Witch Craft Works
Strana, a tratti surreale. Si potrebbe aggiungere altro su "Witch Craft Works", una serie anime le cui uniche qualità evidenti sono l'impatto visivo sorprendente e una ending a dir poco divertente e molto più brillante della trama stessa della serie? Forse, ma ogni parola sarebbe votata alla delusione per una scatola finemente ornata ma il cui contenuto sparisce paragonato alla confezione. La trama, comunque, presentava spunti interessanti che avrebbero potuto elevarla facilmente alla qualità artistica dell'opera: Takamiya è uno studente normale, la cui unica sfortuna è quella di essere costantemente fiancheggiato, in classe, da Ayaka Kagari, la figlia della preside dell'istituto nonché talentuosa studentessa sia nello studio sia negli sport. Non guasta il fatto che sia bellissima e carismatica, tutte qualità che portano un enorme numero di ammiratrici attorno a lei, che, con le loro spropositate moine verso la "principessa", non fanno altro che disturbare la povera e pacifica vita dello studente. Takamiya è profondamente infastidito da tutto ciò, ma non sa che, in realtà, Kagari è una strega potentissima in grado di manipolare le fiamme e che è sempre stata vicino a lui per proteggerlo dagli assalti delle Streghe della Torre, una fazione di maghe i cui scopi sono solitamente malvagi ed egoistici, che da sempre lottano con le Streghe della Bottega, una fazione che si occupa di mantenere la pace nelle città e di proteggere i civili dalla magia. Kagari è la figlia della leader delle Streghe della Bottega che tutelano la città in cui Takamiya vive, ma perché è proprio lui a essere fra le mire delle Streghe della Torre? Cos'è quella cosa "bianca", sempre e volutamente non specificata, sigillata nel suo corpo che loro bramano?
Gli elementi che avrebbero reso l'opera un prodotto divertente e piacevole, capace di tenere incollato lo spettatore fino all'ultimo episodio, erano presentati sin dai primi istanti, a cominciare non solo dalla grande cura artistica, fatta di colori sgargianti, animazioni che scorrono fluide sullo schermo come acqua e un character design originale e ricolmo di colori, ma anche da un interessante inversione dei ruoli fra damigella in pericolo e cavaliere senza macchia e senza paura (in questa serie è Honoka Takamiya ad essere continuamente salvato da Ayaka Kagari) e da una comicità scandita dal cambio fra le scene d'azione e quelle legate alla vita quotidiana. In particolare, il comparto sonoro della serie accompagna egregiamente lo scambio repentino fra momenti pacifici e di tensione, aiutando a suscitare emozioni di tenerezza soprattutto nei flashback che illustrano piccoli pezzi del passato in cui Kagari e Takamiya si sarebbero incontrati.
Purtroppo, gli elementi interessanti non solo vengono sfruttati male, ma sono anche seguiti da una trama fumosa e da personaggi chiusi in una caratterizzazione fissa: l'inversione dei ruoli verrà accolta da più di un sospiro irritato dello spettatore, per via della misera personalità dei due protagonisti, che ripetono pedissequamente gli stereotipi della damigella senza carattere e del cavaliere integerrimo e taciturno. Honoka, infatti, è un ragazzo noioso e non solo per via della sua eterna indecisione, della sua autostima pari a zero e della sua effettiva incapacità nell'aiutare Kagari durante gli scontri. Il vero problema che rende impossibile provare un minimo di simpatia per lui è la sua completa inettitudine: Takamiya è un mezzo tramite il quale il pubblico osserva la perfezione della coprotagonista, non ha scopi, né hobby che siano rilevanti o che lo liberino dalle catene che lo tengono prigioniero nel suo ruolo di "donzella" in pericolo. Stesso discorso vale anche per Kagari, la cui aura d'invincibilità, seppur approfondita a metà serie, lascerà i suoi combattimenti con risultati facilmente intuibili e senza un briciolo di tensione o pathos. Il misterioso attaccamento che prova per il ragazzo, inoltre, sarà utilizzato a più riprese per le scenette comiche della serie, ma senza un ulteriore sviluppo della sua personalità, esattamente come per Takamiya.
Ad eccezione del quintetto di Streghe della Torre presente sin da inizio serie (divertentissime e unici personaggi che effettuano un cambiamento nel corso dell'anime), il triste destino dei protagonisti spetta anche ai comprimari e ai villain: i primi risultano anch'essi ancorati a una visione ripetitiva - un esempio eclatante è sen'altro Kasumi, la sorellina di Honoka, il cui desiderio morboso di stare sempre assieme al fratellone verrà sfruttato a scopo comico in modo più o meno riuscito, facendola sembrare più inquietante di Kagari (inutile dire che non verrà spiegato il perché di questo suo comportamento). I "cattivi", d'altro canto, godono di un'inconsistenza straordinaria, con motivazioni ambigue o ridotte all'osso, come nel caso di Chronoire, la quale viene introdotta come una Strega della Torre che vuole ottenere il potere di Honoka, ma che in seguito farà ben poco per dimostrarsi tale, arrivando addirittura ad aiutare le Streghe della Bottega durante l'arco finale della serie. Anche Medusa sembra ugualmente indefinita, mentre Weekend, pur concludendo molto di più delle prime nonostante la tardiva introduzione, risulta un personaggio stereotipato e privo di alcun interesse, che verrà umiliato senza particolari ostacoli dai buoni e non solo.
Una situazione così stagnante per i personaggi viene permessa anche dalla totale assenza di conseguenze per gli stessi, grazie a deus ex machina inspiegabili che ricostruiscono in poco tempo la città ogni volta che gli scontri fra streghe avvengono. Persino la visione disperata della conclusione, che sembra produrre qualche effetto su Takamiya, verrà riportata alla situazione originale senza che ci siano postumi sui protagonisti.
Per concludere, "Witch Craft Works" è una serie assolutamente ineccepibile a livello artistico, forse con un uso eccessivo e poco armonioso del 3D, ma che abbandona altri elementi fondamentali come il contesto, la trama e i personaggi, lasciando un senso di opera incompiuta che sarebbe potuta essere tranquillamente una serie bella e piacevole.
Cinque, per la metà di lavoro ben realizzata, ma seguita da un prorompente: "What the heck?!"
Gli elementi che avrebbero reso l'opera un prodotto divertente e piacevole, capace di tenere incollato lo spettatore fino all'ultimo episodio, erano presentati sin dai primi istanti, a cominciare non solo dalla grande cura artistica, fatta di colori sgargianti, animazioni che scorrono fluide sullo schermo come acqua e un character design originale e ricolmo di colori, ma anche da un interessante inversione dei ruoli fra damigella in pericolo e cavaliere senza macchia e senza paura (in questa serie è Honoka Takamiya ad essere continuamente salvato da Ayaka Kagari) e da una comicità scandita dal cambio fra le scene d'azione e quelle legate alla vita quotidiana. In particolare, il comparto sonoro della serie accompagna egregiamente lo scambio repentino fra momenti pacifici e di tensione, aiutando a suscitare emozioni di tenerezza soprattutto nei flashback che illustrano piccoli pezzi del passato in cui Kagari e Takamiya si sarebbero incontrati.
Purtroppo, gli elementi interessanti non solo vengono sfruttati male, ma sono anche seguiti da una trama fumosa e da personaggi chiusi in una caratterizzazione fissa: l'inversione dei ruoli verrà accolta da più di un sospiro irritato dello spettatore, per via della misera personalità dei due protagonisti, che ripetono pedissequamente gli stereotipi della damigella senza carattere e del cavaliere integerrimo e taciturno. Honoka, infatti, è un ragazzo noioso e non solo per via della sua eterna indecisione, della sua autostima pari a zero e della sua effettiva incapacità nell'aiutare Kagari durante gli scontri. Il vero problema che rende impossibile provare un minimo di simpatia per lui è la sua completa inettitudine: Takamiya è un mezzo tramite il quale il pubblico osserva la perfezione della coprotagonista, non ha scopi, né hobby che siano rilevanti o che lo liberino dalle catene che lo tengono prigioniero nel suo ruolo di "donzella" in pericolo. Stesso discorso vale anche per Kagari, la cui aura d'invincibilità, seppur approfondita a metà serie, lascerà i suoi combattimenti con risultati facilmente intuibili e senza un briciolo di tensione o pathos. Il misterioso attaccamento che prova per il ragazzo, inoltre, sarà utilizzato a più riprese per le scenette comiche della serie, ma senza un ulteriore sviluppo della sua personalità, esattamente come per Takamiya.
Ad eccezione del quintetto di Streghe della Torre presente sin da inizio serie (divertentissime e unici personaggi che effettuano un cambiamento nel corso dell'anime), il triste destino dei protagonisti spetta anche ai comprimari e ai villain: i primi risultano anch'essi ancorati a una visione ripetitiva - un esempio eclatante è sen'altro Kasumi, la sorellina di Honoka, il cui desiderio morboso di stare sempre assieme al fratellone verrà sfruttato a scopo comico in modo più o meno riuscito, facendola sembrare più inquietante di Kagari (inutile dire che non verrà spiegato il perché di questo suo comportamento). I "cattivi", d'altro canto, godono di un'inconsistenza straordinaria, con motivazioni ambigue o ridotte all'osso, come nel caso di Chronoire, la quale viene introdotta come una Strega della Torre che vuole ottenere il potere di Honoka, ma che in seguito farà ben poco per dimostrarsi tale, arrivando addirittura ad aiutare le Streghe della Bottega durante l'arco finale della serie. Anche Medusa sembra ugualmente indefinita, mentre Weekend, pur concludendo molto di più delle prime nonostante la tardiva introduzione, risulta un personaggio stereotipato e privo di alcun interesse, che verrà umiliato senza particolari ostacoli dai buoni e non solo.
Una situazione così stagnante per i personaggi viene permessa anche dalla totale assenza di conseguenze per gli stessi, grazie a deus ex machina inspiegabili che ricostruiscono in poco tempo la città ogni volta che gli scontri fra streghe avvengono. Persino la visione disperata della conclusione, che sembra produrre qualche effetto su Takamiya, verrà riportata alla situazione originale senza che ci siano postumi sui protagonisti.
Per concludere, "Witch Craft Works" è una serie assolutamente ineccepibile a livello artistico, forse con un uso eccessivo e poco armonioso del 3D, ma che abbandona altri elementi fondamentali come il contesto, la trama e i personaggi, lasciando un senso di opera incompiuta che sarebbe potuta essere tranquillamente una serie bella e piacevole.
Cinque, per la metà di lavoro ben realizzata, ma seguita da un prorompente: "What the heck?!"
Mi avvicinai a "Witch Craft Works" con la consapevolezza di approcciarmi a un genere che, per tanti versi, è assai distante da ciò che normalmente desta il mio interesse (fantasy e magia), ma ogni tanto credo si debba provare qualcosa di diverso, specie se intravediamo in esso elementi che potrebbero risultare comunque piacevoli; nel caso specifico ad attrarmi furono talune atmosfere, personaggi con un buon impatto visivo, curiosi e intriganti, ma non per ultimo un comparto tecnico decisamente sopra la media. Per contro, i primi episodi mi lasciarono alquanto perplesso, soprattutto per colpa di una caratterizzazione dei due protagonisti che a dir poco stentava a decollare, protagonisti che sembravano tremendamente mosci e capaci unicamente di pronunciare cretinate; col prosieguo dell'opera li conosceremo meglio e cominceranno ad acquistare un minimo di profondità, quel tanto che basta per non renderli completamente scialbi e noiosi. Non sono tanto i protagonisti, ma i personaggi di contorno a risultare maggiormente "incisivi" e divertenti.
Come accennato poc'anzi la storia girerà attorno a maghe e magie, anche se sarebbe più corretto parlare di streghe (witch), e infatti vedremo alcuni personaggi 'svulazzare' allegramente sopra una scopa, ma non si tratta affatto della classica figura di strega ricollegabile all'immaginario comune... no, le nostre streghette frequentano una specie di accademia, apparentemente una normalissima scuola, e si dividono principalmente in due gruppi, streghe della "bottega" e streghe della "torre", sommariamente identificabili con il classico binomio "buoni e cattivi".
"Witch Craft Works" è un'opera che può essere seguita senza eccessivo impegno, la trama è abbastanza interessante, talvolta prova a rendersi in qualche modo "seriosa" - e ci riuscirebbe discretamente bene se non fosse per il contorno straripante di gag e di scene più o meno assurde, molte delle quali definirei parecchio simpatiche, altre assolutamente evitabili. Come non menzionare i combattimenti tra conigli e orsetti giganti (sembrano peluche) che devastano la città? Come non menzionare taluni comprimari assurdi come coccodrilli antropomorfi e amenità di questo tipo? A qualcuno potrebbero senz'altro piacere, per quanto mi riguarda hanno invece rappresentato ciò che di peggio quest'opera è riuscita a offrirmi, elementi sui quali son stato costretto a stendere il proverbiale "velo pietoso", per riuscire a godermi tutto il resto.
Tirando le somme, son rimasto discretamente soddisfatto dalla visione di questo titolo, ma buona parte del suo successo lo si deve al comparto tecnico e alla regia, che riescono a valorizzare al meglio diverse situazioni. Nota di merito anche per la soundtrack, con particolare menzione per l'ending, intesa sia come sigla di chiusura che come video di corredo, che potrei tranquillamente annoverare tra le più simpatiche e gradevoli che abbia mai seguito.
Il finale è molto semplice ma piacevole, lascia parecchi appigli che farebbero pensare a una possibile seconda serie che, in caso, non mancherò di seguire.
Come accennato poc'anzi la storia girerà attorno a maghe e magie, anche se sarebbe più corretto parlare di streghe (witch), e infatti vedremo alcuni personaggi 'svulazzare' allegramente sopra una scopa, ma non si tratta affatto della classica figura di strega ricollegabile all'immaginario comune... no, le nostre streghette frequentano una specie di accademia, apparentemente una normalissima scuola, e si dividono principalmente in due gruppi, streghe della "bottega" e streghe della "torre", sommariamente identificabili con il classico binomio "buoni e cattivi".
"Witch Craft Works" è un'opera che può essere seguita senza eccessivo impegno, la trama è abbastanza interessante, talvolta prova a rendersi in qualche modo "seriosa" - e ci riuscirebbe discretamente bene se non fosse per il contorno straripante di gag e di scene più o meno assurde, molte delle quali definirei parecchio simpatiche, altre assolutamente evitabili. Come non menzionare i combattimenti tra conigli e orsetti giganti (sembrano peluche) che devastano la città? Come non menzionare taluni comprimari assurdi come coccodrilli antropomorfi e amenità di questo tipo? A qualcuno potrebbero senz'altro piacere, per quanto mi riguarda hanno invece rappresentato ciò che di peggio quest'opera è riuscita a offrirmi, elementi sui quali son stato costretto a stendere il proverbiale "velo pietoso", per riuscire a godermi tutto il resto.
Tirando le somme, son rimasto discretamente soddisfatto dalla visione di questo titolo, ma buona parte del suo successo lo si deve al comparto tecnico e alla regia, che riescono a valorizzare al meglio diverse situazioni. Nota di merito anche per la soundtrack, con particolare menzione per l'ending, intesa sia come sigla di chiusura che come video di corredo, che potrei tranquillamente annoverare tra le più simpatiche e gradevoli che abbia mai seguito.
Il finale è molto semplice ma piacevole, lascia parecchi appigli che farebbero pensare a una possibile seconda serie che, in caso, non mancherò di seguire.
"Witch Craft Works" è un anime uscito nel 2014, ricco di magia, azione e strane creature meccaniche. Sinceramente non son riuscito ad apprezzarlo appieno sia per la storia, a volte troppo bislacca e mai del tutto decollata, sia per i personaggi e la loro realizzazione.
Honoka Takamiya è, come in tutti gli anime, il classico studente delle superiori, apparentemente privo di poteri, dai voti mediocri e dalla notorietà altrettanto scadente. Un giovane che, di sicuro, non risalta tra la massa. Tutto il contrario di Ayaka Kagari, compagna di banco di Takamiya, alta, bella, intelligente e super popolare. A scuola è una sorta di divinità e attorno a lei si raccoglie sempre un folto gruppo di persone, sempre pronte ad adularla e riverirla. Nonostante ciò Kagari presenta un carattere abbastanza particolare: silenziosa e solitaria, non parla con nessuno e non riesce a legare con i propri compagni, con l'unica eccezione di Takamiya. Incredibilmente questi due ragazzi così diversi si avvicinano e diventano amici... o meglio, Kagari, che subito si dimostrerà essere una strega estremamente potente in grado di manipolare il fuoco, ha il compito di proteggere il suo compagno di classe. Proteggere da cosa?
Prima di rispondere bisogna fare una precisazione: esistono due tipi di streghe, quelle che proteggono l'umanità e quelle che vogliono soggiogarla con i loro poteri malefici. Takamiya non sapeva dell'esistenza di streghe e creature magiche, ma, misteriosamente, all'interno del suo corpo è stato sigillato un essere estremamente potente, capace di sconvolgere il mondo. Proprio questo sarà l'obiettivo di quelle streghe malvagie che, con ogni mezzo, tenteranno di danneggiare il ragazzo, al fine di impossessarsi della forza che in lui risiede.
Come in molti casi la trama potrebbe risultare in sé accattivante, ma, oltre a questa, bisogna tener presente ulteriori fattori che influenzano necessariamente la valutazione finale. Innanzi tutto i nemici appaiono per la maggior parte del tempo poco pericolosi e alquanto stupidi. Kagari è una sorta di divinità assoluta che, inevitabilmente, sbaraglierà tutti i pericoli che incontra. Forza, intelligenza, bellezza (anche se avrei da ridire), autorità... gli è permesso tutto e nessun ostacolo la può fermare.
Un'altra questione che non mi è piaciuta affatto è l'elevata vena demenziale di alcune scene. L'intento, presumo, dovrebbe essere quello di suscitare l'ilarità, ma, salvo alcuni casi, tale obiettivo verrà raramente raggiunto. I nemici sono troppo strambi per i miei gusti (orsacchiotti giganti e conigli robotici assassini), ma questa è semplicemente un'opinione personale. Gli scontri campali, all'inizio, posso anche sembrare avvincenti, ma si spengono proprio all'apice della sfida, risultando così incapaci di dargli il giusto valore.
La grafica e la musica sono nella media, ma non si può dire la stessa cosa nella realizzazione dei disegni. I personaggi mostrano visi allungati e dalle proporzioni abbastanza disarmoniche. Kagari, che dovrebbe essere una vera e propria bellezza, in realtà è una spilungona alta due metri dalle spalle da rugbista.
In conclusione il mio giudizio risulta essere relativamente basso per tutta questa serie di fattori. Il carattere dei vari protagonisti è monotono e non presenta evoluzioni nel corso della vicenda.
Voto finale: 5
Honoka Takamiya è, come in tutti gli anime, il classico studente delle superiori, apparentemente privo di poteri, dai voti mediocri e dalla notorietà altrettanto scadente. Un giovane che, di sicuro, non risalta tra la massa. Tutto il contrario di Ayaka Kagari, compagna di banco di Takamiya, alta, bella, intelligente e super popolare. A scuola è una sorta di divinità e attorno a lei si raccoglie sempre un folto gruppo di persone, sempre pronte ad adularla e riverirla. Nonostante ciò Kagari presenta un carattere abbastanza particolare: silenziosa e solitaria, non parla con nessuno e non riesce a legare con i propri compagni, con l'unica eccezione di Takamiya. Incredibilmente questi due ragazzi così diversi si avvicinano e diventano amici... o meglio, Kagari, che subito si dimostrerà essere una strega estremamente potente in grado di manipolare il fuoco, ha il compito di proteggere il suo compagno di classe. Proteggere da cosa?
Prima di rispondere bisogna fare una precisazione: esistono due tipi di streghe, quelle che proteggono l'umanità e quelle che vogliono soggiogarla con i loro poteri malefici. Takamiya non sapeva dell'esistenza di streghe e creature magiche, ma, misteriosamente, all'interno del suo corpo è stato sigillato un essere estremamente potente, capace di sconvolgere il mondo. Proprio questo sarà l'obiettivo di quelle streghe malvagie che, con ogni mezzo, tenteranno di danneggiare il ragazzo, al fine di impossessarsi della forza che in lui risiede.
Come in molti casi la trama potrebbe risultare in sé accattivante, ma, oltre a questa, bisogna tener presente ulteriori fattori che influenzano necessariamente la valutazione finale. Innanzi tutto i nemici appaiono per la maggior parte del tempo poco pericolosi e alquanto stupidi. Kagari è una sorta di divinità assoluta che, inevitabilmente, sbaraglierà tutti i pericoli che incontra. Forza, intelligenza, bellezza (anche se avrei da ridire), autorità... gli è permesso tutto e nessun ostacolo la può fermare.
Un'altra questione che non mi è piaciuta affatto è l'elevata vena demenziale di alcune scene. L'intento, presumo, dovrebbe essere quello di suscitare l'ilarità, ma, salvo alcuni casi, tale obiettivo verrà raramente raggiunto. I nemici sono troppo strambi per i miei gusti (orsacchiotti giganti e conigli robotici assassini), ma questa è semplicemente un'opinione personale. Gli scontri campali, all'inizio, posso anche sembrare avvincenti, ma si spengono proprio all'apice della sfida, risultando così incapaci di dargli il giusto valore.
La grafica e la musica sono nella media, ma non si può dire la stessa cosa nella realizzazione dei disegni. I personaggi mostrano visi allungati e dalle proporzioni abbastanza disarmoniche. Kagari, che dovrebbe essere una vera e propria bellezza, in realtà è una spilungona alta due metri dalle spalle da rugbista.
In conclusione il mio giudizio risulta essere relativamente basso per tutta questa serie di fattori. Il carattere dei vari protagonisti è monotono e non presenta evoluzioni nel corso della vicenda.
Voto finale: 5
La stagione invernale 2014 non ha avuto molti titoli particolarmente avvincenti. Tra i pochi che si salvano dal dimenticatoio c'è questo "Witchcraft Works", un'opera piuttosto simpatica e coinvolgente.
"Witchcraft Works" è un'opera della stagione invernale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. È previsto un OAV. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2011.
Trama: Takamiya Honoka è un comune studente liceale il cui unico problema è sedere accanto all'inarrivabile Ayaka Kagari, ossia la principessa della scuola. Tale appellativo è coniato per definire la migliore studentessa dell'intero istituto in termini d'intelligenza, bellezza e talento per gli sport. Per questa ragione Takamiya è perseguitato dall'intera scuola e subisce atti di bullismo. A salvarlo, però, è proprio Kagari, la quale gli confessa che lo proteggerà da qualunque minaccia possa incombere. Lo stupore del ragazzo avviene nel momento in cui scopre che Ayaka altri non è che una strega della bottega (ossia una tipologia di strega che ha il compito di tutelare la città in cui dimora), tra l'altro una delle più potenti. La storia vedrà il nostro duo affrontare le streghe della torre (ossia le streghe che agiscono per il proprio tornaconto) e varie creature sovrannaturali.
Grafica: il prodotto par essere in linea con gli ultimi standard. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, sebbene la cura dei dettagli non sia proprio il massimo. Molto fluide le animazioni, perfette per le varie scene di combattimento. Character design un po' scialbo sebbene sia piuttosto fedele al manga. Monster design bizzarro.
Sonoro: ottimo, l'opening è piuttosto bella e gradevole, molto bella la voce della cantante. L'ending è un tripudio di genialità (non si smette di guardare le cinque streghe della torre che sperimentano le torture medievali più disparate) e simpatia. Ottimi OST ed effetti sonori. Buon doppiaggio.
Personaggi: pur non brillando per carisma e per personalità, il numeroso gruppo di personaggi è piuttosto accettabile come caratterizzazione, il fattore introspettivo è modesto mentre il fattore di crescita è accettabile. L'interazione è molto buona.
Sceneggiatura: l'opera è realizzata piuttosto bene, con una gestione temporale fluida e lineare, quasi tutta ambientata sul presente (con l'eccezione di una linea temporale in un'altra dimensione) e qualche piccolo accenno al passato. Il ritmo è piuttosto veloce, talvolta addirittura frenetico. Sono presenti notevoli quantitativi di scene d'azione e combattimenti, spesso è presente anche un discreto quantitativo di violenza. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono sostanzialmente discreti.
Finale: molto caotico e frenetico, eppure piuttosto bello e completo. Sarebbe auspicabile una seconda serie, vista la mole di fatti che potrebbero ribaltare le carte in tavola. In ogni caso si chiude piuttosto bene questo arco narrativo.
In sintesi, "Witchcraft Works" è, al netto dei difetti, un prodotto discreto e si rivela essere un'opera piuttosto piacevole che sa appassionare e divertire. Fortunatamente non scade nel solito harem e si rivela essere una serie piena di combattimenti, intrighi e rivelazioni. Consigliata agli appassionati di serie magiche e a chi non disdegna un po' di sano umorismo.
"Witchcraft Works" è un'opera della stagione invernale 2014 composta da dodici episodi di durata canonica. È previsto un OAV. L'opera deriva dall'omonimo manga del 2011.
Trama: Takamiya Honoka è un comune studente liceale il cui unico problema è sedere accanto all'inarrivabile Ayaka Kagari, ossia la principessa della scuola. Tale appellativo è coniato per definire la migliore studentessa dell'intero istituto in termini d'intelligenza, bellezza e talento per gli sport. Per questa ragione Takamiya è perseguitato dall'intera scuola e subisce atti di bullismo. A salvarlo, però, è proprio Kagari, la quale gli confessa che lo proteggerà da qualunque minaccia possa incombere. Lo stupore del ragazzo avviene nel momento in cui scopre che Ayaka altri non è che una strega della bottega (ossia una tipologia di strega che ha il compito di tutelare la città in cui dimora), tra l'altro una delle più potenti. La storia vedrà il nostro duo affrontare le streghe della torre (ossia le streghe che agiscono per il proprio tornaconto) e varie creature sovrannaturali.
Grafica: il prodotto par essere in linea con gli ultimi standard. Le ambientazioni sono realizzate piuttosto bene, sebbene la cura dei dettagli non sia proprio il massimo. Molto fluide le animazioni, perfette per le varie scene di combattimento. Character design un po' scialbo sebbene sia piuttosto fedele al manga. Monster design bizzarro.
Sonoro: ottimo, l'opening è piuttosto bella e gradevole, molto bella la voce della cantante. L'ending è un tripudio di genialità (non si smette di guardare le cinque streghe della torre che sperimentano le torture medievali più disparate) e simpatia. Ottimi OST ed effetti sonori. Buon doppiaggio.
Personaggi: pur non brillando per carisma e per personalità, il numeroso gruppo di personaggi è piuttosto accettabile come caratterizzazione, il fattore introspettivo è modesto mentre il fattore di crescita è accettabile. L'interazione è molto buona.
Sceneggiatura: l'opera è realizzata piuttosto bene, con una gestione temporale fluida e lineare, quasi tutta ambientata sul presente (con l'eccezione di una linea temporale in un'altra dimensione) e qualche piccolo accenno al passato. Il ritmo è piuttosto veloce, talvolta addirittura frenetico. Sono presenti notevoli quantitativi di scene d'azione e combattimenti, spesso è presente anche un discreto quantitativo di violenza. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono sostanzialmente discreti.
Finale: molto caotico e frenetico, eppure piuttosto bello e completo. Sarebbe auspicabile una seconda serie, vista la mole di fatti che potrebbero ribaltare le carte in tavola. In ogni caso si chiude piuttosto bene questo arco narrativo.
In sintesi, "Witchcraft Works" è, al netto dei difetti, un prodotto discreto e si rivela essere un'opera piuttosto piacevole che sa appassionare e divertire. Fortunatamente non scade nel solito harem e si rivela essere una serie piena di combattimenti, intrighi e rivelazioni. Consigliata agli appassionati di serie magiche e a chi non disdegna un po' di sano umorismo.