbattere la testa al muro assieme ad altri di grande spessore registico, personaggi non sviluppati ma comunque riusciti e credibili, un finale che finale non è ma nel contempo soddisfa, eccetera. Sei una contraddizione continua nel mio giudizio, Hyouka, e spesso ti dimentichi di intrattenere a dovere lo spettatore, ma sotto il solito "moe-style" il coraggio di distinguerti non ti manca affatto, e di questi tempi il coraggio si premia con una pacca sulla spalla, che per me equivale a 7.
Uscito l'anno appena trascorso e considerato la punta di diamante di quella stagione primaverile, "Hyouka" è un anime particolare, di quelli difficili da recensire e valutare in maniera oggettiva.
Iniziamo con il dire che la premessa che dà il via alla storia è quantomai riciclata: c'è questo ragazzo, Houtaru Oreki, che si appresta a cominciare la sua vita da liceale e che si sta avviando verso la scuola facendo un profondo monologo riguardo la nuova vita che l'attende. Come suddetto fin qui niente di straordinario, se non fosse che dalle battute successive le storia cambia piega e si discosta notevolmente dalle altre commedie scolastiche. Houtaru infatti viene forzato dalla sorella maggiore a entrare nel club della letteratura della nuova scuola (del quale anche lei faceva parte) onde evitare il suo scioglimento per mancanza di iscritti. Oreki però è un ragazzo solitario e pigro, la cui filosofia di vita è basata sul motto: "Se non devo fare una cosa non la faccio, o se devo la faccio velocemente", ma ciononostante, anche grazie all'insistenza del suo unico amico Satoshi Fukube, si iscrive al club di letteratura pur facendolo senza l'intenzione di frequentarlo regolarmente. Nel visitare l'aula del club però Houtaru farà la conoscenza di una persona che cambierà radicalmente il suo stile di vita, portandola dall'essere grigia e scura a luminosa e piena di colori. Tale persona è una ragazza di nome Chitanda Eru, figlia di una delle famiglie più importanti della città.
Inizialmente Houtaru cercherà di tenersi lontano da Chitanda, in quanto si rende conto che potrebbe minacciare il suo pacato stile di vita, ma la curiosità e l'insistenza di quest'ultima nel voler trovare una spiegazione a ogni cosa costringerà il ragazzo a diventare un membro a tutti gli effetti del club. Club che si allargherà di lì a poco con la presenza proprio dell'amico di Oreki Satoshi e dell'assistente alla biblioteca Mayaka, la quale ha una cotta proprio per Satoshi. Con la squadra al completo Houtaru sperimenterà per la prima volta le gioie e i dolori del vivere una vita piena e colorata e sebbene cercherà sempre di evitare il suo coinvolgimento diretto nelle attività del club si noterà presto come ormai questo sia diventato una parte importante di Houtarou stesso. Chitanda in particolare si rivolgerà sempre a lui per i suoi problemi o per soddisfare la sua voglia di risolvere i misteri che si presenteranno per tutta la durata della serie. Quindi per farla breve la storia si basa esclusivamente sulla soluzione di casi e misteri e sul rapporto tra i membri del club, con un'attenzione maggiore a Horeki e Chitanda rispetto a Satoshi e Mayaka.
La trama quindi, come già detto, risulta abbastanza innovativa, ma non è stata sfruttata al meglio per rendere la serie interessante sulla lunga distanza.
Per intenderci, in una serie di 22 episodi e incentrata sui misteri, il caso principale viene risolto nei primi sei mentre negli episodi successivi vengono introdotti casi minori che si collocano negli eventi principali dell'anno scolastico giapponese. Quindi è presente un caso di preparazione al festival scolastico, uno durante il festival, uno durante le vacanze estive, uno durante le vacanze invernali e così via fino alla fine della serie. Questo genere d sviluppo non è accettabile e rende "Hyouka" noioso sulla lunga distanza.
Tanto più che sebbene i casi siano diversificati tra di loro la loro soluzione viene tirata fuori sempre alla solita maniera, ovvero con i membri del club che formulano la teorie più disparate e con Oreki che alla fine annoiato dai loro discorsi tira fuori la soluzione considerandola solo un colpo di fortuna.
L'anime si riprende poi nel finale, quando il rapporto tra i personaggi si fa più interessante ed ermerge maggiormente il loro lato psicologico e sentimentale, ma questo non basta a un'opera abbastanza piatta e priva di mordente.
Discorso a parte, come già accennato, merita il lato grafico. La cura posta nei personaggi, negli ambienti e nelle animazioni è talmente maniacale che se si passa successivamente a vedere un altro anime dello stesso anno ci sembra di trovarci di fronte a un prodotto distante anni luce su questo piano. Particolare menzione meritano alcuni dettagli dei personaggi, resi veramente in maniera spettacolare; uno sguardo di Chitanda vale più di mille parole, i suoi occhi comunicano sempre in anticipo i suoi pensieri e lo stesso vale, seppure in maniera minore, anche per gli altri personaggi.
Anche la parte musicale è particolarmente ispirata, con opening ed ending orecchiabili e ottimi effetti in ogni situazione. Nei momenti concitati come durante la soluzione dei casi vi è poi un motivo classico che dà al tutto un'atmosfera di mistero.
Per concludere il mio voto all'opera in questo caso è diviso nel seguente modo: 9 a grafica e musica; 7 a personaggi; 5 a trama. La media è 7, che quindi è il mio voto ad "Hyouka".
Soggettivamente aspetto comunque con impazienza un seguito che possa riscattare la trama fiacca di questa prima serie, perché "Hyouka" merita di più di quello che lascia trasparire.
Iniziamo con il dire che la premessa che dà il via alla storia è quantomai riciclata: c'è questo ragazzo, Houtaru Oreki, che si appresta a cominciare la sua vita da liceale e che si sta avviando verso la scuola facendo un profondo monologo riguardo la nuova vita che l'attende. Come suddetto fin qui niente di straordinario, se non fosse che dalle battute successive le storia cambia piega e si discosta notevolmente dalle altre commedie scolastiche. Houtaru infatti viene forzato dalla sorella maggiore a entrare nel club della letteratura della nuova scuola (del quale anche lei faceva parte) onde evitare il suo scioglimento per mancanza di iscritti. Oreki però è un ragazzo solitario e pigro, la cui filosofia di vita è basata sul motto: "Se non devo fare una cosa non la faccio, o se devo la faccio velocemente", ma ciononostante, anche grazie all'insistenza del suo unico amico Satoshi Fukube, si iscrive al club di letteratura pur facendolo senza l'intenzione di frequentarlo regolarmente. Nel visitare l'aula del club però Houtaru farà la conoscenza di una persona che cambierà radicalmente il suo stile di vita, portandola dall'essere grigia e scura a luminosa e piena di colori. Tale persona è una ragazza di nome Chitanda Eru, figlia di una delle famiglie più importanti della città.
Inizialmente Houtaru cercherà di tenersi lontano da Chitanda, in quanto si rende conto che potrebbe minacciare il suo pacato stile di vita, ma la curiosità e l'insistenza di quest'ultima nel voler trovare una spiegazione a ogni cosa costringerà il ragazzo a diventare un membro a tutti gli effetti del club. Club che si allargherà di lì a poco con la presenza proprio dell'amico di Oreki Satoshi e dell'assistente alla biblioteca Mayaka, la quale ha una cotta proprio per Satoshi. Con la squadra al completo Houtaru sperimenterà per la prima volta le gioie e i dolori del vivere una vita piena e colorata e sebbene cercherà sempre di evitare il suo coinvolgimento diretto nelle attività del club si noterà presto come ormai questo sia diventato una parte importante di Houtarou stesso. Chitanda in particolare si rivolgerà sempre a lui per i suoi problemi o per soddisfare la sua voglia di risolvere i misteri che si presenteranno per tutta la durata della serie. Quindi per farla breve la storia si basa esclusivamente sulla soluzione di casi e misteri e sul rapporto tra i membri del club, con un'attenzione maggiore a Horeki e Chitanda rispetto a Satoshi e Mayaka.
La trama quindi, come già detto, risulta abbastanza innovativa, ma non è stata sfruttata al meglio per rendere la serie interessante sulla lunga distanza.
Per intenderci, in una serie di 22 episodi e incentrata sui misteri, il caso principale viene risolto nei primi sei mentre negli episodi successivi vengono introdotti casi minori che si collocano negli eventi principali dell'anno scolastico giapponese. Quindi è presente un caso di preparazione al festival scolastico, uno durante il festival, uno durante le vacanze estive, uno durante le vacanze invernali e così via fino alla fine della serie. Questo genere d sviluppo non è accettabile e rende "Hyouka" noioso sulla lunga distanza.
Tanto più che sebbene i casi siano diversificati tra di loro la loro soluzione viene tirata fuori sempre alla solita maniera, ovvero con i membri del club che formulano la teorie più disparate e con Oreki che alla fine annoiato dai loro discorsi tira fuori la soluzione considerandola solo un colpo di fortuna.
L'anime si riprende poi nel finale, quando il rapporto tra i personaggi si fa più interessante ed ermerge maggiormente il loro lato psicologico e sentimentale, ma questo non basta a un'opera abbastanza piatta e priva di mordente.
Discorso a parte, come già accennato, merita il lato grafico. La cura posta nei personaggi, negli ambienti e nelle animazioni è talmente maniacale che se si passa successivamente a vedere un altro anime dello stesso anno ci sembra di trovarci di fronte a un prodotto distante anni luce su questo piano. Particolare menzione meritano alcuni dettagli dei personaggi, resi veramente in maniera spettacolare; uno sguardo di Chitanda vale più di mille parole, i suoi occhi comunicano sempre in anticipo i suoi pensieri e lo stesso vale, seppure in maniera minore, anche per gli altri personaggi.
Anche la parte musicale è particolarmente ispirata, con opening ed ending orecchiabili e ottimi effetti in ogni situazione. Nei momenti concitati come durante la soluzione dei casi vi è poi un motivo classico che dà al tutto un'atmosfera di mistero.
Per concludere il mio voto all'opera in questo caso è diviso nel seguente modo: 9 a grafica e musica; 7 a personaggi; 5 a trama. La media è 7, che quindi è il mio voto ad "Hyouka".
Soggettivamente aspetto comunque con impazienza un seguito che possa riscattare la trama fiacca di questa prima serie, perché "Hyouka" merita di più di quello che lascia trasparire.
Devo essere sincera: mi aspettavo che quest'anime non mi sarebbe piaciuto, visto che non ho mai amato il genere mistero, invece mi sono ricreduta.
La trama l'ho trovata innovativa (almeno per me), anche se, secondo me, doveva essere migliorata nel punto informativo: la trama di "Hyouka" consiste nello scoprire cosa è successo 33 anni fa allo zio di Chitanda, ma questo mistero viene subito risolto nei primi episodi; il resto dell'anime comprende dei "misteri" che accadono nella scuola o nei luoghi in cui si recano i quattro protagonisti.
Il mio voto è 9, trovo che la grafica sia ottima così come le opening e le eding dell'anime e anche nella trattazione della trama, come ho spiegato prima.
In sé "Hyouka" è un buon anime.
La trama l'ho trovata innovativa (almeno per me), anche se, secondo me, doveva essere migliorata nel punto informativo: la trama di "Hyouka" consiste nello scoprire cosa è successo 33 anni fa allo zio di Chitanda, ma questo mistero viene subito risolto nei primi episodi; il resto dell'anime comprende dei "misteri" che accadono nella scuola o nei luoghi in cui si recano i quattro protagonisti.
Il mio voto è 9, trovo che la grafica sia ottima così come le opening e le eding dell'anime e anche nella trattazione della trama, come ho spiegato prima.
In sé "Hyouka" è un buon anime.
Reputo "Hyouka" un anime scialbo, un leggero amusement per svagarsi. Il setting scolastico come la componente "mistero" sono solo strumenti narrativi per un particolare e fragile "slice of life" dalla vivida grafica. Si notano, con alterno piacere, precisi intenti guidati da un gusto semplificato "alla Simenon" per il giallo, interessato alla psicologia umana dietro i misteri, e dalla banalità, che rende tutto leggero e moe. Mascherata da un leitmotiv banale, ogni puntata vive dei personaggi e delle vicende umane, collegati a essi e ai misteri. I personaggi saranno il fulcro del vostro coinvolgimento nella serie.
Il comparto tecnico è funzionale, sia grafica sia sonoro sono gradevoli, senza però avere attrattive particolari.
In definitiva "Hyouka" è un gradevole passatempo per chi non si vuole impegnare.
Il comparto tecnico è funzionale, sia grafica sia sonoro sono gradevoli, senza però avere attrattive particolari.
In definitiva "Hyouka" è un gradevole passatempo per chi non si vuole impegnare.
Diamine, KyoAni me l'ha fatta ancora. Anzi, ce l'ha fatta. Ce l'ha fatta a tutti. Alla faccia degli haters e degli appassionati, anche quest'anno lo studio ha tirato fuori l'ennesimo lavoro hypermoe. Ma, alla fine, qual è il problema? Ormai queste produzioni sono così simili che l'utente medio saprà, anzi, deciderà il proprio giudizio ancor prima ancora di incominciare l'opera, quindi non si rischia di rimanerne troppo delusi.
Tratto da una light novel, mercato questo che sembra offrire quintali di materiale adatto al genere di anime tanto caro allo studio nipponico, "Hyouka" è la solita commedia di setting scolastico con la sola aggiunta di un pizzico di "mistery", tanto per parafrasare la simpatica seconda ending. Ma badate bene, consumatori: in uno sforzo di coerenza come mai vidi in un autore giapponese, i misteri che ci troviamo ad affrontare nel corso dell'opera non trattano omicidi o crimini come quelli che coinvolgono sempre un certo ragazzino occhialuto porta-iella. Nossignore. Ci si troverà piuttosto di fronte a semplici "curiosità". Ed è questo uno dei primi punti di forza (o di debolezza) dell'opera: anziché impelagarsi in inseguimenti mozzafiato, climax narrativi o crimini efferati vari, che in un contesto scolastico paleserebbero la loro eccessiva forzatura in modo oltremodo ridicolo, l'opera si condisce di misteri "light", tranquilli dubbi che semplicemente accompagnano lo scorrere lento e tranquillo dell'intera serie, permettendo allo spettatore di scegliere se scervellarsi sulla soluzione indizio dopo indizio o più semplicemente guardare come va a finire.
Come forse risulterà chiaro leggendo questa recensione, l'opera non è per gli amanti dell'azione o dei contenuti. Per quei 22-23 minuti, senza alcuna pretesa, ti fa passare del tempo. Verrebbe da paragonarla, da questo punto di vista, alle più grandi (e senza dubbio più talentuose) Undine di domicilio marziano. La consapevolezza di come la serie sia solo una pretesa per rilassarsi un po' risulta ovvia anche alla vista del primo episodio.
Il lavoro fatto dalla KyoAni è pregevole, tra musiche del tutto sceniche e animazioni e disegni di livello elevato. Gli attori principali di questo antistress sono quattro: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka.
I quattro ragazzi risentono un po' di una caratterizzazione leggermente stereotipata, con l'apatico genio di turno, la ragazzina moe rompiscatole, l'amico con i complessi di inferiorità e la normalissima ragazza media innamorata persa dell'amico che non sa apprezzare tutte le sue qualità. Ma tutto ciò è giusto. Se in una serie come questa fossero stati inseriti personaggi profondamente caratterizzati, ne sarebbe uscita una porcheria né carne né pesce, che non sarebbe riuscita né ad appassionare né a rilassare. Le relazioni tra i quattro si evolvono lentamente ma in modo interessante, soprattutto i complessi di Fukube nei confronti di Hotaro, che arrivano a esplodere (in sordina) per la fine della saga del festival scolastico. La componente più prettamente sentimentale è poi solo accennata nei seguenti episodi di chiusura serie, e risulta sicuramente troncata dalla limitata diponibilità di capitoli della light o da una scelta dello studio di non portare eccessivamente avanti le cose, per questioni di spazio, al fine di non interrompere il tutto in una parte ancora più delicata.
In questi episodi, alla fine, non succede niente di che, ma succede egregiamente, rendendo il prodotto fruibile e apprezzabile per tutti quelli che non pretendono, in un anime, sempre e comunque degli enormi - moderatori se potete passatemi il termine - "pipponi mentali". Niente personaggi complessi complessati, niente segreti, colpi di scena. Niente di tutto ciò. Ma in fondo, che problema c'è?
Watashi wa kininarimasu!
Tratto da una light novel, mercato questo che sembra offrire quintali di materiale adatto al genere di anime tanto caro allo studio nipponico, "Hyouka" è la solita commedia di setting scolastico con la sola aggiunta di un pizzico di "mistery", tanto per parafrasare la simpatica seconda ending. Ma badate bene, consumatori: in uno sforzo di coerenza come mai vidi in un autore giapponese, i misteri che ci troviamo ad affrontare nel corso dell'opera non trattano omicidi o crimini come quelli che coinvolgono sempre un certo ragazzino occhialuto porta-iella. Nossignore. Ci si troverà piuttosto di fronte a semplici "curiosità". Ed è questo uno dei primi punti di forza (o di debolezza) dell'opera: anziché impelagarsi in inseguimenti mozzafiato, climax narrativi o crimini efferati vari, che in un contesto scolastico paleserebbero la loro eccessiva forzatura in modo oltremodo ridicolo, l'opera si condisce di misteri "light", tranquilli dubbi che semplicemente accompagnano lo scorrere lento e tranquillo dell'intera serie, permettendo allo spettatore di scegliere se scervellarsi sulla soluzione indizio dopo indizio o più semplicemente guardare come va a finire.
Come forse risulterà chiaro leggendo questa recensione, l'opera non è per gli amanti dell'azione o dei contenuti. Per quei 22-23 minuti, senza alcuna pretesa, ti fa passare del tempo. Verrebbe da paragonarla, da questo punto di vista, alle più grandi (e senza dubbio più talentuose) Undine di domicilio marziano. La consapevolezza di come la serie sia solo una pretesa per rilassarsi un po' risulta ovvia anche alla vista del primo episodio.
Il lavoro fatto dalla KyoAni è pregevole, tra musiche del tutto sceniche e animazioni e disegni di livello elevato. Gli attori principali di questo antistress sono quattro: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka.
I quattro ragazzi risentono un po' di una caratterizzazione leggermente stereotipata, con l'apatico genio di turno, la ragazzina moe rompiscatole, l'amico con i complessi di inferiorità e la normalissima ragazza media innamorata persa dell'amico che non sa apprezzare tutte le sue qualità. Ma tutto ciò è giusto. Se in una serie come questa fossero stati inseriti personaggi profondamente caratterizzati, ne sarebbe uscita una porcheria né carne né pesce, che non sarebbe riuscita né ad appassionare né a rilassare. Le relazioni tra i quattro si evolvono lentamente ma in modo interessante, soprattutto i complessi di Fukube nei confronti di Hotaro, che arrivano a esplodere (in sordina) per la fine della saga del festival scolastico. La componente più prettamente sentimentale è poi solo accennata nei seguenti episodi di chiusura serie, e risulta sicuramente troncata dalla limitata diponibilità di capitoli della light o da una scelta dello studio di non portare eccessivamente avanti le cose, per questioni di spazio, al fine di non interrompere il tutto in una parte ancora più delicata.
In questi episodi, alla fine, non succede niente di che, ma succede egregiamente, rendendo il prodotto fruibile e apprezzabile per tutti quelli che non pretendono, in un anime, sempre e comunque degli enormi - moderatori se potete passatemi il termine - "pipponi mentali". Niente personaggi complessi complessati, niente segreti, colpi di scena. Niente di tutto ciò. Ma in fondo, che problema c'è?
Watashi wa kininarimasu!
Di quest'anime, abbastanza comune nella trama, mi ha colpito l'attenzione maniacale nei particolari. Spesso mi sono dovuto fermare e tornare indietro per controllare particolari dello sfondo che un occhio allenato come il mio m'aveva segnalato. Piccoli particolari ma che sono delle chicche per un tecnico. Quest'opera m'è sembrata uno studio grafico più che un volere raccontare una storia. Infatti quello che mi ha stupito è la differenza abissale tra la trama e la grafica, come se fossero del tutto separate e che quest'ultima fosse secondaria.
Stupisce il particolare sullo sfondo, la foglia nell'angolo alto a destra, l'alunno in lontananza che corre sulla pista dietro la finestra, e mille altri particolari e dettagli. Persino nei dialoghi dei vari personaggi secondari vi è più cura che non in quelli dei protagonisti, in questo anime vi è più di quello che sembra.
Stupisce il particolare sullo sfondo, la foglia nell'angolo alto a destra, l'alunno in lontananza che corre sulla pista dietro la finestra, e mille altri particolari e dettagli. Persino nei dialoghi dei vari personaggi secondari vi è più cura che non in quelli dei protagonisti, in questo anime vi è più di quello che sembra.
"Hyouka" è un mix di ottime potenzialità purtroppo relegate a pochi e piuttosto sporadici momenti, con il resto degli episodi prevalentemente noiosi e poco coinvolgenti.
Non mi dilungo sulla trama, do giusto qualche accenno: Hotaro è un pigrone, o meglio uno "che risparmia energie". Viene convinto dalla sorella a entrare nel club di cultura classica e vi ci trova Chitanda, unica altra iscritta, sempre curiosa e praticamente messa lì per il moe. I due coinvolgeranno anche un'altra coppia di amici di Hotaro, Fukube e Mayaka, e insieme si ritroveranno principalmente a doverw risolvere dei misteri più o meno rendendola l'attività del club.
Prima di buttarmi a capofitto nella parte della recensione che più mi interessa trattare, ovvero dei difetti di quest'anime, voglio per così dire "liberarmi" subito dei pregi. Essi si collocano per la maggior parte nel lato tecnico, che ha decisamente sollevato le sorti dell'intera serie: la grafica molto ben curata, la leggiadria nella regia e le ottime musiche sono le cose che colpiscono maggiormente e che per prime saltano all'occhio, predisponendo già lo spettatore a pensare a Hyouka come a un ottimo anime, almeno nelle apparenze. In particolare, sono molto apprezzabili le scene che accompagnano i ragionamenti, molto curiose, divertenti e adatte.
Ora, i pregi non sono finiti qui, ma quello che voglio dire è più propriamente che non vengono sfruttati a dovere, e questo è di per sé certamente una pecca.
Parto dalla fine, dalle ultime puntate, e premetto che i risvolti sentimentali, se abbastanza ben trattati nella psicologia e non totalmente fuori luogo, sono in genere di mio gradimento. E infatti è un po' quello che mi aspettavo, le coppie ormai erano definite, aspettavo solo che qualcosa si smuovesse, facesse scattare la scintilla. Non mi sembra né fuori luogo né mal trattata a livello emotivo come storia d'amore; solo, sarebbe dovuta cominciare prima.
Il principale punto debole di Hyouka sono i "misteri", meglio usare le virgolette, che si rivelano i più delle volte insignificanti, senza peso, non coinvolgenti e noiosi. Che me ne frega della storia del libro che va e viene, del tizio che si fa le canne, del professore alpinista, dello studente x e simili? Niente! Eppure tutto ciò rappresenta il fulcro della trama, ed essendoci poco spazio per il resto i sentimenti vengono lasciati alle ultime due, tre, massimo quattro puntate. Credo ci sia un errore di fondo: siccome i misteri sono noiosi e il gioco delle coppie è del tutto prevedibile, non sarebbe stato meglio usarli solo come contorno? Un po' come è successo nell'arco del festival scolastico, che sebbene non fosse niente di particolare si è comunque rivelato uno dei migliori, grazie soprattutto al modo in cui è stato posto.
I "misteri" tra l'altro, oltre che essere noiosi e tutto il resto, erano esagerati, nel senso che si faceva un casino enorme per cose da poco, quando non era necessario.
In sintesi, il cambiamento finale è stato troppo brusco, le relazioni tra i personaggi avrebbero dovuto essere state approfondite prima, dopo giusto poche puntate diciamo introduttive, magari sfruttando di più la seconda coppia, quella composta da Fukube e Mayaka, che forse in fondo meritava più spazio; soprattutto se si considera che Chitanda è carina e coccolosa quanto vuoi, ma che a volte è semplicemente petulante, rompipalle e troppo moe, con quel suo essere timida, perfettina, sensibile... e anche Hotaro, amico mio, smollati un po'! Ho apprezzato spesso i suoi interventi "con il pensiero", e anche la sua filosofia non è male, ma ogni tanto l'avrei preferito più rilassato, non nel senso di pigro, ma di contento con sé stesso.
Ultima cosa, l'episodio finale. Mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca. Sono più o meno d'accordo nel non andare oltre con le relazioni amorose, ma come episodio finale mi ha detto poco o niente, mi aspettavo di meglio. Bella la parte della processione, ok con il piccolo mistero di sottofondo (come dovrebbe essere), ma non soddisfa.
In conclusione: consigliato? Più o meno, non bisogna avere troppe pretese, ed è sconsigliato se non si ha troppo tempo da perdere ad annoiarsi. Per il resto ha spunti, grafica e quindi potenzialità che potrebbero fare un anime da 8 o addirittura 9, ma purtroppo il tutto si riduce a un misero 6, magari più un 6,5, ma lo spreco è comunque tanto.
Non mi dilungo sulla trama, do giusto qualche accenno: Hotaro è un pigrone, o meglio uno "che risparmia energie". Viene convinto dalla sorella a entrare nel club di cultura classica e vi ci trova Chitanda, unica altra iscritta, sempre curiosa e praticamente messa lì per il moe. I due coinvolgeranno anche un'altra coppia di amici di Hotaro, Fukube e Mayaka, e insieme si ritroveranno principalmente a doverw risolvere dei misteri più o meno rendendola l'attività del club.
Prima di buttarmi a capofitto nella parte della recensione che più mi interessa trattare, ovvero dei difetti di quest'anime, voglio per così dire "liberarmi" subito dei pregi. Essi si collocano per la maggior parte nel lato tecnico, che ha decisamente sollevato le sorti dell'intera serie: la grafica molto ben curata, la leggiadria nella regia e le ottime musiche sono le cose che colpiscono maggiormente e che per prime saltano all'occhio, predisponendo già lo spettatore a pensare a Hyouka come a un ottimo anime, almeno nelle apparenze. In particolare, sono molto apprezzabili le scene che accompagnano i ragionamenti, molto curiose, divertenti e adatte.
Ora, i pregi non sono finiti qui, ma quello che voglio dire è più propriamente che non vengono sfruttati a dovere, e questo è di per sé certamente una pecca.
Parto dalla fine, dalle ultime puntate, e premetto che i risvolti sentimentali, se abbastanza ben trattati nella psicologia e non totalmente fuori luogo, sono in genere di mio gradimento. E infatti è un po' quello che mi aspettavo, le coppie ormai erano definite, aspettavo solo che qualcosa si smuovesse, facesse scattare la scintilla. Non mi sembra né fuori luogo né mal trattata a livello emotivo come storia d'amore; solo, sarebbe dovuta cominciare prima.
Il principale punto debole di Hyouka sono i "misteri", meglio usare le virgolette, che si rivelano i più delle volte insignificanti, senza peso, non coinvolgenti e noiosi. Che me ne frega della storia del libro che va e viene, del tizio che si fa le canne, del professore alpinista, dello studente x e simili? Niente! Eppure tutto ciò rappresenta il fulcro della trama, ed essendoci poco spazio per il resto i sentimenti vengono lasciati alle ultime due, tre, massimo quattro puntate. Credo ci sia un errore di fondo: siccome i misteri sono noiosi e il gioco delle coppie è del tutto prevedibile, non sarebbe stato meglio usarli solo come contorno? Un po' come è successo nell'arco del festival scolastico, che sebbene non fosse niente di particolare si è comunque rivelato uno dei migliori, grazie soprattutto al modo in cui è stato posto.
I "misteri" tra l'altro, oltre che essere noiosi e tutto il resto, erano esagerati, nel senso che si faceva un casino enorme per cose da poco, quando non era necessario.
In sintesi, il cambiamento finale è stato troppo brusco, le relazioni tra i personaggi avrebbero dovuto essere state approfondite prima, dopo giusto poche puntate diciamo introduttive, magari sfruttando di più la seconda coppia, quella composta da Fukube e Mayaka, che forse in fondo meritava più spazio; soprattutto se si considera che Chitanda è carina e coccolosa quanto vuoi, ma che a volte è semplicemente petulante, rompipalle e troppo moe, con quel suo essere timida, perfettina, sensibile... e anche Hotaro, amico mio, smollati un po'! Ho apprezzato spesso i suoi interventi "con il pensiero", e anche la sua filosofia non è male, ma ogni tanto l'avrei preferito più rilassato, non nel senso di pigro, ma di contento con sé stesso.
Ultima cosa, l'episodio finale. Mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca. Sono più o meno d'accordo nel non andare oltre con le relazioni amorose, ma come episodio finale mi ha detto poco o niente, mi aspettavo di meglio. Bella la parte della processione, ok con il piccolo mistero di sottofondo (come dovrebbe essere), ma non soddisfa.
In conclusione: consigliato? Più o meno, non bisogna avere troppe pretese, ed è sconsigliato se non si ha troppo tempo da perdere ad annoiarsi. Per il resto ha spunti, grafica e quindi potenzialità che potrebbero fare un anime da 8 o addirittura 9, ma purtroppo il tutto si riduce a un misero 6, magari più un 6,5, ma lo spreco è comunque tanto.
Per iniziare, proseguire e concludere la visione di 'Hyouka' bisogna innanzitutto accettare la presenza dei classici cliché del genere scolastico, che comprendono situazioni e/o personaggi per certi versi già visti. Tuttavia questa serie è molto più di ciò che sembra.
Oreki è un studente delle superiori in perenne stato di assoluta pigrizia, e che cerca di evitare sforzi inutili in ogni ambito. Tramite la sorella viene coinvolto nel club di letteratura della scuola in cui si trova, che tuttavia si occupa di... beh, non è ben chiaro fino alla fine di cosa si occupi questo club o i facenti parte. In questo club Oreki farà la conoscenza di Chitanda, una ragazza tanto tonta quanto fastidiosa nell'ossessionare il povero Oreki con le sue "curiosità". L'incontro tra i due scatenerà una serie di eventualità assolutamente quotidiane che mireranno alla risoluzione di "casi" (occhio alle virgolette) particolari che tuttavia non concernono alcun omicidio o crimine grave, bensì si tratterà di curiosità, per l'appunto. E sarà qui che Oreki mostrerà il suo enorme potenziale nascosto.
Questa serie presenta innumerevoli segni del più classico degli slice of life, e come tale si comporta in ogni episodio. Ci saranno momenti dedicati al sentimentalismo, al divertimento e all'introspezione, tutti equilibrati senza mai esagerare in ognuno di essi. Tuttavia l'opera non è esente da difetti come gli stereotipi nella caratterizzazione di alcuni personaggi, Chitanda su tutti, ma anche nel finale, dove ci si aspetta una svolta nelle relazioni tra i personaggi, si rimane piuttosto delusi da un episodio, l'ultimo appunto, che ha lo stesso valore di un altro preso a caso. Tuttavia voglio chiarire che nel finale è sottintesa l'inizio di una nuova storia, nulla finisce poiché c'è ancora tanto da fare. Non si parla di finale aperto o chiuso, e il discorso va preso partendo dalla storia non dallo spettatore.
Volendo essere critici alcuni personaggi risultano decisamente poco realistici nei comportamenti, come accade per un personaggio secondario di nome Irisu, una ragazza seria della stessa scuola di Oreki e Chitanda, che tramite l'atteggiamento si fa poca fatica a definire adulta, anche troppo per essere una studentessa delle superiori. Lo stesso discorso dovrebbe essere fatto per Oreki, che si mostra quasi il classico "passivo", ma che in realtà è assai più realistico degli altri, e lo dimostrerà in svariate occasioni.
Tecnicamente troviamo una grafica dettagliatissima e molto colorata. Ogni personaggio è reso in maniera superba, pur mostrando moe qua e là, e ricordando in maniera forse troppo evidente quella di 'K-ON'. Gli sfondi risultano eccezionalmente ricreati da paesaggi realmente esistenti e sorprendono per il numero di dettagli anche solo sfocati, il tutto accompagnato da effetti di luce realmente stupendi, anche se forse troppo accennati. Anche il comparto audio svolge bene il suo lavoro. La prima opening è adatta alla serie, mentre la seconda pur risultando simpatica è forse troppo fuori dagli schemi. Discorso simile si può fare per le due ending, qui troviamo la prima votata a un fanservice del tutto fuori tema e anche fastidioso, mentre la seconda sicuramente fantasiosa e divertente, ma anch'essa un po' fuori dallo schema principale.
Insomma con 'Hyouka' ci troviamo di fronte a una storia, ma sarebbe meglio dire intreccio di storie, non esageratamente originale ma che nonostante tutto riesce a raccontarsi in maniera leggera intrattenendo l'appassionato del genere. Il voto che gli è stato assegnato rispecchia la cura con la quale sono stati creati gli episodi, i personaggi, le situazioni, la qualità tecnica generale e la cura per i dettagli. Se siete in grado di andare oltre quei due o tre difetti, comodamente trascurabili oltretutto, allora riuscirete a godervi una delle migliori serie di questo 2012.
Oreki è un studente delle superiori in perenne stato di assoluta pigrizia, e che cerca di evitare sforzi inutili in ogni ambito. Tramite la sorella viene coinvolto nel club di letteratura della scuola in cui si trova, che tuttavia si occupa di... beh, non è ben chiaro fino alla fine di cosa si occupi questo club o i facenti parte. In questo club Oreki farà la conoscenza di Chitanda, una ragazza tanto tonta quanto fastidiosa nell'ossessionare il povero Oreki con le sue "curiosità". L'incontro tra i due scatenerà una serie di eventualità assolutamente quotidiane che mireranno alla risoluzione di "casi" (occhio alle virgolette) particolari che tuttavia non concernono alcun omicidio o crimine grave, bensì si tratterà di curiosità, per l'appunto. E sarà qui che Oreki mostrerà il suo enorme potenziale nascosto.
Questa serie presenta innumerevoli segni del più classico degli slice of life, e come tale si comporta in ogni episodio. Ci saranno momenti dedicati al sentimentalismo, al divertimento e all'introspezione, tutti equilibrati senza mai esagerare in ognuno di essi. Tuttavia l'opera non è esente da difetti come gli stereotipi nella caratterizzazione di alcuni personaggi, Chitanda su tutti, ma anche nel finale, dove ci si aspetta una svolta nelle relazioni tra i personaggi, si rimane piuttosto delusi da un episodio, l'ultimo appunto, che ha lo stesso valore di un altro preso a caso. Tuttavia voglio chiarire che nel finale è sottintesa l'inizio di una nuova storia, nulla finisce poiché c'è ancora tanto da fare. Non si parla di finale aperto o chiuso, e il discorso va preso partendo dalla storia non dallo spettatore.
Volendo essere critici alcuni personaggi risultano decisamente poco realistici nei comportamenti, come accade per un personaggio secondario di nome Irisu, una ragazza seria della stessa scuola di Oreki e Chitanda, che tramite l'atteggiamento si fa poca fatica a definire adulta, anche troppo per essere una studentessa delle superiori. Lo stesso discorso dovrebbe essere fatto per Oreki, che si mostra quasi il classico "passivo", ma che in realtà è assai più realistico degli altri, e lo dimostrerà in svariate occasioni.
Tecnicamente troviamo una grafica dettagliatissima e molto colorata. Ogni personaggio è reso in maniera superba, pur mostrando moe qua e là, e ricordando in maniera forse troppo evidente quella di 'K-ON'. Gli sfondi risultano eccezionalmente ricreati da paesaggi realmente esistenti e sorprendono per il numero di dettagli anche solo sfocati, il tutto accompagnato da effetti di luce realmente stupendi, anche se forse troppo accennati. Anche il comparto audio svolge bene il suo lavoro. La prima opening è adatta alla serie, mentre la seconda pur risultando simpatica è forse troppo fuori dagli schemi. Discorso simile si può fare per le due ending, qui troviamo la prima votata a un fanservice del tutto fuori tema e anche fastidioso, mentre la seconda sicuramente fantasiosa e divertente, ma anch'essa un po' fuori dallo schema principale.
Insomma con 'Hyouka' ci troviamo di fronte a una storia, ma sarebbe meglio dire intreccio di storie, non esageratamente originale ma che nonostante tutto riesce a raccontarsi in maniera leggera intrattenendo l'appassionato del genere. Il voto che gli è stato assegnato rispecchia la cura con la quale sono stati creati gli episodi, i personaggi, le situazioni, la qualità tecnica generale e la cura per i dettagli. Se siete in grado di andare oltre quei due o tre difetti, comodamente trascurabili oltretutto, allora riuscirete a godervi una delle migliori serie di questo 2012.
Partiamo dall'ammettere che questa serie è piena zeppa di tutti gli stereotipi che uno può aspettarsi dal suo genere: i protagonisti sono due ragazzi e due ragazze (è inevitabile che non ci siano risvolti amorosi); almeno uno dei personaggi ha dei problemi esistenziali; il detective di turno risolve dei misteri riguardanti la scuola e non - mmmh, mi sembra di averlo già sentito. Insomma, la prima cosa che viene in mente è "noioso".
Allora perché ho dato 9? Perché, parlando onestamente, me ne sono infischiata degli stereotipi e mi sono goduta la serie così com'è. Se infatti si va al di là della "cosa già vista e rivista" ci si accorgerà che l'aggettivo che più si addice a quest'anime è "tranquillo": non è che non ci sono i colpi di scena, semplicemente non coinvolgono. E questo è il motivo per cui non ho dato un voto pieno. Parlando dei personaggi, devo dire che mi è piaciuto molto Houtarou (io e lui siamo, caratterialmente, due gocce d'acqua) e, per quanto odiata e criticata, Chitanda. Con il suo comportamento è odiosa e allo stesso tempo esilarante, e sembra l'ennesimo stereotipo usato per fare impazzire la gente, ma, in realtà, il suo ruolo dentro la storia è persino più importante di quello del protagonista principale, è la causa del suo cambiamento di pensiero.
In definitiva non la definirei una serie da guardare assolutamente, è godibile, ma la si può apprezzare solo se la si guarda con tempo e voglia a disposizione; io ce l'avevo.
Allora perché ho dato 9? Perché, parlando onestamente, me ne sono infischiata degli stereotipi e mi sono goduta la serie così com'è. Se infatti si va al di là della "cosa già vista e rivista" ci si accorgerà che l'aggettivo che più si addice a quest'anime è "tranquillo": non è che non ci sono i colpi di scena, semplicemente non coinvolgono. E questo è il motivo per cui non ho dato un voto pieno. Parlando dei personaggi, devo dire che mi è piaciuto molto Houtarou (io e lui siamo, caratterialmente, due gocce d'acqua) e, per quanto odiata e criticata, Chitanda. Con il suo comportamento è odiosa e allo stesso tempo esilarante, e sembra l'ennesimo stereotipo usato per fare impazzire la gente, ma, in realtà, il suo ruolo dentro la storia è persino più importante di quello del protagonista principale, è la causa del suo cambiamento di pensiero.
In definitiva non la definirei una serie da guardare assolutamente, è godibile, ma la si può apprezzare solo se la si guarda con tempo e voglia a disposizione; io ce l'avevo.
Serie molto strana "Hyouka", inizialmente va subito a noia: del resto si presenta con l'ormai solito character design moe-oriented che ha fatto la fortuna della Kyoto Animation (lo studio di produzione dell'anime), un soggetto originale preso da una light novel, un club che si forma quasi per caso, lo studio dei misteri, un protagonista scazzato... Qualcuno ha un déjà-vu? Il pattern che ha così ben funzionato su "la Malinconia di Haruhi Suzumiya" sembra riproporsi.
In "Hyouka" gli episodi scorrono con lentezza e anche i modi di risoluzione dei vari enigmi messi in opera dal protagonista Hotaro, sotto la costante pressione della nuova eroina moe Eru Chitanda, non catturano quanto dovrebbero.
Allora cosa fa proseguire la visione, l'ennesimo, ma sempre funzionante setting scolastico, un realizzazione tecnica come sempre ottima quando c'è di mezzo la Kyo Ani. e un taglio slice of life. Con il passare delle puntate si apprezza la regia molto intelligente durante le scene di "deduzione", delle buonissime musiche (che pescano sul repertorio di musica classica), ma sopratutto i rapporti tra i protagonisti che, oltre ai sopracitati Hotaro e Chitanda, vedono anche Mayaka e Ibuki vecchi amici dai tempi delle media del protagonista.
Queste interazioni tra di essi e il loro progredire sono ben narrate con i dovuti tempi, senza accelerazioni o forzature. La caratterizzazione dei personaggi non rimane statica, bensì sotto una reciproca influenza evolve facendo smussare gli angoli di ciascuno di essi.
E' presente anche una "sotto-trama" sentimentale che inizia a svilupparsi negli ultimi episodi, che sono i migliori della serie, in realtà Mayaka si dichiara sin dal primo episodio innamorata di Satoshi, ma la cosa viene ignorata per quasi tutta la storia. Chi ha un po' di fiuto e un po' di esperienza di anime sentimentali capisce subito come si svilupperà, ma questo non inficia il fatto che il modo con cui si affronta questo lato della storia è ben narrato e non scade nel solito.
Per quanto riguarda gli enigmi e i misteri che si vanno via via affrontando si passa da situazioni assolutamente inutili e snervanti a qualcosa di più interessante, ma da questo punto di vista siamo innanzi a una criticità di questa serie. In realtà a me è sembrato che la risoluzione dei misteri fosse più un pretesto per lo sviluppo delle interazioni di cui ho parlato sopra.
Insomma ci troviamo di fronte a una buona serie, nel solco di un modo di fare animazione ormai ben collaudato, ma che all'interno di esso si difende bene con i suoi buoni e peculiari elementi, parte molto male per poi migliorare moltissimo. Insomma nulla di epocale, ma non merita neanche delle pesanti stroncature. Avrei messo 6,5 se fosse stato possibile.
In "Hyouka" gli episodi scorrono con lentezza e anche i modi di risoluzione dei vari enigmi messi in opera dal protagonista Hotaro, sotto la costante pressione della nuova eroina moe Eru Chitanda, non catturano quanto dovrebbero.
Allora cosa fa proseguire la visione, l'ennesimo, ma sempre funzionante setting scolastico, un realizzazione tecnica come sempre ottima quando c'è di mezzo la Kyo Ani. e un taglio slice of life. Con il passare delle puntate si apprezza la regia molto intelligente durante le scene di "deduzione", delle buonissime musiche (che pescano sul repertorio di musica classica), ma sopratutto i rapporti tra i protagonisti che, oltre ai sopracitati Hotaro e Chitanda, vedono anche Mayaka e Ibuki vecchi amici dai tempi delle media del protagonista.
Queste interazioni tra di essi e il loro progredire sono ben narrate con i dovuti tempi, senza accelerazioni o forzature. La caratterizzazione dei personaggi non rimane statica, bensì sotto una reciproca influenza evolve facendo smussare gli angoli di ciascuno di essi.
E' presente anche una "sotto-trama" sentimentale che inizia a svilupparsi negli ultimi episodi, che sono i migliori della serie, in realtà Mayaka si dichiara sin dal primo episodio innamorata di Satoshi, ma la cosa viene ignorata per quasi tutta la storia. Chi ha un po' di fiuto e un po' di esperienza di anime sentimentali capisce subito come si svilupperà, ma questo non inficia il fatto che il modo con cui si affronta questo lato della storia è ben narrato e non scade nel solito.
Per quanto riguarda gli enigmi e i misteri che si vanno via via affrontando si passa da situazioni assolutamente inutili e snervanti a qualcosa di più interessante, ma da questo punto di vista siamo innanzi a una criticità di questa serie. In realtà a me è sembrato che la risoluzione dei misteri fosse più un pretesto per lo sviluppo delle interazioni di cui ho parlato sopra.
Insomma ci troviamo di fronte a una buona serie, nel solco di un modo di fare animazione ormai ben collaudato, ma che all'interno di esso si difende bene con i suoi buoni e peculiari elementi, parte molto male per poi migliorare moltissimo. Insomma nulla di epocale, ma non merita neanche delle pesanti stroncature. Avrei messo 6,5 se fosse stato possibile.
Il ritorno sulle scene da parte di Kyoto Animation è sempre uno dei più attesi, vuoi per la propensione a partorire titoli estremamente cari agli appassionati nipponici, vuoi per la capacità di rendere ogni proprio lavoro invidiabile dal punto di vista tecnico: il primo sforzo del 2012 si chiama Hyouka, e come previsto mantiene entrambe le premesse. Si tratta, ancora una volta, di un adattamento, ancora una volta, da una light novel.
Dopo avere dedicato circa un paio di anni alla lustratura dei suoi brand più fruttiferi (K-On!, Suzumiya), lo studio ci presenta finalmente dei personaggi tutti nuovi... beh, almeno sulla carta. È qui che si introduce uno dei grossi punti dolenti del pacchetto, ossia la caratterizzazione dei protagonisti, o meglio, i modelli che tendono ad assumere. Oreki prende in prestito l'apatia, la pacatezza e l'acume dei vari Kyon e Tomoya, estremizzandoli; lo stesso accade con l'eroina del caso, Chitanda, un irritante collage di atteggiamenti da santarellina misti a un perseverante e ingenuo infantilismo votati alla causa moe, una sorta di comunione tra le varie Nagisa e Hirasawa. Decisamente più spazio avrebbe meritato la coppia formata da Fukube e Ibara, ridotti a ronzanti figure di contorno agenti in funzione dei due compagni.
Il 'gioco delle coppie' è comunque riconoscibile già in partenza, ma non s'esplicita mai se non nell'arco finale, che segnerà il suo avvio. A mio avviso, quella di non mostrarci il proseguimento dei giochi è stata la scelta migliore: non so voi, ma io proprio non sarei riuscito a digerire la love story di turno tra una tale smorfiosa e l'allocco caduto nella sua rete. Meglio allora sollazzarsi con il passatempo costituito dalla risoluzione di semplici enigmi - anche se raramente interessanti - o lasciarsi rapire dalla ben ricostruita - anche se un po' leziosa - atmosfera del Giappone scolastico? Direi di sì. Meglio non tormentarsi troppo e rendersi conto che si tratti pur sempre di uno slice of life, come tanto hanno voluto rimarcare i sostenitori dell'opera, forse ignari dell'esistenza di spaccati di vita meglio curati, e almeno non istiganti allo sbadiglio o all'omicidio di uno dei personaggi.
Se non altro Hyouka può vantare un riconoscimento di tutto rispetto in termini tecnici, sfoderando il solito, sopraffino trattamento della componente grafica. Al contempo viene svelato il talento artistico di Yasuhiro Takemoto, mai come ora sullo stesso piano del 'senpai' Ishihara in quanto a eleganza registica, e forse un gradino sopra di lui per le fantasiose idee messe a punto, ad esempio in occasione delle scene che accompagnano le investigazioni. Le musiche, passabili, sono a cura di Kouhei Tanaka, noto compositore di One Piece e Gunbuster, mentre tra i seiyuu la Kayano (Ibara) è quella che a mio parere spicca sugli altri.
Vale infine la pena vedere questo anime? Sì, se ci si sa accontentare del buono che racchiude, anche se presente in misura modesta.
Dopo avere dedicato circa un paio di anni alla lustratura dei suoi brand più fruttiferi (K-On!, Suzumiya), lo studio ci presenta finalmente dei personaggi tutti nuovi... beh, almeno sulla carta. È qui che si introduce uno dei grossi punti dolenti del pacchetto, ossia la caratterizzazione dei protagonisti, o meglio, i modelli che tendono ad assumere. Oreki prende in prestito l'apatia, la pacatezza e l'acume dei vari Kyon e Tomoya, estremizzandoli; lo stesso accade con l'eroina del caso, Chitanda, un irritante collage di atteggiamenti da santarellina misti a un perseverante e ingenuo infantilismo votati alla causa moe, una sorta di comunione tra le varie Nagisa e Hirasawa. Decisamente più spazio avrebbe meritato la coppia formata da Fukube e Ibara, ridotti a ronzanti figure di contorno agenti in funzione dei due compagni.
Il 'gioco delle coppie' è comunque riconoscibile già in partenza, ma non s'esplicita mai se non nell'arco finale, che segnerà il suo avvio. A mio avviso, quella di non mostrarci il proseguimento dei giochi è stata la scelta migliore: non so voi, ma io proprio non sarei riuscito a digerire la love story di turno tra una tale smorfiosa e l'allocco caduto nella sua rete. Meglio allora sollazzarsi con il passatempo costituito dalla risoluzione di semplici enigmi - anche se raramente interessanti - o lasciarsi rapire dalla ben ricostruita - anche se un po' leziosa - atmosfera del Giappone scolastico? Direi di sì. Meglio non tormentarsi troppo e rendersi conto che si tratti pur sempre di uno slice of life, come tanto hanno voluto rimarcare i sostenitori dell'opera, forse ignari dell'esistenza di spaccati di vita meglio curati, e almeno non istiganti allo sbadiglio o all'omicidio di uno dei personaggi.
Se non altro Hyouka può vantare un riconoscimento di tutto rispetto in termini tecnici, sfoderando il solito, sopraffino trattamento della componente grafica. Al contempo viene svelato il talento artistico di Yasuhiro Takemoto, mai come ora sullo stesso piano del 'senpai' Ishihara in quanto a eleganza registica, e forse un gradino sopra di lui per le fantasiose idee messe a punto, ad esempio in occasione delle scene che accompagnano le investigazioni. Le musiche, passabili, sono a cura di Kouhei Tanaka, noto compositore di One Piece e Gunbuster, mentre tra i seiyuu la Kayano (Ibara) è quella che a mio parere spicca sugli altri.
Vale infine la pena vedere questo anime? Sì, se ci si sa accontentare del buono che racchiude, anche se presente in misura modesta.
Ho trovato 'Hyouka' interessante fin dal primo episodio, e sono rimasta sconvolta delle critiche molto negative che ha ricevuto. Eppure è uno slice of life riuscitissimo, ed essendolo è ovvio che la trama non può essere delle più avvincenti, quindi il punto di forza diventano i personaggi. E nonostante all'inizio amassi solo Oreki (come tutti penso), alla fine non ho potuto non amare o almeno apprezzare tutti e quattro i protagonisti.
Come ho già detto, 'Hyouka' è uno slice of life, ed essendo tale cosa possiamo aspettarci? Semplicemente dei personaggi che crescono, che interagiscono tra loro e che trovano una qualche "bellezza" nella vita. E 'Hyouka' è esemplare sotto questo punto di vista, e che nessuno osi dire il contrario. Basta solo guardare la prima scena e l'ultima. E lì si capisce il perché di "Hyouka". Nella prima abbiamo il mondo in bianco e nero del protagonista, un mondo grigio, e dopo finalmente ne abbiamo uno colorato, dalle sfumature rosee. Il tema principale della serie direi che è quindi il cambiamento, e a mio avviso non poteva essere rappresentato meglio.
"Hyouka" è un anime che all'inizio vedi perché ti ispira, ma senza grandi aspettative e perché il protagonista e la grafica ti attirano in particolar modo, eppure a un certo punto della storia ti inizierai a chiedere "Ma da quando quest'anime è diventato così maturo?", perché i personaggi pian piano crescono, cambiano, e tutto in modo molto naturale realistico e senza accelerare i tempi (forse per questo può risultare noioso a certa gente), e alla fine, ad esempio, ti ritrovi un Oreki che fa cose che nel primo episodio non ti saresti nemmeno sognato che facesse, o un allegro Satoshi che inserisce nella storia una qualche sorta di "drama". E, ripeto, tutti i protagonisti sono fantastici a modo loro, ognuno con i propri pregi e soprattutto i propri difetti che li rendono più reali; ma tutto questo spunta negli ultimi episodi, quando ormai pensi di avere già capito chi ti piace o no.
Per quanto riguarda il finale, 'Hyouka' per ora è stato il primo anime che mi ha fatto piangere proprio perché è finito. Il finale è solo l'inizio di una nuova storia, del mondo a colori del protagonista, e si spera in una seconda serie dal momento che la novel è ancora in corso. Eppure, a parte l'immensa tristezza per la fine, sono soddisfatta del finale. Ho amato il nuovo inizio, i dialoghi con dei significati nascosti e interpretabili in vari modi, i colori, il sorriso di Oreki, e persino l'"odiosa" Chitanda. Ci sono state anche delusioni sull'aspetto romantico da parte di alcuni, ma è stato messo in chiaro fin dall'inizio che non si trattasse di uno shoujo, quindi è anche più giusto così.
Probabilmente 'Hyouka' non è un anime per tutti, ma sono contentissima di essere tra le persone che riescono ad apprezzarlo così tanto da piangere solo perché è finito. Però se proprio non vi piacciono gli slice of life, allora statevene alla larga.
Come ho già detto, 'Hyouka' è uno slice of life, ed essendo tale cosa possiamo aspettarci? Semplicemente dei personaggi che crescono, che interagiscono tra loro e che trovano una qualche "bellezza" nella vita. E 'Hyouka' è esemplare sotto questo punto di vista, e che nessuno osi dire il contrario. Basta solo guardare la prima scena e l'ultima. E lì si capisce il perché di "Hyouka". Nella prima abbiamo il mondo in bianco e nero del protagonista, un mondo grigio, e dopo finalmente ne abbiamo uno colorato, dalle sfumature rosee. Il tema principale della serie direi che è quindi il cambiamento, e a mio avviso non poteva essere rappresentato meglio.
"Hyouka" è un anime che all'inizio vedi perché ti ispira, ma senza grandi aspettative e perché il protagonista e la grafica ti attirano in particolar modo, eppure a un certo punto della storia ti inizierai a chiedere "Ma da quando quest'anime è diventato così maturo?", perché i personaggi pian piano crescono, cambiano, e tutto in modo molto naturale realistico e senza accelerare i tempi (forse per questo può risultare noioso a certa gente), e alla fine, ad esempio, ti ritrovi un Oreki che fa cose che nel primo episodio non ti saresti nemmeno sognato che facesse, o un allegro Satoshi che inserisce nella storia una qualche sorta di "drama". E, ripeto, tutti i protagonisti sono fantastici a modo loro, ognuno con i propri pregi e soprattutto i propri difetti che li rendono più reali; ma tutto questo spunta negli ultimi episodi, quando ormai pensi di avere già capito chi ti piace o no.
Per quanto riguarda il finale, 'Hyouka' per ora è stato il primo anime che mi ha fatto piangere proprio perché è finito. Il finale è solo l'inizio di una nuova storia, del mondo a colori del protagonista, e si spera in una seconda serie dal momento che la novel è ancora in corso. Eppure, a parte l'immensa tristezza per la fine, sono soddisfatta del finale. Ho amato il nuovo inizio, i dialoghi con dei significati nascosti e interpretabili in vari modi, i colori, il sorriso di Oreki, e persino l'"odiosa" Chitanda. Ci sono state anche delusioni sull'aspetto romantico da parte di alcuni, ma è stato messo in chiaro fin dall'inizio che non si trattasse di uno shoujo, quindi è anche più giusto così.
Probabilmente 'Hyouka' non è un anime per tutti, ma sono contentissima di essere tra le persone che riescono ad apprezzarlo così tanto da piangere solo perché è finito. Però se proprio non vi piacciono gli slice of life, allora statevene alla larga.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Lo scempio è finito, andate in pace. Se volete sprecare 24 minuti x 22 episodi (528 minuti della vostra preziosa vita) guardate "Hyouka" come ho fatto anche io dopotutto.
Da dove cominciare a smontare pezzo per pezzo questa accozzaglia di stereotipi e luoghi comuni? Partiamo dal presupposto che i genere affibbiatigli sono "mistero" e "scolastico". Non sono una grande amante del genere scolastico, ma i pochi casi in cui ho iniziato a guardarne uno mi sono sentita coinvolta e appassionata, "Kimi to Boku", per esempio. Per quanto riguarda i misteri, beh diciamoci che fanno ridere. Ero così curiosa di sapere chi fosse il colpevole che la maggior parte delle volte ho lasciato l'episodio a metà.
La sensazione che mi ha dato "Hyouka" è stata quella di essere presa in giro. Non avendo una vera e propria trama e usando i misteri come tappabuchi sentivo che dopo ogni episodio non mi rimaneva niente, né soddisfazione né alcuna aspettativa.
I personaggi. Dunque, il protagonista è Oreki Houtarou, un ragazzino niente male che gli sceneggiatori fanno dovutamente spogliare nel settimo episodio per convincere anche i più reticenti come me ad andare avanti. Dal punto di vista psicologico gli darei un 5. Vive seguendo la sua filosofia del risparmio energetico, che viene facilmente intaccata sia da sua sorella sia da Chitanda. Non dà cenni di alcun tipo di sentimento fino all'episodio 18, quando l'anime, a quattro episodi dalla fine, decide di fare una virata sul lato romantico, ma di questo parleremo dopo.
La spalla, la macina, quella che fa girare tutto l'anime che altrimenti sarebbe stato più monotono ma forse più interessante, è Chitanda Eru. Dal mio punto di vista e, a giudicare da quanto ho visto nei commenti di questi 22 episodi, anche da quello degli altri, è una figurina moeizzata stereotipata irritante e ingombrante. Sul piano della profondità psicologica le darei un 2. Capisce di essere innamorata di Oreki al semaforo, quando in un episodio compreso tra il 18 e il 20 lui ammette che ha risolto un mistero perché altrimenti si sarebbe sentito in colpa nei confronti di un professore al quale aveva dato un giudizio sbagliato. Probabilmente chi ha curato "Hyouka" si è semplicemente preoccupato di renderla carina e coccolosa, a cosa serve darle anche un carattere?
Terzo elemento è Satoshi Fukube, il classico amico gay del protagonista. Se da Hyouka bisognava ricavare dei messaggi nascosti di apprezzamento tra i personaggi, avrei scommesso sul suo amore per Houtarou. Invece dopo 21 episodi arriva fatalità San Valentino e in un episodio scopri grandi sentimenti nascosti che per tutto l'anime non avevano trovato spazio nella storia. Si merita un 3 solo per l'arco del festival culturale in cui dimostra di avere un po' d'invidia per Oreki, probabilmente la più grande manifestazione psicologia di tutta la serie.
Ultima ma non meno importante (sto scherzando ovviamente) è Mayaka. Questa ci dice dal primo episodio di essere innamorata di Satoshi e quindi cosa fa? Niente. Risolve allegramente qualche mistero senza dare grandi cenni di interesse, non rimane mai sola con lui, niente di niente. Al ventunesimo episodio bim, bum, bam e sono insieme. Anche lei si prende un tre solo per l'arco del festival in cui ha dimostrato qualche briciola di carattere.
Un quinto personaggio che ogni tanto fa la sua apparizione è Irisu-sempai, la classica femmina dominante che lancia messaggi criptati al protagonista e non si capisce che intenti abbia.
Questi personaggi tengono su l'intero anime per 22 episodi, senza avere grandi rapporti con gli altri. I misteri passano dal più banale come "Perché Chitanda si è arrabbiata?" (24 minuti di pura sofferenza) a quelli più interessanti come "Chi sta rubando le cose al festival culturale?". La prassi è semplice: succede qualcosa di vagamente fuori dall'ordinario, Chitanda è curiosa, Chitanda costringe Oreki a risolverlo, Mayaka e Satoshi intervengono sbagliando o proprio non ci sono, Oreki risolve il caso. Questo procede regolarmente senza nient'altro dietro fino all'episodio 17, unico episodio che ho apprezzato per il modo in cui viene risolto il caso e il modo in cui reagisce Satoshi. Dal 18 al 22 c'è quel cambio di programma a cui alludevo prima. La noia è la stessa, ma per i protagonisti è arrivato il momento di dare soddisfazione ai fan romantici che hanno sopportato fino a qui.
Un anime dove le relazioni avevano un senso era "Lovely Complex", sono disposta a dire anche "Toradora"; perfino in "Durarara!!" il tema romantico tra Mikado e Anri era affrontato meglio che qua. Qui no. O almeno, non hanno un senso se vi prendete la briga di badarci solo quando l'anime sta per finire. Non so se chiamarlo fanservice, ma di sicuro ci andiamo vicino.
Per concludere, lo sconsiglio fortemente. A parer mio è una vergogna paragonato ad anime che meritano di essere chiamati tali. Se ho guardato 22 episodi è stato perché mi piaceva Oreki e perché aspettavo che arrivasse il gran mistero che mi avrebbe fatto cambiare idea. Non è arrivato.
Lo scempio è finito, andate in pace. Se volete sprecare 24 minuti x 22 episodi (528 minuti della vostra preziosa vita) guardate "Hyouka" come ho fatto anche io dopotutto.
Da dove cominciare a smontare pezzo per pezzo questa accozzaglia di stereotipi e luoghi comuni? Partiamo dal presupposto che i genere affibbiatigli sono "mistero" e "scolastico". Non sono una grande amante del genere scolastico, ma i pochi casi in cui ho iniziato a guardarne uno mi sono sentita coinvolta e appassionata, "Kimi to Boku", per esempio. Per quanto riguarda i misteri, beh diciamoci che fanno ridere. Ero così curiosa di sapere chi fosse il colpevole che la maggior parte delle volte ho lasciato l'episodio a metà.
La sensazione che mi ha dato "Hyouka" è stata quella di essere presa in giro. Non avendo una vera e propria trama e usando i misteri come tappabuchi sentivo che dopo ogni episodio non mi rimaneva niente, né soddisfazione né alcuna aspettativa.
I personaggi. Dunque, il protagonista è Oreki Houtarou, un ragazzino niente male che gli sceneggiatori fanno dovutamente spogliare nel settimo episodio per convincere anche i più reticenti come me ad andare avanti. Dal punto di vista psicologico gli darei un 5. Vive seguendo la sua filosofia del risparmio energetico, che viene facilmente intaccata sia da sua sorella sia da Chitanda. Non dà cenni di alcun tipo di sentimento fino all'episodio 18, quando l'anime, a quattro episodi dalla fine, decide di fare una virata sul lato romantico, ma di questo parleremo dopo.
La spalla, la macina, quella che fa girare tutto l'anime che altrimenti sarebbe stato più monotono ma forse più interessante, è Chitanda Eru. Dal mio punto di vista e, a giudicare da quanto ho visto nei commenti di questi 22 episodi, anche da quello degli altri, è una figurina moeizzata stereotipata irritante e ingombrante. Sul piano della profondità psicologica le darei un 2. Capisce di essere innamorata di Oreki al semaforo, quando in un episodio compreso tra il 18 e il 20 lui ammette che ha risolto un mistero perché altrimenti si sarebbe sentito in colpa nei confronti di un professore al quale aveva dato un giudizio sbagliato. Probabilmente chi ha curato "Hyouka" si è semplicemente preoccupato di renderla carina e coccolosa, a cosa serve darle anche un carattere?
Terzo elemento è Satoshi Fukube, il classico amico gay del protagonista. Se da Hyouka bisognava ricavare dei messaggi nascosti di apprezzamento tra i personaggi, avrei scommesso sul suo amore per Houtarou. Invece dopo 21 episodi arriva fatalità San Valentino e in un episodio scopri grandi sentimenti nascosti che per tutto l'anime non avevano trovato spazio nella storia. Si merita un 3 solo per l'arco del festival culturale in cui dimostra di avere un po' d'invidia per Oreki, probabilmente la più grande manifestazione psicologia di tutta la serie.
Ultima ma non meno importante (sto scherzando ovviamente) è Mayaka. Questa ci dice dal primo episodio di essere innamorata di Satoshi e quindi cosa fa? Niente. Risolve allegramente qualche mistero senza dare grandi cenni di interesse, non rimane mai sola con lui, niente di niente. Al ventunesimo episodio bim, bum, bam e sono insieme. Anche lei si prende un tre solo per l'arco del festival in cui ha dimostrato qualche briciola di carattere.
Un quinto personaggio che ogni tanto fa la sua apparizione è Irisu-sempai, la classica femmina dominante che lancia messaggi criptati al protagonista e non si capisce che intenti abbia.
Questi personaggi tengono su l'intero anime per 22 episodi, senza avere grandi rapporti con gli altri. I misteri passano dal più banale come "Perché Chitanda si è arrabbiata?" (24 minuti di pura sofferenza) a quelli più interessanti come "Chi sta rubando le cose al festival culturale?". La prassi è semplice: succede qualcosa di vagamente fuori dall'ordinario, Chitanda è curiosa, Chitanda costringe Oreki a risolverlo, Mayaka e Satoshi intervengono sbagliando o proprio non ci sono, Oreki risolve il caso. Questo procede regolarmente senza nient'altro dietro fino all'episodio 17, unico episodio che ho apprezzato per il modo in cui viene risolto il caso e il modo in cui reagisce Satoshi. Dal 18 al 22 c'è quel cambio di programma a cui alludevo prima. La noia è la stessa, ma per i protagonisti è arrivato il momento di dare soddisfazione ai fan romantici che hanno sopportato fino a qui.
Un anime dove le relazioni avevano un senso era "Lovely Complex", sono disposta a dire anche "Toradora"; perfino in "Durarara!!" il tema romantico tra Mikado e Anri era affrontato meglio che qua. Qui no. O almeno, non hanno un senso se vi prendete la briga di badarci solo quando l'anime sta per finire. Non so se chiamarlo fanservice, ma di sicuro ci andiamo vicino.
Per concludere, lo sconsiglio fortemente. A parer mio è una vergogna paragonato ad anime che meritano di essere chiamati tali. Se ho guardato 22 episodi è stato perché mi piaceva Oreki e perché aspettavo che arrivasse il gran mistero che mi avrebbe fatto cambiare idea. Non è arrivato.
Gli anime incentrati nell'atmosfera dei licei giapponesi mi suscitano sempre molta curiosità. L'idea della scuola vista come un luogo di ritrovo post-lezione in cui dedicare il tempo libero nelle attività dei club mi ha sempre affascinato. <b>WARNING !!! LE NOTE CHE SEGUONO CONTENGONO SPOILER!</b>
La scuola che fa da sfondo a questa storia è caratterizzata dall'avere un numero enorme di club che trattano le attività più disparate, anche il numero degli studenti è impressionante. I protagonisti della storia fanno parte del club di cultura classica, "Kotenbu" se ho capito bene la pronuncia, e si divertono a risolvere i misteri che incontrano nella vita di tutti i giorni. Il personaggio principale, Hotarou Oreki, è un ragazzo che ha deciso di trascorrere la vita spendendo la minor quantità di energia possibile, sempre calmo e distaccato rispetto a ciò che gli succede intorno, questo giovine ha però delle notevoli capacità deduttive che lo rendono una sorta di Sherlock Holmes liceale. Oreki si è iscritto al Kotenbu solo per fare un piacere a sua sorella maggiore (in passato membro dello stesso club), ma se fosse per lui se ne starebbe tutto il giorno seduto a leggere in tranquillità. Peccato che puntualmente viene coinvolto da Eru Chitanda, la presidentessa del club, che posseduta da una curiosità contagiosa lo prende per mano e "gentilmente" lo costringe a investigare sul mistero del momento, fino a quando non lo ha risolto.
Questa è in sintesi la dinamica tipica di ogni episodio: si presenta un mistero, la curiosità di Chitanda si "attiva", Oreki viene coinvolto dall'euforia della ragazza e dopo un po' di tempo speso a investigare il mistero viene risolto. Gli altri due personaggi del club sono Satoshi, unico amico di Oreki e "Database" del gruppo, e Mayaka, l'anima polemica del quartetto e da sempre innamorata di Satoshi.
Vista così la storia potrebbe sembrare piatta e ripetitiva, ma in realtà l'anime ha molte altre cose da offrire che lo rendono un ottimo prodotto. Primo fra tutti il comparto grafico che a mio parere è molto curato; belle le fisionomie dei personaggi, le espressioni dei volti e la cura per i dettagli. Ottima è la caratterizzazione dei personaggi, ognuno di loro ha un carattere ben definito all'esterno, ma con un lato nascosto che sembra delinearsi lentamente durante lo sviluppo della storia.
Satoshi, che in apparenza è sempre positivo e sembra soddisfatto della sua vita, in realtà sembra covare una certa gelosia per le doti di Oreki, e probabilmente vorrebbe risolvere da solo almeno un mistero per dimostrare all'amico di non essere inferiore.
Oreki, che dice sempre di non voler essere coinvolto dagli altri, viene tuttavia ammaliato dal carattere dolce ma diretto di Chitanda (azzeccatissimo l'effetto avvolgente dei capelli della ragazza nel primo episodio) e non riesce a dire di no quando lei lo prega di risolvere un mistero. Probabilmente Oreki si giustifica con se stesso dicendo "spendo meno energie a risolvere il mistero facendola felice, piuttosto che cercare una scusa per non farmi coinvolgere". Tuttavia viene anche il sospetto che a Hotarou piaccia rendersi utile, farsi coinvolgere nei misteri per assaporare quella felicità che si prova quando si sta bene in compagnia dei propri amici, e forse alla fine della storia si renderà conto di amare Chitanda, colei che lo ha aiutato ad uscire da un guscio di indifferenza che forse non si rendeva neanche conto di aver costruito.
Tirando le somme trovo che Hyouka sia un anime bellissimo, equilibrato e ricco di particolari, che non annoia e merita di essere visto. Non assegno un 10 perché da bravo pessimista temo che possa rovinarsi sul finale, ma se lo meriterebbe tutto.
La scuola che fa da sfondo a questa storia è caratterizzata dall'avere un numero enorme di club che trattano le attività più disparate, anche il numero degli studenti è impressionante. I protagonisti della storia fanno parte del club di cultura classica, "Kotenbu" se ho capito bene la pronuncia, e si divertono a risolvere i misteri che incontrano nella vita di tutti i giorni. Il personaggio principale, Hotarou Oreki, è un ragazzo che ha deciso di trascorrere la vita spendendo la minor quantità di energia possibile, sempre calmo e distaccato rispetto a ciò che gli succede intorno, questo giovine ha però delle notevoli capacità deduttive che lo rendono una sorta di Sherlock Holmes liceale. Oreki si è iscritto al Kotenbu solo per fare un piacere a sua sorella maggiore (in passato membro dello stesso club), ma se fosse per lui se ne starebbe tutto il giorno seduto a leggere in tranquillità. Peccato che puntualmente viene coinvolto da Eru Chitanda, la presidentessa del club, che posseduta da una curiosità contagiosa lo prende per mano e "gentilmente" lo costringe a investigare sul mistero del momento, fino a quando non lo ha risolto.
Questa è in sintesi la dinamica tipica di ogni episodio: si presenta un mistero, la curiosità di Chitanda si "attiva", Oreki viene coinvolto dall'euforia della ragazza e dopo un po' di tempo speso a investigare il mistero viene risolto. Gli altri due personaggi del club sono Satoshi, unico amico di Oreki e "Database" del gruppo, e Mayaka, l'anima polemica del quartetto e da sempre innamorata di Satoshi.
Vista così la storia potrebbe sembrare piatta e ripetitiva, ma in realtà l'anime ha molte altre cose da offrire che lo rendono un ottimo prodotto. Primo fra tutti il comparto grafico che a mio parere è molto curato; belle le fisionomie dei personaggi, le espressioni dei volti e la cura per i dettagli. Ottima è la caratterizzazione dei personaggi, ognuno di loro ha un carattere ben definito all'esterno, ma con un lato nascosto che sembra delinearsi lentamente durante lo sviluppo della storia.
Satoshi, che in apparenza è sempre positivo e sembra soddisfatto della sua vita, in realtà sembra covare una certa gelosia per le doti di Oreki, e probabilmente vorrebbe risolvere da solo almeno un mistero per dimostrare all'amico di non essere inferiore.
Oreki, che dice sempre di non voler essere coinvolto dagli altri, viene tuttavia ammaliato dal carattere dolce ma diretto di Chitanda (azzeccatissimo l'effetto avvolgente dei capelli della ragazza nel primo episodio) e non riesce a dire di no quando lei lo prega di risolvere un mistero. Probabilmente Oreki si giustifica con se stesso dicendo "spendo meno energie a risolvere il mistero facendola felice, piuttosto che cercare una scusa per non farmi coinvolgere". Tuttavia viene anche il sospetto che a Hotarou piaccia rendersi utile, farsi coinvolgere nei misteri per assaporare quella felicità che si prova quando si sta bene in compagnia dei propri amici, e forse alla fine della storia si renderà conto di amare Chitanda, colei che lo ha aiutato ad uscire da un guscio di indifferenza che forse non si rendeva neanche conto di aver costruito.
Tirando le somme trovo che Hyouka sia un anime bellissimo, equilibrato e ricco di particolari, che non annoia e merita di essere visto. Non assegno un 10 perché da bravo pessimista temo che possa rovinarsi sul finale, ma se lo meriterebbe tutto.
In genere aspetterei la fine della serie prima di dare una valutazione, ma siccome quest'anime mi ha colpito davvero molto ho pensato di dare una spintarella a chi fosse ancora indeciso se vale la pena o no di vederlo.
Il nostro protagonista, Oreki Hotaro, è un liceale estremamente pigro, "a basso consumo energetico" per citare l'anime stesso, mai iscritto a un club. La sorella maggiore, in viaggio per il mondo a quanto pare, gli chiede però come favore personale di iscriversi al club di Letteratura Classica, dove lei era stata da liceale, visto che ora è senza membri e rischia di sparire. Convinto di dovere solo fare presenza come unico membro s'iscrive, solo per scoprire che esiste un'altra iscritta. Chitanda Eru, prima della classe, ragazza tanto carina quanto curiosa, che si è iscritta al club per "motivi strettamente personali". Si aggrega anche un amico di Hotaro, Fukube Satoshi, e giusto poco più tardi un'altra ragazza, Ibara Mayaka, innamorata di Satoshi che però non pare ricambiare. E finalmente inizia la storia.
Il club di letteratura pare più un club investigativo, visto che le vicende si sviluppano attorno a piccoli (finora) misterucci legati alla scuola. Chitanda è estremamente curiosa, e riesce a stregare Hotaro, il quale - pur non volendo, vista la sua politica di "non fare nulla se non è necessario" - si trova ad aiutarla a risolvere questi piccoli enigmi. Hotaro si scopre essere un tipo estremamente deduttivo, molto perspicace, e riesce facilmente a risolvere i più bizzarri dei misteri. Non passa molto tempo perché Chitanda si renda conto dell'abilità straordinaria di Hotaro, e decida di svelargli il motivo per cui si è iscritta al club.
È successo qualcosa in quel club, 33 anni prima, legato alla sua famiglia, e lei vuole assolutamente scoprirlo. Non sa da dove partire, visto che la persona legata all'evento è sparita da 7 anni, ma farebbe qualunque cosa per scoprire la verità. Nemmeno un nullafacente come Hotaro riesce a dire di no a questa richiesta, e inizia la ricerca di una verità che non sembra gradita a molti.
In termini di trama, la faccenda si fa interessante dal terzo episodio, quando i grossi temi entrano in gioco, ma i primi due episodi sono molto piacevoli. La realizzazione grafica è estremamente bella, di ottimo livello, e i piccoli misteri che i nostri eroi risolvono nei primi episodi sono molto simpatici e risolti in maniera divertente, senza risultare banali o incomprensibili (vedi tutti gli enigmi legati alla lingua giapponese che ci sono in "Detective Conan"). I personaggi sono ben caratterizzati, il protagonista è abbastanza interessante, anche se può risultare abbastanza fastidioso quando diventa eccessivamente distaccato, ma è sempre ben reso. Per qualche motivo che ancora non è ben chiaro, Mayaka lo odia profondamente, ma decide di entrare lo stesso nel club perché innamorata di Satoshi. Questi due personaggi, sebbene un po' a margine, sono assolutamente credibili e aggiungono al parco personaggi tutto quello che serve, energia, simpatia e un po' di rivalità.
Per quanto visto finora, consiglio caldamente la serie.
Il nostro protagonista, Oreki Hotaro, è un liceale estremamente pigro, "a basso consumo energetico" per citare l'anime stesso, mai iscritto a un club. La sorella maggiore, in viaggio per il mondo a quanto pare, gli chiede però come favore personale di iscriversi al club di Letteratura Classica, dove lei era stata da liceale, visto che ora è senza membri e rischia di sparire. Convinto di dovere solo fare presenza come unico membro s'iscrive, solo per scoprire che esiste un'altra iscritta. Chitanda Eru, prima della classe, ragazza tanto carina quanto curiosa, che si è iscritta al club per "motivi strettamente personali". Si aggrega anche un amico di Hotaro, Fukube Satoshi, e giusto poco più tardi un'altra ragazza, Ibara Mayaka, innamorata di Satoshi che però non pare ricambiare. E finalmente inizia la storia.
Il club di letteratura pare più un club investigativo, visto che le vicende si sviluppano attorno a piccoli (finora) misterucci legati alla scuola. Chitanda è estremamente curiosa, e riesce a stregare Hotaro, il quale - pur non volendo, vista la sua politica di "non fare nulla se non è necessario" - si trova ad aiutarla a risolvere questi piccoli enigmi. Hotaro si scopre essere un tipo estremamente deduttivo, molto perspicace, e riesce facilmente a risolvere i più bizzarri dei misteri. Non passa molto tempo perché Chitanda si renda conto dell'abilità straordinaria di Hotaro, e decida di svelargli il motivo per cui si è iscritta al club.
È successo qualcosa in quel club, 33 anni prima, legato alla sua famiglia, e lei vuole assolutamente scoprirlo. Non sa da dove partire, visto che la persona legata all'evento è sparita da 7 anni, ma farebbe qualunque cosa per scoprire la verità. Nemmeno un nullafacente come Hotaro riesce a dire di no a questa richiesta, e inizia la ricerca di una verità che non sembra gradita a molti.
In termini di trama, la faccenda si fa interessante dal terzo episodio, quando i grossi temi entrano in gioco, ma i primi due episodi sono molto piacevoli. La realizzazione grafica è estremamente bella, di ottimo livello, e i piccoli misteri che i nostri eroi risolvono nei primi episodi sono molto simpatici e risolti in maniera divertente, senza risultare banali o incomprensibili (vedi tutti gli enigmi legati alla lingua giapponese che ci sono in "Detective Conan"). I personaggi sono ben caratterizzati, il protagonista è abbastanza interessante, anche se può risultare abbastanza fastidioso quando diventa eccessivamente distaccato, ma è sempre ben reso. Per qualche motivo che ancora non è ben chiaro, Mayaka lo odia profondamente, ma decide di entrare lo stesso nel club perché innamorata di Satoshi. Questi due personaggi, sebbene un po' a margine, sono assolutamente credibili e aggiungono al parco personaggi tutto quello che serve, energia, simpatia e un po' di rivalità.
Per quanto visto finora, consiglio caldamente la serie.