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esseci

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
"Se succede qualcosa, vi voglio bene" è un cortometraggio animato statunitense che, in soli dodici minuti, riesce a trasmettere un’intensa varietà di emozioni, senza utilizzare alcun dialogo ma solo uno struggente sottofondo musicale, a corroborare con la forza delle immagini e animazioni essenziali il senso di vuoto lasciato dalla morte di una persona cara.

"Non sono solo le parole che uccidono, anche il silenzio sa fare male" (Dente, Adieu, 2019)

Devo riconoscere che è proprio l'essenzialità dello strumento visivo e audio a rendere ancor più forte, toccante e commovente il messaggio che trasmette in tutta la sua forza questo piccolo capolavoro animato: il corto utilizza animazioni stilizzate e una colonna sonora evocativa, per raccontare il dolore e la sofferenza dei protagonisti. E lo fa dannatamente bene: sarà difficile per coloro che visioneranno l'anime trattenere l'emozione e la commozione.

Il senso di vuoto che prova una coppia di genitori a seguito del lutto per la perdita della loro figlia, vittima di una sparatoria scolastica, rende ancor più "assordante" il silenzio per assenza di dialoghi e lancinante e diretto il dolore che la madre e il padre provano struggendosi nell'incapacità iniziale di reagire alla perdita forzata e inopinata della figlia.

Ogni cosa e ambiente in cui vivono continua a rievocare il ricordo di tutti i momenti felici trascorsi assieme: il pallone, l'intonaco scrostato nel muro perimetrale della casa, la cameretta rimasta "freezata" nello stato in cui è stata lasciata dalla figlia l'ultima volta prima di recarsi a scuola... Il ricordo diventa il fardello per ciò che è stato e non potrà mai più tornare.

E fa male, tremendamente male... e nascono in chi resta i sensi di colpa, il non voler aprirsi e condividere il dolore insopportabile, la rabbia verso sé stessi e gli altri, le incomprensioni per qualsiasi sciocchezza quotidiana, perché tutto quello che si vive e compie viene ricondotto al ricordo doloroso per colei che non c'è più.

Il messaggio, inviato dalla ragazzina prima dell'evento tragico e che dà il nome al corto in recensione, "If anything happens, I love you", sembra rappresentare l'epigrafe funeraria di chi è consapevole di essere ormai all'epilogo forzato e vuole trasmette in una frase quanto prova nei confronti dei propri genitori... E invece, per come è mostrato nel corto, diventa suo malgrado il nuovo incipit per chi è sopravvissuto per continuare a vivere nonostante la grave perdita, quasi un messaggio di speranza come nella nota preghiera di Sant'Agostino, "Se mi ami, non piangere".

È difficile trovare un difetto nella realizzazione di questo corto. Le animazioni in bianco e nero, con tocchi di colore che rappresentano i ricordi della figlia, creano un'atmosfera sospesa e malinconica. Ogni frame è carico di significato, e le espressioni dei personaggi, sebbene stilizzate, riescono a comunicare un dolore palpabile. La regia di Will McCormack e Michael Govier è magistrale nel mantenere un equilibrio tra la narrazione visiva e l'emozione pura. La colonna sonora, composta da Lindsay Marcus, accompagna perfettamente le immagini, amplificando l'impatto emotivo del racconto.

"Se succede qualcosa, vi voglio bene" è un'opera che non lascia indifferenti. In pochi minuti, riesce a colpire dritto al cuore, sensibilizzando lo spettatore su temi importanti e universali. È un cortometraggio che merita di essere visto e rivisto, per la sua capacità di raccontare una storia così dolorosa con tanta delicatezza e profondità. "If Anything Happens, I Love You" sviscera la tematica del distacco, inteso sia come una dolente e amara condizione difficile da sopportare sia come un'occasione di rinascita, un'opportunità per riprendere in mano le redini della propria esistenza.

"[...] Non lasciare che qualche inferno ti pieghi il cuore, ti lasci amareggiata.
Quando ti senti vicina a mollare tutto, riconsidera, dai ai cieli sopra di te qualcosa di più di uno sguardo fuggevole.
E quando ti si presenterà la scelta di star seduta in disparte, o di danzare,
io spero che danzerai,
spero che danzerai,
spero che danzerai".

Hwang Jin Yi


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Miriam22

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Un uomo e una donna, seduti uno di fronte all'altra ad una lunga tavola, mangiano curvi su sé stessi. Sono due persone tristi. Sono due genitori.

È facile intuire a chi è rivolto il loro pensiero.

I semplici gesti quotidiani fanno affiorare continui ricordi: pranzare, fare il bucato, una macchia sulla parete, una musica. Tutto riporta loro alla figlia, che ora non c'è più.

Una figura scura, come un'ombra, accompagna sempre i due, forse simboleggia la figlia. Ma a poco a poco le figure diventano tre: rappresentano le loro anime, come a voler significare che quelle non si separano mai, in una certa dimensione, quelle saranno unite sempre.

Come una sorta di supervisione di queste tre figure, che aleggiano e vegliano su di questa famiglia, riaffiorano sempre più ricordi, che vanno dalla nascita della figlia, ai giochi dell'infanzia, la scuola, il primo bacetto. Scopriamo l'origine di quella macchia sulla parete della casa, che aveva generato forse disappunto nei genitori, ma che ora è diventata una traccia preziosa del passaggio in questo mondo della vita della figlia. Questo dettaglio, personalmente, mi ha colpito molto, perché è dannatamente realistico. Tutti noi ci attacchiamo a cose e oggetti, e alla loro storia nascosta, quando ripensiamo a chi non è più con noi. Lo pensiamo con più forza e nostalgia, se lo mettiamo in rapporto con oggetti cari a chi non c'è più, o ad attività lasciate in sospeso, come un disegno iniziato o un lavoro a maglia non terminato. È come se pensassimo che non è possibile che quel disegno non possa essere finito, o che quella macchia sulla parete sia qui, fatta da quella persona, ma che quella persona non esista più.

Nessun dialogo, solo immagini in bianco e nero, stilizzate, e fondi minimali, poveri.
Le parole non sono necessarie. L'impatto visivo e un sottofondo musicale che cambia di volume a seconda della sequenza di immagini che vuole sottolineare sono sufficienti per farci arrivare un chiaro messaggio.

E infine l'inevitabile.
La causa di tutto il dolore di questa famiglia sta nel rimpianto delle due figure scure, adulte, che vedremo nel tentativo di proteggere la ragazzina in un abbraccio quasi celestiale, simbolico, presagendo qualcosa di terribile. Ma quell'abbraccio non riuscirà a fermare il decorso del destino.

"Se succede qualcosa, vi voglio bene". Poco meno di una manciata di parole, lungo tutto questo corto, ma che hanno il potere di provocare nello spettatore una forte emozione, un grande impatto emotivo. Il significato è così potente che fa scaturire pensieri struggenti, pensieri d'amore che si vorrebbero rivolgere alle persone a noi più vicine, a cui, per svariati motivi, mai capita di lasciarci andare completamente.

"Vi voglio bene", ricordiamoci di dirlo qualche volta, non solo "se succede qualcosa".

Dodici minuti di rimpianti e struggimento.