In una notte buia e spaventosa
Serie animata di dieci episodi, la storia è una sorta di rivisitazione del classicissimo “Hansel e Gretel” che tutti conosciamo.
L’incipit è simile: Hansel e Gretel sono i figli del re di Grimm, sembrano avere tutto, sembrano essere felici e soddisfatti delle loro vite, finché -senza apparente motivo- i genitori li decapitano e ricuciono poi le loro teste con uno spago magico. Terrorizzati dal gesto, i due bambini fuggono dal castello, inoltrandosi nella foresta delle Tenebre, alla ricerca “di genitori perfetti”, coi quali sostituire i propri. La prima avventura che capiterà loro è quella della favola originaria: una strega che ha costruito una casetta di dolci con cui attirare bambini ignari, e che vorrebbe mangiarli.
Ma è solo l’incipit. Perché dopo una prima sfida, i due sfortunati bambini incapperanno in (dis)avventure sempre più varie, e in ostacoli sempre più difficili da superare, che metteranno a dura prova i loro propositi.
“In una notte buia e spaventosa” è sicuramente una serie innovativa, che prende spunto da tutti i cliché delle favole, ma che – al contrario delle rivisitazioni animate che edulcorano la violenza delle storie originali- non teme di mettere in scena brutalità e crudezza. Di sicuro una serie animata che non teme di osare.
Nel corso della serie, i protagonisti avranno modo di incontrare ed affrontare tutti gli elementi tipici delle fiabe: draghi, streghe, diavolo… tuttavia, oltre all’accettazione del “macabro” e del “crudo”, la serie tratta alcune scene con ironia, inserendo battute che possano stemperare la tensione generata. In particolare, la cosa è veicolata dai narratori, tre corvi parlanti che si fanno portavoce delle avventure dei bambini e che, spesso, rompono la quarta parete, interagendo direttamente con gli spettatori.
Interessante è quindi il tipo di narrazione, ma anche il mettere in scena un vero e proprio percorso di formazione: Hansel e Gretel partono come due bambini e, come tali, sembrano innocenti ed accettano tante promesse e regali dei genitori, che in realtà li viziano, sottolineando come anche la figura genitoriale non possa essere mai perfetta, e commetta anzi degli errori. Ma mano a mano che proseguono nel loro viaggio, hanno modo di maturare attraverso la sofferenza, e la presa di consapevolezza che un traguardo non possa essere raggiunto senza sacrificio.
Riguardo ai personaggi secondari con cui avranno a che fare, la storia mette in chiaro come simboleggino le paure e il lato oscuro umano, e soprattutto dei bambini. Già da inizio storia, è chiaro che una delle tematiche, ben mimetizzata, sia quella del confronto bambino-genitore che, da una certa età in poi, si tramuta quasi sempre in un vero e proprio conflitto, in cui entrambe le parti si credono nel giusto, perché non hanno la forza di capire il punto di vista dell’altro.
Indubbiamente, una serie che funziona meravigliosamente grazie alle emozioni generate dai personaggi. Emozioni che non per forza sono positive, come dimostrato dal confronto finale tra figli e genitori in cui sono rabbia e rancore a fare da padroni.
“In una notte buia e spaventosa” può quindi classificarsi come una di quelle serie d’animazione che spiegano perfettamente perché un prodotto che riprende gli stereotipi delle favole da bambini, può essere persino più adatto per un pubblico adulto.
L’incipit è simile: Hansel e Gretel sono i figli del re di Grimm, sembrano avere tutto, sembrano essere felici e soddisfatti delle loro vite, finché -senza apparente motivo- i genitori li decapitano e ricuciono poi le loro teste con uno spago magico. Terrorizzati dal gesto, i due bambini fuggono dal castello, inoltrandosi nella foresta delle Tenebre, alla ricerca “di genitori perfetti”, coi quali sostituire i propri. La prima avventura che capiterà loro è quella della favola originaria: una strega che ha costruito una casetta di dolci con cui attirare bambini ignari, e che vorrebbe mangiarli.
Ma è solo l’incipit. Perché dopo una prima sfida, i due sfortunati bambini incapperanno in (dis)avventure sempre più varie, e in ostacoli sempre più difficili da superare, che metteranno a dura prova i loro propositi.
“In una notte buia e spaventosa” è sicuramente una serie innovativa, che prende spunto da tutti i cliché delle favole, ma che – al contrario delle rivisitazioni animate che edulcorano la violenza delle storie originali- non teme di mettere in scena brutalità e crudezza. Di sicuro una serie animata che non teme di osare.
Nel corso della serie, i protagonisti avranno modo di incontrare ed affrontare tutti gli elementi tipici delle fiabe: draghi, streghe, diavolo… tuttavia, oltre all’accettazione del “macabro” e del “crudo”, la serie tratta alcune scene con ironia, inserendo battute che possano stemperare la tensione generata. In particolare, la cosa è veicolata dai narratori, tre corvi parlanti che si fanno portavoce delle avventure dei bambini e che, spesso, rompono la quarta parete, interagendo direttamente con gli spettatori.
Interessante è quindi il tipo di narrazione, ma anche il mettere in scena un vero e proprio percorso di formazione: Hansel e Gretel partono come due bambini e, come tali, sembrano innocenti ed accettano tante promesse e regali dei genitori, che in realtà li viziano, sottolineando come anche la figura genitoriale non possa essere mai perfetta, e commetta anzi degli errori. Ma mano a mano che proseguono nel loro viaggio, hanno modo di maturare attraverso la sofferenza, e la presa di consapevolezza che un traguardo non possa essere raggiunto senza sacrificio.
Riguardo ai personaggi secondari con cui avranno a che fare, la storia mette in chiaro come simboleggino le paure e il lato oscuro umano, e soprattutto dei bambini. Già da inizio storia, è chiaro che una delle tematiche, ben mimetizzata, sia quella del confronto bambino-genitore che, da una certa età in poi, si tramuta quasi sempre in un vero e proprio conflitto, in cui entrambe le parti si credono nel giusto, perché non hanno la forza di capire il punto di vista dell’altro.
Indubbiamente, una serie che funziona meravigliosamente grazie alle emozioni generate dai personaggi. Emozioni che non per forza sono positive, come dimostrato dal confronto finale tra figli e genitori in cui sono rabbia e rancore a fare da padroni.
“In una notte buia e spaventosa” può quindi classificarsi come una di quelle serie d’animazione che spiegano perfettamente perché un prodotto che riprende gli stereotipi delle favole da bambini, può essere persino più adatto per un pubblico adulto.