Yahari Ore no Seishun LoveCome wa Machigatte Iru.
Avevo sentito parlare bene da tempo di questa serie anime e finalmente sono riuscito a dedicarmi alla sua visione tutta di un fiato, sebbene non sia propriamente definibile un'opera breve (tre serie di tredici episodi ciascuna le prime due e da dodici episodi la terza, più due OAV). Insomma, un po' impegnativa...
Pertanto, premetto che la recensione, proprio per l'articolazione dell'opera, ho preferito suddividerla per le tre serie, cercando il più possibile di non essere ripetitivo.
"Oregairu" è l'abbreviazione di "Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru" - "My Youth Romantic Comedy is Wrong as I Expected": un titolo che stimola la curiosità e che già nel titolo contiene un elemento caratteristico del genere, la commedia. Eh già, fin dall'inizio, l'anime ha una forte connotazione da commedia, poiché alcune scene/vicende narrate sono un po' forzate ma anche comiche.
La comicità non è data tanto dalla puerilità e/o vena demenziale delle situazioni descritte, quanto dalla caratterizzazione dei personaggi. Una comicità arguta e tagliente: sotto questo aspetto "Oregairu" ha un elemento che lo contraddistingue dalle altre innumerevoli opere che trattano le vicende di vita di studenti a scuola e nella loro vita quotidiana, i dialoghi. Sarà, forse, perché le serie sono tratte dalla light novel di Wataru Watari, pubblicata in quattordici volumi più tre tra il 2011 e il 2019.
Sotto questo aspetto e per il modo in cui sono sceneggiate le vicende, "Oregairu" mi ha rievocato per lo stile e i contenuti "Toradora!": stessa ambientazione e stesso approccio non superficiale alla caratterizzazione dei personaggi, pur raccontando uno slice of life della vita degli studenti delle scuole superiori che, volenti o nolenti, si accingono a passare dalla fanciullezza all'età adulta attraverso una particolare fase dell'esistenza che si chiama adolescenza.
Il parallelismo un po' facile e non perfettamente coincidente ci sta per due dei protagonisti delle due opere: Ryuji Takasu vs. Hachiman Hikgaya e Taiga Aisaka vs. Yukino Yukinoshita.
Anche a livello grafico, Ryuji e Hachiman presentano parecchie somiglianze: non belli, poco curati nell'apparire e nei modi, sguardo ed espressioni torvi e strani, comportamenti "originali" e talvolta sopra le righe. Ma è a livello di personalità che entrambi, a loro modo, presentano più elementi in comune di quanto possa sembrare. Entrambi sono timidi, introversi, incapaci di essere come tutti gli altri nelle relazioni interpersonali, anche a causa del loro modo di essere e di vedere la vita. Ma sono dei buoni, altruisti, generosi, sensibili, capaci di gesti e slanci che nessuno dei loro coetanei/amici sarebbero in grado di fare nelle stesse modalità.
Nel caso di Hachiman, ci sono tuttavia delle differenze più legate al modo di approcciare ai coetanei: fin dal primo episodio Hachiman ci regala delle pillole significative della sua versione della vita. Una concezione nichilista, negativa, in cui esprime una visione del suo futuro di rigetto di qualsiasi relazione con gli altri come una sofferenza, perdita di tempo e ineluttabilità della cattiva natura umana. Una sorta di Thomas Hobbes che aveva una visione antropologica sostanzialmente competitiva ed egoista, riassunta dai due celebri aforismi "Bellum omnium contra omnes" e "Homo homini lupus". In Ryuji ciò non si percepisce in modo così marcato, anzi, resta comunque un positivo.
Il paragone tra Taiga e Yukino è più forzato, perché in apparenza i due personaggi, oltre a non essere fisicamente sovrapponibili, sembrano diametralmente opposti per atteggiamento e approccio: tanto aggressiva e fumantina la prima, tanto compassata, fredda e logica la seconda. Entrambe sono tuttavia accomunate dalla medesima visione: adottare una corazza per sembrare quello che non sono e tenere alla larga le persone per paura di mettersi in gioco.
In entrambe le serie sono di fondamentale importanza anche altri personaggi: in "Toradora!" Yusaku Kitamura, Minori Kushieda e Ami Kawashima, e in "Oregairu" Yui Yuigahama, Hayato Hayama e Komachi Hikigaya (sorella minore di Hachiman). Ma in "Oregairu" entrano pesantemente in gioco anche la professoressa Shizuka Hiratsuka e la sorella maggiore di Yukino, Haruno Yukinoshita.
Ed ecco che "Oregairu" non fa altro che rivisitare, almeno inizialmente, in chiave un po' più comica "Toradora!", sovrapponendosi come idea all'opera di qualche anno prima anche per l'evoluzione della trama e dei personaggi.
È una velata accusa di plagio? Non vorrei essere frainteso: lo escludo categoricamente. A me "Toradora!" è piaciuto molto e ho rivisto in "Oregairu" molti aspetti che sono i suoi cavalli di battaglia. L'amicizia, l'amore, la paura di essere sé stessi e accettati dagli altri, l'affermazione della propria personalità, la paura di compiere delle scelte che a fronte del raggiungimento della propria felicità possano scontentare o ferire altre persone cui si tiene... insomma, la classica transizione dalla fanciullezza all'età adulta.
"Oregairu" sviluppa i temi citati in un modo più esteso, apparentemente articolato in dialoghi e situazioni in cui Hachiman è il "mattatore" nel bene e nel male. La sua weltanschauung sarà il parametro in cui tutti gli altri personaggi si dovranno misurare a vario titolo per cercare di confutarlo, dimostrandogli il contrario. Ma il tema delle maschere pirandelliane, già presente in "Toradora!", caratterizza in modo altrettanto preponderante anche "Oregairu", tanto da far sembrare le vicende di questi ragazzi della seconda superiore come quelle di persone adulte per la ricercatezza e la qualità dei dialoghi e delle battute.
In breve, in questi primi tredici episodi la storia introduce un cinico adolescente di nome Hachiman Hikigaya, che è costretto dalla prof. Hiratsuka a unirsi al Club di Volontariato, per cambiare i suoi modi e idee apparentemente "asociali" e contro ogni convenzione sociale e di vita comunitaria. In tale club scolastico dovrà avere a che fare con Yukino Yukinoshita e Yui Yuigahama, che, quanto a comportamenti personali, non sembrano da meno a livello di patologia comportamentale e inserimento sociale.
Sebbene la configurazione iniziale sia tipica di tante serie anime delle scuole superiori, "Oregairu" dimostra un livello di intuizione psicologica che molte delle opere di questo genere semplicemente non riescono a raggiungere. Nel corso delle tre serie più OVA, quattordici volumi di novel, l'opera esplora abilmente le tensioni interpersonali che sorgono quando un solitario eccessivamente autocosciente/autoconfidente e cinico è costretto a interagire con gli altri, chiunque esso sia.
Il cinismo disincantato di Hachiman trasuda da ogni frase. L'umorismo, quando presente, assomiglia un po' a quello di Satō Tatsuhiro in "Welcome to the NHK", sebbene il contesto non sia assolutamente lo stesso. La comicità a mio avviso deriva dalla distorsione delle aspettative dello spettatore tipico delle commedie romantiche delle scuole superiori rispetto a un personaggio che è una vera e propria mina vagante, con la sua apparente antipatia e patetismo, capace di compiere azioni e affermare concetti e pensieri che tutti potrebbero pensare, ma che nessuno avrebbe il coraggio di fare o dire nel modo e con il tempismo di Hachiman.
A ciò si aggiunge la consapevolezza dolosa di Hachiman di essere una persona problematica, inquietante e talvolta spregevole, che sembra recitare, senza remore e rispetto di alcuna convenzione, la parte dello "stronzo"... Ma si scoprirà nel corso della serie che, quando ricorre a tali atteggiamenti, non lo fa per mero compiacimento personale, ma per un mix di autodifesa (limitare al massimo le interazioni di qualsiasi genere con coetanei e persone che lo circondano) e altruismo, attirando su di sé le cattive considerazioni per un bene superiore che molto spesso non corrisponde al suo.
Hachiman opera nella prima serie come una specie di killer che si ispira al principio "il lavoro sporco lo deve pur fare qualcuno e quel qualcuno sono io, perché non ho nulla da perdere". Già nella prima serie si vedono le prime avvisaglie del suo vero carattere e della sindrome iperprotettiva che manifesta nei confronti di coloro cui tiene veramente (ad esempio la sorella minore Komachi, ma anche e progressivamente nei confronti di Yukino e Yui).
Il suo stile dialettico e comportamentale è abbastanza inconfondibile: mi riferisco alla descrizione della sua dichiarazione alla compagna di classe delle scuole medie (che poi ritroverà alle superiori).
Era dopo la scuola e due studenti erano soli insieme in un'aula. Una leggera brezza increspava le tende, la luce del sole entrava obliqua, c'era un ragazzo che aveva trovato il coraggio di confessare il suo amore. Anche adesso ricordo la sua voce e ogni dettaglio. Risposta, lei imbarazzata, quasi schifata: "Non possiamo essere solo amici?" Oddio, brutto ricordo, dimentica amici. Non avevo più nemmeno parlato.
La battuta qui è piuttosto emblematica dello stile di Hachiman.
Allestisce a parole una scena romantica, usando un linguaggio anche poetico, per poi distruggere l'atmosfera con il suo caratteristico sarcasmo.
Per non parlare del tema consegnato alla prof. Hiratzuka in cui definisce la giovinezza come una bugia...
"La gioventù è una menzogna. È il male. Quelli che la esaltano finiscono per illudere loro stessi e chi li circonda. Si lasciano completamente assorbire dall'atmosfera, come se fossero ipnotizzati. Nel nome della loro giovinezza, distorcono ogni interpretazione comune e buon senso. Bugie, segreti, peccati e fallimenti non fanno che dare brio alla loro gioventù. Se il fallimento è il simbolo della loro gioventù, non significa forse che chi non è riuscito a trovarsi degli amici se la sta vivendo al massimo? Ma di certo nessuno di loro lo ammetterebbe mai. Deve andare tutto come gli torna comodo. Per concludere: imbecilli che esaltate tanto la vostra giovinezza... schiattate!"
Date le premesse, e scrivere nel questionario di orientamento che la sua massima aspirazione è fare il casalingo, perché il lavoro rende schiavi...
Un anarcoide nichilista... che in un ecosistema scolastico giapponese non può sopravvivere, sostenendo il verbo della negazione della vita comunitaria, e la buona prof. preoccupata per il suo futuro, una volta terminati gli studi, lo spedisce subito in rieducazione (Hachiman lo definirà un "sanatorio") nel Club del Volontariato.
Ma vedremo che lo scopo non è punitivo: Hiratzuka in tutta la serie sarà la mentore di Hachiman, monitorandone i progressi e intervenendo ogniqualvolta lo riterrà necessario, per scuoterlo da situazioni che non è in grado di affrontare da solo. Un personaggio che surroga i genitori di Hachiman, come guida per un ragazzo che a causa di esperienze passate infelici e per un carattere molto originale non riesce a vivere la sua giovinezza come i coetanei.
Nel club ci sono due ragazze: Yukino e Yui. Se Hachiman è quello che spicca per il suo sarcasmo, che fa della debolezza manifesta il suo punto di forza, Yukino e Yui rappresentano altre due espressioni dell'essere "anormali" e "avulsi" dal sistema.
Yukino è una versione di Hachiman "snob": lei si ritiene al di sopra degli altri per capacità e non si fa problemi a isolarsi quando gli altri tendono a evitarla o a non sopportarla. Se ne infischia del prossimo, se le viene richiesto di interagire, avendo come unico parametro di giudizio il suo. Non scende a compromessi. E nei confronti di Hikigaya nella prima serie, di dialoghi al vetriolo ne escono diversi... dove lei non si risparmia battute molto ficcanti a quelle non meno terribili di Hachiman, meno diretto ma non meno offensivo.
E Yui? È il cosiddetto anello debole del trio del club. In apparenza è la ragazza "insicura", sensibile ed emotiva, condizionata dal giudizio altrui, dall’opinione che il prossimo ha nei suoi confronti. Frequentare due tosti come Hachiman e Yukino la porterà a non accettare la sua condizione di personalità "riflessa" e farsi valere dal punto di vista caratteriale e di iniziativa, pur mantenendo la sua dolcezza e ingenuità di fondo.
E così, parafrasando un film famosissimo di Sergio Leone ("Il buono, il brutto e il cattivo"), potrei soprannominare questa prima serie di "Oregairu" come "La superba, l'accidioso e l'accomodante"... e tale definizione dei tre personaggi caratterizzerà un po' tutta l'opera fino all'epilogo, dopo un percorso di maturazione e cambiamento, positivo o negativo lo lascio alla valutazione dei lettori e spettatori.
Di sicuro la prima serie di "Oregairu" è quella più scoppiettante, particolare, originale e divertente.
Forse alcune situazioni sono un po' forzate e alcuni dialoghi e considerazioni non sembrano proprio adatti a ragazzi del secondo anno delle superiori, ma l'opera in sé rappresenta l'incipit di un viaggio nell'adolescenza da intendersi come percorso di maturazione e di scoperta di sé e degli altri.
Non a caso la prima serie sembra più una sequenza di episodi in cui i tre membri del Club di Volontariato impareranno a conoscere gli altri e a conoscere sé stessi, prendendo spesso delle decisioni che alla lunga si dimostreranno vincenti.
Pertanto, premetto che la recensione, proprio per l'articolazione dell'opera, ho preferito suddividerla per le tre serie, cercando il più possibile di non essere ripetitivo.
"Oregairu" è l'abbreviazione di "Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru" - "My Youth Romantic Comedy is Wrong as I Expected": un titolo che stimola la curiosità e che già nel titolo contiene un elemento caratteristico del genere, la commedia. Eh già, fin dall'inizio, l'anime ha una forte connotazione da commedia, poiché alcune scene/vicende narrate sono un po' forzate ma anche comiche.
La comicità non è data tanto dalla puerilità e/o vena demenziale delle situazioni descritte, quanto dalla caratterizzazione dei personaggi. Una comicità arguta e tagliente: sotto questo aspetto "Oregairu" ha un elemento che lo contraddistingue dalle altre innumerevoli opere che trattano le vicende di vita di studenti a scuola e nella loro vita quotidiana, i dialoghi. Sarà, forse, perché le serie sono tratte dalla light novel di Wataru Watari, pubblicata in quattordici volumi più tre tra il 2011 e il 2019.
Sotto questo aspetto e per il modo in cui sono sceneggiate le vicende, "Oregairu" mi ha rievocato per lo stile e i contenuti "Toradora!": stessa ambientazione e stesso approccio non superficiale alla caratterizzazione dei personaggi, pur raccontando uno slice of life della vita degli studenti delle scuole superiori che, volenti o nolenti, si accingono a passare dalla fanciullezza all'età adulta attraverso una particolare fase dell'esistenza che si chiama adolescenza.
Il parallelismo un po' facile e non perfettamente coincidente ci sta per due dei protagonisti delle due opere: Ryuji Takasu vs. Hachiman Hikgaya e Taiga Aisaka vs. Yukino Yukinoshita.
Anche a livello grafico, Ryuji e Hachiman presentano parecchie somiglianze: non belli, poco curati nell'apparire e nei modi, sguardo ed espressioni torvi e strani, comportamenti "originali" e talvolta sopra le righe. Ma è a livello di personalità che entrambi, a loro modo, presentano più elementi in comune di quanto possa sembrare. Entrambi sono timidi, introversi, incapaci di essere come tutti gli altri nelle relazioni interpersonali, anche a causa del loro modo di essere e di vedere la vita. Ma sono dei buoni, altruisti, generosi, sensibili, capaci di gesti e slanci che nessuno dei loro coetanei/amici sarebbero in grado di fare nelle stesse modalità.
Nel caso di Hachiman, ci sono tuttavia delle differenze più legate al modo di approcciare ai coetanei: fin dal primo episodio Hachiman ci regala delle pillole significative della sua versione della vita. Una concezione nichilista, negativa, in cui esprime una visione del suo futuro di rigetto di qualsiasi relazione con gli altri come una sofferenza, perdita di tempo e ineluttabilità della cattiva natura umana. Una sorta di Thomas Hobbes che aveva una visione antropologica sostanzialmente competitiva ed egoista, riassunta dai due celebri aforismi "Bellum omnium contra omnes" e "Homo homini lupus". In Ryuji ciò non si percepisce in modo così marcato, anzi, resta comunque un positivo.
Il paragone tra Taiga e Yukino è più forzato, perché in apparenza i due personaggi, oltre a non essere fisicamente sovrapponibili, sembrano diametralmente opposti per atteggiamento e approccio: tanto aggressiva e fumantina la prima, tanto compassata, fredda e logica la seconda. Entrambe sono tuttavia accomunate dalla medesima visione: adottare una corazza per sembrare quello che non sono e tenere alla larga le persone per paura di mettersi in gioco.
In entrambe le serie sono di fondamentale importanza anche altri personaggi: in "Toradora!" Yusaku Kitamura, Minori Kushieda e Ami Kawashima, e in "Oregairu" Yui Yuigahama, Hayato Hayama e Komachi Hikigaya (sorella minore di Hachiman). Ma in "Oregairu" entrano pesantemente in gioco anche la professoressa Shizuka Hiratsuka e la sorella maggiore di Yukino, Haruno Yukinoshita.
Ed ecco che "Oregairu" non fa altro che rivisitare, almeno inizialmente, in chiave un po' più comica "Toradora!", sovrapponendosi come idea all'opera di qualche anno prima anche per l'evoluzione della trama e dei personaggi.
È una velata accusa di plagio? Non vorrei essere frainteso: lo escludo categoricamente. A me "Toradora!" è piaciuto molto e ho rivisto in "Oregairu" molti aspetti che sono i suoi cavalli di battaglia. L'amicizia, l'amore, la paura di essere sé stessi e accettati dagli altri, l'affermazione della propria personalità, la paura di compiere delle scelte che a fronte del raggiungimento della propria felicità possano scontentare o ferire altre persone cui si tiene... insomma, la classica transizione dalla fanciullezza all'età adulta.
"Oregairu" sviluppa i temi citati in un modo più esteso, apparentemente articolato in dialoghi e situazioni in cui Hachiman è il "mattatore" nel bene e nel male. La sua weltanschauung sarà il parametro in cui tutti gli altri personaggi si dovranno misurare a vario titolo per cercare di confutarlo, dimostrandogli il contrario. Ma il tema delle maschere pirandelliane, già presente in "Toradora!", caratterizza in modo altrettanto preponderante anche "Oregairu", tanto da far sembrare le vicende di questi ragazzi della seconda superiore come quelle di persone adulte per la ricercatezza e la qualità dei dialoghi e delle battute.
In breve, in questi primi tredici episodi la storia introduce un cinico adolescente di nome Hachiman Hikigaya, che è costretto dalla prof. Hiratsuka a unirsi al Club di Volontariato, per cambiare i suoi modi e idee apparentemente "asociali" e contro ogni convenzione sociale e di vita comunitaria. In tale club scolastico dovrà avere a che fare con Yukino Yukinoshita e Yui Yuigahama, che, quanto a comportamenti personali, non sembrano da meno a livello di patologia comportamentale e inserimento sociale.
Sebbene la configurazione iniziale sia tipica di tante serie anime delle scuole superiori, "Oregairu" dimostra un livello di intuizione psicologica che molte delle opere di questo genere semplicemente non riescono a raggiungere. Nel corso delle tre serie più OVA, quattordici volumi di novel, l'opera esplora abilmente le tensioni interpersonali che sorgono quando un solitario eccessivamente autocosciente/autoconfidente e cinico è costretto a interagire con gli altri, chiunque esso sia.
Il cinismo disincantato di Hachiman trasuda da ogni frase. L'umorismo, quando presente, assomiglia un po' a quello di Satō Tatsuhiro in "Welcome to the NHK", sebbene il contesto non sia assolutamente lo stesso. La comicità a mio avviso deriva dalla distorsione delle aspettative dello spettatore tipico delle commedie romantiche delle scuole superiori rispetto a un personaggio che è una vera e propria mina vagante, con la sua apparente antipatia e patetismo, capace di compiere azioni e affermare concetti e pensieri che tutti potrebbero pensare, ma che nessuno avrebbe il coraggio di fare o dire nel modo e con il tempismo di Hachiman.
A ciò si aggiunge la consapevolezza dolosa di Hachiman di essere una persona problematica, inquietante e talvolta spregevole, che sembra recitare, senza remore e rispetto di alcuna convenzione, la parte dello "stronzo"... Ma si scoprirà nel corso della serie che, quando ricorre a tali atteggiamenti, non lo fa per mero compiacimento personale, ma per un mix di autodifesa (limitare al massimo le interazioni di qualsiasi genere con coetanei e persone che lo circondano) e altruismo, attirando su di sé le cattive considerazioni per un bene superiore che molto spesso non corrisponde al suo.
Hachiman opera nella prima serie come una specie di killer che si ispira al principio "il lavoro sporco lo deve pur fare qualcuno e quel qualcuno sono io, perché non ho nulla da perdere". Già nella prima serie si vedono le prime avvisaglie del suo vero carattere e della sindrome iperprotettiva che manifesta nei confronti di coloro cui tiene veramente (ad esempio la sorella minore Komachi, ma anche e progressivamente nei confronti di Yukino e Yui).
Il suo stile dialettico e comportamentale è abbastanza inconfondibile: mi riferisco alla descrizione della sua dichiarazione alla compagna di classe delle scuole medie (che poi ritroverà alle superiori).
Era dopo la scuola e due studenti erano soli insieme in un'aula. Una leggera brezza increspava le tende, la luce del sole entrava obliqua, c'era un ragazzo che aveva trovato il coraggio di confessare il suo amore. Anche adesso ricordo la sua voce e ogni dettaglio. Risposta, lei imbarazzata, quasi schifata: "Non possiamo essere solo amici?" Oddio, brutto ricordo, dimentica amici. Non avevo più nemmeno parlato.
La battuta qui è piuttosto emblematica dello stile di Hachiman.
Allestisce a parole una scena romantica, usando un linguaggio anche poetico, per poi distruggere l'atmosfera con il suo caratteristico sarcasmo.
Per non parlare del tema consegnato alla prof. Hiratzuka in cui definisce la giovinezza come una bugia...
"La gioventù è una menzogna. È il male. Quelli che la esaltano finiscono per illudere loro stessi e chi li circonda. Si lasciano completamente assorbire dall'atmosfera, come se fossero ipnotizzati. Nel nome della loro giovinezza, distorcono ogni interpretazione comune e buon senso. Bugie, segreti, peccati e fallimenti non fanno che dare brio alla loro gioventù. Se il fallimento è il simbolo della loro gioventù, non significa forse che chi non è riuscito a trovarsi degli amici se la sta vivendo al massimo? Ma di certo nessuno di loro lo ammetterebbe mai. Deve andare tutto come gli torna comodo. Per concludere: imbecilli che esaltate tanto la vostra giovinezza... schiattate!"
Date le premesse, e scrivere nel questionario di orientamento che la sua massima aspirazione è fare il casalingo, perché il lavoro rende schiavi...
Un anarcoide nichilista... che in un ecosistema scolastico giapponese non può sopravvivere, sostenendo il verbo della negazione della vita comunitaria, e la buona prof. preoccupata per il suo futuro, una volta terminati gli studi, lo spedisce subito in rieducazione (Hachiman lo definirà un "sanatorio") nel Club del Volontariato.
Ma vedremo che lo scopo non è punitivo: Hiratzuka in tutta la serie sarà la mentore di Hachiman, monitorandone i progressi e intervenendo ogniqualvolta lo riterrà necessario, per scuoterlo da situazioni che non è in grado di affrontare da solo. Un personaggio che surroga i genitori di Hachiman, come guida per un ragazzo che a causa di esperienze passate infelici e per un carattere molto originale non riesce a vivere la sua giovinezza come i coetanei.
Nel club ci sono due ragazze: Yukino e Yui. Se Hachiman è quello che spicca per il suo sarcasmo, che fa della debolezza manifesta il suo punto di forza, Yukino e Yui rappresentano altre due espressioni dell'essere "anormali" e "avulsi" dal sistema.
Yukino è una versione di Hachiman "snob": lei si ritiene al di sopra degli altri per capacità e non si fa problemi a isolarsi quando gli altri tendono a evitarla o a non sopportarla. Se ne infischia del prossimo, se le viene richiesto di interagire, avendo come unico parametro di giudizio il suo. Non scende a compromessi. E nei confronti di Hikigaya nella prima serie, di dialoghi al vetriolo ne escono diversi... dove lei non si risparmia battute molto ficcanti a quelle non meno terribili di Hachiman, meno diretto ma non meno offensivo.
E Yui? È il cosiddetto anello debole del trio del club. In apparenza è la ragazza "insicura", sensibile ed emotiva, condizionata dal giudizio altrui, dall’opinione che il prossimo ha nei suoi confronti. Frequentare due tosti come Hachiman e Yukino la porterà a non accettare la sua condizione di personalità "riflessa" e farsi valere dal punto di vista caratteriale e di iniziativa, pur mantenendo la sua dolcezza e ingenuità di fondo.
E così, parafrasando un film famosissimo di Sergio Leone ("Il buono, il brutto e il cattivo"), potrei soprannominare questa prima serie di "Oregairu" come "La superba, l'accidioso e l'accomodante"... e tale definizione dei tre personaggi caratterizzerà un po' tutta l'opera fino all'epilogo, dopo un percorso di maturazione e cambiamento, positivo o negativo lo lascio alla valutazione dei lettori e spettatori.
Di sicuro la prima serie di "Oregairu" è quella più scoppiettante, particolare, originale e divertente.
Forse alcune situazioni sono un po' forzate e alcuni dialoghi e considerazioni non sembrano proprio adatti a ragazzi del secondo anno delle superiori, ma l'opera in sé rappresenta l'incipit di un viaggio nell'adolescenza da intendersi come percorso di maturazione e di scoperta di sé e degli altri.
Non a caso la prima serie sembra più una sequenza di episodi in cui i tre membri del Club di Volontariato impareranno a conoscere gli altri e a conoscere sé stessi, prendendo spesso delle decisioni che alla lunga si dimostreranno vincenti.
Diciamocelo chiaramente, la mediocrità non piace a nessuno, eppure col tempo abbiamo imparato a farci l’abitudine. Per essere più precisi, la gigante industria dell’animazione giapponese sforna decine e decine di anime nuovi ogni anno. Alcuni tratti da manga celeberrimi che hanno successo anche nelle parti più sperdute del globo e altri che, invece, vogliono far conoscere qualcosa di nuovo al pubblico, in modo da invogliarlo a leggerne la controparte cartacea. Ma fermiamoci un attimo a riflettere e chiediamoci: “Cosa c’è di veramente nuovo e originale oggigiorno?”. Le opere di questo tipo, molto probabilmente, si contano sulle dita di una sola mano. Questo discorso, però, non va inteso come un attacco alla moderna industria dell’animazione, perché può essere tranquillamente esteso anche a tutti gli anime usciti negli anni addietro. Penso a shonen con la solita trama incentrata sul viaggio dell’eroe, con un protagonista ‘cazzutissimo’, in grado di sconfiggere il più forte degli antagonisti, anche se quest’ultimo è palesemente più forte di lui. Penso a romantic-comedy che fanno dei soliti cliché del genere il loro punto di forza, dal festival culturale alla giornata a mare, per mostrare le oppai a dei nerdoni nel pieno dell’adolescenza come me. Per l’amor del cielo, tutte opere belle, che riguarderei pure volentieri, perché, come dicevo prima, alla mediocrità, o meglio, alla banalità, almeno io ci ho fatto il callo. Proprio per questo motivo, quindi, credo che il momento in cui ti imbatti in un’opera originale, che magari ricorre comunque a qualche cliché, ma riesce a catturarti in un modo del tutto nuovo e inaspettato, sia indimenticabile. Per me, questo momento è arrivato alla visione di “Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru”, meglio conosciuto come “Oregairu”, anime mandato in onda per la prima volta nel 2013 e prodotto dallo studio d’animazione giapponese Brain’s Base.
“Oregairu” è una romcom a tutti gli effetti. Però, almeno in questa prima stagione, di romantic ha davvero poco. Un anime atipico, che punta molto sul lato comico e invita i giovani a riflettere su cosa sia veramente importante nella propria vita e che, come protagonista, non può che avere un personaggio altrettanto atipico.
Hachiman Hikigaya è un liceale solitario, senza amici e vita sociale. L’unica persona con cui sembra andare d’accordo e che gli vuole bene è Komachi, la loli-sorellina che frequenta ancora le medie. Un po’ per scelta personale, un po’ perché il fato ha voluto così, Hachiman si è ritrovato solo e senza uno straccio di amicizia, ma, invece che piangere della propria situazione, se ne vanta. Nella sua testa, non avere amici equivale a non avere problemi di nessun tipo. Hikki è un vero e proprio luminare, che ama la sua condizione di eterno solitario. Per questo motivo, nessuno dei compagni di classe lo guarda di buon occhio. Figurarsi, siamo negli anni clou dell’adolescenza e non avere amici significa essere un recluso. Lui, invece, si definisce più un lupo solitario dalla vita monotona, ma tranquilla. Questo suo atteggiamento viene, però, notato da una delle sue insegnanti, tale Shizuka Hiratsuka, che costringe il ragazzo a iscriversi al club di volontariato della scuola e rendersi finalmente utile nella sua vita. Qui, fa la conoscenza di Yukino Yukinoshita, la ragazza più bella della scuola e, contro ogni previsione, solitaria come Hachiman. Tra i due, un poco alla volta, si costruirà un importante legame di amicizia, che permetterà ad entrambi di guardare il mondo che li circonda con occhi diversi.
“Oregairu” è, senza ombra di dubbio, un anime lento, in cui i personaggi e i rispettivi percorsi di crescita conoscono dei risvolti altrettanto lenti. È un anime che non parla di una storia d’amore da capogiro, anzi, d’amore parla molto poco. Al centro dei riflettori, infatti, non ci sono le solite amorose paturnie adolescenziali, nondimeno l’anime si concentra anche su queste ultime. Di conseguenza, evita molti dei grandi cliché del caso, nonostante non manchino il matsuri e il festival culturale. Il vero fulcro dell’opera è indubbiamente il percorso di crescita dei suoi protagonisti che, un poco alla volta, iniziano ad uscire dalla propria bolla, per scoprire che non tutto del mondo esterno è da buttare. Come potete ben immaginare, dunque, i discorsi filosofici si sprecano, sin dalla prima puntata. Da questo punto di vista, l’anime ha un inizio shock, che ti catapulta subito nel vivo della storia. Una storia che, spesso e volentieri, sembra toccare le note di un giallo, con i membri del club di volontariato intenti a risolvere dei casi, come nel miglior romanzo di Conan Doyle. Il tutto accompagnato da una opening stupenda e da grafiche buone, ma non eccellenti.
Per concludere, “Oregairu” è un anime profondo, che invita a riflettere e merita tutta l’attenzione del caso. Consigliato a chi cerca qualcosa di inusuale e può fare a meno della solita storia d’amore.
"La verità è una strada a senso unico. Il sipario calerà anche su questa piccola e sciocca recita. Quando verrà quel giorno, sono certo che ne compiangeremo la fine".
“Oregairu” è una romcom a tutti gli effetti. Però, almeno in questa prima stagione, di romantic ha davvero poco. Un anime atipico, che punta molto sul lato comico e invita i giovani a riflettere su cosa sia veramente importante nella propria vita e che, come protagonista, non può che avere un personaggio altrettanto atipico.
Hachiman Hikigaya è un liceale solitario, senza amici e vita sociale. L’unica persona con cui sembra andare d’accordo e che gli vuole bene è Komachi, la loli-sorellina che frequenta ancora le medie. Un po’ per scelta personale, un po’ perché il fato ha voluto così, Hachiman si è ritrovato solo e senza uno straccio di amicizia, ma, invece che piangere della propria situazione, se ne vanta. Nella sua testa, non avere amici equivale a non avere problemi di nessun tipo. Hikki è un vero e proprio luminare, che ama la sua condizione di eterno solitario. Per questo motivo, nessuno dei compagni di classe lo guarda di buon occhio. Figurarsi, siamo negli anni clou dell’adolescenza e non avere amici significa essere un recluso. Lui, invece, si definisce più un lupo solitario dalla vita monotona, ma tranquilla. Questo suo atteggiamento viene, però, notato da una delle sue insegnanti, tale Shizuka Hiratsuka, che costringe il ragazzo a iscriversi al club di volontariato della scuola e rendersi finalmente utile nella sua vita. Qui, fa la conoscenza di Yukino Yukinoshita, la ragazza più bella della scuola e, contro ogni previsione, solitaria come Hachiman. Tra i due, un poco alla volta, si costruirà un importante legame di amicizia, che permetterà ad entrambi di guardare il mondo che li circonda con occhi diversi.
“Oregairu” è, senza ombra di dubbio, un anime lento, in cui i personaggi e i rispettivi percorsi di crescita conoscono dei risvolti altrettanto lenti. È un anime che non parla di una storia d’amore da capogiro, anzi, d’amore parla molto poco. Al centro dei riflettori, infatti, non ci sono le solite amorose paturnie adolescenziali, nondimeno l’anime si concentra anche su queste ultime. Di conseguenza, evita molti dei grandi cliché del caso, nonostante non manchino il matsuri e il festival culturale. Il vero fulcro dell’opera è indubbiamente il percorso di crescita dei suoi protagonisti che, un poco alla volta, iniziano ad uscire dalla propria bolla, per scoprire che non tutto del mondo esterno è da buttare. Come potete ben immaginare, dunque, i discorsi filosofici si sprecano, sin dalla prima puntata. Da questo punto di vista, l’anime ha un inizio shock, che ti catapulta subito nel vivo della storia. Una storia che, spesso e volentieri, sembra toccare le note di un giallo, con i membri del club di volontariato intenti a risolvere dei casi, come nel miglior romanzo di Conan Doyle. Il tutto accompagnato da una opening stupenda e da grafiche buone, ma non eccellenti.
Per concludere, “Oregairu” è un anime profondo, che invita a riflettere e merita tutta l’attenzione del caso. Consigliato a chi cerca qualcosa di inusuale e può fare a meno della solita storia d’amore.
"La verità è una strada a senso unico. Il sipario calerà anche su questa piccola e sciocca recita. Quando verrà quel giorno, sono certo che ne compiangeremo la fine".
"Oregairu" (il cui vero titolo, in teoria, sarebbe "Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru", ma credo sia comprensibile che io preferisca usare il titolo breve) è una commedia romantico-scolastica del 2013. Trascrivo velocemente la trama, dato che preferisco concentrarmi sulla mia recensione: la storia è incentrata su un ragazzo il cui nome è Hachiman Hikigaya. E' un tipo particolare: adora la solitudine e pensa che tutti i ragazzi della sua età siano stupidi nel credere che amicizia e amore valgano davvero qualcosa. Perché ha un carattere tanto asociale? Fin da piccolo è stato messo in disparte e preso in giro dai suoi compagni, e questo l'ha portato ad avere un atteggiamento molto freddo verso tutti. Nonostante per gli altri vivere un'adolescenza senza amici sia impensabile e da 'sfigati', per Hachiman la solitudine è praticamente il massimo. Visto il temperamento antisociale e la prospettiva di un futuro senza lavoro, un'insegnante fa sì che Hachiman entri nel club di volontariato, frequentato dalla ragazza più bella della scuola: Yukino Yukinoshita. Anche lei è molto fredda, e il rapporto tra quest'ultima e Hachiman è caratterizzato praticamente da infiniti battibecchi tra i due. Al club si unirà anche Yui Yuigahama, una compagna di classe di Hachiman, molto allegra e solare.
Dopo aver scritto la trama, mi tocca passare alla recensione vera e propria.
Questa prima stagione di "Oregairu" (già, perché la serie è divisa in due stagioni, di tredici episodi ciascuna) mi è piaciuta molto. L'ambiente scolastico non è nuovo negli anime, credo sia una delle ambientazioni maggiormente utilizzate, ma qui la storia si concentra per di più sulla psicologia dei personaggi. Personaggi che mi sono piaciuti un sacco! Hachiman credo che sia uno dei migliori protagonisti che io abbia mai visto: ha un carattere particolare, è autoironico e possiede un senso dell'umorismo unico. I suoi monologhi sono così reali e giusti che, nonostante a volte possano sembrare difficili da accettare, ci ritroviamo ad esserne sempre d'accordo. Difficilmente il protagonista è il mio personaggio preferito di una serie, ma qui è impossibile il contrario.
Yukino è un altro personaggio che ho gradito molto fin da subito. Ha un carattere più freddo, ed è rigida con gli altri in maniera diversa rispetto ad Hachiman. Non ha una visione distorta della vita come il ragazzo, ma, in comune, ha il fatto che anche lei ha vissuto per molto tempo in solitudine. Oltre che la più bella della scuola, probabilmente è anche la ragazza più brava e matura, come dimostrato durante l'organizzazione del festival culturale.
Terza co-protagonista è Yui, una personalità praticamente opposta sia ad Hachiman che a Yukino. E' la classica ragazza divertente, allegra e solare presente in qualsiasi gruppo di amici. Sempre molto socievole, ma anche lei soffre molto proprio a causa dei tanti amici che ha. Infatti, per restare sempre in buoni rapporti con loro e non litigare mai, decide di mantenere il sorriso. Non mi è piaciuta inizialmente, ma, con il trascorrere degli episodi, la sto apprezzando sempre di più.
Ci sono, poi, tanti altri personaggi: Saika Totsuka, il capitano del club di tennis, dall'aspetto quasi femminile; Hayato Hayama, il classico bravo ragazzo, gentile con tutti e l'asso del club di calcio; Yumiko Miura, la ragazza più popolare nella classe di Hachiman; Haruno Yukinoshita, la sorella maggiore di Yukino. Sono solamente alcuni dei numerosi...
Alla fine, punto di forza di quest'anime sono proprio i personaggi, le loro storie e, soprattutto, il loro percorso psicologico.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, opening ed ending sono molto carine. Le OST sono un po' ridotte, ma alcune davvero belle e simpatiche.
Il disegno non è molto complesso, anzi lo definirei abbastanza semplice (questo rispetto ad altri anime dello stesso genere), ma a me è comunque piaciuto moltissimo.
"Oregairu" è una serie che farà morire dal ridere, ma, allo stesso tempo, anche riflettere molto su tematiche molto importanti e attuali. Ne consiglio assolutamente la visione!
Dopo aver scritto la trama, mi tocca passare alla recensione vera e propria.
Questa prima stagione di "Oregairu" (già, perché la serie è divisa in due stagioni, di tredici episodi ciascuna) mi è piaciuta molto. L'ambiente scolastico non è nuovo negli anime, credo sia una delle ambientazioni maggiormente utilizzate, ma qui la storia si concentra per di più sulla psicologia dei personaggi. Personaggi che mi sono piaciuti un sacco! Hachiman credo che sia uno dei migliori protagonisti che io abbia mai visto: ha un carattere particolare, è autoironico e possiede un senso dell'umorismo unico. I suoi monologhi sono così reali e giusti che, nonostante a volte possano sembrare difficili da accettare, ci ritroviamo ad esserne sempre d'accordo. Difficilmente il protagonista è il mio personaggio preferito di una serie, ma qui è impossibile il contrario.
Yukino è un altro personaggio che ho gradito molto fin da subito. Ha un carattere più freddo, ed è rigida con gli altri in maniera diversa rispetto ad Hachiman. Non ha una visione distorta della vita come il ragazzo, ma, in comune, ha il fatto che anche lei ha vissuto per molto tempo in solitudine. Oltre che la più bella della scuola, probabilmente è anche la ragazza più brava e matura, come dimostrato durante l'organizzazione del festival culturale.
Terza co-protagonista è Yui, una personalità praticamente opposta sia ad Hachiman che a Yukino. E' la classica ragazza divertente, allegra e solare presente in qualsiasi gruppo di amici. Sempre molto socievole, ma anche lei soffre molto proprio a causa dei tanti amici che ha. Infatti, per restare sempre in buoni rapporti con loro e non litigare mai, decide di mantenere il sorriso. Non mi è piaciuta inizialmente, ma, con il trascorrere degli episodi, la sto apprezzando sempre di più.
Ci sono, poi, tanti altri personaggi: Saika Totsuka, il capitano del club di tennis, dall'aspetto quasi femminile; Hayato Hayama, il classico bravo ragazzo, gentile con tutti e l'asso del club di calcio; Yumiko Miura, la ragazza più popolare nella classe di Hachiman; Haruno Yukinoshita, la sorella maggiore di Yukino. Sono solamente alcuni dei numerosi...
Alla fine, punto di forza di quest'anime sono proprio i personaggi, le loro storie e, soprattutto, il loro percorso psicologico.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, opening ed ending sono molto carine. Le OST sono un po' ridotte, ma alcune davvero belle e simpatiche.
Il disegno non è molto complesso, anzi lo definirei abbastanza semplice (questo rispetto ad altri anime dello stesso genere), ma a me è comunque piaciuto moltissimo.
"Oregairu" è una serie che farà morire dal ridere, ma, allo stesso tempo, anche riflettere molto su tematiche molto importanti e attuali. Ne consiglio assolutamente la visione!
Ci sono due modi di approcciare un prodotto del genere. Uno (quello che secondo me sarebbe preferibile scartare) consiste nel considerarlo l'ennesima variazione su tema di uno schema già visto che non ha niente di nuovo da dire. L'altro invece si basa sul capire che al di là degli stereotipi di genere è sempre possibile ottenere una caratterizzazione dei personaggi, una trama e delle dinamiche relazionali interessanti e affettivamente valide, se pure vogliamo condannarle come non originali (e sull'originalità comunque si può discutere).
In particolare, per quanto possa essere accostato sicuramente a un prototipo che è quello già molto abusato dello studente acido e disilluso, un po' svogliato e insofferente alla giovialità dei suoi più motivati e spensierati coetanei, il protagonista si lascia andare a riflessioni e conversazioni tutt'altro che banali, mostrando una visione della vita che, per quanto trattata spesso all'interno dell'anime con la dovuta dose di ironia, è tutt'altro che scontata e superficiale. Il cinismo e l'isolamento che vengono mostrati, per farla breve, non sono un semplice tratto abbozzato di un personaggetto messo su alla bell'e meglio tanto per rifarsi a una categoria nota. Quello mostrato è davvero un modo di vedere le cose in cui penso quasi ogni adolescente (e non solo) che si sia dato il motivo e il tempo di riflettere su sé stesso e sugli altri possa rivedersi almeno un po'. E forse ancora più coinvolgente ed efficace è il modo in cui questa visione del mondo si articola e si modifica nel corso degli episodi, mostrandosi a volte tutt'altro che controproducente o illogica, e facendo passare una nota di crudo realismo accanto all'atmosfera avvolgente e confortevole tipica degli slice of life.
Insomma, se ve lo vedete, non fate male.
In particolare, per quanto possa essere accostato sicuramente a un prototipo che è quello già molto abusato dello studente acido e disilluso, un po' svogliato e insofferente alla giovialità dei suoi più motivati e spensierati coetanei, il protagonista si lascia andare a riflessioni e conversazioni tutt'altro che banali, mostrando una visione della vita che, per quanto trattata spesso all'interno dell'anime con la dovuta dose di ironia, è tutt'altro che scontata e superficiale. Il cinismo e l'isolamento che vengono mostrati, per farla breve, non sono un semplice tratto abbozzato di un personaggetto messo su alla bell'e meglio tanto per rifarsi a una categoria nota. Quello mostrato è davvero un modo di vedere le cose in cui penso quasi ogni adolescente (e non solo) che si sia dato il motivo e il tempo di riflettere su sé stesso e sugli altri possa rivedersi almeno un po'. E forse ancora più coinvolgente ed efficace è il modo in cui questa visione del mondo si articola e si modifica nel corso degli episodi, mostrandosi a volte tutt'altro che controproducente o illogica, e facendo passare una nota di crudo realismo accanto all'atmosfera avvolgente e confortevole tipica degli slice of life.
Insomma, se ve lo vedete, non fate male.
Correva l’anno 2013, anno sinceramente povero di serie animate di qualità, monopolizzato per quanto riguardava il mainstream da “L’attacco dei giganti”, mentre nell’universo ecchi cominciava a prendere piede “Highscool DxD”, serie inizialmente meteora che però stava via via raccogliendo un fandom sempre più grande e che nell’arco di due anni sarebbe diventata una punta di diamante nel suo genere. In realtà, però, in mezzo a tantissime mediocrità e ai due anime sopracitati, una serie scolastica zitta zitta stava entrando nel cuore di tutti: “Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru”, da lì a breve denominata solo “Yahari”, visto che a pronunciarne il titolo completo si faceva prima ad attraversare l’intera Salerno - Reggio Calabria ritorno compreso.
“Yahari” nasce come light novel nel 2011 dalla penna di W. Watari, mentre la serie animata targata studio Brain’s Base vede la luce nella primavera 2013. La trama racconta di tal Hachiman Hikigaya, un solitario e pragmatico liceale con una visione della vita distorta e antisociale che lo porta a non unirsi a nessun gruppo di giovani, perché convinto che sarà sempre una fonte di illusioni. La sua insegnante Shizuka Hiratsuka, esasperata dai continui temi dal contenuto fortemente misantropo di Hachiman, fa in modo che il ragazzo si iscriva al club di volontariato dell'istituto, frequentato e gestito dalla ragazza più carina e schietta della scuola, Yukino Yukinoshita, con la quale il ‘misantropone’ condivide un passato di solitudine, seppur per diverse ragioni (lui per i suoi ideali, lei perché invidiata dagli altri per la sua bellezza). Shizuka chiede a Yukino di occuparsi del problema di Hachiman e di renderlo un ragazzo in grado di migliorare i rapporti con il prossimo, in modo tale da garantirgli un futuro migliore nella società. Yukino accetta e Hachiman si ritrova, seppur controvoglia, a partecipare alle attività del club, che consistono nell'aiutare gli studenti in cerca del loro aiuto per ogni tipo di problema. In seguito, al gruppo creatosi si aggiungerà anche Yui Yuigahama, una ragazza dal carattere molto diverso da quello di Hachiman e Yukino: infatti, contrariamente ai due, lei è molto socievole e solare, seppur soffra molto il fatto di dover essere spesso ipocrita e di dover sorridere sempre e comunque, pur di mantenere dei buoni rapporti sociali con tutti. In seguito i tre ragazzi incominceranno a creare un vero e proprio club, aiutando chi ne ha bisogno, ma si creeranno anche situazioni alquanto particolari che porteranno, con il proseguire della trama, a continui seppur lenti cambiamenti psicologici negli stessi personaggi.
Parlare di trama per “Yahari” credo sia riduttivo, non si può infatti non tener conto di come l’evoluzione psicologica dei tre protagonisti, ma anche dei numerosi comprimari, vada pari passo con le vicende narrate. “Yahari” però non vuole raccontare una semplice storia, vuole porsi invece come uno slice of life a sfondo scolastico dove vengono raccontati gli sviluppi e la crescita dei personaggi, e di come le seppur banali vicende adolescenziali possano in realtà dimostrarsi prove di maturità ben più grandi di un’impresa eroica da manga shonen. La trama si sviluppa lentamente proprio per permettere allo spettatore di immedesimarsi appieno nei protagonisti, portando più volte lo stesso a valutare con saccenza e sarcasmo la realtà che ci circonda, non tanto diversa da quella raccontata nell’anime, proprio come il protagonista stesso, mostrandoci allo stesso tempo però sia i pregi che i numerosi difetti che una tal visione della vita comporta nei rapporti con gli altri: essere esclusi, cosa che prima o poi ferisce anche il più forte dei lupi solitari. Hachiaman, all’inizio delle vicende, cercherà di risolvere in proprio i problemi altrui, non interessandosi minimamente alle sue compagne di club e finendo, prima o poi (non voglio dire altro per non spoilerare), per ferirle, e sarà alla fine egli stesso a rendersi conto dei propri limiti e della propria emotività, che potrà anche essere annichilita, ma mai soppressa del tutto. I personaggi secondari sono (quasi) tutti ben sviluppati e non stereotipati, mentre l’aspetto commedia, pur non essendo preponderante come in altri anime a sfondo scolastico, sa essere in pochi momenti ben mirati spassosa e memorabile.
Graficamente l’anime è buono, ma non eccelso. Nonostante l’opening e la ending siano entrambe ottime, il comparto OST risulta purtroppo un po’ limitato, e risulta l’unica pecca in un anime comunque eccezionale e fuori dagli schemi.
Concludendo, “Yahari” è un’anime che consiglio vivamente a tutti, sia ai neofiti che, soprattutto, ai navigati e storici consumatori di serie animate, che apprezzeranno la serie sia per il taglio con cui vengono raccontate le “semplici vicende adolescenziali” sia per il solo Hachiman, forse a mio giudizio uno dei migliori protagonisti del panorama anime dell’ultimo decennio. Commedia, psicologia, citazioni alla letteratura e tante, ma davvero tante riflessioni e spunti. Cosa aspettate a vederlo?!
“Yahari” nasce come light novel nel 2011 dalla penna di W. Watari, mentre la serie animata targata studio Brain’s Base vede la luce nella primavera 2013. La trama racconta di tal Hachiman Hikigaya, un solitario e pragmatico liceale con una visione della vita distorta e antisociale che lo porta a non unirsi a nessun gruppo di giovani, perché convinto che sarà sempre una fonte di illusioni. La sua insegnante Shizuka Hiratsuka, esasperata dai continui temi dal contenuto fortemente misantropo di Hachiman, fa in modo che il ragazzo si iscriva al club di volontariato dell'istituto, frequentato e gestito dalla ragazza più carina e schietta della scuola, Yukino Yukinoshita, con la quale il ‘misantropone’ condivide un passato di solitudine, seppur per diverse ragioni (lui per i suoi ideali, lei perché invidiata dagli altri per la sua bellezza). Shizuka chiede a Yukino di occuparsi del problema di Hachiman e di renderlo un ragazzo in grado di migliorare i rapporti con il prossimo, in modo tale da garantirgli un futuro migliore nella società. Yukino accetta e Hachiman si ritrova, seppur controvoglia, a partecipare alle attività del club, che consistono nell'aiutare gli studenti in cerca del loro aiuto per ogni tipo di problema. In seguito, al gruppo creatosi si aggiungerà anche Yui Yuigahama, una ragazza dal carattere molto diverso da quello di Hachiman e Yukino: infatti, contrariamente ai due, lei è molto socievole e solare, seppur soffra molto il fatto di dover essere spesso ipocrita e di dover sorridere sempre e comunque, pur di mantenere dei buoni rapporti sociali con tutti. In seguito i tre ragazzi incominceranno a creare un vero e proprio club, aiutando chi ne ha bisogno, ma si creeranno anche situazioni alquanto particolari che porteranno, con il proseguire della trama, a continui seppur lenti cambiamenti psicologici negli stessi personaggi.
Parlare di trama per “Yahari” credo sia riduttivo, non si può infatti non tener conto di come l’evoluzione psicologica dei tre protagonisti, ma anche dei numerosi comprimari, vada pari passo con le vicende narrate. “Yahari” però non vuole raccontare una semplice storia, vuole porsi invece come uno slice of life a sfondo scolastico dove vengono raccontati gli sviluppi e la crescita dei personaggi, e di come le seppur banali vicende adolescenziali possano in realtà dimostrarsi prove di maturità ben più grandi di un’impresa eroica da manga shonen. La trama si sviluppa lentamente proprio per permettere allo spettatore di immedesimarsi appieno nei protagonisti, portando più volte lo stesso a valutare con saccenza e sarcasmo la realtà che ci circonda, non tanto diversa da quella raccontata nell’anime, proprio come il protagonista stesso, mostrandoci allo stesso tempo però sia i pregi che i numerosi difetti che una tal visione della vita comporta nei rapporti con gli altri: essere esclusi, cosa che prima o poi ferisce anche il più forte dei lupi solitari. Hachiaman, all’inizio delle vicende, cercherà di risolvere in proprio i problemi altrui, non interessandosi minimamente alle sue compagne di club e finendo, prima o poi (non voglio dire altro per non spoilerare), per ferirle, e sarà alla fine egli stesso a rendersi conto dei propri limiti e della propria emotività, che potrà anche essere annichilita, ma mai soppressa del tutto. I personaggi secondari sono (quasi) tutti ben sviluppati e non stereotipati, mentre l’aspetto commedia, pur non essendo preponderante come in altri anime a sfondo scolastico, sa essere in pochi momenti ben mirati spassosa e memorabile.
Graficamente l’anime è buono, ma non eccelso. Nonostante l’opening e la ending siano entrambe ottime, il comparto OST risulta purtroppo un po’ limitato, e risulta l’unica pecca in un anime comunque eccezionale e fuori dagli schemi.
Concludendo, “Yahari” è un’anime che consiglio vivamente a tutti, sia ai neofiti che, soprattutto, ai navigati e storici consumatori di serie animate, che apprezzeranno la serie sia per il taglio con cui vengono raccontate le “semplici vicende adolescenziali” sia per il solo Hachiman, forse a mio giudizio uno dei migliori protagonisti del panorama anime dell’ultimo decennio. Commedia, psicologia, citazioni alla letteratura e tante, ma davvero tante riflessioni e spunti. Cosa aspettate a vederlo?!
Questo è in assoluto l'anime psicologico più introspettivo e completo che abbia mai visto.
Il carattere dei personaggi è studiato nei minimi dettagli e, benché forse siano stati fatti alcuni tagli rispetto al manga, si avverte quella profondità che, di solito, si nota solo con le persone in carne ed ossa. Il modo in cui ognuno di loro riesce a leggersi dentro e a manifestare agli altri i propri sentimenti è reso in maniera davvero realistica. Infatti, a volte, potrebbe risultare pesante o difficile da seguire, ma è questo che ci si dovrebbe aspettate da un anime psicologico.
I disegni e la grafica mi sono piaciuti molto.
Il carattere dei personaggi è studiato nei minimi dettagli e, benché forse siano stati fatti alcuni tagli rispetto al manga, si avverte quella profondità che, di solito, si nota solo con le persone in carne ed ossa. Il modo in cui ognuno di loro riesce a leggersi dentro e a manifestare agli altri i propri sentimenti è reso in maniera davvero realistica. Infatti, a volte, potrebbe risultare pesante o difficile da seguire, ma è questo che ci si dovrebbe aspettate da un anime psicologico.
I disegni e la grafica mi sono piaciuti molto.
Hachiman Hikigaya è un ragazzo con una filosofia di vita bellissima: "Io sono un tipo solitario e fiero di esserlo, perché gli esseri umani in branco sono stupidi e insoddisfatti, sempre in cerca di predominare sugli altri". Non dice esattamente così, ma è per darvi l'idea. Ha una concezione del mondo molto pessimista in generale. Questo preoccupa una sua professoressa che lo costringe a iscriversi al club di volontariato di cui fa parte un solo altro membro, la bellissima e fredda Yukino Yukinoshita. Un altro tipetto solitario, anche se per motivi differenti dal nostro protagonista. Più in là si unirà al club un'altra ragazza invece molto aperta e socievole, che farà da contraltare agli altri due lupi solitari membri del club. Insomma, per farla breve, l'anime si concentra tutto sull'attività di questo club di volontariato che praticamente ha lo scopo di aiutare chiunque si rivolge ad esso.
L'anime quindi è una serie di puntate auto-conclusive dove i nostri protagonisti hanno lo scopo di risolvere piccoli problemi, aiutare loro compagni in varie attività, a relazionarsi, a scoprire delle cose eccetera. Ciò che preme agli autori mostrarci è il metodo con cui Hachiman Hikigaya, un tipo schivo e solitario, riesce a risolvere situazioni che sembrerebbero richiedere il sapersi relazionare col prossimo. E in ogni puntata il nostro protagonista avrà modo di poterci illuminare sulla sua filosofia di vita e del perché non sia così sbagliata come pensa la sua professoressa. Lo stesso vale per gli altri due membri del club, che cercheranno di risolvere le cose a modo loro e che dovranno sempre confrontarsi con Hikigawa.
Insomma, ma poi nascerà anche un triangolo amoroso tra questi tre, vi starete chiedendo? Quasi. Nel senso che verrà accennato, ma mai portato fino in fondo. Poi magari chissà, forse le vicende amorose verranno riprese nella seconda serie (perché sì, quest'anime ha una seconda serie).
Tirando le somme, c'è da dire che alcune puntate sono un po' noiose, ma ha dalla sua parte il fatto che sono solo tredici puntate, quindi si riesce a reggere. Diciamo che in alcune parti poteva essere meno discorsivo: se ad ogni singola puntata mi fai fare al protagonista un monologo su quanto è bella la vita da lupo solitario con gli altri personaggi che gli rispondono con il loro modo di vedere, beh, a un certo punto diventa pesante. Considerando che stiamo parlando di una commedia scolastica, non ti aspetti discorsoni da uomini consumati da ragazzini di quindici anni.
Detto questo, il mio voto è comunque la sufficienza. L'anime riesce tutto sommato a non annoiare eccessivamente. Ha il pregio di non spingere mai troppo sugli stereotipi della commedia scolastica a cui siamo abituati da altre serie. Ha inoltre il pregio di riuscire bene a caratterizzare un po' tutti i personaggi, non solo i tre protagonisti. Ci sono molti personaggi secondari che hanno un'evoluzione interessante nel corso della serie. Evoluzione nel senso che il loro ruolo viene amplificato e non fossilizzato alla semplice presentazione che ci viene fatta inizialmente.
Spero vivamente in un miglioramento nella seconda serie, almeno sul versante del lato sentimentale della storia.
L'anime quindi è una serie di puntate auto-conclusive dove i nostri protagonisti hanno lo scopo di risolvere piccoli problemi, aiutare loro compagni in varie attività, a relazionarsi, a scoprire delle cose eccetera. Ciò che preme agli autori mostrarci è il metodo con cui Hachiman Hikigaya, un tipo schivo e solitario, riesce a risolvere situazioni che sembrerebbero richiedere il sapersi relazionare col prossimo. E in ogni puntata il nostro protagonista avrà modo di poterci illuminare sulla sua filosofia di vita e del perché non sia così sbagliata come pensa la sua professoressa. Lo stesso vale per gli altri due membri del club, che cercheranno di risolvere le cose a modo loro e che dovranno sempre confrontarsi con Hikigawa.
Insomma, ma poi nascerà anche un triangolo amoroso tra questi tre, vi starete chiedendo? Quasi. Nel senso che verrà accennato, ma mai portato fino in fondo. Poi magari chissà, forse le vicende amorose verranno riprese nella seconda serie (perché sì, quest'anime ha una seconda serie).
Tirando le somme, c'è da dire che alcune puntate sono un po' noiose, ma ha dalla sua parte il fatto che sono solo tredici puntate, quindi si riesce a reggere. Diciamo che in alcune parti poteva essere meno discorsivo: se ad ogni singola puntata mi fai fare al protagonista un monologo su quanto è bella la vita da lupo solitario con gli altri personaggi che gli rispondono con il loro modo di vedere, beh, a un certo punto diventa pesante. Considerando che stiamo parlando di una commedia scolastica, non ti aspetti discorsoni da uomini consumati da ragazzini di quindici anni.
Detto questo, il mio voto è comunque la sufficienza. L'anime riesce tutto sommato a non annoiare eccessivamente. Ha il pregio di non spingere mai troppo sugli stereotipi della commedia scolastica a cui siamo abituati da altre serie. Ha inoltre il pregio di riuscire bene a caratterizzare un po' tutti i personaggi, non solo i tre protagonisti. Ci sono molti personaggi secondari che hanno un'evoluzione interessante nel corso della serie. Evoluzione nel senso che il loro ruolo viene amplificato e non fossilizzato alla semplice presentazione che ci viene fatta inizialmente.
Spero vivamente in un miglioramento nella seconda serie, almeno sul versante del lato sentimentale della storia.
Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru, abbreviato Oregairu, è una commedia scolastica che si concentra sulla mentalità del protagonista, che affronta tematiche come l'amicizia.
La trama si concentra su un ragazzo delle superiori, Hachiman Hikigaya, che non ha amici e neanche una ragazza; essendo praticamente solo a scuola, una sua insegnante decide di mandarlo nel club di volontariato, così da stare in stretto contatto con qualcuno. Per coincidenza, c'è solo una ragazza già iscritta nel club, la più carina della scuola, Yukino Yukinoshita.
La storia incomincia già bene, mettendo in risalto la mentalità di Hachiman, facendoci capire un po' quali sono i suoi pensieri e cosa odia principalmente; lo sviluppo della trama è lineare, senza alti e bassi, forse qualche puntata la tirerà per le lunghe facendo perdere un po' di interesse, ma nel complesso Oregairu sa come affrontare a viso aperto una tematica come l'amicizia. Vedremo nascere un rapporto d'amicizia poco alla volta, ma un ragazzo rigido come Hachiman la tirerà per le lunghe, analizzando ogni cosa al fine di capire se vale la pena rischiare un rapporto d'amicizia; questi eventi ci faranno conoscere meglio i personaggi principali, e in alcuni casi ci chiederemo se odiarli oppure amarli. Il finale non mi ha convinto parecchio, l'ho visto un po' troppo vuoto rispetto alle altre puntate, il che incuriosisce molto alla visione della seconda stagione.
I personaggi sono il punto forte di questa serie, davvero ben realizzati, e hanno un impatto notevole sulla trama; alcuni personaggi secondari potrebbero sembrare inutili, ma a loro modo influenzano, e non poco, le scelte e i pensieri del protagonista. Hachiman è un tipo solitario e ha una visione distorta della vita, non lega con nessuno della sua classe, perché pensa che l'amicizia sia inutile, in quanto le persone tendono a deludere; infatti, mentre alcuni suoi compagni parlano delle loro vite e si rivolgono amorevolmente al prossimo, lui nella sua testa pensa che sono tutti dei bugiardi, che dicono cose che non pensano realmente solo per apparire educati e maturi.
Veniamo dunque al comparto visivo, dove i disegni sono carini, ma i lineamenti non sono ottimi come sembrano, in alcune inquadrature non mi piacciono per nulla; per il resto però è una buona grafica. Il comparto sonoro è nella media, nulla di eccezionale.
Infine, consiglio quest'anime davvero intrigante nel suo piccolo, in grado di stimolare la visione grazie a un protagonista che ritengo uno dei migliori. L'anime si merita un 7 pieno.
La trama si concentra su un ragazzo delle superiori, Hachiman Hikigaya, che non ha amici e neanche una ragazza; essendo praticamente solo a scuola, una sua insegnante decide di mandarlo nel club di volontariato, così da stare in stretto contatto con qualcuno. Per coincidenza, c'è solo una ragazza già iscritta nel club, la più carina della scuola, Yukino Yukinoshita.
La storia incomincia già bene, mettendo in risalto la mentalità di Hachiman, facendoci capire un po' quali sono i suoi pensieri e cosa odia principalmente; lo sviluppo della trama è lineare, senza alti e bassi, forse qualche puntata la tirerà per le lunghe facendo perdere un po' di interesse, ma nel complesso Oregairu sa come affrontare a viso aperto una tematica come l'amicizia. Vedremo nascere un rapporto d'amicizia poco alla volta, ma un ragazzo rigido come Hachiman la tirerà per le lunghe, analizzando ogni cosa al fine di capire se vale la pena rischiare un rapporto d'amicizia; questi eventi ci faranno conoscere meglio i personaggi principali, e in alcuni casi ci chiederemo se odiarli oppure amarli. Il finale non mi ha convinto parecchio, l'ho visto un po' troppo vuoto rispetto alle altre puntate, il che incuriosisce molto alla visione della seconda stagione.
I personaggi sono il punto forte di questa serie, davvero ben realizzati, e hanno un impatto notevole sulla trama; alcuni personaggi secondari potrebbero sembrare inutili, ma a loro modo influenzano, e non poco, le scelte e i pensieri del protagonista. Hachiman è un tipo solitario e ha una visione distorta della vita, non lega con nessuno della sua classe, perché pensa che l'amicizia sia inutile, in quanto le persone tendono a deludere; infatti, mentre alcuni suoi compagni parlano delle loro vite e si rivolgono amorevolmente al prossimo, lui nella sua testa pensa che sono tutti dei bugiardi, che dicono cose che non pensano realmente solo per apparire educati e maturi.
Veniamo dunque al comparto visivo, dove i disegni sono carini, ma i lineamenti non sono ottimi come sembrano, in alcune inquadrature non mi piacciono per nulla; per il resto però è una buona grafica. Il comparto sonoro è nella media, nulla di eccezionale.
Infine, consiglio quest'anime davvero intrigante nel suo piccolo, in grado di stimolare la visione grazie a un protagonista che ritengo uno dei migliori. L'anime si merita un 7 pieno.
Non è di certo passato inosservato, questo anime dal titolo lunghissimo: "Yahari Ore no Seishun Love Kome wa Machigatteiru", per i fan più semplicemente "OreGairu". Nei meandri della rete sono molteplici le voci che gridano al capolavoro psicologico, nonché al perfetto ritratto del cinismo giovanile, che sfocia in un'impeccabile analisi della società attuale, coadiuvata dalla fenomenologia del gruppo, un'entità primordiale - ed eppure attuale - la quale, al fine di aumentare la sua coesione interna, stabilisce un capro espiatorio tra le varie pecore nere della classe/società: gli individui introversi, quelli dalla personalità forte e particolare, che se ne stanno chiusi in loro stessi, incapaci di comunicare al meglio. "OreGairu" è - almeno in teoria - una storia che parla di persone di questo tipo: il protagonista Hachiman è - sempre in teoria - un misantropo pessimista, asociale, interessato alla filosofia nonostante la giovane età; Yukino, una delle tante ragazze che andranno a formare l'harem del suddetto, è - di nuovo, dal punto vista prettamente teoretico - eccessivamente bella, intelligente, ricca e distaccata per poter trovare un compromesso con le ragazze nella norma che la circondano, le quali la invidiano aprioristicamente, senza essere in grado di comprendere la complessità del suo animo. A questi due personaggi ben delineati se ne aggiungono altri, in primis Yui, la classica ragazza sempliciotta di bell'aspetto che si innamora del protagonista perché è così che deve essere - altrimenti che harem sarebbe? E così via.
Ergo sono molteplici le possibilità che un'impostazione del genere può offrire ai suoi autori: nulla di originale sotto il sole - in fondo, tirando le somme, "OreGairu" non è nient'altro che uno dei tanti figliocci di "Suzumiya Haruhi no Yūutsu": il club scolastico pieno di belle ragazze in cui si passa il tempo senza far nulla; il protagonista che gioca a fare il cinico senza esserlo veramente, soltanto per darsi un tono molto cool, in modo tale da catturare, senza troppa violenza, la simpatia dell'otaku che sta dall'altra parte dello schermo; i personaggi fanservice cliché - in questo caso si parla di Chuunibyou, shota e altri patetici figuri privi di caratterizzazione, che risultano ridondanti, insensati e, soprattutto, stridenti con le tematiche impegnate di cui l'opera vorrebbe farsi carico. Ci sono anche delle riflessioni intellettualoidi - usare il termine "intellettuali" sarebbe un po' troppo pretenzioso per chi scrive -, in cui Hachiman si comporta esattamente come il suo antesignano Kyon, condividendo con lui alcuni pensieri/non-pensieri in merito alla suprema noia che si prova nel vivere - nonostante sia circondato da innumerevoli ragazze di bell'aspetto ben disposte nei suoi confronti, bel paradosso! Si parla di interminabili monologhi di stampo pseudo-esistenzialista - la tecnica del flusso di coscienza è abusata nell'animazione contemporanea - in cui a delle riflessioni interessanti tirate un po' per i capelli si aggiungono le solite ovvietà sulla misantropia, che fanno pensare a uno scimmiottamento non molto riuscito degli aforismi di Schopenauer; uno scimmiottamento il quale, nondimeno, gode di molti "pregi": fa molto figo e non impegna, non è eccessivamente difficile da comprendere e, cosa fondamentale, fa sentire più intelligente chi si identifica con Hachiman.
A parte il raccapricciante apparato ruffiano dell'opera - tipico delle commedie scolastiche del dopo-Suzumiya - la cosa che a parer mio poco convince di questo "capolavoro" urlato - un masterpiece più sulla carta che nei fatti - sono le sue buffe pretese di realismo psicologico e sociologico: "OreGairu" vorrebbe elevarsi, raccontare piccole sofferenze e incomprensioni quotidiane, fare luce sui mali della società giapponese postmoderna e sull'individualismo malato di chi vive ai suoi margini; ma fallisce clamorosamente, rivelandosi oltremodo artificioso, capzioso nel destreggiarsi tra i suoi innegabili contenuti degni d'interesse - che avrebbero meritato un maggiore approfondimento - e meri orpelli commerciali e demenziali - assai inopportuni - che s'insinuano in determinate scene ad effetto e/o situazioni piene di potenzialità, riportando dei tentati voli di rondine verso il basso, nelle viscere della Terra, in mezzo al fango mediocre in cui sguazza la maggior parte della produzione animata contemporanea. "OreGairu" è tutto fumo e niente arrosto, insomma. Eppure, fatto salvo ciò, sono innumerevoli gli slice of life nipponici che parlano delle difficoltà dei diversi lanciando un messaggio chiaro e tondo, privo degli infelici compromessi commerciali atti a ingraziarsi la solita fascia di pubblico: si pensi, giusto per fare degli esempi, ai terribili "Onani Master Kurosawa", "Watamote" e "Aku no Hana", in cui la misantropia dei rispettivi protagonisti viene descritta con un realismo feroce e grottesco, carico della sacrosanta volontà degli autori di fare veramente della satira sociale d'effetto, andando fino in fondo, senza fermarsi a metà strada per paura di non riuscire a chiudere il bilancio aziendale con dei ricavi spropositati.
Anche dal punto di vista tecnico "OreGairu" manca di polarizzazione, di personalità. A una regia banale, mediocre, del tutto inadeguata a creare scene ad effetto e virtuosismi degni di nota, si aggiunge una sceneggiatura scialba, nella quale gli statici vaniloqui del protagonista vengono coadiuvati da vicende cliché già viste in innumerevoli anime e manga precedenti. Le animazioni rientrano negli standard del genere di appartenenza; il design si rivela accettabile, talvolta armonioso ma non troppo; funzionale al tipo di pubblico a cui è destinata l'opera eppure moderatamente kawaii, sebbene non manchino all'appello pietosi travestimenti furry di alcuni personaggi fanservice (si pensi all'inutile sorella del protagonista). Detto questo, alcuni episodi risultano particolarmente riusciti grazie alla bella caratterizzazione di Yukino, l'unico personaggio dell'opera che a parer mio non si rivela eccessivamente finto e prolisso - come tutto ciò che lo circonda, del resto.
A un finale non pervenuto - esiste tuttavia una seconda stagione di "OreGairu" sulla quale il fandom nutre delle opinioni contrastanti - si aggiunge una colonna sonora priva di mordente, i cui punti di minimo sono rappresentati da delle sigle il cui cantato pare il lamento di un gatto a cui il padrone non ha elargito la corretta dose giornaliera di croccantini.
Capolavoro psicologico, quindi? Direi proprio di no; di solito la moda è cattiva consigliera, e rischia di influenzare chi troppo si fa coinvolgere dalle ciance che girano in rete. Ma non è tutto. Al di là delle eccessive illusioni di chi ha fatto della qui presente harem comedy un totem religioso da venerare ogni sera prima di andare a dormire, siamo di fronte all'ennesimo anime di bassa caratura in cui l'attuale generazione di otaku dà sfoggio della sua palese incompetenza, dimostrandosi incapace di creare un'opera di spessore, preferendo invece ricadere in quell'autocompiacimento tipico di chi non ha mai compreso veramente il mondo reale ma si atteggia come se lo avesse vissuto fino in fondo, come se lo avesse assaporato in tutte le sue contraddizioni quando in realtà era soltanto prigioniero delle sue fantasie e delle sue percezioni distorte. Insomma, lasciamo le opere serie a degli autori seri, a della gente che quando si parla di disadattati e di diversi sa dove andare a parare, in quanto conosce il mondo in cui sta vivendo. E questo è tutto.
Ergo sono molteplici le possibilità che un'impostazione del genere può offrire ai suoi autori: nulla di originale sotto il sole - in fondo, tirando le somme, "OreGairu" non è nient'altro che uno dei tanti figliocci di "Suzumiya Haruhi no Yūutsu": il club scolastico pieno di belle ragazze in cui si passa il tempo senza far nulla; il protagonista che gioca a fare il cinico senza esserlo veramente, soltanto per darsi un tono molto cool, in modo tale da catturare, senza troppa violenza, la simpatia dell'otaku che sta dall'altra parte dello schermo; i personaggi fanservice cliché - in questo caso si parla di Chuunibyou, shota e altri patetici figuri privi di caratterizzazione, che risultano ridondanti, insensati e, soprattutto, stridenti con le tematiche impegnate di cui l'opera vorrebbe farsi carico. Ci sono anche delle riflessioni intellettualoidi - usare il termine "intellettuali" sarebbe un po' troppo pretenzioso per chi scrive -, in cui Hachiman si comporta esattamente come il suo antesignano Kyon, condividendo con lui alcuni pensieri/non-pensieri in merito alla suprema noia che si prova nel vivere - nonostante sia circondato da innumerevoli ragazze di bell'aspetto ben disposte nei suoi confronti, bel paradosso! Si parla di interminabili monologhi di stampo pseudo-esistenzialista - la tecnica del flusso di coscienza è abusata nell'animazione contemporanea - in cui a delle riflessioni interessanti tirate un po' per i capelli si aggiungono le solite ovvietà sulla misantropia, che fanno pensare a uno scimmiottamento non molto riuscito degli aforismi di Schopenauer; uno scimmiottamento il quale, nondimeno, gode di molti "pregi": fa molto figo e non impegna, non è eccessivamente difficile da comprendere e, cosa fondamentale, fa sentire più intelligente chi si identifica con Hachiman.
A parte il raccapricciante apparato ruffiano dell'opera - tipico delle commedie scolastiche del dopo-Suzumiya - la cosa che a parer mio poco convince di questo "capolavoro" urlato - un masterpiece più sulla carta che nei fatti - sono le sue buffe pretese di realismo psicologico e sociologico: "OreGairu" vorrebbe elevarsi, raccontare piccole sofferenze e incomprensioni quotidiane, fare luce sui mali della società giapponese postmoderna e sull'individualismo malato di chi vive ai suoi margini; ma fallisce clamorosamente, rivelandosi oltremodo artificioso, capzioso nel destreggiarsi tra i suoi innegabili contenuti degni d'interesse - che avrebbero meritato un maggiore approfondimento - e meri orpelli commerciali e demenziali - assai inopportuni - che s'insinuano in determinate scene ad effetto e/o situazioni piene di potenzialità, riportando dei tentati voli di rondine verso il basso, nelle viscere della Terra, in mezzo al fango mediocre in cui sguazza la maggior parte della produzione animata contemporanea. "OreGairu" è tutto fumo e niente arrosto, insomma. Eppure, fatto salvo ciò, sono innumerevoli gli slice of life nipponici che parlano delle difficoltà dei diversi lanciando un messaggio chiaro e tondo, privo degli infelici compromessi commerciali atti a ingraziarsi la solita fascia di pubblico: si pensi, giusto per fare degli esempi, ai terribili "Onani Master Kurosawa", "Watamote" e "Aku no Hana", in cui la misantropia dei rispettivi protagonisti viene descritta con un realismo feroce e grottesco, carico della sacrosanta volontà degli autori di fare veramente della satira sociale d'effetto, andando fino in fondo, senza fermarsi a metà strada per paura di non riuscire a chiudere il bilancio aziendale con dei ricavi spropositati.
Anche dal punto di vista tecnico "OreGairu" manca di polarizzazione, di personalità. A una regia banale, mediocre, del tutto inadeguata a creare scene ad effetto e virtuosismi degni di nota, si aggiunge una sceneggiatura scialba, nella quale gli statici vaniloqui del protagonista vengono coadiuvati da vicende cliché già viste in innumerevoli anime e manga precedenti. Le animazioni rientrano negli standard del genere di appartenenza; il design si rivela accettabile, talvolta armonioso ma non troppo; funzionale al tipo di pubblico a cui è destinata l'opera eppure moderatamente kawaii, sebbene non manchino all'appello pietosi travestimenti furry di alcuni personaggi fanservice (si pensi all'inutile sorella del protagonista). Detto questo, alcuni episodi risultano particolarmente riusciti grazie alla bella caratterizzazione di Yukino, l'unico personaggio dell'opera che a parer mio non si rivela eccessivamente finto e prolisso - come tutto ciò che lo circonda, del resto.
A un finale non pervenuto - esiste tuttavia una seconda stagione di "OreGairu" sulla quale il fandom nutre delle opinioni contrastanti - si aggiunge una colonna sonora priva di mordente, i cui punti di minimo sono rappresentati da delle sigle il cui cantato pare il lamento di un gatto a cui il padrone non ha elargito la corretta dose giornaliera di croccantini.
Capolavoro psicologico, quindi? Direi proprio di no; di solito la moda è cattiva consigliera, e rischia di influenzare chi troppo si fa coinvolgere dalle ciance che girano in rete. Ma non è tutto. Al di là delle eccessive illusioni di chi ha fatto della qui presente harem comedy un totem religioso da venerare ogni sera prima di andare a dormire, siamo di fronte all'ennesimo anime di bassa caratura in cui l'attuale generazione di otaku dà sfoggio della sua palese incompetenza, dimostrandosi incapace di creare un'opera di spessore, preferendo invece ricadere in quell'autocompiacimento tipico di chi non ha mai compreso veramente il mondo reale ma si atteggia come se lo avesse vissuto fino in fondo, come se lo avesse assaporato in tutte le sue contraddizioni quando in realtà era soltanto prigioniero delle sue fantasie e delle sue percezioni distorte. Insomma, lasciamo le opere serie a degli autori seri, a della gente che quando si parla di disadattati e di diversi sa dove andare a parare, in quanto conosce il mondo in cui sta vivendo. E questo è tutto.
"Yahari Ore no Seishun Lovecome wa Machigatteiru" (letteralmente "La commedia romantica della mia adolescenza è sbagliata, come mi aspettavo"), che abbreviamo in "Oregairu", è un anime di tredici episodi prodotto nel 2013 dallo studio Brain's Base e basato sulla light novel omonima di Wataru Watari.
La trama vede come protagonista l'asociale e cinico liceale Hachiman Hikigaya, il quale considera le gioie della gioventù solo un'illusione e i comuni adolescenti un branco di ipocriti e bugiardi. A causa del suo carattere solitario, viene costretto suo malgrado a unirsi al Club di Volontariato, di cui fa parte la bella e invidiata da tutti Yukino Yukinoshita, e che si occupa di risolvere i problemi degli studenti della scuola. A loro si unirà anche Yui Yuigahama, una compagna di classe di Hachiman.
Tra le comuni "love comedy" tanto diffuse negli anime, "Oregairu" è qualcosa di particolare e che si distingue sicuramente. Innanzitutto quello che salta all'occhio è che le vicende descritte nella serie si avvicinano quasi del tutto alla realtà: come pochi anime hanno fatto finora (mi viene in mente solo "Watamote"), i "normali" adolescenti vengono decritti per quello che sono, ovvero ipocriti, interessati solo alle apparenze, discriminanti verso chi è diverso e che accettano solo chi è come loro. Sono davvero contenta che sia stato affrontato un tema a me molto caro, e che l'abbiano fatto in una maniera quasi impeccabile: a criticare puntualmente le ingiustizie della gioventù ci sarà il nostro protagonista Hachiman, aiutato da una sceneggiatura straordinariamente elaborata, fatta di massime originali e termini ricercati. Ad affiancare Hikki nei suoi dialoghi alquanto fuori dal comune ci sarà Yukino, ma sono più che altro i monologhi del ragazzo a stupire e affascinare.
Altro punto saliente dello sviluppo della serie, e che mi è rimasto impresso particolarmente, è il piccolo arco di due episodi del campeggio, in cui viene mostrato, giustamente, che anche la maniera in cui gira il mondo dei bambini non è molto differente da quello degli adolescenti. A questo proposito avremo una delle splendide riflessioni di Hachiman, che voleva dire, sommariamente: "Non importa l'età, la società è sempre marcia".
Per quanto riguarda i personaggi, ne ho un po' parlato in precedenza, poiché sono loro il punto forte della serie e il fulcro attorno a cui ruotano le vicende. Davvero ben caratterizzati sono i tre protagonisti: Hachiman, disilluso e cinico, in pratica un misantropo, che in poco tempo si è guadagnato la simpatia di tutti gli spettatori, diventando uno dei personaggi migliori di tutti i tempi, grazie soprattutto, come già detto, ai suoi pensieri complessi ma più che mai veritieri; Yukino, la solita ragazza che a causa della sua bellezza e superiorità è spesso bersaglio delle angherie delle compagne di scuola, a cui aggiungiamo un mentalità fuori dal normale simile a quella di Hikki. Tuttavia Yukino non è semplicemente quello che appare, il che contribuirà a rendere il personaggio ancora più interessante e affascinante. Abbiamo infine Yui, che tra i tre è quella più normale, ma che comunque non cade nel banale e risulta davvero un buon personaggio.
Tra quelli secondari, ci sono, come detto prima, i comuni liceali, di cui alcuni che si sono meritati la mia antipatia, ma proprio per questo sembrano molto realistici. Piccola pecca dell'anime sono i soliti stereotipi (il tizio affetto da chuunibyo, il ragazzo che sembra una ragazza, la simil-teppista, la fujoshi, la professoressa sui trenta single e chi più ne ha più ne metta) che contribuiscono al lato comico della serie (abbastanza riuscito), ma un pochino fuori luogo.
Passando al lato tecnico, le animazioni sono nella media, mentre il character design è la nota dolente: in molti episodi subisce dei cali, rendendo le facce un po' squadrate, cosa che si nota soprattutto nel nostro protagonista. Le sigle sono molto orecchiabili, così come le OST.
Tirando le somme, "Oregairu" è proprio quello che il titolo dice: una commedia romantica, con i caratteristici eventi come la gita estiva del club, il festival culturale e sportivo, piena anche dei soliti stereotipi, tuttavia "sbagliata", poiché questi elementi sono resi originali dai personaggi principali fuori dalla norma, facendo di "Yahari Ore no Seishun Lovecome wa Machigatteiru" una love comedy un po' speciale. 8 e mezzo.
La trama vede come protagonista l'asociale e cinico liceale Hachiman Hikigaya, il quale considera le gioie della gioventù solo un'illusione e i comuni adolescenti un branco di ipocriti e bugiardi. A causa del suo carattere solitario, viene costretto suo malgrado a unirsi al Club di Volontariato, di cui fa parte la bella e invidiata da tutti Yukino Yukinoshita, e che si occupa di risolvere i problemi degli studenti della scuola. A loro si unirà anche Yui Yuigahama, una compagna di classe di Hachiman.
Tra le comuni "love comedy" tanto diffuse negli anime, "Oregairu" è qualcosa di particolare e che si distingue sicuramente. Innanzitutto quello che salta all'occhio è che le vicende descritte nella serie si avvicinano quasi del tutto alla realtà: come pochi anime hanno fatto finora (mi viene in mente solo "Watamote"), i "normali" adolescenti vengono decritti per quello che sono, ovvero ipocriti, interessati solo alle apparenze, discriminanti verso chi è diverso e che accettano solo chi è come loro. Sono davvero contenta che sia stato affrontato un tema a me molto caro, e che l'abbiano fatto in una maniera quasi impeccabile: a criticare puntualmente le ingiustizie della gioventù ci sarà il nostro protagonista Hachiman, aiutato da una sceneggiatura straordinariamente elaborata, fatta di massime originali e termini ricercati. Ad affiancare Hikki nei suoi dialoghi alquanto fuori dal comune ci sarà Yukino, ma sono più che altro i monologhi del ragazzo a stupire e affascinare.
Altro punto saliente dello sviluppo della serie, e che mi è rimasto impresso particolarmente, è il piccolo arco di due episodi del campeggio, in cui viene mostrato, giustamente, che anche la maniera in cui gira il mondo dei bambini non è molto differente da quello degli adolescenti. A questo proposito avremo una delle splendide riflessioni di Hachiman, che voleva dire, sommariamente: "Non importa l'età, la società è sempre marcia".
Per quanto riguarda i personaggi, ne ho un po' parlato in precedenza, poiché sono loro il punto forte della serie e il fulcro attorno a cui ruotano le vicende. Davvero ben caratterizzati sono i tre protagonisti: Hachiman, disilluso e cinico, in pratica un misantropo, che in poco tempo si è guadagnato la simpatia di tutti gli spettatori, diventando uno dei personaggi migliori di tutti i tempi, grazie soprattutto, come già detto, ai suoi pensieri complessi ma più che mai veritieri; Yukino, la solita ragazza che a causa della sua bellezza e superiorità è spesso bersaglio delle angherie delle compagne di scuola, a cui aggiungiamo un mentalità fuori dal normale simile a quella di Hikki. Tuttavia Yukino non è semplicemente quello che appare, il che contribuirà a rendere il personaggio ancora più interessante e affascinante. Abbiamo infine Yui, che tra i tre è quella più normale, ma che comunque non cade nel banale e risulta davvero un buon personaggio.
Tra quelli secondari, ci sono, come detto prima, i comuni liceali, di cui alcuni che si sono meritati la mia antipatia, ma proprio per questo sembrano molto realistici. Piccola pecca dell'anime sono i soliti stereotipi (il tizio affetto da chuunibyo, il ragazzo che sembra una ragazza, la simil-teppista, la fujoshi, la professoressa sui trenta single e chi più ne ha più ne metta) che contribuiscono al lato comico della serie (abbastanza riuscito), ma un pochino fuori luogo.
Passando al lato tecnico, le animazioni sono nella media, mentre il character design è la nota dolente: in molti episodi subisce dei cali, rendendo le facce un po' squadrate, cosa che si nota soprattutto nel nostro protagonista. Le sigle sono molto orecchiabili, così come le OST.
Tirando le somme, "Oregairu" è proprio quello che il titolo dice: una commedia romantica, con i caratteristici eventi come la gita estiva del club, il festival culturale e sportivo, piena anche dei soliti stereotipi, tuttavia "sbagliata", poiché questi elementi sono resi originali dai personaggi principali fuori dalla norma, facendo di "Yahari Ore no Seishun Lovecome wa Machigatteiru" una love comedy un po' speciale. 8 e mezzo.
Difficile recensire un prodotto particolare come "Oregairu". In questo caso si sta parlando di un anime strano che vuole mescolare elementi nuovi e freschi con un'ambientazione vista e rivista fino alla nausea.
La storia ci parla di un giovane ragazzo, apparentemente misantropo, che vive la sua vita in solitudine, covando odio e risentimento per l'umanità. Quando la sua professoressa deciderà di agire per cambiarlo, lo obbligherà a iscriversi al club di volontariato, presieduto da una ragazza altezzosa e molto intelligente.
Il perno dell'anime è lo svolgersi delle attività del club composto dai due e una terza ragazza, che per tutto l'anime dimostra solo di essere la classica macchietta della fanciulla energica.
Torniamo al concetto che ho introdotto nella prima parte della recensione: i personaggi principali di questa nostra storia sono atipici: abbiamo il misantropo, che in realtà si dimostra solo un ragazzo debole che per soffrire meno si isola, Hachiman, e l'acida e pungente Yukinoshita. Questi elementi interessanti, per quanto a tratti irritanti e fin troppo scontati nel loro essere sempre rigidamente inquadrati nel loro ruolo, sono all'interno di un cast decisamente stereotipato: abbiamo il 'figo' buono e gentile, il chuunibyou, la ragazza falsa e cattiva, lo shotacon etc.
Nel corso dell'anime si riscontrano interessanti picchi (le prime puntate e un'altra nel mezzo) ed episodi noiosi prodotti apparentemente al solo scopo di farti dire a fine puntata: "Ho appena sprecato venti minuti della mia vita".
A coronare il misto tra innovativo e stereotipato è però un altro elemento: sto parlando delle tanto osannate frasi filosofiche di Hachiman. Il nostro protagonista, infatti, è un ragazzo disilluso e dalla lingua tagliente. In più occasioni il ragazzo darà sentenze su umanità e società interessanti. Interessanti per chi non ha mai avuto occasione di aprire un libro di filosofia o di leggere un libro non commercialissimo. La "filosofia di Hachiman" è semplicemente la trascrizione delle frasi filosofiche più banali e scontate, comprensibili anche a chi al posto del cervello ha la crusca.
Vi è poi un altro fatto inspiegabile. Questo anime è preso da una light novel, ma se in genere un normale prodotto di questo genere brucia tutte le migliori idee nei primi volumi, per poi trascinarsi fino alla conclusione con ripetizioni e situazioni poco coinvolgenti, in "Oregairu" è tutto l'opposto. Nella serie i personaggi non maturano, o lo fanno di poco, e le relazioni rimangono identiche, in sostanza non succede davvero nulla.
Il classico episodio/coppia di episodi si svolge seguendo questo canovaccio: al club è proposto un lavoro - i ragazzi comprendono la situazione - i ragazzi risolvono il problema (semplice) in modo scontato (e semplice) - finale riflessione di Hachiman.
Vi chiederete: "I casi sono interessanti?" Stiamo parlando di roba del genere "bisogna fare il festival culturale, mia sorella torna tardi a casa e devo fare dei biscotti". Traete le vostre conclusioni.
"Allora la risoluzione sarà particolare?" No, il tutto si risolve nel modo più naturale, non si capisce nemmeno perché qualcuno abbia dovuto dare una mano (sono onesto e almeno dico che una volta tutto è risolto in modo interessante).
"La riflessione sarà allora geniale!" No, è solo la naturale conclusione della vicenda in cui si dicono cose "interessanti" (sempre a patto di non aver mai avuto interesse per filosofia/sociologia/psicologia/letteratura).
"Allora perché dovrei guardare questo anime, se la trama è così?" Beh, grafica e animazioni sono leggermente sotto la media, ma un anime scolastico non necessita nulla più di questo. Le musiche d'altro canto sono del tutto trasparenti. Ben poco incisive anche opening ed ending, che a canzoni mediocri accompagnano filmati le cui scelte registiche lasciano ben perplessi.
Il character desing si salva ed anzi è piuttosto buono (cambiato nella seconda stagione).
Cosa si salva da questa serie? Poco, davvero poco.
I protagonisti sono personaggi interessanti, ma irritanti: Hachiman sarebbe carino se fosse onesto con sé stesso, ma ovviamente è presentato come ragazzo che in realtà è impacciato e non riesce a rivolgersi agli altri senza alzare barriere a sua difesa. Dei ragionamenti di Hachiman ho parlato fin troppo, ma ricordo che nella loro semplicità sono piacevoli.
Ci sono ben due ipotetiche coppie yaoi per cui le fan potrebbero impazzire: lo shotacon con Hachiman e il bel ragazzo di turno (che guarda caso è l'unico estraneo che prova a comprenderlo e ad essere gentile con lui). C'è chi dice che la serie prende in giro proprio questi pairing tramite le battute della yaoi fangirl, ma si approfitta fin troppo delle allusioni e, per avere solo effetto comico, sono troppo rimarcate.
Consiglio la visione di questo anime? Assolutamente no: poche volte ho sbadigliato così tanto e sono rimasto tanto perplesso dalla fulminante semplicità dei casi.
Assolutamente consigliato invece a chi deve abbassare la media delle proprie recensioni.
La storia ci parla di un giovane ragazzo, apparentemente misantropo, che vive la sua vita in solitudine, covando odio e risentimento per l'umanità. Quando la sua professoressa deciderà di agire per cambiarlo, lo obbligherà a iscriversi al club di volontariato, presieduto da una ragazza altezzosa e molto intelligente.
Il perno dell'anime è lo svolgersi delle attività del club composto dai due e una terza ragazza, che per tutto l'anime dimostra solo di essere la classica macchietta della fanciulla energica.
Torniamo al concetto che ho introdotto nella prima parte della recensione: i personaggi principali di questa nostra storia sono atipici: abbiamo il misantropo, che in realtà si dimostra solo un ragazzo debole che per soffrire meno si isola, Hachiman, e l'acida e pungente Yukinoshita. Questi elementi interessanti, per quanto a tratti irritanti e fin troppo scontati nel loro essere sempre rigidamente inquadrati nel loro ruolo, sono all'interno di un cast decisamente stereotipato: abbiamo il 'figo' buono e gentile, il chuunibyou, la ragazza falsa e cattiva, lo shotacon etc.
Nel corso dell'anime si riscontrano interessanti picchi (le prime puntate e un'altra nel mezzo) ed episodi noiosi prodotti apparentemente al solo scopo di farti dire a fine puntata: "Ho appena sprecato venti minuti della mia vita".
A coronare il misto tra innovativo e stereotipato è però un altro elemento: sto parlando delle tanto osannate frasi filosofiche di Hachiman. Il nostro protagonista, infatti, è un ragazzo disilluso e dalla lingua tagliente. In più occasioni il ragazzo darà sentenze su umanità e società interessanti. Interessanti per chi non ha mai avuto occasione di aprire un libro di filosofia o di leggere un libro non commercialissimo. La "filosofia di Hachiman" è semplicemente la trascrizione delle frasi filosofiche più banali e scontate, comprensibili anche a chi al posto del cervello ha la crusca.
Vi è poi un altro fatto inspiegabile. Questo anime è preso da una light novel, ma se in genere un normale prodotto di questo genere brucia tutte le migliori idee nei primi volumi, per poi trascinarsi fino alla conclusione con ripetizioni e situazioni poco coinvolgenti, in "Oregairu" è tutto l'opposto. Nella serie i personaggi non maturano, o lo fanno di poco, e le relazioni rimangono identiche, in sostanza non succede davvero nulla.
Il classico episodio/coppia di episodi si svolge seguendo questo canovaccio: al club è proposto un lavoro - i ragazzi comprendono la situazione - i ragazzi risolvono il problema (semplice) in modo scontato (e semplice) - finale riflessione di Hachiman.
Vi chiederete: "I casi sono interessanti?" Stiamo parlando di roba del genere "bisogna fare il festival culturale, mia sorella torna tardi a casa e devo fare dei biscotti". Traete le vostre conclusioni.
"Allora la risoluzione sarà particolare?" No, il tutto si risolve nel modo più naturale, non si capisce nemmeno perché qualcuno abbia dovuto dare una mano (sono onesto e almeno dico che una volta tutto è risolto in modo interessante).
"La riflessione sarà allora geniale!" No, è solo la naturale conclusione della vicenda in cui si dicono cose "interessanti" (sempre a patto di non aver mai avuto interesse per filosofia/sociologia/psicologia/letteratura).
"Allora perché dovrei guardare questo anime, se la trama è così?" Beh, grafica e animazioni sono leggermente sotto la media, ma un anime scolastico non necessita nulla più di questo. Le musiche d'altro canto sono del tutto trasparenti. Ben poco incisive anche opening ed ending, che a canzoni mediocri accompagnano filmati le cui scelte registiche lasciano ben perplessi.
Il character desing si salva ed anzi è piuttosto buono (cambiato nella seconda stagione).
Cosa si salva da questa serie? Poco, davvero poco.
I protagonisti sono personaggi interessanti, ma irritanti: Hachiman sarebbe carino se fosse onesto con sé stesso, ma ovviamente è presentato come ragazzo che in realtà è impacciato e non riesce a rivolgersi agli altri senza alzare barriere a sua difesa. Dei ragionamenti di Hachiman ho parlato fin troppo, ma ricordo che nella loro semplicità sono piacevoli.
Ci sono ben due ipotetiche coppie yaoi per cui le fan potrebbero impazzire: lo shotacon con Hachiman e il bel ragazzo di turno (che guarda caso è l'unico estraneo che prova a comprenderlo e ad essere gentile con lui). C'è chi dice che la serie prende in giro proprio questi pairing tramite le battute della yaoi fangirl, ma si approfitta fin troppo delle allusioni e, per avere solo effetto comico, sono troppo rimarcate.
Consiglio la visione di questo anime? Assolutamente no: poche volte ho sbadigliato così tanto e sono rimasto tanto perplesso dalla fulminante semplicità dei casi.
Assolutamente consigliato invece a chi deve abbassare la media delle proprie recensioni.
"Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru" è una serie speciale. E' speciale perché in un quadro che soddisfa in modo sfacciato tutti gli stereotipi più classici degli anime scolastici riesce a creare comunque un'alchimia unica e originale tra i suoi personaggi principali, i quali sono caratterizzati in modo veramente perfetto. Le interazioni e gli scambi dialettici tra i personaggi riescono a rendere la serie sempre interessante e stimolante, nonostante di fatto non succeda quasi nulla durante i tredici episodi della stagione.
Penso di non esagerare se affermo che il protagonista Hachiman è uno dei personaggi meglio riusciti degli anime degli ultimi anni. Disilluso dalle esperienze passate, Hachiman rifugge la compagnia e i rapporti col prossimo vedendo come essi si basino quasi sempre sulla falsità e l'apparenza. Le sue prove tecniche per isolarsi e rimanere al sicuro nel suo mondo solitario vengono però messe a dura prova quando una delle sue professoresse lo costringe ad entrare nel club di volontariato, condotto dalla perspicace quanto scostante e cinica Yukino, una sorta di "controparte" femminile di Hachiman.
Le tensioni e le interazioni tra Hachiman e Yukino sono il vero motore della narrazione. Tra loro si inserisce Yui, una ragazza molto più ingenua e solare, la cui debolezza è quella di non riuscire a comunicare e far rispettare le sue idee: come Hachiman e Yukino anche lei è, alla fine, sebbene non per sua volontà, una persona isolata. Yui si ritroverà a metà strada tra i due, fungendo a suo modo (e suo malgrado...) da tramite tra di loro.
Il triangolo che si crea funziona incredibilmente bene, nel suo equilibrio assai instabile, con quella componente sentimentale che rimane irrisolta in sottofondo. L'interazione "forzata" con Yui e Yukino spingerà Hachiman nel corso delle puntate a liberarsi almeno in parte di alcuni dei suoi "blocchi" di comunicazione, ma il nostro protagonista rimarrà sempre fedele a sé stesso, il che gli varrà spesso una reputazione da "odioso" agli occhi degli altri.
Le risate non mancheranno in questa commedia brillante e intelligente. Nei monologhi del protagonista, che sono tra i momenti migliori, c'è tutta la genialità e la schiettezza di questa serie: pungenti, taglienti, coerenti, divertenti e mai, mai banali. L'incipit dell'anime è da manuale e rende subito chiara la linea di pensiero di Hachiman: se vi piacciono i primi due minuti guardate la serie e non ve ne pentirete.
Come detto, la trama orizzontale è piuttosto statica e poco sviluppata, il che fa sì che la sottile "tensione di fondo" che si instaura tra i protagonisti non si risolva mai. Ciò potrebbe essere visto da molti come un forte limite, ma a mio parere questa lentezza di base ha l'effetto positivo di lasciare spazio alla definizione del carattere dei personaggi, della loro psicologia e dei loro rapporti. E il punto forte della serie è proprio qui, in questa interazione/schermaglia dialettica, più o meno esplicitata, tra i due "atipici" Hachiman e Yukino. Ci sarà tempo nella seconda stagione per vedere uno sviluppo più marcato della trama.
Il reparto tecnico è di buon livello e anche le musiche risultano gradevoli. Il voto per me è un otto (tendente comunque al nove): vedremo se la seconda stagione continuerà su questa buonissima strada... Assolutamente consigliato.
Penso di non esagerare se affermo che il protagonista Hachiman è uno dei personaggi meglio riusciti degli anime degli ultimi anni. Disilluso dalle esperienze passate, Hachiman rifugge la compagnia e i rapporti col prossimo vedendo come essi si basino quasi sempre sulla falsità e l'apparenza. Le sue prove tecniche per isolarsi e rimanere al sicuro nel suo mondo solitario vengono però messe a dura prova quando una delle sue professoresse lo costringe ad entrare nel club di volontariato, condotto dalla perspicace quanto scostante e cinica Yukino, una sorta di "controparte" femminile di Hachiman.
Le tensioni e le interazioni tra Hachiman e Yukino sono il vero motore della narrazione. Tra loro si inserisce Yui, una ragazza molto più ingenua e solare, la cui debolezza è quella di non riuscire a comunicare e far rispettare le sue idee: come Hachiman e Yukino anche lei è, alla fine, sebbene non per sua volontà, una persona isolata. Yui si ritroverà a metà strada tra i due, fungendo a suo modo (e suo malgrado...) da tramite tra di loro.
Il triangolo che si crea funziona incredibilmente bene, nel suo equilibrio assai instabile, con quella componente sentimentale che rimane irrisolta in sottofondo. L'interazione "forzata" con Yui e Yukino spingerà Hachiman nel corso delle puntate a liberarsi almeno in parte di alcuni dei suoi "blocchi" di comunicazione, ma il nostro protagonista rimarrà sempre fedele a sé stesso, il che gli varrà spesso una reputazione da "odioso" agli occhi degli altri.
Le risate non mancheranno in questa commedia brillante e intelligente. Nei monologhi del protagonista, che sono tra i momenti migliori, c'è tutta la genialità e la schiettezza di questa serie: pungenti, taglienti, coerenti, divertenti e mai, mai banali. L'incipit dell'anime è da manuale e rende subito chiara la linea di pensiero di Hachiman: se vi piacciono i primi due minuti guardate la serie e non ve ne pentirete.
Come detto, la trama orizzontale è piuttosto statica e poco sviluppata, il che fa sì che la sottile "tensione di fondo" che si instaura tra i protagonisti non si risolva mai. Ciò potrebbe essere visto da molti come un forte limite, ma a mio parere questa lentezza di base ha l'effetto positivo di lasciare spazio alla definizione del carattere dei personaggi, della loro psicologia e dei loro rapporti. E il punto forte della serie è proprio qui, in questa interazione/schermaglia dialettica, più o meno esplicitata, tra i due "atipici" Hachiman e Yukino. Ci sarà tempo nella seconda stagione per vedere uno sviluppo più marcato della trama.
Il reparto tecnico è di buon livello e anche le musiche risultano gradevoli. Il voto per me è un otto (tendente comunque al nove): vedremo se la seconda stagione continuerà su questa buonissima strada... Assolutamente consigliato.
Un anime che mi sono perso per strada, e sinceramente sono felicissimo di averlo visionato. La trama parla di Hachiman, un personaggio tanto strano quanto particolare, poiché attua una sorta di "keep-out" con il mondo sociale, contestualizzato in questo caso in una scuola superiore. Ciò lo rende visceralmente una persona sincera (fin troppo, dice proprio tutto quello che gli passa per la testa e questo lo ho apprezzato molto), cinica e spietata con chiunque, e le introspezioni che vengono rappresentate con i suoi tantissimi monologhi riguardano principalmente il marcio della società e le tante illusioni che la vita ci pone davanti.
Per cercare di correggere in qualche modo questa sua apatia verso i rapporti interpersonali, la sua professoressa lo obbligherà a frequentare un Club di Volontariato atto proprio ad aiutare chi ha problemi. Qui incontra Yukino, una ragazza fredda e brutale quasi quanto lui, e una sua compagna di classe, Yuhigana, che sarà il completo opposto dei due per via della sua solarità e allegria. Devo dire che il rapporto che si forma e sviluppa fra questi tre ragazzi al limite della loro adolescenza è riuscito tremendamente bene, ed è la bandiera portante che regge l'intera opera.
Sono tra i personaggi più realistici che avessi mai visto in un anime, e questa è un ottima cosa, dato che è rarissimo trovarne oggigiorno, visto che più o meno secondo il mio modesto parere sono quasi tutti stereotipati.
Ci sono poi altri comprimari, che comunque si caratterizzano piuttosto bene, donando anche momenti di ilarità e gag molto curate. L'ambientazione e la trama non mi hanno convinto tanto, dandomi troppo un sapore di "già visto", anche se i personaggi che dominano le varie scene riescono a intrattenere con dialoghi curati estremamente nel dettaglio e alla fine non ci ho badato poi più di tanto.
Il chara design mi è piaciuto tantissimo e le animazioni sono fluide e non macchinose. Il doppiaggio è veramente degno di nota, soprattutto quello di Hachiman e Yukino, che hanno saputo definire personalità davvero singolari ad entrambi.
In definitiva, direi che questa è un opera che merita, e merita tanto. Davvero una perla.
9/10 per via del romanticismo un po' sottotono.
Per cercare di correggere in qualche modo questa sua apatia verso i rapporti interpersonali, la sua professoressa lo obbligherà a frequentare un Club di Volontariato atto proprio ad aiutare chi ha problemi. Qui incontra Yukino, una ragazza fredda e brutale quasi quanto lui, e una sua compagna di classe, Yuhigana, che sarà il completo opposto dei due per via della sua solarità e allegria. Devo dire che il rapporto che si forma e sviluppa fra questi tre ragazzi al limite della loro adolescenza è riuscito tremendamente bene, ed è la bandiera portante che regge l'intera opera.
Sono tra i personaggi più realistici che avessi mai visto in un anime, e questa è un ottima cosa, dato che è rarissimo trovarne oggigiorno, visto che più o meno secondo il mio modesto parere sono quasi tutti stereotipati.
Ci sono poi altri comprimari, che comunque si caratterizzano piuttosto bene, donando anche momenti di ilarità e gag molto curate. L'ambientazione e la trama non mi hanno convinto tanto, dandomi troppo un sapore di "già visto", anche se i personaggi che dominano le varie scene riescono a intrattenere con dialoghi curati estremamente nel dettaglio e alla fine non ci ho badato poi più di tanto.
Il chara design mi è piaciuto tantissimo e le animazioni sono fluide e non macchinose. Il doppiaggio è veramente degno di nota, soprattutto quello di Hachiman e Yukino, che hanno saputo definire personalità davvero singolari ad entrambi.
In definitiva, direi che questa è un opera che merita, e merita tanto. Davvero una perla.
9/10 per via del romanticismo un po' sottotono.
"Yahari Ore no Seishun LoveCome wa Machigatte Iru" è un anime del 2013 di tredici episodi prodotto dallo studio Brain's Base. La serie è tratta dall'omonima light novel di Wataru Watari. E' prevista una seconda serie, che inizierà nell'aprile 2015.
Trama: la vicenda ruota attorno ad Hachiman Hikigaya. Sin dall'inizio si capisce come egli non sia il classico studente del liceo propinato negli scolastici. Hachiman è un antisociale, difatti odia il tessuto sociale che lo circonda, i compagni di classe riuniti in gruppetti, che reputa falsi, e la gioventù stessa. Per lui la vita adolescenziale spensierata è una bugia, e non esita a scriverlo nel compito affidatogli per casa. A causa del suo sguardo disincantato sulla realtà e dell'impossibilità nello stringere relazioni di qualsiasi tipo con i compagni, viene affidato alle "cure" della professoressa Hiratsuka, che lo costringe a far parte di uno dei classici club del doposcuola. Ed è qui che Hikigaya conosce, suo malgrado, Yukino Yukinoshita, il prototipo della ragazza perfetta... o forse no. Yukino difatti è conosciuta con il nome di "principessa di ghiaccio": è bella, atletica, intelligente, ma la sua lingua è tagliente come un rasoio e non esita mai nel dire ciò che pensa, senza curarsi nemmeno della presenza altrui. La professoressa le dà il compito di reinserire il "ribelle" Hachiman nella società che tanto disprezza. Da qui iniziano le avventure del club del volontariato, nato col compito di aiutare gli studenti in difficoltà...
Punti di forza
- I personaggi: se questa serie ha una ragione per essere vista, la si ritrova sicuramente nella caratterizzazione dei personaggi. Hachiman è forse il miglior protagonista mai visto nella storia del genere scolastico: è cinico, disilluso, il suo modo di vedere la vita e ciò che lo circonda è realista e disincantato, e lo testimoniano i monologhi e i dialoghi con Yukino (di cui parlerò dopo); Yukino dal canto suo stravolge il canone della ragazza kawaii: è schietta, naturale nella sua superiorità, sa di essere meglio delle altre ragazze e non ha alcun timore reverenziale nel mostrarlo. Anche i personaggi secondari dimostrano delle personalità e dei caratteri unici, e svolgono con pieno merito la loro funzionalità di contorno rispetto ai due protagonisti.
- I dialoghi: chiunque sia il folle che ha scritto i monologhi di Hachiman merita il mio rispetto a vita. I suoi pensieri e le sue opinioni sono dure, crudeli ma reali, e, nell'essere molto spesso, se non sempre, fedeli alla realtà, riescono a catturare lo spettatore, che rimane attonito a chiedersi come faccia il protagonista di un anime a colpire nel segno, a sparare senza alcun ritegno la sua verità ad ogni occasione. Sin dal primo monologo (il test sull'adolescenza) si capisce che in questo personaggio c'è qualcosa di speciale. Anche i dialoghi con Yukino, permeati di veleno e di freddezza, sono degni di nota. Il modo in cui due ribelli alla società interagiscono può essere solo uno: dire tutto ciò che si pensa. Le citazioni dalle considerazioni di Hachiman occupano ancora adesso spazio nella memoria del cellulare.
- L'essere scolastico: qui entra in gioco una duplice considerazione. Se da un lato il genere scolastico può essere un limite, dall'altro esso rende quest'opera una stella che brilla nel cielo monotono del genere. Le situazioni presentate sono canoniche, ma il modo in cui i personaggi le affrontano è più unico che raro. Tutti i cliché come il festival, lo sport e - perché no? - anche l'amicizia e l'amore, vengono trattati sotto una luce nuova e abbagliante.
I punti di debolezza
- L'ambientazione: devo dire che è stato molto difficile trovare una pecca a ciò che reputo un capolavoro... eppure l'ambientazione non mi ha convinto del tutto. Da un anime che si fa notare nel panorama degli scolastici avrei voluto degli scenari totalmente fuori canone, ma forse sono solo io che esagero... Detto questo, ci sono alcuni dettagli della stanza del club che mi hanno ben impressionato (occhio agli sticker!).
Voto: 10/10
"Yahari", detto anche "Oregairu", è stato un vero shock che mi ha fatto capire come a volte possa nascere qualcosa di nuovo e di straordinario dove meno te lo aspetti. Mai nella vita avrei pensato di trovare uno scolastico che riuscisse a coinvolgermi, a divertirmi e a farmi riflettere come quest'opera. Assolutamente consigliato a tutti, da chi vuole semplicemente guardare un anime di valore a chi ricerca qualcosa di nuovo, di assolutamente estraneo alla massa, di unico. Buona visione e appuntamento ad aprile 2015, quando la filosofia e il genio di un solitario torneranno a conquistarci.
"La vita non può essere vissuta due volte. Anche questo atto finirà e, ripensandoci un giorno, ne rimpiangerò la fine."
Hachiman Hikigaya, ladies and gentlemen.
Trama: la vicenda ruota attorno ad Hachiman Hikigaya. Sin dall'inizio si capisce come egli non sia il classico studente del liceo propinato negli scolastici. Hachiman è un antisociale, difatti odia il tessuto sociale che lo circonda, i compagni di classe riuniti in gruppetti, che reputa falsi, e la gioventù stessa. Per lui la vita adolescenziale spensierata è una bugia, e non esita a scriverlo nel compito affidatogli per casa. A causa del suo sguardo disincantato sulla realtà e dell'impossibilità nello stringere relazioni di qualsiasi tipo con i compagni, viene affidato alle "cure" della professoressa Hiratsuka, che lo costringe a far parte di uno dei classici club del doposcuola. Ed è qui che Hikigaya conosce, suo malgrado, Yukino Yukinoshita, il prototipo della ragazza perfetta... o forse no. Yukino difatti è conosciuta con il nome di "principessa di ghiaccio": è bella, atletica, intelligente, ma la sua lingua è tagliente come un rasoio e non esita mai nel dire ciò che pensa, senza curarsi nemmeno della presenza altrui. La professoressa le dà il compito di reinserire il "ribelle" Hachiman nella società che tanto disprezza. Da qui iniziano le avventure del club del volontariato, nato col compito di aiutare gli studenti in difficoltà...
Punti di forza
- I personaggi: se questa serie ha una ragione per essere vista, la si ritrova sicuramente nella caratterizzazione dei personaggi. Hachiman è forse il miglior protagonista mai visto nella storia del genere scolastico: è cinico, disilluso, il suo modo di vedere la vita e ciò che lo circonda è realista e disincantato, e lo testimoniano i monologhi e i dialoghi con Yukino (di cui parlerò dopo); Yukino dal canto suo stravolge il canone della ragazza kawaii: è schietta, naturale nella sua superiorità, sa di essere meglio delle altre ragazze e non ha alcun timore reverenziale nel mostrarlo. Anche i personaggi secondari dimostrano delle personalità e dei caratteri unici, e svolgono con pieno merito la loro funzionalità di contorno rispetto ai due protagonisti.
- I dialoghi: chiunque sia il folle che ha scritto i monologhi di Hachiman merita il mio rispetto a vita. I suoi pensieri e le sue opinioni sono dure, crudeli ma reali, e, nell'essere molto spesso, se non sempre, fedeli alla realtà, riescono a catturare lo spettatore, che rimane attonito a chiedersi come faccia il protagonista di un anime a colpire nel segno, a sparare senza alcun ritegno la sua verità ad ogni occasione. Sin dal primo monologo (il test sull'adolescenza) si capisce che in questo personaggio c'è qualcosa di speciale. Anche i dialoghi con Yukino, permeati di veleno e di freddezza, sono degni di nota. Il modo in cui due ribelli alla società interagiscono può essere solo uno: dire tutto ciò che si pensa. Le citazioni dalle considerazioni di Hachiman occupano ancora adesso spazio nella memoria del cellulare.
- L'essere scolastico: qui entra in gioco una duplice considerazione. Se da un lato il genere scolastico può essere un limite, dall'altro esso rende quest'opera una stella che brilla nel cielo monotono del genere. Le situazioni presentate sono canoniche, ma il modo in cui i personaggi le affrontano è più unico che raro. Tutti i cliché come il festival, lo sport e - perché no? - anche l'amicizia e l'amore, vengono trattati sotto una luce nuova e abbagliante.
I punti di debolezza
- L'ambientazione: devo dire che è stato molto difficile trovare una pecca a ciò che reputo un capolavoro... eppure l'ambientazione non mi ha convinto del tutto. Da un anime che si fa notare nel panorama degli scolastici avrei voluto degli scenari totalmente fuori canone, ma forse sono solo io che esagero... Detto questo, ci sono alcuni dettagli della stanza del club che mi hanno ben impressionato (occhio agli sticker!).
Voto: 10/10
"Yahari", detto anche "Oregairu", è stato un vero shock che mi ha fatto capire come a volte possa nascere qualcosa di nuovo e di straordinario dove meno te lo aspetti. Mai nella vita avrei pensato di trovare uno scolastico che riuscisse a coinvolgermi, a divertirmi e a farmi riflettere come quest'opera. Assolutamente consigliato a tutti, da chi vuole semplicemente guardare un anime di valore a chi ricerca qualcosa di nuovo, di assolutamente estraneo alla massa, di unico. Buona visione e appuntamento ad aprile 2015, quando la filosofia e il genio di un solitario torneranno a conquistarci.
"La vita non può essere vissuta due volte. Anche questo atto finirà e, ripensandoci un giorno, ne rimpiangerò la fine."
Hachiman Hikigaya, ladies and gentlemen.
"Yahari Ore no Seishun Lovecome wa Machigatteiru" è un anime di tredici episodi tratto dall'omonima light novel, tuttora in corso in Giappone. Questa serie è stata una delle più grandi sorprese che mi siano capitate di visionare sinora: come la maggior parte delle opere tratte da light novel, mi sarei aspettato di trovarmi di fronte a una sorta di commedia scolastica/amorosa, che, seppur divertente, mi avrebbe dato quella sensazione di visto e rivisto; invece "Oregairu" è risultata essere una vera rivelazione per quanto riguarda la profondità dei temi e delle riflessioni trattate, che mi hanno colpito sin dalla prima puntata.
La trama è abbastanza semplice: Hachiman Hikigaya è uno studente liceale che ama da sempre starsene per conto suo e quindi si ritrova solo e senza amici; dopo aver letto un suo compito in classe ed esserne rimasta scioccata, la professoressa lo obbligherà a unirsi al club di volontariato, dove l'unico membro è Yukino Yukinoshita, la ragazza più bella della scuola. A loro si aggiungerà presto Yui, una ragazza normale che non ha grandi problemi, se non quello di farsi trascinare dagli altri, avendo paura di esprimere la propria opinione in pubblico.
L'intera storia si basa sull'analisi di diverse situazioni che i personaggi si ritroveranno ad affrontare, e il più delle volte verranno approfonditi diversi aspetti legati alla società e al modo di interagire con essa. Fin qui niente di straordinario, perché il vero punto forte di quest'anime sono i personaggi. I tre protagonisti sono estremamente caratterizzati e originali, e questo si nota facilmente sin dalla prima puntata.
Hikki è un individuo solitario, escluso e non considerato da nessuno dei suoi compagni, ma al contrario di come si potrebbe pensare lui è molto fiero di questa sua posizione, e nel corso delle puntate saprà mostrarcene tutti i lati positivi. Anche se sincero e altruista, non è il solito buonista, classico protagonista di questo tipo di produzioni, anzi, man mano che la storia prosegue, si rivela essere una persona razionale, che vede la vita e le cose per come sono, e non ha paura di dire la verità anche se crudele. I suoi ragionamenti e le sue considerazioni, portate avanti dal primo episodio, sono sensazionali, divertenti e profonde allo stesso tempo; ci permettono di guardare il tutto da una prospettiva anomala e spingono alla riflessione in modo incredibile. Probabilmente è uno dei personaggi meglio riusciti di sempre sotto l'aspetto dell'originalità e della caratterizzazione.
Anche Yukino da parte sua si dimostra essere un personaggio con i fiocchi: la sua bellezza è proprio ciò che l'ha portata ad essere una solitaria, in quanto invidiata da tutte le altre ragazze sin da quando era bambina; come se non bastasse, a metterla in ombra vi è anche l'altrettanto bella sorella maggiore, riconosciuta da tutti come un gradino sopra. Anche se molti sono ancora i misteri relativi alla vita e all'infanzia di questo personaggio, si capisce nel corso degli episodi la grande difficoltà nel socializzare e nell'esprimere i propri sentimenti alle altre persone.
Yui è quello che fra tutti potremmo definire il personaggio più normale fra i tre; essa rappresenta quello che credo essere uno dei più grandi problemi soprattutto nell'età adolescenziale, ovvero l'incapacità di esprimersi e di fare valere la propria opinione, affidandosi e lasciandosi influenzare in modo significativo dal giudizio altrui.
Dal punto di vista tecnico è stato svolto un ottimo lavoro per quanto riguarda il disegno dei personaggi, le ambientazioni e i colori utilizzati, l'ottima regia e anche un comparto sonoro di primo livello, con tanto di OST accattivante e coinvolgente.
Il finale di queste tredici puntate non porta a nulla, in quanto la light novel è ancora in prosecuzione, e questo fa sperare in una o più future stagioni, che si spera mantengano i livelli della prima. In conclusione mi sento di consigliare vivamente questa serie a tutti, saprà intrattenervi e farvi ragionare senza risultare minimamente pesante.
La trama è abbastanza semplice: Hachiman Hikigaya è uno studente liceale che ama da sempre starsene per conto suo e quindi si ritrova solo e senza amici; dopo aver letto un suo compito in classe ed esserne rimasta scioccata, la professoressa lo obbligherà a unirsi al club di volontariato, dove l'unico membro è Yukino Yukinoshita, la ragazza più bella della scuola. A loro si aggiungerà presto Yui, una ragazza normale che non ha grandi problemi, se non quello di farsi trascinare dagli altri, avendo paura di esprimere la propria opinione in pubblico.
L'intera storia si basa sull'analisi di diverse situazioni che i personaggi si ritroveranno ad affrontare, e il più delle volte verranno approfonditi diversi aspetti legati alla società e al modo di interagire con essa. Fin qui niente di straordinario, perché il vero punto forte di quest'anime sono i personaggi. I tre protagonisti sono estremamente caratterizzati e originali, e questo si nota facilmente sin dalla prima puntata.
Hikki è un individuo solitario, escluso e non considerato da nessuno dei suoi compagni, ma al contrario di come si potrebbe pensare lui è molto fiero di questa sua posizione, e nel corso delle puntate saprà mostrarcene tutti i lati positivi. Anche se sincero e altruista, non è il solito buonista, classico protagonista di questo tipo di produzioni, anzi, man mano che la storia prosegue, si rivela essere una persona razionale, che vede la vita e le cose per come sono, e non ha paura di dire la verità anche se crudele. I suoi ragionamenti e le sue considerazioni, portate avanti dal primo episodio, sono sensazionali, divertenti e profonde allo stesso tempo; ci permettono di guardare il tutto da una prospettiva anomala e spingono alla riflessione in modo incredibile. Probabilmente è uno dei personaggi meglio riusciti di sempre sotto l'aspetto dell'originalità e della caratterizzazione.
Anche Yukino da parte sua si dimostra essere un personaggio con i fiocchi: la sua bellezza è proprio ciò che l'ha portata ad essere una solitaria, in quanto invidiata da tutte le altre ragazze sin da quando era bambina; come se non bastasse, a metterla in ombra vi è anche l'altrettanto bella sorella maggiore, riconosciuta da tutti come un gradino sopra. Anche se molti sono ancora i misteri relativi alla vita e all'infanzia di questo personaggio, si capisce nel corso degli episodi la grande difficoltà nel socializzare e nell'esprimere i propri sentimenti alle altre persone.
Yui è quello che fra tutti potremmo definire il personaggio più normale fra i tre; essa rappresenta quello che credo essere uno dei più grandi problemi soprattutto nell'età adolescenziale, ovvero l'incapacità di esprimersi e di fare valere la propria opinione, affidandosi e lasciandosi influenzare in modo significativo dal giudizio altrui.
Dal punto di vista tecnico è stato svolto un ottimo lavoro per quanto riguarda il disegno dei personaggi, le ambientazioni e i colori utilizzati, l'ottima regia e anche un comparto sonoro di primo livello, con tanto di OST accattivante e coinvolgente.
Il finale di queste tredici puntate non porta a nulla, in quanto la light novel è ancora in prosecuzione, e questo fa sperare in una o più future stagioni, che si spera mantengano i livelli della prima. In conclusione mi sento di consigliare vivamente questa serie a tutti, saprà intrattenervi e farvi ragionare senza risultare minimamente pesante.
"Yahari ore no Seishun Love kome wa Machigatteiru" è un anime del 2013 tratto da una serie di light novel scritta da Wataru Watari. Racconta la storia di Hachiman Hikgaya, un liceale cinico e asociale che viene costretto a unirsi al club di volontariato della sua scuola, gestito da Yukino Yukinoshita, anch'essa cinica e solitaria.
L'anime in questione appartiene al genere scolastico, ma si eleva al di sopra della massa degli anime di questo genere; non grazie al suo contesto, ai suoi disegni, o alle sue OST, ma grazie ai suoi personaggi originali e particolari. Ciò che risulta interessante in questo anime sono i dialoghi tra Hachiman e Yukinoshita, e i monologhi del protagonista stesso, che spingono lo spettatore a riflettere su argomenti quali la solitudine, la falsità della maggior parte dei ragazzi che si fingono buoni e altruisti, ma che in realtà pensano solo a sé stessi, l'emarginazione e le sue cause. In questi dialoghi emerge sempre il lato cinico dei personaggi, non si fanno problemi a dire le cose in faccia alle persone, per quanto possano essere spiacevoli, ed è proprio questo che rende molte scene in cui vengono coinvolti personaggi (anche banali) piacevoli e interessanti.
Ho parlato solo degli aspetti positivi di questo anime, e viene da chiedersi il motivo di un voto che non sia superiore a 8. Semplice, l'anime non si merita più di questo perché il contesto rimane banale a causa del resto dei personaggi, che sono gli stereotipi tipici del genere scolastico; solamente Hachiman e Yukinoshita si distinguono riuscendo a fare salire il livello dell'anime, e a non renderlo un mediocre anime scolastico. Nonostante l'anime abbia questa pecca, rimane molto interessante e piacevole da guardare. Se siete in cerca di un anime scolastico che si distingua dagli altri, e che abbia dei personaggi originali, "Yahari ore no Seishun Love kome wa Machigatteiru" fa al caso vostro.
L'anime in questione appartiene al genere scolastico, ma si eleva al di sopra della massa degli anime di questo genere; non grazie al suo contesto, ai suoi disegni, o alle sue OST, ma grazie ai suoi personaggi originali e particolari. Ciò che risulta interessante in questo anime sono i dialoghi tra Hachiman e Yukinoshita, e i monologhi del protagonista stesso, che spingono lo spettatore a riflettere su argomenti quali la solitudine, la falsità della maggior parte dei ragazzi che si fingono buoni e altruisti, ma che in realtà pensano solo a sé stessi, l'emarginazione e le sue cause. In questi dialoghi emerge sempre il lato cinico dei personaggi, non si fanno problemi a dire le cose in faccia alle persone, per quanto possano essere spiacevoli, ed è proprio questo che rende molte scene in cui vengono coinvolti personaggi (anche banali) piacevoli e interessanti.
Ho parlato solo degli aspetti positivi di questo anime, e viene da chiedersi il motivo di un voto che non sia superiore a 8. Semplice, l'anime non si merita più di questo perché il contesto rimane banale a causa del resto dei personaggi, che sono gli stereotipi tipici del genere scolastico; solamente Hachiman e Yukinoshita si distinguono riuscendo a fare salire il livello dell'anime, e a non renderlo un mediocre anime scolastico. Nonostante l'anime abbia questa pecca, rimane molto interessante e piacevole da guardare. Se siete in cerca di un anime scolastico che si distingua dagli altri, e che abbia dei personaggi originali, "Yahari ore no Seishun Love kome wa Machigatteiru" fa al caso vostro.
"Yahari Ore no Seishun Rabukome wa Machigatte Iru" è una serie di tredici episodi, diretta da Ai Yoshimura e prodotto dalla Brain Base ("Mawaru Penguindrum"), trasposizione delle light novel scritte da Wataru Watari, e splendidamente illustrate da Ponkon8.
L'opera tenta di distinguersi nel panorama dell'animazione, e lo fa inserendo in un chara design tutto sommato ordinario - seppur lievemente spigoloso - una "normale" storia d'ambientazione scolastica gestita in maniera inusuale. Lo spettatore viene guidato dentro i monologhi dell'adolescente Hachiman, cinico e solitario individuo che proporrà sin dall'inizio interessanti riflessioni sull'amicizia e sull'interazione sociale tra esseri umani, spesso stupendo per l'acume e la precisione nel descrivere le situazioni. Dalla perenne condizione di solitudine sgorgano fuori le perle acide del protagonista, e la percezione della sua realtà è talmente distorta da risultare comica. In piena coerenza con ogni cinico, Hachiman vuole prendere le distanze dalla mediocrità quotidiana e dalla vita superficiale costruita e adottata come modello dal resto della gente, considerate come gigantesche illusioni.
Questo si manifesta nei dialoghi che ci introducono alla seconda figura della vicenda, Yukino Yukinoshita, il membro principale del Club dei Volontari. Yukino superficialmente può sembrare la tipica ragazza più bella della scuola e con ottimi voti, ma dimostra presto di avere una profondità psicologica ben definita. Schiettezza, contro-battute e una sorta di antipatia naturale verso il protagonista la rendono il personaggio con più potere intellettuale dell'intero anime.
A loro si accoda Yuigahama, che, se fossimo in presenza di un anime normale, corrisponderebbe alla solita ragazza un po' svampita alla quale la recente animazione ci ha abituato. Come per gli altri personaggi l'aspetto psicologico vuole andare oltre, e a una ricerca di identità e di un comportamento adatto da applicare alle situazioni normali si aggiungono osservazione, confronto e ammirazione verso i due compagni. Il personaggio funge da completamento, ribadendo concetti meno evidenti e analizzando spesso le conseguenze delle loro affermazioni. Come fa notare in una delle prime puntate, Hachiman e Yukino non hanno assolutamente paura di quello che dicono e non si preoccupano di ferire le persone con le loro elucubrazioni.
Nel corso di questi episodi si pone grande attenzione alle regole non verbali e al rapporto con gli altri in ogni piccola sfaccettatura. Qualsiasi parola ha la sua importanza, indipendentemente dal contesto in cui viene espressa. In ogni puntata ci si può confrontare e mettere in discussione il modo di vivere comune; sotto questo aspetto "OreGairu" si rivela decisamente brillante.
I difetti, meglio definibili come punti che non ho gradito, non sono moltissimi, però hanno un loro peso. Quest'anime ha un ritmo lento e non succede assolutamente nulla, o meglio, c'è la presenza di una sottotrama, ma è molto evanescente e non è il fulcro come ci si sarebbe aspettati. Non avrei certamente voluto superpoteri o combattimenti sanguinosi, ma un minimo di trama sostanziosa che potesse evidenziare in maniera più netta la progressiva crescita dei protagonisti sì, perché se non si è completamente coinvolti si rischia di cadere agevolmente nella trappola della noia.
I dialoghi, pur evidenziando le piccolezze quotidiane a cui non si fa caso - soprattutto dal punto di vista comportamentale - avrebbero goduto di maggior interesse se inseriti in un contesto più accattivante.
Alcuni personaggi non mi hanno convinto molto. E anche se potrebbe sembrare non mi riferisco al trap - visto che almeno lui ha un senso - ma al tizio con la 'chuunibyou', completamente inutile e irritante, destinato a rovinarmi la visione con la semplice presenza.
La OST è abbastanza innocua, eccezion fatta per la bella opening a cura di Nagi Yanagi e le musiche adottate negli episodi finali. Le animazioni sono abbastanza al risparmio, ma la regia in momenti particolari sa essere efficace, gestendo bene effetti e colori.
In conclusione, non è un in nessun modo un brutto anime, data soprattutto la psicologia sopra la media, ma per tutta una serie di piccoli difetti non può considerarsi un capolavoro. Se cercate qualcosa di insolito, con dei monologhi/dialoghi intelligenti e siete disposti a mettere in secondo piano la trama, ve ne consiglio la visione.
Il voto corretto, da interpretare esclusivamente come indice di gradimento e non come validità dell'opera, è 7/8.
L'opera tenta di distinguersi nel panorama dell'animazione, e lo fa inserendo in un chara design tutto sommato ordinario - seppur lievemente spigoloso - una "normale" storia d'ambientazione scolastica gestita in maniera inusuale. Lo spettatore viene guidato dentro i monologhi dell'adolescente Hachiman, cinico e solitario individuo che proporrà sin dall'inizio interessanti riflessioni sull'amicizia e sull'interazione sociale tra esseri umani, spesso stupendo per l'acume e la precisione nel descrivere le situazioni. Dalla perenne condizione di solitudine sgorgano fuori le perle acide del protagonista, e la percezione della sua realtà è talmente distorta da risultare comica. In piena coerenza con ogni cinico, Hachiman vuole prendere le distanze dalla mediocrità quotidiana e dalla vita superficiale costruita e adottata come modello dal resto della gente, considerate come gigantesche illusioni.
Questo si manifesta nei dialoghi che ci introducono alla seconda figura della vicenda, Yukino Yukinoshita, il membro principale del Club dei Volontari. Yukino superficialmente può sembrare la tipica ragazza più bella della scuola e con ottimi voti, ma dimostra presto di avere una profondità psicologica ben definita. Schiettezza, contro-battute e una sorta di antipatia naturale verso il protagonista la rendono il personaggio con più potere intellettuale dell'intero anime.
A loro si accoda Yuigahama, che, se fossimo in presenza di un anime normale, corrisponderebbe alla solita ragazza un po' svampita alla quale la recente animazione ci ha abituato. Come per gli altri personaggi l'aspetto psicologico vuole andare oltre, e a una ricerca di identità e di un comportamento adatto da applicare alle situazioni normali si aggiungono osservazione, confronto e ammirazione verso i due compagni. Il personaggio funge da completamento, ribadendo concetti meno evidenti e analizzando spesso le conseguenze delle loro affermazioni. Come fa notare in una delle prime puntate, Hachiman e Yukino non hanno assolutamente paura di quello che dicono e non si preoccupano di ferire le persone con le loro elucubrazioni.
Nel corso di questi episodi si pone grande attenzione alle regole non verbali e al rapporto con gli altri in ogni piccola sfaccettatura. Qualsiasi parola ha la sua importanza, indipendentemente dal contesto in cui viene espressa. In ogni puntata ci si può confrontare e mettere in discussione il modo di vivere comune; sotto questo aspetto "OreGairu" si rivela decisamente brillante.
I difetti, meglio definibili come punti che non ho gradito, non sono moltissimi, però hanno un loro peso. Quest'anime ha un ritmo lento e non succede assolutamente nulla, o meglio, c'è la presenza di una sottotrama, ma è molto evanescente e non è il fulcro come ci si sarebbe aspettati. Non avrei certamente voluto superpoteri o combattimenti sanguinosi, ma un minimo di trama sostanziosa che potesse evidenziare in maniera più netta la progressiva crescita dei protagonisti sì, perché se non si è completamente coinvolti si rischia di cadere agevolmente nella trappola della noia.
I dialoghi, pur evidenziando le piccolezze quotidiane a cui non si fa caso - soprattutto dal punto di vista comportamentale - avrebbero goduto di maggior interesse se inseriti in un contesto più accattivante.
Alcuni personaggi non mi hanno convinto molto. E anche se potrebbe sembrare non mi riferisco al trap - visto che almeno lui ha un senso - ma al tizio con la 'chuunibyou', completamente inutile e irritante, destinato a rovinarmi la visione con la semplice presenza.
La OST è abbastanza innocua, eccezion fatta per la bella opening a cura di Nagi Yanagi e le musiche adottate negli episodi finali. Le animazioni sono abbastanza al risparmio, ma la regia in momenti particolari sa essere efficace, gestendo bene effetti e colori.
In conclusione, non è un in nessun modo un brutto anime, data soprattutto la psicologia sopra la media, ma per tutta una serie di piccoli difetti non può considerarsi un capolavoro. Se cercate qualcosa di insolito, con dei monologhi/dialoghi intelligenti e siete disposti a mettere in secondo piano la trama, ve ne consiglio la visione.
Il voto corretto, da interpretare esclusivamente come indice di gradimento e non come validità dell'opera, è 7/8.
Una commedia romantica scolastica con i classici scenari, ovvero un club, la prova di coraggio nella foresta, il festival con i fuochi d'artificio, il festival scolastico e quello sportivo - se ci fosse stato anche San Valentino, la vigilia di Natale e Capodanno, e magari il Tanabata, avremmo fatto l'amplein -, oltre alla classica protagonista tsundere, quella che non riesce a dichiarare i propri sentimenti un po' tonta, e la professoressa formosa e zitella.
Allora perché quel tanto fantomatico 10, se gli elementi sono quelli dei più classici anime scolastici sentimentali degli ultimi tempi? La risposta non potrebbe essere più semplice, perché la storia gira tutta intorno ad Hachiman Hikigaya, probabilmente uno dei personaggi meglio caratterizzati che si possano trovare in un anime; infatti non ci troveremo di fronte al classico eroe che tutti amano e osannano, che fa sempre la cosa giusta nel modo giusto, ma al contrario un personaggio antisociale che è consapevole del marcio e della menzogna della società, che non viene isolato, ma che si isola, consapevole della falsità delle persone che lo circondano.
Ma può un solo personaggio sollevare una serie dal mare di mediocrità che affligge questo genere? La risposta è sì, se è vero che qualunque altro personaggio non è altro che uno stereotipo (compreso il protagonista, che, a causa del suo sguardo, richiama alla mente "Toradora!", ma la somiglianza si ferma solo a questo), richiamando alla mente (anche per citazioni volute) serie come "Oreimo", "Haganai", "Oreshura", "Chuunibyou" o addirittura "Haruhi Suzumiya" per parte dello stile narrativo; la logica contorta del protagonista non può che innalzare a sua volta la mediocrità di tutti gli altri personaggi che fanno da contorno.
Ovviamente "Oregairu" è anche molto di più, è uno studio psicologico delle dinamiche di gruppo che usa come suo vessillo quello che si chiama "capro espiatorio", o, detto in maniera più comune, "nemico comune", colui che viene odiato dal gruppo e contro il quale tutti si coalizzano, rafforzando di conseguenza i suoi legami interni.
Concludendo, è una serie che va sicuramente vista, includendo al suo interno elementi di vario genere, anche se solo la lettura dei temi scritti da Hikigaya con la sua logica contorta, ma allo stesso tempo più reale di quanto possa sembrare, giustificherebbero la visione dell'intera serie.
Allora perché quel tanto fantomatico 10, se gli elementi sono quelli dei più classici anime scolastici sentimentali degli ultimi tempi? La risposta non potrebbe essere più semplice, perché la storia gira tutta intorno ad Hachiman Hikigaya, probabilmente uno dei personaggi meglio caratterizzati che si possano trovare in un anime; infatti non ci troveremo di fronte al classico eroe che tutti amano e osannano, che fa sempre la cosa giusta nel modo giusto, ma al contrario un personaggio antisociale che è consapevole del marcio e della menzogna della società, che non viene isolato, ma che si isola, consapevole della falsità delle persone che lo circondano.
Ma può un solo personaggio sollevare una serie dal mare di mediocrità che affligge questo genere? La risposta è sì, se è vero che qualunque altro personaggio non è altro che uno stereotipo (compreso il protagonista, che, a causa del suo sguardo, richiama alla mente "Toradora!", ma la somiglianza si ferma solo a questo), richiamando alla mente (anche per citazioni volute) serie come "Oreimo", "Haganai", "Oreshura", "Chuunibyou" o addirittura "Haruhi Suzumiya" per parte dello stile narrativo; la logica contorta del protagonista non può che innalzare a sua volta la mediocrità di tutti gli altri personaggi che fanno da contorno.
Ovviamente "Oregairu" è anche molto di più, è uno studio psicologico delle dinamiche di gruppo che usa come suo vessillo quello che si chiama "capro espiatorio", o, detto in maniera più comune, "nemico comune", colui che viene odiato dal gruppo e contro il quale tutti si coalizzano, rafforzando di conseguenza i suoi legami interni.
Concludendo, è una serie che va sicuramente vista, includendo al suo interno elementi di vario genere, anche se solo la lettura dei temi scritti da Hikigaya con la sua logica contorta, ma allo stesso tempo più reale di quanto possa sembrare, giustificherebbero la visione dell'intera serie.
Nel mondo dell'animazione odierna siamo sempre più spesso circondati da cliché e dall'onnipresente fanservice. Le trame sono quasi sempre le stesse e i personaggi piatti. Questo molto spesso ci fa adorare, in modo quasi fanatico, le serie "diverse" dallo standard. Purtroppo non basta essere "diversi dalla massa" per essere i migliori, e questo anime ne è un chiaro esempio.
"Yahari Ore no Seishun Rabu Kome wa Machigatteiru" è un anime tratto da una light novel del 2011 ancora in corso, da cui è stato tratto anche un videogioco e un manga. Narra le vicende di Hikigaya Hachiman, studente delle superiori con una vera visione cinica del mondo - e dico vera perché molto spesso in questi anime si abusa di quella definizione -, molto asociale e, mi sento obbligato a dirlo, di grande intelligenza. Seguendo il tema "commedia romantica", il suo insegnante lo costringe a entrare nel club di volontariato, dove, di nuovo, avremo qualcosa di diverso dal solito, una protagonista molto simile a lui. Si parla di Yukinoshita Yukino, la ragazza più bella, più intelligente e più odiata dell'intera scuola. Dopo poco facciamo la conoscenza della terza protagonista, Yuigahama Yui, la classica ragazza liceale gentile e allegra. Purtroppo, come spesso accade agli anime con una buona idea di partenza, la trama si perde completamente in uno scorrere di episodi che, a due a due, sono autoconclusivi e non aggiungono quasi nulla alla caratterizzazione dei nostri personaggi.
Insomma, la genialità delle gag e dei monologhi interiori del nostro Hikigaya, che spesso mi hanno fatto pensare a una parodia di anime investigativi o psicologici, non basta a tenere in piedi la serie, nonostante sia aiutata dalla presenza quasi rassicurante di Yui e dalle battute sarcastiche di Yukino.
Ai meriti di questo anime aggiungo delle animazioni e un character design veramente ben fatti, e un doppiaggio che calza a pennello. Purtroppo, quando questa serie si ritrova in bilico tra il sette e l'otto, non riesce a scalare l'ultimo gradino e si ritrova il 7.
Visto che la light novel è ancora in corso, spero in una seconda stagione in cui i tempi siano gestiti meglio e dove ci sia un'evoluzione nei rapporti dei personaggi.
"Yahari Ore no Seishun Rabu Kome wa Machigatteiru" è un anime tratto da una light novel del 2011 ancora in corso, da cui è stato tratto anche un videogioco e un manga. Narra le vicende di Hikigaya Hachiman, studente delle superiori con una vera visione cinica del mondo - e dico vera perché molto spesso in questi anime si abusa di quella definizione -, molto asociale e, mi sento obbligato a dirlo, di grande intelligenza. Seguendo il tema "commedia romantica", il suo insegnante lo costringe a entrare nel club di volontariato, dove, di nuovo, avremo qualcosa di diverso dal solito, una protagonista molto simile a lui. Si parla di Yukinoshita Yukino, la ragazza più bella, più intelligente e più odiata dell'intera scuola. Dopo poco facciamo la conoscenza della terza protagonista, Yuigahama Yui, la classica ragazza liceale gentile e allegra. Purtroppo, come spesso accade agli anime con una buona idea di partenza, la trama si perde completamente in uno scorrere di episodi che, a due a due, sono autoconclusivi e non aggiungono quasi nulla alla caratterizzazione dei nostri personaggi.
Insomma, la genialità delle gag e dei monologhi interiori del nostro Hikigaya, che spesso mi hanno fatto pensare a una parodia di anime investigativi o psicologici, non basta a tenere in piedi la serie, nonostante sia aiutata dalla presenza quasi rassicurante di Yui e dalle battute sarcastiche di Yukino.
Ai meriti di questo anime aggiungo delle animazioni e un character design veramente ben fatti, e un doppiaggio che calza a pennello. Purtroppo, quando questa serie si ritrova in bilico tra il sette e l'otto, non riesce a scalare l'ultimo gradino e si ritrova il 7.
Visto che la light novel è ancora in corso, spero in una seconda stagione in cui i tempi siano gestiti meglio e dove ci sia un'evoluzione nei rapporti dei personaggi.
Comincio col dire che scrivo questa recensione "a caldo". Ho infatti appena finito di vedere la tredicesima e ultima puntata della serie, e devo dire di essere piacevolmente impressionato. Andando punto per punto:
Grafica e design
Niente da dire, il disegno, i colori, le animazioni di questo anime sono impeccabili. Mancano, è vero, momenti particolarmente dinamici, non essendovi combattimenti. Per fare un'osservazione sul colore, una volta tanto i capelli dei personaggi sono tutti di un colore naturale, eccezion fatta per Saika Totsuka (chioma argentea, ma è la tipologia del personaggio a richiedere una qualche eccezione). Vero è che negli ultimi tempi la qualità di animazioni e definizione delle immagini è sempre più alta, ma davvero si hanno tante occasioni di andare in deliquio per le bellezze di questo anime.
Personaggi
Il punto forte di questa serie. Trattandosi di una commedia scolastica a sfondo sentimentale, ci si potrebbe giustamente aspettare il classico protagonista privo di volontà, sbatacchiato tra i desideri di rampanti fanciulle in cui pudore e spudoratezza si alternano in maniera inverosimile. Ed ecco che "Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru." ci sorprende!
Non solo nel disegno il protagonista Hachiman Hikigaya si distingue (esteriormente si presenta come un Rin di "Ao no exorcist" con l'espressione facciale di Ryuji di "Toradora!"), ma anche nella personalità. In primo luogo ne ha una, ma non solo, è anche un personaggio ben sviluppato, interessante e coerente. Non sono da meno le due co-protagoniste Yui Yuigahama e, soprattutto, Yukino Yukinoshita, dotate di caratteri diversi, complementari e piuttosto ben costruiti. Il trio si avvale poi della presenza di altri comprimari, tutti piuttosto divertenti e ben amalgamati. Yushiteru Zaimokusa ci ricorda alla perfezione Hirano ("Highschool of the Dead") e la professoressa Shizuka Hiratsuka, sulla trentina e single, è un must di qualsiasi scolastico.
Trama
Scarna, nel senso che non assistiamo a eventi di portata apocalittica; "Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru." si distingue comunque anche sotto questo aspetto. In primis, per un'ammirevole moderazione nell'uso del fan service, tant'è che ci capita di vedere le nostre co-protagoniste in costume una sola volta, senza peraltro troppo indugiare su dettagli scabrosi. Gli eventi classici di ogni anime di questo genere non mancano (abbiamo il festival scolastico, il festival di atletica, il festival esterno alla scuola con i fuochi d'artificio, la settimana di campeggio durante le vacanze estive), tuttavia sono ben sviluppati e in alcuni casi davvero originali. La conclusione lascia aperta la possibilità di una seconda serie.
Ultime osservazioni
Non c'è che dire, questo anime mi ha davvero lasciato un sapore piacevole in bocca. Qualcosa di diverso dal solito nella costruzione dei rapporti e nello sviluppo dei personaggi. Ho attribuito un 8, ma potrebbe essere serenamente anche un 8.5, se si considera il genere sotto cui ricade questa produzione. È previsto per questo autunno la realizzazione di un OAV, speriamo si tratti di una continuazione della storia dal punto a cui è arrivata.
Il mio consiglio è: guardatelo, guardatelo, guardatelo!
Grafica e design
Niente da dire, il disegno, i colori, le animazioni di questo anime sono impeccabili. Mancano, è vero, momenti particolarmente dinamici, non essendovi combattimenti. Per fare un'osservazione sul colore, una volta tanto i capelli dei personaggi sono tutti di un colore naturale, eccezion fatta per Saika Totsuka (chioma argentea, ma è la tipologia del personaggio a richiedere una qualche eccezione). Vero è che negli ultimi tempi la qualità di animazioni e definizione delle immagini è sempre più alta, ma davvero si hanno tante occasioni di andare in deliquio per le bellezze di questo anime.
Personaggi
Il punto forte di questa serie. Trattandosi di una commedia scolastica a sfondo sentimentale, ci si potrebbe giustamente aspettare il classico protagonista privo di volontà, sbatacchiato tra i desideri di rampanti fanciulle in cui pudore e spudoratezza si alternano in maniera inverosimile. Ed ecco che "Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru." ci sorprende!
Non solo nel disegno il protagonista Hachiman Hikigaya si distingue (esteriormente si presenta come un Rin di "Ao no exorcist" con l'espressione facciale di Ryuji di "Toradora!"), ma anche nella personalità. In primo luogo ne ha una, ma non solo, è anche un personaggio ben sviluppato, interessante e coerente. Non sono da meno le due co-protagoniste Yui Yuigahama e, soprattutto, Yukino Yukinoshita, dotate di caratteri diversi, complementari e piuttosto ben costruiti. Il trio si avvale poi della presenza di altri comprimari, tutti piuttosto divertenti e ben amalgamati. Yushiteru Zaimokusa ci ricorda alla perfezione Hirano ("Highschool of the Dead") e la professoressa Shizuka Hiratsuka, sulla trentina e single, è un must di qualsiasi scolastico.
Trama
Scarna, nel senso che non assistiamo a eventi di portata apocalittica; "Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru." si distingue comunque anche sotto questo aspetto. In primis, per un'ammirevole moderazione nell'uso del fan service, tant'è che ci capita di vedere le nostre co-protagoniste in costume una sola volta, senza peraltro troppo indugiare su dettagli scabrosi. Gli eventi classici di ogni anime di questo genere non mancano (abbiamo il festival scolastico, il festival di atletica, il festival esterno alla scuola con i fuochi d'artificio, la settimana di campeggio durante le vacanze estive), tuttavia sono ben sviluppati e in alcuni casi davvero originali. La conclusione lascia aperta la possibilità di una seconda serie.
Ultime osservazioni
Non c'è che dire, questo anime mi ha davvero lasciato un sapore piacevole in bocca. Qualcosa di diverso dal solito nella costruzione dei rapporti e nello sviluppo dei personaggi. Ho attribuito un 8, ma potrebbe essere serenamente anche un 8.5, se si considera il genere sotto cui ricade questa produzione. È previsto per questo autunno la realizzazione di un OAV, speriamo si tratti di una continuazione della storia dal punto a cui è arrivata.
Il mio consiglio è: guardatelo, guardatelo, guardatelo!
Su questo anime sono costretto ad andare controcorrente, poiché, lo dico senza mezzi termini, e pur riconoscendo i meriti che esso presenta, non mi è piaciuto.
Nel motivare questo mio giudizio, e il voto a esso collegato, inizio citando invece quello che è l'aspetto più riuscito di questo prodotto: la caratterizzazione psicologica dei personaggi. La serie ci presenta infatti un ricchissimo campionario di varia umanità, tra cui spicca, senz'ombra di dubbio, Hikigaya, personaggio dal carisma geniale, dal cinismo infinito e da una spiccata antisocialità. Dall'alto della sua posizione di persona che osserva il mondo circostante senza intervenire o partecipare, non mancherà di sottolineare con sagacia, ironia e cinismo, le persone e gli eventi che gli ruoteranno intorno, suscitando spesso e volentieri, divertimento e risa nello spettatore. Intorno a lui ci sono, come dicevo, una selva di soggetti nettamente diversificati tra loro, anche odiosi come pochi (Yukino, una delle protagoniste, l'avrei letteralmente strangolata in quasi tutti gli episodi), ma comunque sempre tratteggiati in modo approfondito e distintivo, dando l'impressione di essere davvero tra le aule di una scuola superiore nipponica.
Qui però, per me, finiscono i meriti di questo prodotto, che troppo spesso mi ha dato l'impressione nei suoi tredici episodi di confidare sui "colpi" del suo fuoriclasse, Hikigaya. Ma per quanto capaci, le sole spalle del protagonista, non possono reggere il peso di tutto l'impianto di un anime, e alla fine, la serie non dà mai l'impressione di decollare.
A rafforzare questa sgradevole sensazione concorre la trama stessa, che, di fatto, è molto effimera. Assistiamo infatti ai vari eventi della vita scolastica dei protagonisti, eventi che non sembrano essere legati tra loro per condurci verso uno scopo, o verso un vero e proprio finale (e in effetti il finale della serie non è un finale), ma danno l'impressione di essere soltanto un mero pretesto per consentire a Hikigaya di dilettarci con le sue riflessioni. Troppo poco...
Non riesce a migliorare l'impressione generale nemmeno il comparto grafico, che più di una realizzazione onesta non riesce a offrire. Anzi, lo stesso chara design non è neanche un granché, visto che tra personaggi sgradevolmente spigolosi (Hikigaya tra tutti) e quelli femminili che tendono ad assomigliarsi in modo deprimente, non è che si rimanga mai piacevolmente stupiti, anzi.
In linea con il contesto, anche l'OST accompagna in modo piuttosto anonimo e assolutamente senza acuti, lo svolgimento del canovaccio. Un po' meglio sul fronte delle sigle, che sono molto carine, in particolare la opening, molto dolce, che ho trovato davvero gradevole.
In conclusione, ci troviamo davanti a un prodotto che non riesce a emergere, nonostante ci sia un vero fuoriclasse tra i suoi ranghi, e abbia una caratterizzazione dei personaggi che raramente vediamo in una serie TV. Forse con una trama più incalzante, o comunque semplicemente finalizzata a uno scopo finale, la riuscita di questo anime sarebbe stata migliore.
Nel motivare questo mio giudizio, e il voto a esso collegato, inizio citando invece quello che è l'aspetto più riuscito di questo prodotto: la caratterizzazione psicologica dei personaggi. La serie ci presenta infatti un ricchissimo campionario di varia umanità, tra cui spicca, senz'ombra di dubbio, Hikigaya, personaggio dal carisma geniale, dal cinismo infinito e da una spiccata antisocialità. Dall'alto della sua posizione di persona che osserva il mondo circostante senza intervenire o partecipare, non mancherà di sottolineare con sagacia, ironia e cinismo, le persone e gli eventi che gli ruoteranno intorno, suscitando spesso e volentieri, divertimento e risa nello spettatore. Intorno a lui ci sono, come dicevo, una selva di soggetti nettamente diversificati tra loro, anche odiosi come pochi (Yukino, una delle protagoniste, l'avrei letteralmente strangolata in quasi tutti gli episodi), ma comunque sempre tratteggiati in modo approfondito e distintivo, dando l'impressione di essere davvero tra le aule di una scuola superiore nipponica.
Qui però, per me, finiscono i meriti di questo prodotto, che troppo spesso mi ha dato l'impressione nei suoi tredici episodi di confidare sui "colpi" del suo fuoriclasse, Hikigaya. Ma per quanto capaci, le sole spalle del protagonista, non possono reggere il peso di tutto l'impianto di un anime, e alla fine, la serie non dà mai l'impressione di decollare.
A rafforzare questa sgradevole sensazione concorre la trama stessa, che, di fatto, è molto effimera. Assistiamo infatti ai vari eventi della vita scolastica dei protagonisti, eventi che non sembrano essere legati tra loro per condurci verso uno scopo, o verso un vero e proprio finale (e in effetti il finale della serie non è un finale), ma danno l'impressione di essere soltanto un mero pretesto per consentire a Hikigaya di dilettarci con le sue riflessioni. Troppo poco...
Non riesce a migliorare l'impressione generale nemmeno il comparto grafico, che più di una realizzazione onesta non riesce a offrire. Anzi, lo stesso chara design non è neanche un granché, visto che tra personaggi sgradevolmente spigolosi (Hikigaya tra tutti) e quelli femminili che tendono ad assomigliarsi in modo deprimente, non è che si rimanga mai piacevolmente stupiti, anzi.
In linea con il contesto, anche l'OST accompagna in modo piuttosto anonimo e assolutamente senza acuti, lo svolgimento del canovaccio. Un po' meglio sul fronte delle sigle, che sono molto carine, in particolare la opening, molto dolce, che ho trovato davvero gradevole.
In conclusione, ci troviamo davanti a un prodotto che non riesce a emergere, nonostante ci sia un vero fuoriclasse tra i suoi ranghi, e abbia una caratterizzazione dei personaggi che raramente vediamo in una serie TV. Forse con una trama più incalzante, o comunque semplicemente finalizzata a uno scopo finale, la riuscita di questo anime sarebbe stata migliore.
"Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru" rappresenta una delle più piacevoli rivelazioni tra gli anime in uscita nell'anno 2013: ad uno sguardo superficiale sembra un titolo con poche pretese, simile a centinaia di altri anime di tipo scolastico di cui ripropone i tradizionali schemi comici e narrativi. Dopo il primo episodio ho pensato a un clone senza "superpoteri" di "Medaka Box": la cassetta dei suggerimenti qui non c'è; c'è, però, il club dei volontari, che, anche se i membri non portano l'acqua al cavallo ma il cavallo all'acqua, svolge comunque il compito di aiutare chiunque ne abbia bisogno. Yukinoshita, la presidentessa di questo club, all'apparenza sembra, inoltre, una Medaka rediviva con lo stesso fare da perfettina.
Questo anime, però, si dimostra poi essere qualcosa di molto diverso e, a suo modo, di assolutamente originale. Questa originalità, come il lettore attento avrà intuito, non va ricercata nella trama, piuttosto ordinaria, ma nella caratterizzazione dei personaggi, assolutamente superba.
Hikigaya è un ragazzo emarginato da tutti: i compagni di scuola lo ignorano, non ha amici e, men che mai, una ragazza. Questo particolare status, però, non è per lui fonte di sofferenza, ma una condizione ricercata e conservata attentamente: le delusioni sofferte in passato nei suoi tentativi di socializzare hanno reso Hikigaya una persona cinica e amante della solitudine. Preoccupata per questa sua particolare attitudine, una sua insegnante lo costringe a entrare nel club dei volontari; qui conosce Yukinoshita, ragazza che, a sua volta, rifugge le amicizie anche se per motivi opposti rispetto a quelli del ragazzo: il troppo successo raccolto la esponeva all'invidia delle compagne, che non si esimevano dal vendicarsi ripetutamente.
Il punto di maggior forza di questo anime sono i dialoghi tra Hikigaya e Yukinoshita, che si compongono in un continuo batti e ribatti di battute al vetriolo che a volte inducono lo spettatore al ragionamento, ma, molto più spesso, al riso più sfrenato.
"Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru" è anche uno spietato confronto tra due opposte caratteristiche sociali: quella della popolarità e quella dell'emarginazione. Accanto al sincero cinismo dei membri del club, troviamo tutta una serie di personaggi convenzionalisti e buonisti che godono dell'accettazione sociale ma che nascondono una certa falsità.
Non posso infine non notare un vago accento critico verso serie dello stesso tipo: frasi come "chi lavora è un fallito" o "guardando la mia sorellina in biancheria intima, l'unica cosa che mi viene in mente è 100% cotone" non possono che trasmettere un velato dissenso verso quei sentimenti propagandistici del tipo "solo il duro lavoro e l'impegno rendono l'uomo felice" e verso quelle forme di voyeurismo familiare che conosciamo benissimo.
In definitiva, un ottimo anime, che credo possa piacere a tutti. Personalmente resto in attesa di una seconda serie, quantomeno per avere la possibilità di rileggere una nuova composizione scritta di Hikigaya: quelle presenti in questa serie mi hanno divertito in un modo indescrivibile.
Questo anime, però, si dimostra poi essere qualcosa di molto diverso e, a suo modo, di assolutamente originale. Questa originalità, come il lettore attento avrà intuito, non va ricercata nella trama, piuttosto ordinaria, ma nella caratterizzazione dei personaggi, assolutamente superba.
Hikigaya è un ragazzo emarginato da tutti: i compagni di scuola lo ignorano, non ha amici e, men che mai, una ragazza. Questo particolare status, però, non è per lui fonte di sofferenza, ma una condizione ricercata e conservata attentamente: le delusioni sofferte in passato nei suoi tentativi di socializzare hanno reso Hikigaya una persona cinica e amante della solitudine. Preoccupata per questa sua particolare attitudine, una sua insegnante lo costringe a entrare nel club dei volontari; qui conosce Yukinoshita, ragazza che, a sua volta, rifugge le amicizie anche se per motivi opposti rispetto a quelli del ragazzo: il troppo successo raccolto la esponeva all'invidia delle compagne, che non si esimevano dal vendicarsi ripetutamente.
Il punto di maggior forza di questo anime sono i dialoghi tra Hikigaya e Yukinoshita, che si compongono in un continuo batti e ribatti di battute al vetriolo che a volte inducono lo spettatore al ragionamento, ma, molto più spesso, al riso più sfrenato.
"Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru" è anche uno spietato confronto tra due opposte caratteristiche sociali: quella della popolarità e quella dell'emarginazione. Accanto al sincero cinismo dei membri del club, troviamo tutta una serie di personaggi convenzionalisti e buonisti che godono dell'accettazione sociale ma che nascondono una certa falsità.
Non posso infine non notare un vago accento critico verso serie dello stesso tipo: frasi come "chi lavora è un fallito" o "guardando la mia sorellina in biancheria intima, l'unica cosa che mi viene in mente è 100% cotone" non possono che trasmettere un velato dissenso verso quei sentimenti propagandistici del tipo "solo il duro lavoro e l'impegno rendono l'uomo felice" e verso quelle forme di voyeurismo familiare che conosciamo benissimo.
In definitiva, un ottimo anime, che credo possa piacere a tutti. Personalmente resto in attesa di una seconda serie, quantomeno per avere la possibilità di rileggere una nuova composizione scritta di Hikigaya: quelle presenti in questa serie mi hanno divertito in un modo indescrivibile.
"Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru." a una prima occhiata può risultare il classico anime scolastico che ci viene propinato a ogni stagione. Ma non cadiamo in questo gravissimo errore. Questa volta i pregiudizi sono cattivi consiglieri, perché, se decidessimo di non guardare la serie per il genere che è straabusato, ci perderemmo un grande intrattenimento degno di nota e, soprattutto, capace di dare una ventata di originalità al mondo degli anime. Come vedremo in questa recensione, però, non riesce in nessun modo ad arrivare all'eccellenza, perché ottimi personaggi, come quelli proposti, stanno "stretti" a un anime del genere, e questo lo si percepisce per l'intera riproduzione degli episodi. La sensazione è come quando si assaggia qualcosa e sembra che manca un ingrediente, quel tocco in più che porterebbe ad amare alla follia ciò che ti viene proposto.
La storia narra di un ragazzo, Hachiman Hikigaya, un misantropo a tutti gli effetti, che infatti non ha amici né rapporti, e neanche vuole averli. Un tipo solitario che reputa tutti dei bugiardi e dei falsi. Poiché tra i suoi sogni per il futuro rientra anche quello di non lavorare, una professoressa decide di farlo entrare nel club di volontariato per fargli cambiare idea e per formarlo al meglio. Qui incontra Yukino Yukinoshita, un altro bel tipetto che avrà un caratterino non tanto semplice, vista la sua spontaneità. Da questo momento comincerà la strana storia di questo anime, che in realtà sarà al 100% paragonabile ad uno scolastico.
Allora ci si potrebbe chiedere cosa conferisce a questo prodotto l'originalità a inizio recensione citata. Fondamentalmente, i personaggi. A livello di storia infatti abbiamo tutti i cliché tipici di una commedia scolastica: si passerà dalle semplici questioni interne, alle classi, al Festival. Però il character è molto particolare: il nostro protagonista lo posso inserire tra i personaggi più interessanti che abbia visto negli ultimi due-tre anni. Alla stregua di grandi nomi come Mutta di "Uchu Kyodai" o di altri dell'ultimo periodo - attenzione a non confondere le parole: non li paragono per il loro comportamento, ma per la loro capacità di intrigarmi. Il nostro personaggio è proprio un cinico e ostenta ciò in ogni occasione che gli capita sotto mano. Vede la vita a modo suo e la riesce a esprimere in modo chiaro, e questo permette di appassionare lo spettatore.
Nonostante certe volte vengano i brividi per le affermazioni di Hikigaya, è un anime abbastanza divertente che in ogni occasione riesce a strappare un sorriso. C'è da dire che alcune scelte mi hanno deluso un po', come l'inserire dei personaggi affetti dalla sindrome delle medie o l'inserire un personaggio impacciato o l'avere la classica yaoista. Proprio per questo dicevo all'inizio che i personaggi di questo prodotto "stanno stretti" dentro questa serie.
A livello tecnico non ho quasi nulla da dire. Una semplice regia è seguita da animazioni fluide e semplici. Il disegno però non riesce a mantenersi sempre a ottimi livelli e certe volte cade nella trappola dei poligono - facce abbastanza squadrate. Da elogiare le poche ma buone OST e la opening davvero molto orecchiabile.
Un anime davvero discreto, adatto per passare una serata e per godere di qualcosa non molto usuale.
La storia narra di un ragazzo, Hachiman Hikigaya, un misantropo a tutti gli effetti, che infatti non ha amici né rapporti, e neanche vuole averli. Un tipo solitario che reputa tutti dei bugiardi e dei falsi. Poiché tra i suoi sogni per il futuro rientra anche quello di non lavorare, una professoressa decide di farlo entrare nel club di volontariato per fargli cambiare idea e per formarlo al meglio. Qui incontra Yukino Yukinoshita, un altro bel tipetto che avrà un caratterino non tanto semplice, vista la sua spontaneità. Da questo momento comincerà la strana storia di questo anime, che in realtà sarà al 100% paragonabile ad uno scolastico.
Allora ci si potrebbe chiedere cosa conferisce a questo prodotto l'originalità a inizio recensione citata. Fondamentalmente, i personaggi. A livello di storia infatti abbiamo tutti i cliché tipici di una commedia scolastica: si passerà dalle semplici questioni interne, alle classi, al Festival. Però il character è molto particolare: il nostro protagonista lo posso inserire tra i personaggi più interessanti che abbia visto negli ultimi due-tre anni. Alla stregua di grandi nomi come Mutta di "Uchu Kyodai" o di altri dell'ultimo periodo - attenzione a non confondere le parole: non li paragono per il loro comportamento, ma per la loro capacità di intrigarmi. Il nostro personaggio è proprio un cinico e ostenta ciò in ogni occasione che gli capita sotto mano. Vede la vita a modo suo e la riesce a esprimere in modo chiaro, e questo permette di appassionare lo spettatore.
Nonostante certe volte vengano i brividi per le affermazioni di Hikigaya, è un anime abbastanza divertente che in ogni occasione riesce a strappare un sorriso. C'è da dire che alcune scelte mi hanno deluso un po', come l'inserire dei personaggi affetti dalla sindrome delle medie o l'inserire un personaggio impacciato o l'avere la classica yaoista. Proprio per questo dicevo all'inizio che i personaggi di questo prodotto "stanno stretti" dentro questa serie.
A livello tecnico non ho quasi nulla da dire. Una semplice regia è seguita da animazioni fluide e semplici. Il disegno però non riesce a mantenersi sempre a ottimi livelli e certe volte cade nella trappola dei poligono - facce abbastanza squadrate. Da elogiare le poche ma buone OST e la opening davvero molto orecchiabile.
Un anime davvero discreto, adatto per passare una serata e per godere di qualcosa non molto usuale.
La stagione primaverile 2013 sarà ricordata per una mole spropositata di ottime serie, più alcuni titoli ormai divenuti piuttosto famosi, come "L'attacco dei giganti", "Valvrave the Liberator" e "Suisei no Gargantia"; tuttavia, la vera forza di questa stagione risiede nelle serie meno appariscenti, ma così ben congegnate che non possono essere trascurate. Tra queste, un ruolo di primo piano è spettato a "Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru.", un vero e proprio gioiellino d'animazione che ha saputo dimostrare la sua grande solidità di trama e un umorismo irresistibile.
"Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru." è un anime della stagione primaverile 2013, composto da tredici episodi. L'opera è derivata dall'omonima light novel del 2011, la quale ha dato origine a tre manga nel 2012. Nell'autunno 2013 è previsto un OAV.
Trama: Hachiman Hikigaya è uno studente liceale tendente alla misantropia. Egli, disilluso dal mondo, dalla realtà e dalle (false) relazioni col prossimo, ha compreso che nella vita occorre un profilo basso e ha acquisito le "tecniche da solitario" per risultare meno appariscente possibile, in modo tale da evitare fastidi ed essere coinvolto in potenziali seccature. Sfortunatamente per lui, la sua professoressa lo costringerà a prendere parte a un fantomatico club di volontariato, ove troverà altre due persone con problemi simili ai suoi, l'intelligente ma intrattabile Yukino Yukinoshita e Yui Yuigahama, una ragazza che, nonostante la sua natura allegra ed estroversa, si sente esclusa dai "fighi della classe", a causa del fatto che ha paura di dire ciò che realmente pensa. Riusciranno i nostri eroi a cavare il ragno dal buco e a risolvere i loro problemi d'interazione?
Grafica: il comparto grafico è ineccepibile, dimostrando che "Yahari" è un degno figlio del 2013. Le ambientazioni sono ben realizzate e discretamente variegate, non manca la cura per il dettaglio. Le animazioni sono sì semplici (data la natura della serie), ma sanno essere fluide. Il character design ha subito una cospicua cosmesi rispetto alla novel e al manga.
Sonoro: nulla da eccepire riguardo al comparto sonoro. L'opening è piacevole e delicata, l'ending è più dinamica e allegrotta. Le OST sono ottime, gli effetti sonori sono spesso geniali. Ottimo lavoro anche per ciò che concerne il doppiaggio.
Personaggi: saper realizzare dei personaggi migliori di questi è cosa assai ardua. La loro caratterizzazione raggiunge livelli elevatissimi, tanto che spesso è possibile apprezzare a livello di parodia le tipiche "reazioni da gruppo" di fighetti, con le tipiche frasi che si dicono di solito per non essere estromessi dal gruppo. Il tutto con uno stile sagace e brillante. L'interazione è massimizzata, l'introspezione è portata a livelli incredibilmente alti ed è presente una buona dose di evoluzione caratteriale sia individuale che collettiva. Da notare la struttura geniale di molti nomi dei personaggi, i quali mostrano una cospicua similarità coi loro cognomi.
Sceneggiatura: un lavoro encomiabile su tutti i fronti. Ottima la gestione temporale, che procede fluida e lineare fino alla fine. Di tanto in tanto s'intravedono flashback a dir poco geniali per umorismo e contenuto. Il ritmo prosegue rapido fino alla fine. È presente un modesto quantitativo di violenza, il fanservice è ridotto ai minimi termini. I dialoghi (e soprattutto i monologhi) sono la vera punta di diamante della serie.
Finale: dal momento che è previsto almeno un OAV, il finale non è risolutivo ai fini dell'intera trama, tuttavia è conclusivo come arco narrativo. Come conclusione di tale arco è possibile apprezzare il grande umorismo, che, prepotente, impera su tutta la puntata, così come sono ottimi i costumi parodia di Saber Lily.
In sintesi, "La mia commedia romantica adolescenziale è andata a farsi benedire come previsto" è senz'alcun dubbio un capolavoro, scevro da ogni possibile difetto. Oltre a essere tremendamente divertente e ben congegnata, riesce a sorprendere per la sua grande genialità. Trovare dei protagonisti fuori dagli schemi, dotati di un cinico realismo, una spietatezza nel ragionamento, una visione della vita fondamentalmente pessimista e disillusa, non è cosa di tutti giorni, soprattutto se loro malgrado sono "costretti da forze maggiori" a dover interagire per "integrarsi" nella società. Data la natura dell'opera, mi sento di poterla consigliare a chiunque.
"Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru." è un anime della stagione primaverile 2013, composto da tredici episodi. L'opera è derivata dall'omonima light novel del 2011, la quale ha dato origine a tre manga nel 2012. Nell'autunno 2013 è previsto un OAV.
Trama: Hachiman Hikigaya è uno studente liceale tendente alla misantropia. Egli, disilluso dal mondo, dalla realtà e dalle (false) relazioni col prossimo, ha compreso che nella vita occorre un profilo basso e ha acquisito le "tecniche da solitario" per risultare meno appariscente possibile, in modo tale da evitare fastidi ed essere coinvolto in potenziali seccature. Sfortunatamente per lui, la sua professoressa lo costringerà a prendere parte a un fantomatico club di volontariato, ove troverà altre due persone con problemi simili ai suoi, l'intelligente ma intrattabile Yukino Yukinoshita e Yui Yuigahama, una ragazza che, nonostante la sua natura allegra ed estroversa, si sente esclusa dai "fighi della classe", a causa del fatto che ha paura di dire ciò che realmente pensa. Riusciranno i nostri eroi a cavare il ragno dal buco e a risolvere i loro problemi d'interazione?
Grafica: il comparto grafico è ineccepibile, dimostrando che "Yahari" è un degno figlio del 2013. Le ambientazioni sono ben realizzate e discretamente variegate, non manca la cura per il dettaglio. Le animazioni sono sì semplici (data la natura della serie), ma sanno essere fluide. Il character design ha subito una cospicua cosmesi rispetto alla novel e al manga.
Sonoro: nulla da eccepire riguardo al comparto sonoro. L'opening è piacevole e delicata, l'ending è più dinamica e allegrotta. Le OST sono ottime, gli effetti sonori sono spesso geniali. Ottimo lavoro anche per ciò che concerne il doppiaggio.
Personaggi: saper realizzare dei personaggi migliori di questi è cosa assai ardua. La loro caratterizzazione raggiunge livelli elevatissimi, tanto che spesso è possibile apprezzare a livello di parodia le tipiche "reazioni da gruppo" di fighetti, con le tipiche frasi che si dicono di solito per non essere estromessi dal gruppo. Il tutto con uno stile sagace e brillante. L'interazione è massimizzata, l'introspezione è portata a livelli incredibilmente alti ed è presente una buona dose di evoluzione caratteriale sia individuale che collettiva. Da notare la struttura geniale di molti nomi dei personaggi, i quali mostrano una cospicua similarità coi loro cognomi.
Sceneggiatura: un lavoro encomiabile su tutti i fronti. Ottima la gestione temporale, che procede fluida e lineare fino alla fine. Di tanto in tanto s'intravedono flashback a dir poco geniali per umorismo e contenuto. Il ritmo prosegue rapido fino alla fine. È presente un modesto quantitativo di violenza, il fanservice è ridotto ai minimi termini. I dialoghi (e soprattutto i monologhi) sono la vera punta di diamante della serie.
Finale: dal momento che è previsto almeno un OAV, il finale non è risolutivo ai fini dell'intera trama, tuttavia è conclusivo come arco narrativo. Come conclusione di tale arco è possibile apprezzare il grande umorismo, che, prepotente, impera su tutta la puntata, così come sono ottimi i costumi parodia di Saber Lily.
In sintesi, "La mia commedia romantica adolescenziale è andata a farsi benedire come previsto" è senz'alcun dubbio un capolavoro, scevro da ogni possibile difetto. Oltre a essere tremendamente divertente e ben congegnata, riesce a sorprendere per la sua grande genialità. Trovare dei protagonisti fuori dagli schemi, dotati di un cinico realismo, una spietatezza nel ragionamento, una visione della vita fondamentalmente pessimista e disillusa, non è cosa di tutti giorni, soprattutto se loro malgrado sono "costretti da forze maggiori" a dover interagire per "integrarsi" nella società. Data la natura dell'opera, mi sento di poterla consigliare a chiunque.
Yahari Ore no Seishun Love Come wa Machigatteiru (d'ora in poi abbreviato in Oregairu) riprende le tematiche già affrontate da Boku wa Tomodachi ga Sukunai (o Haganai), ovvero la tematica dell'amicizia e di tutti i suoi affluenti, quali i problemi sociali. Nulla da eccepire, che se l'idea in Haganai era buona, qua è ottima, in quanto nella prima serie citata le tematiche serie diventano senza senso perché oscurate da vari cliché e spirito demenziale. Invece questa serie riprende queste tematiche eccellentemente e rimane sempre in un clima serio, seppur condito da una buona commedia e da eccellenti personaggi, che, oltre a essere magnifici come il protagonista, possono essere davvero originali e divertenti, facendo quasi da parodia ai vari cliché presenti in queste serie di genere scolastico.
Oregairu è una serie della stagione primaverile del 2013, tratta da una serie di light novel giapponesi scritte da Wataru Watari e illustrate da Ponkan8, adattate ad anime dallo studio d'animazione giapponese Brain's Base.
Come ho già scritto nell'introduzione, i punti forti della serie sono le tematiche che affronta, condite da una buona, anzi ottima, commedia, e i personaggi, tra cui spicca il protagonista, Hikigaya Hachiman. Il protagonista si può definire come l'essere perfetto, il messia che tutti cercano, forse troppo perfetto per un mondo come il nostro, dove regna l'imperfezione e tanti altri difetti, e dove si finisce nel torto e nell'immondizia. Un essere talmente perfetto che non ha bisogno di socializzare per essere felice, anzi, restare isolato lo rende ancora più perfetto. Per un essere che accentra su di sé tutti i peccati di questo mondo è alquanto comprensibile che riesca a comprendere tutti questi peccati, che riguardano i problemi sociali come l'isolamento, meravigliando tutti gli spettatori con fantastiche citazioni, sempre veritiere, che riescono a coinvolgere anche il più sociale tra le persone di questo Universo. Si parla degli amici degli amici, dell'isolamento, dei falsi amici, dello sfruttare gli altri. Qui si parla di tutto, cari amici, e il protagonista è assolutamente un grande; non avevo mai visto un protagonista tanto eccelso in un genere di anime che trova come protagonisti sempre una marea di idioti complessati e stereotipati. Hachiman ha rivoluzionato il mio modo di pensare verso queste serie di genere scolastico, dove tutto è un cliché, nulla è originale: il club dove il protagonista non si vuole iscrivere ma poi verrà costretto, la competizione tra club, una mangiata tutti insieme, un campeggio nel bosco, personaggi rivali tra di loro e infine ovviamente un festival scolastico, con tanto di organizzazione sportiva. No, qui tutto ha un senso; in ogni puntata troviamo varie citazioni e nuovi problemi sociali da risolvere, e tutto è reso più divertente. Gli altri personaggi ovviamente fanno un ottimo lavoro (anche se abbastanza oscurati dal protagonista): troviamo il solito trap, l'influenzato di Chuunibyou, la ragazza stupida, la fujioshi pervertita, una simpatica quanto giovane professoressa e la ragazza scortese e bruta, ma docile e carina, Yukino, anche lei magnifica, che si avvicina molto al nostro protagonista per i suoi modi di pensare, seppur amata e circondata da un buon numero di compagni. Poi troviamo ovviamente loro, i 'gran fighi' della situazione, coloro che sono amati e circondati da tutti, ma non sono altro che quelli che causano questi "peccati", peccatori senza una via d'uscita.
Per il resto, animazioni discrete, stile dei personaggi davvero particolare e che ho apprezzato, OST buone, così come l'opening e l'ending. Una serie davvero meritevole, una delle migliori di questa stagione primaverile. La consiglio a tutti.
Oregairu è una serie della stagione primaverile del 2013, tratta da una serie di light novel giapponesi scritte da Wataru Watari e illustrate da Ponkan8, adattate ad anime dallo studio d'animazione giapponese Brain's Base.
Come ho già scritto nell'introduzione, i punti forti della serie sono le tematiche che affronta, condite da una buona, anzi ottima, commedia, e i personaggi, tra cui spicca il protagonista, Hikigaya Hachiman. Il protagonista si può definire come l'essere perfetto, il messia che tutti cercano, forse troppo perfetto per un mondo come il nostro, dove regna l'imperfezione e tanti altri difetti, e dove si finisce nel torto e nell'immondizia. Un essere talmente perfetto che non ha bisogno di socializzare per essere felice, anzi, restare isolato lo rende ancora più perfetto. Per un essere che accentra su di sé tutti i peccati di questo mondo è alquanto comprensibile che riesca a comprendere tutti questi peccati, che riguardano i problemi sociali come l'isolamento, meravigliando tutti gli spettatori con fantastiche citazioni, sempre veritiere, che riescono a coinvolgere anche il più sociale tra le persone di questo Universo. Si parla degli amici degli amici, dell'isolamento, dei falsi amici, dello sfruttare gli altri. Qui si parla di tutto, cari amici, e il protagonista è assolutamente un grande; non avevo mai visto un protagonista tanto eccelso in un genere di anime che trova come protagonisti sempre una marea di idioti complessati e stereotipati. Hachiman ha rivoluzionato il mio modo di pensare verso queste serie di genere scolastico, dove tutto è un cliché, nulla è originale: il club dove il protagonista non si vuole iscrivere ma poi verrà costretto, la competizione tra club, una mangiata tutti insieme, un campeggio nel bosco, personaggi rivali tra di loro e infine ovviamente un festival scolastico, con tanto di organizzazione sportiva. No, qui tutto ha un senso; in ogni puntata troviamo varie citazioni e nuovi problemi sociali da risolvere, e tutto è reso più divertente. Gli altri personaggi ovviamente fanno un ottimo lavoro (anche se abbastanza oscurati dal protagonista): troviamo il solito trap, l'influenzato di Chuunibyou, la ragazza stupida, la fujioshi pervertita, una simpatica quanto giovane professoressa e la ragazza scortese e bruta, ma docile e carina, Yukino, anche lei magnifica, che si avvicina molto al nostro protagonista per i suoi modi di pensare, seppur amata e circondata da un buon numero di compagni. Poi troviamo ovviamente loro, i 'gran fighi' della situazione, coloro che sono amati e circondati da tutti, ma non sono altro che quelli che causano questi "peccati", peccatori senza una via d'uscita.
Per il resto, animazioni discrete, stile dei personaggi davvero particolare e che ho apprezzato, OST buone, così come l'opening e l'ending. Una serie davvero meritevole, una delle migliori di questa stagione primaverile. La consiglio a tutti.