The Dawn of the Witch
Mi dispiace doverlo dire, ma, sinceramente parlando, questo è stato uno degli anime più insipidi che io abbia mai visto, e non doveva esserlo, perché la sinossi era parecchio interessante e il potenziale per fare qualcosa di buon livello c'era.
Grossissima occasione sprecata: per quanto abbia alcune cose carine, non riesco a mettere più di una sufficienza risicata, ed è difficile che accada, perché cerco sempre di alzare il voto in base a quanto un'opera mi abbia intrattenuto, fatto sorridere o abbia qualcosa che in fin dei conti mi sia piaciuto.
Dopo un'asprissima guerra fra Chiesa e Streghe, nel regno di Wenias si è finalmente raggiunta una tenue pace, la quale però non riesce a mascherare i movimenti di alcune frange estremiste della Chiesa, la quale continua a praticare la caccia alle streghe ai danni degli utilizzatori di magia. In questo ambiente traballante, più precisamente nell'accademia magica di Wenias, si trovano i nostri tre protagonisti: Saybil, il principale, apatico, monotono ma di buon cuore; Holt, ragazza energica e gentile; e Kudo, uomo-lucertola scorbutico ma di forti valori. Tutti e tre verranno di seguito mandati dalla preside della scuola, Albus, a studiare in un villaggio remoto in un addestramento speciale, il tutto sotto la guida della Strega ultracentenaria Loux.
Un inizio che si presenta anche bene, ma che purtroppo non porterà davvero a niente a lungo andare. La trama viene lasciata a sé stessa già dopo poche puntate, e gli avvenimenti, spesso presentati in maniera seria, verranno sempre buttati in caciara. Il tutto risulta estremamente insipido, degno degli isekai quando ancora spuntavano come funghi. Nonostante alcuni personaggi carini e simpatici, soprattutto il Prete dai capelli verdi, Loux, Zero e il Mercenario, non riusciamo ad andare oltre la sufficienza risicata su questo lato, e la cosa mi dispiace davvero tanto. Inoltre, c'è da dire che gli episodi si muovono a un ritmo molto lento.
Il lato tecnico addirittura contribuisce al senso di delusione. I disegni sono belli, le animazioni anche e all'inizio della serie ci vengono anche fatti vedere degli smembramenti ad alto impatto. Sfortunatamente, questi ultimi poi vengono abbandonati a loro stessi, al punto che nemmeno ai personaggi stessi sembra importare di aver perso degli arti, cosa rinforzata anche dal fatto della completa assenza di sangue. Nota di merito per alcune musiche celtiche molto carine, anonimia totale invece per opening ed ending.
Questo è stato un anime che mi ha davvero tratto in inganno, con una sinossi che si preannunciava interessante, ma quello che ho visto è stato quanto di più insipido avessi mai visto. Davvero una grossa delusione, sebbene alla sufficienza risicata ci arriva. Non mi sento di consigliare questa serie, neanche a chi vuole semplicemente qualcosa per rilassarsi. Purtroppo, davvero deludente.
Grossissima occasione sprecata: per quanto abbia alcune cose carine, non riesco a mettere più di una sufficienza risicata, ed è difficile che accada, perché cerco sempre di alzare il voto in base a quanto un'opera mi abbia intrattenuto, fatto sorridere o abbia qualcosa che in fin dei conti mi sia piaciuto.
Dopo un'asprissima guerra fra Chiesa e Streghe, nel regno di Wenias si è finalmente raggiunta una tenue pace, la quale però non riesce a mascherare i movimenti di alcune frange estremiste della Chiesa, la quale continua a praticare la caccia alle streghe ai danni degli utilizzatori di magia. In questo ambiente traballante, più precisamente nell'accademia magica di Wenias, si trovano i nostri tre protagonisti: Saybil, il principale, apatico, monotono ma di buon cuore; Holt, ragazza energica e gentile; e Kudo, uomo-lucertola scorbutico ma di forti valori. Tutti e tre verranno di seguito mandati dalla preside della scuola, Albus, a studiare in un villaggio remoto in un addestramento speciale, il tutto sotto la guida della Strega ultracentenaria Loux.
Un inizio che si presenta anche bene, ma che purtroppo non porterà davvero a niente a lungo andare. La trama viene lasciata a sé stessa già dopo poche puntate, e gli avvenimenti, spesso presentati in maniera seria, verranno sempre buttati in caciara. Il tutto risulta estremamente insipido, degno degli isekai quando ancora spuntavano come funghi. Nonostante alcuni personaggi carini e simpatici, soprattutto il Prete dai capelli verdi, Loux, Zero e il Mercenario, non riusciamo ad andare oltre la sufficienza risicata su questo lato, e la cosa mi dispiace davvero tanto. Inoltre, c'è da dire che gli episodi si muovono a un ritmo molto lento.
Il lato tecnico addirittura contribuisce al senso di delusione. I disegni sono belli, le animazioni anche e all'inizio della serie ci vengono anche fatti vedere degli smembramenti ad alto impatto. Sfortunatamente, questi ultimi poi vengono abbandonati a loro stessi, al punto che nemmeno ai personaggi stessi sembra importare di aver perso degli arti, cosa rinforzata anche dal fatto della completa assenza di sangue. Nota di merito per alcune musiche celtiche molto carine, anonimia totale invece per opening ed ending.
Questo è stato un anime che mi ha davvero tratto in inganno, con una sinossi che si preannunciava interessante, ma quello che ho visto è stato quanto di più insipido avessi mai visto. Davvero una grossa delusione, sebbene alla sufficienza risicata ci arriva. Non mi sento di consigliare questa serie, neanche a chi vuole semplicemente qualcosa per rilassarsi. Purtroppo, davvero deludente.
L’inizio non è certo originale, con una scuola di magia e un mondo fantasy devastato da un terribile stregone abbattuto dopo una feroce guerra. Un mondo che, in alcune regioni, continua a odiare le streghe, sempre in bilico tra rispetto per la magia e per la religione. Tre allievi vengono inviati in un villaggio per un allenamento speciale, il cui fallimento potrebbe farli espellere. Naturalmente, saranno supervisionati da una strega e da un insegnante “associato” della scuola, la professoressa Los. Costei è una strega vecchia di trecento anni ma con l’aspetto di una loli. Non che gli altri personaggi non siano particolari, dato che uno studente è il classico ragazzo chiuso in sé stesso e apparentemente senza talento o prospettive, un altro è un bestializzato, ovvero una bestia antropomorfizzata, e la terza è un affascinante ragazza. Ben presto il loro allenamento li porterà a incontrare problemi molto più grandi di loro, legati alla difficile convivenza tra le streghe e la chiesa, e la difficile eredità della guerra.
Non è facile dire se questo sia stato trattato bene o male, poiché molti temi sembrano come lasciati a sé stessi, solo vagamente accennati e poi non adeguatamente approfonditi. Indubbiamente i temi sul piatto sono molti: razzismo, religione, diritti delle minoranze, paura della magia, ricerca di sé stessi e della propria vera identità. Personalmente, trovo che la trattazione sia avvenuta adeguatamente.
I personaggi, poi, sono realizzati splendidamente, sia da un punto di vista grafico che caratteriale. Certo, il protagonista rimane sempre apatico, nonostante abbia ricevuto le più sconvolgenti rivelazioni, ma, in fin dei conti, trovo che tutto ciò non sia illogico e che abbia un senso.
La regia è ottima e le sigle sono buone. Dieci e lode, poi, alla professoressa Los, a mio avviso il personaggio migliore della serie.
In definitiva, siamo in presenza di un’ottima serie che non brillerà per originalità, ma che riesce a gestirsi davvero bene, cosa non scontata per un anime originato da una light novel.
Voto finale: 7,5
Non è facile dire se questo sia stato trattato bene o male, poiché molti temi sembrano come lasciati a sé stessi, solo vagamente accennati e poi non adeguatamente approfonditi. Indubbiamente i temi sul piatto sono molti: razzismo, religione, diritti delle minoranze, paura della magia, ricerca di sé stessi e della propria vera identità. Personalmente, trovo che la trattazione sia avvenuta adeguatamente.
I personaggi, poi, sono realizzati splendidamente, sia da un punto di vista grafico che caratteriale. Certo, il protagonista rimane sempre apatico, nonostante abbia ricevuto le più sconvolgenti rivelazioni, ma, in fin dei conti, trovo che tutto ciò non sia illogico e che abbia un senso.
La regia è ottima e le sigle sono buone. Dieci e lode, poi, alla professoressa Los, a mio avviso il personaggio migliore della serie.
In definitiva, siamo in presenza di un’ottima serie che non brillerà per originalità, ma che riesce a gestirsi davvero bene, cosa non scontata per un anime originato da una light novel.
Voto finale: 7,5
"The Dawn of the Witch" è una serie di genere fantasy, composta da dodici episodi.
Innanzitutto segnalerei che la serie sarebbe uno spin-off della serie "Grimoire of Zero", anche se sinceramente la fruizione del media d'origine non sarà così strettamente necessaria per poter visionare questo prodotto derivato, visto che la storia verrà introdotta con una breve spiegazione del mondo circostante e le correlazioni tra le due serie non saranno così trascendentali, da poter inficiarne o magari migliorarne così tanto la sua visione.
Dopo questo chiarimento, partiamo dalla trama vera e propria: la storia è semplice, ad alcuni studenti dell'accademia di magia sarà chiesto di partire per un campo d'addestramento, della durata di tre anni.
Grazie a ciò si susseguiranno svariati eventi che approfondiranno i rapporti tra i vari comprimari e che li dovrebbero far crescere e maturare come maghi.
Purtroppo, il difetto principale che posso imputare alla serie è proprio inerente alla trama, o meglio al suo svolgimento, perché, se inizialmente potrà sembrare lineare e quindi seguire un filo conduttore, successivamente sembrerà saltare di palo in frasca, e personalmente mi sono ritrovato, al termine della sua visione, a chiedermi: "Ma come diavolo ci siamo finiti a ciò?".
Se in una trasposizione normale si può suddividere in "saghe", o almeno in archi narrativi, lo svolgimento di una serie, in questo caso ho sentito in maniera terribilmente pesante una specie di sfaldamento del suo intreccio narrativo, in cui si introducevano elementi che lasciavano il tempo che trovavano, senza dare il tempo allo spettatore di metabolizzarli. Questo modus operandi purtroppo intaccherà anche la caratterizzazione dei personaggi, che, per quanto possano sembrare interessanti e/o particolari e magari speciali ad una prima introduzione, saranno sempre più palesi i goffi tentativi nel caratterizzarli e approfondirli, inserendo dei flashback che, presi a sé, risulteranno molto d'impatto, ma sarà solo un'effimera sensazione, perché nei fatti non lasceranno alcun segno concreto nei nostri protagonisti.
Tale peculiarità ha una sua effettiva dimostrazione grafica nella serie, rimandabile alle continue mutilazioni, mozzamenti e ferite che si verranno a creare, incredibilmente d'impatto ad una prima visione, ma che purtroppo nei fatti saranno un mero esercizio di stile, in cui non ci sarà mai del sanguinamento, delle emorragie, del dolore vero che possa anche solo apparentemente essere percepito concretamente nei nostri beniamini, ma sarà tutto indorato, come se tutti fossero costantemente sotto l'effetto di morfina, o peggio.
Oltre al mero impatto fisico, anche psicologicamente toccherà la stessa sorte, quindi si andrà a parlare di schiavitù, torture, diritti dei "bestializzati", religione e fanatismo e tantissimi argomenti molto d'impatto, ma poi nel concreto niente di tutto ciò avrà un'effettiva conseguenza nella psiche dei nostri personaggi, che risulteranno sempre molto bidimensionali.
Entrando più nello specifico della caratterizzazione dei personaggi, ognuno dei tre principali comprimari avrà un ottimo background, che potrebbe portare a infine possibilità di sviluppo, ma alla fine risulteranno totalmente impalpabili, senza mordente e specialmente non credibili nelle loro azioni, partendo dallo stesso protagonista, che ha goduto il miglior trattamento, come è giusto che sia, visto il suo ruolo, ma proprio grazie a tale trattamento sarà quello che risulterà il più incoerente e improbabile possibile, risultando apatico e incolore, nonostante sia stato quasi letteralmente bombardato da flashback, rivelazioni e "shock" emotivo-sentimentali.
Unici personaggi che salverei da tale marasma sono prima di tutto la cosiddetta "strega dell'alba", che accompagnerà i nostri tre studenti, forse graziata dal non aver avuto approfondimenti o flashback di sorta inerenti alla sua storia, e avendoci semplicemente raccontato brevemente a inizio serializzazione la sua condizione; è il personaggio che più ho apprezzato dell'intera trama, dove, nonostante appaia in parte stereotipata in alcuni momenti, credo che risulti il personaggio più di spicco. Oltre a lei, da denotare anche il prete del villaggio, che risulterà invece il più realistico e concreto della serie, nonostante il pezzo alla "Lie to me" che non ho particolarmente apprezzato.
Parlando dell'aspetto grafico, inizialmente si può denotare una cura per le animazioni che, per quanto me ne intenda, mi sono sembrate di buon livello, cosa che purtroppo non perdurerà per l'intera serie: man mano andranno a calare verso gli ultimi episodi, fatto che ho particolarmente denotato nei personaggi, che sembreranno meno dettagliati e più abbozzati, salvo restando che il loro design mi è risultato tutto molto carino e ben congegnato, rispetto all'ambientazione della storia.
Per il comparto sonoro, partendo dalle sigle, quella iniziale sarà d'impatto, solamente perché partirà letteralmente all'improvviso e con dei super-acuti, che serviranno almeno a svegliare lo spettatore, ma personalmente non mi è particolarmente piaciuta, mentre la sigla finale l'ho molto più apprezzata rispetto alla sua controparte, oltre a un mero fatto di gusti anche perché ben si sposava con il clima generale della storia, molto calma all'inizio e, man mano che prosegue l'ascolto, sempre più calda e avvolgente. Ben rappresentato in video questo cambio di passo, durante il suo svolgimento.
Altra nota che mi sento di citare per il sonoro è l'interpretazione dei seiyuu, che riusciranno a salvare il salvabile nei tre protagonisti, dando loro una parvenza di personalità, mentre ho letteralmente amato l'accento di Okasaki Miho, nella sua interpretazione della strega dell'alba.
In conclusione, "The Dawn of the Witch" cerca invano di portare in scena qualcosa di emotivamente d'impatto, ma che nei fatti risulterà confusionario e quindi di ben poco appiglio, se non per fattori puramente riconducibili all'estetica, quindi posizioni lascive, arti mozzati, scene truculente e "limoni", che fanno scadere la visione in un prodotto più carico di fanservice piuttosto che di contenuti.
Innanzitutto segnalerei che la serie sarebbe uno spin-off della serie "Grimoire of Zero", anche se sinceramente la fruizione del media d'origine non sarà così strettamente necessaria per poter visionare questo prodotto derivato, visto che la storia verrà introdotta con una breve spiegazione del mondo circostante e le correlazioni tra le due serie non saranno così trascendentali, da poter inficiarne o magari migliorarne così tanto la sua visione.
Dopo questo chiarimento, partiamo dalla trama vera e propria: la storia è semplice, ad alcuni studenti dell'accademia di magia sarà chiesto di partire per un campo d'addestramento, della durata di tre anni.
Grazie a ciò si susseguiranno svariati eventi che approfondiranno i rapporti tra i vari comprimari e che li dovrebbero far crescere e maturare come maghi.
Purtroppo, il difetto principale che posso imputare alla serie è proprio inerente alla trama, o meglio al suo svolgimento, perché, se inizialmente potrà sembrare lineare e quindi seguire un filo conduttore, successivamente sembrerà saltare di palo in frasca, e personalmente mi sono ritrovato, al termine della sua visione, a chiedermi: "Ma come diavolo ci siamo finiti a ciò?".
Se in una trasposizione normale si può suddividere in "saghe", o almeno in archi narrativi, lo svolgimento di una serie, in questo caso ho sentito in maniera terribilmente pesante una specie di sfaldamento del suo intreccio narrativo, in cui si introducevano elementi che lasciavano il tempo che trovavano, senza dare il tempo allo spettatore di metabolizzarli. Questo modus operandi purtroppo intaccherà anche la caratterizzazione dei personaggi, che, per quanto possano sembrare interessanti e/o particolari e magari speciali ad una prima introduzione, saranno sempre più palesi i goffi tentativi nel caratterizzarli e approfondirli, inserendo dei flashback che, presi a sé, risulteranno molto d'impatto, ma sarà solo un'effimera sensazione, perché nei fatti non lasceranno alcun segno concreto nei nostri protagonisti.
Tale peculiarità ha una sua effettiva dimostrazione grafica nella serie, rimandabile alle continue mutilazioni, mozzamenti e ferite che si verranno a creare, incredibilmente d'impatto ad una prima visione, ma che purtroppo nei fatti saranno un mero esercizio di stile, in cui non ci sarà mai del sanguinamento, delle emorragie, del dolore vero che possa anche solo apparentemente essere percepito concretamente nei nostri beniamini, ma sarà tutto indorato, come se tutti fossero costantemente sotto l'effetto di morfina, o peggio.
Oltre al mero impatto fisico, anche psicologicamente toccherà la stessa sorte, quindi si andrà a parlare di schiavitù, torture, diritti dei "bestializzati", religione e fanatismo e tantissimi argomenti molto d'impatto, ma poi nel concreto niente di tutto ciò avrà un'effettiva conseguenza nella psiche dei nostri personaggi, che risulteranno sempre molto bidimensionali.
Entrando più nello specifico della caratterizzazione dei personaggi, ognuno dei tre principali comprimari avrà un ottimo background, che potrebbe portare a infine possibilità di sviluppo, ma alla fine risulteranno totalmente impalpabili, senza mordente e specialmente non credibili nelle loro azioni, partendo dallo stesso protagonista, che ha goduto il miglior trattamento, come è giusto che sia, visto il suo ruolo, ma proprio grazie a tale trattamento sarà quello che risulterà il più incoerente e improbabile possibile, risultando apatico e incolore, nonostante sia stato quasi letteralmente bombardato da flashback, rivelazioni e "shock" emotivo-sentimentali.
Unici personaggi che salverei da tale marasma sono prima di tutto la cosiddetta "strega dell'alba", che accompagnerà i nostri tre studenti, forse graziata dal non aver avuto approfondimenti o flashback di sorta inerenti alla sua storia, e avendoci semplicemente raccontato brevemente a inizio serializzazione la sua condizione; è il personaggio che più ho apprezzato dell'intera trama, dove, nonostante appaia in parte stereotipata in alcuni momenti, credo che risulti il personaggio più di spicco. Oltre a lei, da denotare anche il prete del villaggio, che risulterà invece il più realistico e concreto della serie, nonostante il pezzo alla "Lie to me" che non ho particolarmente apprezzato.
Parlando dell'aspetto grafico, inizialmente si può denotare una cura per le animazioni che, per quanto me ne intenda, mi sono sembrate di buon livello, cosa che purtroppo non perdurerà per l'intera serie: man mano andranno a calare verso gli ultimi episodi, fatto che ho particolarmente denotato nei personaggi, che sembreranno meno dettagliati e più abbozzati, salvo restando che il loro design mi è risultato tutto molto carino e ben congegnato, rispetto all'ambientazione della storia.
Per il comparto sonoro, partendo dalle sigle, quella iniziale sarà d'impatto, solamente perché partirà letteralmente all'improvviso e con dei super-acuti, che serviranno almeno a svegliare lo spettatore, ma personalmente non mi è particolarmente piaciuta, mentre la sigla finale l'ho molto più apprezzata rispetto alla sua controparte, oltre a un mero fatto di gusti anche perché ben si sposava con il clima generale della storia, molto calma all'inizio e, man mano che prosegue l'ascolto, sempre più calda e avvolgente. Ben rappresentato in video questo cambio di passo, durante il suo svolgimento.
Altra nota che mi sento di citare per il sonoro è l'interpretazione dei seiyuu, che riusciranno a salvare il salvabile nei tre protagonisti, dando loro una parvenza di personalità, mentre ho letteralmente amato l'accento di Okasaki Miho, nella sua interpretazione della strega dell'alba.
In conclusione, "The Dawn of the Witch" cerca invano di portare in scena qualcosa di emotivamente d'impatto, ma che nei fatti risulterà confusionario e quindi di ben poco appiglio, se non per fattori puramente riconducibili all'estetica, quindi posizioni lascive, arti mozzati, scene truculente e "limoni", che fanno scadere la visione in un prodotto più carico di fanservice piuttosto che di contenuti.