Le follie dell'imperatore
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Un capolavoro di ilarità, gioia, follia, pazzia, musica, dinamismo, fraintendimenti, malintesi ed equivoci. Signore e signori, "Le follie dell'imperatore", una commedia frizzante targata Disney che vi coinvolgerà e vi travolgerà!
È la storia di un ragazzo destinato a diventare imperatore, ma dal carattere indolente e insofferente, e quindi indifferente verso i bisogni del suo popolo, che all'apparenza lo renderebbe l'antagonista principale della vicenda. Un ragazzo che necessita di una severa lezione di vita per cambiare atteggiamento e comportamento verso sé stesso e verso il suo popolo. Questo è Kuzco. Dopo aver maltrattato e licenziato la sua consigliera Yzma, questa è decisa a sua volta a tirarlo giù dalle spese assassinandolo. Il piano sembra perfetto, ma qualcosa va storto, più di qualcosa. Alla fine Kuzco si ritrova per ironia della sorte a casa di Pacha, il contadino al quale aveva chiesto una consulenza per costruire il suo palazzo estivo per il suo compleanno. Da cui comincia il suo viaggio e comincia a poco a poco a comprendere che il fatto di essere l'imperatore non è una giustificazione per il suo comportamento arrogante, presuntuoso, saccente, prepotente, capriccioso, permaloso e suscettibile, e anzi, se rivuole il trono, dovrà scendere a diversi compromessi con la vita e il popolo stesso. Ora Kuzco si ritrova con le sembianze di un lama, e capisce gradualmente come il suo popolo si è sempre sentito, visto che li ha trattati come animali/schiavi. Tra un ostacolo e un altro capisce quindi che molto spesso è necessario pensare anche al bene degli altri e non solo al proprio, perché proprio Pacha gli rammenta: "Un giorno vi ritroverete da solo e darete la colpa solo a voi stesso". Questo costituisce il climax e messaggio principale della vicenda. Nel corso del suo viaggio Kuzco capisce quindi che deve fare un cambiamento radicale e contare sulle proprie forze, perché non ci sono sempre i servitori pronti a soddisfare ogni suo bisogno e capriccio. Alla fine riesce a tornare umano e si ravvede.
La grafica è semplicemente grandiosa, con i colori ben distribuiti che creano degli effetti chiaroscuro magnifici. I personaggi sono anch'essi ben disegnati e sono dotati ciascuno di una personalità effervescente e unica, la quale, mescolandosi con quella degli altri, crea degli effetti dirompenti che arricchiscono la vicenda. La colonna sonora è costituita di varie tracce, e ciascuna di queste enfatizza molto bene la scena alla quale è legata, mettendo in evidenza gli stati d'animo, mentali, emotivi e sentimentali dei personaggi. I doppiaggi in italiano sono poi grandiosi, con le voci di Luca Bizzarri per l'imperatore Kuzco e Paolo Kessisoglu per Kronk, che ne enfatizzano le personalità uniche e travolgenti.
Un capolavoro di comicità esplosiva in tutte le sue sfumature. Voto: 10 e lode.</attenzione>
Un capolavoro di ilarità, gioia, follia, pazzia, musica, dinamismo, fraintendimenti, malintesi ed equivoci. Signore e signori, "Le follie dell'imperatore", una commedia frizzante targata Disney che vi coinvolgerà e vi travolgerà!
È la storia di un ragazzo destinato a diventare imperatore, ma dal carattere indolente e insofferente, e quindi indifferente verso i bisogni del suo popolo, che all'apparenza lo renderebbe l'antagonista principale della vicenda. Un ragazzo che necessita di una severa lezione di vita per cambiare atteggiamento e comportamento verso sé stesso e verso il suo popolo. Questo è Kuzco. Dopo aver maltrattato e licenziato la sua consigliera Yzma, questa è decisa a sua volta a tirarlo giù dalle spese assassinandolo. Il piano sembra perfetto, ma qualcosa va storto, più di qualcosa. Alla fine Kuzco si ritrova per ironia della sorte a casa di Pacha, il contadino al quale aveva chiesto una consulenza per costruire il suo palazzo estivo per il suo compleanno. Da cui comincia il suo viaggio e comincia a poco a poco a comprendere che il fatto di essere l'imperatore non è una giustificazione per il suo comportamento arrogante, presuntuoso, saccente, prepotente, capriccioso, permaloso e suscettibile, e anzi, se rivuole il trono, dovrà scendere a diversi compromessi con la vita e il popolo stesso. Ora Kuzco si ritrova con le sembianze di un lama, e capisce gradualmente come il suo popolo si è sempre sentito, visto che li ha trattati come animali/schiavi. Tra un ostacolo e un altro capisce quindi che molto spesso è necessario pensare anche al bene degli altri e non solo al proprio, perché proprio Pacha gli rammenta: "Un giorno vi ritroverete da solo e darete la colpa solo a voi stesso". Questo costituisce il climax e messaggio principale della vicenda. Nel corso del suo viaggio Kuzco capisce quindi che deve fare un cambiamento radicale e contare sulle proprie forze, perché non ci sono sempre i servitori pronti a soddisfare ogni suo bisogno e capriccio. Alla fine riesce a tornare umano e si ravvede.
La grafica è semplicemente grandiosa, con i colori ben distribuiti che creano degli effetti chiaroscuro magnifici. I personaggi sono anch'essi ben disegnati e sono dotati ciascuno di una personalità effervescente e unica, la quale, mescolandosi con quella degli altri, crea degli effetti dirompenti che arricchiscono la vicenda. La colonna sonora è costituita di varie tracce, e ciascuna di queste enfatizza molto bene la scena alla quale è legata, mettendo in evidenza gli stati d'animo, mentali, emotivi e sentimentali dei personaggi. I doppiaggi in italiano sono poi grandiosi, con le voci di Luca Bizzarri per l'imperatore Kuzco e Paolo Kessisoglu per Kronk, che ne enfatizzano le personalità uniche e travolgenti.
Un capolavoro di comicità esplosiva in tutte le sue sfumature. Voto: 10 e lode.</attenzione>
Molto carino e divertente, un opera nata da un progetto più volte ripescato e cambiato, al punto di essere stato privato di ottimi siparietti canori, ormai pronti e cantati da un artista molto apprezzata come la compianta Eartha Kitt, che tra le altre cose dava anche la voce americana ad Yzma.
Il potenziale "difetto" del cartone animato Disney è che non solo manca di canzoni e non è ispirata ad un opera letteraria, entrambe elementi che una volta davano senso alla parola "classico", ma il fatto che sia dotato di un comparto tecnico che, per quanto curato risultava solo buono già nell'anno di realizzazione, ben lontano dai fasti artistici di prodotti più vecchi, senza contare che possiede un'umorismo demenziale facilotto e con situazioni surreali fuori contesto e da prodotto televisivo senza pretese (la gag delle coscienze poi era già ampiamente antiquata). Difficile quindi paragonarlo alle altre opere, di certo si distingue dai fratelli maggiori.
Escludendo Kuzko i personaggi sono comunque tutti molto riusciti, rimangono impressi ed è questo l'importante, Pacha è sicuramente una bella persona con una splendida famiglia, Kronk un mito tutto particolare (non il solito omaccione stupido) e "la nonna brutta di Dracula" è a sua volta una strega Bacheca che amalgama bene cattiveria ed elementi buffi. Non è un caso che abbiano dedicato un sequel spin-off sui "cattivi, altro elemento ormai non più sorprendente ma che mina il vecchio concetto di "classico".
Nonostante i problemi e i rimaneggiamenti, ad un occhio più attento sicuramente non sfuggirà il considerevole lavoro svolto per ricreare l'ambientazione, purtroppo essa è leggermente svalutata dall'atmosfera poco seriosa che aleggia, che soprattutto fa percepire poco il cambiamento del principe-lama Kuzko attorno a cui gira tutta la storia. Tardiva, innocua e forzata appare inoltre la liberatoria sparlata di Yzma ai danni del gigantone per farlo reagire, anche se l'hanno risolta magnificamente. Ottimo il doppiaggio, il trio Marchesini-Nervi-Kessisoglu danno prova di impegno, e nonostante qualche tentennamento iniziale il risultato è molto apprezzabile.
Come dire... è certamente un classico moderno che va visto a cervello spento, ma al contrario di altri questo davvero se lo merita. Non un capolavoro, ma apprezzabile da tutti e non mancherà di far affezionare il suo pubblico.
Il potenziale "difetto" del cartone animato Disney è che non solo manca di canzoni e non è ispirata ad un opera letteraria, entrambe elementi che una volta davano senso alla parola "classico", ma il fatto che sia dotato di un comparto tecnico che, per quanto curato risultava solo buono già nell'anno di realizzazione, ben lontano dai fasti artistici di prodotti più vecchi, senza contare che possiede un'umorismo demenziale facilotto e con situazioni surreali fuori contesto e da prodotto televisivo senza pretese (la gag delle coscienze poi era già ampiamente antiquata). Difficile quindi paragonarlo alle altre opere, di certo si distingue dai fratelli maggiori.
Escludendo Kuzko i personaggi sono comunque tutti molto riusciti, rimangono impressi ed è questo l'importante, Pacha è sicuramente una bella persona con una splendida famiglia, Kronk un mito tutto particolare (non il solito omaccione stupido) e "la nonna brutta di Dracula" è a sua volta una strega Bacheca che amalgama bene cattiveria ed elementi buffi. Non è un caso che abbiano dedicato un sequel spin-off sui "cattivi, altro elemento ormai non più sorprendente ma che mina il vecchio concetto di "classico".
Nonostante i problemi e i rimaneggiamenti, ad un occhio più attento sicuramente non sfuggirà il considerevole lavoro svolto per ricreare l'ambientazione, purtroppo essa è leggermente svalutata dall'atmosfera poco seriosa che aleggia, che soprattutto fa percepire poco il cambiamento del principe-lama Kuzko attorno a cui gira tutta la storia. Tardiva, innocua e forzata appare inoltre la liberatoria sparlata di Yzma ai danni del gigantone per farlo reagire, anche se l'hanno risolta magnificamente. Ottimo il doppiaggio, il trio Marchesini-Nervi-Kessisoglu danno prova di impegno, e nonostante qualche tentennamento iniziale il risultato è molto apprezzabile.
Come dire... è certamente un classico moderno che va visto a cervello spento, ma al contrario di altri questo davvero se lo merita. Non un capolavoro, ma apprezzabile da tutti e non mancherà di far affezionare il suo pubblico.