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MephistNecromancer

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8,5
Mi sono imbattuto in un video che definiva "I'm Quitting Heroing" come la serie più sottovalutata della sua stagione. Ragazzi, se quel video ci ha preso al cento per cento...

La storia ci presenta le avventure di Leo Demonheart, l'eroe più potente del mondo umano, al punto da essere quasi onnipotente. Dopo aver arrestato l'invasione demoniaca guidata dalla Regina Echidna, Leo scopre che la popolazione che ha protetto si è lentamente rivoltata contro di lui, non trattandolo più come un eroe ma come una minaccia troppo potente per essere lasciata in vita. Esiliato dal regno che ha protetto, il giovane decide di dare una svolta alla sua vita contattando l'esercito che lui stesso ha sconfitto, decidendo di unirsi all'armata demoniaca per aiutarla a ricostruirsi.
L'idea di un eroe che ha adempiuto fino alla fine al suo compito solo per essere rifiutato dalla società che ha protetto è sempre un'idea interessante da mettere in pratica, e in questa opera hanno messo su un buonissimo arco narrativo nel complesso.
La storia è divisa essenzialmente in due parti: una prima, più leggera, allegra e scorrevole, e una seconda, più seria e densa di particolari. Sin dall'inizio, Leo dà prova di essere ben di più di un semplice eroe molto potente, ed è senza dubbio il personaggio di spicco dell'intera serie, soprattutto per l'idea e il processo psicologico che rappresenta, riassumibile in "Cosa può succedere quando un qualcuno con un unico scopo si vede negato quello scopo". Senza dubbio è il miglior personaggio della serie. Un piccolo peccato per gli altri, che invece sono tutti più o meno stereotipati, sebbene si evolvano al termine del piccolo archetto narrativo a loro dedicato. I personaggi sono pochi, ma tutti molto piacevoli e simpatici. Echidna, Steina, Lili, Melnes e Edwald hanno tutti il loro perché.
Nel complesso, una storia che ho trovato semplice ma molto interessante.

Lato tecnico, è anche molto piacevole: i disegni e il character design dei protagonisti mi sono piaciuti davvero tanto, soprattutto quello di Steina e Lili. Animazioni ed effetti speciali sono carini. Storia un po' diversa per gli sfondi, i quali sono spesso riciclati. Nel complesso non è nulla di innovativo.
Le musiche sono parecchio anonime, ma l'opening e le ending mi sono piaciute, soprattutto l'opening.

Una storia scorrevole e interessante che mi ha saputo trascinare all'interno e far prendere anche parecchi spaventi, perché ai personaggi ti ci affezioni.
Ottima nella sua semplicità, è una serie che consiglio. Come voto metterei un voto fra l'otto e l'otto e mezzo, che arrotondo per eccesso perché mi ha saputo intrigare.


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CippyWolf

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
“Yūsha, Yamemasu” è una serie composta da dodici episodi, di genere fantasy.

La storia inizia presentandoci il classico scontro tra l’eroe del genere umano versus l’esercito del signore dei demoni; dopo questa breve introduzione, la narrazione si concentra su cosa avviene ai principali comprimari, dopo l’effettivo scontro finale.
L’idea di fondo l’ho trovata molto simpatica, specialmente per la sua messa in atto, fatta in maniera scanzonata e spesso con toni più friendly che d’azione, rendendo subito ben chiaro allo spettatore i toni generali che la storia vorrebbe perseguire.
Inizialmente la serie non si prefigge come obbiettivo quello d’intrattenere con la componente action, bensì tramite la crescita dei personaggi e le simpatiche similitudini con il mondo del lavoro giapponese, idea che, purtroppo, per quanto mi riguarda, non ha molto portato i suoi frutti, rispetto all’intrattenimento generale.
Fortunatamente, la storia riuscirà a concentrarsi, man mano che gli episodi proseguiranno, sullo sviluppare il background dell’eroe e il world building della serie, parti che ho trovato veramente molto apprezzabili, giovando anche del fatto che saranno strettamente collegate fra loro.

I personaggi purtroppo saranno molto stereotipati, ognuno si dovrà far carico di una peculiarità caratteriale, su cui girerà gran parte del suo sviluppo, rendendoli per la stragrande maggioranza del tempo bidimensionali e poco accattivanti, con l’esclusione del protagonista, per cui, come anticipato poco sopra, lo sviluppo della storia del mondo circostante farà melina con il suo sviluppo psicologico e permetterà di dare nuova linfa all’interesse dello spettatore.

La parte tecnica purtroppo non sarà esaltante, partendo dal lato grafico, che ho trovato pressoché mediocre e senza particolari exploit, anzi, con il susseguirsi degli episodi si vedrà un costante riciclo di sfondi e personaggi, mentre sul versante audio devo dire di aver apprezzato la sigla iniziale, recependo dalle sue sonorità un mood epico e mitologico, che avrebbe dovuto permeare l’intera visione. Le sigle di chiusura ben fanno capire il cambio di passo nella serie: la prima sarà con toni allegri e molto gioviali, e mi ha lasciato alquanto tiepido, mentre la seconda sigla finale si allinea con la sigla iniziale e rende palese come si è deciso di dare maggior profondità alla storia e ai temi trattati, permettendo un maggior trasporto all’ascolto e alla visione. Invece, sul lato OST, in generale le ho trovate particolarmente dimenticabili, purtroppo.

In conclusione, “Yūsha, Yamemasu”, dopo aver tradito inizialmente le aspettative di innovazione e stupore che l’incipit prometteva, adagiandosi su una miriade di stereotipi, sia rispetto ai personaggi che alla storia in generale, riuscirà a risollevarsi grazie a un semi-telefonato colpo di scena, che di certo non brillerà per originalità, ma sarà apprezzabile per la sua messa in atto. Purtroppo, nonostante tutto, ci sarà un ritorno di fiamma sul finale, che donerà alla storia una conclusione molto classica e per alcuni versi stantia, recuperando i toni dei primi episodi.