Tomodachi Game
“Tomodachi Game” è una serie composta da dodici episodi, trasposizione animata del manga dal medesimo nome.
L’anime rientra nel grande filone dei survival game, in cui un gruppo di amici si ritrova a dover partecipare a una serie di giochi, con lo scopro di salvaguardare la propria amicizia, rispetto a svariate situazioni.
Ogni gioco farà mettere sul piatto i segreti, la fiducia e i legami che uniscono il quintetto di compagni, mettendoli alla prova, rispetto a quanto uniti realmente sono. Ovviamente, come contropartita, ci sarà un enorme debito in denaro, contratto da uno di loro, e che con il superamento delle varie prove man mano dovrebbe diminuire, se i protagonisti collaborano fra loro, come dei veri amici; in caso contrario non farà altro che aumentare, dimostrando quanto fragile e effimero sia il rapporto che intercorre fra due o più persone, denominato amicizia.
La storia presenta un crescendo di suspense e azione, in cui i vari segreti e misteri che sottostanno all’intera narrazione vengono man mano rivelati; il fattore psicologico non sarà da meno, dovendo approfondire la psiche e il passato di ognuno dei vari personaggi. Purtroppo, per quanto interessante e coinvolgente sia stata presentata l’idea di base, nella messa in atto, personalmente, ho denotato più di qualche scricchiolio.
Ho apprezzato i vari giochi, ma la loro risoluzione sarà praticamente lasciata interamente al nostro protagonista, imputandolo come un’abile stratega, cosa che, man mano che proseguirà la visione, renderà gli altri personaggi sempre più irrilevanti e meri strumenti per poter far quadrare l’intero machiavellico piano, per poter superare la “prova” di turno. La cosa in parte può essere vista come un pregio, rendendo il protagonista un vero catalizzatore d’interesse e curiosità per lo spettatore, che però, con il tempo, diventerà l’unico caposaldo, appena il “nemico” di turno verrà smascherato, rendendolo l’ultimo briciolo di speranza, diventando, metaforicamente parlando, un parafulmine, rendendo il tutto abbastanza monotematico e unidirezionale, deviando l’attenzione degli interi avvenimenti su di lui, piuttosto che sullo scoprire il segreto di fondo che permea l’intera serie.
Altro punto a favore saranno i tanti temi messi in gioco, rispetto al significato dell’amicizia, quindi come l’amore, la famiglia, il proprio passato e lo status sociale, ma specialmente l’avidità e i soldi, possano portare a infinite variabili e reazioni in qualsiasi rapporto di amicizia, che sarà rappresentato con tante reazioni, quali la fiducia, il sacrificio, la compassione e il perdono, insomma tante facce della stessa medaglia, legate tutte a stretto giro. Peccato che, come anticipato poco sopra, la serie soffrirà sempre più di un egocentrismo rispetto alla figura del proprio protagonista, che diventerà feticcio e strumento d’idolatria sempre maggiore ad ogni episodio, e che si evolverà da sopraffino stratega a spietato vessatore, fino all’evoluzione finale in sacco da box, dando sempre più spazio alle sue azioni, piuttosto che alle sue parole o riflessioni.
Tale involuzione del personaggio non sarà che mero frutto della stessa fine che la serie andrà a fare, cioè, più che un gioco mentale tra il protagonista e i suoi amici, diventerà una serie di azioni e decisioni da mettere in atto per poter arrivare alla risoluzione del gioco, dando più spazio a elementi sadici piuttosto che a riflessioni e/o trick mentali, fattore che mi ha in parte fatto scemare l’interesse verso gli eventi e specialmente verso il suo protagonista, vero punto cardine della serie, ancora più degli eventi messi in scena.
Per l’aspetto tecnico, devo dire di aver apprezzato molto il lato sonoro, le sigle mi hanno particolarmente esaltato, non essendo solamente orecchiabili, ma anche molto ritmate, e incalzando lo spettatore e stimolandolo alla visione con una bella e sana scarica di adrenalina.
Per l’aspetto grafico, personalmente ho apprezzato i vari effetti visivi messi in scena per rappresentare i lati nascosti della psiche di alcuni personaggi, come le piume nere o le fiamme blue, ma purtroppo dopo brevissimo tempo risulteranno fin troppo presenti e abusate, fattore in parte dovuto anche ad una visione consecutiva degli episodi, ma che risulterà spesso presente più volte ad episodio; quindi buona l’idea, un po’ meno la mancanza di evoluzione di tali elementi.
Oltre a ciò, ho apprezzato i vari personaggi, che risulteranno ben distinti fra loro, ma ci sarà più di qualche imperfezione e calo qualitativo, nella loro rappresentazione, in cui delle volte stoneranno e risulteranno abbastanza evidenti tale mancanza di rifinitura e dettaglio nei personaggi; invece, grande nota positiva sarà il lato grafico delle “nemesi” del nostro protagonista, che, specialmente per gli avatar utilizzati, risulteranno inquietanti e spietati il giusto, rispetto alla serie in sé, insomma molto azzeccati.
In definitiva, “Tomodachi Game” è una serie che riesce a spiccare grazie al suo protagonista, che incanta e ammalia lo spettatore; purtroppo tale nota positiva è anche il suo più grande tallone d’Achille, essendo che, appena si denota una flessione della narrazione, tale destino toccherà anche al protagonista, che ne sarà vittima ma anche causa, in una svolta più action preferita in parte al lato più riflessivo, perdendo così molto del suo iniziale appeal.
L’anime rientra nel grande filone dei survival game, in cui un gruppo di amici si ritrova a dover partecipare a una serie di giochi, con lo scopro di salvaguardare la propria amicizia, rispetto a svariate situazioni.
Ogni gioco farà mettere sul piatto i segreti, la fiducia e i legami che uniscono il quintetto di compagni, mettendoli alla prova, rispetto a quanto uniti realmente sono. Ovviamente, come contropartita, ci sarà un enorme debito in denaro, contratto da uno di loro, e che con il superamento delle varie prove man mano dovrebbe diminuire, se i protagonisti collaborano fra loro, come dei veri amici; in caso contrario non farà altro che aumentare, dimostrando quanto fragile e effimero sia il rapporto che intercorre fra due o più persone, denominato amicizia.
La storia presenta un crescendo di suspense e azione, in cui i vari segreti e misteri che sottostanno all’intera narrazione vengono man mano rivelati; il fattore psicologico non sarà da meno, dovendo approfondire la psiche e il passato di ognuno dei vari personaggi. Purtroppo, per quanto interessante e coinvolgente sia stata presentata l’idea di base, nella messa in atto, personalmente, ho denotato più di qualche scricchiolio.
Ho apprezzato i vari giochi, ma la loro risoluzione sarà praticamente lasciata interamente al nostro protagonista, imputandolo come un’abile stratega, cosa che, man mano che proseguirà la visione, renderà gli altri personaggi sempre più irrilevanti e meri strumenti per poter far quadrare l’intero machiavellico piano, per poter superare la “prova” di turno. La cosa in parte può essere vista come un pregio, rendendo il protagonista un vero catalizzatore d’interesse e curiosità per lo spettatore, che però, con il tempo, diventerà l’unico caposaldo, appena il “nemico” di turno verrà smascherato, rendendolo l’ultimo briciolo di speranza, diventando, metaforicamente parlando, un parafulmine, rendendo il tutto abbastanza monotematico e unidirezionale, deviando l’attenzione degli interi avvenimenti su di lui, piuttosto che sullo scoprire il segreto di fondo che permea l’intera serie.
Altro punto a favore saranno i tanti temi messi in gioco, rispetto al significato dell’amicizia, quindi come l’amore, la famiglia, il proprio passato e lo status sociale, ma specialmente l’avidità e i soldi, possano portare a infinite variabili e reazioni in qualsiasi rapporto di amicizia, che sarà rappresentato con tante reazioni, quali la fiducia, il sacrificio, la compassione e il perdono, insomma tante facce della stessa medaglia, legate tutte a stretto giro. Peccato che, come anticipato poco sopra, la serie soffrirà sempre più di un egocentrismo rispetto alla figura del proprio protagonista, che diventerà feticcio e strumento d’idolatria sempre maggiore ad ogni episodio, e che si evolverà da sopraffino stratega a spietato vessatore, fino all’evoluzione finale in sacco da box, dando sempre più spazio alle sue azioni, piuttosto che alle sue parole o riflessioni.
Tale involuzione del personaggio non sarà che mero frutto della stessa fine che la serie andrà a fare, cioè, più che un gioco mentale tra il protagonista e i suoi amici, diventerà una serie di azioni e decisioni da mettere in atto per poter arrivare alla risoluzione del gioco, dando più spazio a elementi sadici piuttosto che a riflessioni e/o trick mentali, fattore che mi ha in parte fatto scemare l’interesse verso gli eventi e specialmente verso il suo protagonista, vero punto cardine della serie, ancora più degli eventi messi in scena.
Per l’aspetto tecnico, devo dire di aver apprezzato molto il lato sonoro, le sigle mi hanno particolarmente esaltato, non essendo solamente orecchiabili, ma anche molto ritmate, e incalzando lo spettatore e stimolandolo alla visione con una bella e sana scarica di adrenalina.
Per l’aspetto grafico, personalmente ho apprezzato i vari effetti visivi messi in scena per rappresentare i lati nascosti della psiche di alcuni personaggi, come le piume nere o le fiamme blue, ma purtroppo dopo brevissimo tempo risulteranno fin troppo presenti e abusate, fattore in parte dovuto anche ad una visione consecutiva degli episodi, ma che risulterà spesso presente più volte ad episodio; quindi buona l’idea, un po’ meno la mancanza di evoluzione di tali elementi.
Oltre a ciò, ho apprezzato i vari personaggi, che risulteranno ben distinti fra loro, ma ci sarà più di qualche imperfezione e calo qualitativo, nella loro rappresentazione, in cui delle volte stoneranno e risulteranno abbastanza evidenti tale mancanza di rifinitura e dettaglio nei personaggi; invece, grande nota positiva sarà il lato grafico delle “nemesi” del nostro protagonista, che, specialmente per gli avatar utilizzati, risulteranno inquietanti e spietati il giusto, rispetto alla serie in sé, insomma molto azzeccati.
In definitiva, “Tomodachi Game” è una serie che riesce a spiccare grazie al suo protagonista, che incanta e ammalia lo spettatore; purtroppo tale nota positiva è anche il suo più grande tallone d’Achille, essendo che, appena si denota una flessione della narrazione, tale destino toccherà anche al protagonista, che ne sarà vittima ma anche causa, in una svolta più action preferita in parte al lato più riflessivo, perdendo così molto del suo iniziale appeal.