Dai-Guard
Con Terrestrial Defense Corp. Dai-Guard non siamo di fronte a un'opera originale e rivoluzionaria, anzi la trama ripropone l'ennesima invasione del Giappone da parte di mostri dall'ignota origine (gli Heterodyne), immuni alle armi tradizionali, dalle forme sempre più strambe e dalle strategie belliche sempre diverse (a chi non ricordano gli Angeli di Neon Genesis Evangelion?), né si può considerare originale il fatto che il robot protagonista appartenga a un'agenzia commerciale, visto che una cosa del genere si era già vista in Trider G7, anime mecha classe 1980. La particolarità della serie, semmai, sta nell'approccio a questa trama, di cui sono indagati soprattutto i problemi e le insidie della burocrazia, i costi economici per mantenere il robot e risarcire i danni alla città, il ruolo dei mass media nel mettere sotto pressione e nel criticare prontamente i tre eroi del Dai-Guard (il robot che dà nome all'intera serie) quando qualcosa va storto, gli attriti con l'esercito, i tentativi dei militari di ottenere il monopolio della difesa del Giappone…
Protagonisti di Dai-Guard sono tre impiegati della 21st Century Defense Security: l'idealista ed otaku Shunsuke Akagi, il cui sogno di pilotare un vero robot sarà presto esaudito; Ibuki Momoi, figlia di uno scienziato che aveva previsto l'avvento degli Heterodyne e che morì durante uno dei loro attacchi; il serio e riservato Keiichiro Aoyama. Il Dai-Guard è un robot ormai in disuso, a causa dei costi di attivazione e mantenimento troppo alti, che viene utilizzato come attrazione turistica; ma quando un Heterodyne attacca il Giappone 12 anni dopo l'ultimo attacco (che fu fermato con l'uso di potenti armi nucleari), quello stesso robot diventa l'unica speranza per l'umanità. Akagi, Momoi e Aoyama dovranno scegliere se continuare a pilotare il Dai-Guard o meno, affrontare le Forze di Autodifesa che non sopportano che a difendere la nazione sia un robot in mano a un'agenzia privata che dovrebbe invece essere nelle loro mani, combattere le proprie paure e i propri traumi, rialzarsi dopo ogni caduta e ogni sconfitta… ma anche fare attenzione ai danni che causano, quando combattono, per non mandare in bancarotta l'azienda, e svolgere parallelamente all'attività di pilota quella di impiegati, alle prese con rapporti di missioni che vanno scritti, clienti e pratiche burocratiche da archiviare. C'è persino spazio per un complotto degli azionisti contro il presidente Ookouchi e per l'approfondimento di alcuni personaggi secondari.
Il ruolo dei combattimenti, nella trama, è soprattutto quello di mostrare la crescita e la maturazione dei tre protagonisti, che devono imparare a collaborare (infatti Akagi si occupa dei movimenti del robot, Aoyama è l'ingegnere e Momoi la navigatrice, e serve la loro piena sincronia per permettere al Dai-Guard di muoversi e combattere) o a dare ascolto al loro consigliere tattico Shirou Shirota, ufficiale dell'esercito con il quale si svilupperà un rapporto di iniziale odio e poi di rispetto e persino di amicizia. Le lotte, beninteso, non sono brevissime e trascurabili, visto che ogni Heterodyne, pur avendo un punto debole ben preciso (il fractal knot, che ricorda davvero tanto il nucleo degli Angeli del solito Neon Genesis Evangelion), ha strategie d'attacco e di difesa differenti e spesso il trio del Dai-Guard faticherà per ottenere la vittoria (perdendo anche parecchi scontri e venendo costretti a rivedere la loro strategia o a ricorrere a nuovi potenziamenti). Da parte sua, il robot protagonista è tutt'altro che invincibile e onnipotente: essendo diviso in tre parti deve essere montato sul campo con gru e altri mezzi, si danneggia facilmente, non potendo volare deve essere trasportato sul terreno dello scontro con un mezzo aereo.
L'approfondimento psicologico dei personaggi coinvolge soprattutto i tre piloti protagonisti, ma anche alcuni dei comprimari e dei personaggi secondari ricevono il loro quarto d'ora di notorietà in cui farci scoprire lati insospettabili del loro carattere; per il resto, non è necessario chissà quale scavo interiore per connotare in maniera definita gli azionisti egoisti o i mili-tari tronfi e pieni di sé, mentre gli altri impiegati della 21st Century Defense Security sono delle macchiette tutto sommato simpatiche, che con le loro gag strappano qualche sorriso.
Il comparto tecnico è ben fatto: buone le animazioni e i disegni, nella norma il character design, accattivante il mecha design e soprattutto l'aspetto dei bizzarri Heterodyne, che, come già detto, ricorda alcuni dei più strambi Angeli di Neon Genesis Evangelion, orecchiabili anche le musiche.
Pur non essendo una pietra miliare del genere mecha (anzi, semmai prende a piene mani da Neon Genesis Evangelion nonché dalle opere che l'hanno preceduto), Dai-Guard costituisce una visione molto interessante. L'unico vero difetto è la mancanza di una caratterizzazione psicologica dei nemici, gli Heterodyne, ma se si è abituati all'altrettanto variegata psicologia degli Angeli del capolavoro di Anno (con personalità paragonabili a quelle di un tostapane, Kaworu a parte) questo non sarà un grosso problema.
Protagonisti di Dai-Guard sono tre impiegati della 21st Century Defense Security: l'idealista ed otaku Shunsuke Akagi, il cui sogno di pilotare un vero robot sarà presto esaudito; Ibuki Momoi, figlia di uno scienziato che aveva previsto l'avvento degli Heterodyne e che morì durante uno dei loro attacchi; il serio e riservato Keiichiro Aoyama. Il Dai-Guard è un robot ormai in disuso, a causa dei costi di attivazione e mantenimento troppo alti, che viene utilizzato come attrazione turistica; ma quando un Heterodyne attacca il Giappone 12 anni dopo l'ultimo attacco (che fu fermato con l'uso di potenti armi nucleari), quello stesso robot diventa l'unica speranza per l'umanità. Akagi, Momoi e Aoyama dovranno scegliere se continuare a pilotare il Dai-Guard o meno, affrontare le Forze di Autodifesa che non sopportano che a difendere la nazione sia un robot in mano a un'agenzia privata che dovrebbe invece essere nelle loro mani, combattere le proprie paure e i propri traumi, rialzarsi dopo ogni caduta e ogni sconfitta… ma anche fare attenzione ai danni che causano, quando combattono, per non mandare in bancarotta l'azienda, e svolgere parallelamente all'attività di pilota quella di impiegati, alle prese con rapporti di missioni che vanno scritti, clienti e pratiche burocratiche da archiviare. C'è persino spazio per un complotto degli azionisti contro il presidente Ookouchi e per l'approfondimento di alcuni personaggi secondari.
Il ruolo dei combattimenti, nella trama, è soprattutto quello di mostrare la crescita e la maturazione dei tre protagonisti, che devono imparare a collaborare (infatti Akagi si occupa dei movimenti del robot, Aoyama è l'ingegnere e Momoi la navigatrice, e serve la loro piena sincronia per permettere al Dai-Guard di muoversi e combattere) o a dare ascolto al loro consigliere tattico Shirou Shirota, ufficiale dell'esercito con il quale si svilupperà un rapporto di iniziale odio e poi di rispetto e persino di amicizia. Le lotte, beninteso, non sono brevissime e trascurabili, visto che ogni Heterodyne, pur avendo un punto debole ben preciso (il fractal knot, che ricorda davvero tanto il nucleo degli Angeli del solito Neon Genesis Evangelion), ha strategie d'attacco e di difesa differenti e spesso il trio del Dai-Guard faticherà per ottenere la vittoria (perdendo anche parecchi scontri e venendo costretti a rivedere la loro strategia o a ricorrere a nuovi potenziamenti). Da parte sua, il robot protagonista è tutt'altro che invincibile e onnipotente: essendo diviso in tre parti deve essere montato sul campo con gru e altri mezzi, si danneggia facilmente, non potendo volare deve essere trasportato sul terreno dello scontro con un mezzo aereo.
L'approfondimento psicologico dei personaggi coinvolge soprattutto i tre piloti protagonisti, ma anche alcuni dei comprimari e dei personaggi secondari ricevono il loro quarto d'ora di notorietà in cui farci scoprire lati insospettabili del loro carattere; per il resto, non è necessario chissà quale scavo interiore per connotare in maniera definita gli azionisti egoisti o i mili-tari tronfi e pieni di sé, mentre gli altri impiegati della 21st Century Defense Security sono delle macchiette tutto sommato simpatiche, che con le loro gag strappano qualche sorriso.
Il comparto tecnico è ben fatto: buone le animazioni e i disegni, nella norma il character design, accattivante il mecha design e soprattutto l'aspetto dei bizzarri Heterodyne, che, come già detto, ricorda alcuni dei più strambi Angeli di Neon Genesis Evangelion, orecchiabili anche le musiche.
Pur non essendo una pietra miliare del genere mecha (anzi, semmai prende a piene mani da Neon Genesis Evangelion nonché dalle opere che l'hanno preceduto), Dai-Guard costituisce una visione molto interessante. L'unico vero difetto è la mancanza di una caratterizzazione psicologica dei nemici, gli Heterodyne, ma se si è abituati all'altrettanto variegata psicologia degli Angeli del capolavoro di Anno (con personalità paragonabili a quelle di un tostapane, Kaworu a parte) questo non sarà un grosso problema.
Nel 2030, il Giappone (come al solito) viene attaccato da degli esseri misteriosi chiamati Heterodyne, e l’unica arma in grado di fronteggiarli è un robot antropomorfo chiamato Dai-Guard, di proprietà di un’azienda civile chiamata 21st Century Security Corporation. A pilotarlo non ci sono esperti piloti militari ma tre semplici impiegati dell’ufficio stampa.
Dai-Guard è un anime vecchio stampo, con un robottone vecchio stile, dove i nemici, gli Heterodyne, attaccano uno per volta. I nemici sono misteriosi e tali rimarranno per tutto il corso della serie, hanno forme strane, non parlano e non si capisce se siano esseri viventi o meno. A quanto pare, non hanno neanche un obiettivo, si limitano a comparire, distruggere qualcosa, e a farsi sconfiggere, anche abbastanza facilmente. Hanno tutti un punto debole, il Fractal Knot, che se colpito ne causa la distruzione. Il Dai-Guard, invece, non è un robot invincibile, anzi al contrario finirà malconcio parecchie volte, anche a causa dell’inesperienza dei piloti, che si ritrovano all’improvviso da semplici impiegati a difensori dell’umanità, anche s,e finita la battaglia, si ritorna al lavoro, e senza straordinari pagati.
I combattimenti tra il Dai-Guard e gli Heterodyne, comunque, passano in secondo piano, nel corso dei 26 episodi, infatti, viene data maggior importanza ai personaggi, da quelli principali, a quelli secondari, vengono tutti abbastanza approfonditi dal punto di vista psicologico e caratteriale: sogni, speranze, problemi, il motivo per cui recarsi ogni giorno a lavoro, se sia giusto che dei semplici impiegati rischino la vita, tutte queste cose vengono affrontate dai personaggi. Inoltre un aspetto che mi è molto piaciuto, presente nei primi episodi, era il fatto che i personaggi devono affrontare le conseguenze delle loro azioni. Combattere con un robot enorme in città è difficoltoso, e può capitare che qualche automobile finisca sotto i piedi del robot, o che qualche palazzo venga accidentalmente abbattuto. Ma poi chi ripaga i danni? Dunque ai piloti viene chiesto di fare attenzione, altrimenti rischiano di far fallire l’azienda.
Le battaglie si svolgono velocemente, come già detto, basta colpire i nemici al loro punto debole per distruggerli, ma non è sempre semplice. Le animazioni e i disegni sono molto buoni, nel corso dei 26 episodi la qualità rimane la stessa, tranne che per un episodio, di qualità inspiegabilmente inferiore.
Le musiche sono molto belle, e accompagnano bene i vari momenti, mi piace molto la canzone dell’opening, che trovo molto energetica, e l’inno della 21st Century Security Corporation, che sembra una marcia militare.
Il doppiaggio italiano curato da Dynit è di alto livello, con tutte le voci che ben si adattano ai personaggi, specialmente l’energico protagonista.
Dai-Guard, lo consiglio ai fan di robot vecchio stile, visto che la trama è semplice, ma non per questo scontata.
Dai-Guard è un anime vecchio stampo, con un robottone vecchio stile, dove i nemici, gli Heterodyne, attaccano uno per volta. I nemici sono misteriosi e tali rimarranno per tutto il corso della serie, hanno forme strane, non parlano e non si capisce se siano esseri viventi o meno. A quanto pare, non hanno neanche un obiettivo, si limitano a comparire, distruggere qualcosa, e a farsi sconfiggere, anche abbastanza facilmente. Hanno tutti un punto debole, il Fractal Knot, che se colpito ne causa la distruzione. Il Dai-Guard, invece, non è un robot invincibile, anzi al contrario finirà malconcio parecchie volte, anche a causa dell’inesperienza dei piloti, che si ritrovano all’improvviso da semplici impiegati a difensori dell’umanità, anche s,e finita la battaglia, si ritorna al lavoro, e senza straordinari pagati.
I combattimenti tra il Dai-Guard e gli Heterodyne, comunque, passano in secondo piano, nel corso dei 26 episodi, infatti, viene data maggior importanza ai personaggi, da quelli principali, a quelli secondari, vengono tutti abbastanza approfonditi dal punto di vista psicologico e caratteriale: sogni, speranze, problemi, il motivo per cui recarsi ogni giorno a lavoro, se sia giusto che dei semplici impiegati rischino la vita, tutte queste cose vengono affrontate dai personaggi. Inoltre un aspetto che mi è molto piaciuto, presente nei primi episodi, era il fatto che i personaggi devono affrontare le conseguenze delle loro azioni. Combattere con un robot enorme in città è difficoltoso, e può capitare che qualche automobile finisca sotto i piedi del robot, o che qualche palazzo venga accidentalmente abbattuto. Ma poi chi ripaga i danni? Dunque ai piloti viene chiesto di fare attenzione, altrimenti rischiano di far fallire l’azienda.
Le battaglie si svolgono velocemente, come già detto, basta colpire i nemici al loro punto debole per distruggerli, ma non è sempre semplice. Le animazioni e i disegni sono molto buoni, nel corso dei 26 episodi la qualità rimane la stessa, tranne che per un episodio, di qualità inspiegabilmente inferiore.
Le musiche sono molto belle, e accompagnano bene i vari momenti, mi piace molto la canzone dell’opening, che trovo molto energetica, e l’inno della 21st Century Security Corporation, che sembra una marcia militare.
Il doppiaggio italiano curato da Dynit è di alto livello, con tutte le voci che ben si adattano ai personaggi, specialmente l’energico protagonista.
Dai-Guard, lo consiglio ai fan di robot vecchio stile, visto che la trama è semplice, ma non per questo scontata.
Dai-Guard è una serie che ricicla diversi titoli del genere mecha, a favore di un approccio meno pesante e impegnato, come primo tra tutti lo metteva in scena Evangelion.
Infatti, a una fiera di un'azienda privata, in possesso a scopo puramente pubblicitario di un mecha, il Dai-Guard, mezzo ormai dismesso da tempo, si presenta la necessità di utilizzare il mezzo per via della comparsa di una razza aliena, gli Heterodyne. Questi, ritenuti ormai scomparsi da anni, attaccano nuovamente la popolazione. L'uso del Dai-Guard, sebbene improvvisato per l'occasione, viene successivamente ritenuto necessario per fare fronte alla minaccia.
La componente burocratica la fa da padrone nell'opportunità d'impiego del mezzo, in quanto la trama verte anche sulle vicende di secondo piano che giustificano parte dell'impianto narrativo. Infatti, non sono presenti rivoluzionarie armi impiegate a tutto spiano da un giorno all'altro, ma queste vengono usate solo in seguito a un costante sviluppo e a un'interminabile trafila di autorizzazioni e di limitazioni. Inoltre, i tre piloti del mezzo sono degli impiegati, e spesso rischiano il posto, senza contare il fatto che non gli è riconosciuto ogni merito come nelle serie dello stesso genere.
Particolare avvilente ma realistico, così come lo è l'invadenza dell'esercito in questi affari riguardanti le armi di ultima generazione e sulla necessità di un loro utilizzo esclusivo.
Dai Guard è una serie che, come detto, ricicla elementi sia da Evangelion (gli Heterodyne sono praticamente gli angeli di Evangelion) sia da Gundam (armamenti con limitazioni, sviluppo del mezzo, ecc.), ma che nella loro fusione porta a un titolo solo modesto, in quanto poco galvanizzante. Sia chiaro, gli elementi d'interesse ci sono, ma gli animi troppo stemperati sul quale si fondano alcune vicende, di fatto, ammazzano la tensione, rendendo le scene molto meno intriganti e dall'esito spesso scontato. Quelle che poi dovevano essere le scene di disimpegno, come le parti comiche e divertenti, sembrano essere talmente poco ispirate dall'essere quasi accessorie.
La realizzazione tecnica è buona, così come il character design, che soffre solo leggermente di una stereotipizzazione dei personaggi. Il mecha design invece sembra quello degli anni '70 (alla Go Nagai), che per alcuni potrebbe anche essere un pregio, ma che tuttavia stona con il resto.
Dai Guard è una serie tutto sommato buona ma non eccezionale. Sarebbe consigliata la visione di qualche episodio prima di procedere con l'acquisto, in quanto si trova nel settore del piace/non piace. Riciclato.
Infatti, a una fiera di un'azienda privata, in possesso a scopo puramente pubblicitario di un mecha, il Dai-Guard, mezzo ormai dismesso da tempo, si presenta la necessità di utilizzare il mezzo per via della comparsa di una razza aliena, gli Heterodyne. Questi, ritenuti ormai scomparsi da anni, attaccano nuovamente la popolazione. L'uso del Dai-Guard, sebbene improvvisato per l'occasione, viene successivamente ritenuto necessario per fare fronte alla minaccia.
La componente burocratica la fa da padrone nell'opportunità d'impiego del mezzo, in quanto la trama verte anche sulle vicende di secondo piano che giustificano parte dell'impianto narrativo. Infatti, non sono presenti rivoluzionarie armi impiegate a tutto spiano da un giorno all'altro, ma queste vengono usate solo in seguito a un costante sviluppo e a un'interminabile trafila di autorizzazioni e di limitazioni. Inoltre, i tre piloti del mezzo sono degli impiegati, e spesso rischiano il posto, senza contare il fatto che non gli è riconosciuto ogni merito come nelle serie dello stesso genere.
Particolare avvilente ma realistico, così come lo è l'invadenza dell'esercito in questi affari riguardanti le armi di ultima generazione e sulla necessità di un loro utilizzo esclusivo.
Dai Guard è una serie che, come detto, ricicla elementi sia da Evangelion (gli Heterodyne sono praticamente gli angeli di Evangelion) sia da Gundam (armamenti con limitazioni, sviluppo del mezzo, ecc.), ma che nella loro fusione porta a un titolo solo modesto, in quanto poco galvanizzante. Sia chiaro, gli elementi d'interesse ci sono, ma gli animi troppo stemperati sul quale si fondano alcune vicende, di fatto, ammazzano la tensione, rendendo le scene molto meno intriganti e dall'esito spesso scontato. Quelle che poi dovevano essere le scene di disimpegno, come le parti comiche e divertenti, sembrano essere talmente poco ispirate dall'essere quasi accessorie.
La realizzazione tecnica è buona, così come il character design, che soffre solo leggermente di una stereotipizzazione dei personaggi. Il mecha design invece sembra quello degli anni '70 (alla Go Nagai), che per alcuni potrebbe anche essere un pregio, ma che tuttavia stona con il resto.
Dai Guard è una serie tutto sommato buona ma non eccezionale. Sarebbe consigliata la visione di qualche episodio prima di procedere con l'acquisto, in quanto si trova nel settore del piace/non piace. Riciclato.
Ho rivisto recentemente questa serie: ok, non ha una trama profonda, ma comunque ha uno svolgimento decisamente interessante, pur mantenendosi comunque un intrattenimento leggero con episodi quasi tutti autoconclusivi.
Ho trovato molto piacevole come abbiano spiegato la natura dei nemici poco alla volta, di come le complicazioni burocratiche rendano difficile l'operato dei piloti, del realismo che si respira in gran parte degli elementi dell'opera...
Senza dubbio il protagonista principale non può far altro che far ridere, essendo un otaku robotico che realizza il suo sogno, al punto da citare Gundam 08th MS Team in un suo movimento azzardato. Belli e ragionati i potenziamenti del robot, e soprattutto è sorprendente come quasi tutti i personaggi secondari abbiano più di una volta un ruolo decisivo nella storia, al punto di far passare un personaggio apparentemente inutile come la progettista e studiosa in uno dei personaggi più importanti (oltre a far ridere parecchio).
Psicologicamente invece l'anime non ha una trama molto approfondita, solo il secondo pilota viene davvero messo in risalto, con la sua situazione famigliare molto particolare.
Insomma, una serie decisamente leggera ma ben fatta, utile per rilassarsi e ridere un po' senza troppe pretese, e poi ora la serie la si trova anche a poco prezzo, ho visto i 6 DVD a 25€, quindi se siete interessati è l'occasione buona per acquistarli.
Ho trovato molto piacevole come abbiano spiegato la natura dei nemici poco alla volta, di come le complicazioni burocratiche rendano difficile l'operato dei piloti, del realismo che si respira in gran parte degli elementi dell'opera...
Senza dubbio il protagonista principale non può far altro che far ridere, essendo un otaku robotico che realizza il suo sogno, al punto da citare Gundam 08th MS Team in un suo movimento azzardato. Belli e ragionati i potenziamenti del robot, e soprattutto è sorprendente come quasi tutti i personaggi secondari abbiano più di una volta un ruolo decisivo nella storia, al punto di far passare un personaggio apparentemente inutile come la progettista e studiosa in uno dei personaggi più importanti (oltre a far ridere parecchio).
Psicologicamente invece l'anime non ha una trama molto approfondita, solo il secondo pilota viene davvero messo in risalto, con la sua situazione famigliare molto particolare.
Insomma, una serie decisamente leggera ma ben fatta, utile per rilassarsi e ridere un po' senza troppe pretese, e poi ora la serie la si trova anche a poco prezzo, ho visto i 6 DVD a 25€, quindi se siete interessati è l'occasione buona per acquistarli.
Dai-Guard non è il classico robot anni '70-80 dalle armi infinite e con pilota sovrumano (tipo Jeeg, Goldrake, Daitarn), però è divertente: i piloti sono persone normali (impiegati di un ufficio) alle prese con i problemi di tutti i giorni, a volte vessati dai loro superiori i quali, a loro volta, vengono condizionati dalla politica e dai problemi economici. Si può quindi dire che gli autori abbiano cercato di realizzare un anime più realistico e più vicino alla società odierna.
Saluti.
Saluti.
<b>Contiene spoiler!</b>
Ho avuto modo di seguire su Cooltoon questa serie animata simpatica e godibile: anche se a volte anche lei scade, come nel caso della mini-saga dei nuovi piloti del Dai-guard, alla fine inutile, visto che lo svolgimento ha portato fino al pessimo episodio 18. Ma possibile che questi tre, addestrati e selezionati tra i migliori, siano così incapaci e non migliorino? Boh! Poi già c'era stata la precedente avventura del nuovo robot, e questa cosa l'ho vista come una mezza copia svolta male. Poi boh! Anche le due puntate dedicate a Hibuki non è che mi abbiano proprio entusiasmato, anche perchè prima il patrigno ce lo fanno vedere come una persona arcigna e indifferente e poi invece come una brava persona altruista! Magari sarà perchè è lei che lo vede in modo in modo e poi un altro, però... boh!
Un pregio invece è Akagi & co. in generale non sono veramente antipatici, anzi sono risultati tutti simpatici, chi più, chi meno. 7. 5 va!
Ho avuto modo di seguire su Cooltoon questa serie animata simpatica e godibile: anche se a volte anche lei scade, come nel caso della mini-saga dei nuovi piloti del Dai-guard, alla fine inutile, visto che lo svolgimento ha portato fino al pessimo episodio 18. Ma possibile che questi tre, addestrati e selezionati tra i migliori, siano così incapaci e non migliorino? Boh! Poi già c'era stata la precedente avventura del nuovo robot, e questa cosa l'ho vista come una mezza copia svolta male. Poi boh! Anche le due puntate dedicate a Hibuki non è che mi abbiano proprio entusiasmato, anche perchè prima il patrigno ce lo fanno vedere come una persona arcigna e indifferente e poi invece come una brava persona altruista! Magari sarà perchè è lei che lo vede in modo in modo e poi un altro, però... boh!
Un pregio invece è Akagi & co. in generale non sono veramente antipatici, anzi sono risultati tutti simpatici, chi più, chi meno. 7. 5 va!
... non e' male, diciamolo pure; il problema e' che non e' per niente originale!
Un robot a gestione aziendale con costi da sostenere (come Trider G7), nemici indefinibili nello stile grafico( come in Evangelion), robot stile anni 80/90 (non e' un male) e una trama non del tutto convincente.
La sufficienza la raggiunge, ma si poteva fare qualcosa di piu'!
Un robot a gestione aziendale con costi da sostenere (come Trider G7), nemici indefinibili nello stile grafico( come in Evangelion), robot stile anni 80/90 (non e' un male) e una trama non del tutto convincente.
La sufficienza la raggiunge, ma si poteva fare qualcosa di piu'!
Una serie leggera che mi ricorda per molti versi Dendoh. Non è sicuramente uno dei capolavori mecha (come Gundam o Evangelion) nè une serie originale o "rivoluzionaria". Si tratta di un anime di buona qualità tecnica composto da episodi per lo più auto-conclusivi e poco complessi. E' l'ideale per passare un po di tempo. Non è qualcosa da guardare assolutamente o imperdibile, ma nemmeno da buttare via.
Serie robotica vecchio stampo, temi leggeri e divertenti. Gli episodi non sono quasi mai legati tra loro e spesso servono solo a dare una maggiore caratterizzazione ai personaggi focalizzando a turno l'attenzione sui vari protagonisti della serie.
I disegni sono abbastanza buoni, le trame dei singoli episodi sono ben curate, senza mai annoiare e sempre ricche di colpi di scena. Paga la presenza praticamente anonima del nemico, le creature da affrontare compaiono come per magia alla presenza di fantomatiche "scosse di confine".. Per di più il costante clima soft non le permette mai di decollare verso parametri d'eccellenza.
I disegni sono abbastanza buoni, le trame dei singoli episodi sono ben curate, senza mai annoiare e sempre ricche di colpi di scena. Paga la presenza praticamente anonima del nemico, le creature da affrontare compaiono come per magia alla presenza di fantomatiche "scosse di confine".. Per di più il costante clima soft non le permette mai di decollare verso parametri d'eccellenza.