BTOOOM!
Attenzione: presenza di lievi spoiler
Ennesimo anime tratto d a una novel ed ennesimo caso di storia ambientata in un mondo ludico o forse, semplicemente, parodia dell’isola dei famosi. Almeno, però, più realistico di "Sword Art Online". "Btoom" è infatti un videogioco on line ove si combatte solo a colpi di granate ed il nostro protagonista, oltre ad essere un neet, è uno dei venti migliori videogiocatori al mondo. Ma una mattina si sveglia su un’ isola tropicale e ben presto viene travolto dalla dura realtà: dovrà vivere e combattere una vera battle royale usando le granate e raccogliendo sette sigilli per riconquistare la libertà. Dato che ogni giocatore ha un solo sigillo, dovrà uccidere sette nemici. Ma a rendere tutto una saga di cinismo avremo il fatto che ogni personaggio sia finito sull'isola per la nominationd di qualcuno che lo odia. E che il tutto sia stato organizzato varie volte, per avere dati e realizzare un gioco sempre migliore. Inoltre, dato il numero di concorrenti sarà possibile stringere alleanza tra due giocatori perché entrambi potranno salvarsi… a meno che uno non preferisca far fuori il socio al momento buono. A rendere tutto ancor più coinvolgente sarà la personalità dei giocatori, magari non sviluppatissima ma che svolgerà il suo compito alla perfezione. Avremo ciccioni cinici ma astuti, bambini psicopatici, militari sanguinari che scannerebbero anche la loro madre, avvocati cinici e che vorresti vedere morti in due secondi ecc. Il protagonista, manco a dirlo, avrà sì una madre che lo ha fatto sparire… somma sfortuna, ma anche una fortuna sfacciatissima che lo farà sopravvivere nelle situazioni più impossibili. La coprotagonista sarà una ragazza bionda e abbondante ma piena di problemi psicologici del tipo meglio morire vergine che essere sfiorata un uomo, poiché odio tutti gli uomini. Ed in effetti è proprio lei la bandiera di questa serie, devastata dallo stupro di gruppo subito dalle sue amiche da cui non ha potuto salvarle. Peccato che le sua amiche diano la colpa solo a lei e la facciano superiore. La morale di questa fiera del cinismo, perciò, è proprio la vitale necessità di rispettare gli altri e i loro sentimenti e di non sentirsi autorizzati a fare ciò che si vuole per il propro interesse. Il che non è poco. La grafica è buona e la regia curata, le sigle sufficienti. Il finale è aperto, poiché nessuno ha voluto continuare la serie, ma in ogni caso lo trovo soddisfacente. Certamente non è una serie che vi cambierà la vita ma, se vi piacciono le Battle royale trovrete sicuramente molte novità.
In ogni caso un sette e mezzo non si può negare.
Ennesimo anime tratto d a una novel ed ennesimo caso di storia ambientata in un mondo ludico o forse, semplicemente, parodia dell’isola dei famosi. Almeno, però, più realistico di "Sword Art Online". "Btoom" è infatti un videogioco on line ove si combatte solo a colpi di granate ed il nostro protagonista, oltre ad essere un neet, è uno dei venti migliori videogiocatori al mondo. Ma una mattina si sveglia su un’ isola tropicale e ben presto viene travolto dalla dura realtà: dovrà vivere e combattere una vera battle royale usando le granate e raccogliendo sette sigilli per riconquistare la libertà. Dato che ogni giocatore ha un solo sigillo, dovrà uccidere sette nemici. Ma a rendere tutto una saga di cinismo avremo il fatto che ogni personaggio sia finito sull'isola per la nominationd di qualcuno che lo odia. E che il tutto sia stato organizzato varie volte, per avere dati e realizzare un gioco sempre migliore. Inoltre, dato il numero di concorrenti sarà possibile stringere alleanza tra due giocatori perché entrambi potranno salvarsi… a meno che uno non preferisca far fuori il socio al momento buono. A rendere tutto ancor più coinvolgente sarà la personalità dei giocatori, magari non sviluppatissima ma che svolgerà il suo compito alla perfezione. Avremo ciccioni cinici ma astuti, bambini psicopatici, militari sanguinari che scannerebbero anche la loro madre, avvocati cinici e che vorresti vedere morti in due secondi ecc. Il protagonista, manco a dirlo, avrà sì una madre che lo ha fatto sparire… somma sfortuna, ma anche una fortuna sfacciatissima che lo farà sopravvivere nelle situazioni più impossibili. La coprotagonista sarà una ragazza bionda e abbondante ma piena di problemi psicologici del tipo meglio morire vergine che essere sfiorata un uomo, poiché odio tutti gli uomini. Ed in effetti è proprio lei la bandiera di questa serie, devastata dallo stupro di gruppo subito dalle sue amiche da cui non ha potuto salvarle. Peccato che le sua amiche diano la colpa solo a lei e la facciano superiore. La morale di questa fiera del cinismo, perciò, è proprio la vitale necessità di rispettare gli altri e i loro sentimenti e di non sentirsi autorizzati a fare ciò che si vuole per il propro interesse. Il che non è poco. La grafica è buona e la regia curata, le sigle sufficienti. Il finale è aperto, poiché nessuno ha voluto continuare la serie, ma in ogni caso lo trovo soddisfacente. Certamente non è una serie che vi cambierà la vita ma, se vi piacciono le Battle royale trovrete sicuramente molte novità.
In ogni caso un sette e mezzo non si può negare.
Di per sé lo sviluppo della trama funziona, i personaggi sono realistici, le idee sensate, i piani ragionevoli. Anche le situazioni sono abbastanza diverse fra loro, pur avendo in comune le bombe. L'unica cosa che non mi convince è il motivo per cui questi tizi vengano portati sull'isola. Ma il problema vero di questa serie è che tutto quello che accade è già stato visto. Siamo di fronte all'ennesimo clone di "Battle Royale", se non addirittura il meno originale delle sue copie, il più simile ad esso. Altra cosa che fa storcere il naso e non poco è che la storia è monca: infatti negli ultimi cinque anni non c'è stato alcun seguito e si può dedurre che il progetto sia stato cassato.
Leggendo la trama mi sono incuriosito e dato alla pazza gioia perchè quando c'è un anime che risalta la sopravvivenza mi faccio delle aspettative, mettendomi comodo sul divano e guardarlo fino alla fine.
Btoom non mi ha deluso, c'è un alta tensione sui personaggi che a loro modo dimostrano in punti diversi, c'è quello forte ed esperto, quello debole ma avido, quello furbo e indifeso, quello buono che impazzisce, la solita ragazza sexy e il ragazzo indifeso ma che quando serve mostra gli artigli. In questa serie ci sono buoni personaggi che valgono il posto nella storia e hanno un ruolo preciso che porta sempre ad una conclusione.
Riassumendo la trama, Ryouta Sakamoto è un ventiduenne disoccupato che passa le sue giornate giocando ad un videogioco, BTOOM, dove lui è uno dei migliori, non ha un buon rapporto con la madre e quasi sempre finisce per essere indecente. Un giorno si sveglia in un isola tropicale dove viene subito messa alla prova la sua abilità con le bombe, proprio come nel videogioco. Il protagonista si troverà in un inferno dove dovrà cercare di sopravvivere e unire il suo talento da giocatore con quello reale.
Trovo meraviglioso come Btoom riesca a prendere un semplice personaggio dal nulla e metterlo sul campo facendogli spremere fino all'ultima goccia il proprio istinto di sopravvivenza, che comporta azioni cattive e non, sempre per uno scopo ben preciso ovvero assicurarsi quella unica chance che può riportarti alla normale vita di tutti i giorni. Bello anche come candidano le persone a questo gioco di morte, come? Semplice, se odi qualcuno basta scrivere il suo nome su un sito preciso e questi andranno a prenderlo. Questo comporta dei colpi di scena, in quanto non puoi sapere se la persona che ti ha nominato è un tuo caro o no. Opening carina, l'ending non sarà granchè ma il sonoro complessivo della serie è più che sufficiente.
In conclusione Btoom è un anime che sicuramente ha del personale, non se ne trovano altri come questo. Piacerà sicuramente agli amanti del genere.
Btoom non mi ha deluso, c'è un alta tensione sui personaggi che a loro modo dimostrano in punti diversi, c'è quello forte ed esperto, quello debole ma avido, quello furbo e indifeso, quello buono che impazzisce, la solita ragazza sexy e il ragazzo indifeso ma che quando serve mostra gli artigli. In questa serie ci sono buoni personaggi che valgono il posto nella storia e hanno un ruolo preciso che porta sempre ad una conclusione.
Riassumendo la trama, Ryouta Sakamoto è un ventiduenne disoccupato che passa le sue giornate giocando ad un videogioco, BTOOM, dove lui è uno dei migliori, non ha un buon rapporto con la madre e quasi sempre finisce per essere indecente. Un giorno si sveglia in un isola tropicale dove viene subito messa alla prova la sua abilità con le bombe, proprio come nel videogioco. Il protagonista si troverà in un inferno dove dovrà cercare di sopravvivere e unire il suo talento da giocatore con quello reale.
Trovo meraviglioso come Btoom riesca a prendere un semplice personaggio dal nulla e metterlo sul campo facendogli spremere fino all'ultima goccia il proprio istinto di sopravvivenza, che comporta azioni cattive e non, sempre per uno scopo ben preciso ovvero assicurarsi quella unica chance che può riportarti alla normale vita di tutti i giorni. Bello anche come candidano le persone a questo gioco di morte, come? Semplice, se odi qualcuno basta scrivere il suo nome su un sito preciso e questi andranno a prenderlo. Questo comporta dei colpi di scena, in quanto non puoi sapere se la persona che ti ha nominato è un tuo caro o no. Opening carina, l'ending non sarà granchè ma il sonoro complessivo della serie è più che sufficiente.
In conclusione Btoom è un anime che sicuramente ha del personale, non se ne trovano altri come questo. Piacerà sicuramente agli amanti del genere.
Questo anime è certamente migliore di altri del suo stesso genere, ma non riesce ad eccellere e ad essere considerato qualcosa di veramente valido.
Partiamo dalla trama. Il solito cliché con gente che si ritrova dentro ad un videogioco contro la propria volontà e deve riuscire a sopravvivere. Di positivo c'è da dire però che almeno qui si cerca di dare una spiegazione valida del fatto che siano state scelte proprio queste persone per partecipare anziché altri. Lo sviluppo è buono anche se già da subito si capisce che se si vuole sopravvivere bisogna sfruttare gli altri. Prova ne è il fatto che quasi tutti cercheranno a loro modo di approfittarsi del protagonista. Alla trama darei un 6.5.
Passiamo ai personaggi, uno degli aspetti peggiori di questo anime. Il protagonista è il nuovo Kirito. Infatti riesce a sopravvivere anche se gli esplodono bombe accanto e se la cava sempre, anche nelle situazioni più disperate. La protagonista resta inutile per quasi tutta la durata dell'anime. Il suo unico scopo è essere preda di altri maschi presenti sull'isola e il suo obiettivo sembra quello di non perdere la verginità a tutti i costi. Degli altri non ne ricordo nessuno in particolare, però hanno tutti una caratteristica in comune: l'essere inaffidabili. Infatti, come già detto in precedenza, in questo anime nessuno si può considerare veramente un alleato del protagonista, tutti i personaggi secondari sono solo degli sfruttatori che cercano di uscire disperatamente da questo gioco. Ai personaggi darei un 4.5.
Passiamo all'aspetto sonoro e grafico che è uno dei punti forti di questo anime. Ho apprezzato moltissimo la prima opening e le OST sono tutte abbastanza azzeccate. La ending, invece, non la ricordo affatto. Il character desing è abbastanza buono e le animazioni sono fatte davvero bene. A questo aspetto darei un 8.5.
Riguardo alla scorrevolezza questo anime ha dei momenti molto piacevoli e altri che lo sono un po' di meno. Però c'è da dire che non l'ho mai trovato pesante da vedere o noioso, quindi darei un 8 a questo aspetto.
Il mio voto per questo anime sarebbe un 6.9 che si arrotonda per eccesso a 7. Ve lo consiglio se apprezzate tanto il genere game. Se avete detestato "Sword Art Online" o "No Game No Life" vi sconsiglio la visione, perché di sicuro neanche questo titolo riuscirà a interessarvi.
Partiamo dalla trama. Il solito cliché con gente che si ritrova dentro ad un videogioco contro la propria volontà e deve riuscire a sopravvivere. Di positivo c'è da dire però che almeno qui si cerca di dare una spiegazione valida del fatto che siano state scelte proprio queste persone per partecipare anziché altri. Lo sviluppo è buono anche se già da subito si capisce che se si vuole sopravvivere bisogna sfruttare gli altri. Prova ne è il fatto che quasi tutti cercheranno a loro modo di approfittarsi del protagonista. Alla trama darei un 6.5.
Passiamo ai personaggi, uno degli aspetti peggiori di questo anime. Il protagonista è il nuovo Kirito. Infatti riesce a sopravvivere anche se gli esplodono bombe accanto e se la cava sempre, anche nelle situazioni più disperate. La protagonista resta inutile per quasi tutta la durata dell'anime. Il suo unico scopo è essere preda di altri maschi presenti sull'isola e il suo obiettivo sembra quello di non perdere la verginità a tutti i costi. Degli altri non ne ricordo nessuno in particolare, però hanno tutti una caratteristica in comune: l'essere inaffidabili. Infatti, come già detto in precedenza, in questo anime nessuno si può considerare veramente un alleato del protagonista, tutti i personaggi secondari sono solo degli sfruttatori che cercano di uscire disperatamente da questo gioco. Ai personaggi darei un 4.5.
Passiamo all'aspetto sonoro e grafico che è uno dei punti forti di questo anime. Ho apprezzato moltissimo la prima opening e le OST sono tutte abbastanza azzeccate. La ending, invece, non la ricordo affatto. Il character desing è abbastanza buono e le animazioni sono fatte davvero bene. A questo aspetto darei un 8.5.
Riguardo alla scorrevolezza questo anime ha dei momenti molto piacevoli e altri che lo sono un po' di meno. Però c'è da dire che non l'ho mai trovato pesante da vedere o noioso, quindi darei un 8 a questo aspetto.
Il mio voto per questo anime sarebbe un 6.9 che si arrotonda per eccesso a 7. Ve lo consiglio se apprezzate tanto il genere game. Se avete detestato "Sword Art Online" o "No Game No Life" vi sconsiglio la visione, perché di sicuro neanche questo titolo riuscirà a interessarvi.
Mi sono avvicinato da poco a questo genere di anime, in cui i personaggi si ritrovano a vivere la propria vita all'interno di un videogioco. Ho iniziato con Sword Art Online e, finito quest'ultimo, mi sono piombato a cercare anime con l'input simile. Purtroppo penso abbia giovato un po', ma BTOOOM! mi ha comunque preso. In questo caso, i personaggi non si ritrovano all'interno di un videogioco in realtà aumentata in cui sopravvivere, ma devono combattere realmente contro gli avversari in una lotta mortale. A differenza di molti sparatutto, in questo le uniche armi sono le bombe (a tempo, incendiarie ecc...) e penso sia questa la caratteristica che fa differenziare l'anime.
I colpi di scena in BTOOOM! non mancano, anche se essi sono un po' troppo scontati, ma fanno comunque il loro effetto e suscitano sempre un sorrisino all'utente.
Il finale è molto toccante e penso sia uno dei pochi anime che abbia visto in cui insegni un fondamentale concetto della vita: l'altruismo, non pensare solamente a se stessi, ma aiutare il prossimo donando tutto l'aiuto possibile. Non sentirsi inferiori a nessun'altro, non farsi influenzare e continuare a vivere seguendo le proprie ideologie. Questo è quello che mi ha trasmesso l'intero anime, soprattutto il finale.
Spero in un sequel, perchè la fine rimane un po' un'incognita.
I colpi di scena in BTOOOM! non mancano, anche se essi sono un po' troppo scontati, ma fanno comunque il loro effetto e suscitano sempre un sorrisino all'utente.
Il finale è molto toccante e penso sia uno dei pochi anime che abbia visto in cui insegni un fondamentale concetto della vita: l'altruismo, non pensare solamente a se stessi, ma aiutare il prossimo donando tutto l'aiuto possibile. Non sentirsi inferiori a nessun'altro, non farsi influenzare e continuare a vivere seguendo le proprie ideologie. Questo è quello che mi ha trasmesso l'intero anime, soprattutto il finale.
Spero in un sequel, perchè la fine rimane un po' un'incognita.
Btooom! è un manga seinen del 2009 creato da Junya Inoue di cui una versione animata è stata prodotta nel 2012 dalla nostra carissima Madhouse. L'autore ci propone una storia a survival game cruenta, con le classiche caratteristiche del genere: legge del più forte, tradimento, conflitti, sangue, gente spappolata ecc.. Ma ce lo mostra in una salsa nuova, mescolando i videogames al genere survival. Ottime battaglie combattute a suon di esplosivi, tutti diversi e con ognuno la sua caratteristica "petardi, timer, gas, localizzazione ecc..". Ogni giocatore si è "guadagnato" il diritto di partecipare al gioco facendosi nominare per odio da una strana catena di lettere, che nominato il nome di una persona, la faceva sparire portandola nell'isola. Tutti i personaggi hanno la loro storia, banale che sia e grazie a ciò si riesce perfettamente a delineare la psicologia di ogni personaggio principale. Ottimo comparto grafico, con animazioni fluide e design eccellenti e una buona dose di fanservice gradito dai maschietti dalla dolce Himiko "la bionda popputa".
Comparto audio buono e opening fantastica. La pecca più grossa comunque, come nella maggior parte degli anime giapponesi derivati da un manga o novel è il finale. Incompleto. Si consiglia di recuperare il manga, edito in italia dalla planet manga "oppure scan a manetta" che tuttavia è ancora in corso. Vale la pena? Assolutamente si.
Comparto audio buono e opening fantastica. La pecca più grossa comunque, come nella maggior parte degli anime giapponesi derivati da un manga o novel è il finale. Incompleto. Si consiglia di recuperare il manga, edito in italia dalla planet manga "oppure scan a manetta" che tuttavia è ancora in corso. Vale la pena? Assolutamente si.
Quest'anime parla di alcuni individui che per una ragione sconosciuta vengono trasportati in un isola e costretti a uccidere gli altri per fuggire da questa. La trama ricorda molti anime, manga e film, per citarne alcuni:
Mirai Nikki, HxH, Hunger Games ecc..
Ma non ostante questo, l'autore riesce a inserire delle caratteristiche che lo differenziano dagli altri, coma l'utilizzo di sole bombe (il titolo credo sia ispirato proprio dal suono dell'esplosione), molto differenti tra loro e spesso rispecchiano la personalità di chi le usa, e di uno strano impianto verde che si rivelerà essere un radar per rintracciare i nemici. L'anime porta quindi grandi aspettative con se dovendosi confrontare con altri grandi titoli, aspettative che non delude, dividendosi tra azione, psicologia dei personaggi e dell'umanità in generale. Fa riflettere su tematiche profonde, quali la violenza sulle donne, e quella che può essere la loro reazione, il rapporto con i propri genitori e con la società in generale. Permette in oltre un immedesimazione nei personaggi principali abbastanza alta. Tuttavia non mancano i problemi, per lo più grafici, infatti, è stata scelta una grafica sullo sfuocato che può essere interpretata in 2 modi: O per far immedesimare ancora di più chi lo guarda o per errore, oltre a questo le esplosioni spesso non fanno quasi danno ai personaggi sebbene dannatamente vicine. Altra imperfezione sta nel design della protagonista, che ha una faccia più schiacciata di una normale faccia umana, ma questo proviene dal manga quindi non è altro che una scelta dell'autore. Nel complesso è un buon anime, anche se la tematica già troppo utilizzata rovina la sua godibilità, unico dilemma resta il finale al quale dovrebbe essere aggiunta una seconda serie, ma ancora non se ne sa niente a riguardo (in realtà tempo fa sembrava si dovesse realizzare).
Mirai Nikki, HxH, Hunger Games ecc..
Ma non ostante questo, l'autore riesce a inserire delle caratteristiche che lo differenziano dagli altri, coma l'utilizzo di sole bombe (il titolo credo sia ispirato proprio dal suono dell'esplosione), molto differenti tra loro e spesso rispecchiano la personalità di chi le usa, e di uno strano impianto verde che si rivelerà essere un radar per rintracciare i nemici. L'anime porta quindi grandi aspettative con se dovendosi confrontare con altri grandi titoli, aspettative che non delude, dividendosi tra azione, psicologia dei personaggi e dell'umanità in generale. Fa riflettere su tematiche profonde, quali la violenza sulle donne, e quella che può essere la loro reazione, il rapporto con i propri genitori e con la società in generale. Permette in oltre un immedesimazione nei personaggi principali abbastanza alta. Tuttavia non mancano i problemi, per lo più grafici, infatti, è stata scelta una grafica sullo sfuocato che può essere interpretata in 2 modi: O per far immedesimare ancora di più chi lo guarda o per errore, oltre a questo le esplosioni spesso non fanno quasi danno ai personaggi sebbene dannatamente vicine. Altra imperfezione sta nel design della protagonista, che ha una faccia più schiacciata di una normale faccia umana, ma questo proviene dal manga quindi non è altro che una scelta dell'autore. Nel complesso è un buon anime, anche se la tematica già troppo utilizzata rovina la sua godibilità, unico dilemma resta il finale al quale dovrebbe essere aggiunta una seconda serie, ma ancora non se ne sa niente a riguardo (in realtà tempo fa sembrava si dovesse realizzare).
"Btooom!" è una serie anime di 12 episodi del 2012 prodotta dallo studio Madhouse, tratta dal manga omonimo Junya Inoue.
La serie narra di Sakamoto Ryouta, un ragazzo di 22 anni che si risveglia sulla spiaggia di un'isola deserta. Ha con sé delle bombe e uno strano chip impiantato nella mano. Subito dopo il risveglio incontra uno sconosciuto che lo attacca con una bomba. Nota che le sue bombe e quelle del nemico sono molto simili a quelle di un videogioco online chiamato "BTOOOM!", e di cui Ryouta è un campione mondiale. Ryouta capisce così di trovarsi in una versione reale del videogioco...
Ho trovato BTOOOM! una buona serie, coinvolgente e appassionante. Non molto originale nel plot di base, che ricorda per alcuni elementi, Battle Royale. Andando sempre più avanti però acquisisce una propria identità presentando situazioni molto differenti. In alcuni punti bisogna veramente chiudere un occhio e sorvolare sulle piccole assurdità e sulle "leggere" botte di fortuna del protagonista, che spesso si trova a due passi da una bomba, che poco dopo esplode, ma lui ne riesce sempre a uscire indenne.
Non tutti i personaggi sono ben caratterizzati. Il protagonista è il classico eroe che riesce sempre a vincere nonostante le difficoltà iniziali, e di lui viene sottolineata la sua vita prima dell'arrivo sull'isola, il suo trattar male la madre, il fatto non avere un lavoro e di rinchiudersi tutto il giorno nella sua stanza a giocare ai videogiochi.
Ben caratterizzata è anche Himiko, una ragazza rimasta traumatizzata da un evento avvenuto prima del suo arrivo sull'isola. Sull'isola corre anche il rischio di essere violentata, e ciò le fa venire in mente quello che successe qualche tempo prima. Inizia così ad odiare gli uomini e a fare di tutto per rimanere il più pura possibile, arrivando persino a cercare di suicidarsi con una bomba pur di non essere violentata.
Un altro personaggio importante è Taira-san. E' un uomo più vecchio rispetto agli altri due personaggi, e sospetta che sia finito sull'isola a causa della sua cattiveria nell'ambiente di lavoro.
Il resto dei personaggi non sono per niente caratterizzati, e tra ragazzini sadici, ex-militari e gente che in passato era già finita sull'isola ce n'è per tutti!
Il voto finale è un 7, ma purtroppo la serie termina con un finale aperto e non è ancora stata annunciata una seconda stagione, e, viste le scarse vendite in Giappone dei dvd e bluray, dubito che ne realizzino un'altra...
La serie narra di Sakamoto Ryouta, un ragazzo di 22 anni che si risveglia sulla spiaggia di un'isola deserta. Ha con sé delle bombe e uno strano chip impiantato nella mano. Subito dopo il risveglio incontra uno sconosciuto che lo attacca con una bomba. Nota che le sue bombe e quelle del nemico sono molto simili a quelle di un videogioco online chiamato "BTOOOM!", e di cui Ryouta è un campione mondiale. Ryouta capisce così di trovarsi in una versione reale del videogioco...
Ho trovato BTOOOM! una buona serie, coinvolgente e appassionante. Non molto originale nel plot di base, che ricorda per alcuni elementi, Battle Royale. Andando sempre più avanti però acquisisce una propria identità presentando situazioni molto differenti. In alcuni punti bisogna veramente chiudere un occhio e sorvolare sulle piccole assurdità e sulle "leggere" botte di fortuna del protagonista, che spesso si trova a due passi da una bomba, che poco dopo esplode, ma lui ne riesce sempre a uscire indenne.
Non tutti i personaggi sono ben caratterizzati. Il protagonista è il classico eroe che riesce sempre a vincere nonostante le difficoltà iniziali, e di lui viene sottolineata la sua vita prima dell'arrivo sull'isola, il suo trattar male la madre, il fatto non avere un lavoro e di rinchiudersi tutto il giorno nella sua stanza a giocare ai videogiochi.
Ben caratterizzata è anche Himiko, una ragazza rimasta traumatizzata da un evento avvenuto prima del suo arrivo sull'isola. Sull'isola corre anche il rischio di essere violentata, e ciò le fa venire in mente quello che successe qualche tempo prima. Inizia così ad odiare gli uomini e a fare di tutto per rimanere il più pura possibile, arrivando persino a cercare di suicidarsi con una bomba pur di non essere violentata.
Un altro personaggio importante è Taira-san. E' un uomo più vecchio rispetto agli altri due personaggi, e sospetta che sia finito sull'isola a causa della sua cattiveria nell'ambiente di lavoro.
Il resto dei personaggi non sono per niente caratterizzati, e tra ragazzini sadici, ex-militari e gente che in passato era già finita sull'isola ce n'è per tutti!
Il voto finale è un 7, ma purtroppo la serie termina con un finale aperto e non è ancora stata annunciata una seconda stagione, e, viste le scarse vendite in Giappone dei dvd e bluray, dubito che ne realizzino un'altra...
Mettiamola così... l'idea è carina e per certi versi pure originale: niente fenomeni da baraccone, poche discrepanze da uno scenario quantomeno realistico e un'idea di fondo basata si su un videogame ma sostanzialmente inusuale.
Tutto ciò è veritiero per quanto riguarda la prima parte della storia, che si lascia vedere piacevolmente senza troppe pretese.
La seconda parte, e soprattutto un finale non finale, che in questo caso non ci sta per nulla, sminuiscono irreversibilmente l'intera opera: escono fuori i fenomeni da baraccone, le situazioni si tingono delle vicende più stereotipate e inverosimili, e tutto si riduce a una banalità assurda.
La trama, come detto, sarebbe pure carina, anche se non particolarmente originale; un ragazzo problematico si risveglia su un isola deserta in "compagnia" di altri che come lui non sanno perché sono finiti lì; magicamente addormentati, si risvegliano con un cristallo sulla mano che possiede strani poteri e funge da radar. Come armi solo bombe, ma di varia natura e piuttosto ben selezionate, che rappresentano la parte più originale della storia. Per il resto, le battaglie sono inizialmente ben congegnate e tatticamente realistiche, ma diventano banali e omologhe le une alle altre quasi subito, eccezion fatta per qualche caso decentemente azzeccato. Ad ogni modo, scopo della "missione" per uscire dall'isola è impossessarsi ovviamente dei cristalli altrui.
I personaggi sono scarsamente caratterizzati e stereotipati, con un inciso alla "lui incontra lei" davvero raccapricciante, soprattutto perché non ci sta proprio nella trama dell'opera.
Tutto sommato un "6" lo prende per un paio di accorgimenti degli autori e perché dodici puntate sono passabili e non annoiano eccessivamente.
Tutto ciò è veritiero per quanto riguarda la prima parte della storia, che si lascia vedere piacevolmente senza troppe pretese.
La seconda parte, e soprattutto un finale non finale, che in questo caso non ci sta per nulla, sminuiscono irreversibilmente l'intera opera: escono fuori i fenomeni da baraccone, le situazioni si tingono delle vicende più stereotipate e inverosimili, e tutto si riduce a una banalità assurda.
La trama, come detto, sarebbe pure carina, anche se non particolarmente originale; un ragazzo problematico si risveglia su un isola deserta in "compagnia" di altri che come lui non sanno perché sono finiti lì; magicamente addormentati, si risvegliano con un cristallo sulla mano che possiede strani poteri e funge da radar. Come armi solo bombe, ma di varia natura e piuttosto ben selezionate, che rappresentano la parte più originale della storia. Per il resto, le battaglie sono inizialmente ben congegnate e tatticamente realistiche, ma diventano banali e omologhe le une alle altre quasi subito, eccezion fatta per qualche caso decentemente azzeccato. Ad ogni modo, scopo della "missione" per uscire dall'isola è impossessarsi ovviamente dei cristalli altrui.
I personaggi sono scarsamente caratterizzati e stereotipati, con un inciso alla "lui incontra lei" davvero raccapricciante, soprattutto perché non ci sta proprio nella trama dell'opera.
Tutto sommato un "6" lo prende per un paio di accorgimenti degli autori e perché dodici puntate sono passabili e non annoiano eccessivamente.
BTOOOM! videogioco online nel quale il protagonista e altri personaggi si ritrovano in esso e devono sopravvivere usando regole e strategie analoghe al gioco.
Bene, anche se si può trattare di una trama che può avere molte aspettative positive, questo anime è pessimo. I personaggi non ti danno l'opportunità di affezionarci a loro; il protagonista sembra non avere un modo di pensare ben preciso e non parliamo poi della quantità infinitesimale di volte a cui sopravvive schifosamente in modi osceni e patetici alle bim(bombe), lanciate dai nemici, a cui è spesso soggetto.
Riguardo gli argomenti che avrebbero potuto essere importanti, come l'amico di un tempo con i capelli lunghi di Ryuota che non si sa a quale destino vada incontro e la spiegazione della creazione del gioco in stile vita reale sull'isola elaborata dalla casa produttrice del gioco BTOOOM!, non vengono purtroppo spiegate ma viene dato spazio a cose di meno importanza. E' chiaro che un anime del genere in 12 puntate non può essere inteso in pieno, sta nell'abilità dell'autore a renderlo intenso e appassionante, quindi lo reputo un grosso buco nell'acqua. I fatti scorrono senza che tu te ne accorga, i personaggi hanno atteggiamenti lunatici e stupidi e ci sono molte contraddizioni come ad esempio alcune discussioni sull'uso dei radar sul dorso della mano.
Insomma se voglio trovare note positive non posso neanche elogiare la grafica, che effettivamente è buona, ma è come ci si aspetta da un anime del 2012.
In conclusione parlando del finale, non si sa come va a finire. Ho aspettato inutilmente 12 puntate per vedere come sarebbe potuto concludersi, ma ahimè c'è il nulla.
Questo è un altro sbaglio dove chiaramente si voleva creare una fine inaspettata lasciando un senso di malinconia e curiosità nello spettatore, cosa che non è riuscita in pieno. Quindi mi sento soltanto preso per i fondelli.
Spero che se ci sia una seconda seria in progettazione mi smentisca spiegando in modo opportuno i tanti vuoti creati.
Quindi questo è il mio pensiero di BTOOOM!: consiglio sulla visione? No, sarà solo tempo sprecato per il quale si va incontro ad un finale nullo.
Bene, anche se si può trattare di una trama che può avere molte aspettative positive, questo anime è pessimo. I personaggi non ti danno l'opportunità di affezionarci a loro; il protagonista sembra non avere un modo di pensare ben preciso e non parliamo poi della quantità infinitesimale di volte a cui sopravvive schifosamente in modi osceni e patetici alle bim(bombe), lanciate dai nemici, a cui è spesso soggetto.
Riguardo gli argomenti che avrebbero potuto essere importanti, come l'amico di un tempo con i capelli lunghi di Ryuota che non si sa a quale destino vada incontro e la spiegazione della creazione del gioco in stile vita reale sull'isola elaborata dalla casa produttrice del gioco BTOOOM!, non vengono purtroppo spiegate ma viene dato spazio a cose di meno importanza. E' chiaro che un anime del genere in 12 puntate non può essere inteso in pieno, sta nell'abilità dell'autore a renderlo intenso e appassionante, quindi lo reputo un grosso buco nell'acqua. I fatti scorrono senza che tu te ne accorga, i personaggi hanno atteggiamenti lunatici e stupidi e ci sono molte contraddizioni come ad esempio alcune discussioni sull'uso dei radar sul dorso della mano.
Insomma se voglio trovare note positive non posso neanche elogiare la grafica, che effettivamente è buona, ma è come ci si aspetta da un anime del 2012.
In conclusione parlando del finale, non si sa come va a finire. Ho aspettato inutilmente 12 puntate per vedere come sarebbe potuto concludersi, ma ahimè c'è il nulla.
Questo è un altro sbaglio dove chiaramente si voleva creare una fine inaspettata lasciando un senso di malinconia e curiosità nello spettatore, cosa che non è riuscita in pieno. Quindi mi sento soltanto preso per i fondelli.
Spero che se ci sia una seconda seria in progettazione mi smentisca spiegando in modo opportuno i tanti vuoti creati.
Quindi questo è il mio pensiero di BTOOOM!: consiglio sulla visione? No, sarà solo tempo sprecato per il quale si va incontro ad un finale nullo.
Btooom potrebbe essere considerato a tutti gli effetti il legittimo erede animato del ben più noto Battle Royale e chi ha amato quest'opera non ne resterà certamente deluso. Si tratta di un survival molto ben strutturato, per parecchi versi e diverse situazioni chiaramente ispirato a Battle Royale ed anche se non riesce a raggiungerne la completezza, la profondità e la crudezza siamo al cospetto di un'opera eccellente nel suo genere.
Btooom è il nome di un videogioco on-line, un gioco di ruolo sparatutto che accomunerà personaggi molto eterogenei tra loro che si ritroveranno uniti in un solo tragico destino di vita reale catapultati in un incubo apparentemente senza alcuna ragione, un folle progetto le cui radici sono (e resteranno) ignote sino alla fine dell'anime. Questo (per ora) è il più grande limite di Btooom; così come vuole la "tradizione" di questi ultimi tempi si comincia la trasposizione animata di un titolo quando il manga dal quale deriva ancora non è giunto a conclusione e ciò, ovviamente, si traduce in un'opera incompleta che, nella migliore delle ipotesi, ci farà attendere un anno o più per vederne la conclusione. La fretta è sempre cattiva consigliera ma quando ci sono in ballo interessi economici passa tutto in secondo piano, e lo spettatore si ritrova con una serie sospesa ad un filo, nella speranza di un seguito non troppo tardivo (speranza spesso disillusa).
Se l'anime finisse così non avrebbe ragion d'esistere e guardarlo sarebbe quasi tempo perso ma io lo giudicherò basandomi sull'ipotesi concreta di un imminente seguito, altrimenti sarebbe come recensire un mezzo anime e non avrebbe molto senso.
Le prime fasi si svolgono nel gioco virtuale e questo, inizialmente, mi aveva fatto temere che buona parte, se non tutta, l'opera fosse incentrata in quel contesto, fortunatamente è solo l'input di partenza. Le caratterizzazioni dei personaggi sono piuttosto interessanti e ben curate e, nonostante i pochi episodi attualmente disponibili, crescono psicologicamente in modo piuttosto convincente e coinvolgente. Non mancano scene forti di vario genere ma il tutto è stato comunque in qualche modo "addolcito" rispetto all'opera originale.
Nell'attesa di un doverosissimo seguito posso dare un bel 9 a quanto visto sin d'ora.
Se il seguito non venisse mai realizzato sarebbe completamente inutile perdere tempo dietro quest'opera, visto che non ha neanche quel che si potrebbe definire un "finale aperto" sarebbe a tutti gli effetti una serie lasciata a metà. A buon intenditor poche parole.
Btooom è il nome di un videogioco on-line, un gioco di ruolo sparatutto che accomunerà personaggi molto eterogenei tra loro che si ritroveranno uniti in un solo tragico destino di vita reale catapultati in un incubo apparentemente senza alcuna ragione, un folle progetto le cui radici sono (e resteranno) ignote sino alla fine dell'anime. Questo (per ora) è il più grande limite di Btooom; così come vuole la "tradizione" di questi ultimi tempi si comincia la trasposizione animata di un titolo quando il manga dal quale deriva ancora non è giunto a conclusione e ciò, ovviamente, si traduce in un'opera incompleta che, nella migliore delle ipotesi, ci farà attendere un anno o più per vederne la conclusione. La fretta è sempre cattiva consigliera ma quando ci sono in ballo interessi economici passa tutto in secondo piano, e lo spettatore si ritrova con una serie sospesa ad un filo, nella speranza di un seguito non troppo tardivo (speranza spesso disillusa).
Se l'anime finisse così non avrebbe ragion d'esistere e guardarlo sarebbe quasi tempo perso ma io lo giudicherò basandomi sull'ipotesi concreta di un imminente seguito, altrimenti sarebbe come recensire un mezzo anime e non avrebbe molto senso.
Le prime fasi si svolgono nel gioco virtuale e questo, inizialmente, mi aveva fatto temere che buona parte, se non tutta, l'opera fosse incentrata in quel contesto, fortunatamente è solo l'input di partenza. Le caratterizzazioni dei personaggi sono piuttosto interessanti e ben curate e, nonostante i pochi episodi attualmente disponibili, crescono psicologicamente in modo piuttosto convincente e coinvolgente. Non mancano scene forti di vario genere ma il tutto è stato comunque in qualche modo "addolcito" rispetto all'opera originale.
Nell'attesa di un doverosissimo seguito posso dare un bel 9 a quanto visto sin d'ora.
Se il seguito non venisse mai realizzato sarebbe completamente inutile perdere tempo dietro quest'opera, visto che non ha neanche quel che si potrebbe definire un "finale aperto" sarebbe a tutti gli effetti una serie lasciata a metà. A buon intenditor poche parole.
Ridicolo, non capisco perchè mai una storia tanto irreale e banale possa destare interesse.
Ryouta è il solito neet emarginato che passa la vita davanti ai videogiochi, odiando il mondo tanto che alla fine anche sua madre in qualche modo lo odia e, rispondendo ad una misteriosa lettera in stile "ciao sono ugo e faccio il sicario" spedisce il figlio in un'isola dove, guardacaso, il gioco più bello del mondo BTOOOM!(che sinceramente se fosse reale nemmeno quello avrebbe successo) viene traslato nella realtà. Qui i nostri amici si ritroveranno ad uccidersi tra di loro con armi solo bombe.
Naturalmente tutti i partecipanti (a parte qualche eccezione) sono tutti psicopatici con passati tormentati, non serve un acclimatamento che, appena scesi, sono già dei mercenari sanguinari che uccidono il prossimo senza scrupolo alcuno ed usano i BIM (le bombe) con audacia. Infatti non si capisce bene perchè: ok, le regole del gioco sono state spiegate e tutti hanno capito che bisogna uccidersi a vicenda, ma solitamente (credo) prima di decidere "dai oggi uccido tutti quelli che trovo, tanto al massimo mi ammazzano a me!" dovrebbe crearsi un minimo di tensione. Se tutti vogliono scappare perchè vogliono vivere, perchè uccidersi a vicenda che nel 50% delle volte muori? Infatti nell'isola non ci sono pericoli, non c'è un limite di tempo, sembrano esserci tutti i viveri indispensabili (anche l'acqua) e, a parte dei varani, non ci sono altre minaccie. Ciliegina, una volta al giorno arrivano rifornimenti di cibo, cioè... perchè? perchè dovrebbero rischiare la vita e partecipare a questo gioco e rischiare di venir dilaniati?
Domande che non avranno risposta, ma se l'istinto di sopravivenza in BTOOOM! è alquanto discutibile, la trama non eccele in altri campi, i personaggi sono stereotipati al massimo, e il tutto si può sintetizzare in: il cattivo di turno vuole uccidere i protagonisti (con tecniche in base al suo carattere) poi però le sue strategie gli si rivoltano contro ed il bene vince. Insomma, non ci sono colpi di scena, 12 puntate in cui solo l'azione ha potuto trattenermi dal chiudere la finestra.
Lato tecnico discreto se non buono,
Sicurmente non posso etichettarlo come banale perchè di anime tanto stravganti ed irreali se ne veono pochi (per fortuna) io personalmente preferisco le cose logiche.
Se volete farvi due risate guardatelo.
Ryouta è il solito neet emarginato che passa la vita davanti ai videogiochi, odiando il mondo tanto che alla fine anche sua madre in qualche modo lo odia e, rispondendo ad una misteriosa lettera in stile "ciao sono ugo e faccio il sicario" spedisce il figlio in un'isola dove, guardacaso, il gioco più bello del mondo BTOOOM!(che sinceramente se fosse reale nemmeno quello avrebbe successo) viene traslato nella realtà. Qui i nostri amici si ritroveranno ad uccidersi tra di loro con armi solo bombe.
Naturalmente tutti i partecipanti (a parte qualche eccezione) sono tutti psicopatici con passati tormentati, non serve un acclimatamento che, appena scesi, sono già dei mercenari sanguinari che uccidono il prossimo senza scrupolo alcuno ed usano i BIM (le bombe) con audacia. Infatti non si capisce bene perchè: ok, le regole del gioco sono state spiegate e tutti hanno capito che bisogna uccidersi a vicenda, ma solitamente (credo) prima di decidere "dai oggi uccido tutti quelli che trovo, tanto al massimo mi ammazzano a me!" dovrebbe crearsi un minimo di tensione. Se tutti vogliono scappare perchè vogliono vivere, perchè uccidersi a vicenda che nel 50% delle volte muori? Infatti nell'isola non ci sono pericoli, non c'è un limite di tempo, sembrano esserci tutti i viveri indispensabili (anche l'acqua) e, a parte dei varani, non ci sono altre minaccie. Ciliegina, una volta al giorno arrivano rifornimenti di cibo, cioè... perchè? perchè dovrebbero rischiare la vita e partecipare a questo gioco e rischiare di venir dilaniati?
Domande che non avranno risposta, ma se l'istinto di sopravivenza in BTOOOM! è alquanto discutibile, la trama non eccele in altri campi, i personaggi sono stereotipati al massimo, e il tutto si può sintetizzare in: il cattivo di turno vuole uccidere i protagonisti (con tecniche in base al suo carattere) poi però le sue strategie gli si rivoltano contro ed il bene vince. Insomma, non ci sono colpi di scena, 12 puntate in cui solo l'azione ha potuto trattenermi dal chiudere la finestra.
Lato tecnico discreto se non buono,
Sicurmente non posso etichettarlo come banale perchè di anime tanto stravganti ed irreali se ne veono pochi (per fortuna) io personalmente preferisco le cose logiche.
Se volete farvi due risate guardatelo.
Mi aspettavo un anime abbastanza diverso. Pensavo di dover assistere ad una trama complessa, articolata, criptica e cervellotica. Ed invece 'BTOOOM!' si è rivelato tutt'altro, infatti l'anime risulta molto "sempliciotto", molto facile da comprendere, immediato e con una trama completamente lineare e povera di "ramificazioni".
Ryouta Sakamoto è un ventiduenne disoccupato con una situazione familiare abbastanza comune: genitori separati, lui vive con la madre che si è risposata. Ryouta non và per niente d'accordo con i genitori e passa tutte le sue giornate a giocare al videogioco "BTOOOM!" ormai da diversi anni, tanto che ne è diventato il miglior giocatore giapponese al mondo. Dopo l'ennesimo litigio con sua madre, Ryouta si ritrova su un'isola tropicale con un set di 8 bombe a tempo e con una perdita di memoria su come sia arrivato in quel posto. Fin da subito inizia la sua lotta per la sopravvivenza, capendo ben presto di essere stato costretto insieme ad altre decine di persone a partecipare ad un sadico "gioco" palesemente ispirato al suo videogioco preferito. Ma le differenze con il gioco appaiono subito evidenti, e la paura di morire ed il rifiuto ad uccidere altre persone, influiscono spesso sulle decisioni da prendere in ogni situazione e contribuiscono ad accrescere la vulnerabilità di Ryouta, evidenziandone talvolta le debolezze.
Nonostante l'anime mostri una certa elementarità - talvolta ingenua -, è caratterizzato da situazione tutte ben strutturate e ponderate, evitando nel modo più semplice eventuali incomprensibilità e incoerenze, facendo del realismo spontaneo il suo marchio di fabbrica. A molti viene giustamente subito in mente una spiccata somiglianza a 'Sword Art Online', infatti in entrambi abbiamo un ragazzo e una ragazza che si incontrano all'interno di un videogioco e successivamente nella realtà.
Il realismo del carattere dei personaggi saggiamente non stereotipati mi ha ricordato un 'Gantz' estremamente "soft" e leggero. Molte relazioni tra i personaggi, passate e presenti, mi hanno fatto ripensare ad alcune storie raccontate in 'Jigoku Shoujo', in particolar modo le evoluzioni mentali causate da gravi traumi, e i vari desideri di vendetta, di nuovo in versione più "soft". Infine, le lotte psicologiche mi ricordano vagamente "Kaiji", ma anche in questo caso in maniera più semplificata. E sempre come "Kaiji", la presenza di un pubblico sadico che si diverte a vedere le scene di violenza e disperazione dei malcapitati, ignari di essere ripresi dalle videocamere nascoste.
Grafica e sonoro entrambi nella media, mentre la storia procede con calma e senza fretta, ed infatti arriva al dodicesimo episodio finale senza concludere del tutto e anzi lasciando in sospeso tant, lasciando intendere che una seconda serie è necessaria, e secondo me altri 12 episodi non basterebbero per chiudere tutte le questioni principali, utilizzando la stessa lentezza della prima serie. La valutazione più adatta sarebbe un 7 e mezzo, ma regalo mezzo voto a causa del mio debole per le belle adolescenti, in questo caso 'Himiko'- la giovane protagonista femminile -, una quindicenne bionda e con gli occhi azzurri, bellissima e dal carattere fortunatamente poco stereotipato e al tempo stesso realistico. Anime generalmente consigliato, oserei dire persino agli adolescenti più giovani, poichè le scene cruente sono decisamente ammorbidite se non quasi sempre censurate persino nella versione blu-ray.
Ryouta Sakamoto è un ventiduenne disoccupato con una situazione familiare abbastanza comune: genitori separati, lui vive con la madre che si è risposata. Ryouta non và per niente d'accordo con i genitori e passa tutte le sue giornate a giocare al videogioco "BTOOOM!" ormai da diversi anni, tanto che ne è diventato il miglior giocatore giapponese al mondo. Dopo l'ennesimo litigio con sua madre, Ryouta si ritrova su un'isola tropicale con un set di 8 bombe a tempo e con una perdita di memoria su come sia arrivato in quel posto. Fin da subito inizia la sua lotta per la sopravvivenza, capendo ben presto di essere stato costretto insieme ad altre decine di persone a partecipare ad un sadico "gioco" palesemente ispirato al suo videogioco preferito. Ma le differenze con il gioco appaiono subito evidenti, e la paura di morire ed il rifiuto ad uccidere altre persone, influiscono spesso sulle decisioni da prendere in ogni situazione e contribuiscono ad accrescere la vulnerabilità di Ryouta, evidenziandone talvolta le debolezze.
Nonostante l'anime mostri una certa elementarità - talvolta ingenua -, è caratterizzato da situazione tutte ben strutturate e ponderate, evitando nel modo più semplice eventuali incomprensibilità e incoerenze, facendo del realismo spontaneo il suo marchio di fabbrica. A molti viene giustamente subito in mente una spiccata somiglianza a 'Sword Art Online', infatti in entrambi abbiamo un ragazzo e una ragazza che si incontrano all'interno di un videogioco e successivamente nella realtà.
Il realismo del carattere dei personaggi saggiamente non stereotipati mi ha ricordato un 'Gantz' estremamente "soft" e leggero. Molte relazioni tra i personaggi, passate e presenti, mi hanno fatto ripensare ad alcune storie raccontate in 'Jigoku Shoujo', in particolar modo le evoluzioni mentali causate da gravi traumi, e i vari desideri di vendetta, di nuovo in versione più "soft". Infine, le lotte psicologiche mi ricordano vagamente "Kaiji", ma anche in questo caso in maniera più semplificata. E sempre come "Kaiji", la presenza di un pubblico sadico che si diverte a vedere le scene di violenza e disperazione dei malcapitati, ignari di essere ripresi dalle videocamere nascoste.
Grafica e sonoro entrambi nella media, mentre la storia procede con calma e senza fretta, ed infatti arriva al dodicesimo episodio finale senza concludere del tutto e anzi lasciando in sospeso tant, lasciando intendere che una seconda serie è necessaria, e secondo me altri 12 episodi non basterebbero per chiudere tutte le questioni principali, utilizzando la stessa lentezza della prima serie. La valutazione più adatta sarebbe un 7 e mezzo, ma regalo mezzo voto a causa del mio debole per le belle adolescenti, in questo caso 'Himiko'- la giovane protagonista femminile -, una quindicenne bionda e con gli occhi azzurri, bellissima e dal carattere fortunatamente poco stereotipato e al tempo stesso realistico. Anime generalmente consigliato, oserei dire persino agli adolescenti più giovani, poichè le scene cruente sono decisamente ammorbidite se non quasi sempre censurate persino nella versione blu-ray.
Attenzione, possibili spoiler
Penso all'azione in "BTOOOM!" e mi viene in mente la sedia vuota contro la quale Clint Eastwood, fino a prova contraria tragicamente nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, si scagliò nel corso di quell'ormai leggendario discorso pro-Romney pronunciato a Tampa nell'agosto del 2012 ("Cos'è che vuoi che dica a Romney? No, non posso farlo. Non può farselo da solo. […] E nemmeno io posso farmelo da solo, spiacente."). In effetti non c'è molta differenza tra inveire contro un uomo invisibile e scrivere una recensione che il diretto interessato non leggerà mai, se non che il vincitore di cinque premi Oscar si espone a un rischio di ridicolizzazione ben più alto di un comune mortale trincerato dietro il monitor di un computer, il che, facendo parte della seconda categoria, gioca a mio vantaggio quantunque non mi legittimi a dire tutto ciò che voglio come voglio. Whatever: il fatto è che questo adattamento animato dell'omonimo manga di Junya "Joker" Inoue, a tutt'oggi ancora in corso, non è poi così malvagio, nemmeno in relazione all'enorme quantità di opere appartenenti ai generi survivor e psicologico da cui attinge fondamentalmente il peggio; direi piuttosto che il suo problema principale è la pigrizia, che l'ha portato ad essere così poco ossequente nei confronti tanto delle leggi della fisica quanto del buon senso.
(Nota: non avendo avuto modo di leggere il manga potrei, senza volerlo, imputare all'anime dei difetti non suoi. Mi dicono dalla regia che sul piano narrativo alcune cose sono state cambiate affinché l'intreccio risultasse più consistente, ma a maggior ragione ritengo che si sarebbe potuto e dovuto fare di più.)
Ryouta Sakamoto, ventidue anni di egocentrismo e di non meglio specificate inibizioni sociali, è un N.E.E.T. (acronimo di "Not in Educaction, Employment or Training") che ha trovato il suo "posto felice" nell'universo di "BTOOOM!", un popolare gioco online che, come suggerisce il nome, ha come unica feature le bombe. Considerato un fallito per gli standard del mondo reale, le quattro stellette accanto al suo nickname (che per la serie "Fantasia portami via" è il suo cognome) lo identificano come uno dei giocatori più forti del mondo, con tanto di supporters e di sposa virtuale: una celebrità, insomma, un esponente del gotha locale della cui squadra tutti sarebbero onorati di far parte anche soltanto per una sessione di gioco. Il fatto che nulla di tutto questo abbia alcuna importanza al di fuori della rete non fa che accrescere in lui la voglia di estraniarsi, con sommo dispiacere della madre che invano cerca di convincerlo a considerare altre strade oltre a quella molto utopistica di lavorare, un giorno, per la Tyrannos Japan, casa produttrice del gioco.
Ora immaginate la scena: siete appena usciti dal konbini dove vi siete rifugiati a seguito dell'ennesima sfuriata contro l'autrice dei vostri giorni, con il vostro tristissimo pranzo da N.E.E.T. in un sacchetto di plastica, quando due tizi vestiti da impresari delle pompe funebri vi si avvicinano per chiedervi se siete proprio Ryouta Sakamoto, manco il Giappone dei giorni nostri fosse l'Italia degli Anni di Piombo. A questo punto bang!, cambio di scena, ed ecco che vi ritrovate su un'isola che forse è deserta e forse no a pencolare da un paracadute impigliato a un albero senza sapere chi ringraziare. Riuscite a liberarvi, e dopo aver tributato un gridolino da lattonzolo ad ogni bruco e ad ogni ragnatela incontrati sul vostro cammino venite aggrediti da un tizio armato di bombe. Ma tu guarda, come in "BTOOM!"! E alla mano sinistra avete una patacca verde che assomiglia tantissimo al radar in dotazione a ogni partecipante! Possibile che qualche folle abbia deciso di rendere il gioco reale?
Cosa fare? Mettere in pratica i trucchetti che vi hanno valso il quarto posto nella classifica mondiale degli smanettoni di "BTOOOM!" oppure comportarsi da essere umano? Non che sappiate cosa significhi, beninteso, ma non ci vuole un genio per capire che, a differenza di quanto accade online, "La gente muore se viene uccisa", come insegna Shirou di "Fate/Stay Night". Il vero problema, tuttavia, non è se il concetto è chiaro a voi, quanto se lo è a tutti coloro siano stati chiamati a prendere parte a questo gioco al massacro, che stando alle rivelazioni della pettoruta e misandrica Himiko si trovano lì per espiare le proprie colpe.
(E questo, cari bambini, è il motivo per cui dovete portare rispetto ai vostri genitori e non arrecare al prossimo dell'inutile nocumento: qualcuno potrebbe scocciarsi e decidere di farvela pagare spedendovi a guisa di pacco postale su un'isola sul cui cartello, alla voce "Popolazione", probabilmente c'è scritto "La feccia del Sol Levante".)
La sceneggiatura è pessima, nel senso che si sforza così tanto di utilizzare degli artifici narrativi che suppliscano alla mancanza di tempo che spesso si trascorre gran parte di un episodio a sentire gente che espone a manetta o ricorda, per sé o per gli altri, il proprio passato. Storie di questo tipo si prestano molto bene a una discrepanza di informazioni tra protagonista e spettatore che vada a beneficio di quest'ultimo, ma anche tenendo conto dell'unicità della situazione Ryouta appare davvero troppo poco edotto per poter sopravvivere. La sua profonda conoscenza di "BTOOOM!" dovrebbe avvantaggiarlo per quanto riguarda i combattimenti, invece non solo impiega mezzo episodio per capire il funzionamento di una bomba a tempo, ma si fa dare dei punti in strategia anche da chi non vi ha mai giocato. Diversamente, chi sa di cosa si tratta, pur non essendo ai suoi livelli, è abbastanza scafato da dargli filo da torcere, eccettuata forse Himiko, di cui non ci è data sapere l'effettiva competenza. In altre parole l'opportunità o meno della maggior parte delle decisioni prese dal nostro eroe - pardon, protagonista - nel corso dei vari episodi va ricondotta alla sua totale incapacità di comprendere se stesso e gli altri, che non si capisce quanto abbia a che vedere con il suo status di recluso e quanto sia, invece, connaturata in lui.
Un'altra nota dolente è costituita dal fatto che le bombe sono sì letali, ma nient'affatto meritocratiche dal momento che Ryouta e chiunque altro la cui ora non sia ancora giunta ne risultano pressoché immuni. In alcuni frangenti questo difetto si ripercuote anche sull'ambiente circostante, la cui morfologia non viene alterata come sarebbe lecito aspettarsi. Dal momento che sia il gioco online (che a giudicare da certe scene avrebbe una piramide sociale la cui esatta composizione nessuno di dà la pena di spiegare) che quello reale si basano su questo tipo di armi sarebbe stata cosa gradita conferire un minimo di realismo al loro funzionamento, invece ogni volta che qualcuno lancia un ordigno addosso a Sakamoto lo spettatore pensa: "Bel colpo, ma tanto so già che se la caverà per il rotto della cuffia grazie all'ennesimo deus ex machina/fail di fisica da parte dell'autore".
In uno dei commenti agli episodi ricordo di aver paragonato l'introspezione psicologica presente nello show alle mutandine di Himiko: "Entrambe si vedono a sprazzi", non perché siano assenti, ma perché si tratta di un aspetto su cui ritengo che non si sia investito abbastanza. L'introspezione, dico, perché della biancheria della biondina, nonché delle di lei grazie, lo spettatore imparerà ben presto vita, morte e miracoli. Attenzione a non confondere i rigurgiti di etica a cui vanno soggetti alcuni personaggi, Sakamoto in testa, con il character development, che richiede che il cambiamento in questione venga mostrato e non soltanto raccontato, come invece accade nella maggior parte delle situazioni che i nostri si ritrovano ad affrontare. Gli unici due personaggi che risultino vagamente caratterizzati e che non siano soltanto delle macchiette sono proprio la proprietaria delle mutandine di cui sopra e il signor Taira, l'unico il cui comportamento venga giustificato in maniera sempre puntuale e conforme; tutti gli altri o non sono pervenuti oppure sono ridicoli, come il piccolo Kousuke Kira, quattordicenne disturbato che incarna alla perfezione lo stereotipo del giovane nichilista tanto caro alle opere di carattere psicologico come "Death Note", "Lost + Brain" eccetera. Ryouta, infine, parte benissimo per poi perdere immediatamente la spinta propulsiva che sembrava supportare il suo personaggio, assurgendo ben presto al poco lusinghiero rango di "eroe per scelta altrui" della situazione. Sfido io: a confronto con i mostri di cui è popolata l'isola il suo essere pestilenziale nei confronti di madre e padrino è roba da ridere. Alla luce di tutto questo, posto che l'idea di una versione "live", per così dire, di un gioco come "BTOOOM!" è un'idiozia, siamo davvero sicuri che i cattivi siano quelli della Tyrannos?
Il comparto tecnico riserva più soddisfazioni: dal punto di vista della grafica non sarà perfetto, come testimoniano i vari esempi di "off-model" disseminati tra un episodio e l'altro e la regia che si fa ispirata soltanto quando c'è da inquadrare Himiko (episodio 11, anyone? Poi ci lamentiamo del bullet time di "Highschool Of the Dead".), ma non c'è dubbio che l'anime si lasci guardare in tutta tranquillità. Anche il doppiaggio è buono, quantunque non proprio eccezionale: la migliore è senza dubbio Miyuki Sawashiro nei panni di Kira, che a proposito di "Highschool Of the Dead" e di quella particolare scena è stata, tra i tanti altri ruoli che ha ricoperto, anche la voce di Saeko Busujima. Eccezion fatta per i temi d'apertura e di chiusura, invece, la colonna sonora non mi ha entusiasmata, soprattutto per quanto riguarda le tracce dalle tonalità jazz che ho trovato poco davvero adatte alle scene di combattimento.
Molto si è dibattuto su quali serie siano state depredate di questo o quell'elemento, da "Battle Royale" al sovracitato "Death Note", ma per quanto mi concerne, pur non approvando che qualcuno si appropri dell'altrui lavoro senza darsi la pena di reinterpretarlo, ritengo che "BTOOOM!" non abbia fatto altro che mettere in pratica, magari in maniera un po' troppo zelante ma essenzialmente onesta, le regole non scritte dei propri generi di riferimento. Alcune sono state prese troppo alla lettera, altre troppo poco, ma nonostante non brilli per originalità né negli intenti né nell'esecuzione rimane uno show tutto sommato godibile, quantunque non eccelso. Se magari avesse osato meno nel fanservice e più nei contenuti avrebbe potuto aspirare a qualcosa di più di una pacifica ma non onorevole sufficienza.
Penso all'azione in "BTOOOM!" e mi viene in mente la sedia vuota contro la quale Clint Eastwood, fino a prova contraria tragicamente nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, si scagliò nel corso di quell'ormai leggendario discorso pro-Romney pronunciato a Tampa nell'agosto del 2012 ("Cos'è che vuoi che dica a Romney? No, non posso farlo. Non può farselo da solo. […] E nemmeno io posso farmelo da solo, spiacente."). In effetti non c'è molta differenza tra inveire contro un uomo invisibile e scrivere una recensione che il diretto interessato non leggerà mai, se non che il vincitore di cinque premi Oscar si espone a un rischio di ridicolizzazione ben più alto di un comune mortale trincerato dietro il monitor di un computer, il che, facendo parte della seconda categoria, gioca a mio vantaggio quantunque non mi legittimi a dire tutto ciò che voglio come voglio. Whatever: il fatto è che questo adattamento animato dell'omonimo manga di Junya "Joker" Inoue, a tutt'oggi ancora in corso, non è poi così malvagio, nemmeno in relazione all'enorme quantità di opere appartenenti ai generi survivor e psicologico da cui attinge fondamentalmente il peggio; direi piuttosto che il suo problema principale è la pigrizia, che l'ha portato ad essere così poco ossequente nei confronti tanto delle leggi della fisica quanto del buon senso.
(Nota: non avendo avuto modo di leggere il manga potrei, senza volerlo, imputare all'anime dei difetti non suoi. Mi dicono dalla regia che sul piano narrativo alcune cose sono state cambiate affinché l'intreccio risultasse più consistente, ma a maggior ragione ritengo che si sarebbe potuto e dovuto fare di più.)
Ryouta Sakamoto, ventidue anni di egocentrismo e di non meglio specificate inibizioni sociali, è un N.E.E.T. (acronimo di "Not in Educaction, Employment or Training") che ha trovato il suo "posto felice" nell'universo di "BTOOOM!", un popolare gioco online che, come suggerisce il nome, ha come unica feature le bombe. Considerato un fallito per gli standard del mondo reale, le quattro stellette accanto al suo nickname (che per la serie "Fantasia portami via" è il suo cognome) lo identificano come uno dei giocatori più forti del mondo, con tanto di supporters e di sposa virtuale: una celebrità, insomma, un esponente del gotha locale della cui squadra tutti sarebbero onorati di far parte anche soltanto per una sessione di gioco. Il fatto che nulla di tutto questo abbia alcuna importanza al di fuori della rete non fa che accrescere in lui la voglia di estraniarsi, con sommo dispiacere della madre che invano cerca di convincerlo a considerare altre strade oltre a quella molto utopistica di lavorare, un giorno, per la Tyrannos Japan, casa produttrice del gioco.
Ora immaginate la scena: siete appena usciti dal konbini dove vi siete rifugiati a seguito dell'ennesima sfuriata contro l'autrice dei vostri giorni, con il vostro tristissimo pranzo da N.E.E.T. in un sacchetto di plastica, quando due tizi vestiti da impresari delle pompe funebri vi si avvicinano per chiedervi se siete proprio Ryouta Sakamoto, manco il Giappone dei giorni nostri fosse l'Italia degli Anni di Piombo. A questo punto bang!, cambio di scena, ed ecco che vi ritrovate su un'isola che forse è deserta e forse no a pencolare da un paracadute impigliato a un albero senza sapere chi ringraziare. Riuscite a liberarvi, e dopo aver tributato un gridolino da lattonzolo ad ogni bruco e ad ogni ragnatela incontrati sul vostro cammino venite aggrediti da un tizio armato di bombe. Ma tu guarda, come in "BTOOM!"! E alla mano sinistra avete una patacca verde che assomiglia tantissimo al radar in dotazione a ogni partecipante! Possibile che qualche folle abbia deciso di rendere il gioco reale?
Cosa fare? Mettere in pratica i trucchetti che vi hanno valso il quarto posto nella classifica mondiale degli smanettoni di "BTOOOM!" oppure comportarsi da essere umano? Non che sappiate cosa significhi, beninteso, ma non ci vuole un genio per capire che, a differenza di quanto accade online, "La gente muore se viene uccisa", come insegna Shirou di "Fate/Stay Night". Il vero problema, tuttavia, non è se il concetto è chiaro a voi, quanto se lo è a tutti coloro siano stati chiamati a prendere parte a questo gioco al massacro, che stando alle rivelazioni della pettoruta e misandrica Himiko si trovano lì per espiare le proprie colpe.
(E questo, cari bambini, è il motivo per cui dovete portare rispetto ai vostri genitori e non arrecare al prossimo dell'inutile nocumento: qualcuno potrebbe scocciarsi e decidere di farvela pagare spedendovi a guisa di pacco postale su un'isola sul cui cartello, alla voce "Popolazione", probabilmente c'è scritto "La feccia del Sol Levante".)
La sceneggiatura è pessima, nel senso che si sforza così tanto di utilizzare degli artifici narrativi che suppliscano alla mancanza di tempo che spesso si trascorre gran parte di un episodio a sentire gente che espone a manetta o ricorda, per sé o per gli altri, il proprio passato. Storie di questo tipo si prestano molto bene a una discrepanza di informazioni tra protagonista e spettatore che vada a beneficio di quest'ultimo, ma anche tenendo conto dell'unicità della situazione Ryouta appare davvero troppo poco edotto per poter sopravvivere. La sua profonda conoscenza di "BTOOOM!" dovrebbe avvantaggiarlo per quanto riguarda i combattimenti, invece non solo impiega mezzo episodio per capire il funzionamento di una bomba a tempo, ma si fa dare dei punti in strategia anche da chi non vi ha mai giocato. Diversamente, chi sa di cosa si tratta, pur non essendo ai suoi livelli, è abbastanza scafato da dargli filo da torcere, eccettuata forse Himiko, di cui non ci è data sapere l'effettiva competenza. In altre parole l'opportunità o meno della maggior parte delle decisioni prese dal nostro eroe - pardon, protagonista - nel corso dei vari episodi va ricondotta alla sua totale incapacità di comprendere se stesso e gli altri, che non si capisce quanto abbia a che vedere con il suo status di recluso e quanto sia, invece, connaturata in lui.
Un'altra nota dolente è costituita dal fatto che le bombe sono sì letali, ma nient'affatto meritocratiche dal momento che Ryouta e chiunque altro la cui ora non sia ancora giunta ne risultano pressoché immuni. In alcuni frangenti questo difetto si ripercuote anche sull'ambiente circostante, la cui morfologia non viene alterata come sarebbe lecito aspettarsi. Dal momento che sia il gioco online (che a giudicare da certe scene avrebbe una piramide sociale la cui esatta composizione nessuno di dà la pena di spiegare) che quello reale si basano su questo tipo di armi sarebbe stata cosa gradita conferire un minimo di realismo al loro funzionamento, invece ogni volta che qualcuno lancia un ordigno addosso a Sakamoto lo spettatore pensa: "Bel colpo, ma tanto so già che se la caverà per il rotto della cuffia grazie all'ennesimo deus ex machina/fail di fisica da parte dell'autore".
In uno dei commenti agli episodi ricordo di aver paragonato l'introspezione psicologica presente nello show alle mutandine di Himiko: "Entrambe si vedono a sprazzi", non perché siano assenti, ma perché si tratta di un aspetto su cui ritengo che non si sia investito abbastanza. L'introspezione, dico, perché della biancheria della biondina, nonché delle di lei grazie, lo spettatore imparerà ben presto vita, morte e miracoli. Attenzione a non confondere i rigurgiti di etica a cui vanno soggetti alcuni personaggi, Sakamoto in testa, con il character development, che richiede che il cambiamento in questione venga mostrato e non soltanto raccontato, come invece accade nella maggior parte delle situazioni che i nostri si ritrovano ad affrontare. Gli unici due personaggi che risultino vagamente caratterizzati e che non siano soltanto delle macchiette sono proprio la proprietaria delle mutandine di cui sopra e il signor Taira, l'unico il cui comportamento venga giustificato in maniera sempre puntuale e conforme; tutti gli altri o non sono pervenuti oppure sono ridicoli, come il piccolo Kousuke Kira, quattordicenne disturbato che incarna alla perfezione lo stereotipo del giovane nichilista tanto caro alle opere di carattere psicologico come "Death Note", "Lost + Brain" eccetera. Ryouta, infine, parte benissimo per poi perdere immediatamente la spinta propulsiva che sembrava supportare il suo personaggio, assurgendo ben presto al poco lusinghiero rango di "eroe per scelta altrui" della situazione. Sfido io: a confronto con i mostri di cui è popolata l'isola il suo essere pestilenziale nei confronti di madre e padrino è roba da ridere. Alla luce di tutto questo, posto che l'idea di una versione "live", per così dire, di un gioco come "BTOOOM!" è un'idiozia, siamo davvero sicuri che i cattivi siano quelli della Tyrannos?
Il comparto tecnico riserva più soddisfazioni: dal punto di vista della grafica non sarà perfetto, come testimoniano i vari esempi di "off-model" disseminati tra un episodio e l'altro e la regia che si fa ispirata soltanto quando c'è da inquadrare Himiko (episodio 11, anyone? Poi ci lamentiamo del bullet time di "Highschool Of the Dead".), ma non c'è dubbio che l'anime si lasci guardare in tutta tranquillità. Anche il doppiaggio è buono, quantunque non proprio eccezionale: la migliore è senza dubbio Miyuki Sawashiro nei panni di Kira, che a proposito di "Highschool Of the Dead" e di quella particolare scena è stata, tra i tanti altri ruoli che ha ricoperto, anche la voce di Saeko Busujima. Eccezion fatta per i temi d'apertura e di chiusura, invece, la colonna sonora non mi ha entusiasmata, soprattutto per quanto riguarda le tracce dalle tonalità jazz che ho trovato poco davvero adatte alle scene di combattimento.
Molto si è dibattuto su quali serie siano state depredate di questo o quell'elemento, da "Battle Royale" al sovracitato "Death Note", ma per quanto mi concerne, pur non approvando che qualcuno si appropri dell'altrui lavoro senza darsi la pena di reinterpretarlo, ritengo che "BTOOOM!" non abbia fatto altro che mettere in pratica, magari in maniera un po' troppo zelante ma essenzialmente onesta, le regole non scritte dei propri generi di riferimento. Alcune sono state prese troppo alla lettera, altre troppo poco, ma nonostante non brilli per originalità né negli intenti né nell'esecuzione rimane uno show tutto sommato godibile, quantunque non eccelso. Se magari avesse osato meno nel fanservice e più nei contenuti avrebbe potuto aspirare a qualcosa di più di una pacifica ma non onorevole sufficienza.
"BTOOOM!" è un anime prodotto dallo studio Madhouse, tratto dal manga seinen conosciuto con il medesimo nome.
La storia ruota intorno al protagonista, Ryota Sakamoto, un ragazzo di ventidue anni disoccupato, che vive ancora con la madre. Il ragazzo sembra privo di amici e interessi, ma non di una soddisfacente vita online; egli trascorre infatti la maggior parte del suo tempo su internet, privilegiando come passatempo il gioco "BTOOOM!". E' talmente ossessionato da questo mondo virtuale da non svolgere nessun'altra attività durante la giornata, nemmeno la ricerca di un lavoro, e così si aggiudica l'appellativo di "NEET" (Not in Education, Employment or Training). Un giorno però si risveglia su un'isola, apparentemente disabitata, con indosso un paracadute. Non si ricorda nulla di come sia arrivato in quel luogo, né perché si trova lì. Inizia allora a cercare qualcuno per assicurarsi di non essere solo. Poco dopo incontra un altro uomo, il quale lo attacca senza pietà utilizzando delle bombe. Ryota, spaventato, riesce dapprima a nascondersi e poi a contrattaccare, mettendosi in salvo. Nel corso del combattimento scopre di essere in possesso di bombe a mano, il cui scoppio è preceduto da un intervallo di 10 secondi stabilito da un timer. Si rende conto che lo scontro in cui è stato coinvolto assomiglia notevolmente alla realtà del gioco "BTOOOM!", nel quale si è tenuti ad annientare gli altri giocatori utilizzando soltanto delle bombe. Incontra poi altri individui, con i quali combatte o stringe amicizia, e scopre diverse cose. Innanzitutto, si accorge di avere un chip verde sul dorso della mano sinistra, il quale si "auto-rimuove" dal corpo quando si va incontro alla morte; si rende anche conto che sull'isola vi sono differenti tipi di bombe, uno per ogni giocatore. Inizia a elaborare delle congetture, per arrivare poi alla conclusione che la "Tyrannos Japan", la società creatrice del gioco "BTOOOM!" abbia reso il suo lavoro videoludico una realtà, non si sa per quale scopo. Quel che è certo è che Ryota desidera lasciare l'isola vivo. Secondo le regole di cui viene a conoscenza, per andarsene deve raccogliere otto chip, e ammazzare quindi otto persone. Uccidere è però contro la sua volontà, perciò sarà costretto a cercare un metodo alternativo per fuggire.
La trama è molto promettente e originale, nonostante il fatto che di anime basati su videogiochi reali nel 2012 ne abbiamo visti tanti (basti citare "Sword Art Online" o "Accel World"). L'ambientazione è però insolita: un'isola con edifici abbandonati e una giungla tropicale popolata da singolari specie di animali. Anche l'uso di sole bombe è una trovata abbastanza particolare, a mio parere.
Quindi dei buoni presupposti, ma gestiti male per diversi motivi: la storia si sviluppa troppo velocemente, trattando numerosi aspetti in modo superficiale. Faccio subito un esempio. Ryota incontra diversi personaggi sull'isola, e della maggior parte di essi viene narrato il passato, così ne abbiamo anche un quadro psicologico; il problema è che dopo essere stati caratterizzati, i personaggi "spariscono", ossia vengono posti in secondo piano rispetto ai protagonisti, così che la conoscenza del loro passato risulta pressoché inutile. Sarebbe stato più accattivante se gli eventi e i personaggi fossero stati concatenati secondo un filo logico più solido; se la trama fosse stata sviluppata in un numero maggiore di episodi forse il risultato sarebbe stato migliore, anche perché, come ho già detto, i presupposti c'erano.
La delineazione psicologica dei personaggi è efficace, considerando che sempre più spesso negli anime si incontrano protagonisti o antagonisti stereotipati e banali. Invece in questo caso Ryota si dimostra un ragazzo originale, con i suoi pregi e i suoi difetti; infatti non è il classico "protagonista perfetto", poiché dai numerosi flashback sul suo passato abbiamo la possibilità di osservare che si è comportato in modo orribile prima di giungere sull'isola. Inoltre, la ragazza con la quale avrà un primo contatto, Himiko, non è la solita tettona stupida messa lì solo per fare fan service. Al contrario, è una ragazza dal carattere variegato e peculiare. Apprezzabile è il fatto che il comportamento dei personaggi si dimostra come una conseguenza di esperienze passate.
Le animazioni non sono un granché per essere un anime così recente, e i disegni a volte appaiono imprecisi o troppo sommari. Ma nel complesso la grafica non è male, e soprattutto le ambientazioni sono rese molto bene; è il character design ad avere qualche pecca.
Le musiche sono carine, soprattutto l'opening. Le voci dei doppiatori sono azzeccate e realistiche. L'ending non mi ha entusiasmata particolarmente, dà di Himiko un immagine discorde rispetto alla ragazza che si dimostra essere.
In conclusione il mio voto è 7. Ho apprezzato l'umanità dei vari personaggi, ma i difetti non sono trascurabili: il fan service a mio parere è esagerato, la storia un po' discontinua e alcuni elementi sono un po' fuori luogo e inseriti a casaccio. Ma non è assolutamente un'opera da buttare, anche perché ha una grande capacità di intrattenere lo spettatore e invogliarlo al proseguimento dell'anime.
Il finale è molto irritante, poiché la storia non si conclude completamente, ma lascia in sospeso molti dubbi; anzi, ne crea addirittura di nuovi. Credo quindi che una seconda serie sia necessaria per dare una degna conclusione a quest'opera.
Se state cercando un anime survival non troppo impegnativo e leggero, quest'anime è la scelta giusta. Sicuramente non vi annoierete, e magari vi farà anche riflettere su come avreste agito voi nelle situazioni che si ritrovano ad affrontare i personaggi.
La storia ruota intorno al protagonista, Ryota Sakamoto, un ragazzo di ventidue anni disoccupato, che vive ancora con la madre. Il ragazzo sembra privo di amici e interessi, ma non di una soddisfacente vita online; egli trascorre infatti la maggior parte del suo tempo su internet, privilegiando come passatempo il gioco "BTOOOM!". E' talmente ossessionato da questo mondo virtuale da non svolgere nessun'altra attività durante la giornata, nemmeno la ricerca di un lavoro, e così si aggiudica l'appellativo di "NEET" (Not in Education, Employment or Training). Un giorno però si risveglia su un'isola, apparentemente disabitata, con indosso un paracadute. Non si ricorda nulla di come sia arrivato in quel luogo, né perché si trova lì. Inizia allora a cercare qualcuno per assicurarsi di non essere solo. Poco dopo incontra un altro uomo, il quale lo attacca senza pietà utilizzando delle bombe. Ryota, spaventato, riesce dapprima a nascondersi e poi a contrattaccare, mettendosi in salvo. Nel corso del combattimento scopre di essere in possesso di bombe a mano, il cui scoppio è preceduto da un intervallo di 10 secondi stabilito da un timer. Si rende conto che lo scontro in cui è stato coinvolto assomiglia notevolmente alla realtà del gioco "BTOOOM!", nel quale si è tenuti ad annientare gli altri giocatori utilizzando soltanto delle bombe. Incontra poi altri individui, con i quali combatte o stringe amicizia, e scopre diverse cose. Innanzitutto, si accorge di avere un chip verde sul dorso della mano sinistra, il quale si "auto-rimuove" dal corpo quando si va incontro alla morte; si rende anche conto che sull'isola vi sono differenti tipi di bombe, uno per ogni giocatore. Inizia a elaborare delle congetture, per arrivare poi alla conclusione che la "Tyrannos Japan", la società creatrice del gioco "BTOOOM!" abbia reso il suo lavoro videoludico una realtà, non si sa per quale scopo. Quel che è certo è che Ryota desidera lasciare l'isola vivo. Secondo le regole di cui viene a conoscenza, per andarsene deve raccogliere otto chip, e ammazzare quindi otto persone. Uccidere è però contro la sua volontà, perciò sarà costretto a cercare un metodo alternativo per fuggire.
La trama è molto promettente e originale, nonostante il fatto che di anime basati su videogiochi reali nel 2012 ne abbiamo visti tanti (basti citare "Sword Art Online" o "Accel World"). L'ambientazione è però insolita: un'isola con edifici abbandonati e una giungla tropicale popolata da singolari specie di animali. Anche l'uso di sole bombe è una trovata abbastanza particolare, a mio parere.
Quindi dei buoni presupposti, ma gestiti male per diversi motivi: la storia si sviluppa troppo velocemente, trattando numerosi aspetti in modo superficiale. Faccio subito un esempio. Ryota incontra diversi personaggi sull'isola, e della maggior parte di essi viene narrato il passato, così ne abbiamo anche un quadro psicologico; il problema è che dopo essere stati caratterizzati, i personaggi "spariscono", ossia vengono posti in secondo piano rispetto ai protagonisti, così che la conoscenza del loro passato risulta pressoché inutile. Sarebbe stato più accattivante se gli eventi e i personaggi fossero stati concatenati secondo un filo logico più solido; se la trama fosse stata sviluppata in un numero maggiore di episodi forse il risultato sarebbe stato migliore, anche perché, come ho già detto, i presupposti c'erano.
La delineazione psicologica dei personaggi è efficace, considerando che sempre più spesso negli anime si incontrano protagonisti o antagonisti stereotipati e banali. Invece in questo caso Ryota si dimostra un ragazzo originale, con i suoi pregi e i suoi difetti; infatti non è il classico "protagonista perfetto", poiché dai numerosi flashback sul suo passato abbiamo la possibilità di osservare che si è comportato in modo orribile prima di giungere sull'isola. Inoltre, la ragazza con la quale avrà un primo contatto, Himiko, non è la solita tettona stupida messa lì solo per fare fan service. Al contrario, è una ragazza dal carattere variegato e peculiare. Apprezzabile è il fatto che il comportamento dei personaggi si dimostra come una conseguenza di esperienze passate.
Le animazioni non sono un granché per essere un anime così recente, e i disegni a volte appaiono imprecisi o troppo sommari. Ma nel complesso la grafica non è male, e soprattutto le ambientazioni sono rese molto bene; è il character design ad avere qualche pecca.
Le musiche sono carine, soprattutto l'opening. Le voci dei doppiatori sono azzeccate e realistiche. L'ending non mi ha entusiasmata particolarmente, dà di Himiko un immagine discorde rispetto alla ragazza che si dimostra essere.
In conclusione il mio voto è 7. Ho apprezzato l'umanità dei vari personaggi, ma i difetti non sono trascurabili: il fan service a mio parere è esagerato, la storia un po' discontinua e alcuni elementi sono un po' fuori luogo e inseriti a casaccio. Ma non è assolutamente un'opera da buttare, anche perché ha una grande capacità di intrattenere lo spettatore e invogliarlo al proseguimento dell'anime.
Il finale è molto irritante, poiché la storia non si conclude completamente, ma lascia in sospeso molti dubbi; anzi, ne crea addirittura di nuovi. Credo quindi che una seconda serie sia necessaria per dare una degna conclusione a quest'opera.
Se state cercando un anime survival non troppo impegnativo e leggero, quest'anime è la scelta giusta. Sicuramente non vi annoierete, e magari vi farà anche riflettere su come avreste agito voi nelle situazioni che si ritrovano ad affrontare i personaggi.
"BTOOOM!" è un'anime del 2012 tratto dall'omonimo manga di Junya Inoue, che ho visionato dopo la grande delusione di "Sword Art Online" e che in qualche modo si può racchiudere nello stesso genere, anche se ci troviamo davanti a prodotti veramente differenti.
La trama è molto semplice: Ryouta è un ragazzo ventiduenne che essendo un NEET passa il tempo a giocare a un videogioco di nome "Btooom!", dove il personaggio combatte solamente con bombe. Di colpo il nostro protagonista si ritrova su un'isola tropicale senza ricordi di come ciò sia accaduto. Girando per l'isola incontra una persona e alla sua richiesta di aiuto riceve in risposta una bomba che tenta di ucciderlo. Da qui parte la lotta di sopravvivenza in una sorta di gioco troppo simile a quello in cui lui è il decimo al mondo.
Ci troviamo di fronte a una serie con un buon comparto tecnico sia a livello grafico sia a livello musicale, anche se quest'ultimo non è che mi abbia veramente esaltato. Ma purtroppo per il resto ci sono alcune cose che non sono molto digeribili. Per prima cosa i personaggi sono quasi tutti stereotipi, dal mercenario sadico al bambino psicolabile, passando ai due peggiori: i protagonisti. Sakamoto è di una demenza unica, riesce a impiegare una puntata per capire di possedere le stesse bombe di un gioco dove lui è un esperto e per poco non capisce nemmeno come funzionano. Inoltre è un credulone che si fa fregare dal primo che passa e ha una sorta di immortalità, visto che con tutte le bombe che gli lanciano non si ferisce nemmeno una volta (tranne sul finale, con la tipologia di bomba più debole inoltre). Himiko invece è un'androfobica, tanto che per una buona parte degli episodi preferisce suicidarsi piuttosto che perdere la sua purezza. Tutto questo per aver subìto un paio di tentati stupri. Va bene che è una cosa brutta, ma come si espone in questa serie dopo un po' non fa altro che annoiare e basta. L'unico personaggio che mi è piaciuto realmente in tutte le sfaccettature è Taira, che risulta anche il più umano di tutti con i suoi comportamenti, le sue paure e le sue decisioni. Dal punto di vista della storia la parte survival è resa veramente bene e le battaglie con le bombe sono veramente interessanti, ma ci sono anche fin troppe coincidenze che capitano. Ad esempio il nostro protagonista tra le tre cinture che possiede perde proprio quella dell'avversario che ha lasciato in vita e magicamente è proprio quest'ultimo che la recupera. Oppure vecchie conoscenze che magicamente sono pure loro nell'isola facendo pensare: "Com'è piccolo il mondo!". Per non parlare di come si fa fregare il mercenario in modo abbastanza forzato. E si potrebbe andare avanti ancora per ore.
La serie è pure abbastanza corta con i suoi dodici episodi, che permettono di non appesantire la visione, ma il prezzo da pagare è abbastanza alto: infatti sarà presente il nostro caro finale aperto odiato da molti. Ma molto probabilmente, anche grazie al successo ottenuto, ci sarà una seconda serie su questo survival (sperando che si metta in una carreggiata migliore). L'anime mi è piaciuto in alcuni punti, mentre mi ha deluso in molti altri e il suo voto giusto per quello prodotto sarebbe un sei. Ho deciso di rialzarlo perché l'idea di base era veramente carina e l'ho apprezzata. Sette.
La trama è molto semplice: Ryouta è un ragazzo ventiduenne che essendo un NEET passa il tempo a giocare a un videogioco di nome "Btooom!", dove il personaggio combatte solamente con bombe. Di colpo il nostro protagonista si ritrova su un'isola tropicale senza ricordi di come ciò sia accaduto. Girando per l'isola incontra una persona e alla sua richiesta di aiuto riceve in risposta una bomba che tenta di ucciderlo. Da qui parte la lotta di sopravvivenza in una sorta di gioco troppo simile a quello in cui lui è il decimo al mondo.
Ci troviamo di fronte a una serie con un buon comparto tecnico sia a livello grafico sia a livello musicale, anche se quest'ultimo non è che mi abbia veramente esaltato. Ma purtroppo per il resto ci sono alcune cose che non sono molto digeribili. Per prima cosa i personaggi sono quasi tutti stereotipi, dal mercenario sadico al bambino psicolabile, passando ai due peggiori: i protagonisti. Sakamoto è di una demenza unica, riesce a impiegare una puntata per capire di possedere le stesse bombe di un gioco dove lui è un esperto e per poco non capisce nemmeno come funzionano. Inoltre è un credulone che si fa fregare dal primo che passa e ha una sorta di immortalità, visto che con tutte le bombe che gli lanciano non si ferisce nemmeno una volta (tranne sul finale, con la tipologia di bomba più debole inoltre). Himiko invece è un'androfobica, tanto che per una buona parte degli episodi preferisce suicidarsi piuttosto che perdere la sua purezza. Tutto questo per aver subìto un paio di tentati stupri. Va bene che è una cosa brutta, ma come si espone in questa serie dopo un po' non fa altro che annoiare e basta. L'unico personaggio che mi è piaciuto realmente in tutte le sfaccettature è Taira, che risulta anche il più umano di tutti con i suoi comportamenti, le sue paure e le sue decisioni. Dal punto di vista della storia la parte survival è resa veramente bene e le battaglie con le bombe sono veramente interessanti, ma ci sono anche fin troppe coincidenze che capitano. Ad esempio il nostro protagonista tra le tre cinture che possiede perde proprio quella dell'avversario che ha lasciato in vita e magicamente è proprio quest'ultimo che la recupera. Oppure vecchie conoscenze che magicamente sono pure loro nell'isola facendo pensare: "Com'è piccolo il mondo!". Per non parlare di come si fa fregare il mercenario in modo abbastanza forzato. E si potrebbe andare avanti ancora per ore.
La serie è pure abbastanza corta con i suoi dodici episodi, che permettono di non appesantire la visione, ma il prezzo da pagare è abbastanza alto: infatti sarà presente il nostro caro finale aperto odiato da molti. Ma molto probabilmente, anche grazie al successo ottenuto, ci sarà una seconda serie su questo survival (sperando che si metta in una carreggiata migliore). L'anime mi è piaciuto in alcuni punti, mentre mi ha deluso in molti altri e il suo voto giusto per quello prodotto sarebbe un sei. Ho deciso di rialzarlo perché l'idea di base era veramente carina e l'ho apprezzata. Sette.
"Btooom!" è la dimostrazione del fatto che, a volte, avere un numero basso di episodi sia un pregio e non un difetto, difatti la serie non è mai scaduta di livello, e dodici episodi sono stati più che sufficienti per raccontare una storia che oserei quasi considerare un capolavoro.
La serie vede come protagonista Sakamoto Ryouta, ventiduenne disoccupato, con una sconfinata passione per i videogiochi, soprattutto per "Btooom!", ovvero un famosissimo gioco online in cui si combatte usando solo bombe. Un giorno Ryouta si risveglia su un'isola e, non ricordando nulla di ciò che è accaduto precedentemente, chiede aiuto a una persona, che senza esitazione gli lancia contro una bomba. Dopo diverse riflessioni, Ryouta capisce di essere entrato a far parte di una versione reale di Btooom!, in cui è la sua stessa vita a essere in gioco.
Dopo aver sentito molte volte parlare di questa serie, ho deciso di iniziarla anche io, e devo dire di non essermene minimamente pentito. La storia parte subito in modo molto convincente, con un primo episodio che riesce da subito a incuriosire e appassionare lo spettatore. Ogni episodio è migliore del precedente, infatti la serie è sempre più bella man mano che si va avanti con la visione e, spinti dalla curiosità di assistere al tanto atteso finale, non si può far altro che vederla in pochissimo tempo.
È incredibile il modo in cui questa serie è in grado di coinvolgere lo spettatore, con combattimenti spettacolari, pieni d'azione e colpi scena, e con vere e proprie strategie combattive, in cui Ryouta è anche abbastanza avvantaggiato, dato che è uno dei migliori giocatori al mondo di Btooom!; difatti viene ammirata più volte l'intelligenza che questo ragazzo usa per sconfiggere l'avversario.
Inoltre la visione non potrebbe essere più scorrevole di così, senza essere mai accompagnata da ripetizioni o da inutili filler.
Sono diversi i temi che si possono riscontrare nella visione, ma il tema principale è senza dubbio quello della fiducia reciproca. Difatti ogni "giocatore" è sottoposto a una difficile decisione, ovvero se fidarsi o meno del prossimo, cosa alquanto impossibile, dato che la maggior parte delle volte che uno dei tanti partecipanti cerca di fare squadra con un altro giocatore, quest'ultimo, senza la minima esitazione, gli scaglia contro una bomba e da lì in poi si ingaggia uno scontro a suon di esplosioni. Nonostante questo, Ryouta riesce comunque a fare squadra con Himiko, ovvero una ragazza delle superiori, e con il signor Taira, che lo accompagneranno fino alla fine di questa macabra avventura.
Altro tema che possiamo riscontrare nel corso della visione è quello della sopravvivenza. Da sempre mi hanno affascinato le storie che si svolgono su un'isola deserta, in cui il protagonista (o i protagonisti) cercano di fuggire via e di sopravvivere cercando cibo o quant'altro. Nella serie, i partecipanti che si trovano sull'isola hanno a disposizione razioni di cibo che vengono lanciate da degli elicotteri. A dirlo così potrebbe sembrare una passeggiata, ma non è affatto così, infatti i malcapitati giocatori, ogni volta, sono costretti ad affrontare un altro partecipante, e quindi, morale della favola, alla fine solo il più forte può sopravvivere.
I personaggi sono curati tutti in modo impeccabile, ognuno con la sua personalità e con un ruolo ben preciso. Partendo dal personaggio principale, Ryouta, si può dire che si tratta del classico protagonista, intrepido e coraggioso, sempre disposto anche a dare la sua stessa vita in cambio di salvare quella del prossimo, in questo caso quella di Himiko.
Himiko, invece, che si può considerare il protagonista femminile della serie, si presenta come un personaggio insicuro che dubita di tutto e di tutti, soprattutto degli uomini, ma che infine con il passare del tempo ha iniziato sempre di più a riporre la sua fiducia in Ryouta, che ovviamente è diventato indispensabile per lei.
Passando ad analizzare il lato tecnico, beh, anche in questo caso non posso minimamente lamentarmi. Il tratto usato nel disegno è veramente ben curato e dettagliato, le animazioni risultano sempre spettacolari e le ambientazioni praticamente perfette.
Per concludere, "Btooom!" è stata veramente una piacevole sorpresa, che è riuscita a trasmettermi molte emozioni e che è stata in grado di coinvolgermi dall'inizio alla fine. Per questo lo consiglio davvero a tutti.
Voto finale: 9.
La serie vede come protagonista Sakamoto Ryouta, ventiduenne disoccupato, con una sconfinata passione per i videogiochi, soprattutto per "Btooom!", ovvero un famosissimo gioco online in cui si combatte usando solo bombe. Un giorno Ryouta si risveglia su un'isola e, non ricordando nulla di ciò che è accaduto precedentemente, chiede aiuto a una persona, che senza esitazione gli lancia contro una bomba. Dopo diverse riflessioni, Ryouta capisce di essere entrato a far parte di una versione reale di Btooom!, in cui è la sua stessa vita a essere in gioco.
Dopo aver sentito molte volte parlare di questa serie, ho deciso di iniziarla anche io, e devo dire di non essermene minimamente pentito. La storia parte subito in modo molto convincente, con un primo episodio che riesce da subito a incuriosire e appassionare lo spettatore. Ogni episodio è migliore del precedente, infatti la serie è sempre più bella man mano che si va avanti con la visione e, spinti dalla curiosità di assistere al tanto atteso finale, non si può far altro che vederla in pochissimo tempo.
È incredibile il modo in cui questa serie è in grado di coinvolgere lo spettatore, con combattimenti spettacolari, pieni d'azione e colpi scena, e con vere e proprie strategie combattive, in cui Ryouta è anche abbastanza avvantaggiato, dato che è uno dei migliori giocatori al mondo di Btooom!; difatti viene ammirata più volte l'intelligenza che questo ragazzo usa per sconfiggere l'avversario.
Inoltre la visione non potrebbe essere più scorrevole di così, senza essere mai accompagnata da ripetizioni o da inutili filler.
Sono diversi i temi che si possono riscontrare nella visione, ma il tema principale è senza dubbio quello della fiducia reciproca. Difatti ogni "giocatore" è sottoposto a una difficile decisione, ovvero se fidarsi o meno del prossimo, cosa alquanto impossibile, dato che la maggior parte delle volte che uno dei tanti partecipanti cerca di fare squadra con un altro giocatore, quest'ultimo, senza la minima esitazione, gli scaglia contro una bomba e da lì in poi si ingaggia uno scontro a suon di esplosioni. Nonostante questo, Ryouta riesce comunque a fare squadra con Himiko, ovvero una ragazza delle superiori, e con il signor Taira, che lo accompagneranno fino alla fine di questa macabra avventura.
Altro tema che possiamo riscontrare nel corso della visione è quello della sopravvivenza. Da sempre mi hanno affascinato le storie che si svolgono su un'isola deserta, in cui il protagonista (o i protagonisti) cercano di fuggire via e di sopravvivere cercando cibo o quant'altro. Nella serie, i partecipanti che si trovano sull'isola hanno a disposizione razioni di cibo che vengono lanciate da degli elicotteri. A dirlo così potrebbe sembrare una passeggiata, ma non è affatto così, infatti i malcapitati giocatori, ogni volta, sono costretti ad affrontare un altro partecipante, e quindi, morale della favola, alla fine solo il più forte può sopravvivere.
I personaggi sono curati tutti in modo impeccabile, ognuno con la sua personalità e con un ruolo ben preciso. Partendo dal personaggio principale, Ryouta, si può dire che si tratta del classico protagonista, intrepido e coraggioso, sempre disposto anche a dare la sua stessa vita in cambio di salvare quella del prossimo, in questo caso quella di Himiko.
Himiko, invece, che si può considerare il protagonista femminile della serie, si presenta come un personaggio insicuro che dubita di tutto e di tutti, soprattutto degli uomini, ma che infine con il passare del tempo ha iniziato sempre di più a riporre la sua fiducia in Ryouta, che ovviamente è diventato indispensabile per lei.
Passando ad analizzare il lato tecnico, beh, anche in questo caso non posso minimamente lamentarmi. Il tratto usato nel disegno è veramente ben curato e dettagliato, le animazioni risultano sempre spettacolari e le ambientazioni praticamente perfette.
Per concludere, "Btooom!" è stata veramente una piacevole sorpresa, che è riuscita a trasmettermi molte emozioni e che è stata in grado di coinvolgermi dall'inizio alla fine. Per questo lo consiglio davvero a tutti.
Voto finale: 9.
"Btooom!" è un anime che non impiega molto a far parlare di sé e a rendersi famoso, dal momento che offre facili esche per far abboccare l'utenza: bella grafica, personaggi accattivanti, una trama che promette scintille (in un certo senso…) e tanta azione condita con morte e sbudellamenti vari. Un mix perfetto per un anime "g-g-giovine" dedicato a chi vuole un po' di sana violenza e qualche bel/la figliolo/a. Peccato però che al di là delle buone intenzioni "Btooom!" a conti fatti risulti un anime piuttosto deludente, tanti gli artifici, i plagi e le forzature che presenta.
"Btooom!" è un anime della stagione autunnale 2012 composto da (soli) 12 episodi e, visto l'elevato grado di "commerciabilità" della serie, è lecito supporre che si realizzerà una seconda serie, affinché possa affiancare il manga.
Trama: la Tyrannos Japan sviluppa un videogioco online (sarà la moda del momento creare serie anime basate su presunti videogiochi?) chiamato "Btooom!", in cui alcune squadre composte da otto persone tentano di salire le classifiche mondiali sconfiggendo le squadre avversarie. Le uniche armi ammesse in dotazione a ciascuna squadra sono le bombe, di queste bombe esistono circa sette varianti (a timer, incendiarie, implosive, comandate a distanza/mine, a petardo/cracker, a ricerca e intossicanti). Ogni squadra può selezionare la tipologia di bomba in relazione alle strategie che intende adottare.
Ryota Sakamoto è un top player di "Btooom!", tra i primi nella classifica mondiale, nonché un ventiduenne NEET (ossia un funkazzista senza arte né parte). A lui non interessa altro della vita se non spassarsela con il suo videogioco. Visto che non combina nulla nella vita, i suoi genitori non ne possono più di lui e intendono fargliela pagare. Ricevendo un messaggio con su scritto "a chi vorresti farla pagare?", non ci pensano due volte a scrivere il nome del loro adorato figlioletto. Il loro ometto finisce tutto solo soletto in un'isola assieme a tutte le persone odiate e vilipendiate dalla società. La Tyrannos ha ben pensato di sollazzare alcuni dei loro allibratori proponendo una versione "reale" del videogioco, facendo sì che i vari partecipanti al gioco si massacrino a vicenda. Vince chi per primo ottiene almeno otto chip conficcati nella mano destra dei vari giocatori.
Grafica: il comparto grafico risulta all'altezza delle aspettative. Le ambientazioni sono ottime per dettaglio e giochi di luce, le animazioni sono fluide e appropriate al contesto di guerriglia, il character design veramente bello, elegante e dettagliato, molto belle le espressioni dei personaggi.
Sonoro: il comparto sonoro non è del tutto da scartare, nonostante l'opening e l'ending appaiano come scialbe e bruttine; lo stesso non si può dire degli effetti sonori e delle OST, decisamente accettabili. Anche il doppiaggio è appropriato ai personaggi e rende piuttosto fedelmente la loro (non) caratterizzazione.
Personaggi: "Btooom!" poteva avere nell'incipit della trama e dei personaggi il suo punto di forza. Inizialmente i personaggi si presentano interessanti, ben caratterizzati e può essere presente un discreto grado d'immedesimazione (chi non si è mai fatto odiare da qualcuno o chi non ha mai desiderato fargliela pagare?); il problema però sorge quando i personaggi sono "sul campo". L'apparente buona caratterizzazione decade immediatamente quando si trovano nell'isola in cui non valgono leggi, morale e consuetudine. L'apparente etica decade quasi immediatamente con l'incombere delle prime difficoltà e minacce. Qui, purtroppo, i personaggi danno di matto mostrando il loro lato peggiore, per cui troviamo degli avvocati godere sadicamente nell'uccidere qualcuno (dovrebbero essere uomini di legge), ragazzine che pur di mantenere la loro purezza massacrano senza tanti problemi e tentano il suicidio, protagonisti che ostentano una presunta morale e "cercano amicizia" (anziché alleanze tattiche: in entrambi i casi, non si dovrebbe puntare su un'azione solitaria per ridurre al minimo le vittime?), nonostante sappiano che comunque dovranno uccidere qualcuno, bella ipocrisia! Capisco che il gioco preveda l'omicidio per la sopravvivenza, ma allora perché non si prova dispiacere e risentimento nel togliere la vita a qualcuno, e invece si ostenta una pianificazione machiavellica della morte altrui o, come nel caso di certi personaggi, quest'isola si trasforma nella perfetta valvola di sfogo per far emergere i peggiori istinti?
Come se non bastasse, c'è una bella dose di plagio. Sì, amici lettori, secondo me non si è fatto mancare il plagio. Prendete un bambino un po' (tanto) yandere, speditelo nell'isola insieme agli altri, dategli delle bombe affinché possa massacrare qualcuno, fatelo divertire, già che ci siete dategli come cognome "Kira", e come se non bastasse fategli dire che vuole diventare "il dio di quel nuovo mondo": non vi sa un pochino da "Death Note"? Ah, pure il protagonista ricorda nella fisionomia Yagami Light? Oh beh, allora non dev'essere proprio un caso…
Sceneggiatura: se il comparto dei personaggi non fosse stato sufficientemente scarso per penalizzare l'anime, ecco un lavoro infimo della sceneggiatura. A parte la (cospicua) presenza di fanservice gratuito e totalmente immotivato in una serie apparentemente seria e tragica (a mio avviso non ci sta bene), si rasenta il ridicolo quando quest'ultimo viene utilizzato come strumento di difesa: non tanto la seduzione in sé, quanto piuttosto le tette possono essere utilizzate come "ammortizzatori" per assorbire gli impatti e ricacciare indietro le bombe che vengono lanciate. E' umanamente possibile? Se a questo si aggiunge una discreta forzatura degli eventi, evidenziata soprattutto su di chi deve rimanere in vita: il protagonista e la sua bella sopravviveranno nonostante la loro morte fosse garantita dalle leggi della fisica più elementari; naturalmente la copia di Kira di "Death Note", qualche villico cattivone che fa figo e l'amico/nemico belloccio di Sakamoto ai tempi della scuola. Chi deve crepare invece - il buon amico di Sakamoto - può tranquillamente crepare perché lo si ritiene inutile ai fini della trama, così molti altri. Allora si può comprendere quanto tutto non sia solamente prevedibile, ma anche quanto sia percepibile come artefatto, farlocco, fatto solamente per mettere in risalto i personaggi "che contano". Tutto il resto è semplicissima carne da macello (o da bomba).
La gestione temporale prevede vari flashback, ma sembra risentire molto, le stesse reazioni umane di fronte alla morte/mutilazione non appaiono coerenti e normali, un attimo prima si è tutto un piangere e commiserarsi, un attimo dopo si è dei killer spietati, un attimo dopo ancora si pensa solo a tirare a campare, coerenza zero.
Finale: il finale è senza infamia e senza lode, dal momento che lascia chiaramente capire che tutto si riprenderà in un'eventuale seconda serie. Per cui sostanzialmente si risolve ben poco. Tutto è ancora da conquistare, il gioco non è (ancora) finito. Molti sono morti, ma c'è ancora molto da ammazzare. Riuscirà il protagonista (e la sua bella) a scampare dalle grinfie dei suoi aguzzini? Massacreranno tutti o qualche buon'anima avrà la compiacenza di salvarsi?
In sintesi: "Btooom!" poteva essere una serie ricca di spunti interessanti, poteva rappresentare una grande occasione di riscatto morale da parte dei NEET e da chi si è fatto odiare dalla società (più o meno ingiustamente), poteva essere sì l'ennesimo survival game, ma fornire qualcosa in più, sia a livello psicologico sia a livello di trama. Purtroppo si è rivelato un prodotto molto al di sotto delle aspettative dal momento che è stato rovinato da dei personaggi copiati un po' qui e un po' là, da reazioni umane non appropriate/coerenti e da un susseguirsi di eventi decisamente forzato e fuori luogo. Non mi sento di consigliare la visione dell'opera se non a eventuali curiosi interessati alla grafica o agli amanti del trash. Gli altri possono lasciare perdere.
"Btooom!" è un anime della stagione autunnale 2012 composto da (soli) 12 episodi e, visto l'elevato grado di "commerciabilità" della serie, è lecito supporre che si realizzerà una seconda serie, affinché possa affiancare il manga.
Trama: la Tyrannos Japan sviluppa un videogioco online (sarà la moda del momento creare serie anime basate su presunti videogiochi?) chiamato "Btooom!", in cui alcune squadre composte da otto persone tentano di salire le classifiche mondiali sconfiggendo le squadre avversarie. Le uniche armi ammesse in dotazione a ciascuna squadra sono le bombe, di queste bombe esistono circa sette varianti (a timer, incendiarie, implosive, comandate a distanza/mine, a petardo/cracker, a ricerca e intossicanti). Ogni squadra può selezionare la tipologia di bomba in relazione alle strategie che intende adottare.
Ryota Sakamoto è un top player di "Btooom!", tra i primi nella classifica mondiale, nonché un ventiduenne NEET (ossia un funkazzista senza arte né parte). A lui non interessa altro della vita se non spassarsela con il suo videogioco. Visto che non combina nulla nella vita, i suoi genitori non ne possono più di lui e intendono fargliela pagare. Ricevendo un messaggio con su scritto "a chi vorresti farla pagare?", non ci pensano due volte a scrivere il nome del loro adorato figlioletto. Il loro ometto finisce tutto solo soletto in un'isola assieme a tutte le persone odiate e vilipendiate dalla società. La Tyrannos ha ben pensato di sollazzare alcuni dei loro allibratori proponendo una versione "reale" del videogioco, facendo sì che i vari partecipanti al gioco si massacrino a vicenda. Vince chi per primo ottiene almeno otto chip conficcati nella mano destra dei vari giocatori.
Grafica: il comparto grafico risulta all'altezza delle aspettative. Le ambientazioni sono ottime per dettaglio e giochi di luce, le animazioni sono fluide e appropriate al contesto di guerriglia, il character design veramente bello, elegante e dettagliato, molto belle le espressioni dei personaggi.
Sonoro: il comparto sonoro non è del tutto da scartare, nonostante l'opening e l'ending appaiano come scialbe e bruttine; lo stesso non si può dire degli effetti sonori e delle OST, decisamente accettabili. Anche il doppiaggio è appropriato ai personaggi e rende piuttosto fedelmente la loro (non) caratterizzazione.
Personaggi: "Btooom!" poteva avere nell'incipit della trama e dei personaggi il suo punto di forza. Inizialmente i personaggi si presentano interessanti, ben caratterizzati e può essere presente un discreto grado d'immedesimazione (chi non si è mai fatto odiare da qualcuno o chi non ha mai desiderato fargliela pagare?); il problema però sorge quando i personaggi sono "sul campo". L'apparente buona caratterizzazione decade immediatamente quando si trovano nell'isola in cui non valgono leggi, morale e consuetudine. L'apparente etica decade quasi immediatamente con l'incombere delle prime difficoltà e minacce. Qui, purtroppo, i personaggi danno di matto mostrando il loro lato peggiore, per cui troviamo degli avvocati godere sadicamente nell'uccidere qualcuno (dovrebbero essere uomini di legge), ragazzine che pur di mantenere la loro purezza massacrano senza tanti problemi e tentano il suicidio, protagonisti che ostentano una presunta morale e "cercano amicizia" (anziché alleanze tattiche: in entrambi i casi, non si dovrebbe puntare su un'azione solitaria per ridurre al minimo le vittime?), nonostante sappiano che comunque dovranno uccidere qualcuno, bella ipocrisia! Capisco che il gioco preveda l'omicidio per la sopravvivenza, ma allora perché non si prova dispiacere e risentimento nel togliere la vita a qualcuno, e invece si ostenta una pianificazione machiavellica della morte altrui o, come nel caso di certi personaggi, quest'isola si trasforma nella perfetta valvola di sfogo per far emergere i peggiori istinti?
Come se non bastasse, c'è una bella dose di plagio. Sì, amici lettori, secondo me non si è fatto mancare il plagio. Prendete un bambino un po' (tanto) yandere, speditelo nell'isola insieme agli altri, dategli delle bombe affinché possa massacrare qualcuno, fatelo divertire, già che ci siete dategli come cognome "Kira", e come se non bastasse fategli dire che vuole diventare "il dio di quel nuovo mondo": non vi sa un pochino da "Death Note"? Ah, pure il protagonista ricorda nella fisionomia Yagami Light? Oh beh, allora non dev'essere proprio un caso…
Sceneggiatura: se il comparto dei personaggi non fosse stato sufficientemente scarso per penalizzare l'anime, ecco un lavoro infimo della sceneggiatura. A parte la (cospicua) presenza di fanservice gratuito e totalmente immotivato in una serie apparentemente seria e tragica (a mio avviso non ci sta bene), si rasenta il ridicolo quando quest'ultimo viene utilizzato come strumento di difesa: non tanto la seduzione in sé, quanto piuttosto le tette possono essere utilizzate come "ammortizzatori" per assorbire gli impatti e ricacciare indietro le bombe che vengono lanciate. E' umanamente possibile? Se a questo si aggiunge una discreta forzatura degli eventi, evidenziata soprattutto su di chi deve rimanere in vita: il protagonista e la sua bella sopravviveranno nonostante la loro morte fosse garantita dalle leggi della fisica più elementari; naturalmente la copia di Kira di "Death Note", qualche villico cattivone che fa figo e l'amico/nemico belloccio di Sakamoto ai tempi della scuola. Chi deve crepare invece - il buon amico di Sakamoto - può tranquillamente crepare perché lo si ritiene inutile ai fini della trama, così molti altri. Allora si può comprendere quanto tutto non sia solamente prevedibile, ma anche quanto sia percepibile come artefatto, farlocco, fatto solamente per mettere in risalto i personaggi "che contano". Tutto il resto è semplicissima carne da macello (o da bomba).
La gestione temporale prevede vari flashback, ma sembra risentire molto, le stesse reazioni umane di fronte alla morte/mutilazione non appaiono coerenti e normali, un attimo prima si è tutto un piangere e commiserarsi, un attimo dopo si è dei killer spietati, un attimo dopo ancora si pensa solo a tirare a campare, coerenza zero.
Finale: il finale è senza infamia e senza lode, dal momento che lascia chiaramente capire che tutto si riprenderà in un'eventuale seconda serie. Per cui sostanzialmente si risolve ben poco. Tutto è ancora da conquistare, il gioco non è (ancora) finito. Molti sono morti, ma c'è ancora molto da ammazzare. Riuscirà il protagonista (e la sua bella) a scampare dalle grinfie dei suoi aguzzini? Massacreranno tutti o qualche buon'anima avrà la compiacenza di salvarsi?
In sintesi: "Btooom!" poteva essere una serie ricca di spunti interessanti, poteva rappresentare una grande occasione di riscatto morale da parte dei NEET e da chi si è fatto odiare dalla società (più o meno ingiustamente), poteva essere sì l'ennesimo survival game, ma fornire qualcosa in più, sia a livello psicologico sia a livello di trama. Purtroppo si è rivelato un prodotto molto al di sotto delle aspettative dal momento che è stato rovinato da dei personaggi copiati un po' qui e un po' là, da reazioni umane non appropriate/coerenti e da un susseguirsi di eventi decisamente forzato e fuori luogo. Non mi sento di consigliare la visione dell'opera se non a eventuali curiosi interessati alla grafica o agli amanti del trash. Gli altri possono lasciare perdere.
<b>In questa recensione potrebbero esserci spoiler!</b>
Ho visto quest'anime senza sapere nulla al riguardo, eccetto un briciolo di trama, che mi aveva intrigato. Perciò non avevo alcuna aspettativa, e puntata dopo puntata sono sempre stato più colpito e coinvolto dallo svolgersi degli eventi.
Ma andiamo con ordine. La storia inizia quando un ragazzo di 22 anni, Ryouta Sakamoto, più forte giocatore al mondo di "Btooom!", si trova in una misteriosa isola, senza alcuna idea su come sia arrivato lì. Scoprirà subito dopo che si trova in una forma "reale" del gioco di cui era appassionato, e la sua unica alternativa, per riuscire a fuggire, è quella di uccidere sette altre persone. Su questa premessa si intrecciano le storie di tanti altri personaggi, che interagiscono con il protagonista.
A mio pare sono proprio queste interazioni il punto di forza dell'anime: nel corso di tutte le puntate è ovvio che il tema fondamentale sia quello della fiducia. Ogni personaggio infatti è "umano", con i propri pregi e i propri difetti. Nemmeno il protagonista fa eccezione, come si può vedere comunque nel corso dell'opera. Inoltre tutti quanti i personaggi hanno un proprio carattere, e ogni singola loro scelta appare coerente con il loro modo di pensare.
Mi sento di elogiare anche il comparto tecnico. La qualità dei disegni a mio parare è sempre piuttosto alta, anche se a tratti oscillante, mentre la qualità delle musiche è fuor di dubbio.
Passando ai difetti, che sono presenti, mi sentirei di attaccare la figura "stereotipata" del bambino pazzo, anche se devo dire che nel complesso rende. Poi non posso non citare il finale, interrotto improvvisamente, probabilmente a causa di mancanza dei fondi (come fa intuire il "Credit 0" alla fine dell'ultima puntata).
In definitiva, è un anime che consiglio assolutamente, come si può anche evincere dal voto. Spero che ci sia una seconda serie, e che sia all'altezza.
Ho visto quest'anime senza sapere nulla al riguardo, eccetto un briciolo di trama, che mi aveva intrigato. Perciò non avevo alcuna aspettativa, e puntata dopo puntata sono sempre stato più colpito e coinvolto dallo svolgersi degli eventi.
Ma andiamo con ordine. La storia inizia quando un ragazzo di 22 anni, Ryouta Sakamoto, più forte giocatore al mondo di "Btooom!", si trova in una misteriosa isola, senza alcuna idea su come sia arrivato lì. Scoprirà subito dopo che si trova in una forma "reale" del gioco di cui era appassionato, e la sua unica alternativa, per riuscire a fuggire, è quella di uccidere sette altre persone. Su questa premessa si intrecciano le storie di tanti altri personaggi, che interagiscono con il protagonista.
A mio pare sono proprio queste interazioni il punto di forza dell'anime: nel corso di tutte le puntate è ovvio che il tema fondamentale sia quello della fiducia. Ogni personaggio infatti è "umano", con i propri pregi e i propri difetti. Nemmeno il protagonista fa eccezione, come si può vedere comunque nel corso dell'opera. Inoltre tutti quanti i personaggi hanno un proprio carattere, e ogni singola loro scelta appare coerente con il loro modo di pensare.
Mi sento di elogiare anche il comparto tecnico. La qualità dei disegni a mio parare è sempre piuttosto alta, anche se a tratti oscillante, mentre la qualità delle musiche è fuor di dubbio.
Passando ai difetti, che sono presenti, mi sentirei di attaccare la figura "stereotipata" del bambino pazzo, anche se devo dire che nel complesso rende. Poi non posso non citare il finale, interrotto improvvisamente, probabilmente a causa di mancanza dei fondi (come fa intuire il "Credit 0" alla fine dell'ultima puntata).
In definitiva, è un anime che consiglio assolutamente, come si può anche evincere dal voto. Spero che ci sia una seconda serie, e che sia all'altezza.
Qusto è uno dei miei anime preferiti, difatti l'ho guardato in due giorni. Lo consiglio vivamente a coloro a cui piacciono gli anime movimentati che lasciano una dannata curiosità ogniqualvolta si termina la visione di un episodio.
Spero vivamente che venga fatta la seconda serie.
I disegni sono meravigliosi, la trama è originale.
Merita, davvero. Non riesco a trovare nessun difetto in quest'anime e... Ce ne fossero di tanti in questo modo! Il voto, dunque, è 10, come già detto la trama non è la classica sentita e risentita, i personaggi a loro modo sono particolari e ben 'allacciati' tra loro. Segue una logica perfetta, e starle dietro non è difficile.
Spero vivamente che venga fatta la seconda serie.
I disegni sono meravigliosi, la trama è originale.
Merita, davvero. Non riesco a trovare nessun difetto in quest'anime e... Ce ne fossero di tanti in questo modo! Il voto, dunque, è 10, come già detto la trama non è la classica sentita e risentita, i personaggi a loro modo sono particolari e ben 'allacciati' tra loro. Segue una logica perfetta, e starle dietro non è difficile.
Dopo il successo riscosso da 'Accel World' e 'Sword Art Online' la rinomata Madhouse ha pensato bene di proporre un titolo che avrebbe fatto esaltare il pubblico nipponico, e così è nato 'Btooom!' serie animata tratta dall'omonimo manga di Junya Inoue, ancora in corso per la casa editrice Shinchosha. 'Btooom!' è stato trasmesso nella stagione autunnale del 2012, dove molte serie animate, prima sconosciute al pubblico italiano, si sono rivelate un vero successo, quanto mai inaspettato.
La storia vede come protagonista Ryouta Sakamoto, ragazzo disoccupato di 22 anni che, dopo la separazione dei suoi genitori, vive a Tokyo con la madre. Da piccolo era davvero coraggioso, impavido, e aveva molti amici, ora è un ikikomori che sta la maggior parte della sua giornata davanti al computer a giocare online con amici conosciuti in rete a un gioco chiamato "Btooom!", famoso in tutto il mondo per il gran numero di copie vendute.
Un giorno si ritrova su un'isola deserta, non si ricorda di quello che gli è accaduto precedentemente e cerca in tutti i modi di capire come ci è arrivato e soprattutto se è solo. Incontra un uomo di nome Taira di cui può apparentemente fidarsi e una ragazza di nome Himiko, già conosciuta nel mondo virtuale di "Btooom!".
Pian piano inizia a ricordarsi come è arrivato lì: sua madre, piena di dolore per la situazione del figlio lo condanna, tramite lettera, ad andare in quell'isola a sfidarsi con altre persone per la sopravvivenza. Ad aumentare la possibilità di vivere (o di morire) vengono consegnate a ognuno dei partecipanti delle bim, bombe presenti anche nel gioco di "Btooom!". È una coincidenza oppure tutto questo c'entra con quel fantomatico videogioco?
La trama di fondo è davvero ben fatta, ma la storia che viene sviluppata da essa è ancora migliore. I vari colpi di scena sono davvero spettacolari, le emozioni e i sentimenti dei protagonisti sono espressi molto bene e il tutto non annoia quasi mai. L'unica pecca è il comportamento del protagonista che, anche essendo giustificato, è troppo esagerato, e non fa godere la visione del tutto.
Le musiche sono tutte buone, molto movimentate e adatte al ritmo della storia. I disegni e le animazioni della Madhouse sono fantastiche, davvero stupefacenti sia nelle scene di combattimento sia nella normale vita quotidiana.
I personaggi ideati da Junya Inoue sono dotati di un buon chara, ma essendo molti ed essendo poche le puntate non tutti possono essere caratterizzati alla perfezione, infatti di molti personaggi secondari non si sa davvero nulla.
In conclusione dico che quest'adattamento animato mi è piaciuto molto, anche più della versione cartacea. La conclusione è molto aperta ma buona; apre le porte per una seconda serie che sono sicuro mi prenderà molto. Nel complesso è una storia mai banale o superficiale che può piacere pure alle persone non amanti del genere. L'anime è consigliabile a tutti quelli che vogliono divertirsi e vedere un buon anime sentimentale e di combattimento.
La storia vede come protagonista Ryouta Sakamoto, ragazzo disoccupato di 22 anni che, dopo la separazione dei suoi genitori, vive a Tokyo con la madre. Da piccolo era davvero coraggioso, impavido, e aveva molti amici, ora è un ikikomori che sta la maggior parte della sua giornata davanti al computer a giocare online con amici conosciuti in rete a un gioco chiamato "Btooom!", famoso in tutto il mondo per il gran numero di copie vendute.
Un giorno si ritrova su un'isola deserta, non si ricorda di quello che gli è accaduto precedentemente e cerca in tutti i modi di capire come ci è arrivato e soprattutto se è solo. Incontra un uomo di nome Taira di cui può apparentemente fidarsi e una ragazza di nome Himiko, già conosciuta nel mondo virtuale di "Btooom!".
Pian piano inizia a ricordarsi come è arrivato lì: sua madre, piena di dolore per la situazione del figlio lo condanna, tramite lettera, ad andare in quell'isola a sfidarsi con altre persone per la sopravvivenza. Ad aumentare la possibilità di vivere (o di morire) vengono consegnate a ognuno dei partecipanti delle bim, bombe presenti anche nel gioco di "Btooom!". È una coincidenza oppure tutto questo c'entra con quel fantomatico videogioco?
La trama di fondo è davvero ben fatta, ma la storia che viene sviluppata da essa è ancora migliore. I vari colpi di scena sono davvero spettacolari, le emozioni e i sentimenti dei protagonisti sono espressi molto bene e il tutto non annoia quasi mai. L'unica pecca è il comportamento del protagonista che, anche essendo giustificato, è troppo esagerato, e non fa godere la visione del tutto.
Le musiche sono tutte buone, molto movimentate e adatte al ritmo della storia. I disegni e le animazioni della Madhouse sono fantastiche, davvero stupefacenti sia nelle scene di combattimento sia nella normale vita quotidiana.
I personaggi ideati da Junya Inoue sono dotati di un buon chara, ma essendo molti ed essendo poche le puntate non tutti possono essere caratterizzati alla perfezione, infatti di molti personaggi secondari non si sa davvero nulla.
In conclusione dico che quest'adattamento animato mi è piaciuto molto, anche più della versione cartacea. La conclusione è molto aperta ma buona; apre le porte per una seconda serie che sono sicuro mi prenderà molto. Nel complesso è una storia mai banale o superficiale che può piacere pure alle persone non amanti del genere. L'anime è consigliabile a tutti quelli che vogliono divertirsi e vedere un buon anime sentimentale e di combattimento.
"Btooom!" è un anime della stagione autunnale del 2012, preso dall'omonimo manga di Junya Inoue, attualmente ancora in corso.
Ultimamente "Btooom!" può piacere a molti proprio perché l'idea del gioco o del rifugio in un gioco online è il classico degli ultimi anime, che nonostante tutto hanno riscattato grande successo; ne cito due: "Sword Art Online", forse verrà anche criticato da una bella percentuale di spettatori che l'hanno visto, ma non si può negare che la serie ha avuto un gran successo sia in Italia sia in Giappone; "Accel World", un altro grande successo, non ai livelli di SAO per guadagni o altro. - P.S.: non posso paragonare le due serie perché SAO non l'ho ancora visto.
Devo dire che "Btooom!" mi ha impressionato veramente, non me l'aspettavo, ma ho riscontrato una bella ed emozionante serie, che sotto alcuni punti di vista può farti immagine di essere nei panni del protagonista principale così come di tutti gli altri personaggi.
La trama gira intorno a un ragazzo ventunenne disoccupato, Ryouta Sakamoto, che perde il tempo della sua vita davanti a un famoso gioco online chiamato "Btooom!", un gioco dove come arma si usano soltanto vari tipi di bombe, finché non si ritrova lui stesso a giocare in un "survival game" uguale a "Btooom!" per cause sconosciute, ma che poi nel corso della storia verranno svelate, dove a esser persi non sono i punti o sciocchezze varie, ma la propria vita.
La serie mi ha intrigato per vari punti, ma il più importante in questione è sicuramente quello del carattere dei personaggi. Infatti questi personaggi sono persone normali, con un normale lavoro, una normale famiglia e un normale hobby (perché no?!) che si ritrovano a combattere e uccidersi tra di loro per la propria vita; regna la legge del più forte, chiunque impazzirebbe. Infatti, anche se minimamente, la serie mi ricorda un po' "Mirai Nikki", anche se quest'ultimo ha sicuramente più valore e si trova un gradino più in alto di questa serie che sto recensendo. La pazzia nei personaggi, se gestita bene, può intrigare gli spettatori, e "Btooom!" ci è riuscito sicuramente, infatti, come "Mirai Nikki", non si sa di chi fidarsi o meno e tutti, persone fino a ieri normali, cacciano il loro lato pazzo, ma non le posso mica biasimare. Quindi, da quel che ho appena scritto, si può dire che la serie, come in un qualunque "survival anime", come valori porta il motto "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio"; questo motto le si addice proprio.
Però troviamo un'eccezione: il protagonista. Nonostante questa serie l'unico monito che ci può dare è il "non-fidarsi", il protagonista appare su tutti gli aspetti un vero fiducioso verso tutti, senza dubitare di nessuno, e proprio per questo verrà molte volte fregato ma, per fortuna, se la saprà cavare. Non mi è piaciuta la figura della compagna del protagonista, Himiko, sempre a piangere e a trovare il morale di quella situazione, l'opposto del protagonista. Apprezzo anche il fatto che nella serie siano stati inseriti personaggi grassi. Forse sembrerà una banalità, ma io l'apprezzo visto che le persone grasse esistono veramente in tutto il mondo e così si può riprodurre minimamente di più la realtà, anche se non posso negare che i personaggi magri e muscolosi, anche belli, vendono di più, perché sinceramente chi si vedrebbe una serie dove come protagonista e coprotagonisti ci sono tanti ciccioni? Anche se io non la penso così.
Quindi analizziamo i vari punti della serie: character design magnifico se parliamo del carattere psicologico di questi personaggi, in preda al terrore e con quell'attimo di pazzia; scarso se parliamo del loro stile, a parte il protagonista: sono tutti un po' bruttini, sopratutto Himiko. La grafica della serie non arriva alla sufficienza perché ho visto serie, anche più recenti di questa, con una grafica migliore. L'opening è semplicemente unica, l'ending non è da meno.
Non mi sento di abbassare il voto a questa serie solamente perché ancora non è conclusa, anche se fino ad adesso ho fatto così soprattutto con "Kuroko No Basket", a cui ho abbassato il voto di due punti (a mio giudizio si meritava 9), infatti da adesso in poi cambierò metodo di valutazione e darò un voto a quel che ho visto, senza contare se è finito o meno, anche perché credo che si farà una seconda stagione perché il manga è ancora in corso e sta riscuotendo successo in Giappone.
Voto della serie: 8 (?). Il punto interrogativo sta a significare, visto che la serie non è conclusa, che non è un 8 vero e proprio, ma credo che l'8 sia il massimo della serie, infatti questo è il suo limite. Anche se l'anime fosse concluso sarebbe stato questo il mio voto. Solo se finisse con un finale ottimo si meriterebbe un 9 scarso, infatti ho dato 9 ad anime ben più belli di questo. Lo consiglio e spero in un sequel.
Ultimamente "Btooom!" può piacere a molti proprio perché l'idea del gioco o del rifugio in un gioco online è il classico degli ultimi anime, che nonostante tutto hanno riscattato grande successo; ne cito due: "Sword Art Online", forse verrà anche criticato da una bella percentuale di spettatori che l'hanno visto, ma non si può negare che la serie ha avuto un gran successo sia in Italia sia in Giappone; "Accel World", un altro grande successo, non ai livelli di SAO per guadagni o altro. - P.S.: non posso paragonare le due serie perché SAO non l'ho ancora visto.
Devo dire che "Btooom!" mi ha impressionato veramente, non me l'aspettavo, ma ho riscontrato una bella ed emozionante serie, che sotto alcuni punti di vista può farti immagine di essere nei panni del protagonista principale così come di tutti gli altri personaggi.
La trama gira intorno a un ragazzo ventunenne disoccupato, Ryouta Sakamoto, che perde il tempo della sua vita davanti a un famoso gioco online chiamato "Btooom!", un gioco dove come arma si usano soltanto vari tipi di bombe, finché non si ritrova lui stesso a giocare in un "survival game" uguale a "Btooom!" per cause sconosciute, ma che poi nel corso della storia verranno svelate, dove a esser persi non sono i punti o sciocchezze varie, ma la propria vita.
La serie mi ha intrigato per vari punti, ma il più importante in questione è sicuramente quello del carattere dei personaggi. Infatti questi personaggi sono persone normali, con un normale lavoro, una normale famiglia e un normale hobby (perché no?!) che si ritrovano a combattere e uccidersi tra di loro per la propria vita; regna la legge del più forte, chiunque impazzirebbe. Infatti, anche se minimamente, la serie mi ricorda un po' "Mirai Nikki", anche se quest'ultimo ha sicuramente più valore e si trova un gradino più in alto di questa serie che sto recensendo. La pazzia nei personaggi, se gestita bene, può intrigare gli spettatori, e "Btooom!" ci è riuscito sicuramente, infatti, come "Mirai Nikki", non si sa di chi fidarsi o meno e tutti, persone fino a ieri normali, cacciano il loro lato pazzo, ma non le posso mica biasimare. Quindi, da quel che ho appena scritto, si può dire che la serie, come in un qualunque "survival anime", come valori porta il motto "fidarsi è bene, non fidarsi è meglio"; questo motto le si addice proprio.
Però troviamo un'eccezione: il protagonista. Nonostante questa serie l'unico monito che ci può dare è il "non-fidarsi", il protagonista appare su tutti gli aspetti un vero fiducioso verso tutti, senza dubitare di nessuno, e proprio per questo verrà molte volte fregato ma, per fortuna, se la saprà cavare. Non mi è piaciuta la figura della compagna del protagonista, Himiko, sempre a piangere e a trovare il morale di quella situazione, l'opposto del protagonista. Apprezzo anche il fatto che nella serie siano stati inseriti personaggi grassi. Forse sembrerà una banalità, ma io l'apprezzo visto che le persone grasse esistono veramente in tutto il mondo e così si può riprodurre minimamente di più la realtà, anche se non posso negare che i personaggi magri e muscolosi, anche belli, vendono di più, perché sinceramente chi si vedrebbe una serie dove come protagonista e coprotagonisti ci sono tanti ciccioni? Anche se io non la penso così.
Quindi analizziamo i vari punti della serie: character design magnifico se parliamo del carattere psicologico di questi personaggi, in preda al terrore e con quell'attimo di pazzia; scarso se parliamo del loro stile, a parte il protagonista: sono tutti un po' bruttini, sopratutto Himiko. La grafica della serie non arriva alla sufficienza perché ho visto serie, anche più recenti di questa, con una grafica migliore. L'opening è semplicemente unica, l'ending non è da meno.
Non mi sento di abbassare il voto a questa serie solamente perché ancora non è conclusa, anche se fino ad adesso ho fatto così soprattutto con "Kuroko No Basket", a cui ho abbassato il voto di due punti (a mio giudizio si meritava 9), infatti da adesso in poi cambierò metodo di valutazione e darò un voto a quel che ho visto, senza contare se è finito o meno, anche perché credo che si farà una seconda stagione perché il manga è ancora in corso e sta riscuotendo successo in Giappone.
Voto della serie: 8 (?). Il punto interrogativo sta a significare, visto che la serie non è conclusa, che non è un 8 vero e proprio, ma credo che l'8 sia il massimo della serie, infatti questo è il suo limite. Anche se l'anime fosse concluso sarebbe stato questo il mio voto. Solo se finisse con un finale ottimo si meriterebbe un 9 scarso, infatti ho dato 9 ad anime ben più belli di questo. Lo consiglio e spero in un sequel.
Bellissima sorpresa, questo "BTOOOM!", inserito nella mia wishlist sulla scia di altri titoli come "Accel World" e "Sword Art Online", che, come questo, hanno in comune il fortissimo legame con il mondo dei videogiochi online, tema che, evidentemente, è ormai radicato in modo significativo nella cultura dei paesi industrializzati. E a differenza dei titoli precedentemente citati, non solo il risultato è decisamente migliore, ma il legame con i videogiochi che li caratterizza tutti e tre è molto più debole nel caso di "BTOOOM!", visto che il mondo videoludico è lo sfondo da cui si dipanerà poi la trama, mentre invece in "Accel World" e SAO, gli intrecci delle due serie sono saldamente radicati nei giochi online.
Il motivo principale della migliore riuscita di questa serie è da ricercarsi decisamente in un approfondimento psicologico accurato e riuscito dei personaggi prigionieri dell'isola. Il lavoro effettuato dagli autori, infatti, su questo fronte, è davvero egregio, mostrandoci di quali nefandezze l'essere umano possa arrivare a macchiarsi, se messo drammaticamente alle strette. Ma non assistiamo solo a evoluzioni negative: i due protagonisti principali, Ryouta e Himiko, infatti, compiranno un percorso inverso a quello degli altri barbari concorrenti, completando un vero e proprio sentiero di riscatto, che consentirà loro di lavare le macchie del proprio passato e farli maturare come individui migliori rispetto al periodo precedente. E questo è forse l'aspetto che più degli altri scava il solco tra buoni e cattivi presenti sull'isola, e, come detto, è un lavoro che gli autori hanno compiuto con una meticolosità inaspettata per un anime che, comunque, fa del combattimento il tema principale.
Combattimento che, e qui arriviamo a un altro riuscito punto di forza della serie, è efficacemente rappresentato, non con i soliti mecha più o meno mastodontici o con le inflazionatissime onde energetiche o quant'altro, ma molto più semplicemente con delle bombe da lanciare con la propria mano. E nonostante l'idea sia talmente semplice da far pensare a una sorta di uovo di colombo per la caratterizzazione dei combattimenti in un anime, le bombe stesse (ce ne sono di sette tipi) sono così ben differenziate tra loro che non si ha mai l'impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di banale o già visto. Va davvero un plauso all'originalità della trovata.
Altro aspetto di pregio, anche se nel 2013 effettivamente non è che questo faccia più notizia, è il comparto grafico, che presenta una fluidità delle animazioni e una ricchezza di dettagli e colori nella rappresentazione del lussureggiante ambiente dell'isola dove si svolge l'anime tali da lasciare piacevolmente affascinati gli spettatori.
Ottima la colonna sonora, con una bella opening martellante (come ci si aspetta da un titolo di questo tipo) e una dolcissima ending. Appropriati anche gli accordi di accompagnamento alle immagini e i vari effetti sonori.
In conclusione "BTOOOM!" è un anime riuscito da tutti i punti di vista. Perché quindi "solo" un 8 e non un 9, che effettivamente ci poteva stare? Perché, amici di Animeclick.it, la serie finisce con un finale aperto, come spesso accade in molti anime, finale che quindi fa da preludio a una seconda serie. E questo mi spinge a scegliere la via della prudenza in sede di assegnazione del voto, poiché ci sarà da vedere come verrà giustificato l'operato della Tyrannos Japan, creatrice del gioco online "Btooom!", e della sua realizzazione reale sull'isola tropicale. Se poi, viceversa, la seconda serie non ci dovesse essere, considerate pure un mezzo punto in meno per il voto, perché il finale in questo caso sarebbe stato decisamente deludente.
Il motivo principale della migliore riuscita di questa serie è da ricercarsi decisamente in un approfondimento psicologico accurato e riuscito dei personaggi prigionieri dell'isola. Il lavoro effettuato dagli autori, infatti, su questo fronte, è davvero egregio, mostrandoci di quali nefandezze l'essere umano possa arrivare a macchiarsi, se messo drammaticamente alle strette. Ma non assistiamo solo a evoluzioni negative: i due protagonisti principali, Ryouta e Himiko, infatti, compiranno un percorso inverso a quello degli altri barbari concorrenti, completando un vero e proprio sentiero di riscatto, che consentirà loro di lavare le macchie del proprio passato e farli maturare come individui migliori rispetto al periodo precedente. E questo è forse l'aspetto che più degli altri scava il solco tra buoni e cattivi presenti sull'isola, e, come detto, è un lavoro che gli autori hanno compiuto con una meticolosità inaspettata per un anime che, comunque, fa del combattimento il tema principale.
Combattimento che, e qui arriviamo a un altro riuscito punto di forza della serie, è efficacemente rappresentato, non con i soliti mecha più o meno mastodontici o con le inflazionatissime onde energetiche o quant'altro, ma molto più semplicemente con delle bombe da lanciare con la propria mano. E nonostante l'idea sia talmente semplice da far pensare a una sorta di uovo di colombo per la caratterizzazione dei combattimenti in un anime, le bombe stesse (ce ne sono di sette tipi) sono così ben differenziate tra loro che non si ha mai l'impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di banale o già visto. Va davvero un plauso all'originalità della trovata.
Altro aspetto di pregio, anche se nel 2013 effettivamente non è che questo faccia più notizia, è il comparto grafico, che presenta una fluidità delle animazioni e una ricchezza di dettagli e colori nella rappresentazione del lussureggiante ambiente dell'isola dove si svolge l'anime tali da lasciare piacevolmente affascinati gli spettatori.
Ottima la colonna sonora, con una bella opening martellante (come ci si aspetta da un titolo di questo tipo) e una dolcissima ending. Appropriati anche gli accordi di accompagnamento alle immagini e i vari effetti sonori.
In conclusione "BTOOOM!" è un anime riuscito da tutti i punti di vista. Perché quindi "solo" un 8 e non un 9, che effettivamente ci poteva stare? Perché, amici di Animeclick.it, la serie finisce con un finale aperto, come spesso accade in molti anime, finale che quindi fa da preludio a una seconda serie. E questo mi spinge a scegliere la via della prudenza in sede di assegnazione del voto, poiché ci sarà da vedere come verrà giustificato l'operato della Tyrannos Japan, creatrice del gioco online "Btooom!", e della sua realizzazione reale sull'isola tropicale. Se poi, viceversa, la seconda serie non ci dovesse essere, considerate pure un mezzo punto in meno per il voto, perché il finale in questo caso sarebbe stato decisamente deludente.
In questo periodo vanno molto di moda gli anime che catapultano personaggi dalla vita reale problematica in universi paralleli, virtuali o meno, dove viene data loro una possibilità di redimersi. "BTOOOM!" è solo l'ultimo nato di questo genere che, anche se è un'idea di indubbio successo, rischia alla lunga di essere ripetitivo e prevedibile. Quest'anime, che si ispira moltissimo a "Battle Royal", narra di un disadattato sociale, Ryouta Sakamoto, che come ogni buon hikikomori giapponese passa il tempo a giocare ai videogiochi. In particolare il suo preferito è "BTOOOM!", un gioco di pura battaglia combattuta con vari tipi di bombe a mano/granate.
Un giorno, il nostro protagonista si ritrova in un'isola tropicale, con nient'altro che un marsupio pieno di bombe al fianco. Inizia dunque una battaglia senza quartiere tra i vari giocatori abbandonati sull'isola, solitamente delinquenti o reietti della società, a cui è data un'unica possibilità di salvezza: uccidere un tot numero di giocatori per essere portati via dall'isola. Inutile dire che la trama seguirà il classico copione senza eccezioni: il nostro Sakamoto non può che comportarsi con bontà e altruismo in un luogo dove tutti i valori umani sono spariti, e non può che allearsi con la "bonazza" di turno. Al di là della trama banale e scontata, i combattimenti sono abbastanza ben fatti, e i tradimenti e i cambi di alleanze sono all'ordine della puntata. Tutto ciò rende la storia abbastanza godibile e coinvolgente - aiutata, od ostacolata, da abbondanti fan-service.
Consigliato agli amanti del genere "Battle Royal", e a tutti coloro che cercano un anime discreto per passare un'oziosa serata.
Un giorno, il nostro protagonista si ritrova in un'isola tropicale, con nient'altro che un marsupio pieno di bombe al fianco. Inizia dunque una battaglia senza quartiere tra i vari giocatori abbandonati sull'isola, solitamente delinquenti o reietti della società, a cui è data un'unica possibilità di salvezza: uccidere un tot numero di giocatori per essere portati via dall'isola. Inutile dire che la trama seguirà il classico copione senza eccezioni: il nostro Sakamoto non può che comportarsi con bontà e altruismo in un luogo dove tutti i valori umani sono spariti, e non può che allearsi con la "bonazza" di turno. Al di là della trama banale e scontata, i combattimenti sono abbastanza ben fatti, e i tradimenti e i cambi di alleanze sono all'ordine della puntata. Tutto ciò rende la storia abbastanza godibile e coinvolgente - aiutata, od ostacolata, da abbondanti fan-service.
Consigliato agli amanti del genere "Battle Royal", e a tutti coloro che cercano un anime discreto per passare un'oziosa serata.
"Btooom!" si è sicuramente fatto seguire con piacere, non annoiando mai e coinvolgendo lo spettatore nella sua trama ad alta tensione. Il gioco di sopravvivenza attira sempre e - se la trama è gestita bene - difficilmente annoia. Qui però come nella versione animata di "Gantz" c'è la pecca di lasciare lo spettatore in sospeso, senza un vero e proprio finale. Gli studi hanno questo brutto viziaccio di animare opere ancora in corso - manga e light novel che siano - e quindi hanno due alternative: inventare di sana pianta una conclusione o lasciare tutto per aria. Noi ci caschiamo sempre, pur sapendolo, e ci rimaniamo davvero male: voglio sapere come continuano le vicende!
Al pari di "Gantz" viene dato molto risalto alle grazie della protagonista femminile. Se odiate il fan service provate a chiudere un occhio, perché l'anime in sé davvero non è male. Certo, storcerete il naso per alcune scene, specie in una di "bomba vs bombe"…
L'idea di partenza è davvero interessante e crudele: spedire in un gioco al massacro le persone odiate, dopo averlele nominate loro saranno prelevate e mandate in un paradisiaco e tropicale inferno a uccidersi a colpi di bombe. E voi chi ci mandereste?
Le bombe - dette "bim" - son di diversi tipi e la loro dotazione varia da giocatore a giocatore. Uccidi il tuo prossimo, rubi le sue bombe, e quando ne hai uccisi abbastanza puoi fuggire dall'isola? In una situazione del genere di tutti contro tutti si cercano alleanze, ma spesso gli alleati si rivoltano contro, pensando solo a salvare la propria pelle. La fiducia è davvero difficile da ottenere, il crollo psicologico è dietro l'angolo.
I personaggi inviati sull'isola sono psicopatici, veri delinquenti, ma anche persone normali, magari fraintese o che solo in alcuni aspetti delle loro vita possono aver provocato l'odio di qualcuno. Insomma, ognuno di noi può aver fatto "arrabbiare" qualcun altro nel corso della propria esistenza, quindi chiunque davvero potrebbe essere un candidato per questa poco ospitale isola.
Ma chi è che gestisce il gioco? Chi lo segue? E perché ha le stesse regole del popolare videogame "Btooom!"? L'anime non dà risposta a nessuna di queste domande. Piuttosto si concentra nell'introdurre e far morire in scontri più o meno adrenalinici i primi personaggi, ma soprattutto ci presenta la coppia di protagonisti: il neet e campione di videogiochi Sakamoto, e Himiko la traumatizzata liceale esposta a uno stupro di gruppo.
I sentimenti che lentamente sbocciano tra i due sono stati un altro elemento che mi ha portato a seguire con piacere quest'anime, non nascondo che un po' d'amore per gli anime mi invoglia ancora di più a seguirli.
In definitiva "Btooom!" mi è piaciuto, ma non posso andare oltre un 7 per via del fan service a gogò e del finale incompiuto. Non lo consiglio a chi odia i finali sospesi.
Al pari di "Gantz" viene dato molto risalto alle grazie della protagonista femminile. Se odiate il fan service provate a chiudere un occhio, perché l'anime in sé davvero non è male. Certo, storcerete il naso per alcune scene, specie in una di "bomba vs bombe"…
L'idea di partenza è davvero interessante e crudele: spedire in un gioco al massacro le persone odiate, dopo averlele nominate loro saranno prelevate e mandate in un paradisiaco e tropicale inferno a uccidersi a colpi di bombe. E voi chi ci mandereste?
Le bombe - dette "bim" - son di diversi tipi e la loro dotazione varia da giocatore a giocatore. Uccidi il tuo prossimo, rubi le sue bombe, e quando ne hai uccisi abbastanza puoi fuggire dall'isola? In una situazione del genere di tutti contro tutti si cercano alleanze, ma spesso gli alleati si rivoltano contro, pensando solo a salvare la propria pelle. La fiducia è davvero difficile da ottenere, il crollo psicologico è dietro l'angolo.
I personaggi inviati sull'isola sono psicopatici, veri delinquenti, ma anche persone normali, magari fraintese o che solo in alcuni aspetti delle loro vita possono aver provocato l'odio di qualcuno. Insomma, ognuno di noi può aver fatto "arrabbiare" qualcun altro nel corso della propria esistenza, quindi chiunque davvero potrebbe essere un candidato per questa poco ospitale isola.
Ma chi è che gestisce il gioco? Chi lo segue? E perché ha le stesse regole del popolare videogame "Btooom!"? L'anime non dà risposta a nessuna di queste domande. Piuttosto si concentra nell'introdurre e far morire in scontri più o meno adrenalinici i primi personaggi, ma soprattutto ci presenta la coppia di protagonisti: il neet e campione di videogiochi Sakamoto, e Himiko la traumatizzata liceale esposta a uno stupro di gruppo.
I sentimenti che lentamente sbocciano tra i due sono stati un altro elemento che mi ha portato a seguire con piacere quest'anime, non nascondo che un po' d'amore per gli anime mi invoglia ancora di più a seguirli.
In definitiva "Btooom!" mi è piaciuto, ma non posso andare oltre un 7 per via del fan service a gogò e del finale incompiuto. Non lo consiglio a chi odia i finali sospesi.
Da discreto amatore dei giochi online, dopo la visione di questo "B-tooom!" non ho potuto fare a meno di pensare a quale sarebbe stata la mia reazione se, improvvisamente, mi ritrovassi a dover giocare senza l'ausilio del mio pc a "World of Warcraft" con il rischio di rimetterci realmente la pelle. La sensazione di sgomento che proverei in una situazione simile non credo sarebbe molto diversa da quella provata dal protagonista di quest'anime, Ryouta Sakamoto, un neet ventiduenne trascinato suo malgrado su un'isola disabitata per giocare "sul serio" a quel mmorpg con cui passava la maggior parte delle sue giornate.
Per riuscire a comprendere come si svolgono gli eventi sull'isola è necessario fare un accenno alle dinamiche di gioco di questo fantomatico "B-tooom!". In pratica si tratterebbe di un gioco di simulazione militare in cui i personaggi non posseggono armi da fuoco o da taglio, ma soltanto bombe. Queste ultime, però, sono dei tipi più svariati: a implosione, a contatto, a tempo, telecomandate e così via. Ogni giocatore possiede soltanto una tipologia di bombe; l'unico modo per procurarsene altre, diverse o dello stesso tipo, è quello di uccidere l'avversario di turno e impadronirsi di quelle in suo possesso.
Inizialmente Ryouta non ha memoria degli eventi che lo hanno portato su quella strana isola; un po' alla volta, però recupererà i suoi ricordi e scoprirà che la casa produttrice del gioco è solita radunare periodicamente gruppi di persone giudicate come indesiderabili da parte della società e usandoli come strumenti di simulazione reale per creare nuovi giochi o apportare modifiche ad altri già esistenti. L'unico modo per uscirne vivi è uccidere, usando le stesse dinamiche di B-tooom!: sette persone e appropriarsi dei cristalli incastonati nelle loro mani.
L'ideatore di questo titolo si è dimostrato essere un profondo conoscitore dei giochi di questo tipo, e non solo delle dinamiche prettamente ludiche, ma anche di tutto il mondo che si nasconde davanti allo schermo di un pc o di una console. Accanto a persone più equilibrate, che partecipano a questa forma d'intrattenimento senza eccedere c'è, infatti, una sempre più ingente massa di videogiocatori che non riusce più a distinguere la differenza fra sé e il proprio alter ego virtuale o, vittime di un fortissimo desiderio di fuga dalla realtà, addirittura a preferire quest'ultimo. E una delle parti più interessanti di questo titolo è proprio il racconto delle esperienze di vita reale dei diversi protagonisti, che vanno dal neet incallito che manda in crisi la propria famiglia alla ragazza sfortunata condannata per non aver potuto far nulla per salvare le sue compagne da un gruppo di stupratori preferendo invece la fuga.
Per quanto riguarda la parte più prettamente in stile mmorpg, essa è davvero ben congegnata, tanto da far desiderare allo spettatore di accendere il pc e farsi una bella partita. Non mancano, tuttavia, situazioni e scene altamente improbabili, con personaggi che talvolta sembrano indistruttibili (o che magari tornano indietro ogni volta con il proprio fantasma, chissà) e combattimenti troppo cervellotici.
In definitiva, ho gradito moltissimo questa serie che, ancora una volta, lascia l'amaro in bocca perché si tratta, tanto per cambiare, di una prima parte. E allora mettersi subito al lavoro per farne una seconda, su!
Per riuscire a comprendere come si svolgono gli eventi sull'isola è necessario fare un accenno alle dinamiche di gioco di questo fantomatico "B-tooom!". In pratica si tratterebbe di un gioco di simulazione militare in cui i personaggi non posseggono armi da fuoco o da taglio, ma soltanto bombe. Queste ultime, però, sono dei tipi più svariati: a implosione, a contatto, a tempo, telecomandate e così via. Ogni giocatore possiede soltanto una tipologia di bombe; l'unico modo per procurarsene altre, diverse o dello stesso tipo, è quello di uccidere l'avversario di turno e impadronirsi di quelle in suo possesso.
Inizialmente Ryouta non ha memoria degli eventi che lo hanno portato su quella strana isola; un po' alla volta, però recupererà i suoi ricordi e scoprirà che la casa produttrice del gioco è solita radunare periodicamente gruppi di persone giudicate come indesiderabili da parte della società e usandoli come strumenti di simulazione reale per creare nuovi giochi o apportare modifiche ad altri già esistenti. L'unico modo per uscirne vivi è uccidere, usando le stesse dinamiche di B-tooom!: sette persone e appropriarsi dei cristalli incastonati nelle loro mani.
L'ideatore di questo titolo si è dimostrato essere un profondo conoscitore dei giochi di questo tipo, e non solo delle dinamiche prettamente ludiche, ma anche di tutto il mondo che si nasconde davanti allo schermo di un pc o di una console. Accanto a persone più equilibrate, che partecipano a questa forma d'intrattenimento senza eccedere c'è, infatti, una sempre più ingente massa di videogiocatori che non riusce più a distinguere la differenza fra sé e il proprio alter ego virtuale o, vittime di un fortissimo desiderio di fuga dalla realtà, addirittura a preferire quest'ultimo. E una delle parti più interessanti di questo titolo è proprio il racconto delle esperienze di vita reale dei diversi protagonisti, che vanno dal neet incallito che manda in crisi la propria famiglia alla ragazza sfortunata condannata per non aver potuto far nulla per salvare le sue compagne da un gruppo di stupratori preferendo invece la fuga.
Per quanto riguarda la parte più prettamente in stile mmorpg, essa è davvero ben congegnata, tanto da far desiderare allo spettatore di accendere il pc e farsi una bella partita. Non mancano, tuttavia, situazioni e scene altamente improbabili, con personaggi che talvolta sembrano indistruttibili (o che magari tornano indietro ogni volta con il proprio fantasma, chissà) e combattimenti troppo cervellotici.
In definitiva, ho gradito moltissimo questa serie che, ancora una volta, lascia l'amaro in bocca perché si tratta, tanto per cambiare, di una prima parte. E allora mettersi subito al lavoro per farne una seconda, su!
Un'esplosione, lo dice il titolo stesso: "BTOOOM!" non è altro che un'esplosione. È chiaro, si deve portare attenzione - in tutti i sensi possibili - al fine di avvicinarsi al meglio a un titolo tanto brillante quanto deludente; da lontano è possibile vedere il bagliore delle fiamme, da vicino possiamo sentire la puzza di fumo. In linea di principio è questo che ho visto in "BTOOOM!".
Catapultati forzosamente su un'isola, dodici individui dal passato sbiadito e difficile vengono portati a uccidersi, relazionarsi e (non) fidarsi, guidati unicamente dalla fallacità dell'istinto di sopravvivenza, in un contesto identico a quello di "BTOOOM!", videogioco di tendenza all'interno dell'anime stesso; con un totale di venti bombe a testa e un radar impiantato al centro del dorso della mano, l'obiettivo è quello di recuperare sette ulteriori radar per poter lasciare l'isola.
La sfida si sviluppa su due binari: quello fisico e quello psicologico. Gestire gli intrecci tra essi è complicato, poiché si deve tenere ovviamente conto dell'influenza della trama stessa. Insomma, ordire l'intero tessuto di un anime del genere, al fine di non lasciare alcuna lacuna, è complesso così come dev'essere complessa (ma esplicabile) la caratterizzazione di ogni personaggio o la coerenza di ogni scena.
Ed è proprio qui che il titolo dà vita agli errori che lo porteranno a un giudizio appena sopra l'insufficienza.
Stando alle trovate che apparentemente possano sembrare originali, su cui è - era, anzi - possibile edificare una base spessa e ricolma della giusta suspense, non si può che rimanere con un dannato sapore amaro in bocca; vedere tanto potenziale cedere di fronte a scelte irreali, spesso ingiust(ificat)e, fa venire il latte alle ginocchia. Lo stesso manga di "BTOOOM!" conduce una narrazione della storia migliore, catturando l'interesse attraverso la dinamicità della sceneggiatura - e del modo in cui essa viene presentata.
Un character design non così innovativo, dai tratti leggermente più dolci e meno graffianti di quello del manga collegato, non aiuta il giudizio nel voto complessivo. Ma l'anime ha sicuramente i suoi punti forti. Le scelte registiche nell'ultimo arco narrativo sono interessanti (e, voglio dire, la MadHouse poteva pensarci prima); il reparto sonoro è magnificamente riuscito, nonostante se ne faccia un uso chiaramente spropositato, tanto da far arricciare il naso quando la cosa è fin troppo evidente. Brani come "Speed" o "Massive Attack" rievocano quel tono 'jazzeggiante' e incalzano, così come sono d'impatto - in modi diversi - l'opening e l'ending: la prima per la carica e la suggestione a livello visivo, la seconda per la dolce malinconia.
Anche andando al di là della carenza della caratterizzazione, anche sporgendosi oltre la debolezza dello svolgimento della trama, è inevitabile accorgersi di quei piccoli ingranaggi che dirottano il sistema e che, purtroppo, copronotre quarti della serie. I toni sono sempre gli stessi: siamo sul trampolino di lancio, tuttavia non prendiamo il volo e, se dovessimo prenderlo, sembrerebbe di volar basso. Tutto questo per dire che non funziona.
Mi dispiace, sul serio, è però impossibile dare un giudizio che superi la semplice sufficienza.
In conclusione, di "BTOOOM!" non rimarranno che le tracce di una piccola esplosione, tanto fastidiose da ricordare quanto quella stessa esplosione potesse arrivare a essere un piacevole fuoco d'artificio.
Catapultati forzosamente su un'isola, dodici individui dal passato sbiadito e difficile vengono portati a uccidersi, relazionarsi e (non) fidarsi, guidati unicamente dalla fallacità dell'istinto di sopravvivenza, in un contesto identico a quello di "BTOOOM!", videogioco di tendenza all'interno dell'anime stesso; con un totale di venti bombe a testa e un radar impiantato al centro del dorso della mano, l'obiettivo è quello di recuperare sette ulteriori radar per poter lasciare l'isola.
La sfida si sviluppa su due binari: quello fisico e quello psicologico. Gestire gli intrecci tra essi è complicato, poiché si deve tenere ovviamente conto dell'influenza della trama stessa. Insomma, ordire l'intero tessuto di un anime del genere, al fine di non lasciare alcuna lacuna, è complesso così come dev'essere complessa (ma esplicabile) la caratterizzazione di ogni personaggio o la coerenza di ogni scena.
Ed è proprio qui che il titolo dà vita agli errori che lo porteranno a un giudizio appena sopra l'insufficienza.
Stando alle trovate che apparentemente possano sembrare originali, su cui è - era, anzi - possibile edificare una base spessa e ricolma della giusta suspense, non si può che rimanere con un dannato sapore amaro in bocca; vedere tanto potenziale cedere di fronte a scelte irreali, spesso ingiust(ificat)e, fa venire il latte alle ginocchia. Lo stesso manga di "BTOOOM!" conduce una narrazione della storia migliore, catturando l'interesse attraverso la dinamicità della sceneggiatura - e del modo in cui essa viene presentata.
Un character design non così innovativo, dai tratti leggermente più dolci e meno graffianti di quello del manga collegato, non aiuta il giudizio nel voto complessivo. Ma l'anime ha sicuramente i suoi punti forti. Le scelte registiche nell'ultimo arco narrativo sono interessanti (e, voglio dire, la MadHouse poteva pensarci prima); il reparto sonoro è magnificamente riuscito, nonostante se ne faccia un uso chiaramente spropositato, tanto da far arricciare il naso quando la cosa è fin troppo evidente. Brani come "Speed" o "Massive Attack" rievocano quel tono 'jazzeggiante' e incalzano, così come sono d'impatto - in modi diversi - l'opening e l'ending: la prima per la carica e la suggestione a livello visivo, la seconda per la dolce malinconia.
Anche andando al di là della carenza della caratterizzazione, anche sporgendosi oltre la debolezza dello svolgimento della trama, è inevitabile accorgersi di quei piccoli ingranaggi che dirottano il sistema e che, purtroppo, copronotre quarti della serie. I toni sono sempre gli stessi: siamo sul trampolino di lancio, tuttavia non prendiamo il volo e, se dovessimo prenderlo, sembrerebbe di volar basso. Tutto questo per dire che non funziona.
Mi dispiace, sul serio, è però impossibile dare un giudizio che superi la semplice sufficienza.
In conclusione, di "BTOOOM!" non rimarranno che le tracce di una piccola esplosione, tanto fastidiose da ricordare quanto quella stessa esplosione potesse arrivare a essere un piacevole fuoco d'artificio.
Faccio una premessa un po' lunghina, abbiate pazienza. Da circa cinque-sei anni non riesco ad appassionarmi quasi a nessun prodotto proveniente dal Sol Levante. Leggo manga da sedici anni e, ormai, trovare qualcosa che mi aggrada è un'impresa più unica che rara. Certo, complici sono vari fattori, fra cui: la nostalgia per gli anime/manga degli anni '90; non ho mai soldi e rispetto a sei-sette anni fa posso permettermi di comprare sempre meno roba e di conseguenza diminuisce anche il materiale che posso valutare; i prezzi dei fumetti sono triplicati, lo stile dei Giapponesi è sicuramente cambiato (tutto quel moe, fanservice gratuito, copie su copie, stereotipi su stereotipi nipponici, dialoghi assurdi, personaggi improbabili, storie infinite, preferiscono la commercializzazione alla qualità); infine, negli anime spesso i sub sono fatti da cani e in generale mi distraggono dal seguire la storia.
Insomma, con gli anni sono diventata un po' 'gnègnè'. Eppure non mi sento esigente. Da un anime richiedo poche cose: intrattenimento, una trama avvincente, non necessariamente complessa, che fili liscia, senza buchi né falle, senza brodi allungati all'infinito, una narrazione chiara e coincisa che non rischi di farmi addormentare fra una puntata e l'altra. E' chiedere tanto? A me sembra il minimo! Odio ritrovarmi a pensare durante la lettura/visione cose come: "Ma cosa fa? Ma perché? Ma come parla? Ma cosa è successo? Cosa mi sono persa? Ma cosa c'entra? Ma che noia!".
"BTOOOM!" intrattiene, e stranamente lo fa bene. Sfido chiunque, a prescindere che gli piaccia o meno la serie, ad annoiarsi guardandolo. Una puntata tira l'altra, la narrazione fila veloce, chiara, con un ritmo dinamico, così come le animazioni e i graditi colpi di scena. Certo, probabilmente è una storia senza pretese, senza particolari fronzoli, è introspettiva quanto basta, interessante quanto basta, né più né meno. Le tematiche sono sì delicate, ma effettivamente non particolarmente originali, tuttavia sono trattate in modo da tenerti incollato allo schermo. Onestamente preferisco la semplicità (o la banalità, se preferite) elaborata in maniera esemplare rispetto a quelle trame dove si tenta in ogni modo di fare qualcosa di innovativo esasperando temi ricercati in maniera improbabile, confusionaria, ostentando reazioni umane che non stanno né in cielo né in terra e rendendo il tutto ridicolo ed esagerato. Tutto questo solo per istigare alla lacrimuccia facile, come piace tanto ai Giapponesi ultimamente.
Per quanto riguarda Sakamoto, il protagonista, è un ragazzo di ventidue anni. Non studia, non lavora, passa le giornate a giocare a BTOOOM!, gioco in cui eccelle a livello nazionale. Si rifugia nella vita virtuale per scappare da quella reale, per non affrontare una situazione familiare che non è nemmeno così disastrosa, ma che non accetta (peggiorando così le cose). Sakamoto non vuole adattarsi alla società, non vuole crescere e diventare un adulto. Inoltre, un ventiduenne nullafacente sarebbe considerato un "problema" qui da noi, figurarsi in Giappone! "Banale, il solito otaku sfigato", direte voi. Be', ritengo che se si vuole avere un minimo di empatia, allora è inutile cercare di dare quel "qualcosa in più" ai personaggi rendendoli fin troppo sopra le righe, assurdi e impossibili da potercisi immedesimare. Non è neanche giusto cadere nello stereotipo, per carità, ma Sakamoto è un personaggio comune, un individuo che possiamo riconoscere nella nostra attuale società. Inoltre non mi sono mai ritrovata a pensare che le sue reazioni fossero forzate. Sakamoto si ritrova da solo in un'isola deserta con una borsa piena di bombe e un tizio che vuole farlo fuori a colpi di granate. È un ragazzo che non ha mai voluto affrontare la vita reale e all'improvviso è costretto a dover combattere innanzitutto contro uno che lo vuole uccidere senza un apparente motivo e in secondo luogo contro la propria etica e il fardello di aver dovuto spegnere una vita. E a un certo punto non si parla più di morale, ma della propria morale. Lui non vuole uccidere perché è sbagliato, perché sente che è sbagliato per se stesso. Riscopre così il valore della propria vita e di quella altrui, ormai dimenticato dietro a una console e al suo fittizio mondo perfetto. Allo stesso tempo vuole sopravvivere a quell'inferno.
Io non l'ho interpretato come "il protagonista sfigato che diventa figo". L'unico aspetto figo è il fatto che, una volta resosi conto di trovarsi in una versione reale di BTOOoM!, egli riesca ad applicare nella realtà le strategie del gioco per portarle a suo vantaggio.
Per il resto Sakamoto cambia, sì, ma è un cambiamento più fine, dovuto alla circostanza estrema in cui si trova e alle persone che lo circondano. Ritrova se stesso, il contatto con le persone, trova una nuova motivazione di vita, fiducia, si rende conto del tempo perso e degli errori fatti nel passato con le persone che lo circondavano. Non diventa un figo, è solo un ragazzo che prima non si voleva bene, ma che con grande volontà d'animo, l'aiuto dei suoi nuovi compagni e una riscoperta voglia di vivere, riesce a lasciarsi alle spalle i fantasmi del passato che gli hanno condizionato la vita e lo hanno reso quello che era. Insomma, si ritrova in circostanze che lo costringono finalmente a crescere.
Per quanto riguarda Himiko, la protagonista femminile, non è che proprio la ami, eh! A primo impatto quello che ci viene in mente è che sia stata piazzata lì giusto per mostrarci le mutande e qualche capezzolo. Be', sì, in parte è anche vero. Tuttavia, incredibilmente non è un personaggio inutile e ha una storia molto interessante - un po' come tutti gli altri protagonisti che, non per niente, sono stati scelti a partecipare al gioco per un motivo preciso.
Nonostante le immagini ingannevoli, il fanservice non è affatto eccessivo, pesante o fuori luogo. Be', sì, salvo per un paio di occasioni davvero ridicole, ma nel complesso non intacca la visione dell'anime, secondo me.
I combattimenti inoltre sono belli, veloci, ma non messi lì a casaccio. Riescono a rendere perfettamente la tensione del momento. Lo svolgimento offre un sacco di spunti che incuriosiscono lo spettatore e che lo spingono a proseguire, compreso il finale che ti fa venire una voglia matta di scoprire quello che succederà.
"BTOOOM!" non è perfetto, magnifico né meraviglioso, tuttavia, come ho già detto sopra, intrattiene in modo egregio, fresco. Non sarà mai un capolavoro, ma si lascia guardare così dannatamente bene. Non spicca sicuramente per originalità, né per tematica né per personaggi, ma non è importante, nel complesso. L'unica grande pecca, per me, è che è davvero troppo, troppo simile a "Battle Royale". BR è insormontabile, siamo tutti d'accordo, credo. Insomma, BR ci bastava e avanzava, e forse non avremmo voluto che questo manga (o romanzo, se preferite) divenisse lo spunto per un ormai discreto numero di altre serie, alcune meglio riuscite, altre peggio ("Mirai Nikki"... coff, coff). Alcune situazioni e alcuni personaggi mi ricordano infinitamente BR e, boh, mi spiace che nel 2012 per creare un anime decente si debba andare a scopiazzare da una cosa creata quindici anni fa.
Per il resto non ho nulla di cui lamentarmi. "BTOOOM!" mi ha fatto ricordare quei bellissimi anime che guardavo il martedì sera su MTV: mai stupidi, mai banali, ma allo stesso tempo semplici, coinvolgenti, divertenti, piacevoli, a volte con temi forti e che ti facevano venire una voglia matta di vedere cosa sarebbe successo negli episodi a seguire, ma anche quelli di Italia1, che magari non eccellevano per contenuti, ma sapevano emozionarti e incuriosirti almeno un po'. Chiamatela "nostalgia canaglia", ma "BTOOOM!" mi ha riportato a quei tempi felici. Probabilmente si meriterebbe un voto più basso, oggettivamente parlando, ma siccome per me trovare un anime che mi offra del sano e puro intrattenimento fine a se stesso senza sfociare nel nonsense è diventato una rarità, gli do un bel otto. Ha tutto quello che un anime nella media dovrebbe avere, secondo me. Purtroppo di questi tempi non è più così scontato. Inoltre anche a livello tecnico l'anime è molto buono (forse il chara design pecca un tantino).
Spero esca presto la seconda serie.
Insomma, con gli anni sono diventata un po' 'gnègnè'. Eppure non mi sento esigente. Da un anime richiedo poche cose: intrattenimento, una trama avvincente, non necessariamente complessa, che fili liscia, senza buchi né falle, senza brodi allungati all'infinito, una narrazione chiara e coincisa che non rischi di farmi addormentare fra una puntata e l'altra. E' chiedere tanto? A me sembra il minimo! Odio ritrovarmi a pensare durante la lettura/visione cose come: "Ma cosa fa? Ma perché? Ma come parla? Ma cosa è successo? Cosa mi sono persa? Ma cosa c'entra? Ma che noia!".
"BTOOOM!" intrattiene, e stranamente lo fa bene. Sfido chiunque, a prescindere che gli piaccia o meno la serie, ad annoiarsi guardandolo. Una puntata tira l'altra, la narrazione fila veloce, chiara, con un ritmo dinamico, così come le animazioni e i graditi colpi di scena. Certo, probabilmente è una storia senza pretese, senza particolari fronzoli, è introspettiva quanto basta, interessante quanto basta, né più né meno. Le tematiche sono sì delicate, ma effettivamente non particolarmente originali, tuttavia sono trattate in modo da tenerti incollato allo schermo. Onestamente preferisco la semplicità (o la banalità, se preferite) elaborata in maniera esemplare rispetto a quelle trame dove si tenta in ogni modo di fare qualcosa di innovativo esasperando temi ricercati in maniera improbabile, confusionaria, ostentando reazioni umane che non stanno né in cielo né in terra e rendendo il tutto ridicolo ed esagerato. Tutto questo solo per istigare alla lacrimuccia facile, come piace tanto ai Giapponesi ultimamente.
Per quanto riguarda Sakamoto, il protagonista, è un ragazzo di ventidue anni. Non studia, non lavora, passa le giornate a giocare a BTOOOM!, gioco in cui eccelle a livello nazionale. Si rifugia nella vita virtuale per scappare da quella reale, per non affrontare una situazione familiare che non è nemmeno così disastrosa, ma che non accetta (peggiorando così le cose). Sakamoto non vuole adattarsi alla società, non vuole crescere e diventare un adulto. Inoltre, un ventiduenne nullafacente sarebbe considerato un "problema" qui da noi, figurarsi in Giappone! "Banale, il solito otaku sfigato", direte voi. Be', ritengo che se si vuole avere un minimo di empatia, allora è inutile cercare di dare quel "qualcosa in più" ai personaggi rendendoli fin troppo sopra le righe, assurdi e impossibili da potercisi immedesimare. Non è neanche giusto cadere nello stereotipo, per carità, ma Sakamoto è un personaggio comune, un individuo che possiamo riconoscere nella nostra attuale società. Inoltre non mi sono mai ritrovata a pensare che le sue reazioni fossero forzate. Sakamoto si ritrova da solo in un'isola deserta con una borsa piena di bombe e un tizio che vuole farlo fuori a colpi di granate. È un ragazzo che non ha mai voluto affrontare la vita reale e all'improvviso è costretto a dover combattere innanzitutto contro uno che lo vuole uccidere senza un apparente motivo e in secondo luogo contro la propria etica e il fardello di aver dovuto spegnere una vita. E a un certo punto non si parla più di morale, ma della propria morale. Lui non vuole uccidere perché è sbagliato, perché sente che è sbagliato per se stesso. Riscopre così il valore della propria vita e di quella altrui, ormai dimenticato dietro a una console e al suo fittizio mondo perfetto. Allo stesso tempo vuole sopravvivere a quell'inferno.
Io non l'ho interpretato come "il protagonista sfigato che diventa figo". L'unico aspetto figo è il fatto che, una volta resosi conto di trovarsi in una versione reale di BTOOoM!, egli riesca ad applicare nella realtà le strategie del gioco per portarle a suo vantaggio.
Per il resto Sakamoto cambia, sì, ma è un cambiamento più fine, dovuto alla circostanza estrema in cui si trova e alle persone che lo circondano. Ritrova se stesso, il contatto con le persone, trova una nuova motivazione di vita, fiducia, si rende conto del tempo perso e degli errori fatti nel passato con le persone che lo circondavano. Non diventa un figo, è solo un ragazzo che prima non si voleva bene, ma che con grande volontà d'animo, l'aiuto dei suoi nuovi compagni e una riscoperta voglia di vivere, riesce a lasciarsi alle spalle i fantasmi del passato che gli hanno condizionato la vita e lo hanno reso quello che era. Insomma, si ritrova in circostanze che lo costringono finalmente a crescere.
Per quanto riguarda Himiko, la protagonista femminile, non è che proprio la ami, eh! A primo impatto quello che ci viene in mente è che sia stata piazzata lì giusto per mostrarci le mutande e qualche capezzolo. Be', sì, in parte è anche vero. Tuttavia, incredibilmente non è un personaggio inutile e ha una storia molto interessante - un po' come tutti gli altri protagonisti che, non per niente, sono stati scelti a partecipare al gioco per un motivo preciso.
Nonostante le immagini ingannevoli, il fanservice non è affatto eccessivo, pesante o fuori luogo. Be', sì, salvo per un paio di occasioni davvero ridicole, ma nel complesso non intacca la visione dell'anime, secondo me.
I combattimenti inoltre sono belli, veloci, ma non messi lì a casaccio. Riescono a rendere perfettamente la tensione del momento. Lo svolgimento offre un sacco di spunti che incuriosiscono lo spettatore e che lo spingono a proseguire, compreso il finale che ti fa venire una voglia matta di scoprire quello che succederà.
"BTOOOM!" non è perfetto, magnifico né meraviglioso, tuttavia, come ho già detto sopra, intrattiene in modo egregio, fresco. Non sarà mai un capolavoro, ma si lascia guardare così dannatamente bene. Non spicca sicuramente per originalità, né per tematica né per personaggi, ma non è importante, nel complesso. L'unica grande pecca, per me, è che è davvero troppo, troppo simile a "Battle Royale". BR è insormontabile, siamo tutti d'accordo, credo. Insomma, BR ci bastava e avanzava, e forse non avremmo voluto che questo manga (o romanzo, se preferite) divenisse lo spunto per un ormai discreto numero di altre serie, alcune meglio riuscite, altre peggio ("Mirai Nikki"... coff, coff). Alcune situazioni e alcuni personaggi mi ricordano infinitamente BR e, boh, mi spiace che nel 2012 per creare un anime decente si debba andare a scopiazzare da una cosa creata quindici anni fa.
Per il resto non ho nulla di cui lamentarmi. "BTOOOM!" mi ha fatto ricordare quei bellissimi anime che guardavo il martedì sera su MTV: mai stupidi, mai banali, ma allo stesso tempo semplici, coinvolgenti, divertenti, piacevoli, a volte con temi forti e che ti facevano venire una voglia matta di vedere cosa sarebbe successo negli episodi a seguire, ma anche quelli di Italia1, che magari non eccellevano per contenuti, ma sapevano emozionarti e incuriosirti almeno un po'. Chiamatela "nostalgia canaglia", ma "BTOOOM!" mi ha riportato a quei tempi felici. Probabilmente si meriterebbe un voto più basso, oggettivamente parlando, ma siccome per me trovare un anime che mi offra del sano e puro intrattenimento fine a se stesso senza sfociare nel nonsense è diventato una rarità, gli do un bel otto. Ha tutto quello che un anime nella media dovrebbe avere, secondo me. Purtroppo di questi tempi non è più così scontato. Inoltre anche a livello tecnico l'anime è molto buono (forse il chara design pecca un tantino).
Spero esca presto la seconda serie.
"Btooom!" è un anime che parte senza alcuna pretesa, ma che riesce a intrattenere e a far interessare lo spettatore che non si aspettava niente. Partiamo dal presupposto che il manga si rivela migliore sotto ogni punto di vista. Non immaginavo che in una serie splatter si potessero censurare scene violente, eppure certe volte vengono proprio eliminati certi elementi sottolineati nel manga (tipo dita che volano o corpi putrefatti). Ovviamente questo rende la serie accessibile a un vasto pubblico, ma ne viene meno il senso di violenza e di cattiveria che dovrebbe trasmettere questo prodotto. Inoltre viene anche stravolto l'ordine di narrazione, o meglio, solo l'episodio 2 non segue la linea temporale utilizzata nel manga. Anche questa è una delusione, perché viene eliminata quella suspense tipica della versione cartacea.
Ryouta Sakamoto è un hikikomori di 22 anni disoccupato e che passa le sue giornate tra il famosissimo gioco "Btooom!". Spreca così tanto tempo nei videogiochi che risulta essere il più forte giapponese nel gioco (in top-10 è l'unico della sua nazione). Un giorno però si risveglia in un'isola deserta con una borsetta contenente delle bombe. Da questo momento cominciano le avventure di Sakamoto e il survival game "Btooom!". Qualcuno, infatti, ha lasciato delle persone in quest'isola affinché si combattessero secondo le regole e le modalità del gioco sopracitato.
La storia non ci propina niente di nuovo, qualcuno addirittura lo paragonava a "Battle Royale", e oserei dire che non è per niente sbagliato. Ogni "survival" è simile all'altro proprio per questa continuo tentativo di sopravvivere. Ma se dovessimo analizzare i due lavori notiamo delle differenze da non sottovalutare. In "Btooom!" nessuno è a conoscenza di quello che succede nell'isola, in "Battle Royale" sì. Inoltre in quest'ultimo ne può uscire solo uno, di vincitore, nell'anime che stiamo analizzando no: piccole differenze che ci mostrano come i due mondi potrebbero sembrar lontani fra di loro. In realtà "Btooom!" ha parti similissime a "Battle Royale": entrambi si svolgono su un'isola, il protagonista non vuole combattere e sta con la ragazza figa di turno, ci sono pazzi scatenati pronti a uccidere senza pietà e il tutto è gestito da terzi che osservano quello che succede dall'esterno. Ciononostante il soggetto in questione risulta essere interessante.
Quello che salta subito all'occhio sono i personaggi. Devo dire che il chara non è molto ricercato e sembrano molto stereotipati. In realtà ogni personaggio non è banale né tantomeno scontato. Ognuno porta dietro di sé una storia che lo indirizzerà nelle scelte da fare nel gioco. Sakamoto è un po' stupido, è vero, ma soprattuto nei primi episodi mi sono immedesimato in lui e posso dire che tutte le critiche rivolte verso i suoi comportamenti non le comprendo. Risvegliatevi in un'isola deserta, con il vostro ultimo ricordo di voi che eravate all'Xbox a giocare, con una persona che vi lancia addosso delle bombe, e con strani oggetti al vostro seguito: risulta difficile che un individuo normale sia lucido e cosciente di trovarsi nel suo gioco preferito fatto in versione reale. Cioè, sarebbe assurdo e difficilmente si crederebbe a quello che sta succedendo.
Quello che ho apprezzato in quest'anime è la logica applicata. Gli uomini, a differenza di "Sword Art online", criticato da me in questo punto, sono delle persone egoiste che non si fanno scrupoli nell'uccidere gli altri. Il mondo di "Btooom!" è alla stregua dello stato di natura di Hobbes, in cui l'uomo è egoista e pronto a fare di tutto per ottenere ciò che vuole: "Homo homini lupus".
Il nostro protagonista è invece un perbenista, ma non ci trovo sbavature in questo suo comportamento, perché è sempre un ragazzo di 22 anni che non ha mai fatto niente nella sua vita, perché dovrebbe uccidere inutilmente la gente? Mica è un folle o un mercenario o un avido.
"Btooom!" l'ho trovato interessante proprio per questo.
Riguardo ai temi posso dire che manca molto di contenuto. Ma, ripeto, l'anime non parte con nessuna pretesa e quindi neanche si richiede più di tanto se non i soliti: amore, importanza della vita e fiducia.
Quello che invece mi ha parecchio deluso è l'apparato tecnico: OST inesistenti, regia morta e animazioni macchinose. Ho apprezzato solo il disegno, ma, come al solito, è solo gusto personale. Nel 2012 si pretende un livelo grafico sublime (come quello di "Sword Art Online") e non sono ammissibili questi difetti per una serie che, comunque, può piacere e riesce a intrattenere con una storia interessante. Se ho dato questo voto è dovuto a questo punto, a cui tengo parecchio. Mi reputo molto attento ai dettagli e perciò vedere sbavature o persone che vengono sollevate come se si adoperasse una gru mi dà parecchio fastidio.
Per concludere. Spero che continui con una seconda serie "Btooom!", anche perché voglio vedere come finisce. Intanto continuerò a leggere il manga che, ripeto, è a un altro livello sia per caratterizzazione dei personaggi sia per interesse. Consigliato!
Ryouta Sakamoto è un hikikomori di 22 anni disoccupato e che passa le sue giornate tra il famosissimo gioco "Btooom!". Spreca così tanto tempo nei videogiochi che risulta essere il più forte giapponese nel gioco (in top-10 è l'unico della sua nazione). Un giorno però si risveglia in un'isola deserta con una borsetta contenente delle bombe. Da questo momento cominciano le avventure di Sakamoto e il survival game "Btooom!". Qualcuno, infatti, ha lasciato delle persone in quest'isola affinché si combattessero secondo le regole e le modalità del gioco sopracitato.
La storia non ci propina niente di nuovo, qualcuno addirittura lo paragonava a "Battle Royale", e oserei dire che non è per niente sbagliato. Ogni "survival" è simile all'altro proprio per questa continuo tentativo di sopravvivere. Ma se dovessimo analizzare i due lavori notiamo delle differenze da non sottovalutare. In "Btooom!" nessuno è a conoscenza di quello che succede nell'isola, in "Battle Royale" sì. Inoltre in quest'ultimo ne può uscire solo uno, di vincitore, nell'anime che stiamo analizzando no: piccole differenze che ci mostrano come i due mondi potrebbero sembrar lontani fra di loro. In realtà "Btooom!" ha parti similissime a "Battle Royale": entrambi si svolgono su un'isola, il protagonista non vuole combattere e sta con la ragazza figa di turno, ci sono pazzi scatenati pronti a uccidere senza pietà e il tutto è gestito da terzi che osservano quello che succede dall'esterno. Ciononostante il soggetto in questione risulta essere interessante.
Quello che salta subito all'occhio sono i personaggi. Devo dire che il chara non è molto ricercato e sembrano molto stereotipati. In realtà ogni personaggio non è banale né tantomeno scontato. Ognuno porta dietro di sé una storia che lo indirizzerà nelle scelte da fare nel gioco. Sakamoto è un po' stupido, è vero, ma soprattuto nei primi episodi mi sono immedesimato in lui e posso dire che tutte le critiche rivolte verso i suoi comportamenti non le comprendo. Risvegliatevi in un'isola deserta, con il vostro ultimo ricordo di voi che eravate all'Xbox a giocare, con una persona che vi lancia addosso delle bombe, e con strani oggetti al vostro seguito: risulta difficile che un individuo normale sia lucido e cosciente di trovarsi nel suo gioco preferito fatto in versione reale. Cioè, sarebbe assurdo e difficilmente si crederebbe a quello che sta succedendo.
Quello che ho apprezzato in quest'anime è la logica applicata. Gli uomini, a differenza di "Sword Art online", criticato da me in questo punto, sono delle persone egoiste che non si fanno scrupoli nell'uccidere gli altri. Il mondo di "Btooom!" è alla stregua dello stato di natura di Hobbes, in cui l'uomo è egoista e pronto a fare di tutto per ottenere ciò che vuole: "Homo homini lupus".
Il nostro protagonista è invece un perbenista, ma non ci trovo sbavature in questo suo comportamento, perché è sempre un ragazzo di 22 anni che non ha mai fatto niente nella sua vita, perché dovrebbe uccidere inutilmente la gente? Mica è un folle o un mercenario o un avido.
"Btooom!" l'ho trovato interessante proprio per questo.
Riguardo ai temi posso dire che manca molto di contenuto. Ma, ripeto, l'anime non parte con nessuna pretesa e quindi neanche si richiede più di tanto se non i soliti: amore, importanza della vita e fiducia.
Quello che invece mi ha parecchio deluso è l'apparato tecnico: OST inesistenti, regia morta e animazioni macchinose. Ho apprezzato solo il disegno, ma, come al solito, è solo gusto personale. Nel 2012 si pretende un livelo grafico sublime (come quello di "Sword Art Online") e non sono ammissibili questi difetti per una serie che, comunque, può piacere e riesce a intrattenere con una storia interessante. Se ho dato questo voto è dovuto a questo punto, a cui tengo parecchio. Mi reputo molto attento ai dettagli e perciò vedere sbavature o persone che vengono sollevate come se si adoperasse una gru mi dà parecchio fastidio.
Per concludere. Spero che continui con una seconda serie "Btooom!", anche perché voglio vedere come finisce. Intanto continuerò a leggere il manga che, ripeto, è a un altro livello sia per caratterizzazione dei personaggi sia per interesse. Consigliato!
In un anno in cui va molto di moda produrre anime in cui i protagonisti vengono catapultati all'interno di un videogame, spicca "BTOOOM!", che segue questa linea guida differenziandosi leggermente dagli altri.
"BTOOOM!" è un gioco online molto popolare, molto simile a uno sparatutto (FPS) con la differenza che le uniche armi disponibili sono le bombe, dalle cui esplosioni prende il titolo.
La particolarità di quest'anime è che i protagonisti non vengono catapultati in una realtà virtuale del gioco, ma vengono in prima persona rapiti e trasportati su un'isola e costretti a lottare a suon di esplosioni gli uni contro gli altri, con l'obiettivo di recuperare otto chip in totale, necessari per salvarsi e fuggire dall'isola. Ogni giocatore ha un chip, rimovibile solo al momento della morte. Alcuni sadici vogliono combattere, altri, come il protagonista Ryouta, non ci stanno e vorrebbero trovare un modo per lasciare l'isola senza spargimenti di sangue. Se vi riusciranno o meno preferisco non dirlo, in caso qualcuno voglia visionarlo.
La trama si incentra sulla sopravvivenza sull'isola e sugli inevitabili scontri, che sono avvincenti ed emozionanti, tengono con il fiato sospeso e sono pieni di colpi di scena a effetto. Ogni "giocatore" ha il suo stile e le sue bombe (BIM), il suo modo di pensare e di reagire alle situazioni. Alcuni hanno più saggezza dal punto di vista strategico in battaglia, altri usano la forza bruta, mentre altri sono subdoli e meschini.
Le bombe sono di tutti i tipi: classiche, a timer, a controllo remoto, radiocomandate, incendiare, ecc., e questo rende ancora più avvincenti i combattimenti, in cui gli sfidanti devono saper reagire talvolta anche non sapendo quali tipi di BIM ha a disposizione l'avversario.
"BTOOOM!" presenta combattimenti spettacolari con animazioni di alto livello, personaggi mai banali e situazioni ambigue, in cui non si capisce di chi ci si può fidare, colpi di scena a go-go e azione senza sosta. Vengono affrontate tematiche pesanti e impegnative, come le diffocltà che spingono un adolescente a rifugiarsi nel mondo virtuale, gli stupri, il rapporto con i genitori, l'amicizia, l'amore e chiaramente la morte, messi di fronte alla necessità di dover uccidere una persona. Quest'anime è eccezionale, difficile da paragonare ad altri data la sua completezza: non sono solo combattimenti a caso senza ripercussioni. Aggiungiamoci anche un intrigo altolocato: sull'isola sono presenti telecamere che mostrano a ricchi scommettitori la vita sull'isola (ricorda un po' "L'Isola dei Famosi"), portando alla luce problemi etici e morali, nonché una denuncia alla società malata.
A "BTOOOM!" non manca nulla e il finale lascia sorpresi quanto il resto delle puntate. Riuscianno i nostri eroi a fuggire dall'isola? Rimangono molte questioni in sospeso tra i giocatori più forti che spero di vedere in una seconda stagione. Emblematica l'ultima schermata:
CONTINUE?
YES/NO
credits 0
"BTOOOM!" è un gioco online molto popolare, molto simile a uno sparatutto (FPS) con la differenza che le uniche armi disponibili sono le bombe, dalle cui esplosioni prende il titolo.
La particolarità di quest'anime è che i protagonisti non vengono catapultati in una realtà virtuale del gioco, ma vengono in prima persona rapiti e trasportati su un'isola e costretti a lottare a suon di esplosioni gli uni contro gli altri, con l'obiettivo di recuperare otto chip in totale, necessari per salvarsi e fuggire dall'isola. Ogni giocatore ha un chip, rimovibile solo al momento della morte. Alcuni sadici vogliono combattere, altri, come il protagonista Ryouta, non ci stanno e vorrebbero trovare un modo per lasciare l'isola senza spargimenti di sangue. Se vi riusciranno o meno preferisco non dirlo, in caso qualcuno voglia visionarlo.
La trama si incentra sulla sopravvivenza sull'isola e sugli inevitabili scontri, che sono avvincenti ed emozionanti, tengono con il fiato sospeso e sono pieni di colpi di scena a effetto. Ogni "giocatore" ha il suo stile e le sue bombe (BIM), il suo modo di pensare e di reagire alle situazioni. Alcuni hanno più saggezza dal punto di vista strategico in battaglia, altri usano la forza bruta, mentre altri sono subdoli e meschini.
Le bombe sono di tutti i tipi: classiche, a timer, a controllo remoto, radiocomandate, incendiare, ecc., e questo rende ancora più avvincenti i combattimenti, in cui gli sfidanti devono saper reagire talvolta anche non sapendo quali tipi di BIM ha a disposizione l'avversario.
"BTOOOM!" presenta combattimenti spettacolari con animazioni di alto livello, personaggi mai banali e situazioni ambigue, in cui non si capisce di chi ci si può fidare, colpi di scena a go-go e azione senza sosta. Vengono affrontate tematiche pesanti e impegnative, come le diffocltà che spingono un adolescente a rifugiarsi nel mondo virtuale, gli stupri, il rapporto con i genitori, l'amicizia, l'amore e chiaramente la morte, messi di fronte alla necessità di dover uccidere una persona. Quest'anime è eccezionale, difficile da paragonare ad altri data la sua completezza: non sono solo combattimenti a caso senza ripercussioni. Aggiungiamoci anche un intrigo altolocato: sull'isola sono presenti telecamere che mostrano a ricchi scommettitori la vita sull'isola (ricorda un po' "L'Isola dei Famosi"), portando alla luce problemi etici e morali, nonché una denuncia alla società malata.
A "BTOOOM!" non manca nulla e il finale lascia sorpresi quanto il resto delle puntate. Riuscianno i nostri eroi a fuggire dall'isola? Rimangono molte questioni in sospeso tra i giocatori più forti che spero di vedere in una seconda stagione. Emblematica l'ultima schermata:
CONTINUE?
YES/NO
credits 0
"Btooom!" è la trasposizione animata del manga di Junya Inoue, dove abbiamo come protagonisti Ryouta, un ragazzo introverso molto appassionato di videogiochi, e Himiko, una ragazza che viene da un'esperienza molto traumatica, da cui non riesce a riprendersi. La cosa che accomuna i due ragazzi è la passione per un videogioco online, di nome per l'appunto "Btooom!"; in questo gioco si combatte a squadre o in singolo con delle granate, ognuna con effetti e modalità d'uso differenti. Un giorno entrambi i protagonisti si ritrovano in un'isola tropicale e per salvare la pelle dovranno combattere non più virtualmente, ma veramente con le granate, proprio come nel gioco. Perché i due sono stati portati lì? Chi ha organizzato quel gioco? Lo scoprirete guardando l'anime ovviamente.
Un po' "Lost" e un po' "Battle Royale", il mio giudizio sull'anime è essenzialmente positivo pur non partendo da basi di grande originalità a cominciare dai protagonisti. Abbiamo il classico nerd asociale che va tanto di moda ultimamente negli anime, segno del cambiamento culturale che c'è stato in Giappone, la ragazza complessata, l'adulto sospeso fra saggezza, meschinità ed egoismo, ecc. Tuttavia la vicenda è raccontata in maniera esemplare con un ritmo serrato e un'azione frenetica che non si perde mai in inutili filler che fiaccano la fluidità della serie, ma che racconta solo le vicende passate dei protagonisti, indispensabili per capirne il carattere e le loro motivazioni. In più i personaggi hanno nel corso degli episodi un'evoluzione caratteriale che farà cambiare il loro punto di vista sulla vita e li farà uscire fuori dalle difficoltà più maturi e con una maggior consapevolezza di sé.
Disegni e colonna sonora sono molto buoni, in pieno stile Madhouse, con uno stile tendente più al realistico che al moe e lasciandosi andare solo rare volte al fanservice fine a se stesso, che anche in quelle poche volte non risulta mai invadente.
Uno fra i pochi difetti che posso trovare alla serie sta nel finale, che non c'è, infatti la vicenda non si conclude nei 12 episodi previsti: ecco, se non amate stare sopesi secondo me questo è l'unico motivo per non guardare questo'ottimo anime d'azione.
Un po' "Lost" e un po' "Battle Royale", il mio giudizio sull'anime è essenzialmente positivo pur non partendo da basi di grande originalità a cominciare dai protagonisti. Abbiamo il classico nerd asociale che va tanto di moda ultimamente negli anime, segno del cambiamento culturale che c'è stato in Giappone, la ragazza complessata, l'adulto sospeso fra saggezza, meschinità ed egoismo, ecc. Tuttavia la vicenda è raccontata in maniera esemplare con un ritmo serrato e un'azione frenetica che non si perde mai in inutili filler che fiaccano la fluidità della serie, ma che racconta solo le vicende passate dei protagonisti, indispensabili per capirne il carattere e le loro motivazioni. In più i personaggi hanno nel corso degli episodi un'evoluzione caratteriale che farà cambiare il loro punto di vista sulla vita e li farà uscire fuori dalle difficoltà più maturi e con una maggior consapevolezza di sé.
Disegni e colonna sonora sono molto buoni, in pieno stile Madhouse, con uno stile tendente più al realistico che al moe e lasciandosi andare solo rare volte al fanservice fine a se stesso, che anche in quelle poche volte non risulta mai invadente.
Uno fra i pochi difetti che posso trovare alla serie sta nel finale, che non c'è, infatti la vicenda non si conclude nei 12 episodi previsti: ecco, se non amate stare sopesi secondo me questo è l'unico motivo per non guardare questo'ottimo anime d'azione.
Tratto dall'omonimo manga di Junya Inoue, ci troviamo di fronte a una delle tante trasposizioni animate di storie legate al mondo dei giochi online, ove le persone da dietro uno schermo possono affrontare una parte e vivere una vita parallela decisamente più fornita di adrenalina. Questo non è il primo tentativo, e dato il successo sviluppato recentemente da altre opere come "Accel World" e "Sword Art Online" la casa di produzione Madhouse ha deciso di mettere in campo "Btooom!" per la stagione autunnale giapponese. Come biasimarla, chiunque è capace di fiutare anche tra le pagine del manga da cui viene data vita all'animazione che il successo è dietro l'angolo; ovviamente questo clamore verrà a colpire una fetta di spettatori prettamente otaku, con alle spalle già una passione o conoscenza per l'argomento. Ma ora veniamo alla trama, così da far luce sul perché questa serie sembra essere così apprezzata.
Tutto si svolge presumibilmente in un Giappone del presente; il protagonista è un ragazzo di nome Ryuta Sakamoto, che con le sue ventidue primavere alle spalle si trova ancora senza lavoro, non pare avere un'abilità particolare, un aspetto specifico che lo differenzia da un'altra persona così come una situazione famigliare o quant'altro: è il classico protagonista in cui l'otaku medio si può identificare perché non è né brutto né bello, ma soprattutto racchiuso nel suo mondo di seghe mentali da cui non può uscire a causa dei suoi complessi mentali, che lo portano persino a prendersela con la madre. In tutto ciò, per lui vi è solo una speranza, ovvero il suo gioco, da cui prende il nome la serie. Suddetta applicazione virtuale gli consente di creare un avatar e una squadra che combatterà contro delle altre squadre online alla conquista di territori, uno schema molto simile a quello di una guerriglia con la differenza che è possibile utilizzare solo delle bombe, di vari tipi ma sempre e solo esplosivi, come ad esempio a comando, a gas, timer. Ovviamente, Sakamoto, creato per essere il protagonista in cui calzare a pennello, non rimarrà per sempre sfigato, anche perché nel gioco è un vero figo, è il più forte della nazione, ha una bellissima moglie virtuale e tutti lo rispettano. Cosa potrebbe volere di più uno come lui? Non preoccupatevi: non ci saranno dodici episodi di lui che sbava davanti allo schermo. Improvvisamente, dopo la breve spiegazione della sua vita disastrosa, ci ritroviamo in una strana isola tropicale, in una parte del mondo che non è dato sapere, un luogo dove non vi è via di fuga né modi per nutrirsi: un'isola selvaggia e incontaminata ove chi si trova è costretto a uccidere le altre persone ed estrarre dei chip che hanno impiantati sulla mano. E come potranno mai farli fuori? Ed ecco che entra in gioco il titolo, sì, come quello del gioco. Perché le regole virtuali si spostano alla realtà e i partecipanti, scelti misteriosamente, si troveranno costretti a uccidersi per prendere questi chip, dato che sembrano, collezionandone sette, possibili portare la salvezza e il ritorno nella propria casa.
Passiamo così alla caratterizzazione dei personaggi o alla psicologia utilizzata, che a volte vi giuro mi dava l'impressione di essere parecchio... comica. Come buon paladino protagonista insegna, di uccidere non se ne parla! È questa la mentalità che adotta Sakamoto appena uno strano individuo lo colpisce. Da qui verrà una strana sensazione di pateticità, ovviamente un uomo che mai ha affrontato la vita non può essere così coraggioso dinnanzi a un gioco così sadico, eppure nonostante inizialmente mi abbia convinto, poi piano piano diventerà un eroe, il classico fighetto che mai le prende perché l'aveva previsto. Saranno pochi i momenti in cui sbaglierà, e piano piano inizierà tranquillamente a uccidere passando in pochi giorni (la storia ha un arco temporale molto breve) da fifone che vomita alla vista del sangue a spietato eroe di guerra. Qui ho pensato di chiudere comunque un occhio, perché sono una persona che trova spesso i protagonisti quelli usciti sempre peggio, fatti solo per accomodare la trama senza troppe difficoltà. Il lato dolente infatti lo portano altri personaggi. A parte i cattivi, che sanno abbastanza bene come farsi odiare e hanno delle storie passate più o meno interessanti, vi è una ragazza. Ovvio, direte voi, c'è l'avviso ecchi! Himiko è il classico sogno erotico del fan medio di anime: bionda, occhi azzurri, bel faccino, seno enorme, divisa scolastica succinta e tanto, tanto timida. La sua storia inizialmente si rivela un po' seria, non ti fa pensare che è solo messa là per far balzare i suoi seni enormi. Il peggio viene dopo. A causa di vari avvenimenti, si trova ad avere la fobia degli uomini, questo la porta ad essere vittima di stupri continui dove possiamo notare il suo ormai famoso reggiseno di pizzo rosa. Più va avanti e più dimentica questo lato, perché di maniaci ne vede di meno, così inizierà a spogliarsi così, a casaccio, anche se c'è un uomo nella stessa stanza, a fare lotta con altre donne per farle rimbalzare bene, a usarle come scudo quando le buttano bombe addosso, a farsi inquadrare metà puntata mentre si fa la doccia, anche se a pochi metri c'è un uomo ed è all'aperto. Insomma, la sua storia è un po' tanto una scusa per renderla timida e ancora più facilmente vittima di perversioni.
Superato il lato prettamente di trama o quel che è, passiamo al tecnico. Non possiamo di certo lamentarci da questo punto di vista, nonostante il character design non sia dei più ingegnosi sotto ogni punto di vista, dai colori ai personaggi piuttosto anonimi; la regia è buona e cerca di non far annoiare mai lo spettatore e butta azione su azione in continuazione, forse si lascia un po' frenare nei primi episodi, dove spiega l'origine dei personaggi, ma se quello non ci fosse stato sarebbe comunque stata una pecca clamorosa, se vuoi dare un briciolo di serietà a ciò che produci.
Le musiche non mi hanno affascinato, sicuramente meno del reparto video, forse l'ending un po' dolce l'ho apprezzata, ma più per gusto personale dato che, diciamocelo, non c'azzecca molto, sembra dar a Himiko un'aria dolce che in realtà non ha, dato che è la bambola gonfiabile per le manate dei personaggi.
In breve, "Btoooom!" è il classico anime fatto per otaku: il protagonista è sempre anonimo nel carattere e nell'aspetto, ma diviene un eroe. Non fa nulla di eccezionale eppure tutti si innamorano di lui perché è buono, eppure ti chiedi come faccia a sopravvivere dato che è così stupido e facilmente raggirabile. Quel che trovo più fastidioso e inutile è proprio l'esistenza di questa versione anime. A cosa serve un prodotto fatto solo per compiacere le fantasie di ragazzi che vorrebbero essere al posto di Sakamoto? Dov'è la voglia di avvicinare anche lo spettatore che cerca sì di immergersi, ma non nelle cose più assurde? Se questa doveva essere una delle più grandi produzioni dell'autunno 2012, mi dispiace, ma ne sono rimasta totalmente delusa, non lo boccio del tutto giusto perché alla fine non mi sono addormentata durante la visione, l'azione ti trasporta facilmente fino al termine della serie.
Tutto si svolge presumibilmente in un Giappone del presente; il protagonista è un ragazzo di nome Ryuta Sakamoto, che con le sue ventidue primavere alle spalle si trova ancora senza lavoro, non pare avere un'abilità particolare, un aspetto specifico che lo differenzia da un'altra persona così come una situazione famigliare o quant'altro: è il classico protagonista in cui l'otaku medio si può identificare perché non è né brutto né bello, ma soprattutto racchiuso nel suo mondo di seghe mentali da cui non può uscire a causa dei suoi complessi mentali, che lo portano persino a prendersela con la madre. In tutto ciò, per lui vi è solo una speranza, ovvero il suo gioco, da cui prende il nome la serie. Suddetta applicazione virtuale gli consente di creare un avatar e una squadra che combatterà contro delle altre squadre online alla conquista di territori, uno schema molto simile a quello di una guerriglia con la differenza che è possibile utilizzare solo delle bombe, di vari tipi ma sempre e solo esplosivi, come ad esempio a comando, a gas, timer. Ovviamente, Sakamoto, creato per essere il protagonista in cui calzare a pennello, non rimarrà per sempre sfigato, anche perché nel gioco è un vero figo, è il più forte della nazione, ha una bellissima moglie virtuale e tutti lo rispettano. Cosa potrebbe volere di più uno come lui? Non preoccupatevi: non ci saranno dodici episodi di lui che sbava davanti allo schermo. Improvvisamente, dopo la breve spiegazione della sua vita disastrosa, ci ritroviamo in una strana isola tropicale, in una parte del mondo che non è dato sapere, un luogo dove non vi è via di fuga né modi per nutrirsi: un'isola selvaggia e incontaminata ove chi si trova è costretto a uccidere le altre persone ed estrarre dei chip che hanno impiantati sulla mano. E come potranno mai farli fuori? Ed ecco che entra in gioco il titolo, sì, come quello del gioco. Perché le regole virtuali si spostano alla realtà e i partecipanti, scelti misteriosamente, si troveranno costretti a uccidersi per prendere questi chip, dato che sembrano, collezionandone sette, possibili portare la salvezza e il ritorno nella propria casa.
Passiamo così alla caratterizzazione dei personaggi o alla psicologia utilizzata, che a volte vi giuro mi dava l'impressione di essere parecchio... comica. Come buon paladino protagonista insegna, di uccidere non se ne parla! È questa la mentalità che adotta Sakamoto appena uno strano individuo lo colpisce. Da qui verrà una strana sensazione di pateticità, ovviamente un uomo che mai ha affrontato la vita non può essere così coraggioso dinnanzi a un gioco così sadico, eppure nonostante inizialmente mi abbia convinto, poi piano piano diventerà un eroe, il classico fighetto che mai le prende perché l'aveva previsto. Saranno pochi i momenti in cui sbaglierà, e piano piano inizierà tranquillamente a uccidere passando in pochi giorni (la storia ha un arco temporale molto breve) da fifone che vomita alla vista del sangue a spietato eroe di guerra. Qui ho pensato di chiudere comunque un occhio, perché sono una persona che trova spesso i protagonisti quelli usciti sempre peggio, fatti solo per accomodare la trama senza troppe difficoltà. Il lato dolente infatti lo portano altri personaggi. A parte i cattivi, che sanno abbastanza bene come farsi odiare e hanno delle storie passate più o meno interessanti, vi è una ragazza. Ovvio, direte voi, c'è l'avviso ecchi! Himiko è il classico sogno erotico del fan medio di anime: bionda, occhi azzurri, bel faccino, seno enorme, divisa scolastica succinta e tanto, tanto timida. La sua storia inizialmente si rivela un po' seria, non ti fa pensare che è solo messa là per far balzare i suoi seni enormi. Il peggio viene dopo. A causa di vari avvenimenti, si trova ad avere la fobia degli uomini, questo la porta ad essere vittima di stupri continui dove possiamo notare il suo ormai famoso reggiseno di pizzo rosa. Più va avanti e più dimentica questo lato, perché di maniaci ne vede di meno, così inizierà a spogliarsi così, a casaccio, anche se c'è un uomo nella stessa stanza, a fare lotta con altre donne per farle rimbalzare bene, a usarle come scudo quando le buttano bombe addosso, a farsi inquadrare metà puntata mentre si fa la doccia, anche se a pochi metri c'è un uomo ed è all'aperto. Insomma, la sua storia è un po' tanto una scusa per renderla timida e ancora più facilmente vittima di perversioni.
Superato il lato prettamente di trama o quel che è, passiamo al tecnico. Non possiamo di certo lamentarci da questo punto di vista, nonostante il character design non sia dei più ingegnosi sotto ogni punto di vista, dai colori ai personaggi piuttosto anonimi; la regia è buona e cerca di non far annoiare mai lo spettatore e butta azione su azione in continuazione, forse si lascia un po' frenare nei primi episodi, dove spiega l'origine dei personaggi, ma se quello non ci fosse stato sarebbe comunque stata una pecca clamorosa, se vuoi dare un briciolo di serietà a ciò che produci.
Le musiche non mi hanno affascinato, sicuramente meno del reparto video, forse l'ending un po' dolce l'ho apprezzata, ma più per gusto personale dato che, diciamocelo, non c'azzecca molto, sembra dar a Himiko un'aria dolce che in realtà non ha, dato che è la bambola gonfiabile per le manate dei personaggi.
In breve, "Btoooom!" è il classico anime fatto per otaku: il protagonista è sempre anonimo nel carattere e nell'aspetto, ma diviene un eroe. Non fa nulla di eccezionale eppure tutti si innamorano di lui perché è buono, eppure ti chiedi come faccia a sopravvivere dato che è così stupido e facilmente raggirabile. Quel che trovo più fastidioso e inutile è proprio l'esistenza di questa versione anime. A cosa serve un prodotto fatto solo per compiacere le fantasie di ragazzi che vorrebbero essere al posto di Sakamoto? Dov'è la voglia di avvicinare anche lo spettatore che cerca sì di immergersi, ma non nelle cose più assurde? Se questa doveva essere una delle più grandi produzioni dell'autunno 2012, mi dispiace, ma ne sono rimasta totalmente delusa, non lo boccio del tutto giusto perché alla fine non mi sono addormentata durante la visione, l'azione ti trasporta facilmente fino al termine della serie.
"BTOOOM!" è un gioco on-line in voga tra giovani e adulti in cui per vincere bisogna sconfiggere gli avversari facendoli saltare in aria usando le BIM, bombe del gioco che si differiscono in otto tipi per forma ed effetti. Però, quello che doveva essere un semplice gioco on-line si trasformerà in uno più insano, crudele, ma soprattutto reale. Vedremo infatti Ryuta Sakamoto, un giovane ventiduenne disoccupato appassionato di BTOOOM!, risvegliarsi appeso su di un albero in una giungla con addosso un paracadute e un marsupio contenente degli strani oggetti e uno strano chip impiantato sulla mano. Così il giovane incomincerà, ancora ignaro della sua situazione, un gioco di sopravvivenza che non solo lo metterà in pericolo di vita, ma metterà a dura prova la sua mente. Riuscirà a sopravvivere o soccomberà prima di aver scoperto cosa sta succedendo?
Quest'anime si presenta in modo crudo e senza tanti preamboli. Già dal primo episodio ci mostra come questo crudele gioco possa causare alle persone costrette a parteciparvi una forte pressione psicologica, portandole a far di tutto pur di andarsene incolumi dall'isola.
C'è poi da sottolineare il fatto che le persone costrette ad affrontare questo survival game non sono tutte santerelline: con lo scorrere della storia ci verranno mostrati gli eventi passati dei personaggi, comprendendo la causa della loro presenza sull'isola.
Quest'anime si presenta in modo crudo e senza tanti preamboli. Già dal primo episodio ci mostra come questo crudele gioco possa causare alle persone costrette a parteciparvi una forte pressione psicologica, portandole a far di tutto pur di andarsene incolumi dall'isola.
C'è poi da sottolineare il fatto che le persone costrette ad affrontare questo survival game non sono tutte santerelline: con lo scorrere della storia ci verranno mostrati gli eventi passati dei personaggi, comprendendo la causa della loro presenza sull'isola.
Visti i primi due episodi e non avendo ancora in mano l'opera cartacea, quest'anime risulta un po' copiato da un famosissimo film e successivamente divenuto anche manga "Battle royal", ma nonostante tutto ha un non so che di accattivante. L'idea di utilizzare come arma solo le bombe garantisce all'opera una sua unicità che la differenzia da molti altri titoli che ripropongono sempre la solita solfa. Il design dei personaggi è abbastanza curato e l'idea di mettere questi personaggi che a modo loro sono un po' fuori di testa aiuta. Non mi sento di mettere il massimo dei voti, perché ancora non ho visionato l'opera per intero, ma per iniziare un bel 7 non può far male.
Il successo di "Sword Art Online" ha spinto la Madhouse a produrre un anime simile e diverso allo stesso tempo. Ancora una volta realtà e videogioco si uniscono, creando un "mondo" in cui i protagonisti si muovono, combattendo e rischiando la vita ogni giorno. Se però SAO rimaneva un anime dai toni leggeri, spesso giocosi, "Btooom", da seinen, affronta tutti i temi con la drammaticità tipica del genere.
Il protagonista è l'ennesimo asociale giapponese (non riescono proprio a superare il complesso di "Evangelion") che entra tra i 10 migliori giocatori al mondo nel videogioco "Btooom!". Il videogioco ha una caratteristica molto particolare: niente spade, niente fucili, niente magia. Le uniche armi disponibili sono le bombe e sono di tutti i tipi: a tempo, incendiarie, fumogene, a percussione etc. Mentre sta giocando, il protagonista sviene e si ritrova in un'isola tropicale. Non ci sarebbe niente di spaventoso se non fosse che lui non è il solo giocatore sull'isola e che tutti i giocatori cercano di farlo saltare in aria con, appunto, le bombe del videogioco. Ed è così che inizia la storia.
Benché sia un tipico anime action, i vari flashback che colpiscono i protagonisti durante i combattimenti danno all'anime una pesante impronta psicologica. In pieno stile seinen è un'impronta psicologica cruda e, spesso, disarmante per il telespettatore che si trova bombardato da stupri, morte e violenza gratuita. Il telespettatore smarrito si ritrova nel protagonista: Ryuta rispetta la vita altrui e cercherà, spesso a suo svantaggio, di non uccidere. Anche lui alla fine ucciderà, uscendone sconvolto, ma solo quando sarà necessario e giustificandosi sempre con il motto: "mors tua vita mea".
Per chi è stanco della piega che spesso prendono i combattimenti negli anime, quest'anime sarà una piacevole novità. I combattimenti riprendono lo stile di "Death Note" e del primo Code Geass: nessun potere magico, nessun urlo insensato ma tanta strategia, tattiche e inganni. Ed è proprio in questi campi che il protagonista eccelle, riuscendo a sopravvivere esplosione dopo esplosione.
Gli altri personaggi sono ben strutturati. La storia evita di concentrarsi troppo su Ryuta, facendoceli conoscere, apprezzare e permettendo a loro di shockarci con i loro flashback. In quest'anime non si può parlare di buoni o cattivi: tutti i personaggi sono segnati dal loro passato e agiscono di conseguenza.
Le scene crude sono innumerevoli e, spesso, anche quando vengono evitate, vengono comunque comunicate in maniera chiara allo spettatore con sguardi, parole o anche solo gesti. Oltretutto tutto l'anime è basato su una violenza per il gusto della violenza, senza scopo o motivo e questo mi fa dire che non è un'opera consigliabile a un pubblico troppo giovane o inesperto del genere, che non apprezzerebbe né capirebbe l'opera. E' un tipo di opera che mancava recentemente tra i seinen e, forse, questo mi ha spinto a dare un 8 (che comunque reputo un giusto voto sia per il manga sia per i primi due episodi da me visionati). Cambierò il voto a seconda di come procederà l'opera ma, per adesso, lo reputo il miglior seinen di quest'anno e di conseguenza lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
P.S.: l'anime sarà solo di 12 episodi, quindi se si vuole approfondire il mondo di "Btooom!" consiglio la lettura del manga.
Il protagonista è l'ennesimo asociale giapponese (non riescono proprio a superare il complesso di "Evangelion") che entra tra i 10 migliori giocatori al mondo nel videogioco "Btooom!". Il videogioco ha una caratteristica molto particolare: niente spade, niente fucili, niente magia. Le uniche armi disponibili sono le bombe e sono di tutti i tipi: a tempo, incendiarie, fumogene, a percussione etc. Mentre sta giocando, il protagonista sviene e si ritrova in un'isola tropicale. Non ci sarebbe niente di spaventoso se non fosse che lui non è il solo giocatore sull'isola e che tutti i giocatori cercano di farlo saltare in aria con, appunto, le bombe del videogioco. Ed è così che inizia la storia.
Benché sia un tipico anime action, i vari flashback che colpiscono i protagonisti durante i combattimenti danno all'anime una pesante impronta psicologica. In pieno stile seinen è un'impronta psicologica cruda e, spesso, disarmante per il telespettatore che si trova bombardato da stupri, morte e violenza gratuita. Il telespettatore smarrito si ritrova nel protagonista: Ryuta rispetta la vita altrui e cercherà, spesso a suo svantaggio, di non uccidere. Anche lui alla fine ucciderà, uscendone sconvolto, ma solo quando sarà necessario e giustificandosi sempre con il motto: "mors tua vita mea".
Per chi è stanco della piega che spesso prendono i combattimenti negli anime, quest'anime sarà una piacevole novità. I combattimenti riprendono lo stile di "Death Note" e del primo Code Geass: nessun potere magico, nessun urlo insensato ma tanta strategia, tattiche e inganni. Ed è proprio in questi campi che il protagonista eccelle, riuscendo a sopravvivere esplosione dopo esplosione.
Gli altri personaggi sono ben strutturati. La storia evita di concentrarsi troppo su Ryuta, facendoceli conoscere, apprezzare e permettendo a loro di shockarci con i loro flashback. In quest'anime non si può parlare di buoni o cattivi: tutti i personaggi sono segnati dal loro passato e agiscono di conseguenza.
Le scene crude sono innumerevoli e, spesso, anche quando vengono evitate, vengono comunque comunicate in maniera chiara allo spettatore con sguardi, parole o anche solo gesti. Oltretutto tutto l'anime è basato su una violenza per il gusto della violenza, senza scopo o motivo e questo mi fa dire che non è un'opera consigliabile a un pubblico troppo giovane o inesperto del genere, che non apprezzerebbe né capirebbe l'opera. E' un tipo di opera che mancava recentemente tra i seinen e, forse, questo mi ha spinto a dare un 8 (che comunque reputo un giusto voto sia per il manga sia per i primi due episodi da me visionati). Cambierò il voto a seconda di come procederà l'opera ma, per adesso, lo reputo il miglior seinen di quest'anno e di conseguenza lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
P.S.: l'anime sarà solo di 12 episodi, quindi se si vuole approfondire il mondo di "Btooom!" consiglio la lettura del manga.