Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster
*inserire bestemmia qui*
Zetsuen no Tempest mi fa arrabbiare, perché aveva tutte le carte in regola per essere una serie da 9, ma pare essersi sabotata con le sue stesse mani, a un punto tale che l'opera è in una picchiata qualitativa costante, con solo sul finale alcune scene ritornate leggermente apprezzabili, che sono tali più perché la stanchezza di essersi trascinati per 24 episodi ha abbassato le nostre difese mentali, rendendo sopportabili cose che, probabilmente, non dovrebbero esserlo.
Ma per poter essere chiaro devo parlarne bene, e per parlarne bene devo fare spoiler.
Siete avvertiti.
L'inizio di Zetsuen no Tempest è semplicemente intrigante.
Nel mondo esiste un clan di maghi chiamato Clan Kusaribe, che venera un albero sacro chiamato Albero della Genesi, il quale concede loro poteri magici. Ciononostante, per una serie di motivi, il Clan ha fatto esiliare su un'isola la principessa dell'Albero della Genesi (in poche parole, il mago più potente nonché capo del Clan) e ha iniziato il rituale per evocare un altro albero, avverso a quello della Genesi, chiamato Albero di Zetsuen.
In contemporanea, seguiamo Takigawa Yoshino, che scopriamo essere un ragazzo intelligente e pacato, amico di un altro ragazzo chiamato Mahiro Fuwa, dall'indole ben diversa e assente da più di un anno. Ovvero dalla morte di sua sorella minore Aika, con cui Yoshino aveva una relazione sentimentale a insaputa di Mahiro.
Visitando la tomba della famiglia Fuwa, Yoshino viene improvvisato minacciato di morte da una misteriosa donna armata di pistola, che gli fa domande al riguardo di Mahiro, domande a cui Yoshino non sa rispondere. Quando sembra sul punto di star per venire ucciso, improvvisamente Mahiro appare dal nulla e lo salva, facendo sfoggio di capacità sovrannaturali. Il tutto mentre dal mare inizia a spuntare una strana conformazione legnosa sferica dotata di un occhio: un frutto di Zetsuen, che inizia a volare verso il suo albero per farlo risvegliare.
Mentre corrono verso la spiaggia, Mahiro rivelerà a Yoshino di aver trovato su una spiaggia un artefatto che lo ha messo in contatto con Hakaze Kusaribe, la principessa esiliata del Clan Kusaribe, che gli ha insegnato come usare la magia nella speranza di poter contrastare il risveglio dell'albero di Zetsuen.
Mahiro gli rivelerà che ora ha due obiettivi: vendicarsi della morte della sorella e salvare il mondo.
Per quanto complicate, queste potevano essere le premesse di una serie molto interessante.
L'elemento narrativo della Sindrome del Ferro causata dai Frutti dell'Albero di Zetsuen, una sindrome che trasforma tutti gli esseri viventi non maghi in statue di ferro, creava ambientazioni dal mood interessante. Città e case di campagna abbandonate, silenziose, che i protagonisti si ritrovano ad attraversare e ad occupare clandestinamente, creando un'atmosfera alquanto malinconica, resa anche inquietante dalle persone divenute ferro lungo il percorso.
Anche il sistema magico si dimostra atipico, fondato sulla "logica del mondo" e sul non poter recare subito offesa, ma piuttosto difendere. Caratteristica, questa, che permette di creare battaglie dal sapore fresco e da gestire in modo particolare, come quella contro Kusaribe Natsumura.
Infine, il rapporto tra i due protagonisti era particolare, magari non originale, ma prometteva di poter essere approfondito in modo molto interessante.
Il problema è che tutto questo è vero per i primi cinque episodi.
Andiamo per gradi.
Prima di tutto, il comparto tecnico inizia a calare visibilmente dopo il quinto episodio. Non diventa mai brutto, ma le animazioni e la regia risultano molto più dozzinali e mediocri. Tutto questo è vero a un punto tale che, a serie inoltrata, mi sono genuinamente chiesto se me la fossi sognata la qualità tecnica dei primi episodi (specialmente il primo), tanto da rivedermeli per non dubitare delle mie facoltà mentali.
La cosa ironica è che basta confrontare la prima opening con la seconda per rendersi conto del calo tecnico della serie, tanto questo è evidente.
Il problema maggiore, però, è che a livello di scrittura la serie collassa.
Per me la magia si è rotta quando, in un altro episodio incentrato sul passato dei protagonisti, scopriamo che Mahiro non è solo furente per la morte della sorella, ma era anche... innamorato di lei.
Viene rivelato nello stesso episodio che non sono fratelli di sangue, ma non ho potuto fare a meno di chiedermi "Ce n'era davvero bisogno?"
Secondo me, no.
Anche perché questo melodramma pseudo-incestuoso è gestito male, ma davvero male, con il personaggio di Aika Fuwa che, se prima sembrava interessante nel suo non essere stato ancora del tutto approfondito, con questa gestione criminale della scrittura diventa insopportabile.
L'intenzione era di creare una ragazza dalla personalità particolare e difficile, ma ciò non viene fatto al meglio e Aika risulta per diventare odiosa, un personaggio che non sai mai veramente cosa voglia dalle persone attorno a lei, e che rende difficile empatizzare non solo con lei, ma anche con le persone che dicono di amarla e volerle bene.
Non è buona scrittura questa.
Dopo quell'episodio, la mia speranza era che fosse un piccolo scivolone capace comunque di porre basi interessanti, e che la serie si riprendesse.
Non potevo sapere che quello era il primo passo nell'abisso.
Ciò che vi ho descritto accade infatti tra gli episodi 6 e 7, dopo i quali il nostro duo arriva effettivamente al punto dove il Clan Kusaribe sta tenendo il rituale di risveglio dell'Albero di Zetsuen.
Una svolta di trama che può sembrare prematura, poiché la serie ha 24 episodi e, anche ammesso l'affrontare il Clan Kusaribe rappresenti solo la prima metà della serie (come effettivamente è), sembra davvero troppo presto per essere già alle battute finali di un arco narrativo.
Questo succede perché, dopo l'episodio 7, ci sono cinque, ripeto CINQUE, episodi di pippe mentali dove i personaggi non fanno altro che parlare tra di loro. Degli episodi noiosi, che dovrebbero essere interessanti perché attorno alla base del clan si sta tenendo un conflitto tra il governo e i maghi, ma che invece non fanno altro che essere pesanti poiché la scrittura scende in picchiata.
Con Samon Kusaribe (colui che ha preso il posto di Hakaze e sta guidando il rituale di risveglio) che, come antagonista, fa una figura pietosa. Un uomo con un piano così geniale che si fa prendere per il culo da due ragazzini delle superiori, e per la quasi totalità del tempo non tenta neanche di combattere ma parla e si dispera.
Il tutto condito da un effetto grafico orrendo per i suoi pensieri, e da un generale feeling di star guardando le battaglie psicologiche di Death Note scritte da chi non ha capito cosa le rendesse così emozionanti. (Strano non ci sia un certo San Domenico da Boscotrecase tra gli autori del manga)
Finiti questi episodi dove capiamo che la scrittura è diventata davvero di basso livello, tra momenti noiosi e soluzioni che sembrano deus ex machina poiché non adeguatamente introdotte (prima fra tutte: la scoperta che non si riesce a risalire all'assassino di Aika poiché probabilmente è un mago di Zetsuen, concetto mai neanche lontanamente palesato prima di quel momento), il tutto si risolve con il ritorno di Hakaze nel presente (sì, era nel passato. Troppo lungo da spiegare) e il suo tentativo di risolvere la situazione tra l'Albero della Genesi e quello di Zetsuen (che, per vari motivi, non è così semplice come sembrava all'inizio).
A questo episodio segue un episodio di recap.
Perché, chiaramente, dopo cinque episodi noiosi, un altro che ribadisca praticamente solo cose che già si sanno era un toccasana, soprattutto se gestito in modo così tanto ridondante.
Poi, si apre la seconda parte della serie.
Una seconda parte che mi ha fatto sentire tradito.
Perché le premesse alla base di questa seconda parte sarebbero pure interessanti (in poche parole: l'Albero della Genesi ha ucciso due miliardi di persone ed è diventato un giudice sommo del pianeta Terra che impedisce ogni forma di conflitto e violenza), ma la gestione brusca e frettolosa della prima parte fa sembrare un peccato che essa sia finita, mentre il cambio di mood della seconda non è introdotto con dolcezza.
Infatti, la seconda parte ha un'atmosfera molto diversa.
Oltre a essere ambientato in un mondo civilizzato, abbandonando i complessi urbani abbandonati della prima metà, ci sono molte più battute e leggerezza, soprattutto a causa della rivelazione del goffo Megumu Hanemura come mago di Zetsuen.
In questa parte, il comparto tecnico cala ulteriormente e la scrittura dei personaggi va totalmente a farsi benedire. Infatti, se già nel finale della prima assistevamo a perle di rara bruttezza, come Mahiro che decide di non schierarsi a favore dell'Albero di Zetsuen perché Yoshino gli promette di rivelargli l'identità del ragazzo di Aika se non lo fa, in questa seconda parte la caratterizzazione dei personaggi viene ridotta ai minimi termini, e le loro riflessioni e cambi di fazione diventano incomprensibili.
La gestione della trama diventa criminale, con episodi pieni di momenti noiosi e trovate narrative semplicemente stupide, e i pochi momenti buoni, come il crollo emotivo di Yoshino quando parla della sua reazione alla morte di Aika o il suo rappacificarsi con Mahiro dopo avergli detto della relazione con la sorella, danno quasi fastidio perché fanno pensare "Se solo tutto il resto fosse scritto decentemente".
Tutto questo porta a un finale dove, dopo un finto cliffhanger, la risoluzione al conflitto principale dei protagonisti contro l'Albero della Genesi è un altro deus ex machina.
C'era da sorprendersi del contrario.
Nonostante lo abbia criticato, ci tengo comunque a lodare il lavoro dello studio Bones, perché ho dato un'occhiata ai disegni del manga e sono semplicemente brutti. Pur se le animazioni e la regia bella sono solo nei primi episodi, il character design è diverse spanne superiore nell'anime rispetto all'opera di partenza.
Considerando che quasi sicuramente l'adattamento è fedele, ironicamente sembra quasi un peccato si siano impegnati tanto su un'opera la cui scrittura non portava a nulla di buono.
Questo è tutto.
Zetsuen no Tempest è probabilmente uno degli anime che più odierò nella mia vita, perché mi ha ferito.
Da scrittore, vedere una storia così bella, dalle grandi potenzialità, fare una fine del genere mi ha fatto male. Ci sono persone che venderebbero l'anima per avere una grande idea, e vederne una così maltrattata è una violenza.
La mia è stata una relazione tossica, perché ho continuato a guardare quest'opera nel ricordo di ciò che mi avevano dato i primi episodi, e nella continua illusione di ciò che sarebbe potuto essere.
Mio caro Zetsuen no Tempest, hai tanto citato "Amleto" e "La tempesta" nella tua narrazione, ma non potevi sapere che il nostro rapporto sarebbe stato descritto perfettamente in "Sogno di una notte di mezza estate".
“Amami oppure odiami,
entrambe le cose sono a mio favore.
Se mi ami, io sarò sempre nel tuo cuore.
Se mi odi, io sarò sempre nella tua mente.”
Sono stanco.
Stanco della mia natura di uomo, e di quella di scrittore.
Devo andare.
Auf wiedersehen.
P.S. In realtà, molto probabilmente, Shakespeare quella frase non l'ha mai scritta; ma tanto, anche Zetsuen usa le citazioni shakespeariane un po' a caso.
Zetsuen no Tempest mi fa arrabbiare, perché aveva tutte le carte in regola per essere una serie da 9, ma pare essersi sabotata con le sue stesse mani, a un punto tale che l'opera è in una picchiata qualitativa costante, con solo sul finale alcune scene ritornate leggermente apprezzabili, che sono tali più perché la stanchezza di essersi trascinati per 24 episodi ha abbassato le nostre difese mentali, rendendo sopportabili cose che, probabilmente, non dovrebbero esserlo.
Ma per poter essere chiaro devo parlarne bene, e per parlarne bene devo fare spoiler.
Siete avvertiti.
L'inizio di Zetsuen no Tempest è semplicemente intrigante.
Nel mondo esiste un clan di maghi chiamato Clan Kusaribe, che venera un albero sacro chiamato Albero della Genesi, il quale concede loro poteri magici. Ciononostante, per una serie di motivi, il Clan ha fatto esiliare su un'isola la principessa dell'Albero della Genesi (in poche parole, il mago più potente nonché capo del Clan) e ha iniziato il rituale per evocare un altro albero, avverso a quello della Genesi, chiamato Albero di Zetsuen.
In contemporanea, seguiamo Takigawa Yoshino, che scopriamo essere un ragazzo intelligente e pacato, amico di un altro ragazzo chiamato Mahiro Fuwa, dall'indole ben diversa e assente da più di un anno. Ovvero dalla morte di sua sorella minore Aika, con cui Yoshino aveva una relazione sentimentale a insaputa di Mahiro.
Visitando la tomba della famiglia Fuwa, Yoshino viene improvvisato minacciato di morte da una misteriosa donna armata di pistola, che gli fa domande al riguardo di Mahiro, domande a cui Yoshino non sa rispondere. Quando sembra sul punto di star per venire ucciso, improvvisamente Mahiro appare dal nulla e lo salva, facendo sfoggio di capacità sovrannaturali. Il tutto mentre dal mare inizia a spuntare una strana conformazione legnosa sferica dotata di un occhio: un frutto di Zetsuen, che inizia a volare verso il suo albero per farlo risvegliare.
Mentre corrono verso la spiaggia, Mahiro rivelerà a Yoshino di aver trovato su una spiaggia un artefatto che lo ha messo in contatto con Hakaze Kusaribe, la principessa esiliata del Clan Kusaribe, che gli ha insegnato come usare la magia nella speranza di poter contrastare il risveglio dell'albero di Zetsuen.
Mahiro gli rivelerà che ora ha due obiettivi: vendicarsi della morte della sorella e salvare il mondo.
Per quanto complicate, queste potevano essere le premesse di una serie molto interessante.
L'elemento narrativo della Sindrome del Ferro causata dai Frutti dell'Albero di Zetsuen, una sindrome che trasforma tutti gli esseri viventi non maghi in statue di ferro, creava ambientazioni dal mood interessante. Città e case di campagna abbandonate, silenziose, che i protagonisti si ritrovano ad attraversare e ad occupare clandestinamente, creando un'atmosfera alquanto malinconica, resa anche inquietante dalle persone divenute ferro lungo il percorso.
Anche il sistema magico si dimostra atipico, fondato sulla "logica del mondo" e sul non poter recare subito offesa, ma piuttosto difendere. Caratteristica, questa, che permette di creare battaglie dal sapore fresco e da gestire in modo particolare, come quella contro Kusaribe Natsumura.
Infine, il rapporto tra i due protagonisti era particolare, magari non originale, ma prometteva di poter essere approfondito in modo molto interessante.
Il problema è che tutto questo è vero per i primi cinque episodi.
Andiamo per gradi.
Prima di tutto, il comparto tecnico inizia a calare visibilmente dopo il quinto episodio. Non diventa mai brutto, ma le animazioni e la regia risultano molto più dozzinali e mediocri. Tutto questo è vero a un punto tale che, a serie inoltrata, mi sono genuinamente chiesto se me la fossi sognata la qualità tecnica dei primi episodi (specialmente il primo), tanto da rivedermeli per non dubitare delle mie facoltà mentali.
La cosa ironica è che basta confrontare la prima opening con la seconda per rendersi conto del calo tecnico della serie, tanto questo è evidente.
Il problema maggiore, però, è che a livello di scrittura la serie collassa.
Per me la magia si è rotta quando, in un altro episodio incentrato sul passato dei protagonisti, scopriamo che Mahiro non è solo furente per la morte della sorella, ma era anche... innamorato di lei.
Viene rivelato nello stesso episodio che non sono fratelli di sangue, ma non ho potuto fare a meno di chiedermi "Ce n'era davvero bisogno?"
Secondo me, no.
Anche perché questo melodramma pseudo-incestuoso è gestito male, ma davvero male, con il personaggio di Aika Fuwa che, se prima sembrava interessante nel suo non essere stato ancora del tutto approfondito, con questa gestione criminale della scrittura diventa insopportabile.
L'intenzione era di creare una ragazza dalla personalità particolare e difficile, ma ciò non viene fatto al meglio e Aika risulta per diventare odiosa, un personaggio che non sai mai veramente cosa voglia dalle persone attorno a lei, e che rende difficile empatizzare non solo con lei, ma anche con le persone che dicono di amarla e volerle bene.
Non è buona scrittura questa.
Dopo quell'episodio, la mia speranza era che fosse un piccolo scivolone capace comunque di porre basi interessanti, e che la serie si riprendesse.
Non potevo sapere che quello era il primo passo nell'abisso.
Ciò che vi ho descritto accade infatti tra gli episodi 6 e 7, dopo i quali il nostro duo arriva effettivamente al punto dove il Clan Kusaribe sta tenendo il rituale di risveglio dell'Albero di Zetsuen.
Una svolta di trama che può sembrare prematura, poiché la serie ha 24 episodi e, anche ammesso l'affrontare il Clan Kusaribe rappresenti solo la prima metà della serie (come effettivamente è), sembra davvero troppo presto per essere già alle battute finali di un arco narrativo.
Questo succede perché, dopo l'episodio 7, ci sono cinque, ripeto CINQUE, episodi di pippe mentali dove i personaggi non fanno altro che parlare tra di loro. Degli episodi noiosi, che dovrebbero essere interessanti perché attorno alla base del clan si sta tenendo un conflitto tra il governo e i maghi, ma che invece non fanno altro che essere pesanti poiché la scrittura scende in picchiata.
Con Samon Kusaribe (colui che ha preso il posto di Hakaze e sta guidando il rituale di risveglio) che, come antagonista, fa una figura pietosa. Un uomo con un piano così geniale che si fa prendere per il culo da due ragazzini delle superiori, e per la quasi totalità del tempo non tenta neanche di combattere ma parla e si dispera.
Il tutto condito da un effetto grafico orrendo per i suoi pensieri, e da un generale feeling di star guardando le battaglie psicologiche di Death Note scritte da chi non ha capito cosa le rendesse così emozionanti. (Strano non ci sia un certo San Domenico da Boscotrecase tra gli autori del manga)
Finiti questi episodi dove capiamo che la scrittura è diventata davvero di basso livello, tra momenti noiosi e soluzioni che sembrano deus ex machina poiché non adeguatamente introdotte (prima fra tutte: la scoperta che non si riesce a risalire all'assassino di Aika poiché probabilmente è un mago di Zetsuen, concetto mai neanche lontanamente palesato prima di quel momento), il tutto si risolve con il ritorno di Hakaze nel presente (sì, era nel passato. Troppo lungo da spiegare) e il suo tentativo di risolvere la situazione tra l'Albero della Genesi e quello di Zetsuen (che, per vari motivi, non è così semplice come sembrava all'inizio).
A questo episodio segue un episodio di recap.
Perché, chiaramente, dopo cinque episodi noiosi, un altro che ribadisca praticamente solo cose che già si sanno era un toccasana, soprattutto se gestito in modo così tanto ridondante.
Poi, si apre la seconda parte della serie.
Una seconda parte che mi ha fatto sentire tradito.
Perché le premesse alla base di questa seconda parte sarebbero pure interessanti (in poche parole: l'Albero della Genesi ha ucciso due miliardi di persone ed è diventato un giudice sommo del pianeta Terra che impedisce ogni forma di conflitto e violenza), ma la gestione brusca e frettolosa della prima parte fa sembrare un peccato che essa sia finita, mentre il cambio di mood della seconda non è introdotto con dolcezza.
Infatti, la seconda parte ha un'atmosfera molto diversa.
Oltre a essere ambientato in un mondo civilizzato, abbandonando i complessi urbani abbandonati della prima metà, ci sono molte più battute e leggerezza, soprattutto a causa della rivelazione del goffo Megumu Hanemura come mago di Zetsuen.
In questa parte, il comparto tecnico cala ulteriormente e la scrittura dei personaggi va totalmente a farsi benedire. Infatti, se già nel finale della prima assistevamo a perle di rara bruttezza, come Mahiro che decide di non schierarsi a favore dell'Albero di Zetsuen perché Yoshino gli promette di rivelargli l'identità del ragazzo di Aika se non lo fa, in questa seconda parte la caratterizzazione dei personaggi viene ridotta ai minimi termini, e le loro riflessioni e cambi di fazione diventano incomprensibili.
La gestione della trama diventa criminale, con episodi pieni di momenti noiosi e trovate narrative semplicemente stupide, e i pochi momenti buoni, come il crollo emotivo di Yoshino quando parla della sua reazione alla morte di Aika o il suo rappacificarsi con Mahiro dopo avergli detto della relazione con la sorella, danno quasi fastidio perché fanno pensare "Se solo tutto il resto fosse scritto decentemente".
Tutto questo porta a un finale dove, dopo un finto cliffhanger, la risoluzione al conflitto principale dei protagonisti contro l'Albero della Genesi è un altro deus ex machina.
C'era da sorprendersi del contrario.
Nonostante lo abbia criticato, ci tengo comunque a lodare il lavoro dello studio Bones, perché ho dato un'occhiata ai disegni del manga e sono semplicemente brutti. Pur se le animazioni e la regia bella sono solo nei primi episodi, il character design è diverse spanne superiore nell'anime rispetto all'opera di partenza.
Considerando che quasi sicuramente l'adattamento è fedele, ironicamente sembra quasi un peccato si siano impegnati tanto su un'opera la cui scrittura non portava a nulla di buono.
Questo è tutto.
Zetsuen no Tempest è probabilmente uno degli anime che più odierò nella mia vita, perché mi ha ferito.
Da scrittore, vedere una storia così bella, dalle grandi potenzialità, fare una fine del genere mi ha fatto male. Ci sono persone che venderebbero l'anima per avere una grande idea, e vederne una così maltrattata è una violenza.
La mia è stata una relazione tossica, perché ho continuato a guardare quest'opera nel ricordo di ciò che mi avevano dato i primi episodi, e nella continua illusione di ciò che sarebbe potuto essere.
Mio caro Zetsuen no Tempest, hai tanto citato "Amleto" e "La tempesta" nella tua narrazione, ma non potevi sapere che il nostro rapporto sarebbe stato descritto perfettamente in "Sogno di una notte di mezza estate".
“Amami oppure odiami,
entrambe le cose sono a mio favore.
Se mi ami, io sarò sempre nel tuo cuore.
Se mi odi, io sarò sempre nella tua mente.”
Sono stanco.
Stanco della mia natura di uomo, e di quella di scrittore.
Devo andare.
Auf wiedersehen.
P.S. In realtà, molto probabilmente, Shakespeare quella frase non l'ha mai scritta; ma tanto, anche Zetsuen usa le citazioni shakespeariane un po' a caso.
Questa recensione contiene spoiler e si focalizza sullo sviluppo di alcuni personaggi mentre trascura altri aspetti che sono stati ben trattati da altri recensori precedentemente a me.
Apparentemente i protagonisti di questa opera sono all'apparenza Mahiro e Yoshino, ma le vere attrici di questa opera sono Hakaze Kusaribe e Aika Fuwa (o per meglio dire il suo lascito). Noi seguiamo dal primo all'ultimo episodio le azioni dei due ragazzi ma essi sono solo il mezzo, dei meri ingranaggi di un disegno superiore attraverso il quale il terzo grande protagonista all'interno della storia agisce, l'albero della genesi, il grande Deus ex Machina della storia e grande vincitore di tutta l'opera. Sono in realtà le due ragazze le vere protagoniste, quelle che compiono effettivamente le azioni in grado di iniziare, continuare e concludere la storia raccontata in questa opera.
Secondo il mio parere il punto forte della storia si basa sul prediligere logica, trattative e compromessi rispetto a battaglie e imposizione dei propri punti di vista con la forza. Ma questo punto è abbastanza semplice da individuare con il parallelo con le battaglie di Light e L che sorge spontaneo, tanto da mettere in ombra la complessa figura delle due ragazze che potrebbe sfuggire a una superficiale visione e su cui mi soffermerò.
Abbiamo Hakaze, la principessa e la tragicità del suo personaggio. Lei è la più grande maga di sempre, la più benedetta e la più protetta dalla grande divinità di quell'universo narrativo chiamato Albero della genesi. Questo sua investitura è nota a lei e a tutto il suo clan ma dei grandissimi privilegi che comporta questa situazione seguono sue gravi mancanze. È troppo confidente nelle sue abilità a lei donate, è presuntuosa e arrogante, è una leader che non accetta di essere contraddetta. Essere la più benedetta vuol dire per lei essere la portatrice della verità, ogni opinione diversa dalla sua sbagliata a prescindere e non degna di essere presa in considerazione. Questo comporterà all'esasperazione del clan e al tradimento, all'esilio e alla sua morte. Ma l'albero della genesi non ha finito i suoi piani nei suoi confronti e con un intervento da vero e proprio deus ex machina, violando tutti i principi della logica, la fa contemporaneamente viaggiare nel tempo e resuscitare. sventando il meticoloso piano di un amareggiato Samon. I suoi errori, la sua presunzione e mancanza di pensiero laterale porteranno per ben tre volte alla morte Aika, fidanzata del suo interesse amoroso Mahiro. Dentro di se è consapevole di questo fatto e ne soffrirà ma continuerà per la sua strada nella distruzione del suo "grande protettore" che non ha fatto altro che continuare a salvarla dai suoi errori. Hakaze deciderà inoltre di portandosi con se nel resto dell'avventura Mahiro, usato e gettato via dall'albero e moralmente costretto a seguire l'artefice della morte della propria ragazza per cercare di trovare un senso alla sua dipartita nel raggiungimento di un obbietivo superiore, come un tragico eroe greco guidato dal fato/albero.
Poi abbiamo Aika, una ragazza con un grande peso da sopportare da sola. Lei non la conosciamo mai di persona ma attraverso i ricordi dei due ragazzi e da quello che lasciato di se nei loro cuori e pensieri. Una futura femme fatale che ha conquistato i cuori delle uniche due persone non intimorite dalla sua presenza. Non intelligente come Yoshino e non dotata di un pensiero laterale efficiente come Mahiro, ma comunque in grado di reggere il confronto e la relazione con i due problematici ragazzi. Il suo modo di interpretare la vita e l'ossessione per L'Amleto e La Tempesta di Shakespere saranno significativi nella fase del lutto dei due che si protrae praticamente per tutto l'anime. Puntata dopo puntata si delinea un personaggio sempre più sfaccettato tanto che nell'incontro finale con Hakaze è come rincontrare una cara amica di vecchia data dopo tanti anni di lontananza. Il confronto con la principessa è tragicomico sotto diversi aspetti. Il tempo è tiranno, l'ora della sua morte si avvicina e lei trova l'unica soluzione apparente in grado di combaciare tutte le tessere del puzzle, il suo suicidio, che riesce ad accettare con la consapevolezza di garantire un futuro alle due persone più care, Mahiro e Yoshino. Una conclusione tragica ma che poteva essere forse evitata se Hakaze fosse stata più rapida nella spiegazione e avese lasciato più tempo di ragionamento ad Aika o più semplicemente portato con sé la reliquia per far trovare una soluzione ai due ragazzi. Una fine tragica, sia nella banalità di come poteva essere evitata, sia dall'artefice di tali errori, la donna innamorata del suo uomo che alla fine se ne approprierà.
Per concludere, un anime non perfetto ma che intrattiene, con un grande character design e una buona sceneggiatura, debole però nella seconda parte rispetto a una prima superba ma meritevole di considerazione nel complesso.
Apparentemente i protagonisti di questa opera sono all'apparenza Mahiro e Yoshino, ma le vere attrici di questa opera sono Hakaze Kusaribe e Aika Fuwa (o per meglio dire il suo lascito). Noi seguiamo dal primo all'ultimo episodio le azioni dei due ragazzi ma essi sono solo il mezzo, dei meri ingranaggi di un disegno superiore attraverso il quale il terzo grande protagonista all'interno della storia agisce, l'albero della genesi, il grande Deus ex Machina della storia e grande vincitore di tutta l'opera. Sono in realtà le due ragazze le vere protagoniste, quelle che compiono effettivamente le azioni in grado di iniziare, continuare e concludere la storia raccontata in questa opera.
Secondo il mio parere il punto forte della storia si basa sul prediligere logica, trattative e compromessi rispetto a battaglie e imposizione dei propri punti di vista con la forza. Ma questo punto è abbastanza semplice da individuare con il parallelo con le battaglie di Light e L che sorge spontaneo, tanto da mettere in ombra la complessa figura delle due ragazze che potrebbe sfuggire a una superficiale visione e su cui mi soffermerò.
Abbiamo Hakaze, la principessa e la tragicità del suo personaggio. Lei è la più grande maga di sempre, la più benedetta e la più protetta dalla grande divinità di quell'universo narrativo chiamato Albero della genesi. Questo sua investitura è nota a lei e a tutto il suo clan ma dei grandissimi privilegi che comporta questa situazione seguono sue gravi mancanze. È troppo confidente nelle sue abilità a lei donate, è presuntuosa e arrogante, è una leader che non accetta di essere contraddetta. Essere la più benedetta vuol dire per lei essere la portatrice della verità, ogni opinione diversa dalla sua sbagliata a prescindere e non degna di essere presa in considerazione. Questo comporterà all'esasperazione del clan e al tradimento, all'esilio e alla sua morte. Ma l'albero della genesi non ha finito i suoi piani nei suoi confronti e con un intervento da vero e proprio deus ex machina, violando tutti i principi della logica, la fa contemporaneamente viaggiare nel tempo e resuscitare. sventando il meticoloso piano di un amareggiato Samon. I suoi errori, la sua presunzione e mancanza di pensiero laterale porteranno per ben tre volte alla morte Aika, fidanzata del suo interesse amoroso Mahiro. Dentro di se è consapevole di questo fatto e ne soffrirà ma continuerà per la sua strada nella distruzione del suo "grande protettore" che non ha fatto altro che continuare a salvarla dai suoi errori. Hakaze deciderà inoltre di portandosi con se nel resto dell'avventura Mahiro, usato e gettato via dall'albero e moralmente costretto a seguire l'artefice della morte della propria ragazza per cercare di trovare un senso alla sua dipartita nel raggiungimento di un obbietivo superiore, come un tragico eroe greco guidato dal fato/albero.
Poi abbiamo Aika, una ragazza con un grande peso da sopportare da sola. Lei non la conosciamo mai di persona ma attraverso i ricordi dei due ragazzi e da quello che lasciato di se nei loro cuori e pensieri. Una futura femme fatale che ha conquistato i cuori delle uniche due persone non intimorite dalla sua presenza. Non intelligente come Yoshino e non dotata di un pensiero laterale efficiente come Mahiro, ma comunque in grado di reggere il confronto e la relazione con i due problematici ragazzi. Il suo modo di interpretare la vita e l'ossessione per L'Amleto e La Tempesta di Shakespere saranno significativi nella fase del lutto dei due che si protrae praticamente per tutto l'anime. Puntata dopo puntata si delinea un personaggio sempre più sfaccettato tanto che nell'incontro finale con Hakaze è come rincontrare una cara amica di vecchia data dopo tanti anni di lontananza. Il confronto con la principessa è tragicomico sotto diversi aspetti. Il tempo è tiranno, l'ora della sua morte si avvicina e lei trova l'unica soluzione apparente in grado di combaciare tutte le tessere del puzzle, il suo suicidio, che riesce ad accettare con la consapevolezza di garantire un futuro alle due persone più care, Mahiro e Yoshino. Una conclusione tragica ma che poteva essere forse evitata se Hakaze fosse stata più rapida nella spiegazione e avese lasciato più tempo di ragionamento ad Aika o più semplicemente portato con sé la reliquia per far trovare una soluzione ai due ragazzi. Una fine tragica, sia nella banalità di come poteva essere evitata, sia dall'artefice di tali errori, la donna innamorata del suo uomo che alla fine se ne approprierà.
Per concludere, un anime non perfetto ma che intrattiene, con un grande character design e una buona sceneggiatura, debole però nella seconda parte rispetto a una prima superba ma meritevole di considerazione nel complesso.
Ho appena finito questo anime a cui non avrei dato mezza possibilità, invece non solo mi è piaciuto, ma pure lo consiglio. "Zetsuen no Tempest" è un fantasy che si basa su due tragedie di Shakespeare, "Amleto" e "La Tempesta". Oltre a essere infarcito di citazioni shakespeariane, anche i protagonisti richiamano i personaggi del drammaturgo inglese.
"Quarantamila fratelli, con tutta la quantità del loro amore, non potranno mai raggiungere la mia somma."
Lo dice Yoshino riferito alla fidanzata Aika, sorella del suo migliore amico Mahiro, morta, e per cui Mahiro cerca vendetta. Mahiro la amava e non solo come sorella (non era comunque sua sorella di sangue, quindi chi sperava in un incesto deve far sbollire l'entusiasmo). Mahiro non sa, però, che Aika stava con Yoshino, perché entrambi gliel'hanno tenuto segreto. L'anime ruota interamente intorno alla morte di Aika, morte che sembra rientrare nella logica del mondo, avendo influenzato il comportamento di Mahiro e Yoshino, i quali è proprio grazie alla morte di Aika che incontrano la principessa Hakaze.
Yoshino ha una mente meravigliosamente deduttiva, è pacato e calmo e nulla sembra sconvolgerlo, ma tiene celati tutti i suoi sentimenti per Aika, mantenendo il suo segreto anche dopo la sua morte.
Mahiro agisce d'istinto, è irruente, passionale e dispotico. E' molto intuitivo e capisce al volo le situazioni, tranne quelle che lo riguardano da vicino: sono gli altri, infatti, a informarlo del fatto che fosse innamorato di Aika.
Ho visto "Zetsuen no Tempest" senza aspettarmi niente. Invece mi è proprio piaciuto, soprattutto la seconda parte. E' ricco di molti richiami interessanti, come il mito dell'albero (Yggdrasill per i norreni, l'albero della vita per i cristiani) assimilati all'uroboro e ai draghi, e Shakespeare la fa da padrone, con citazioni e rimandi alle sue tragedie. Per chi è debole di cuore, assicuro che finisce bene.
"Quarantamila fratelli, con tutta la quantità del loro amore, non potranno mai raggiungere la mia somma."
Lo dice Yoshino riferito alla fidanzata Aika, sorella del suo migliore amico Mahiro, morta, e per cui Mahiro cerca vendetta. Mahiro la amava e non solo come sorella (non era comunque sua sorella di sangue, quindi chi sperava in un incesto deve far sbollire l'entusiasmo). Mahiro non sa, però, che Aika stava con Yoshino, perché entrambi gliel'hanno tenuto segreto. L'anime ruota interamente intorno alla morte di Aika, morte che sembra rientrare nella logica del mondo, avendo influenzato il comportamento di Mahiro e Yoshino, i quali è proprio grazie alla morte di Aika che incontrano la principessa Hakaze.
Yoshino ha una mente meravigliosamente deduttiva, è pacato e calmo e nulla sembra sconvolgerlo, ma tiene celati tutti i suoi sentimenti per Aika, mantenendo il suo segreto anche dopo la sua morte.
Mahiro agisce d'istinto, è irruente, passionale e dispotico. E' molto intuitivo e capisce al volo le situazioni, tranne quelle che lo riguardano da vicino: sono gli altri, infatti, a informarlo del fatto che fosse innamorato di Aika.
Ho visto "Zetsuen no Tempest" senza aspettarmi niente. Invece mi è proprio piaciuto, soprattutto la seconda parte. E' ricco di molti richiami interessanti, come il mito dell'albero (Yggdrasill per i norreni, l'albero della vita per i cristiani) assimilati all'uroboro e ai draghi, e Shakespeare la fa da padrone, con citazioni e rimandi alle sue tragedie. Per chi è debole di cuore, assicuro che finisce bene.
Si tratta di un anime decisamente atipico come impostazioni di base; seppur ambientato in epoca moderna, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" trae profonda ispirazione - sia per trama che nelle numerose citazioni - da opere di Shakespeare quali l' "Amleto" e "La Tempesta". Sinceramente stento a comprendere i perché di questo bizzarro accostamento, mi viene comunque naturale pensare che l'operazione sarebbe potuta riuscire senz'altro migliore con determinati accorgimenti di base. Le citazioni shakespeariane sembrano essere inserite a forza nella trama (assurda e poco logica), l'opera risente di passaggi noiosi, pesanti, poco lineari, ed è un peccato, soprattutto soffermandosi su un inizio decisamente intrigante, durante il quale un misterioso "virus" trasforma buona parte dei Giapponesi in statue di metallo. Troviamo (perlomeno inizialmente) personaggi ben caratterizzati, interessanti e tutt'altro che scontati; le vicende del "virus" e di questi giovani verranno messe in correlazione con un clan di maghi e il loro tentativo di salvare il mondo, salvo poi magari scoprire che forse la causa del tutto potrebbe essere imputabile proprio a loro.
L'incipit di base è originale e interessante anche per chi (come il sottoscritto) non trova eccessivo interesse in maghi e incantesimi, tuttavia il fulcro del tutto risulta abbastanza illogico, ridondante, poco "credibile" e poco "seguibile", condito da dialoghi e riflessioni spesso interminabili, noiose e futili. Al tutto bisogna aggiungere una soundtrack assolutamente inappropriata, assolutamente incapace di enfatizzare i momenti chiave col giusto piglio; le OST mi hanno veramente tediato durante quasi tutto l'arco narrativo e spesso e volentieri mi son trovato a immaginare la stessa situazione con una base di fondo diversa, e il risultato sarebbe stato notevolmente migliore.
La prima parte della serie (seppur coi suoi difetti) si presenta in modo più accattivante, nella seconda fase si finisce per smarrire completamente il brio iniziale e credo anche le buone idee, rischiando di infognarsi in una sorta di storia d'amore banale e abbastanza risibile e forzata, con ripercussioni estremamente negative sulla caratterizzazione di uno dei personaggi portanti, che viene sminuito e ridicolizzato in modo ignobile. I personaggi in generale sembrano sufficientemente ben riusciti, ma sono tanti e non si riesce a dare il giusto risalto proprio a tutti.
In fase di votazione sono stato parecchio indeciso, tuttavia non credo di potermi spingere oltre al 5; con tutta probabilità, obiettivamente parlando, almeno un 6 l'opera lo meriterebbe, ma sono così tante le "promesse non mantenute" e le fasi blande e noiose che non mi sento di promuovere "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" neanche con la sufficienza, trattandosi di una serie che globalmente non sono riuscito ad apprezzare, pur notando le potenzialità che gli avrebbero consentito di dare vita a qualcosa di tutt'altro spessore. La definirei a pieno merito un'occasione mancata, peccato!
L'incipit di base è originale e interessante anche per chi (come il sottoscritto) non trova eccessivo interesse in maghi e incantesimi, tuttavia il fulcro del tutto risulta abbastanza illogico, ridondante, poco "credibile" e poco "seguibile", condito da dialoghi e riflessioni spesso interminabili, noiose e futili. Al tutto bisogna aggiungere una soundtrack assolutamente inappropriata, assolutamente incapace di enfatizzare i momenti chiave col giusto piglio; le OST mi hanno veramente tediato durante quasi tutto l'arco narrativo e spesso e volentieri mi son trovato a immaginare la stessa situazione con una base di fondo diversa, e il risultato sarebbe stato notevolmente migliore.
La prima parte della serie (seppur coi suoi difetti) si presenta in modo più accattivante, nella seconda fase si finisce per smarrire completamente il brio iniziale e credo anche le buone idee, rischiando di infognarsi in una sorta di storia d'amore banale e abbastanza risibile e forzata, con ripercussioni estremamente negative sulla caratterizzazione di uno dei personaggi portanti, che viene sminuito e ridicolizzato in modo ignobile. I personaggi in generale sembrano sufficientemente ben riusciti, ma sono tanti e non si riesce a dare il giusto risalto proprio a tutti.
In fase di votazione sono stato parecchio indeciso, tuttavia non credo di potermi spingere oltre al 5; con tutta probabilità, obiettivamente parlando, almeno un 6 l'opera lo meriterebbe, ma sono così tante le "promesse non mantenute" e le fasi blande e noiose che non mi sento di promuovere "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" neanche con la sufficienza, trattandosi di una serie che globalmente non sono riuscito ad apprezzare, pur notando le potenzialità che gli avrebbero consentito di dare vita a qualcosa di tutt'altro spessore. La definirei a pieno merito un'occasione mancata, peccato!
Un anime che ha in sé citazioni shakespeariane non lo avevo ancora visto, quindi ecco una novità apparire davanti ai miei occhi. "Zetsuen no Tempest" coglie quelle citazioni e le trasmette nell'anime come tanti punti interrogativi che durante la storia verranno risolti.
La trama si concentra su un mondo dove esiste la magia e vari clan che si scontrano per risvegliare l'albero Zetsuen; i protagonisti sono due amici d'infanzia, Yoshino Takigawa e Mahiro Fuwa, che vanno alla ricerca dell'assassino della sorellastra di Mahiro, Aika. I due ragazzi saranno ostinati, determinati, pur di vendicare la giovane ragazza, alleandosi con la potente maga del clan Kusaribe, Hakaze. I colpi di scena non mancheranno e neanche le lacrime se è per questo, visto che la popolazione rischia la decimazione per via di una magia, tipo epidemia, che trasforma le persone in ferro, senza pietà. La trama si presenta come una tragedia, ma, come un'opera, la si deve concludere per capirne il vero significato.
Personalmente credo che questo anime ha molti pro e pochi contro. A favore ha sicuramente la struttura della storia che merita davvero tanto: la tragedia, l'amore nascosto e la vendetta, che sembra più una pace interiore personale più che una vera vendetta; anche l'amicizia tra i due ragazzi è molto veritiera e sicuramente è la chiave dell'anime. La magia che ha un limite è una buona cosa, perché di maghi se ne vedono davvero tanti, mentre questi, più che maghi, sono forti uomini che usano oggetti magici per combattere. Tengo a precisare che l'anime è composto da ventiquattro puntate, ma è come se fosse diviso in due stagioni, e durante l'intermezzo c'è un grandissimo giro di parole, una strategia, che mi ha impressionato e ho adorato. Una strategia in un momento critico e fatale che mette sulle spine e non delude le aspettative. Ultima cosa, il mistero celato dietro la morte di Aika giugne inaspettato.
Di sfavorevole, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" ha poche cose, tra cui gli alberi Zetsuen. Non viene detto molto su di essi, strano, perché sono come dei che hanno donato la magia. Il finale me lo sarei aspettato "magnifico", visto la serie di puntate che creano aspettativa... preciso che non è un cattivo finale, ma lo definirei troppo semplice.
In conclusione, l'anime vanta un'ottima grafica e un accettabile comparto sonoro. "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è sicuramente un buon prodotto, che non merita di essere oscurato, ma messo ben in vista; consiglio a molti di vederlo tutto, soprattutto per i molti pregi elencati sopra.
La trama si concentra su un mondo dove esiste la magia e vari clan che si scontrano per risvegliare l'albero Zetsuen; i protagonisti sono due amici d'infanzia, Yoshino Takigawa e Mahiro Fuwa, che vanno alla ricerca dell'assassino della sorellastra di Mahiro, Aika. I due ragazzi saranno ostinati, determinati, pur di vendicare la giovane ragazza, alleandosi con la potente maga del clan Kusaribe, Hakaze. I colpi di scena non mancheranno e neanche le lacrime se è per questo, visto che la popolazione rischia la decimazione per via di una magia, tipo epidemia, che trasforma le persone in ferro, senza pietà. La trama si presenta come una tragedia, ma, come un'opera, la si deve concludere per capirne il vero significato.
Personalmente credo che questo anime ha molti pro e pochi contro. A favore ha sicuramente la struttura della storia che merita davvero tanto: la tragedia, l'amore nascosto e la vendetta, che sembra più una pace interiore personale più che una vera vendetta; anche l'amicizia tra i due ragazzi è molto veritiera e sicuramente è la chiave dell'anime. La magia che ha un limite è una buona cosa, perché di maghi se ne vedono davvero tanti, mentre questi, più che maghi, sono forti uomini che usano oggetti magici per combattere. Tengo a precisare che l'anime è composto da ventiquattro puntate, ma è come se fosse diviso in due stagioni, e durante l'intermezzo c'è un grandissimo giro di parole, una strategia, che mi ha impressionato e ho adorato. Una strategia in un momento critico e fatale che mette sulle spine e non delude le aspettative. Ultima cosa, il mistero celato dietro la morte di Aika giugne inaspettato.
Di sfavorevole, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" ha poche cose, tra cui gli alberi Zetsuen. Non viene detto molto su di essi, strano, perché sono come dei che hanno donato la magia. Il finale me lo sarei aspettato "magnifico", visto la serie di puntate che creano aspettativa... preciso che non è un cattivo finale, ma lo definirei troppo semplice.
In conclusione, l'anime vanta un'ottima grafica e un accettabile comparto sonoro. "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è sicuramente un buon prodotto, che non merita di essere oscurato, ma messo ben in vista; consiglio a molti di vederlo tutto, soprattutto per i molti pregi elencati sopra.
"Zetsuen no Tempest", un anime davvero molto interessante, o almeno solo durante la prima metà.
Attirata dal character design intrigante, dal tema shakespeariano e dal genere magico/fantasy, mi sono messa a vedere questa serie alla ricerca di non solo puro intrattenimento.
La storia parla di due amici, Yoshino Takigawa e Mahiro Fuwa, rimasti scossi dall'improvvisa scomparsa della loro amica (non che sorellastra di Mahiro), trovata assassinata dentro casa. Nel frattempo una terribile epidemia comincia a spargersi per il globo, trasformando le persone in metallo. I due, aiutati da una maga (Hakaze Kusaribe) intrappolata in un'isola deserta, riusciranno a sfuggire all'epidemia che si espande nella loro città e cominceranno una ricerca disperata: scoprire chi è l'assassino di Aika, sorellastra di Mahiro. Presto però scopriranno che il loro destino è intrecciato con quello di Hakaze, potentissima maga intrappolata in un'isola deserta con lo scopo d'impedirle di fermare il disastro che si sta abbattendo sull'umanità.
I personaggi principali risulteranno tutti interessanti e ben caratterizzati: ognuno di loro ha uno scopo preciso, che va ben oltre il voler svelare una semplice verità.
In tutto l'anime aleggia un'aura malinconica, e i ricordi di Aika si intrecceranno con gli eventi presenti, permettendoci di conoscere il personaggio per me più interessante dell'intera serie. Verremo tenuti sulle spine e la continua domanda sarà: "Ma questa è una tragedia o una commedia?"
Tutto questo, però, solo nella prima metà dell'anime. Giuro, a quella parte assegnerei 8 come voto, ma sono dovuta scendere a 6 perché gli episodi successivi mi hanno davvero delusa. I filler la faranno da padrone per molti episodi e il personaggio di Hakaze, da interessante si trasformerà in quelle classiche ragazze da harem, senza un particolare spessore. E' il personaggio che più di tutti mi ha deluso. C'è stato un tale abbassamento di qualità da farmi quasi dubitare di quello che stavo vedendo. Alcuni personaggi si sono proprio rovinati, tanto che, tra tutti quanti, come unici davvero interessanti sono rimasti solo Yoshino e Aika.
La seconda parte si è votata più al lato comico, ma non è questo che ha nettamente rovinato tutto: si poteva fare commedia senza scadere nel banale, prevedibile, ripetitivo e noioso. Al di fuori di certi episodi degni di nota, questa parte della serie merita a malapena la sufficienza.
In complesso è un anime che raggiunge la sufficienza e forse qualcosina in più, ma non va oltre al puro tentativo d'intrattenimento.
Attirata dal character design intrigante, dal tema shakespeariano e dal genere magico/fantasy, mi sono messa a vedere questa serie alla ricerca di non solo puro intrattenimento.
La storia parla di due amici, Yoshino Takigawa e Mahiro Fuwa, rimasti scossi dall'improvvisa scomparsa della loro amica (non che sorellastra di Mahiro), trovata assassinata dentro casa. Nel frattempo una terribile epidemia comincia a spargersi per il globo, trasformando le persone in metallo. I due, aiutati da una maga (Hakaze Kusaribe) intrappolata in un'isola deserta, riusciranno a sfuggire all'epidemia che si espande nella loro città e cominceranno una ricerca disperata: scoprire chi è l'assassino di Aika, sorellastra di Mahiro. Presto però scopriranno che il loro destino è intrecciato con quello di Hakaze, potentissima maga intrappolata in un'isola deserta con lo scopo d'impedirle di fermare il disastro che si sta abbattendo sull'umanità.
I personaggi principali risulteranno tutti interessanti e ben caratterizzati: ognuno di loro ha uno scopo preciso, che va ben oltre il voler svelare una semplice verità.
In tutto l'anime aleggia un'aura malinconica, e i ricordi di Aika si intrecceranno con gli eventi presenti, permettendoci di conoscere il personaggio per me più interessante dell'intera serie. Verremo tenuti sulle spine e la continua domanda sarà: "Ma questa è una tragedia o una commedia?"
Tutto questo, però, solo nella prima metà dell'anime. Giuro, a quella parte assegnerei 8 come voto, ma sono dovuta scendere a 6 perché gli episodi successivi mi hanno davvero delusa. I filler la faranno da padrone per molti episodi e il personaggio di Hakaze, da interessante si trasformerà in quelle classiche ragazze da harem, senza un particolare spessore. E' il personaggio che più di tutti mi ha deluso. C'è stato un tale abbassamento di qualità da farmi quasi dubitare di quello che stavo vedendo. Alcuni personaggi si sono proprio rovinati, tanto che, tra tutti quanti, come unici davvero interessanti sono rimasti solo Yoshino e Aika.
La seconda parte si è votata più al lato comico, ma non è questo che ha nettamente rovinato tutto: si poteva fare commedia senza scadere nel banale, prevedibile, ripetitivo e noioso. Al di fuori di certi episodi degni di nota, questa parte della serie merita a malapena la sufficienza.
In complesso è un anime che raggiunge la sufficienza e forse qualcosina in più, ma non va oltre al puro tentativo d'intrattenimento.
"Zetsuen no Tempest" è un anime del 2012 che, personalmente, mi ha delusa moltissimo, perché non mi ha saputo colpire con nulla, fatta eccezione per i personaggi; ma spiegheremo meglio dopo. Ci sono molti difetti a mio parere e li analizzeremo un po' alla volta.
Partendo dalla trama che, in breve, parla di un mondo in cui, in seguito alla perdita della sorella, uno dei due protagonisti, Mahiro, decide di partire alla ricerca dell'assassino della precedentemente citata sorella e durante il viaggio sarà accompagnato dall'amico Yoshino; tuttavia in questo contesto entrerà un qualcosa di molto più pericoloso.
La trama non mi ha colpita fin da subito perché parte molto lenta e, prima di vederci qualche spiraglio interessante, sono passati un bel po' di episodi; quando pensavo che ci sarebbe stata una qualche sorpresa, mi sono ritrovata ad assistere all'introduzione di un personaggio che poteva essere evitato a favore di un possibile colpo di scena che non sottolineo per evitare spoiler.
I personaggi non sono male, soprattutto il personaggio di Aika, che ha una certa aura, è particolare e l'ho trovata carina. Per quanto riguarda Hakaze, non mi ha colpita molto, ma ha avuto un'importanza notevole nella storia, come è giusto che sia, visto come viene presentata. Ora arriviamo ai due protagonisti maschili: il primo, Mahiro, lo boccio assolutamente, per tutto l'anime non ha fatto altro che parlare della sorella e comportarsi in modo innaturale, spesso senza senso e privo di una qualsiasi logica. Inoltre, il complesso della sorella minore è stato reso esageratamente, potevano contenersi! Yoshino di carattere non mi è piaciuto molto, quasi per niente a dir la verità, ma il design era fatto abbastanza bene e il suo amore per Aika mi ha colpita in un certo senso.
I design dei personaggi, tralasciando Mahiro e qualche altro personaggio, mi sono piaciuti abbastanza, ma si poteva fare di meglio; le migliori sono senza ombra di dubbio Hakaze e Aika!
Il comparto tecnico non mi ha colpita molto, non l'ho trovato troppo piacevole, soprattutto perché spesso le animazioni sono fatte male; tanto per citarne una: la scena dell'albero di Zetsuen in cui le animazioni sono orribili! (Sono rimasta sul vago per non spoilerare la scena). Per quanto riguarda gli "scenari", sono poco belli alla vista e poco scenici, non colpiscono lo spettatore. Il comparto sonoro a mio parere è il lato peggiore dell'anime, perché tocca veramente il fondo con musiche che non sono per niente orecchiabili e spesso non ci dovrebbero essere per creare un po' di tensione, ma niente...
Il mio giudizio su quest'anime è molto negativo, perché mi sono annoiata molto e non mi ha colpito veramente quasi nulla, quindi l'anime lo consiglio solo agli amanti degli anime con sfondo molto psicologico e riflessivo, ma lo sconsiglio agli altri.
Voto finale: 2
Partendo dalla trama che, in breve, parla di un mondo in cui, in seguito alla perdita della sorella, uno dei due protagonisti, Mahiro, decide di partire alla ricerca dell'assassino della precedentemente citata sorella e durante il viaggio sarà accompagnato dall'amico Yoshino; tuttavia in questo contesto entrerà un qualcosa di molto più pericoloso.
La trama non mi ha colpita fin da subito perché parte molto lenta e, prima di vederci qualche spiraglio interessante, sono passati un bel po' di episodi; quando pensavo che ci sarebbe stata una qualche sorpresa, mi sono ritrovata ad assistere all'introduzione di un personaggio che poteva essere evitato a favore di un possibile colpo di scena che non sottolineo per evitare spoiler.
I personaggi non sono male, soprattutto il personaggio di Aika, che ha una certa aura, è particolare e l'ho trovata carina. Per quanto riguarda Hakaze, non mi ha colpita molto, ma ha avuto un'importanza notevole nella storia, come è giusto che sia, visto come viene presentata. Ora arriviamo ai due protagonisti maschili: il primo, Mahiro, lo boccio assolutamente, per tutto l'anime non ha fatto altro che parlare della sorella e comportarsi in modo innaturale, spesso senza senso e privo di una qualsiasi logica. Inoltre, il complesso della sorella minore è stato reso esageratamente, potevano contenersi! Yoshino di carattere non mi è piaciuto molto, quasi per niente a dir la verità, ma il design era fatto abbastanza bene e il suo amore per Aika mi ha colpita in un certo senso.
I design dei personaggi, tralasciando Mahiro e qualche altro personaggio, mi sono piaciuti abbastanza, ma si poteva fare di meglio; le migliori sono senza ombra di dubbio Hakaze e Aika!
Il comparto tecnico non mi ha colpita molto, non l'ho trovato troppo piacevole, soprattutto perché spesso le animazioni sono fatte male; tanto per citarne una: la scena dell'albero di Zetsuen in cui le animazioni sono orribili! (Sono rimasta sul vago per non spoilerare la scena). Per quanto riguarda gli "scenari", sono poco belli alla vista e poco scenici, non colpiscono lo spettatore. Il comparto sonoro a mio parere è il lato peggiore dell'anime, perché tocca veramente il fondo con musiche che non sono per niente orecchiabili e spesso non ci dovrebbero essere per creare un po' di tensione, ma niente...
Il mio giudizio su quest'anime è molto negativo, perché mi sono annoiata molto e non mi ha colpito veramente quasi nulla, quindi l'anime lo consiglio solo agli amanti degli anime con sfondo molto psicologico e riflessivo, ma lo sconsiglio agli altri.
Voto finale: 2
Innanzitutto ci tengo a sottolineare che il voto tiene conto (logicamente) dei gusti personali.
Quest'anime, a mio parere, si merita un 10 sotto tutti i punti di vista, compreso quello grafico, ma lì (almeno nel mio caso) sono gusti personali.
La trama: assolutamente da 10, senza ombra di dubbio. Forse inizia un po' lenta, molte cose non sono chiare subito (certe cose vengono chiarite solamente negli ultimi episodi), ma è proprio il motivo per il quale ti senti obbligato a guardare l'episodio successivo; alla fine di ogni episodio senti il bisogno vitale di sapere come va avanti la storia! Inoltre ci sono molti colpi di scena e, calcolando che è una serie da soli ventiquattro episodi, direi che non è male, perché ce ne sono molti. Consigli: affinché ti piaccia la trama di quest'anime devono assolutamente piacerti i misteri, i ragionamenti logici, il soprannaturale e tutto ciò che è legato a magia e incantesimi.
Caratterizzazione dei personaggi: voto 10, sotto questo punto di vista si può dire che l'anime è nettamente diviso in due. C'è una prima parte in cui vengono presentati tutti i personaggi per come sono in quel momento della storia, e cercano di farti capire il carattere e la psicologia di ognuno di essi, mentre nella seconda parte (secondo me dal tredicesimo episodio in poi) c'è un netto cambiamento (collegato anche alla trama, ma non solo): da questo momento in poi, anche se c'erano dei personaggi che potevano risultare antipatici, tutto cade, non esisterà più un singolo personaggio che tu possa odiare! Questo sia per motivi legati alla trama sia per il fatto che ogni singolo personaggio intraprende un suo personale percorso di crescita e, inoltre, c'è più unione fra i vari personaggi e ci sono delle scene che, a parer mio, ci stanno troppo con il carattere del personaggio e fanno morire dal ridere, cosa da non poco, calcolando che comunque la trama non è proprio delle più allegre (anche se è risaputo che i Giapponesi sono bravi a sdrammatizzare e, soprattutto, a inserire scene comiche in momenti totalmente casuali).
Finale: voto 10. Per i miei gusti personali anche il finale è stato soddisfacente. Sicuramente è un finale prevedibile già dall'episodio 21, ma, vuoi per la trama, vuoi per i personaggi (se dopo più di venti episodi non ti sei affezionato ai personaggi di quest'anime, forse non è il tuo genere), vuoi per la voglia di vedere con i tuoi occhi come finisce l'anime, alla fine sei costretto a continuare a vederlo.
Consiglio fortemente quest'anime, sia per la trama che per la caratterizzazione dei personaggi; quest'ultima è così ben fatta che può insegnarti qualcosa sulla vita e può farti crescere (sempre se sai cogliere il messaggio!).
Per chi ha visto "Fullmetal Alchemist Brotherhood": il finale di quest'anime mi ha lasciata soddisfatta allo stesso modo di quello di "Fullmetal Alchemist Brotherhood"! Le caratterizzazioni dei personaggi sono quasi al suo livello (sempre tenendo conto che questo è un anime da ventiquattro episodi, mentre "Fullmetal Alchemist Brotherhood" ne ha sessantaquattro) e, come per "Fullmetal Alchemist Brotherhood", è un anime che lascia il segno e ti fa crescere un po', o comunque ti arricchisce l'animo, presentandoti situazioni difficili, ma anche una soluzione ad esse (soprattutto dal punto di vista psicologico).
Per chi decidesse di vederlo: buona visione!
In qualsiasi caso, ricordate sempre: "De gustibus non disputandum est!"
Quest'anime, a mio parere, si merita un 10 sotto tutti i punti di vista, compreso quello grafico, ma lì (almeno nel mio caso) sono gusti personali.
La trama: assolutamente da 10, senza ombra di dubbio. Forse inizia un po' lenta, molte cose non sono chiare subito (certe cose vengono chiarite solamente negli ultimi episodi), ma è proprio il motivo per il quale ti senti obbligato a guardare l'episodio successivo; alla fine di ogni episodio senti il bisogno vitale di sapere come va avanti la storia! Inoltre ci sono molti colpi di scena e, calcolando che è una serie da soli ventiquattro episodi, direi che non è male, perché ce ne sono molti. Consigli: affinché ti piaccia la trama di quest'anime devono assolutamente piacerti i misteri, i ragionamenti logici, il soprannaturale e tutto ciò che è legato a magia e incantesimi.
Caratterizzazione dei personaggi: voto 10, sotto questo punto di vista si può dire che l'anime è nettamente diviso in due. C'è una prima parte in cui vengono presentati tutti i personaggi per come sono in quel momento della storia, e cercano di farti capire il carattere e la psicologia di ognuno di essi, mentre nella seconda parte (secondo me dal tredicesimo episodio in poi) c'è un netto cambiamento (collegato anche alla trama, ma non solo): da questo momento in poi, anche se c'erano dei personaggi che potevano risultare antipatici, tutto cade, non esisterà più un singolo personaggio che tu possa odiare! Questo sia per motivi legati alla trama sia per il fatto che ogni singolo personaggio intraprende un suo personale percorso di crescita e, inoltre, c'è più unione fra i vari personaggi e ci sono delle scene che, a parer mio, ci stanno troppo con il carattere del personaggio e fanno morire dal ridere, cosa da non poco, calcolando che comunque la trama non è proprio delle più allegre (anche se è risaputo che i Giapponesi sono bravi a sdrammatizzare e, soprattutto, a inserire scene comiche in momenti totalmente casuali).
Finale: voto 10. Per i miei gusti personali anche il finale è stato soddisfacente. Sicuramente è un finale prevedibile già dall'episodio 21, ma, vuoi per la trama, vuoi per i personaggi (se dopo più di venti episodi non ti sei affezionato ai personaggi di quest'anime, forse non è il tuo genere), vuoi per la voglia di vedere con i tuoi occhi come finisce l'anime, alla fine sei costretto a continuare a vederlo.
Consiglio fortemente quest'anime, sia per la trama che per la caratterizzazione dei personaggi; quest'ultima è così ben fatta che può insegnarti qualcosa sulla vita e può farti crescere (sempre se sai cogliere il messaggio!).
Per chi ha visto "Fullmetal Alchemist Brotherhood": il finale di quest'anime mi ha lasciata soddisfatta allo stesso modo di quello di "Fullmetal Alchemist Brotherhood"! Le caratterizzazioni dei personaggi sono quasi al suo livello (sempre tenendo conto che questo è un anime da ventiquattro episodi, mentre "Fullmetal Alchemist Brotherhood" ne ha sessantaquattro) e, come per "Fullmetal Alchemist Brotherhood", è un anime che lascia il segno e ti fa crescere un po', o comunque ti arricchisce l'animo, presentandoti situazioni difficili, ma anche una soluzione ad esse (soprattutto dal punto di vista psicologico).
Per chi decidesse di vederlo: buona visione!
In qualsiasi caso, ricordate sempre: "De gustibus non disputandum est!"
Storia: 9. Anche se non ne ho apprezzato alcuni aspetti (forse marginali), nell'insieme la storia è abbastanza originale, ma è il modo in cui si sviluppa che la rende davvero di alto livello: colpi di scena a volte intuibili ma mai scontati, risoluzioni e svelamenti che arrivano al punto giusto e che permettono di dare un senso esauriente a tutte le premesse che apparivano indecifrabili. Il tutto si svolge in una atmosfera drammatica, che sullo sfondo ha molti richiami alla tragedie shakespeariane dell' "Amleto" e "La tempesta" (citati di sovente e che hanno un ruolo chiave per una lettura più profonda della serie). Tutto questo la rende davvero impegnativa e molto avvincente, fino ad arrivare al finale che, nonostante io ritenga gli ultimi episodi un po' in calo, chiude eccellentemente la storia e chiarisce in modo molto esauriente tutti gli interrogativi rimasti.
Caratterizzazione personaggi: 10. Una delle migliori in cui mi sia mai imbattuto, specialmente per i due protagonisti, ma anche per i personaggi secondari. La storia permette di capire ognuno di loro lungo tutto il corso in modo davvero profondo, rendendo chiari la loro natura, i loro ideali e come siano arrivati ad essere quello che sono, e soprattutto dando veramente un senso a tutte le loro azioni.
Grafica: 8. La grafica è ben curata sono tutti gli aspetti, dalle espressioni ai combattimenti (specialmente quelli).
Musica: 9. Spesso io non faccio molto caso alle colonne sonore, ma questa è davvero azzeccata: ho particolarmente apprezzato specialmente un brano di musica classica (mi rincresce non sapere quale sia), più volte utilizzato, che accresceva notevolmente l'atmosfera drammatica.
Caratterizzazione personaggi: 10. Una delle migliori in cui mi sia mai imbattuto, specialmente per i due protagonisti, ma anche per i personaggi secondari. La storia permette di capire ognuno di loro lungo tutto il corso in modo davvero profondo, rendendo chiari la loro natura, i loro ideali e come siano arrivati ad essere quello che sono, e soprattutto dando veramente un senso a tutte le loro azioni.
Grafica: 8. La grafica è ben curata sono tutti gli aspetti, dalle espressioni ai combattimenti (specialmente quelli).
Musica: 9. Spesso io non faccio molto caso alle colonne sonore, ma questa è davvero azzeccata: ho particolarmente apprezzato specialmente un brano di musica classica (mi rincresce non sapere quale sia), più volte utilizzato, che accresceva notevolmente l'atmosfera drammatica.
Sono rimasto molto colpito dall'anime, veramente molto ben congegnato. Raramente un anime con una trama profonda riesce a prendermi, questo non accadeva dai tempi di "Clannad - After Story". La trama gira intorno all'omicidio di una giovane ragazza, Aika Fuwa; tale assassinio mette in moto un susseguirsi di eventi che porteranno a uno scontro fra l'albero della Genesi e l'albero di Zetsuen e i loro rispettivi rappresentanti umani. L'opera si avvale delle composizioni teatrali "Amleto" e "La Tempesta", scritte dal bardo d'Avon, ovvero l'immortale Shakespeare. La peculiarità della storia è la presenza costante di Aika, che, sebbene morta prima dell'inizio della narrazione riesce comunque grazie alle sue azioni e citazioni a manipolare inconsapevolmente il succedersi degli eventi con acuta maestria. L'anime è la mera rappresentazione della logica umana che determina il mondo e dell'impossibilità di quest'ultima di essere stravolta, poiché dietro ogni azione di Hakaze, Mahiro o Yoshino si trova una spiegazione perfettamente razionale o sensata. Secondo la mia opinione nell'anime traspare l'idea che solo i sentimenti posso trascendere tale raziocinio dettato dalla ragione umana e dalle regole precostituite del mondo. Ovvero solo i sogni possono trascendere la realtà. Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è circondata dal sonno ("La Tempesta").
Questo anime è molto bello ed è da ritenere uno dei migliori usciti negli ultimi anni. Graficamente è ottimo, tutto è ben disegnato comprese le persone, i personaggi sono ben proporzionati in ogni parte del loro corpo. La caratterizzazione dei personaggi è qualcosa, a mio avviso, di spettacolare: in ogni occasione i personaggi ricordano la favolosa Aika con i sui insegnamenti, il suo carattere unico e non convenzionale/ribelle, ma allo stesso tempo tanto saggio quanto dolce; tutti i loro ricordi su di lei, oltre ad essere un insegnamento, ti tengono compagnia e ti scaldano il cuore anche dopo che si avrà finito di vedere questo anime.
Le canzoni di apertura e di chiusura sono molto belle, tranne secondo me la prima opening, che, essendo puro rock jap, non c'entra molto con il genere anime, anche se in effetti all'inizio delle prime dodici puntate è combattimento puro e mix di ricordi, cambiando poi genere nella seconda metà (la parte che preferisco). Le musiche di sottofondo sono molto belle, tutte orchestrali, e ovviamente la più bella per me è "Reminescence" (OST 1 track 02): questa musica, oltre ad essere molto bella, è usata spesso per ricordare le parole e i gesti di Aika; anche se un po' triste ti dà la forza e la gioia di andare avanti col ricordo di lei.
La trama è qualcosa di grande a mio avviso, basata sull'idea de "La Tempesta" di Shakespeare, e viene detto apertamente dai personaggi: infatti si notano alcune somiglianze nelle idee di partenza, come l'isola deserta della maga e altro, ma ciò che meglio è riuscita nello spunto è proprio la trama. Questa è strutturata bene per tutte le ventiquattro puntate, non fa perdere mai di interesse e tiene lo spettatore sempre incollato al video. Dopo aver completato l'anime, lo spettatore potrebbe pensare che parte della storia sia stata strutturata male, soprattutto la decisione di Aika (alcuni lo sottolineano), ma secondo me non vi è alcun errore, è tutto stato fatto appositamente per indurre chi lo guarda a crederlo a un primo approccio. Come per le opere di Shakespeare non bisogna basarsi solo sulle apparenze, ma continuare a ragionare per giungere alla corretta trama: infatti i personaggi stessi dicono che Aika ha sbagliato nella scelta, ma che la rispettano, e questa è una prova molto lampante di quello che sostengo. Continuando a ragionarci, comunque si potrebbe continuare a pensare che l'errore suo è stato comunque grande e per questo Hakaze sottolinea che lo ha fatto per loro, quindi analizzando il tutto si giunge alla soluzione che ha fatto apposta quella scelta errata per loro, gli unici che l'abbiano mai amata e accettata per quello che è.
Normalmente per un anime di questo calibro che potrebbe essere ritenuto un'opera del genere do un 10, ma, dato che come gli stessi protagonisti dicono, è basato su "La Tempesta" e quindi "una tragedia ma col finale in cui vissero tutti felici e contenti" (parole loro nelle prime puntate), io assegno un 9, perché sempre una tragedia è, anche se dal bellissimo finale. Mi raccomando di cercare le OST di questo anime, almeno per quelle dedicate ad Aika.
Le canzoni di apertura e di chiusura sono molto belle, tranne secondo me la prima opening, che, essendo puro rock jap, non c'entra molto con il genere anime, anche se in effetti all'inizio delle prime dodici puntate è combattimento puro e mix di ricordi, cambiando poi genere nella seconda metà (la parte che preferisco). Le musiche di sottofondo sono molto belle, tutte orchestrali, e ovviamente la più bella per me è "Reminescence" (OST 1 track 02): questa musica, oltre ad essere molto bella, è usata spesso per ricordare le parole e i gesti di Aika; anche se un po' triste ti dà la forza e la gioia di andare avanti col ricordo di lei.
La trama è qualcosa di grande a mio avviso, basata sull'idea de "La Tempesta" di Shakespeare, e viene detto apertamente dai personaggi: infatti si notano alcune somiglianze nelle idee di partenza, come l'isola deserta della maga e altro, ma ciò che meglio è riuscita nello spunto è proprio la trama. Questa è strutturata bene per tutte le ventiquattro puntate, non fa perdere mai di interesse e tiene lo spettatore sempre incollato al video. Dopo aver completato l'anime, lo spettatore potrebbe pensare che parte della storia sia stata strutturata male, soprattutto la decisione di Aika (alcuni lo sottolineano), ma secondo me non vi è alcun errore, è tutto stato fatto appositamente per indurre chi lo guarda a crederlo a un primo approccio. Come per le opere di Shakespeare non bisogna basarsi solo sulle apparenze, ma continuare a ragionare per giungere alla corretta trama: infatti i personaggi stessi dicono che Aika ha sbagliato nella scelta, ma che la rispettano, e questa è una prova molto lampante di quello che sostengo. Continuando a ragionarci, comunque si potrebbe continuare a pensare che l'errore suo è stato comunque grande e per questo Hakaze sottolinea che lo ha fatto per loro, quindi analizzando il tutto si giunge alla soluzione che ha fatto apposta quella scelta errata per loro, gli unici che l'abbiano mai amata e accettata per quello che è.
Normalmente per un anime di questo calibro che potrebbe essere ritenuto un'opera del genere do un 10, ma, dato che come gli stessi protagonisti dicono, è basato su "La Tempesta" e quindi "una tragedia ma col finale in cui vissero tutti felici e contenti" (parole loro nelle prime puntate), io assegno un 9, perché sempre una tragedia è, anche se dal bellissimo finale. Mi raccomando di cercare le OST di questo anime, almeno per quelle dedicate ad Aika.
Trama: le vicende della storia ruotano intorno a Mahiro Fuwa, un ragazzo la cui sorella è stata assassinata un anno prima, e il suo amico Yoshino Takigawa. Mahiro viene contattato tramite una bambola di legno da Hakaze Kusaribe, il leader del clan Kusaribe, che è stata portata e lasciata a morire su un'isola deserta dai suoi seguaci. Mahiro accetta di aiutare Hakaze, in cambio del suo aiuto per scoprire il colpevole dell'omicidio di sua sorella, rimasto irrisolto. Dopo aver scoperto le intenzioni del suo amico, Yoshino si unisce a Mahiro nella sua impresa di opporsi al clan Kusaribe, che intende risvegliare l' "Albero di Zetsuen", il cui potere può portare alla rovina l'intero mondo...
Impressioni: è una grandissima opera di Kyo Shirodaira, riportata in anime dallo studio Bones, che ricordiamo per "Full Metal Alchemist", "Darker than Black" e altre opere come "Noragami" ed "Eureka 7". Una storia a fondo psicologico, con grandi citazioni alle tragedie di Shakespeare, soprattutto "Amleto" e "La tempesta", da cui l'anime prende il nome. Ci ritroveremo davanti a uno scenario apocalittico, dove ogni essere umano che entra in contatto con le radiazioni del "seme" viene trasformato in una statua di ferro. Personaggi enigmatici e carismatici ci accompagneranno durante la narrazione a tratti frenetica a tratti lenta, che però non mancherà di interesse. Ben realizzate le animazioni e il design, soprattutto nei combattimenti a suon di magia. La tragedia è il punto forte dell'opera: un amore segreto, una morte inaspettata e due ragazzi che combattono il futuro alla ricerca di un passato rubato. Non è per tutti i palati, se cercate solo il classico shonen di mazzate, beh, avete sbagliato anime. Infatti per gran parte della storia i combattimenti saranno più dal punto di vista psicologico, e ciò potrà annoiare lo spettatore non abituato al genere. La seconda parte dell'anime perde un po' di smalto e cade nella banalità. Gli episodi finali sono molto interessanti con piccoli spunti di riflessione qua e là. Le OST sono di ottima qualità, soprattutto la prima opening. Consiglio assolutamente la visione, se vi volete godere una trama non banale, con tanti ragionamenti e una storia che, sebbene non sia il massimo dell'originalità, riesce a prenderti già dal primo episodio per i suoi toni cupi.
Voto: 8
Impressioni: è una grandissima opera di Kyo Shirodaira, riportata in anime dallo studio Bones, che ricordiamo per "Full Metal Alchemist", "Darker than Black" e altre opere come "Noragami" ed "Eureka 7". Una storia a fondo psicologico, con grandi citazioni alle tragedie di Shakespeare, soprattutto "Amleto" e "La tempesta", da cui l'anime prende il nome. Ci ritroveremo davanti a uno scenario apocalittico, dove ogni essere umano che entra in contatto con le radiazioni del "seme" viene trasformato in una statua di ferro. Personaggi enigmatici e carismatici ci accompagneranno durante la narrazione a tratti frenetica a tratti lenta, che però non mancherà di interesse. Ben realizzate le animazioni e il design, soprattutto nei combattimenti a suon di magia. La tragedia è il punto forte dell'opera: un amore segreto, una morte inaspettata e due ragazzi che combattono il futuro alla ricerca di un passato rubato. Non è per tutti i palati, se cercate solo il classico shonen di mazzate, beh, avete sbagliato anime. Infatti per gran parte della storia i combattimenti saranno più dal punto di vista psicologico, e ciò potrà annoiare lo spettatore non abituato al genere. La seconda parte dell'anime perde un po' di smalto e cade nella banalità. Gli episodi finali sono molto interessanti con piccoli spunti di riflessione qua e là. Le OST sono di ottima qualità, soprattutto la prima opening. Consiglio assolutamente la visione, se vi volete godere una trama non banale, con tanti ragionamenti e una storia che, sebbene non sia il massimo dell'originalità, riesce a prenderti già dal primo episodio per i suoi toni cupi.
Voto: 8
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un anime difficile da recensire: il mio voto è stato quantomeno combattuto, e do 7 invece di 8 perché la caduta di stile nel gestire la storia nella seconda metà ha un suo peso, a mio avviso.
La trama è sicuramente intrigante e se la uniamo al modo profondo in cui sono analizzati taluni personaggi si può dire che siamo davvero di fronte a un prodotto di merito; di contro, proprio perché l'analisi è così meticolosa, a volte ossessiva, fa sì che la storia in sé a volte risenta del peso dei passaggi analitici o che di contro la focalizzazione sugli eventi finisca per perdersi.
Questa serie punta tutto il suo intreccio sulla definizione di logica globale, sommato al concetto di nesso di causalità e teoria di causa ed effetto: per dirla in breve chi è responsabile di cosa con le scelte che compie, calato in una situazione e con i vari fattori coinvolti. Molto spesso quindi lo spettatore viene trascinato in discorsi macchinosi di analisi degli eventi volti a capire chi è la causa di cosa in una scala più ampia del mero dire chi ha fatto cosa come ultima azione, ma guardando tutta la catena di eventi a monte. Seguendo questa teoria si può dire che il responsabile di un bombardamento non è il pilota del caccia che sgancia la bomba, ma chi gli ha dato l'ordine, l'apparato militare coinvolto, il governo da cui questo dipende, lo stato del governo coinvolto, etc.; tutto molto bello su carta, ma nell'anime in questione si fanno queste analisi dalla prima puntata all'ultima. Il che se vogliamo è intrigante, perché alcuni personaggi sono così assoggettati al bisogno di raziocinio, che la consequenzialità logica diventa una necessità estrema, e quindi lo spettatore viene trascinato in discorsi o monologhi anche molto lunghi di analisi e controanalisi, in quanto non sempre la catena di eventi è chiara.
La storia segue due ragazzi, Mahiro e Yashino, i quali si ritrovano per ragioni diverse coinvolti nella guerra di un clan di maghi e della loro principessa, protetta dall'albero della genesi e quindi della logica del mondo, il tutto per la classica salvezza del mondo. Insieme agli eventi e al problema della causa-effetto di cui sopra anche il lato emotivo umano viene trattato, il che è senza dubbio pregevole, ma dopo la prima metà della serie la successione di eventi ha un momento di caduta, con anche problemi nella logica della faccenda; alcuni voli pindarici per far reggere la baracca sanno di unghie sugli specchi. Lo stesso personaggio di Mahiro (il logico assoluto) per tutto l'anime è chiaramente devastato da un evento emotivo, quindi che poggia più sull'irrazionale che altro, ma è la possibilità di ottenere la spiegazione logica la soluzione ai suoi mali; onestamente un po' troppo semplicistico per quello a cui sembrava puntare l'anime all'inizio, che di fatto mostra come un logico razionale crolli quando a devastarlo sono emozioni e irrazionalità.
Devo ammettere che nonostante l'inciampo la serie ridecolla prima della fine e riesce a concludersi in modo decente, cosa senza dubbio positiva.
Venendo al comparto tecnico, tutto nella norma per una serie di questi anni: grafica piacevole, disegni davvero bellini e animazioni fluide; le musiche sono buone, ma niente di eccezionale. Di fatto è la chiacchiera che la fa da padrone, non tanto gli accompagnamenti; opening ed ending sono comunque orecchiabili.
La trama è sicuramente intrigante e se la uniamo al modo profondo in cui sono analizzati taluni personaggi si può dire che siamo davvero di fronte a un prodotto di merito; di contro, proprio perché l'analisi è così meticolosa, a volte ossessiva, fa sì che la storia in sé a volte risenta del peso dei passaggi analitici o che di contro la focalizzazione sugli eventi finisca per perdersi.
Questa serie punta tutto il suo intreccio sulla definizione di logica globale, sommato al concetto di nesso di causalità e teoria di causa ed effetto: per dirla in breve chi è responsabile di cosa con le scelte che compie, calato in una situazione e con i vari fattori coinvolti. Molto spesso quindi lo spettatore viene trascinato in discorsi macchinosi di analisi degli eventi volti a capire chi è la causa di cosa in una scala più ampia del mero dire chi ha fatto cosa come ultima azione, ma guardando tutta la catena di eventi a monte. Seguendo questa teoria si può dire che il responsabile di un bombardamento non è il pilota del caccia che sgancia la bomba, ma chi gli ha dato l'ordine, l'apparato militare coinvolto, il governo da cui questo dipende, lo stato del governo coinvolto, etc.; tutto molto bello su carta, ma nell'anime in questione si fanno queste analisi dalla prima puntata all'ultima. Il che se vogliamo è intrigante, perché alcuni personaggi sono così assoggettati al bisogno di raziocinio, che la consequenzialità logica diventa una necessità estrema, e quindi lo spettatore viene trascinato in discorsi o monologhi anche molto lunghi di analisi e controanalisi, in quanto non sempre la catena di eventi è chiara.
La storia segue due ragazzi, Mahiro e Yashino, i quali si ritrovano per ragioni diverse coinvolti nella guerra di un clan di maghi e della loro principessa, protetta dall'albero della genesi e quindi della logica del mondo, il tutto per la classica salvezza del mondo. Insieme agli eventi e al problema della causa-effetto di cui sopra anche il lato emotivo umano viene trattato, il che è senza dubbio pregevole, ma dopo la prima metà della serie la successione di eventi ha un momento di caduta, con anche problemi nella logica della faccenda; alcuni voli pindarici per far reggere la baracca sanno di unghie sugli specchi. Lo stesso personaggio di Mahiro (il logico assoluto) per tutto l'anime è chiaramente devastato da un evento emotivo, quindi che poggia più sull'irrazionale che altro, ma è la possibilità di ottenere la spiegazione logica la soluzione ai suoi mali; onestamente un po' troppo semplicistico per quello a cui sembrava puntare l'anime all'inizio, che di fatto mostra come un logico razionale crolli quando a devastarlo sono emozioni e irrazionalità.
Devo ammettere che nonostante l'inciampo la serie ridecolla prima della fine e riesce a concludersi in modo decente, cosa senza dubbio positiva.
Venendo al comparto tecnico, tutto nella norma per una serie di questi anni: grafica piacevole, disegni davvero bellini e animazioni fluide; le musiche sono buone, ma niente di eccezionale. Di fatto è la chiacchiera che la fa da padrone, non tanto gli accompagnamenti; opening ed ending sono comunque orecchiabili.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Il mondo è fuor dei cardini: che maledetta noia. Esser nato per rimetterlo in sesto."
Così esordisce l'anime "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster", cullandosi tra le dolci e leggiadre parole di Shakespeare. Tale opera è uscita nel 2012 e, a mio avviso, rappresenta un esemplare d'incredibile bellezza nel panorama completo delle serie animate giapponesi. Originale, geniale e appassionante, ecco tre aggettivi che esprimono solamente un frammento di "Zetsuen no Tempest".
La storia incomincia introducendo subito i tre protagonisti: Yoshino Takigawa, studente liceale dal comportamento abbastanza remissivo, apparentemente disinteressato a ciò che gli succede attorno, ma, allo stesso tempo, dalla coscienza ambigua e astuta. L'altro ragazzo che compare è Mahiro Fuwa, impulsivo, energico, totalmente l'opposto di Yoshino, ma, nonostante ciò, caro amico di quest'ultimo. L'ultima è Aika Fuwa (e qui i miei occhi brillano al solo descriverla), sorellastra di Mahiro e vera appassionata di Shakespeare. Il suo comportamento è strano, dolce, ma allo stesso tempo è sensuale e furba, sincera, ma anche doppiogiochista... insomma, sarà lei, fin da subito, a costituire il fulcro di tutto l'anime, soprattutto dopo il suo assassinio.
Esatto! Aika viene assassinata in maniera misteriosa e ciò porta enormi sconvolgimenti nel mondo dei due ragazzi: Mahiro si allea con la maga più forte del mondo, Hakaze Kusaribe, che, in cambio dell'aiuto del ragazzo per fermare uno strano scontro tra entità magiche, rivelerà allo studente il nome dell'assassino della sorella. Yoshino, di fatto, verrà inevitabilmente coinvolto nelle vicende dell'amico e, anche lui, dovrà affrontare lo schieramento nemico del clan Kusaribe, avverso ad Hakaze (la ragazza infatti è stata catturata con l'inganno e imprigionata in un'isola deserta. Può comunicare con i due ragazzi tramite una bambola di legno incantata).
Se all'inizio la situazione sembra complessa, non preoccupatevi, solo nel corso delle puntate sarà possibile risalire lentamente alla linea logica dei vari avvenimenti in corso. Brevemente, ci sono due alberi che si scontrano per ottenere il controllo della "logica" del mondo: l'albero della genesi, protetto dalla fazione di Hakaze Kusaribe, e l'albero di Zetzuen, appoggiato da Samon Kusaribe. Arrivati a questo punto penso di avervi detto tutto (in realtà c'è molto altro), in quanto vorrei evitarvi spoiler odiosi, senza contare che la struttura stessa dell'anime non sarebbe più la stessa se vi rivelassi dei passaggi particolari. La catena di ragionamenti che i protagonisti compiono per risolvere i vari problemi è così bella e ben realizzata che, anticiparvi le scelte finali, sembrerebbe un crimine contro l'umanità.
Passiamo dunque ad analizzare l'opera a livello generale.
Innanzitutto i personaggi, incredibilmente carichi di sentimenti. La coscienza dei vari protagonisti viene analizzata molto attentamente, grazie anche alle varie voci interiori che, nel corso delle varie puntate, mostrano i vari sentimenti e ragionamenti compiuti. I personaggi mostrano un comportamento "anti-eroico", cioè non esprimono i classici valori morali che, seppur giusti, appaiono sempre poco realizzabili nel mondo reale, ma, anzi, vengono trascinati dalla rabbia, dalla vendetta, dal dolore e così via. Un'ulteriore questione che non ho menzionato prima (appositamente) è la "ragazza" di Yoshino: il ragazzo afferma di avere una fidanzata, ma quest'ultima non compare mai nei vari episodi, forse perché questa fantomatica fanciulla altri non è che Aika, la sorellastra di Mahiro (non è uno spoiler, in quanto non verrà mai veramente tenuto segreto, o meglio, Yoshino manterrà il segreto con gli altri personaggi, ma non allo spettatore). Un amore mai sbocciato del tutto e una promessa rimasta incompiuta... la vicenda mi ha fatto letteralmente impazzire, non solo per la forte carica emotiva espressa dai due giovani amanti, ma anche dal segreto che Yoshino mantiene dopo un anno intero dalla morte della ragazza, per rispettare l'amico Mahiro, stranamente ossessionato dalla sorella. Nella seconda parte la maga Hakaze si scoprirà innamorata di Yoshino e questo metterà nuova carne alla brace, tenendo conto degli avvenimenti delle ultime puntate, che eviterò di raccontarvi.
La grafica è esemplare, bella e dai colori particolari. Le musiche ben realizzate e ho apprezzato moltissimo la prima opening. Per quanto riguarda la regia e l'organizzazione dell'anime, non mi rimane che applaudire, in quanto riesce a coinvolgere dalla prima all'ultima puntata, alternando momenti drammatici e romantici a scene maggiormente d'azione, oppure più "comicheggianti".
Il doppiaggio è svolto molto bene e, lo ammetto, mi sono innamorato della voce di Aika, sensuale ed elegante, una voce che, già da sé, sembra racchiudere oscuri segreti.
L'anime si struttura in due parti evidenti: la prima dove cercano di proteggere l'albero della genesi e la seconda dove, al contrario, dovranno capire se la scelta fatta in precedenza sia stata giusta o meno. L'albero della genesi infatti sembra voler cancellare tutta l'esistenza umana, al fine di farla ripartire da capo per creare una realtà perfetta. Al contrario l'albero di Zetsuen sembra un'entità malvagia, contraria alla logica del mondo... chissà come si comporteranno i nostri eroi. Molti hanno riscontrato un calo di qualità nella seconda parte, ma, a mio avviso, la maggiore allegria e spensieratezza non determina necessariamente una qualità scadente, semplicemente le questioni vengono affrontate in maniera differente.
Concludo (per non dilungarmi troppo) consigliandovi vivamente quest'opera, capace di appassionare e coinvolgere, grazie ai misteri in essa presenti. La morte di Aika sembra fin da subito strana e misteriosa, ma nel corso delle puntate assume caratteristiche ancor più misteriose, tanto che appare coinvolta nello scontro tra i due alberi. Se la figura di Aika è un capolavoro, nemmeno Hakaze sfigura, con i lunghi capelli rossi e la sua vivace allegria.
Le mie ultime parole vanno a Shakespeare, omaggiato fino all'estremo in "Zetsuen no Tempest", in particolare l'"Amleto" e "La Tempesta": la prima una tragedia, la seconda una commedia. La trama dell'anime sembra la coesione di queste due opere teatrali , mischiando dunque la vendetta amletiana e la misteriosa isola de "La Tempesta", al fine di creare un'epopea shakespeariana di qualità notevole. Vi lascio con un quesito che, nel corso dell'anime, la stessa Aika rivolgerà più volte (sembra quasi che la ragazza riesca a prevedere il futuro): "Come andranno a finire le cose? Si tratterà di una tragedia o di una commedia?" Solo le azioni di Mahiro e Yoshino potranno decidere l'esito di questa incredibile opera "teatrale".
Voto finale: 9 e mezzo
"Il mondo è fuor dei cardini: che maledetta noia. Esser nato per rimetterlo in sesto."
Così esordisce l'anime "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster", cullandosi tra le dolci e leggiadre parole di Shakespeare. Tale opera è uscita nel 2012 e, a mio avviso, rappresenta un esemplare d'incredibile bellezza nel panorama completo delle serie animate giapponesi. Originale, geniale e appassionante, ecco tre aggettivi che esprimono solamente un frammento di "Zetsuen no Tempest".
La storia incomincia introducendo subito i tre protagonisti: Yoshino Takigawa, studente liceale dal comportamento abbastanza remissivo, apparentemente disinteressato a ciò che gli succede attorno, ma, allo stesso tempo, dalla coscienza ambigua e astuta. L'altro ragazzo che compare è Mahiro Fuwa, impulsivo, energico, totalmente l'opposto di Yoshino, ma, nonostante ciò, caro amico di quest'ultimo. L'ultima è Aika Fuwa (e qui i miei occhi brillano al solo descriverla), sorellastra di Mahiro e vera appassionata di Shakespeare. Il suo comportamento è strano, dolce, ma allo stesso tempo è sensuale e furba, sincera, ma anche doppiogiochista... insomma, sarà lei, fin da subito, a costituire il fulcro di tutto l'anime, soprattutto dopo il suo assassinio.
Esatto! Aika viene assassinata in maniera misteriosa e ciò porta enormi sconvolgimenti nel mondo dei due ragazzi: Mahiro si allea con la maga più forte del mondo, Hakaze Kusaribe, che, in cambio dell'aiuto del ragazzo per fermare uno strano scontro tra entità magiche, rivelerà allo studente il nome dell'assassino della sorella. Yoshino, di fatto, verrà inevitabilmente coinvolto nelle vicende dell'amico e, anche lui, dovrà affrontare lo schieramento nemico del clan Kusaribe, avverso ad Hakaze (la ragazza infatti è stata catturata con l'inganno e imprigionata in un'isola deserta. Può comunicare con i due ragazzi tramite una bambola di legno incantata).
Se all'inizio la situazione sembra complessa, non preoccupatevi, solo nel corso delle puntate sarà possibile risalire lentamente alla linea logica dei vari avvenimenti in corso. Brevemente, ci sono due alberi che si scontrano per ottenere il controllo della "logica" del mondo: l'albero della genesi, protetto dalla fazione di Hakaze Kusaribe, e l'albero di Zetzuen, appoggiato da Samon Kusaribe. Arrivati a questo punto penso di avervi detto tutto (in realtà c'è molto altro), in quanto vorrei evitarvi spoiler odiosi, senza contare che la struttura stessa dell'anime non sarebbe più la stessa se vi rivelassi dei passaggi particolari. La catena di ragionamenti che i protagonisti compiono per risolvere i vari problemi è così bella e ben realizzata che, anticiparvi le scelte finali, sembrerebbe un crimine contro l'umanità.
Passiamo dunque ad analizzare l'opera a livello generale.
Innanzitutto i personaggi, incredibilmente carichi di sentimenti. La coscienza dei vari protagonisti viene analizzata molto attentamente, grazie anche alle varie voci interiori che, nel corso delle varie puntate, mostrano i vari sentimenti e ragionamenti compiuti. I personaggi mostrano un comportamento "anti-eroico", cioè non esprimono i classici valori morali che, seppur giusti, appaiono sempre poco realizzabili nel mondo reale, ma, anzi, vengono trascinati dalla rabbia, dalla vendetta, dal dolore e così via. Un'ulteriore questione che non ho menzionato prima (appositamente) è la "ragazza" di Yoshino: il ragazzo afferma di avere una fidanzata, ma quest'ultima non compare mai nei vari episodi, forse perché questa fantomatica fanciulla altri non è che Aika, la sorellastra di Mahiro (non è uno spoiler, in quanto non verrà mai veramente tenuto segreto, o meglio, Yoshino manterrà il segreto con gli altri personaggi, ma non allo spettatore). Un amore mai sbocciato del tutto e una promessa rimasta incompiuta... la vicenda mi ha fatto letteralmente impazzire, non solo per la forte carica emotiva espressa dai due giovani amanti, ma anche dal segreto che Yoshino mantiene dopo un anno intero dalla morte della ragazza, per rispettare l'amico Mahiro, stranamente ossessionato dalla sorella. Nella seconda parte la maga Hakaze si scoprirà innamorata di Yoshino e questo metterà nuova carne alla brace, tenendo conto degli avvenimenti delle ultime puntate, che eviterò di raccontarvi.
La grafica è esemplare, bella e dai colori particolari. Le musiche ben realizzate e ho apprezzato moltissimo la prima opening. Per quanto riguarda la regia e l'organizzazione dell'anime, non mi rimane che applaudire, in quanto riesce a coinvolgere dalla prima all'ultima puntata, alternando momenti drammatici e romantici a scene maggiormente d'azione, oppure più "comicheggianti".
Il doppiaggio è svolto molto bene e, lo ammetto, mi sono innamorato della voce di Aika, sensuale ed elegante, una voce che, già da sé, sembra racchiudere oscuri segreti.
L'anime si struttura in due parti evidenti: la prima dove cercano di proteggere l'albero della genesi e la seconda dove, al contrario, dovranno capire se la scelta fatta in precedenza sia stata giusta o meno. L'albero della genesi infatti sembra voler cancellare tutta l'esistenza umana, al fine di farla ripartire da capo per creare una realtà perfetta. Al contrario l'albero di Zetsuen sembra un'entità malvagia, contraria alla logica del mondo... chissà come si comporteranno i nostri eroi. Molti hanno riscontrato un calo di qualità nella seconda parte, ma, a mio avviso, la maggiore allegria e spensieratezza non determina necessariamente una qualità scadente, semplicemente le questioni vengono affrontate in maniera differente.
Concludo (per non dilungarmi troppo) consigliandovi vivamente quest'opera, capace di appassionare e coinvolgere, grazie ai misteri in essa presenti. La morte di Aika sembra fin da subito strana e misteriosa, ma nel corso delle puntate assume caratteristiche ancor più misteriose, tanto che appare coinvolta nello scontro tra i due alberi. Se la figura di Aika è un capolavoro, nemmeno Hakaze sfigura, con i lunghi capelli rossi e la sua vivace allegria.
Le mie ultime parole vanno a Shakespeare, omaggiato fino all'estremo in "Zetsuen no Tempest", in particolare l'"Amleto" e "La Tempesta": la prima una tragedia, la seconda una commedia. La trama dell'anime sembra la coesione di queste due opere teatrali , mischiando dunque la vendetta amletiana e la misteriosa isola de "La Tempesta", al fine di creare un'epopea shakespeariana di qualità notevole. Vi lascio con un quesito che, nel corso dell'anime, la stessa Aika rivolgerà più volte (sembra quasi che la ragazza riesca a prevedere il futuro): "Come andranno a finire le cose? Si tratterà di una tragedia o di una commedia?" Solo le azioni di Mahiro e Yoshino potranno decidere l'esito di questa incredibile opera "teatrale".
Voto finale: 9 e mezzo
Già dal titolo, Zetsuen no Tempest lascia intendere quanto importanti siano al suo interno gli influssi dell'opera teatrale di Shakespeare: non soltanto le citazioni da La Tempesta e Amleto abbondano nel corso dei ventiquattro episodi, ma le vicende stesse dei protagonisti sono ispirate ai lavori del Bardo dell'Avon e ricorrono spesso lunghi monologhi di stampo teatrale.
Mahiro Fuwa, assetato di vendetta contro il misterioso assassino di sua sorella Aika Fuwa, uccisa un anno prima, entra in contatto con Hakaze Kusaribe, potentissima principessa del clan di maghi Kusaribe, esiliata su un'isola deserta dai suoi stessi seguaci che hanno intenzione di risvegliare l'Albero di Zetsuen, antagonista dell'Albero della Genesi che la principessa serve; Hakaze promette a Mahiro di aiutarlo nella sua ricerca del colpevole, in cambio dell'aiuto per liberarsi e fermare la rinascita dell'Albero di Zetsuen. Assieme a Mahiro troviamo l'altro protagonista, Yoshino Takigawa, suo amico. I due ragazzi sono così catapultati in una lotta senza quartiere per fermare Samon, il traditore del clan Kusaribe, in cui è coinvolta anche una divisione dell'esercito giapponese. La storia si dipana attraverso vari colpi di scena che riguardano tanto la vera natura dei due Alberi quanto la tragedia della morte di Aika.
Nei quattro personaggi principali si possono intravedere le caratteristiche di alcuni immortali protagonisti delle opere shakespeariane: Mahiro insegue la vendetta come Amleto e Laerte; Yoshino è spettatore del cammino verso la vendetta dell'amico come Orazio; Hakaze è simile a Prospero, il mago de La Tempesta abbandonato su un'isola deserta dal fratello traditore; Aika ha un tragico destino simile a quello di Ofelia. Quest'ultimo personaggio, pur apparendo nella serie soprattutto tramite flashback, è di importanza fondamentale perché la sua morte condiziona tutte le azioni di Mahiro e Yoshino; gli altri tre, invece, nel corso della storia crescono psicologicamente, dovendo affrontare (e superare) il proprio passato oppure i nuovi sentimenti che iniziano a provare.
Nonostante la presenza della magia, la serie non scade mai in combattimenti inutili e spettacolari fini a sé stessi. Mahiro e Yoshino, anzi, non sono affatto maghi, ma possono utilizzare la magia soltanto tramite talismani, ossia oggetti incantati da un mago del clan Kusaribe; la stessa magia dei Kusaribe, poi, è puramente difensiva e curativa, anche se più avanti nella serie apparirà una figura, il mago di Zetsuen, capace di utilizzare magia offensiva. Largo spazio è lasciato invece all'elaborazione di strategie per superare la difficoltà di turno, tanto che il famigerato scontro con Samon per salvare la principessa Hakaze si trasforma in un lungo botta-e-risposta fra il mago e i due protagonisti per dimostrare la possibilità o meno di riportare la ragazza nella loro linea temporale. Spazio ancora maggiore è dato all'approfondimento dei personaggi, del loro passato (con frequenti flashback) e dei loro sentimenti, soprattutto nella seconda parte, ingiustamente considerata inferiore alla prima solo perché meno incentrata sui combattimenti e sull'azione: vediamo così la principessa Kusaribe alle prese con la prima cotta e con le stesse inquietudini di una ragazza qualsiasi, conosciamo meglio il tipo di relazione che c'era fra Yoshino, Mahiro e Aika, ritroviamo i vecchi nemici nelle vesti di alleati e assistiamo a qualche siparietto comico gustoso. La comparsa di paradossi temporali e viaggi nel tempo, poi, ingarbuglia ulteriormente la storia costringendo lo spettatore a un ulteriore sforzo per seguire tutti i passaggi, ma per molti, compreso il sottoscritto, questa complessità è uno dei punti di forza dell'opera, perché la distinguono da altri shonen più lineari e banali; uno spettatore con meno pazienza e più voglia di azione, però, potrebbe vedere questa complessità come un difetto piuttosto che un pregio.
La realizzazione tecnica della serie si attesta su alti livelli, come avviene di solito per qualsiasi produzione dello studio Bones (che, per chi non lo sapesse, ha realizzato RahXephon, Eureka Seven e Full Metal Alchemist): le animazioni sono fluide e fanno uso della CGI nella giusta quantità, soprattutto nelle scene in cui vi sono incantesimi; il character design è gradevole; le musiche sono calzanti con le varie situazioni; belle anche le opening (soprattutto la prima, Spirit Inspiration, totalmente in inglese) e le ending.
In definitiva, Zetsuen no Tempest è uno di quegli anime consigliati a chi apprezza il genere fantastico ed è alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito, a patto che si armi di pazienza e concentrazione per seguire una trama che però sa essere intrigante e avvincente.
Mahiro Fuwa, assetato di vendetta contro il misterioso assassino di sua sorella Aika Fuwa, uccisa un anno prima, entra in contatto con Hakaze Kusaribe, potentissima principessa del clan di maghi Kusaribe, esiliata su un'isola deserta dai suoi stessi seguaci che hanno intenzione di risvegliare l'Albero di Zetsuen, antagonista dell'Albero della Genesi che la principessa serve; Hakaze promette a Mahiro di aiutarlo nella sua ricerca del colpevole, in cambio dell'aiuto per liberarsi e fermare la rinascita dell'Albero di Zetsuen. Assieme a Mahiro troviamo l'altro protagonista, Yoshino Takigawa, suo amico. I due ragazzi sono così catapultati in una lotta senza quartiere per fermare Samon, il traditore del clan Kusaribe, in cui è coinvolta anche una divisione dell'esercito giapponese. La storia si dipana attraverso vari colpi di scena che riguardano tanto la vera natura dei due Alberi quanto la tragedia della morte di Aika.
Nei quattro personaggi principali si possono intravedere le caratteristiche di alcuni immortali protagonisti delle opere shakespeariane: Mahiro insegue la vendetta come Amleto e Laerte; Yoshino è spettatore del cammino verso la vendetta dell'amico come Orazio; Hakaze è simile a Prospero, il mago de La Tempesta abbandonato su un'isola deserta dal fratello traditore; Aika ha un tragico destino simile a quello di Ofelia. Quest'ultimo personaggio, pur apparendo nella serie soprattutto tramite flashback, è di importanza fondamentale perché la sua morte condiziona tutte le azioni di Mahiro e Yoshino; gli altri tre, invece, nel corso della storia crescono psicologicamente, dovendo affrontare (e superare) il proprio passato oppure i nuovi sentimenti che iniziano a provare.
Nonostante la presenza della magia, la serie non scade mai in combattimenti inutili e spettacolari fini a sé stessi. Mahiro e Yoshino, anzi, non sono affatto maghi, ma possono utilizzare la magia soltanto tramite talismani, ossia oggetti incantati da un mago del clan Kusaribe; la stessa magia dei Kusaribe, poi, è puramente difensiva e curativa, anche se più avanti nella serie apparirà una figura, il mago di Zetsuen, capace di utilizzare magia offensiva. Largo spazio è lasciato invece all'elaborazione di strategie per superare la difficoltà di turno, tanto che il famigerato scontro con Samon per salvare la principessa Hakaze si trasforma in un lungo botta-e-risposta fra il mago e i due protagonisti per dimostrare la possibilità o meno di riportare la ragazza nella loro linea temporale. Spazio ancora maggiore è dato all'approfondimento dei personaggi, del loro passato (con frequenti flashback) e dei loro sentimenti, soprattutto nella seconda parte, ingiustamente considerata inferiore alla prima solo perché meno incentrata sui combattimenti e sull'azione: vediamo così la principessa Kusaribe alle prese con la prima cotta e con le stesse inquietudini di una ragazza qualsiasi, conosciamo meglio il tipo di relazione che c'era fra Yoshino, Mahiro e Aika, ritroviamo i vecchi nemici nelle vesti di alleati e assistiamo a qualche siparietto comico gustoso. La comparsa di paradossi temporali e viaggi nel tempo, poi, ingarbuglia ulteriormente la storia costringendo lo spettatore a un ulteriore sforzo per seguire tutti i passaggi, ma per molti, compreso il sottoscritto, questa complessità è uno dei punti di forza dell'opera, perché la distinguono da altri shonen più lineari e banali; uno spettatore con meno pazienza e più voglia di azione, però, potrebbe vedere questa complessità come un difetto piuttosto che un pregio.
La realizzazione tecnica della serie si attesta su alti livelli, come avviene di solito per qualsiasi produzione dello studio Bones (che, per chi non lo sapesse, ha realizzato RahXephon, Eureka Seven e Full Metal Alchemist): le animazioni sono fluide e fanno uso della CGI nella giusta quantità, soprattutto nelle scene in cui vi sono incantesimi; il character design è gradevole; le musiche sono calzanti con le varie situazioni; belle anche le opening (soprattutto la prima, Spirit Inspiration, totalmente in inglese) e le ending.
In definitiva, Zetsuen no Tempest è uno di quegli anime consigliati a chi apprezza il genere fantastico ed è alla ricerca di qualcosa di diverso dal solito, a patto che si armi di pazienza e concentrazione per seguire una trama che però sa essere intrigante e avvincente.
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è uno di quegli anime che lascia un fortissimo amaro in bocca, in quanto, pur rivelandosi un ottimo anime, riesce a perdere per strada la possibilità di essere qualcosa di più di questo, ossia un qualcosa di veramente memorabile. I fattori per diventarlo c'erano tutti: personaggi dotati di carisma e profondità psicologica, una trama non banale e abbastanza originale, una serie di enigmi risolvibili usando la logica, un apparato grafico all'altezza e una colonna sonora gradevole. Ma, come accade spesso agli anime in cui la sceneggiatura viene spaccata in due tronconi, la seconda parte perde gran parte del fascino esercitata dalla prima e, pur consentendo all'autore, tale Kyo Shirodaira, di mettere comunque nel suo curriculum la creazione di un buon anime, non gli consente di essere celebrato per aver creato un titolo degno di essere ricordato per la sua eccellenza.
Sconvolto dalla morte per motivi ignoti di sua sorella Aika (con la quale però non condivide alcun legame di sangue), il giovane Mahiro Fuwa decide di dedicare la sua vita alla ricerca degli assassini al fine di potersi vendicare. Passeggiando sulla spiaggia, un bel giorno si imbatte in una bottiglia contenente un messaggio; il mittente è una potente maga, Hakaze Kusaribe, che era stata abbandonata dal suo clan su un'isola deserta all'interno di una botte. I due stringono un patto: Mahiro, con l'ausilio di alcuni talismani magici che la maga aveva lasciato in giro per il Giappone, avrebbe dovuto mandare a monte i piani del clan Kusaribe e "salvare il mondo"; in cambio, Hakaze avrebbe svelato con la sua magia l'identità degli assassini di Aika. A questo strano duo si unirà il migliore, anche perché unico, amico di Mahiro, e cioè Yoshino Takigawa, un ragazzo dal carattere per certi vesti opposto rispetto a quello dell'irascibile e impulsivo compagno. Pur non nutrendo gli stessi sentimenti di vendetta, anch'egli si rivelerà essere stato strettamente legato ad Aika: era, infatti, il suo misterioso ragazzo.
Per il resto, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è la storia di due alberi mitologici in lotta fra loro; inutile aggiungere che dall'esito di questa battaglia dipenderà il destino del mondo.
Ero rimasto positivamente colpito e decisamente affascinato dalla prima parte di questo anime, in cui il procedimento logico aveva un ruolo essenziale, risultando determinante sia per guidare le scelte dei personaggi sia per consentire allo spettatore di comprendere l'evoluzione degli eventi. Io stesso mi son ritrovato spessissimo a scervellarmi e ad avanzare ipotesi su quelli che erano i principali enigmi della storia, a volte intuendo la verità e a volte prendendo sonore cantonate. Ma tutto questo, legato al particolare carisma di tutti i protagonisti, mi ha fatto amare moltissimo questa parte, con momenti di vera adorazione.
Nella seconda parte, però, la trama perde in gran parte questa sua connotazione; e ad eccezione di alcuni episodi davvero superbi il tutto si riduceva a una serie di discussioni che io definirei "botaniche", che non mi sono piaciute molto. In più, dopo aver fatto una tremenda fatica per creare un sistema logico che non prevedesse contraddizioni, proprio sul finale l'assurdo temporale ci scappa, e questo, anche se può essere perdonato, non può non essere rilevato. Non lo cito solo per non fare spoiler, dato che accade proprio verso la fine.
In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un buonissimo anime che consiglio vivamente a tutti, perché merita davvero di essere guardato. La prima parte, a mio avviso, merita addirittura un dieci pieno. Poi, però, la qualità della sceneggiatura è peggiorata e la visione diventa, in alcuni tratti, addirittura pedante. Ed ecco perché il mio voto complessivo è diventato più basso. Lo ripeto: un vero peccato.
Sconvolto dalla morte per motivi ignoti di sua sorella Aika (con la quale però non condivide alcun legame di sangue), il giovane Mahiro Fuwa decide di dedicare la sua vita alla ricerca degli assassini al fine di potersi vendicare. Passeggiando sulla spiaggia, un bel giorno si imbatte in una bottiglia contenente un messaggio; il mittente è una potente maga, Hakaze Kusaribe, che era stata abbandonata dal suo clan su un'isola deserta all'interno di una botte. I due stringono un patto: Mahiro, con l'ausilio di alcuni talismani magici che la maga aveva lasciato in giro per il Giappone, avrebbe dovuto mandare a monte i piani del clan Kusaribe e "salvare il mondo"; in cambio, Hakaze avrebbe svelato con la sua magia l'identità degli assassini di Aika. A questo strano duo si unirà il migliore, anche perché unico, amico di Mahiro, e cioè Yoshino Takigawa, un ragazzo dal carattere per certi vesti opposto rispetto a quello dell'irascibile e impulsivo compagno. Pur non nutrendo gli stessi sentimenti di vendetta, anch'egli si rivelerà essere stato strettamente legato ad Aika: era, infatti, il suo misterioso ragazzo.
Per il resto, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è la storia di due alberi mitologici in lotta fra loro; inutile aggiungere che dall'esito di questa battaglia dipenderà il destino del mondo.
Ero rimasto positivamente colpito e decisamente affascinato dalla prima parte di questo anime, in cui il procedimento logico aveva un ruolo essenziale, risultando determinante sia per guidare le scelte dei personaggi sia per consentire allo spettatore di comprendere l'evoluzione degli eventi. Io stesso mi son ritrovato spessissimo a scervellarmi e ad avanzare ipotesi su quelli che erano i principali enigmi della storia, a volte intuendo la verità e a volte prendendo sonore cantonate. Ma tutto questo, legato al particolare carisma di tutti i protagonisti, mi ha fatto amare moltissimo questa parte, con momenti di vera adorazione.
Nella seconda parte, però, la trama perde in gran parte questa sua connotazione; e ad eccezione di alcuni episodi davvero superbi il tutto si riduceva a una serie di discussioni che io definirei "botaniche", che non mi sono piaciute molto. In più, dopo aver fatto una tremenda fatica per creare un sistema logico che non prevedesse contraddizioni, proprio sul finale l'assurdo temporale ci scappa, e questo, anche se può essere perdonato, non può non essere rilevato. Non lo cito solo per non fare spoiler, dato che accade proprio verso la fine.
In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un buonissimo anime che consiglio vivamente a tutti, perché merita davvero di essere guardato. La prima parte, a mio avviso, merita addirittura un dieci pieno. Poi, però, la qualità della sceneggiatura è peggiorata e la visione diventa, in alcuni tratti, addirittura pedante. Ed ecco perché il mio voto complessivo è diventato più basso. Lo ripeto: un vero peccato.
Zetsuen no Tempest prende ispirazione da due opere di Shakespeare, una tragedia, l'Amleto, e una commedia, sicuramente meno nota, La Tempesta. Quest'ultima ha una parte predominante, lo si nota sin da subito grazie ad alcuni riferimenti chiave, ovvero l'isola nella quale è imprigionata la principessa Hakaze, tradita dagli stessi compagni. Un altro perno della trama è Aika, sorella di Mahiro, ragazza di Yoshino, ma la cosa più curiosa è che Aika muore in eventi antecedenti all'inizio della serie, quindi tutti i riferimenti a lei vengono tramite flashback. Eppure è il vero motore degli eventi: Mahiro agisce per vendicarla, Yoshino per dare un significato alla sua morte. Terzo elemento importante è il rapporto di amicizia tra Yoshino e Mahiro, che ha radici forti, ma che non è così limpido come dovrebbe essere, visto che Mahiro, iperprotettivo nei confronti di Aika, non sa della relazione che i due gli tenevano nascosto.
Sarà una storia di vendetta che sfocerà in tragedia, come l'Amleto, o avrà un finale più lieto, come La Tempesta?
Lo sfondo sul quale si muovono i personaggi è legato a due alberi, quello di Zetsuen e quello della Genesi, di cui il clan di Hakaze è protettore e di cui lei stessa è , come principessa, la maga e quindi depositaria primaria dei poteri magici che questo conferisce. I due alberi sono in eterna lotta e la trama inizia quando il clan di Hakaze, per delle ragioni che non sto a spiegare, decide di tradire l'albero della Genesi e risvegliare in anticipo l'albero di Zetsuen, in modo da avvantaggiarlo nella lotta con il suo rivale, sperando possa sconfiggerlo. Per avere qualche possibilità nel loro piano, con l'inganno, confinano la principessa in un'isola deserta, celandola poi agli occhi del mondo. Nonostante tutto riesce casualmente ad entrare in contatto con Mahiro, che decide di aiutarla visto che Hakaze gli promette che troverà l'assassino responsabile dell'omicidio di Aika. Insieme iniziano a ostacolare il piano di risveglio dei semi dell'albero di Zetsuen, che tra l'altro provoca pesanti ripercussioni sulla popolazione del Giappone, con decine di migliaia di vittime.
La trama non è così lineare come all'inizio potrebbe sembrare, offre diversi spunti interessanti, riesce a stravolgere le premessi inziali, creando alcuni colpi di scena che non avevo ipotizzato, e propone dialoghi e riflessioni per nulla banali. La prima parte è davvero coinvolgente e appassionante, incuriosisce e spiazza lo spettatore, senza dimenticare di proporre una buona dose di scontri e duelli ben realizzati. Vi è azione, vi è sentimento, e ci sono molti interrogativi che vanno chiariti. Da metà serie in poi il ritmo rallenta, le cose si fanno più lineari, l'anime sbanda per qualche episodio quasi nella commedia sentimentale, nel complesso tentenna un po'. I colpi di scena diventano tali solo per i personaggi, visto che lo spettatore probabilmente avrà già capito come stanno realmente le cose. Il finale è piacevole, ma anche scontato e poco coinvolgente.
Nonostante una seconda parte un po' zoppicante, Zetsuen no Tempest rimane un serie molto buona, che può contare di una realizzazione tecnica che si mantiene sempre su livelli molto alti, e annovera nel suo cast diversi personaggi dotati di un buon carisma. Riesce anche a far riflettere quel tanto che basta, proponendo alcune digressioni sulla società e, più banalmente, sulla amicizia e la vendetta, che vale la pena di ascoltare. Bella anche la tensione latente fra Yoshino e Mahiro, che più volte da l'impressione di poter trasformare la loro salda amicizia in un conflitto dall'esito drammatico. Aika poi è davvero un personaggio sfuggente, machiavellico e capriccioso, che, nonostante non sia più in vita, riesce comunque a tirare tutti i fili della trama.
Il finale è esaustivo nel chiudere gli eventi narrati, ha il solo, non poco rilevante problema, di essere poco appassionante.
Ciò nonostante mi sento di consigliare Zetsuen no Tempest, alla fine l'ho guardato con piacere e ritengo sia un lavoro di buonissima qualità.
Sarà una storia di vendetta che sfocerà in tragedia, come l'Amleto, o avrà un finale più lieto, come La Tempesta?
Lo sfondo sul quale si muovono i personaggi è legato a due alberi, quello di Zetsuen e quello della Genesi, di cui il clan di Hakaze è protettore e di cui lei stessa è , come principessa, la maga e quindi depositaria primaria dei poteri magici che questo conferisce. I due alberi sono in eterna lotta e la trama inizia quando il clan di Hakaze, per delle ragioni che non sto a spiegare, decide di tradire l'albero della Genesi e risvegliare in anticipo l'albero di Zetsuen, in modo da avvantaggiarlo nella lotta con il suo rivale, sperando possa sconfiggerlo. Per avere qualche possibilità nel loro piano, con l'inganno, confinano la principessa in un'isola deserta, celandola poi agli occhi del mondo. Nonostante tutto riesce casualmente ad entrare in contatto con Mahiro, che decide di aiutarla visto che Hakaze gli promette che troverà l'assassino responsabile dell'omicidio di Aika. Insieme iniziano a ostacolare il piano di risveglio dei semi dell'albero di Zetsuen, che tra l'altro provoca pesanti ripercussioni sulla popolazione del Giappone, con decine di migliaia di vittime.
La trama non è così lineare come all'inizio potrebbe sembrare, offre diversi spunti interessanti, riesce a stravolgere le premessi inziali, creando alcuni colpi di scena che non avevo ipotizzato, e propone dialoghi e riflessioni per nulla banali. La prima parte è davvero coinvolgente e appassionante, incuriosisce e spiazza lo spettatore, senza dimenticare di proporre una buona dose di scontri e duelli ben realizzati. Vi è azione, vi è sentimento, e ci sono molti interrogativi che vanno chiariti. Da metà serie in poi il ritmo rallenta, le cose si fanno più lineari, l'anime sbanda per qualche episodio quasi nella commedia sentimentale, nel complesso tentenna un po'. I colpi di scena diventano tali solo per i personaggi, visto che lo spettatore probabilmente avrà già capito come stanno realmente le cose. Il finale è piacevole, ma anche scontato e poco coinvolgente.
Nonostante una seconda parte un po' zoppicante, Zetsuen no Tempest rimane un serie molto buona, che può contare di una realizzazione tecnica che si mantiene sempre su livelli molto alti, e annovera nel suo cast diversi personaggi dotati di un buon carisma. Riesce anche a far riflettere quel tanto che basta, proponendo alcune digressioni sulla società e, più banalmente, sulla amicizia e la vendetta, che vale la pena di ascoltare. Bella anche la tensione latente fra Yoshino e Mahiro, che più volte da l'impressione di poter trasformare la loro salda amicizia in un conflitto dall'esito drammatico. Aika poi è davvero un personaggio sfuggente, machiavellico e capriccioso, che, nonostante non sia più in vita, riesce comunque a tirare tutti i fili della trama.
Il finale è esaustivo nel chiudere gli eventi narrati, ha il solo, non poco rilevante problema, di essere poco appassionante.
Ciò nonostante mi sento di consigliare Zetsuen no Tempest, alla fine l'ho guardato con piacere e ritengo sia un lavoro di buonissima qualità.
Un anime che ricerca un equilibrio tra tragedia e commedia, ecco che cos'è "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster".
La storia inizia con elementi a prima vista molto disparati tra loro: una bella e giovane maga è confinata su un'isola deserta in mezzo all'oceano, un fratello disperato per l'apparentemente assurdo omicidio della idolatrata sorella cerca la sua vendetta, strani bulbi oculari giganti sorgono dalla terra causando morte e distruzione. Da questo guazzabuglio, emergono i due protagonisti (il fratello senza pace della ragazza assassinata, Mahiro, e il suo amico, Yoshino), e un'oscura e tremenda minaccia al genere umano.
Passata l'indigestione iniziale, la trama inizia a dipanarsi e ad intrigare lo spettatore, grazie alle personalità estremamente enigmatiche e interessanti dei due amici, e al disperato clima di apocalisse in atto. Tutto questo circa nei primi dieci episodi; da qui in poi, il registro cambia. Se la prima parte della serie corrispondeva infatti alla "tragedia", la seconda acquista i caratteri della "commedia", con una subitanea perdita di spessore dei personaggi, con una immancabile storia d'amore (a mio dire, completamente inopportuna e inutile) e con un generale rilassamento del clima. Tutto questo provoca una forte caduta di stile dell'intera opera e un crollo della valutazione.
Passando ad aspetti più tecnici, la grafica è veramente meravigliosa, con un tratto nitidissimo e un fantastico uso del colore; anche le musiche sono molto coinvolgenti e azzeccate (in particolare quella che si sente durante i vari combattimenti).
In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un' opera nettamente divisa in due: se la prima parte è da nove, la seconda raggiunge a malapena la sufficienza, e il finale stesso lascia allo spettatore l'impressione che sia stata buttata via una grande storia.
La storia inizia con elementi a prima vista molto disparati tra loro: una bella e giovane maga è confinata su un'isola deserta in mezzo all'oceano, un fratello disperato per l'apparentemente assurdo omicidio della idolatrata sorella cerca la sua vendetta, strani bulbi oculari giganti sorgono dalla terra causando morte e distruzione. Da questo guazzabuglio, emergono i due protagonisti (il fratello senza pace della ragazza assassinata, Mahiro, e il suo amico, Yoshino), e un'oscura e tremenda minaccia al genere umano.
Passata l'indigestione iniziale, la trama inizia a dipanarsi e ad intrigare lo spettatore, grazie alle personalità estremamente enigmatiche e interessanti dei due amici, e al disperato clima di apocalisse in atto. Tutto questo circa nei primi dieci episodi; da qui in poi, il registro cambia. Se la prima parte della serie corrispondeva infatti alla "tragedia", la seconda acquista i caratteri della "commedia", con una subitanea perdita di spessore dei personaggi, con una immancabile storia d'amore (a mio dire, completamente inopportuna e inutile) e con un generale rilassamento del clima. Tutto questo provoca una forte caduta di stile dell'intera opera e un crollo della valutazione.
Passando ad aspetti più tecnici, la grafica è veramente meravigliosa, con un tratto nitidissimo e un fantastico uso del colore; anche le musiche sono molto coinvolgenti e azzeccate (in particolare quella che si sente durante i vari combattimenti).
In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un' opera nettamente divisa in due: se la prima parte è da nove, la seconda raggiunge a malapena la sufficienza, e il finale stesso lascia allo spettatore l'impressione che sia stata buttata via una grande storia.
Parlare di quest'anime non è un'impresa facilissima. Infatti, solo a distanza di alcuni mesi dalla sua conclusione decido di scrivere la suddetta recensione, un po' per chiarirmi meglio le idee, un po' per una questione di "senno di poi".
"Zetsuen no Tempest" è una serie della stagione autunnale 2012 composta da ventiquattro episodi di durata canonica, derivante dall'omonimo manga del 2009.
Trama: l'intero fulcro della trama ruota attorno al misterioso assassinio di Aika Fuwa, sorella di Mahiro Fuwa e fidanzata del suo amico Yoshino Takigawa. Mahiro intende vendicare la propria sorella scoprendo l'identità del misterioso assassino e nel mentre è contattato dal clan magico Kusaribe, nella fattispecie dalla maga esiliata Hakaze, che, in cambio dell'aiuto nella ricerca dell'assassino, gli chiede di aiutarla a liberarsi dal confinamento cui è costretta. L'amico Yoshino accetta di aiutare Mahiro nel suo piano, tacendo sulla relazione che lo legava a sua sorella. Nel frattempo, nel mondo emergono bizzarre entità denominate "frutti" e una misteriosa epidemia trasforma le persone in ferro…
Grafica: l'intero comparto grafico rasenta l'eccellenza in ogni suo ambito. Ambientazioni realizzate in maniera superba per bellezza e precisione, l'iperdettaglio si spreca. Le animazioni sono estremamente fluide e curate. Il character design è sensibilmente migliorato rispetto al manga. Un encomio.
Sonoro: il comparto sonoro è ottimo per qualità e prestazione. Opening molto evocativa, ending più dolce. L'OST è all'altezza della serie, gli effetti sonori sono molto belli e il doppiaggio è al top.
Personaggi: la caratterizzazione dei personaggi piuttosto marcata è una peculiarità di questa serie. I personaggi si ricordano facilmente per via di tratti distintivi caratteriali che li rendono unici, e la grande peculiarità individuale è spesso fonte di scontri e conflitti, sia fisici che ideologici. È bello constatare la quasi totale assenza di personaggi secondari ed è notevole il lato introspettivo di ciascun personaggio. È presente una buona dose d'evoluzione caratteriale.
Sceneggiatura: probabilmente è in questo comparto che risiedono i due difetti della serie. La gestione temporale è ben strutturata, nonostante le diverse interruzioni della linea temporale a causa di continui flashback (eccessivi quelli su Aika) e salti temporali. Il ritmo della storia procede spedito, anche se alcuni episodi si sprecano per eccesso di staticità (focalizzandosi su meri dibattiti dialettici e su tentativi di prevaricazione razionale). La violenza abbonda ma non è mai volgare o gratuita. È presente un moderato fanservice. I dialoghi sono fin troppo ben strutturati, le citazioni shakespeariane sovrabbondano.
Finale: un ottimo finale, perfettamente completo e conclusivo, encomiabile per esaustività, vena epica e coinvolgimento.
In sintesi, "Zetsuen no Tempest" è un'opera bellissima seppure non scevra di difetti (alcuni episodi paiono dispersivi per eccesso di dialoghi/carenza d'azione e c'è sovrabbondanza di flashback su Aika), per cui un bell'8 non glielo nega nessuno. Consigliato a tutti gli amanti di una storia completa, ricca d'azione, sentimento, citazioni shakespeariane e colpi di scena.
"Zetsuen no Tempest" è una serie della stagione autunnale 2012 composta da ventiquattro episodi di durata canonica, derivante dall'omonimo manga del 2009.
Trama: l'intero fulcro della trama ruota attorno al misterioso assassinio di Aika Fuwa, sorella di Mahiro Fuwa e fidanzata del suo amico Yoshino Takigawa. Mahiro intende vendicare la propria sorella scoprendo l'identità del misterioso assassino e nel mentre è contattato dal clan magico Kusaribe, nella fattispecie dalla maga esiliata Hakaze, che, in cambio dell'aiuto nella ricerca dell'assassino, gli chiede di aiutarla a liberarsi dal confinamento cui è costretta. L'amico Yoshino accetta di aiutare Mahiro nel suo piano, tacendo sulla relazione che lo legava a sua sorella. Nel frattempo, nel mondo emergono bizzarre entità denominate "frutti" e una misteriosa epidemia trasforma le persone in ferro…
Grafica: l'intero comparto grafico rasenta l'eccellenza in ogni suo ambito. Ambientazioni realizzate in maniera superba per bellezza e precisione, l'iperdettaglio si spreca. Le animazioni sono estremamente fluide e curate. Il character design è sensibilmente migliorato rispetto al manga. Un encomio.
Sonoro: il comparto sonoro è ottimo per qualità e prestazione. Opening molto evocativa, ending più dolce. L'OST è all'altezza della serie, gli effetti sonori sono molto belli e il doppiaggio è al top.
Personaggi: la caratterizzazione dei personaggi piuttosto marcata è una peculiarità di questa serie. I personaggi si ricordano facilmente per via di tratti distintivi caratteriali che li rendono unici, e la grande peculiarità individuale è spesso fonte di scontri e conflitti, sia fisici che ideologici. È bello constatare la quasi totale assenza di personaggi secondari ed è notevole il lato introspettivo di ciascun personaggio. È presente una buona dose d'evoluzione caratteriale.
Sceneggiatura: probabilmente è in questo comparto che risiedono i due difetti della serie. La gestione temporale è ben strutturata, nonostante le diverse interruzioni della linea temporale a causa di continui flashback (eccessivi quelli su Aika) e salti temporali. Il ritmo della storia procede spedito, anche se alcuni episodi si sprecano per eccesso di staticità (focalizzandosi su meri dibattiti dialettici e su tentativi di prevaricazione razionale). La violenza abbonda ma non è mai volgare o gratuita. È presente un moderato fanservice. I dialoghi sono fin troppo ben strutturati, le citazioni shakespeariane sovrabbondano.
Finale: un ottimo finale, perfettamente completo e conclusivo, encomiabile per esaustività, vena epica e coinvolgimento.
In sintesi, "Zetsuen no Tempest" è un'opera bellissima seppure non scevra di difetti (alcuni episodi paiono dispersivi per eccesso di dialoghi/carenza d'azione e c'è sovrabbondanza di flashback su Aika), per cui un bell'8 non glielo nega nessuno. Consigliato a tutti gli amanti di una storia completa, ricca d'azione, sentimento, citazioni shakespeariane e colpi di scena.
Serie controversa questa "Zetsuen no Tempest": sono combattuttissimo sul voto, poiché l'ho apprezzata come poche altre, ma sono anche consapevole che essa non è affatto immune da difetti, e questo mi impedisce di darle un voto maggiore, che in cuor mio avrei sentito di dover assegnare. Temo che, se avessi dato briglia sciolta all'istinto, avrei mancato di obiettività.
Veniamo subito al punto dolente, che mina la serie impedendole di accedere all'elite dei capolavori: la trama. Non che essa non sia gradevole o pecchi di mancanza di originalità, anzi; purtroppo, all'incirca verso metà serie, il plot si arena e arranca faticosamente, inciampando in piccole incoerenze e spiegazioni eccessivamente farraginose, per poi decollare nuovamente nella fase finale, con gli ultimi, bellissimi episodi.
Un altro elemento che per me è più che positivo, ma che molti potrebbero trovare nocivo, se non insopportabile, è costituito dai lunghi dialoghi, a volte monologhi, che i personaggi si troveranno a recitare, solitamente fondati su complessi e arditi ragionamenti logici. Questo aspetto ci introduce un'altra considerazione, che è doveroso affrontare e che completa l'incipit di questa recensione, rendendo evidente la difficoltà che trovo nel recensirla: questo anime è complesso e non è per tutti; questo avviene per tutte le serie, ovviamente, ma per "Zetsuen no Tempest" più che per altre opere d'animazione. Se non amate il teatro (ci sono continui richiami a William Shakespeare), il piacere di stimolare il cervello con spericolati ragionamenti su complessi binomi causa - effetto, il tutto innestato perfettamente in un raffinatissimo impianto dall'anima decisamente classica (anche la colonna sonora si colloca su questo stile ben preciso), troverete sicuramente questo "Zetsuen no Tempest" di una lentezza e di una pedanteria insopportabili.
Chiusa la parte dei difetti, o presunti tali, veniamo agli aspetti, che, viceversa, sono incontestabilmente di qualità decisamente elevata. Partiamo dal comparto grafico. Da questo punto di vista non c'è nessuna critica che possiamo muovere agli autori, visto che il prodotto gode di un riuscitissimo lavoro da parte dei grafici, come già si può notare dalle foto che illustrano la presentazione di "Zetsuen no Tempest", qui su Animeclick.it. Il tratto è sempre pulito, dettagliato, dai colori vividi e brillanti. Ottimo lavoro anche per quanto riguarda le animazioni, sempre fluidissime anche nei momenti più complessi dei combattimenti, dove incantesimi ed esplosioni, magiche o convenzionali, si susseguono senza sosta.
Bellissimo il chara design. I personaggi godono di una trasposizione che calza a pennello con le loro inclinazioni caratteriali, dandoci l'idea immediatamente (e in questo dobbiamo fare un plauso anche ai doppiatori, che hanno svolto egregiamente il loro lavoro) delle loro personalità. E dal chara design alla caratterizzazione dei loro profili il passo è breve. Per questo punto di vista penso di poter impiegare l'impegnativa parola "capolavoro" decisamente a cuor leggero. I protagonisti di "Zetsuen no Tempest" sono tutti definiti a un livello tale, che sembrano letteralmente vivi, con le loro emozioni, le loro passioni, o anche, perché no, la loro algida freddezza, che li travolgerà, trascinando anche lo spettatore nel vortice dei loro drammi. Un esempio su tutti sarà la misteriosa Fuwa Aika, che riusciremo a inquadrare soltanto negli episodi finali, ma che si rivelerà un personaggio stupendo, con il suo forte contrasto tra il suo delicato, fragile e aggraziato aspetto e la sua vera natura, che rivelerà una forza decisamente debordante.
E, per chiudere la recensione, devo spendere, diversamente dal solito, visto che nelle mie recensioni non sottolineo più di tanto questo aspetto, delle parole di elogio per l'autore della OST, Michiru Oshima, che ha sfornato una colonna sonora sublime, fatta per la stragrande maggioranza di pezzi sinfonici, in cui tra gli strumenti dell'orchestra spiccano meravigliosi arpeggi di archi, che accompagnano gli eventi dell'anime, sposandone lo spirito decisamente "classico", come accennavo poco sopra.
Chiudendo la recensione, credo di poter consigliare decisamente questo prodotto a tutti gli amici di Animeclick.it che abbiano voglia di un anime maturo, intelligente, riflessivo, per quanto esso non manchi certo di azione. Se sarete disposti a perdonare a "Zetsuen no Tempest" i piccoli difetti che ho descritto inizialmente, saprà ripagarvi con momenti decisamente appassionanti e gradevoli.
Veniamo subito al punto dolente, che mina la serie impedendole di accedere all'elite dei capolavori: la trama. Non che essa non sia gradevole o pecchi di mancanza di originalità, anzi; purtroppo, all'incirca verso metà serie, il plot si arena e arranca faticosamente, inciampando in piccole incoerenze e spiegazioni eccessivamente farraginose, per poi decollare nuovamente nella fase finale, con gli ultimi, bellissimi episodi.
Un altro elemento che per me è più che positivo, ma che molti potrebbero trovare nocivo, se non insopportabile, è costituito dai lunghi dialoghi, a volte monologhi, che i personaggi si troveranno a recitare, solitamente fondati su complessi e arditi ragionamenti logici. Questo aspetto ci introduce un'altra considerazione, che è doveroso affrontare e che completa l'incipit di questa recensione, rendendo evidente la difficoltà che trovo nel recensirla: questo anime è complesso e non è per tutti; questo avviene per tutte le serie, ovviamente, ma per "Zetsuen no Tempest" più che per altre opere d'animazione. Se non amate il teatro (ci sono continui richiami a William Shakespeare), il piacere di stimolare il cervello con spericolati ragionamenti su complessi binomi causa - effetto, il tutto innestato perfettamente in un raffinatissimo impianto dall'anima decisamente classica (anche la colonna sonora si colloca su questo stile ben preciso), troverete sicuramente questo "Zetsuen no Tempest" di una lentezza e di una pedanteria insopportabili.
Chiusa la parte dei difetti, o presunti tali, veniamo agli aspetti, che, viceversa, sono incontestabilmente di qualità decisamente elevata. Partiamo dal comparto grafico. Da questo punto di vista non c'è nessuna critica che possiamo muovere agli autori, visto che il prodotto gode di un riuscitissimo lavoro da parte dei grafici, come già si può notare dalle foto che illustrano la presentazione di "Zetsuen no Tempest", qui su Animeclick.it. Il tratto è sempre pulito, dettagliato, dai colori vividi e brillanti. Ottimo lavoro anche per quanto riguarda le animazioni, sempre fluidissime anche nei momenti più complessi dei combattimenti, dove incantesimi ed esplosioni, magiche o convenzionali, si susseguono senza sosta.
Bellissimo il chara design. I personaggi godono di una trasposizione che calza a pennello con le loro inclinazioni caratteriali, dandoci l'idea immediatamente (e in questo dobbiamo fare un plauso anche ai doppiatori, che hanno svolto egregiamente il loro lavoro) delle loro personalità. E dal chara design alla caratterizzazione dei loro profili il passo è breve. Per questo punto di vista penso di poter impiegare l'impegnativa parola "capolavoro" decisamente a cuor leggero. I protagonisti di "Zetsuen no Tempest" sono tutti definiti a un livello tale, che sembrano letteralmente vivi, con le loro emozioni, le loro passioni, o anche, perché no, la loro algida freddezza, che li travolgerà, trascinando anche lo spettatore nel vortice dei loro drammi. Un esempio su tutti sarà la misteriosa Fuwa Aika, che riusciremo a inquadrare soltanto negli episodi finali, ma che si rivelerà un personaggio stupendo, con il suo forte contrasto tra il suo delicato, fragile e aggraziato aspetto e la sua vera natura, che rivelerà una forza decisamente debordante.
E, per chiudere la recensione, devo spendere, diversamente dal solito, visto che nelle mie recensioni non sottolineo più di tanto questo aspetto, delle parole di elogio per l'autore della OST, Michiru Oshima, che ha sfornato una colonna sonora sublime, fatta per la stragrande maggioranza di pezzi sinfonici, in cui tra gli strumenti dell'orchestra spiccano meravigliosi arpeggi di archi, che accompagnano gli eventi dell'anime, sposandone lo spirito decisamente "classico", come accennavo poco sopra.
Chiudendo la recensione, credo di poter consigliare decisamente questo prodotto a tutti gli amici di Animeclick.it che abbiano voglia di un anime maturo, intelligente, riflessivo, per quanto esso non manchi certo di azione. Se sarete disposti a perdonare a "Zetsuen no Tempest" i piccoli difetti che ho descritto inizialmente, saprà ripagarvi con momenti decisamente appassionanti e gradevoli.
<i>Si dice che le farfalle portino le anime dei morti</i>
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster", adattamento dell'omonimo manga da parte dello studio Bones, la cui regia è affidata a Masahiro Ando, mentre la colonna sonora è curata da Michiru Oshima.
La vita ordinaria, ma non certo tranquilla, di un liceale viene sconvolta dalla prematura morte della sorella, assassinata per un'oscura ragione; lui giura vendetta contro un assassino ignoto, e questo suo sentimento lo porterà a incontrare personaggi di ogni risma, affrontare battaglie non sue. In tutto questo verrà coinvolto anche l'amico, in un mondo che va verso la rovina.
In un continuo vortice di mistero, dove si intrecciano magia, amore, amicizia e odio, come la più classica delle commedie, vedremo Mahiro Fuwa, fratello dell'ormai defunta Fuwa Aika, e Yoshino Tanigawa affrontare ardue imprese, che metteranno a dura prova la loro amicizia, l'amor proprio e il loro senso di sé, perché la vendetta è un piatto che va gustato freddo, ed è proprio per questo che Mahiro andrà contro tutto e tutti pur di assicurarsela. Mahiro è un ragazzo indipendente, testardo e con una forza d'animo invidiabile, mentre Yoshino è molto intelligente, anche lui dotato di una cocciutaggine tremenda, ma rispetto all'amico è più malleabile e meno violento, incline a un pensiero razionale. Hakaze Kusaribe, discendente di una stirpe di maghi, abile e scaltra, ma anche protettiva e sensibile, sarà la maga che si impegneranno ad aiutare.
Ma è Aika il perno attorno a cui ruoterà l'intera storia, non certo una semplice adolescente: il modo in cui è morta, le circostanze, la sua posa, tutto avrà un senso più avanti. Personalmente non mi è mai piaciuta, non faceva altro che citare Shakespeare, come se non fosse in grado di costruirsi da sola la sua vita, dovesse seguire per forza di cose destini già scritti, alla stregua di un'attrice sul palco: recita il copione e non vede altra via, come una burattinaia che tira i fili e una marionetta nelle mani del fato. È per lei che tutto ha inizio, che Mahiro decide di intraprendere il viaggio nella disperata ricerca dell'assassino, assetato di vendetta, grazie a questo il destino vuole che incontri Hakaze e decida di aiutarla. Nell'ultimo episodio ci sarà una frase di Mahiro che rispecchierà appieno il mio pensiero, davanti alla sua tomba mentre le porge un saluto.
Oltre ai primari, vi sono altri personaggi che non saranno realmente in secondo piano, un vasto assortimento di coscienze. Ognuno ha il suo momento, la sua storia, la sua personalità, il suo modo di agire e di pensare, capiremo bene il loro carattere; ho apprezzato la maniera in cui vengono inseriti e presentati a dovere sempre ai fini di impreziosire la storia, le 'seghe mentali' (scusate il parolone, ma non trovo sinonimi migliori o che rendano allo stesso modo; 'degenerazione dei pensieri' magari è più galante) di alcuni risulteranno anche divertenti e sconsiderate, pure fastidiose e snervanti. Capiterà varie volte che la storia dovrà fermarsi, perché la spiegazione di un determinato fatto riempirà un episodio, o anche due, senza procedere, risulterà altresì noioso e un poco forzato, con conclusioni che sfideranno il buon senso; ma è abbastanza raro, e si può scusare grazie alla ripresa del ritmo. Peccato che poi ci perderemo in svenevoli cotte adolescenziali che volentieri si potevano evitare.
In quest'opera lo spettatore verrà tenuto in sospeso tra una fazione e l'altra, non riuscendo a decidere da che parte stare, con il dubbio tra chi sia nel giusto e chi nel torto, rimarrà in balia dei ragionamenti contorti, machiavellici, dei protagonisti, cercando lui stesso di prendervi parte, e di cui perderà il filo parecchie volte, non riuscendo a tenere testa al vortice dei pensieri e degli avvenimenti. Molte volte la logica che dovrebbe reggere il mondo verrà meno, o cosi sembrerà, ma tutto avviene sempre e comunque per una ragione, non c'è modo di sfuggire al fato a meno che non ci si opponga con tutte le forze. Shakespeare aleggerà costante nella storia, con una miriade di citazioni diverse, prese soprattutto dall' "Amleto" e "La Tempesta".
"Essere o non essere, è questo il dilemma", l'eterno intreccio tra la vita e la morte che accompagna ogni uomo; si concluderà in tragedia o vi sarà una happy ending?
Il chara è gradevole, i personaggi si presentano bene, le scene d'azione sono realizzate ottimamente, senza un netto calo della grafica, le soundtrack sono sempre pronte a rendere l'atmosfera più tesa, come una corda di violino pronta a cedere, dolce nei momenti particolari; l'opening dei primi dodici episodi è molto bella, "Spirit Inspitration" dei Nothing's carved in stone, come la ending "Happy Endings" di Kana Hanazawa; ho apprezzato anche le successive, rispettivamente "Daisuki na noni" di Kylee e "Bokutachi no Uta" di Tomohisa Sako. Tutte rispecchiano appieno l'anime, quello che vuole mostrare.
In un mondo in costante sviluppo qualcuno o qualcosa cercherà di fermarlo, che cosa è? Perché dobbiamo offrire a lui il nostro sapere, la nostra tecnologia? Da dove proviene? Perché è qui? Vuole farci del male? È un essere da adorare o da annientare? Vuole salvarci da una possibile auto-distruzione, o solo fermare il nostro sviluppo? Quante domande, quanta attesa per ricevere le risposte.
In conclusione assegno un 8, perché ritengo questo un buon prodotto, in grado di catturare, suggestionare e sorprendere, e soddisfa (quasi) appieno le aspettative, perdendosi ogni tanto in un bicchier d'acqua.
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster", adattamento dell'omonimo manga da parte dello studio Bones, la cui regia è affidata a Masahiro Ando, mentre la colonna sonora è curata da Michiru Oshima.
La vita ordinaria, ma non certo tranquilla, di un liceale viene sconvolta dalla prematura morte della sorella, assassinata per un'oscura ragione; lui giura vendetta contro un assassino ignoto, e questo suo sentimento lo porterà a incontrare personaggi di ogni risma, affrontare battaglie non sue. In tutto questo verrà coinvolto anche l'amico, in un mondo che va verso la rovina.
In un continuo vortice di mistero, dove si intrecciano magia, amore, amicizia e odio, come la più classica delle commedie, vedremo Mahiro Fuwa, fratello dell'ormai defunta Fuwa Aika, e Yoshino Tanigawa affrontare ardue imprese, che metteranno a dura prova la loro amicizia, l'amor proprio e il loro senso di sé, perché la vendetta è un piatto che va gustato freddo, ed è proprio per questo che Mahiro andrà contro tutto e tutti pur di assicurarsela. Mahiro è un ragazzo indipendente, testardo e con una forza d'animo invidiabile, mentre Yoshino è molto intelligente, anche lui dotato di una cocciutaggine tremenda, ma rispetto all'amico è più malleabile e meno violento, incline a un pensiero razionale. Hakaze Kusaribe, discendente di una stirpe di maghi, abile e scaltra, ma anche protettiva e sensibile, sarà la maga che si impegneranno ad aiutare.
Ma è Aika il perno attorno a cui ruoterà l'intera storia, non certo una semplice adolescente: il modo in cui è morta, le circostanze, la sua posa, tutto avrà un senso più avanti. Personalmente non mi è mai piaciuta, non faceva altro che citare Shakespeare, come se non fosse in grado di costruirsi da sola la sua vita, dovesse seguire per forza di cose destini già scritti, alla stregua di un'attrice sul palco: recita il copione e non vede altra via, come una burattinaia che tira i fili e una marionetta nelle mani del fato. È per lei che tutto ha inizio, che Mahiro decide di intraprendere il viaggio nella disperata ricerca dell'assassino, assetato di vendetta, grazie a questo il destino vuole che incontri Hakaze e decida di aiutarla. Nell'ultimo episodio ci sarà una frase di Mahiro che rispecchierà appieno il mio pensiero, davanti alla sua tomba mentre le porge un saluto.
Oltre ai primari, vi sono altri personaggi che non saranno realmente in secondo piano, un vasto assortimento di coscienze. Ognuno ha il suo momento, la sua storia, la sua personalità, il suo modo di agire e di pensare, capiremo bene il loro carattere; ho apprezzato la maniera in cui vengono inseriti e presentati a dovere sempre ai fini di impreziosire la storia, le 'seghe mentali' (scusate il parolone, ma non trovo sinonimi migliori o che rendano allo stesso modo; 'degenerazione dei pensieri' magari è più galante) di alcuni risulteranno anche divertenti e sconsiderate, pure fastidiose e snervanti. Capiterà varie volte che la storia dovrà fermarsi, perché la spiegazione di un determinato fatto riempirà un episodio, o anche due, senza procedere, risulterà altresì noioso e un poco forzato, con conclusioni che sfideranno il buon senso; ma è abbastanza raro, e si può scusare grazie alla ripresa del ritmo. Peccato che poi ci perderemo in svenevoli cotte adolescenziali che volentieri si potevano evitare.
In quest'opera lo spettatore verrà tenuto in sospeso tra una fazione e l'altra, non riuscendo a decidere da che parte stare, con il dubbio tra chi sia nel giusto e chi nel torto, rimarrà in balia dei ragionamenti contorti, machiavellici, dei protagonisti, cercando lui stesso di prendervi parte, e di cui perderà il filo parecchie volte, non riuscendo a tenere testa al vortice dei pensieri e degli avvenimenti. Molte volte la logica che dovrebbe reggere il mondo verrà meno, o cosi sembrerà, ma tutto avviene sempre e comunque per una ragione, non c'è modo di sfuggire al fato a meno che non ci si opponga con tutte le forze. Shakespeare aleggerà costante nella storia, con una miriade di citazioni diverse, prese soprattutto dall' "Amleto" e "La Tempesta".
"Essere o non essere, è questo il dilemma", l'eterno intreccio tra la vita e la morte che accompagna ogni uomo; si concluderà in tragedia o vi sarà una happy ending?
Il chara è gradevole, i personaggi si presentano bene, le scene d'azione sono realizzate ottimamente, senza un netto calo della grafica, le soundtrack sono sempre pronte a rendere l'atmosfera più tesa, come una corda di violino pronta a cedere, dolce nei momenti particolari; l'opening dei primi dodici episodi è molto bella, "Spirit Inspitration" dei Nothing's carved in stone, come la ending "Happy Endings" di Kana Hanazawa; ho apprezzato anche le successive, rispettivamente "Daisuki na noni" di Kylee e "Bokutachi no Uta" di Tomohisa Sako. Tutte rispecchiano appieno l'anime, quello che vuole mostrare.
In un mondo in costante sviluppo qualcuno o qualcosa cercherà di fermarlo, che cosa è? Perché dobbiamo offrire a lui il nostro sapere, la nostra tecnologia? Da dove proviene? Perché è qui? Vuole farci del male? È un essere da adorare o da annientare? Vuole salvarci da una possibile auto-distruzione, o solo fermare il nostro sviluppo? Quante domande, quanta attesa per ricevere le risposte.
In conclusione assegno un 8, perché ritengo questo un buon prodotto, in grado di catturare, suggestionare e sorprendere, e soddisfa (quasi) appieno le aspettative, perdendosi ogni tanto in un bicchier d'acqua.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Cosa ci fa una ragazza seminuda in pose che piacciono molto agli otaku su un'isola deserta con all'orecchio una bambolina di sughero? Parla al telefono con un tipaccio irrequieto e ribelle dai capelli tinti, che vuole vendicare l'omicidio di sua sorella. Questa la premessa per una storia non originalissima, ma che almeno per la metà degli episodi mi ha tenuto incollato davanti alla TV.
Tra i protagonisti di questa storia c’è Hakaze (Principessa dei Kusaribe), la bella sull'isola deserta di cui accennavo sopra, capo di un clan segreto che dall'alba dei tempi utilizza una strana forma di magia che attinge i suoi poteri mediante dei sacrifici di tecnologia. Sì, avete letto bene, sacrificando utensili, solitamente armi, prodotte dall'uomo, si ottengono mana e poteri, soprattutto a scopo difensivo e curativo. Più la tecnologia è avanzata, maggiore è il potere che si ottiene. La principessa è vittima di un complotto del suo clan che l'ha isolata su un'isola deserta; Hakaze, tuttavia, costruisce una bambola di legno e la getta in mare con il classico messaggio in una bottiglia, sperando che qualcuno lo raccolga. Il fato vuole che un ragazzo giapponese di nome Mahiro raccolga la bambola-cellulare e inizi a interagire con la principessa; Mahiro è intenzionato a scoprire chi un anno prima ha ucciso sua sorella Aika (per cui provava un affetto dubbio, quasi incestuoso, per strizzare l'occhio al solito otaku sfigato) e fa un patto con Hakaze per usare la sua magia. Lui aiuterà la ragazza a fuggire dall'isola e lei in cambio con la sua magia troverà il colpevole. A questo duetto si aggiunge Yoshino, un amico d'infanzia di Mahiro, che era il fidanzato segreto di Aika (un personaggio all'apparenza insignificante, ma che si rivelerà molto intelligente e furbo). I due iniziano un viaggio assieme, raccogliendo artefatti magici che raccolgono un concentrato di magia, nascosti dalla principessa; nel farlo si scontrano contro il clan dei Kusaribe, che non vuole il ritorno della principessa... Tutto qui? Per nulla, la storia è più complessa, poiché vede interagire più gruppi di potere ed è permeata di citazioni di Shakespeare prese dall' "Amleto" e da "La Tempesta". Alla base di tutta la storia c'è un antico conflitto tra due entità che governano il mondo per il controllo o lo sviluppo della tecnologia sulla Terra (non dico altro).
Ciò che mi è piaciuto di più è stato il confronto raccontato negli episodi centrali tra Mahiro, Yoshino, Hakaze e il vice capo clan dei Kusaribe, artefice dell'esilio della principessa. Quell'interminabile confronto dialettico durato più episodi è stata la parte più originale di tutta l'opera e ho ammirato gli autori per aver avuto il coraggio di narrarlo a scapito dei soliti lampi di energia e colpi di spada di cui gli anime sono zeppi. Purtroppo, a mio modo di vedere, la storia, dopo questo intenso confronto, non precipita e, di conseguenza, non diventa più avvincente, ma si annacqua. Gli antagonisti diventano compagni e si perde il senso di tragicità che ha accompagnato la visione della prima metà della serie. C'è ancora un colpo di scena (chi è stato ad uccidere Aika?), ma tutto va come doveva andare, con l'happy ending un po' scontato. Per tale motivo non sono stato altissimo sul voto. Comunque, da vedere almeno fino a metà.
Cosa ci fa una ragazza seminuda in pose che piacciono molto agli otaku su un'isola deserta con all'orecchio una bambolina di sughero? Parla al telefono con un tipaccio irrequieto e ribelle dai capelli tinti, che vuole vendicare l'omicidio di sua sorella. Questa la premessa per una storia non originalissima, ma che almeno per la metà degli episodi mi ha tenuto incollato davanti alla TV.
Tra i protagonisti di questa storia c’è Hakaze (Principessa dei Kusaribe), la bella sull'isola deserta di cui accennavo sopra, capo di un clan segreto che dall'alba dei tempi utilizza una strana forma di magia che attinge i suoi poteri mediante dei sacrifici di tecnologia. Sì, avete letto bene, sacrificando utensili, solitamente armi, prodotte dall'uomo, si ottengono mana e poteri, soprattutto a scopo difensivo e curativo. Più la tecnologia è avanzata, maggiore è il potere che si ottiene. La principessa è vittima di un complotto del suo clan che l'ha isolata su un'isola deserta; Hakaze, tuttavia, costruisce una bambola di legno e la getta in mare con il classico messaggio in una bottiglia, sperando che qualcuno lo raccolga. Il fato vuole che un ragazzo giapponese di nome Mahiro raccolga la bambola-cellulare e inizi a interagire con la principessa; Mahiro è intenzionato a scoprire chi un anno prima ha ucciso sua sorella Aika (per cui provava un affetto dubbio, quasi incestuoso, per strizzare l'occhio al solito otaku sfigato) e fa un patto con Hakaze per usare la sua magia. Lui aiuterà la ragazza a fuggire dall'isola e lei in cambio con la sua magia troverà il colpevole. A questo duetto si aggiunge Yoshino, un amico d'infanzia di Mahiro, che era il fidanzato segreto di Aika (un personaggio all'apparenza insignificante, ma che si rivelerà molto intelligente e furbo). I due iniziano un viaggio assieme, raccogliendo artefatti magici che raccolgono un concentrato di magia, nascosti dalla principessa; nel farlo si scontrano contro il clan dei Kusaribe, che non vuole il ritorno della principessa... Tutto qui? Per nulla, la storia è più complessa, poiché vede interagire più gruppi di potere ed è permeata di citazioni di Shakespeare prese dall' "Amleto" e da "La Tempesta". Alla base di tutta la storia c'è un antico conflitto tra due entità che governano il mondo per il controllo o lo sviluppo della tecnologia sulla Terra (non dico altro).
Ciò che mi è piaciuto di più è stato il confronto raccontato negli episodi centrali tra Mahiro, Yoshino, Hakaze e il vice capo clan dei Kusaribe, artefice dell'esilio della principessa. Quell'interminabile confronto dialettico durato più episodi è stata la parte più originale di tutta l'opera e ho ammirato gli autori per aver avuto il coraggio di narrarlo a scapito dei soliti lampi di energia e colpi di spada di cui gli anime sono zeppi. Purtroppo, a mio modo di vedere, la storia, dopo questo intenso confronto, non precipita e, di conseguenza, non diventa più avvincente, ma si annacqua. Gli antagonisti diventano compagni e si perde il senso di tragicità che ha accompagnato la visione della prima metà della serie. C'è ancora un colpo di scena (chi è stato ad uccidere Aika?), ma tutto va come doveva andare, con l'happy ending un po' scontato. Per tale motivo non sono stato altissimo sul voto. Comunque, da vedere almeno fino a metà.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un mix di combattimenti, sentimenti, mistero, magie e situazione illogiche. "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un anime della stagione autunnale del 2012, dove troviamo anche i vari "Le bizzarre avventure di JoJo", "Magi", "Chuunibyou", ecc. ; possiamo permetterci, nonostante ciò, di posizionare "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" ai vertici della classifica degli anime migliori di questa stagione ormai passata.
La serie contiene ventiquattro episodi e si divide in due archi narrativi con molte situazioni illogiche, che, per essere spiegate per bene, necessitano il tempo di qualche episodio; la serie riesce bene in questo, infatti, se non ricordo male, dalla puntata 8 alla 12 parlano soltanto, riuscendo a farti capire tutto e a coinvolgerti di più nella faccenda e, quindi, ad appassionarti di più. Queste situazioni illogiche nel primo arco sono più chiare, affiancate anche da qualche combattimento; nel secondo, invece, sono un po' meno chiare e totalmente prive di logica, ed è qui che casca, almeno in parte, l'asino. Se nel primo arco troviamo un nemico vero e proprio con i suoi subordinati, nel secondo arco non esiste un "nemico" vero e proprio e quindi la serie non riesce a farci interessare in tutte le puntate, ma questa non è tanto una nota negativa. Riassumendo, la serie presenta molte e molte situazioni illogiche, più che altro "ragionamenti" illogici, ma che nel corso della storia vengono spiegate chiaramente, e su questo sono molto soddisfatto.
La serie in ventiquattro episodi presenta meno di dieci personaggi; grazie a ciò può vantarsi di un ottimo chara, in quanto questi pochi personaggi, ovviamente, vengono delineati molto. In primis Mahiro, ragazzo pieno di vendetta per la morte della sua amata sorella Aika e Yoshino, ragazzo calmo, timido, tipico protagonista degli anime, che non dà nessun cenno della tristezza e della rabbia che porta dentro di sé per la morte della sua ragazza (Aika). Si passa poi ad Hakaze, che a volte può risultare un po' rompiscatole, a Simon, un bell' "antagonista", ad Hanemura, dal carattere fifone ma che alla fine risulta un bel po' coraggioso e orgoglioso, e agli altri tre-quattro personaggi che hanno caratteri meno delineati e che fungono da personaggi secondari. Ottima anche l'evoluzione che hanno i personaggi nel corso dei due archi, veramente il pregio della serie. Ma, sicuramente, la serie gira intorno alla figura di Aika, che, nonostante sia morta e quindi compare solo in flashback e nel viaggio temporale di Hakaze, suscita rabbia, terrore, amore e sentimenti vari a Yoshino e Mahiro, e quindi è lei che possiede le redini della serie.
Altri punti, non meno importanti: stile dei personaggi davvero buono, così come l'animazione e le OST. Trama che non delude mai e va avanti senza quasi mai inciampare. Bel finale (punto molto importante per me), anche se un po' troppo banale. Quindi mi sento di dare un bell'8 alla serie, che se lo merita tutto; consigliata.
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un mix di combattimenti, sentimenti, mistero, magie e situazione illogiche. "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un anime della stagione autunnale del 2012, dove troviamo anche i vari "Le bizzarre avventure di JoJo", "Magi", "Chuunibyou", ecc. ; possiamo permetterci, nonostante ciò, di posizionare "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" ai vertici della classifica degli anime migliori di questa stagione ormai passata.
La serie contiene ventiquattro episodi e si divide in due archi narrativi con molte situazioni illogiche, che, per essere spiegate per bene, necessitano il tempo di qualche episodio; la serie riesce bene in questo, infatti, se non ricordo male, dalla puntata 8 alla 12 parlano soltanto, riuscendo a farti capire tutto e a coinvolgerti di più nella faccenda e, quindi, ad appassionarti di più. Queste situazioni illogiche nel primo arco sono più chiare, affiancate anche da qualche combattimento; nel secondo, invece, sono un po' meno chiare e totalmente prive di logica, ed è qui che casca, almeno in parte, l'asino. Se nel primo arco troviamo un nemico vero e proprio con i suoi subordinati, nel secondo arco non esiste un "nemico" vero e proprio e quindi la serie non riesce a farci interessare in tutte le puntate, ma questa non è tanto una nota negativa. Riassumendo, la serie presenta molte e molte situazioni illogiche, più che altro "ragionamenti" illogici, ma che nel corso della storia vengono spiegate chiaramente, e su questo sono molto soddisfatto.
La serie in ventiquattro episodi presenta meno di dieci personaggi; grazie a ciò può vantarsi di un ottimo chara, in quanto questi pochi personaggi, ovviamente, vengono delineati molto. In primis Mahiro, ragazzo pieno di vendetta per la morte della sua amata sorella Aika e Yoshino, ragazzo calmo, timido, tipico protagonista degli anime, che non dà nessun cenno della tristezza e della rabbia che porta dentro di sé per la morte della sua ragazza (Aika). Si passa poi ad Hakaze, che a volte può risultare un po' rompiscatole, a Simon, un bell' "antagonista", ad Hanemura, dal carattere fifone ma che alla fine risulta un bel po' coraggioso e orgoglioso, e agli altri tre-quattro personaggi che hanno caratteri meno delineati e che fungono da personaggi secondari. Ottima anche l'evoluzione che hanno i personaggi nel corso dei due archi, veramente il pregio della serie. Ma, sicuramente, la serie gira intorno alla figura di Aika, che, nonostante sia morta e quindi compare solo in flashback e nel viaggio temporale di Hakaze, suscita rabbia, terrore, amore e sentimenti vari a Yoshino e Mahiro, e quindi è lei che possiede le redini della serie.
Altri punti, non meno importanti: stile dei personaggi davvero buono, così come l'animazione e le OST. Trama che non delude mai e va avanti senza quasi mai inciampare. Bel finale (punto molto importante per me), anche se un po' troppo banale. Quindi mi sento di dare un bell'8 alla serie, che se lo merita tutto; consigliata.
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è la trasposizione animata operata da Bones dell'omonimo manga edito da Square Enix e pubblicato sulle pagine del Monthly Shōnen Gangan - per dare un'idea del target trattato, è la stessa rivista di "Fullmetal Alchemist" e "Soul Eater". I punti di forza di questo anime, a differenza della maggior parte dei titoli del genere, non sono però battaglie interminabili e power up scontati, ma invece intrighi e ragionamenti che portano a riflettere su vari aspetti della vita e sul suo significato.
Non brillerà certo per l'originalità, anzi, spesso, soprattutto inizialmente, potrà sapere di già visto, ma poi riesce a intrattenere con colpi di scena e saltuariamente con elementi di comicità, il tutto senza far ma mancare l'azione.
Senza dilungarsi sulla trama si parlerà di magia, distruzione e sentimenti; il tutto contornato da azzeccate e mai posticce citazioni di Shakespeare - si fanno riferimenti in particolare a due sue opere, cioè "La tempesta" e l' "Amleto", storie che finiscono con un lieto fine e in tragedia, e che aiuteranno a comprendere la trama.
Lo consiglio vivamente a tutti coloro che da una storia cercano più del semplice "ha vinto pinco-panco" o "ha vinto panco-pinco" e non si fanno problemi a seguire scene discorsive; lo sconsiglio ai fan sfegatati del moe e annoierà a tratti chi cerca solo combattimenti.
Vista la buona realizzazione grafica, il character design da lode, il doppiaggio perfetto della bravissima Miyuki Sawashiro e le stupende colonne sonore e opening, un 8 è d'obbligo.
Non brillerà certo per l'originalità, anzi, spesso, soprattutto inizialmente, potrà sapere di già visto, ma poi riesce a intrattenere con colpi di scena e saltuariamente con elementi di comicità, il tutto senza far ma mancare l'azione.
Senza dilungarsi sulla trama si parlerà di magia, distruzione e sentimenti; il tutto contornato da azzeccate e mai posticce citazioni di Shakespeare - si fanno riferimenti in particolare a due sue opere, cioè "La tempesta" e l' "Amleto", storie che finiscono con un lieto fine e in tragedia, e che aiuteranno a comprendere la trama.
Lo consiglio vivamente a tutti coloro che da una storia cercano più del semplice "ha vinto pinco-panco" o "ha vinto panco-pinco" e non si fanno problemi a seguire scene discorsive; lo sconsiglio ai fan sfegatati del moe e annoierà a tratti chi cerca solo combattimenti.
Vista la buona realizzazione grafica, il character design da lode, il doppiaggio perfetto della bravissima Miyuki Sawashiro e le stupende colonne sonore e opening, un 8 è d'obbligo.
Se ne avessi avuto la possibilità, gli avrei dato meno di 0.
Un anime partito bene (interessante l'idea di un mistery-fantasy che prende base dalle citazioni shakespeariane) che sprofonda in una storia fiacca, noiosa e senza senso, così come i pochi personaggi che presenta, inutili, banali e incredibilmente forzati.
I due protagonisti, Mahiro e Yoshino, sono l'uno l'opposto dell'altro: il primo molto arrogante, impulsivo e il cui unico scopo è quello di vendicare la sorellastra Aika di cui lui era innamorato; il secondo, Yoshino, appare come una persona normale, ma nelle varie situazioni caotiche e pericolose dimostrerà molto sangue freddo e una particolare astuzia e intelligenza. Nei vari episodi (per la maggior parte, praticamente tutti) si arrovelleranno in fumose teorie senza giungere da nessuna parte. La cosa che dà ai nervi è che per tutta la serie (credo tutta, anche se non ho voluto vedere gli altri episodi, essendomi fermato al quattordicesimo) loro non si accorgono di essere manovrati da Aika. Hakaze, la protagonista femminile e maga della Genesi (non merita nemmeno di essere chiamata maga, visto che tutta la sua magia proviene dall'albero della Genesi che dirige il destino sempre a suo favore, tralasciando i danni che arreca agli esseri viventi e al pianeta), è un personaggio irritante e inutile. Aika, sorellastra di Mahiro e fidanzata segreta di Yoshino, è il personaggio che più ho odiato fino alla fine - avesse detto qualcosa di sensato in ventiquattro episodi! Ci sono altri personaggi, ma non mi va di commentarli, visto quello che ho scritto per quelli principali.
I venti minuti di ogni episodio sono composti per lo più da discorsi, assurdi soprattutto negli episodi 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12, talmente noiosi da farmi perdere 140 minuti di vita. Le scene d'azione sono praticamente inesistenti (soltanto nei primi tre episodi abbiamo qualche scena d'azione di durata minima, per il resto sono tutte scene di dialogo). L'unica nota positiva e' il disegno di alto livello realizzato dallo studio Bones.
Bocciato a 360 gradi.
Un anime partito bene (interessante l'idea di un mistery-fantasy che prende base dalle citazioni shakespeariane) che sprofonda in una storia fiacca, noiosa e senza senso, così come i pochi personaggi che presenta, inutili, banali e incredibilmente forzati.
I due protagonisti, Mahiro e Yoshino, sono l'uno l'opposto dell'altro: il primo molto arrogante, impulsivo e il cui unico scopo è quello di vendicare la sorellastra Aika di cui lui era innamorato; il secondo, Yoshino, appare come una persona normale, ma nelle varie situazioni caotiche e pericolose dimostrerà molto sangue freddo e una particolare astuzia e intelligenza. Nei vari episodi (per la maggior parte, praticamente tutti) si arrovelleranno in fumose teorie senza giungere da nessuna parte. La cosa che dà ai nervi è che per tutta la serie (credo tutta, anche se non ho voluto vedere gli altri episodi, essendomi fermato al quattordicesimo) loro non si accorgono di essere manovrati da Aika. Hakaze, la protagonista femminile e maga della Genesi (non merita nemmeno di essere chiamata maga, visto che tutta la sua magia proviene dall'albero della Genesi che dirige il destino sempre a suo favore, tralasciando i danni che arreca agli esseri viventi e al pianeta), è un personaggio irritante e inutile. Aika, sorellastra di Mahiro e fidanzata segreta di Yoshino, è il personaggio che più ho odiato fino alla fine - avesse detto qualcosa di sensato in ventiquattro episodi! Ci sono altri personaggi, ma non mi va di commentarli, visto quello che ho scritto per quelli principali.
I venti minuti di ogni episodio sono composti per lo più da discorsi, assurdi soprattutto negli episodi 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12, talmente noiosi da farmi perdere 140 minuti di vita. Le scene d'azione sono praticamente inesistenti (soltanto nei primi tre episodi abbiamo qualche scena d'azione di durata minima, per il resto sono tutte scene di dialogo). L'unica nota positiva e' il disegno di alto livello realizzato dallo studio Bones.
Bocciato a 360 gradi.
La trama di "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" inizia quando Yoshino, normalissimo studente liceale giapponese, viene contattato da una misteriosa donna, Yamamoto, che gli chiede informazioni su Mahiro, suo amico di infanzia scomparso misteriosamente dopo l'omicidio inspiegabile della di lui sorella, Aika. Yamamoto non è affatto amichevole e passa alle maniere forti senza troppi convenevoli, ma Yoshino viene salvato proprio da Mahiro, ricomparso improvvisamente. Subito dopo la sua comparsa, uno strano oggetto inizia a solcare il cielo della città e quasi tutti gli umani della zona si trasformano improvvisamente in metallo. Yoshino verrà quindi coinvolto nel conflitto che si è scatenato fra gli uomini del clan Kusaribe e Mahiro, che sta aiutando Hakaze, l'ex capo di tale clan, esiliata in un'isola sperduta. Il clan Kusaribe usa una particolare magia, donata loro dal misterioso "Albero della Genesi". Tuttavia, il clan si è rivoltato contro tale albero e la sua favorita, Hakaze, e ora vuole usare un altro misterioso albero magico, l' "Albero di Zetsuen", per distruggere la fonte stessa dei loro poteri. In tutto questo, i contendenti se la dovranno vedere anche con le forze governative, che non sono rimaste immobili a guardare la gente diventare metallo in modo apparentemente inspiegabile.
La trama prosegue ricca di colpi di scena, con un andamento mai scontato e abbastanza appassionante. Soprattutto nella prima parte della storia sarà necessario un certo sforzo mentale da parte dello spettatore, poiché molto è basato su ragionamenti logici che porteranno a risolvere persino paradossi temporali e "resuscitazioni". La seconda metà dell'anime scorre invece più lineare, col delinearsi di un nemico comune da abbattere, ma non per questo mancheranno i colpi di scena.
Nel complesso, la trama ha un buono svolgimento, segue una sua logica e appassiona. La magia viene utilizzata moltissimo, ma ha una sua precisa logica e delle regole da rispettare. Il finale, diversamente da altre opere dello stesso periodo, è appropriato e sensato, e dà una degna conclusione agli eventi narrati.
Come chicca, la storia è infarcita di citazioni da varie opere di Shakespeare, che arricchiscono culturalmente la vicenda.
Quattro sono i veri protagonisti di questo anime: Yoshino, Mahiro, Hakaze e Aika.
Yoshino è un personaggio all'apparenza debole e apatico, che si rivelerà invece essere ben più arguto e scaltro, capace di ribaltare situazioni di stallo e di pericolo grazie al solo ragionamento. Non esiterà a compiere gesti difficili per ottenere un risultato che lo soddisfi.
Il motore principale delle azioni di Mahiro è la vendetta: vendetta contro lo sconosciuto che ha ucciso Aika. Tutto il resto fa da contorno: l'aiutare Hakaze, unica che può fornirgli il nome del colpevole, persino salvare il mondo dalla distruzione, all'inizio è tutto subordinato alla vendetta. Tuttavia, Mahiro avrà anche lui una sua maturazione, che alla fine lo porterà ad andare oltre alla vendetta stessa. Mahiro è ambizioso e tenace: a volte può apparire quasi pazzo, o cattivo.
Hakaze è la Principessa dei Kusaribe, tradita dall'intero clan e abbandonata su un'isola deserta. E, nonostante la sua situazione sia disperata, Hakaze non smette di lottare. Il suo personaggio verrà portato a rivedere drasticamente ciò in cui credeva e subirà una maturazione credibile e abbastanza sensata.
E infine c'è Aika, che aleggia come un fantasma nelle vite di Yoshino e Mahiro. Personaggio apparentemente solo spocchioso e testardo, si rivelerà qualcosa di più nella seconda parte della serie.
Oltre al cast principale, la serie è costellata di comprimari abbastanza ben caratterizzati, che nonostante i pochi episodi risaltano e interessano. Ognuno ha uno scopo ben preciso e una sua personalità, che viene comunque spiegata anche nel poco tempo a disposizione per loro.
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" ha pochi difetti, primo fra tutti un ritmo un po' altalenante, con alcuni episodi lenti e altri molto rapidi. E' necessaria una certa concentrazione per seguire alcuni passaggi logici, soprattutto quando iniziano ad essere coinvolti paradossi temporali. Dopo una prima parte complessa e intricata, la seconda parte dell'anime è invece più lineare e "semplice", cosa che potrebbe far storcere il naso a chi si aspettava lo stesso livello di complessità. Non tutto quanto verrà poi spiegato allo spettatore e qualche dubbio resterà, sia agli spettatori che ai personaggi stessi. I comprimari, inoltre, forse potevano avere un po' più di sviluppo.
Tecnicamente, la serie è molto ben realizzata, con animazioni fluide e buone colorazioni. C'è un leggero uso della CG, che però non stona ed è ben amalgamata nel contesto. Ottime le musiche, in grado di conferire la giusta atmosfera alle scene narrate e di sottolineare i momenti topici dell'anime. Buone anche le sigle, soprattutto la prima.
In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è uno dei prodotti migliori di questa stagione, con una buona realizzazione sia a livello di trama e personaggi che a livello tecnico, con pochi difetti e un piccolo calo di mordente nella seconda parte dell'anime. Gli assegno un bell'8 pieno, consigliandola a chi cerca qualcosa che possa sia intrattenere ma anche tenere concentrati. Se invece cercate una storiella leggera che non vi faccia pensare, lasciate perdere.
La trama prosegue ricca di colpi di scena, con un andamento mai scontato e abbastanza appassionante. Soprattutto nella prima parte della storia sarà necessario un certo sforzo mentale da parte dello spettatore, poiché molto è basato su ragionamenti logici che porteranno a risolvere persino paradossi temporali e "resuscitazioni". La seconda metà dell'anime scorre invece più lineare, col delinearsi di un nemico comune da abbattere, ma non per questo mancheranno i colpi di scena.
Nel complesso, la trama ha un buono svolgimento, segue una sua logica e appassiona. La magia viene utilizzata moltissimo, ma ha una sua precisa logica e delle regole da rispettare. Il finale, diversamente da altre opere dello stesso periodo, è appropriato e sensato, e dà una degna conclusione agli eventi narrati.
Come chicca, la storia è infarcita di citazioni da varie opere di Shakespeare, che arricchiscono culturalmente la vicenda.
Quattro sono i veri protagonisti di questo anime: Yoshino, Mahiro, Hakaze e Aika.
Yoshino è un personaggio all'apparenza debole e apatico, che si rivelerà invece essere ben più arguto e scaltro, capace di ribaltare situazioni di stallo e di pericolo grazie al solo ragionamento. Non esiterà a compiere gesti difficili per ottenere un risultato che lo soddisfi.
Il motore principale delle azioni di Mahiro è la vendetta: vendetta contro lo sconosciuto che ha ucciso Aika. Tutto il resto fa da contorno: l'aiutare Hakaze, unica che può fornirgli il nome del colpevole, persino salvare il mondo dalla distruzione, all'inizio è tutto subordinato alla vendetta. Tuttavia, Mahiro avrà anche lui una sua maturazione, che alla fine lo porterà ad andare oltre alla vendetta stessa. Mahiro è ambizioso e tenace: a volte può apparire quasi pazzo, o cattivo.
Hakaze è la Principessa dei Kusaribe, tradita dall'intero clan e abbandonata su un'isola deserta. E, nonostante la sua situazione sia disperata, Hakaze non smette di lottare. Il suo personaggio verrà portato a rivedere drasticamente ciò in cui credeva e subirà una maturazione credibile e abbastanza sensata.
E infine c'è Aika, che aleggia come un fantasma nelle vite di Yoshino e Mahiro. Personaggio apparentemente solo spocchioso e testardo, si rivelerà qualcosa di più nella seconda parte della serie.
Oltre al cast principale, la serie è costellata di comprimari abbastanza ben caratterizzati, che nonostante i pochi episodi risaltano e interessano. Ognuno ha uno scopo ben preciso e una sua personalità, che viene comunque spiegata anche nel poco tempo a disposizione per loro.
"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" ha pochi difetti, primo fra tutti un ritmo un po' altalenante, con alcuni episodi lenti e altri molto rapidi. E' necessaria una certa concentrazione per seguire alcuni passaggi logici, soprattutto quando iniziano ad essere coinvolti paradossi temporali. Dopo una prima parte complessa e intricata, la seconda parte dell'anime è invece più lineare e "semplice", cosa che potrebbe far storcere il naso a chi si aspettava lo stesso livello di complessità. Non tutto quanto verrà poi spiegato allo spettatore e qualche dubbio resterà, sia agli spettatori che ai personaggi stessi. I comprimari, inoltre, forse potevano avere un po' più di sviluppo.
Tecnicamente, la serie è molto ben realizzata, con animazioni fluide e buone colorazioni. C'è un leggero uso della CG, che però non stona ed è ben amalgamata nel contesto. Ottime le musiche, in grado di conferire la giusta atmosfera alle scene narrate e di sottolineare i momenti topici dell'anime. Buone anche le sigle, soprattutto la prima.
In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è uno dei prodotti migliori di questa stagione, con una buona realizzazione sia a livello di trama e personaggi che a livello tecnico, con pochi difetti e un piccolo calo di mordente nella seconda parte dell'anime. Gli assegno un bell'8 pieno, consigliandola a chi cerca qualcosa che possa sia intrattenere ma anche tenere concentrati. Se invece cercate una storiella leggera che non vi faccia pensare, lasciate perdere.
Che dire, arrivata al quattordicesimo episodio mi piace sempre di più, una miscela esplosiva piena di misteri che non smette mai di sorprenderti. Personaggi fantastici con storie altrettanto incredibili, che riportano alla mente alcuni personaggi delle più famose tragedie di Shakespeare, quali Romeo (in "Romeo e Giulietta"), Amleto (in "Amleto") e Prospero (in "La Tempesta").
La storia segue le vicende di Mahiro Fuwa, che, spinto dalla sete di vendetta, intraprende un viaggio per scoprire l'identità dell'assassino di Aika, sua sorella. Durante il suo viaggio entra in contatto con Hakaze Kusaribe, incantatrice dell'Albero della Genesi, che gli promette di trovare l'assassino di sua sorella in cambio del suo aiuto per salvare il mondo, che pare minacciato dal risveglio dell'Albero dell'Esodo. A lui si unirà anche il suo amico d'infanzia Yoshino Takigawa; insieme si incamminano alla ricerca della verità, che sembra andare ben oltre la loro immaginazione.
Un'opera davvero bella; musica, animazione e disegni stupendi. Fino ad ora l'ho trovato stupefacente! Un insieme di tutto ciò che più mi piace: fantasy, avventura, combattimento, sentimentale, mistero e azione. Non potrei chiedere di più! Nonostante presenti molti discorsi lunghi, che potrebbero far pensare a qualcosa di noioso, è altrettanto pieno di colpi di scena e ragionamenti eccezionali. Consiglio caldamente agli amanti del genere, e anche a tutti gli altri, di guardarlo.
La storia segue le vicende di Mahiro Fuwa, che, spinto dalla sete di vendetta, intraprende un viaggio per scoprire l'identità dell'assassino di Aika, sua sorella. Durante il suo viaggio entra in contatto con Hakaze Kusaribe, incantatrice dell'Albero della Genesi, che gli promette di trovare l'assassino di sua sorella in cambio del suo aiuto per salvare il mondo, che pare minacciato dal risveglio dell'Albero dell'Esodo. A lui si unirà anche il suo amico d'infanzia Yoshino Takigawa; insieme si incamminano alla ricerca della verità, che sembra andare ben oltre la loro immaginazione.
Un'opera davvero bella; musica, animazione e disegni stupendi. Fino ad ora l'ho trovato stupefacente! Un insieme di tutto ciò che più mi piace: fantasy, avventura, combattimento, sentimentale, mistero e azione. Non potrei chiedere di più! Nonostante presenti molti discorsi lunghi, che potrebbero far pensare a qualcosa di noioso, è altrettanto pieno di colpi di scena e ragionamenti eccezionali. Consiglio caldamente agli amanti del genere, e anche a tutti gli altri, di guardarlo.