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marty_alpaca

Episodi visti: 12/11+1 --- Voto 9,5
Davvero originale, è la prima volta che sento di una storia del genere, e devo dire che mi è piaciuta molto. Io adoro gli anime fantasy e un po' soprannaturali, ma di questa tipologia così particolare non ne avevo mai visti. È, tra l'altro, il primo anime cinese che vedo e, anche se all'inizio ero un po' scettica, mi sono ricreduta in fretta! L'ho visto persino in lingua originale, per sentire com'è il cinese (io sono abituata a vedere sempre tutti in lingua originale, che sia un anime giapponese o una serie TV lituana), e mi ha divertito e interessato sentire il lessico, la pronuncia e il suono di questa bella lingua. Anche i disegni mi sono piaciuti molto.
Mi spiace sia durata così poco, mi piacerebbe tantissimo se la continuassero, ma in ogni caso sono contenta di averla vista.


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Atenaide

Episodi visti: 11/11+1 --- Voto 9
Da quando ho scoperto gli anime cinesi, mi sono incuriosita ad esplorare questo strano sottobosco, che ha specie tipiche, e per questo non troppo gradevoli, o vere e proprie perle che, a causa della grafica eccessiva o scarsa e per la narrazione troppo soprannaturale (e credetemi, certi esagerano, tipo “Bureau of Paranormal”) o per quell’incompiuto che li caratterizza (dato dal fatto, tragico, che si parta con una grande idea e il budget finisce a metà, tipo, ahimè, “The Uncharted Walker”), non brillano come dovrebbero.
Decidere di guardare un anime cinese è un atto di fede, è un prodotto così delicato e particolare, che, maneggiato con leggerezza o fastidio, non sopravvive se non poco dignitosamente o non ha quel mordente che spinge ad avventurarsi nella sua trama fino alla fine.

Chiusa questa parentesi doverosa, iniziamo a parlare di “Link Click”. Grazie al cielo, ogni tanto gli anime cinesi sorprendono di cuore, e quest’opera merita un voto eccellente, pur avendo pecche qua e là.

Prima di iniziare a recensirlo, lascio qui una frase che uno dei protagonisti pronuncia, scontata ma ad effetto nella scena in cui è inserita: “Io credo che tutti hanno una ragione per vivere la loro vita al meglio. Anche quando ci sono delle volte che ci troviamo nell’oscurità, col tempo, arriveranno persone che c’illumineranno.”

Ha undici episodi, lunghi venticinque minuti, l’ultimo trenta perché è bello intenso. Il tempo narrativo pare poco, ma quest’anime fa i miracoli (decisamente). C’è un dodicesimo episodio, lo dico ad onor di cronaca, il 5.5, inserito come speciale, che narra la vicenda di un amore lunghissimo e di una promessa impegnativa.

Siamo ai giorni nostri, in un negozio che sviluppa le fotografie, il Time Photo Studio, che ha come titolari Cheng Xiaoshi e Lu Guang. Lo stabile appartiene a Qiao Ling, un’amica d’infanzia di Cheng. Questo trio emergerà in tutta la sua umanità nell’arco narrativo.
Abbiamo Qiao Ling, una ragazza forte, intraprendente, sensibile, soprannominata “la strega”. Può, infatti, esaudire su pagamento dei desideri altrimenti impossibili: fare in modo che nel passato qualcosa venga aggiunto a voce, risolvendo così i rimpianti delle persone. Il tutto è possibile consegnandole una foto chiara del passato.
Cheng e Lu possono interagire col passato tramite le fotografie, purché esse rispettino certi canoni. Il primo, umorale, passionale, spontaneo ed energico, ma con ferite affettive che si porta dall’infanzia e che si manifesteranno dolorosamente durante la storia, riesce ad entrare nelle foto, assumendo il controllo di chi, all’epoca, le scattò, e il secondo, apparentemente più calmo e riflessivo, quasi impassibile (ma si scoprirà che non è così), può permettergli di entrare nelle fotografie e può sapere cosa accadeva e cosa accadrà a seguito degli eventi veri o modificati. C’è, comunque, un arco temporale di dodici ore nel quale la manipolazione è possibile.
Il rischio è modificare la linea temporale, creando un futuro diverso, per questo Lu bacchetta spesso Cheng, che, passionale e mosso da buone intenzioni, finirà a volte con l’improvvisare troppo di cuore. E allora Lu dovrà zittirsi per non spiegargli le tragiche conseguenze delle sue azioni emotivamente estemporanee.

I loro clienti vengono umanizzati ed è facile empatizzare con loro. Le loro storie parlano di rimpianti o passioni perdute e ritrovate. Pur essendo essi il mezzo con cui far procedere non solo la trama, ma anche per far emergere con delicata naturalezza le storie dei protagonisti, evidenziando elementi o ricordi che s’armonizzano bene con la storia in corso, riescono ad avere quella carica di passionale credibilità (il padre che cerca il figlio rapito; l’amica tradita; l’impiegata che ha deluso sé stessa, i suoi sogni e i suoi genitori; i cari dell’uomo che non era riuscito a dire loro quello che gli stava a cuore, soprattutto la madre) che non può non smuovere le emozioni dello spettatore. E, a livello di lunghezza dell’anime, possono essere considerati i personaggi portati alla ribalta non essere pochi.
Ci sono personaggi minori, utili all’economia della storia, che subiscono un trattamento meno curato, come l’ispettore di polizia, ma, tutto sommato, non è una grande pecca; il focus della narrazione era altro.

Si parte in medias res, con la storia di una protagonista che ci porteremo dietro a lungo, Emma, e pian piano emergeranno storie di dolore, di tradimenti, di amore. Tramite la storia di Emma esploreremo il buco nero di un sogno fallito, di una donna sola, manipolata e molestata senza pietà.
Nel filone narrativo di un padre disperato, vedremo emergere il dolore, l’amore, la sofferenza infinita sua e della moglie, che è regredita psicologicamente a causa della perdita del figlio.
L’ambizione che schiaccia l’amicizia e forse qualcosa di più (narrazione delicata e coraggiosa) è il tema che supporta la storia dell’ingrediente segreto.
E poi c’è l’amore come indecisione, attesa, che rompe i progetti di vita voluti dai genitori, che fa sperare e soffrire i due innamorati, tema comune ma emotivamente molto curato nell’anime.
Infine, il rimpianto, quel sentimento feroce di mancanza non più riparabile, con parole che si volevano dire, ma non c’è più la possibilità di farlo. E non importa quanto tempo è passato o se sei diventato adulto... quella mancanza sarà sempre là.

La tensione narrativa non abbandona quest’anime, capace di inserire trame e sotto-trame con altrettanti flashback non invadenti o dialoghi che si riferiscono a fatti del passato con semplice naturalezza, rispettando i personaggi e usando in maniera sapiente una tempistica altrimenti proibitiva.

La narrazione prosegue apparentemente con mini-filoni a sé stanti, per poi volgere verso un finale adrenalinico, nel quale i fili lasciati sciolti torneranno a ricongiungersi in maniera del tutto inattesa.
“Questa è la punizione per aver barato al nostro gioco”, dirà il villain a fatto compiuto. “E ora il gioco riparte.”
Parlando del villain, è stupefacente come possa avere uno spazio così importante, pur non togliendolo a nessuno. Il fatto di proporlo in maniera sapiente, dosata, per poi dargli un palcoscenico meritato, valorizza una volta di più il meccanismo narrativo dell’anime. Lo studio psicologico dell’antagonista non è lacunoso ed egli emerge, prima in trasparenza, poi con una forza distruttiva che metterà alla prova Cheng e Lu.

A livello di grafica abbiamo fondali stupendi, come il panorama sul cavalcavia o ambientazioni tipiche rese con la tecnica del pastello che regala scorci di cielo suggestivi. C’è pure la cura degli interni, con il divano illuminato dalle vetrate e ombreggiato dalle foglie sottili della pianta di fianco. Il charachter design non è affatto sgradevole, ma spicca troppo sugli sfondi, è troppo bidimensionale, i capelli sono stoppie e quell’ombra rossa sotto gli occhi è fastidiosa da vedere.

L’opening, “Dive Back in Time” della band Jaws, è breve (non spaventatevi al 3D dei personaggi, l’anime avrà ben altra grafica!), cantata in inglese, orecchiabile. L’ending, “Overthink”, realizzata dal rapper cinese Fan Ka, merita l’ascolto.
Altri tre interpreti hanno firmato tre canzoni, sia in cinese, che in inglese, spaziando su vari generi, che, inserite ad hoc nelle scene, regalano emozioni perfette.
Inoltre, a livello di OST che accompagnano i momenti di tensione, piuttosto che quelli di leggerezza, il comparto sonoro è curatissimo ed espressivo.

I punti dolenti ci sono e vanno affrontati. Purtroppo nessuno indaga oltre o cerca di spiegare in modo scientifico o simil-tale la genesi dei poteri dei protagonisti, e la parte finale, pur facendo faville, è davvero molto rapida, rispetto ai tempi narrativi veloci dell’anime. La rivelazione arriva velocissima, non dà il tempo di essere digerita e lascia un finale apparentemente insoddisfacente, ma che, ripensandoci, rientrerebbe nella logica dell’opera. Il senso di incompiutezza richiamerebbe una seconda stagione più che volentieri, ma gli anime cinesi, come ho già detto, o hanno il budget o hanno le idee buone, e troppe volte le due cose non s’intrecciano se non per un fatto miracoloso.
Di per sé, malgrado l’incompiutezza che si può percepire terminandolo, anche solo questi undici episodi regalano una trama coerente e trascinante, con cliffhanger e colpi di scena perfettamente calibrati, delle storie profonde ed emozionanti, ottimi personaggi ben caratterizzati, tutti elementi che compensano le critiche doverose che ho fatto.

Aggiungo, perché l’ho scoperto or ora, che il Giappone, nel 2022, l’ha trasposto nella sua lingua e trasmesso. Visto il successo, lo studio di produzione, la Bilibili (quello con l’opening dal jingle allegro, su un tavolo di fronte alla finestra su cui vola una farfalla azzurra), ha deciso che ci sarà una seconda serie! Il miracolo avverrà!

Visti tutti gli elementi portati, sia positivi che negativi, giudico quest’anime in maniera assolutamente favorevole. Sono partita senza aspettative, l’ho terminato con un po' di perplessità ma molto entusiasmo. Attendo la seconda serie!
Sento di consigliarlo davvero, soprattutto a coloro che vogliono tentare il grande salto nell’animazione cinese, ma che fino ad ora hanno esitato. Sarà un buon inizio.


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esseci

Episodi visti: 11/11+1 --- Voto 8,5
Un anime (anzi un donghua, vista la "genesi" cinese) incentrato sulla fotografia?
Oggi la nostra vita è scandita da una serie interminabile di "attimi" in cui la nostra esistenza viene immortalata e "freezata" in un momento di un contesto più ampio, un frame di una storyboard che, se rievocato, potrebbe consentire di rivivere la storyboard con gli occhi di colui che conosce l'esito dei frame successivi.

"Link Click" si fonda un po' su questa idea: partendo da una foto, due ragazzi, Cheng Xiaoshi e Lu Guang, riescono a rivivere il passato nel corpo delle persone "impressionate" nell'immagine ("fisica" o "digitale"), il momento che stavano vivendo fino a dodici ore prima dello scatto dell'immagine, per scoprire i misteri irrisolti o semplicemente per comunicare ai protagonisti della foto pensieri e parole che non si è avuto il coraggio di esternare al momento debito...
La peculiarità di questa serie originale rilasciata dal 30 aprile 2021 e arrivata in Italia nel 2022 è quella di mixare introspezione, riflessioni sull'esistenza e sulla immutabilità del passato, felice o doloroso che sia, con una traccia più thriller/poliziesca e noir, che inizia e termina questa prima serie lasciando lo spettatore "interdetto" sul finale, che resta dopo undici episodi ancora aperto sulle sorti del misterioso "serial killer".

Il tutto viene shakerato con una sensibilità tutta orientale, in cui i due protagonisti rivivono il passato delle persone immortalate nelle immagini in modo complementare nelle loro emozioni: Cheng rivive con le sembianze del soggetto indagato, creando un legame esistenziale a tutto tondo con la persona, creando non pochi problemi a colui che si è immerso, perché il "viaggio" si carica di un altissimo valore emozionale che segnerà in positivo l'evoluzione del protagonista.
L'altro protagonista Lu rivive attraverso gli occhi dell'altro le stesse esperienze, senza "viverle" sulla propria pelle in prima persona, in un modo asettico, razionale, distaccato ma molto logico, quasi fosse il guardiano dell'altro, al fine di evitare che il primo potesse modificare il passato con tutte le pericolose conseguenze per il futuro.

Di animazioni sul tema del viaggio nel tempo ne esistono tantissime; tuttavia l'escamotage della immagine come "portale" per un viaggio a ritroso, sebbene limitato, mi sembra una discreta novità, una specie di rito voodoo a scopo benefico con una unica regola: "guardare" (eseguire la missione), ma non "toccare" (modificare gli eventi storici).
Il viaggio nel passato rappresenta infatti una possibile risoluzione di piccole criticità materiali e morali, non di cambiamenti radicali del futuro con il cosiddetto "senno di poi". Il viaggio ha più un valore simbolico di ricerca di conforto al rimpianto o al rimorso, cercando di lenire il dolore di coloro che non si danno pace perché bisognose di risposte a situazioni irrisolte.
E questa parte della serie è quella più tipica "orientale"... ma "Link Click" è andato oltre, aggiungendo alla trama esistenzialista quella più concreta e di thriller/mistero, aggiungendo un arco narrativo su un misterioso serial killer che, da quel poco che ho inteso, possiede gli stessi poteri dei due protagonisti.
E così, da momenti di dolore e "filosofia", l'anime passa da un ritmo "calmo" e riflessivo ad uno incalzante, drammatico e ricco di colpi di scena, fino a quello finale abbastanza inquietante.

Non nascondo che "Link Click" mi ha favorevolmente impressionato e, se proprio devo andare a trovare dei limiti, questi sono rappresentati dal finale/non finale e da un comparto grafico un po' troppo essenziale, sebbene non malvagio, senza tener conto che i dialoghi sono in lingua cinese, che ha un sound molto diverso dal giapponese, che richiede un minimo di assuefazione...
Comunque quest'opera dello Studio LAN non ha molto da invidiare alle solite produzioni del Sol Levante, e ritengo quest'opera degna di essere vista e apprezzata senza pregiudizi anche grazie a una colonna sonora che ben si accorda ai momenti tragici e drammatici della trama. Particolari sono sia l’opening di JAWS, "Dive Back In Time", sia l'ending, "OverThink", di Fan Ka.


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hoxymorum

Episodi visti: 11/11+1 --- Voto 8
Parto con la premessa che questo progetto d'animazione ha catturato la mia attenzione, ma non so bene il perché. Premetto che non ne avevo mai sentito parlare prima, e questo lo considero un peccato, ma l'appeal visivo l'ho trovato fin da subito particolarmente interessante. Detto questo, in realtà, è bastato il primo episodio a sconvolgermi completamente e a farmi trascinare all'interno di una narrazione travolgente, entusiasmante e ricca di tensione. La serie ha i suoi alti e bassi, non tutti gli episodi riescono a raggiungere lo stesso livello e alcuni, forse, sono fin troppo di transizione, ma il risultato finale è inaspettato e stupefacente. Lo consiglio caldamente a tutti.


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MG10

Episodi visti: 11/11+1 --- Voto 9
"Link Click" è una serie di undici episodi del 2021, di genere soprannaturale e drammatico.

I protagonisti dell'opera, nonché i personaggi più interessanti, sono Cheng Xiaoshi e Lu Guang. I due vivono nel negozio di fotografie della loro amica Qiao Ling e sono dotati di un potere estremamente interessante: sono infatti in grado di tornare nel passato semplicemente usando delle fotografie portate dai clienti, entrando nel corpo della persona che le ha fatte proprio nel momento in cui sono state scattate.

Nel complesso sono rimasto colpito molto positivamente dallo sviluppo della trama, sono davvero poche le serie che partono così bene e che non solo continuano così fino agli ultimi episodi, ma addirittura migliorano. Questo succede perché, nonostante i primi sette episodi siano molto interessanti, ben scritti, in diversi tratti anche commoventi e con una bella morale, allo stesso tempo potrebbero apparire come abbastanza autoconclusivi. Negli episodi finali invece ci sono diversi sviluppi inattesi e concitati, collegati inoltre a tasselli presenti negli episodi precedenti che lo spettatore potrebbe non aver notato. Il tutto si conclude con l'episodio finale, che termina con un incredibile cliffhanger e apre le porte alla seconda stagione.

La sola e unica parte debole della serie è il sonoro, dato che in diverse occasioni il doppiaggio sembra privo di emozioni e scollegato da quello che sta accadendo, senza dimenticare che occasionalmente le voci dei personaggi sono leggermente fuori sincro rispetto al movimento della bocca. Per quanto riguarda invece la colonna sonora, è ottima e coinvolgente, cosi come lo sono le sigle di apertura e chiusura.

Nel complesso, un anime davvero originale e sorprendente, che merita assolutamente di essere visto, specialmente se si è appassionati dei generi crime, thriller e drammatico.


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MegaRoby

Episodi visti: 11/11+1 --- Voto 9
Cheng Xiaoshi e Lu Guang insieme gestiscono un piccolo negozio, il Time Photo Studio, di proprietà della loro amica Qiao Ling. I due ragazzi hanno uno strano potere misterioso che permette loro di vedere il passato delle foto e di entrarci, per soddisfare le richieste dei loro clienti. Non sempre le cose vanno per il meglio, il passato non si può cambiare, ma il futuro sì.

La trama per la prima metà dell'opera non sembra svilupparsi un granché, poiché ci si concentra ogni volta sulla richiesta fatta dal cliente a Cheng Xiaoshi e Lu Guang. Ogni richiesta è piuttosto ben strutturata e approfondita. Quando si pensa di aver capito come funzionano le cose, ecco che tutto pian piano cambia e appare sempre più collegato. Ogni incarico precedente alla fine è propedeutico ai colpi di scena finali che lasciano lo spettatore decisamente sorpreso. La narrazione è buona, così come il ritmo narrativo. Nell'opera vengono mostrate situazioni che possono anche far riflettere su cose che accadono realmente tutti i giorni. Ci sono ancora dei punti oscuri che non vengono spiegati e altri che magari risultano poco chiari, questo perché è solo la prima stagione!

Il design dei personaggi non è molto elaborato o vistoso, ma nella sua semplicità, grazie ad alcuni dettagli, riesce a rendere ogni soggetto unico. La caratterizzazione dei due protagonisti, Cheng Xiaoshi e Lu Guang, è più che buona, anche i personaggi secondari hanno una buona caratterizzazione, sebbene non vi sia stato molto tempo per particolareggiarli. I tratti psicologici e la mentalità di Cheng Xiaoshi e Lu Guang sono ben fatti ma ancora un po' misteriosi.

Il comparto tecnico è piuttosto buono e con uno stile grafico molto particolare, che potrebbe però non piacere a tutti, ma a mio parere è un altro tratto distintivo della serie. Le animazioni sono ben fatte e il comparto audio in alcune occasioni brilla particolarmente, riuscendo a coinvolgere lo spettatore, soprattutto nelle sequenze più concitate, ansiose ed emozionanti.

Nel complesso, l'opera è molto bella e si lascia guardare con semplicità nella prima metà, nella seconda bisogna cominciare a ricordare fatti passati e a fare collegamenti non troppo ovvi. Bell'opera, la consiglio. Attendo la seconda stagione.