Le Portrait de Petit Cossette
Curiosa miniserie OAV del 2004, pubblicata poi in Italia dalla famigerata Kazé (con un doppiaggio però in questo caso più che discreto), "Le Portrait de Petit Cossette" si fa notare più per il design ammiccante e per il look da gothic lolita della protagonista della storia. La storia in sé aveva sicuramente buone potenzialità, ma lo sceneggiatore non è riuscito a svilupparle al massimo.
Un mistero centenario, un amore tradito e maledetto dalle tinte horror. "Le Portrait de Petit Cossette" aveva tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult, ma non è stato osato abbastanza a mio avviso. Il protagonista maschile e i personaggi comprimari sono piuttosto sottoutilizzati: soprattutto queste ultime potevano essere caratterizzate meglio. In soli tre episodi era sicuramente difficile, ma non impossibile. Il rapporto tra la piccola Cossette ed il pittore che si era innamorato di lei, che lo amava a sua volta nonostante la sua giovane età, viene solo accennato, tratteggiato: in questa maniera lo spettatore rimane dunque abbastanza indifferente riguardo a ciò che era successo alla ragazzina. L'episodio finale inoltre risulta piuttosto fiacco, nonostante contenga un colpo di scena piuttosto importante. A quel punto allo spettatore non interessa nemmeno più quale sia la verità e cosa accadrà ai vari personaggi. Semplicemente accetta quello che succede con rassegnazione.
Non si può dire che "Le Portrait de Petit Cossette" sia un brutto anime, ma è sicuramente un'occasione perduta, si poteva fare di più, si poteva creare qualcosa di memorabile, ed invece solo un anime decente, ma non troppo.
Un mistero centenario, un amore tradito e maledetto dalle tinte horror. "Le Portrait de Petit Cossette" aveva tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult, ma non è stato osato abbastanza a mio avviso. Il protagonista maschile e i personaggi comprimari sono piuttosto sottoutilizzati: soprattutto queste ultime potevano essere caratterizzate meglio. In soli tre episodi era sicuramente difficile, ma non impossibile. Il rapporto tra la piccola Cossette ed il pittore che si era innamorato di lei, che lo amava a sua volta nonostante la sua giovane età, viene solo accennato, tratteggiato: in questa maniera lo spettatore rimane dunque abbastanza indifferente riguardo a ciò che era successo alla ragazzina. L'episodio finale inoltre risulta piuttosto fiacco, nonostante contenga un colpo di scena piuttosto importante. A quel punto allo spettatore non interessa nemmeno più quale sia la verità e cosa accadrà ai vari personaggi. Semplicemente accetta quello che succede con rassegnazione.
Non si può dire che "Le Portrait de Petit Cossette" sia un brutto anime, ma è sicuramente un'occasione perduta, si poteva fare di più, si poteva creare qualcosa di memorabile, ed invece solo un anime decente, ma non troppo.
Un giovane universitario che, unendo utile e dilettevole, si mantiene agli studi con un lavoro part time in un negozio d’antiquariato, una bella ragazzina ritratta in un ritratto settecentesco. Eppure il quadro ha la fama di essere maledetto, di portare sfortuna al suo possessore. Ed in effetti è così: nel quadro è prigioniera l’anima della sfortunata ragazza ivi ritratta e assassinata nel fiore degli anni dal pittore stesso. E dato che il povero ragazzo si è innamorato di lei e, allo stesso tempo, è l’incarnazione del pittore, dovrà espiare crudelmente la sua colpa, per liberare la ragazza dalla prigionia eterna.
Inizialmente il giovane accetta per amore , ma riuscirà ad andare fino in fondo? Le torture e i supplizi sono sempre più crudeli e allucinanti, ma saranno reali (si fa per dire) o esisteranno solo nella mente di lui che, magari, in realtà è malata? O, come afferma la sacerdotessa shinto sua amica, in realtà non ha nulla da espiare, ma viene solo truffato da un demone malvagio? E poi non posso non chiedermi se, in realtà, la storia abbia un senso poiché come si può amare qualcuno che ti tratta così? E poi, comunque, ha senso un amore non ricambiato? Decisamente esiste l’amore se non viene ricambiato? Tale è la contraddizione della storia che esploderà con il ripensamento di Cosette.
Certo un'ora può sembrare poco per questa storia, ma il tempo è ben sfruttato e, in fondo, abbiamo davvero una trama, anche se, data la lentezza e i pochi eventi, si potrebbe essere tentati di dire che non vi sia trama. La grafica è molto ben fatta e la regia davvero valida, cosa necessaria per un’opera simile. Buone le sigle. Un'opera interessante e fuori dagli schemi: consigliata, ma non a tutti, date le tantissime scene truculente
voto 7
Inizialmente il giovane accetta per amore , ma riuscirà ad andare fino in fondo? Le torture e i supplizi sono sempre più crudeli e allucinanti, ma saranno reali (si fa per dire) o esisteranno solo nella mente di lui che, magari, in realtà è malata? O, come afferma la sacerdotessa shinto sua amica, in realtà non ha nulla da espiare, ma viene solo truffato da un demone malvagio? E poi non posso non chiedermi se, in realtà, la storia abbia un senso poiché come si può amare qualcuno che ti tratta così? E poi, comunque, ha senso un amore non ricambiato? Decisamente esiste l’amore se non viene ricambiato? Tale è la contraddizione della storia che esploderà con il ripensamento di Cosette.
Certo un'ora può sembrare poco per questa storia, ma il tempo è ben sfruttato e, in fondo, abbiamo davvero una trama, anche se, data la lentezza e i pochi eventi, si potrebbe essere tentati di dire che non vi sia trama. La grafica è molto ben fatta e la regia davvero valida, cosa necessaria per un’opera simile. Buone le sigle. Un'opera interessante e fuori dagli schemi: consigliata, ma non a tutti, date le tantissime scene truculente
voto 7
Lei sembra Aurora, lui ha la sindrome di Dorian Gray. Un’amore così tormentato che per preservarlo potrebbe essere necessario morire. Atmosfera opprimente e angosciante bagnata da un’oscurità gotica particolarmente suggestiva. Le premesse per il gioiellino c’erano tutte, eppure in “Le portrait de Petit Cossette” che avrebbe dovuto essere “ Le portrait de la Petit Cossette”
di sbagliato non c’è solo il titolo. È sbagliata la scelta di spalmare la storia in 3 OAV da circa 33 minuti l’uno (sarebbe stato più funzionale un solo film anime standard) ed è sbagliata l’impronta narrativa sperimentale annacquata da una sceneggiatura ermetica dal dubbio simbolismo.
“Le portrait de Petit Cossette” (letteralmente “Il ritratto di Cossette"), è la storia di Eiri, un giovane studente di belle arti la cui vita cambia quando un giorno, nel negozio d’antiquariato dove lavora part-time, scorge tra gli oggetti un quadro incompiuto ritraente una bellissima fanciulla, tale Cossette. Eiri, ossessionato dalla fanciulla del quadro, se ne innamora perdutamente. Cossette si materializza chiedendo aiuto al ragazzo: vuole infatti che Eiri spezzi la maledizione che la tormenta. Quale terribile maleficio si nasconde dietro quel volto angelico?
“Le portrait de Petit Cossette” di stile ne ha da vendere. A livello registico/visivo sono molti gli spunti degni di nota da parte di Akiyuki Shinbo. L’impattante immaginario dark-gotico a tinte prevalentemente rosse e nere e la buona realizzazione tecnica sono indubbiamente punti a favore dell’opera, peccato poi il tutto si riveli niente più di un coraggioso esercizio di stile, minato da una sceneggiatura forzatamente sperimentalista. La storia è raccontata molto lentamente, il ritmo è blando, a tratti soporifero. È tutto molto fermo, si alternano piani-sequenza a più repentini cambi di inquadrature, ma le immagini che si susseguono ritraggono personaggi statici, incollati ai fondali, che muovono giusto giusto le labbra quando parlano.
La vicenda si snocciola stringata da violenti vortici onirici, e se all’inizio i tunnel oscuri di Shinbo, fatti di vetrate e scalinate scoscesi, ammaliano e coinvolgono, dopo un po’ diventano ridondanti, assumendo una funzione quasi riempitiva. Gran parte di quello che vediamo serve a poco ai fini del messaggio finale, ed una buona mezz’ora dei 105 minuti totali si potrebbe tranquillamente tagliare senza che se ne accorga nessuno.
“Le portrait de Petit Cossette” è una favola contenutisticamente molto violenta, ma mitigata nella sua forma a tratti fiabesca e poetica. Ove i fiumi di sangue che scorrono su schermo bonificano il più oscuro di tutti gli amori. Adornando uno scenario cupo ma mai disturbante.
La seguente parte contiene spoiler
Ad un certo punto si scopre che Cossette era l’amante di Marcello Orlando, il pittore del quadro, che l’ha assassinata quando era ancora una fanciulla per immortalarla in tutta la sua bellezza, senza che lo scorrere inesorabile del tempo potesse in alcun modo affievolirla. Cossette ha imprigionato l’anima di Orlando nel corpo di Eiri, così da torturarlo per vendicarsi del destino riservatogli. Quella a cui assistiamo dunque è la vendetta di una fanciulla depredata della sua vita, un vero e proprio desiderio sadico di ritorsione. Fine spoiler .
La storia non ha nulla di incomprensibile, anzi, alla fine nella sua risoluzione si è rivelata anche piuttosto banalotta. Se “Le portrait de Petit Cossette” è catalogata come opera criptica è dovuto esclusivamente ai due piani narrativi: quello reale e quello onirico; Il problema è che non sono minimamente amalgamati tra loro e non confluiranno mai per tutto l’arco narrativo, risultando uno la nemesi dell’altro. Decifrare il simbolismo delle immagini non serve a comprendere la trama, in realtà non serve a niente se non a frugare i dubbi di chi ha una curiosità invidiabile, decisamente male per un prodotto che vorrebbe fare dell’interpretazione il suo vessillo. La “storia d’amore” tra Eiri e Cossette funzionerebbe anche senza tutto quel popo di criptici fotogrammi che ci vengono sbattuti in faccia ogni due per tre. “Le portait de Petit Cossette” è una storia semplice raccontata in modo inutilmente difficile.
È quindi chiaro che siamo dinnanzi ad un esperimento fallito. Un flusso di immagini inconsistente e innegabilmente povero nel suo intreccio, capace di coinvolgere a pieno solo nei primi minuti. Peccato perché amo le fiabe a tinte fosche e l’incipit aveva creato in me ottime aspettative, ampiamente deluse. Se vi piacciono le cose ermetiche guardate “Tenshi no tamago”. Altrimenti guardate “Tenshi no tamago”.
Voto: 4
di sbagliato non c’è solo il titolo. È sbagliata la scelta di spalmare la storia in 3 OAV da circa 33 minuti l’uno (sarebbe stato più funzionale un solo film anime standard) ed è sbagliata l’impronta narrativa sperimentale annacquata da una sceneggiatura ermetica dal dubbio simbolismo.
“Le portrait de Petit Cossette” (letteralmente “Il ritratto di Cossette"), è la storia di Eiri, un giovane studente di belle arti la cui vita cambia quando un giorno, nel negozio d’antiquariato dove lavora part-time, scorge tra gli oggetti un quadro incompiuto ritraente una bellissima fanciulla, tale Cossette. Eiri, ossessionato dalla fanciulla del quadro, se ne innamora perdutamente. Cossette si materializza chiedendo aiuto al ragazzo: vuole infatti che Eiri spezzi la maledizione che la tormenta. Quale terribile maleficio si nasconde dietro quel volto angelico?
“Le portrait de Petit Cossette” di stile ne ha da vendere. A livello registico/visivo sono molti gli spunti degni di nota da parte di Akiyuki Shinbo. L’impattante immaginario dark-gotico a tinte prevalentemente rosse e nere e la buona realizzazione tecnica sono indubbiamente punti a favore dell’opera, peccato poi il tutto si riveli niente più di un coraggioso esercizio di stile, minato da una sceneggiatura forzatamente sperimentalista. La storia è raccontata molto lentamente, il ritmo è blando, a tratti soporifero. È tutto molto fermo, si alternano piani-sequenza a più repentini cambi di inquadrature, ma le immagini che si susseguono ritraggono personaggi statici, incollati ai fondali, che muovono giusto giusto le labbra quando parlano.
La vicenda si snocciola stringata da violenti vortici onirici, e se all’inizio i tunnel oscuri di Shinbo, fatti di vetrate e scalinate scoscesi, ammaliano e coinvolgono, dopo un po’ diventano ridondanti, assumendo una funzione quasi riempitiva. Gran parte di quello che vediamo serve a poco ai fini del messaggio finale, ed una buona mezz’ora dei 105 minuti totali si potrebbe tranquillamente tagliare senza che se ne accorga nessuno.
“Le portrait de Petit Cossette” è una favola contenutisticamente molto violenta, ma mitigata nella sua forma a tratti fiabesca e poetica. Ove i fiumi di sangue che scorrono su schermo bonificano il più oscuro di tutti gli amori. Adornando uno scenario cupo ma mai disturbante.
La seguente parte contiene spoiler
Ad un certo punto si scopre che Cossette era l’amante di Marcello Orlando, il pittore del quadro, che l’ha assassinata quando era ancora una fanciulla per immortalarla in tutta la sua bellezza, senza che lo scorrere inesorabile del tempo potesse in alcun modo affievolirla. Cossette ha imprigionato l’anima di Orlando nel corpo di Eiri, così da torturarlo per vendicarsi del destino riservatogli. Quella a cui assistiamo dunque è la vendetta di una fanciulla depredata della sua vita, un vero e proprio desiderio sadico di ritorsione. Fine spoiler .
La storia non ha nulla di incomprensibile, anzi, alla fine nella sua risoluzione si è rivelata anche piuttosto banalotta. Se “Le portrait de Petit Cossette” è catalogata come opera criptica è dovuto esclusivamente ai due piani narrativi: quello reale e quello onirico; Il problema è che non sono minimamente amalgamati tra loro e non confluiranno mai per tutto l’arco narrativo, risultando uno la nemesi dell’altro. Decifrare il simbolismo delle immagini non serve a comprendere la trama, in realtà non serve a niente se non a frugare i dubbi di chi ha una curiosità invidiabile, decisamente male per un prodotto che vorrebbe fare dell’interpretazione il suo vessillo. La “storia d’amore” tra Eiri e Cossette funzionerebbe anche senza tutto quel popo di criptici fotogrammi che ci vengono sbattuti in faccia ogni due per tre. “Le portait de Petit Cossette” è una storia semplice raccontata in modo inutilmente difficile.
È quindi chiaro che siamo dinnanzi ad un esperimento fallito. Un flusso di immagini inconsistente e innegabilmente povero nel suo intreccio, capace di coinvolgere a pieno solo nei primi minuti. Peccato perché amo le fiabe a tinte fosche e l’incipit aveva creato in me ottime aspettative, ampiamente deluse. Se vi piacciono le cose ermetiche guardate “Tenshi no tamago”. Altrimenti guardate “Tenshi no tamago”.
Voto: 4
Vi sono delle opere che spesso sfuggono all'attenzione del grande pubblico, ma che meriterebbero molta più considerazione in virtù della loro grande qualità e contenuti affatto banali. Tra queste opere parzialmente sconosciute si annovera "Le Portrait de Petit Cossette", un piccolo gioiello dell'horror.
"Le Portrait de Petit Cossette" è una serie d'animazione della stagione primaverile 2004 composta da 3 OAV di 38 minuti circa di durata. Dall'anime è derivato un manga omonimo nel 2004, uscito in Italia nel 2007.
Trama: Eiri Kurahashi è uno studente di Belle Arti appassionato di oggettistica d'epoca. Per unire l'utile al dilettevole, lavora in un negozio d'antiquariato. Nel corso della sua attività scopre un dipinto incompiuto del diciottesimo secolo ritraente una ragazza bionda. Eiri prova un'indescrivibile attrazione verso quel ritratto al punto da ossessionarsi. Accade che Cossette, la ragazza rappresentata in quel dipinto, si materializzi chiedendogli un aiuto poiché vittima di un'antica maledizione. Gli oggetti appartenuti in passato a Cossette uccidono i malcapitati che ne entrano in contatto. Eiri, spinto dall'amore che prova nei confronti della ragazza, decide di aiutarla a rompere la maledizione che l'affligge poiché derivata dalla morte violenta proprio quand'era nel fiore degli anni.
Grafica: per essere un prodotto del 2004 la grafica è più che buona. Le ambientazioni sono spesso cupe, tetre e rendono bene l'atmosfera gothic horror. Il livello di dettaglio è buono. Le animazioni sono molto fluide. Il character design è perfetto per il contesto.
Sonoro: nulla da eccepire sul sonoro. L'opening è epico e suggestivo. L'ending è profondo e coinvolgente. Ottimi gli OST, estremamente suggestivi. Effetti sonori degni dell'opera. L'adattamento italiano è ottimo.
Personaggi: i personaggi sono con ogni probabilità, il fiore all'occhiello dell'anime. Caratterizzazione a dir poco maniacale di ciascun personaggio, con un ottimo lavoro introspettivo e notevole cura delle reazioni umane. L'interazione è eccellente. L'evoluzione è chiaramente percepibile.
Sceneggiatura: pur essendo composta da soli 3 episodi, l'opera risulta particolarmente elaborata e complessa. La gestione temporale spesso s'alterna tra presente e passato, quest'ultimo suddiviso tra i flashback e l'azione diretta nell'epoca passata. Il ritmo è piuttosto sostenuto, poiché la mole di eventi è notevole. È presente una notevole dose di violenza fisica e psicologica (si può tranquillamente parlare di tortura), mentre il fanservice è assente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: il finale è perfetto sebbene possa non piacere a tutti. L'opera si completa e fornisce tutte le spiegazioni necessarie affinché la sua fruibilità non sia compromessa. Forse a qualcuno sarebbe piaciuto un finale leggermente più tragico e opprimente.
In sintesi: "Il ritratto di Cossette" è un'opera particolarmente avvincente e curata, un'ottima ministoria carica di pathos e colpi di scena che sa concludersi degnamente. Consigliata agli amanti del genere storico, dell'horror e del sentimentale.
"Le Portrait de Petit Cossette" è una serie d'animazione della stagione primaverile 2004 composta da 3 OAV di 38 minuti circa di durata. Dall'anime è derivato un manga omonimo nel 2004, uscito in Italia nel 2007.
Trama: Eiri Kurahashi è uno studente di Belle Arti appassionato di oggettistica d'epoca. Per unire l'utile al dilettevole, lavora in un negozio d'antiquariato. Nel corso della sua attività scopre un dipinto incompiuto del diciottesimo secolo ritraente una ragazza bionda. Eiri prova un'indescrivibile attrazione verso quel ritratto al punto da ossessionarsi. Accade che Cossette, la ragazza rappresentata in quel dipinto, si materializzi chiedendogli un aiuto poiché vittima di un'antica maledizione. Gli oggetti appartenuti in passato a Cossette uccidono i malcapitati che ne entrano in contatto. Eiri, spinto dall'amore che prova nei confronti della ragazza, decide di aiutarla a rompere la maledizione che l'affligge poiché derivata dalla morte violenta proprio quand'era nel fiore degli anni.
Grafica: per essere un prodotto del 2004 la grafica è più che buona. Le ambientazioni sono spesso cupe, tetre e rendono bene l'atmosfera gothic horror. Il livello di dettaglio è buono. Le animazioni sono molto fluide. Il character design è perfetto per il contesto.
Sonoro: nulla da eccepire sul sonoro. L'opening è epico e suggestivo. L'ending è profondo e coinvolgente. Ottimi gli OST, estremamente suggestivi. Effetti sonori degni dell'opera. L'adattamento italiano è ottimo.
Personaggi: i personaggi sono con ogni probabilità, il fiore all'occhiello dell'anime. Caratterizzazione a dir poco maniacale di ciascun personaggio, con un ottimo lavoro introspettivo e notevole cura delle reazioni umane. L'interazione è eccellente. L'evoluzione è chiaramente percepibile.
Sceneggiatura: pur essendo composta da soli 3 episodi, l'opera risulta particolarmente elaborata e complessa. La gestione temporale spesso s'alterna tra presente e passato, quest'ultimo suddiviso tra i flashback e l'azione diretta nell'epoca passata. Il ritmo è piuttosto sostenuto, poiché la mole di eventi è notevole. È presente una notevole dose di violenza fisica e psicologica (si può tranquillamente parlare di tortura), mentre il fanservice è assente. I dialoghi sono ottimi.
Finale: il finale è perfetto sebbene possa non piacere a tutti. L'opera si completa e fornisce tutte le spiegazioni necessarie affinché la sua fruibilità non sia compromessa. Forse a qualcuno sarebbe piaciuto un finale leggermente più tragico e opprimente.
In sintesi: "Il ritratto di Cossette" è un'opera particolarmente avvincente e curata, un'ottima ministoria carica di pathos e colpi di scena che sa concludersi degnamente. Consigliata agli amanti del genere storico, dell'horror e del sentimentale.
"Le Portrait de Petit Cossette" è un anime che si compone di soli tre OAV della durata di 38 minuti circa, datato 2004; dal suddetto anime è stato poi tratto, successivamente, un manga di Asuka Katsura, nota per Blood +.
Sono stata principalmente attratta dall'atmosfera gotica presente in quest'anime, nonché dalla trama che sembrava essere interessante - questo l'ho pensato leggendo l'introduzione, poi mi sono dovuta ricredere su tutta la linea.
Ma parliamo innanzitutto della trama (?) basilare di quest'anime, dopodiché passerò alle considerazioni personali. Il protagonista della drammatica vicenda è Eiri Kurahashi, che studia all'Accademia delle Belle Arti di Tokyo; egli lavora part-time presso un negozio di antiquariato, ed è proprio in questo luogo che inizia (in realtà non è mai iniziata, poiché la trama è quasi inesistente) la storia che lo avvilupperà in incubi e sogni a occhi aperti, onirici, allucinanti, psichedelici.
Egli scopre un dipinto che risale al diciottesimo secolo e che ritrae una bellissima fanciulla bionda, ovvero la nostra Cossette dai tristi occhi azzurri. Cossette, la bella fanciulla del ritratto, gli chiede aiuto; lui ne è già perdutamente innamorato.
Ma cosa accadde realmente a Cossette secoli prima? Perché gli occhi azzurri di questa fanciulla così bella sono tristi? Qual è stato il suo malinconico destino? Questi sono i maggiori interrogativi che lo spettatore avrà guardando quest'anime.
Ora, se escludiamo i, senza alcun dubbio, bei disegni e la magnifica atmosfera gotica che si respira scena dopo scena, in "Le Portrait de Petit Cossette" non rimane assolutamente nulla di consistente, nemmeno di vagamente tangibile.
L'anime ha una storia che non si rivela tale; la trama c'è ma non prosegue, e se prosegue lo fa molto lentamente, e in modo altrettanto lento, trascinandosi inutile scena dopo inutile scena in un crescendo di immagini oniriche al limite tra la realtà e l'irrealtà.
Difatti il problema principale è che la trama non c'è, e se c'è non è affatto comprensibile.
Le scene si susseguono e con il loro proseguire aumenta la confusione nella mente di chi guarda, dato che non si riesce a capire ciò che sta succedendo, per quale motivo, e se si tratti di un'altra allucinazione del protagonista o di una miscela di realtà e di irrealtà; ma che almeno venga fatto bene, come si deve, rispettando delle regole che facciano comprendere pienamente a chi guarda tutto ciò che sta accadendo, altrimenti le scene finiscono per risultare talmente incomprensibili da restare soltanto un mucchio di disegni e belle parole, nient'altro.
La cornice ha la sua importanza, e può essere di certo meravigliosa, ma se all'interno della cornice non v'è nulla allora un quadro rimane una tela vuota con una bellissima cornice dorata che lo attornia. Essenzialmente trovo che "Le Portrait de Petit Cossette" sia questo, e che un ottimo spunto sia stato utilizzato veramente male e in modo assai superficiale, condendo i tre OAV di cui è composto l'anime di colate di sangue, schizzi di sangue, macchie di sangue che appaiono come il collante dell'intera vicenda che lega drammaticamente la bellissima Cossette a Eiri. Escludiamo i doni dark, le tinte scure, la drammaticità che si respira e il gotico ovunque; noi spettatori ci ritroveremo davanti un prodotto che poteva essere ciò che non è stato, ovvero un capolavoro, o comunque un ottimo prodotto. Invece "Le Portrait de Petit Cossette" è un prodotto di media qualità, e il mio voto è tale unicamente per l'atmosfera che si respira e che colpisce davvero moltissimo.
<b>(Inizio degli Spoiler)</b> Inoltre, vi è un punto della trama in cui si scade nella banalità assoluta. Ovvero quando si scopre com'è veramente morta la bellissima Cossette, uccisa dall'uomo che amava, un pittore di nome Marcello. Egli la uccise per conservare eternamente la sua innata bellezza, in modo che ella non cambiasse e che non invecchiasse mai, ingannando perfino il tempo. Egli l'amava follemente, e anche lei amava dolcemente lui, ma ciò non lo fermò dall'assassinarla e dal porre fine alla sua giovane vita, privandola della stessa. In tutta sincerità ho trovato questa parte abbastanza scontata, parecchio melensa e forzatamente angosciante. Il fatto che per ingannare il tempo e non invecchiare mai - così da preservare la giovinezza - sia necessario morire è ovvio, poiché smettendo di vivere non si invecchia, e ciò significa che per i morti il tempo si blocca come un orologio che smette di ticchettare. Non vi ricorda forse un certo, maledetto e bellissimo Dorian Gray, o è solamente la mia immaginazione a fare brutti scherzi? Effettivamente, mi ricorda fin troppo la vicenda di Dorian e del modo in cui egli si lasciò soggiogare dal male, imprigionando la propria bellezza per sempre e lasciando che il quadro invecchiasse al suo posto. Comunque, non è per questa somiglianza che l'anime ha avuto tale voto, bensì per la trama.<b>(Fine degli Spoiler)</b>
In linea generale consiglio quest'anime a chi ama i toni cupi, dark, misteriosi, nonché lo stile gotico che affascina enormemente. Lo sconsiglio invece a chi cerca sì una trama misteriosa ma anche costruita in modo concreto; in quest'anime non vi è nulla di concreto. Ogni accadimento appare fittizio, completamente immaginato dal protagonista. E quando non lo è, fatichiamo a riconoscere la differenza sostanziale tra realtà e irrealtà, confondendoci.
Sono stata principalmente attratta dall'atmosfera gotica presente in quest'anime, nonché dalla trama che sembrava essere interessante - questo l'ho pensato leggendo l'introduzione, poi mi sono dovuta ricredere su tutta la linea.
Ma parliamo innanzitutto della trama (?) basilare di quest'anime, dopodiché passerò alle considerazioni personali. Il protagonista della drammatica vicenda è Eiri Kurahashi, che studia all'Accademia delle Belle Arti di Tokyo; egli lavora part-time presso un negozio di antiquariato, ed è proprio in questo luogo che inizia (in realtà non è mai iniziata, poiché la trama è quasi inesistente) la storia che lo avvilupperà in incubi e sogni a occhi aperti, onirici, allucinanti, psichedelici.
Egli scopre un dipinto che risale al diciottesimo secolo e che ritrae una bellissima fanciulla bionda, ovvero la nostra Cossette dai tristi occhi azzurri. Cossette, la bella fanciulla del ritratto, gli chiede aiuto; lui ne è già perdutamente innamorato.
Ma cosa accadde realmente a Cossette secoli prima? Perché gli occhi azzurri di questa fanciulla così bella sono tristi? Qual è stato il suo malinconico destino? Questi sono i maggiori interrogativi che lo spettatore avrà guardando quest'anime.
Ora, se escludiamo i, senza alcun dubbio, bei disegni e la magnifica atmosfera gotica che si respira scena dopo scena, in "Le Portrait de Petit Cossette" non rimane assolutamente nulla di consistente, nemmeno di vagamente tangibile.
L'anime ha una storia che non si rivela tale; la trama c'è ma non prosegue, e se prosegue lo fa molto lentamente, e in modo altrettanto lento, trascinandosi inutile scena dopo inutile scena in un crescendo di immagini oniriche al limite tra la realtà e l'irrealtà.
Difatti il problema principale è che la trama non c'è, e se c'è non è affatto comprensibile.
Le scene si susseguono e con il loro proseguire aumenta la confusione nella mente di chi guarda, dato che non si riesce a capire ciò che sta succedendo, per quale motivo, e se si tratti di un'altra allucinazione del protagonista o di una miscela di realtà e di irrealtà; ma che almeno venga fatto bene, come si deve, rispettando delle regole che facciano comprendere pienamente a chi guarda tutto ciò che sta accadendo, altrimenti le scene finiscono per risultare talmente incomprensibili da restare soltanto un mucchio di disegni e belle parole, nient'altro.
La cornice ha la sua importanza, e può essere di certo meravigliosa, ma se all'interno della cornice non v'è nulla allora un quadro rimane una tela vuota con una bellissima cornice dorata che lo attornia. Essenzialmente trovo che "Le Portrait de Petit Cossette" sia questo, e che un ottimo spunto sia stato utilizzato veramente male e in modo assai superficiale, condendo i tre OAV di cui è composto l'anime di colate di sangue, schizzi di sangue, macchie di sangue che appaiono come il collante dell'intera vicenda che lega drammaticamente la bellissima Cossette a Eiri. Escludiamo i doni dark, le tinte scure, la drammaticità che si respira e il gotico ovunque; noi spettatori ci ritroveremo davanti un prodotto che poteva essere ciò che non è stato, ovvero un capolavoro, o comunque un ottimo prodotto. Invece "Le Portrait de Petit Cossette" è un prodotto di media qualità, e il mio voto è tale unicamente per l'atmosfera che si respira e che colpisce davvero moltissimo.
<b>(Inizio degli Spoiler)</b> Inoltre, vi è un punto della trama in cui si scade nella banalità assoluta. Ovvero quando si scopre com'è veramente morta la bellissima Cossette, uccisa dall'uomo che amava, un pittore di nome Marcello. Egli la uccise per conservare eternamente la sua innata bellezza, in modo che ella non cambiasse e che non invecchiasse mai, ingannando perfino il tempo. Egli l'amava follemente, e anche lei amava dolcemente lui, ma ciò non lo fermò dall'assassinarla e dal porre fine alla sua giovane vita, privandola della stessa. In tutta sincerità ho trovato questa parte abbastanza scontata, parecchio melensa e forzatamente angosciante. Il fatto che per ingannare il tempo e non invecchiare mai - così da preservare la giovinezza - sia necessario morire è ovvio, poiché smettendo di vivere non si invecchia, e ciò significa che per i morti il tempo si blocca come un orologio che smette di ticchettare. Non vi ricorda forse un certo, maledetto e bellissimo Dorian Gray, o è solamente la mia immaginazione a fare brutti scherzi? Effettivamente, mi ricorda fin troppo la vicenda di Dorian e del modo in cui egli si lasciò soggiogare dal male, imprigionando la propria bellezza per sempre e lasciando che il quadro invecchiasse al suo posto. Comunque, non è per questa somiglianza che l'anime ha avuto tale voto, bensì per la trama.<b>(Fine degli Spoiler)</b>
In linea generale consiglio quest'anime a chi ama i toni cupi, dark, misteriosi, nonché lo stile gotico che affascina enormemente. Lo sconsiglio invece a chi cerca sì una trama misteriosa ma anche costruita in modo concreto; in quest'anime non vi è nulla di concreto. Ogni accadimento appare fittizio, completamente immaginato dal protagonista. E quando non lo è, fatichiamo a riconoscere la differenza sostanziale tra realtà e irrealtà, confondendoci.
Le Portrait de Petit Cossette è una favola dark molto bella che alla fine lascia l'amaro in bocca.
Lo spettatore viene rapito subito dai disegni e dallo stile con le meravigliose musiche che lo catapultano all'istante nell'atmosfera gotica che fa da padrona in tutti e tre gli OAV.
Il lato negativo è la trama: è troppo incasinata per riscire a capirci qualcosa, escludendo la storia di fondo che si capisce già dai primi minuti del primo episodio; lo spettatore, in questo modo, continua a vedere gli episodi senza capirci un granché, perso ormai nella complessità onirica dei sogni del protagonista Eiri e nella drammaticità che emana, solo guardandola, la piccola Cossette.
E' presente anche una buona dose di sangue, mai eccessivo, che fa da "collante" alle vicende.
Il finale non conclude la storia, ma anzi lascia molti interrogativi in sospeso.
I disegni sono bellissimi, molto fluidi e mai invadenti e, insieme a un doppiaggio che esalta al meglio le emozioni, accompagnano lo spettatore per tutta la durata dei tre episodi.
Lo spettatore viene rapito subito dai disegni e dallo stile con le meravigliose musiche che lo catapultano all'istante nell'atmosfera gotica che fa da padrona in tutti e tre gli OAV.
Il lato negativo è la trama: è troppo incasinata per riscire a capirci qualcosa, escludendo la storia di fondo che si capisce già dai primi minuti del primo episodio; lo spettatore, in questo modo, continua a vedere gli episodi senza capirci un granché, perso ormai nella complessità onirica dei sogni del protagonista Eiri e nella drammaticità che emana, solo guardandola, la piccola Cossette.
E' presente anche una buona dose di sangue, mai eccessivo, che fa da "collante" alle vicende.
Il finale non conclude la storia, ma anzi lascia molti interrogativi in sospeso.
I disegni sono bellissimi, molto fluidi e mai invadenti e, insieme a un doppiaggio che esalta al meglio le emozioni, accompagnano lo spettatore per tutta la durata dei tre episodi.
Questo anime si ambienta in epoca contemporanea ed è di genere soprannaturale, romantico, giallo. Parla di un ragazzo che aiuta al lavoro in un negozio di antiquariato della famiglia. Riflesso in un bicchiere, scopre che è racchiusa l'anima di una bella ragazza vissuta secoli prima, di nome Cosette. Per la verità non sarà chiaro se sia una allucinazione del ragazzo o se sia davvero esistente questo spirito nel bicchiere. L'anima di Cosette non può riposare in pace a causa del fatto che è stata assassinata dal suo fidanzato e pittore personale, Marcello, in un raptus di follia. Per vendicarsi, Cosette farà rivivere l'anima di Marcello nel nostro protagonista, e su di lui scaglierà diverse torture. La maledizione inoltre sarà portata avanti anche dagli oggetti dell'epoca che hanno assistito al delitto.
Mi rendo conto che è difficile raccontare la trama, in quanto non è affatto chiara per tutto il corso dei tre OAV. Dette queste parole, il resto della storia è un susseguirsi di immagini allucinatorie, violente, perverse, surreali, dove chi guarda si trova smarrito e non capisce il senso. Tutto diventa estremamente metaforico e fino alla fine compresa, non è chiaro che cosa sia accaduto. <b>[Attenzione, spoiler!]</b> Si comprende solo che la ragazza non è la vera Cosette, ma il suo ritratto. Scoperto questo, il ragazzo riuscirà ad uscire dalla maledizione. <b>[Fine spoiler.]</b>
A livello tecnico, questo anime sembra una sorta di sperimentazione di sceneggiature, inquadrature, grafica. Si trovano immagini di computer grafica di ogni tipo, inquadrature strane, brevi fotogrammi, rapidi passaggi di scena, giochi di luci e colori. Le immagini di computer grafica non sono ben fatte comunque, troppo scarne e prive di dettagli. E questi "esperimenti", queste inquadrature, flashes, scene allucinatorie metaforiche, lasciano lo spettatore nella noia, non riuscendo a comprendere nulla, e infastidendo anche da un punto di vista fisico la visione. Neanche le musiche hanno niente di memorabile. Unica figura suggestiva che lascia traccia, è questa Cosette, che sembra una bambolina di porcellana, dolce, a cui hanno strappato la vita. Di nuovo si rivede il tema shakespeariano che l'amore perfetto può esistere solo se troncato dalla morte.
Sarebbe potuto esser interessante se fosse durato 30-40 minuti, se fosse stato un corto. Ma un anime lungo come un film di tre tempi, fatto interamente di allucinazioni incomprensibili, è davvero pesante. Peccato, mi aspettavo meglio. Voto: mediocre.
Mi rendo conto che è difficile raccontare la trama, in quanto non è affatto chiara per tutto il corso dei tre OAV. Dette queste parole, il resto della storia è un susseguirsi di immagini allucinatorie, violente, perverse, surreali, dove chi guarda si trova smarrito e non capisce il senso. Tutto diventa estremamente metaforico e fino alla fine compresa, non è chiaro che cosa sia accaduto. <b>[Attenzione, spoiler!]</b> Si comprende solo che la ragazza non è la vera Cosette, ma il suo ritratto. Scoperto questo, il ragazzo riuscirà ad uscire dalla maledizione. <b>[Fine spoiler.]</b>
A livello tecnico, questo anime sembra una sorta di sperimentazione di sceneggiature, inquadrature, grafica. Si trovano immagini di computer grafica di ogni tipo, inquadrature strane, brevi fotogrammi, rapidi passaggi di scena, giochi di luci e colori. Le immagini di computer grafica non sono ben fatte comunque, troppo scarne e prive di dettagli. E questi "esperimenti", queste inquadrature, flashes, scene allucinatorie metaforiche, lasciano lo spettatore nella noia, non riuscendo a comprendere nulla, e infastidendo anche da un punto di vista fisico la visione. Neanche le musiche hanno niente di memorabile. Unica figura suggestiva che lascia traccia, è questa Cosette, che sembra una bambolina di porcellana, dolce, a cui hanno strappato la vita. Di nuovo si rivede il tema shakespeariano che l'amore perfetto può esistere solo se troncato dalla morte.
Sarebbe potuto esser interessante se fosse durato 30-40 minuti, se fosse stato un corto. Ma un anime lungo come un film di tre tempi, fatto interamente di allucinazioni incomprensibili, è davvero pesante. Peccato, mi aspettavo meglio. Voto: mediocre.
Eiri Kuruhashi è un giovane studente di Belle Arti che lavora part-time in un negozio d'antiquariato. Pur conoscendo molte ragazze è ancora single, e passa le sue giornate con gli amici. Ma da un certo punto in poi Eiri comincerà a non farsi più vedere, passando tutto il suo tempo nel negozio. Il motivo sembrano essere dei nuovi oggetti presi dal magazzino, esercitanti una notevole influenza sul suo comportamento. Gli oggetti infatti possiedono l'anima di Cosette, ragazzina morta secoli prima in circostanze misteriose. Innamorato perdutamente per lei, Eiri sarà a dir poco ossessionato da lei, ma imparerà ben presto quale sia il prezzo per l'amore di Cosette. Oh, che dire su Le portrait de petit Cosette? Tutto e nulla. Potrei bollarlo semplicemente come un cartone discreto, per alcuni ma non per quasi tutti, ma credo che meriti un'osservazione più approfondita. Partiamo dalla lunghezza. La serie è breve (tre puntate da poco più di trenta minuti ciascuna), ma l'impressione, che in realtà è più una sensazione, è che i tempi siano stati addirittura un po' dilatati. Cosette ha molte scene semi oniriche, quasi psichedeliche, di sicuro di un gotico assurdo, che in certi momenti, per quanto belle stilisticamente, allungano un po' il brodo, tanto che ho l'impressione che accorciando un po' i tempi, e soprattutto eliminando un po' di scene inutili, la trama sarebbe stata più sbrigativa ma anche più compatta, considerando che spesso si fatica a capire cosa stia succedendo. E alla fine del tutto, molti dei misteri non vengono risolti. Se questo sia un bene o un male potete deciderlo solo voi, a me ha dato una leggera sensazione d'incompletezza, causata ancora da questo voler essere a tutti i costi enigmatici. In quanto ai personaggi, Cosette non è male, anche se soffre anche lei di questa sindrome "non ti faccio capire un cazzo"; neppure Eiri è male come personaggio, ma lui agisce in maniera contraddittoria, secondo me (chi vedrà capirà); gli altri sono puramente secondari. Comunque, a dispetto di quanto ho detto finora, se vi piace il gothic la serie potrebbe anche prendervi, dopotutto, a me tutto sommato non è dispiaciuta. Senza contare che graficamente è davvero ammaliante. Nonostante siano solo tre episodi, certe volte ho avuto l'impressione che la qualità non fosse tanto elevata quanto ci si sarebbe aspettati da un anime di questa brevità, ma in generale anche questi momenti di calo effettivo sono compensati ampiamente dallo stile visivo, con inquadrature ardite e scenografie stranianti, permeate da un forte senso mortifero. Ancora, qui sono i gusti personali ad imperare, su se possano piacervi o no. Personalmente ho trovato molte scene davvero accattivanti. Due parole per la colonna sonora, davvero valida, specie per il tema cantato. In sintesi, un cartone senza difetti particolari se non forse una eccessiva pretesa di ermetismo, che se per certi versi dà fascino alla trama, per altri la rende difficoltosa da seguire. E un paio di note finali:
1- In un contesto tanto curato nella forma, stona decisamente che il titolo sia scritto in maniera erronea (non ripasso francese da un po', ma se non erro andrebbe scritto "Le portrait de la petite Cosette")...
2- Ora, Cosette è bella, ma porca vacca, doveva essere COSÌ lolicon? Sembra una bambina delle medie, a voler essere buoni, tanto che dubito che qualche spettatore occidentale possa trovarla un oggetto erotico (l'amore del protagonista è puramente emotivo, sia chiaro; forse anche troppo).
Voto: 7,5
1- In un contesto tanto curato nella forma, stona decisamente che il titolo sia scritto in maniera erronea (non ripasso francese da un po', ma se non erro andrebbe scritto "Le portrait de la petite Cosette")...
2- Ora, Cosette è bella, ma porca vacca, doveva essere COSÌ lolicon? Sembra una bambina delle medie, a voler essere buoni, tanto che dubito che qualche spettatore occidentale possa trovarla un oggetto erotico (l'amore del protagonista è puramente emotivo, sia chiaro; forse anche troppo).
Voto: 7,5
Una delle produzioni nipponiche più originali di questi ultimi anni e, proprio per questo, difficile da comprendere. Non mi stupisco di leggere critiche negative da parte di altri utenti, a mio parere un po' superficiali e forse troppo abituati alle produzioni standard trasmesse in televisione. Come tutte le opere "difficili", anche Cosette va guardata con l'occhio giusto... In questo caso direi letteralmente. Sì, perché è l'aspetto visivo che pervade l’intera storia, immagini oniriche dapprima brevi e sporadiche, che via via prendono il sopravvento catturando il protagonista così come lo spettatore. Un caleidoscopio di luci e colori, il mondo di cristallo in cui vive lo spettro della ragazzina, con tutti i suoi riflessi, le sue ombre e le sue sfaccettature. Lo stile variopinto e curato dei fondali e degli oggetti ricorda un po' Il Conte di Montecristo, serie animata dello studio Gonzo risalente allo stesso periodo. Ma tornando alla nostra storia, inizialmente Eiri Kurahashi osserva questo universo parallelo solo attraverso la superficie del bicchiere come se fosse una finestra, poi, man mano che il suo legame con Cosette cresce, ne diventa parte integrante, finendo addirittura per assumere il ruolo di Marcello Orlando, l’artista amante che, nel lontano passato, la assassinò generando e alla maledizione. Il tema dello spirito che porta l’essere umano alla pazzia imprigionandolo in un mondo distorto sembra quasi voler citare Shining, il capolavoro di Stanley Kubrick. Nel secondo e terzo episodio soprattutto, i contatti con la "realtà" diventano sempre più labili e la trama stessa assume i contorni sfocati e confusi di un sogno, disorientando volutamente lo spettatore. Impossibile non venirne assorbiti. E come in ogni illusione che si rispetti, i simboli giocano un ruolo fondamentale: la candela portatrice di luce che la fanciulla tiene sempre in mano, la ferita sul petto del protagonista crocifisso, a causa dal sentimento straziante, la torre su cui entrambi si arrampicano e dove lui tenta di farle il ritratto, una monumentale rappresentazione di Cosette stessa idealizzata. Alla fine, si scopre che il fantasma altri non è che l'immagine di bellezza concepita (e immortalata) secoli prima dall'artista Marcello Orlando, un'immagine perfetta e immutabile ma al contempo fredda e distaccata. Solo un sentimento ancora più intenso, il sangue che il protagonista utilizza per dipingere il quadro, potrà spezzare il maleficio, restituendole l’umanità perduta e la libertà. Tutta la narrazione è sostenuta da una poderosa colonna sonora, che ben sottolinea l’atmosfera gotica, malinconica e onirica. Unico appunto: dopo tanta minuziosa perfezione tecnica, possibile che nessuno nello staff abbia trovato 5 minuti per aprire un dizionario di francese e scrivere il nome e il titolo in maniera corretta?
<b>Attenzione! Recensione semiseria poco poco sploilerosa.</b>
Mado’ che casino che è ’sta roba. Anche se… vi svelerò un segreto – alla fine non è che un grosso melodrammone strappalacrime. Però giustamente tu dici: Che palle! E allora ci frulliamo pure Oscar Wilde, l’estetismo, un po’ di gotico, un bel po’ di surrealismo, tanto lolicon e soprattutto un mucchio di pippe mentali artistico-adolescenziali derivate dall’eccessivo accumulo di testosterone non sfogato. Così da un bicchiere spunta questa bambinetta che fa perdere la testa al nostro pedofilo (scherzo… in realtà è un amore molto profondo e lacrimoso – fin troppo; da diabete) che finirà per riscoprirsi la reincarnazione del ritrattista della piccola lolita, il quale l’ha uccisa perchè era una specie di Dorian Gray al contrario (pittore e non soggetto). Quindi il nostro ossessionato protagonista passerà – per la sua espiazione amorosa – dallo stato di mostro indemoniato a quello di masochista estremo, perdendo nel corso dei 3 OAV un Oceano Pacifico di sangue – ma resterà vivo lo stesso, che c’entra!? Poi si deprimerà da morire: perché non riuscirà a dipingere gli occhioni dolci della sua amata, perché sarà geloso del di lei precedente amante che era più bravo di lui, e pure le numerose tizie che ronzano inspiegabilmente attorno al negozio d’antiquariato si dispereranno per il caro schizzato, perché non mangia bene e dorme poco e tutte queste cose.
Ora, le visioni del mondo onirico sono davvero molto ispirate e assolutamente riuscite, e anche le atmosfere goticheggianti sono decisamente suggestive, complice anche una realizzazione tecnica di buon livello. Inoltre alcuni espedienti registici e del montaggio sanno tanto di Eva (la chiamiamo libera ispirazione?), non troppo insistiti e che fa sempre piacere ricordare. Tuttavia quello che svilisce molto la visione è il rapporto fra i due assolutamente eccessivo, con situazioni troppo tirate e da amore romanticissimo stile Se-io-morissi-tu-moriresti-con-me? – Du coglio...
Mettiamoci anche che la riflessione profondamente estetica a cui approda il senso dell’opera è pochissimo originale (tutto già detto e ammirato nell’arte e nella letteratura di fine ottocento, e nelle espressioni e speculazioni che ne sono seguite) e che tutti quei personaggi femminili di contorno sono – escluso uno – essenzialmente inutili, l’opera cala vistosamente come freschezza, diventando a tratti trita ed eccessivamente pretenziosa. Concentrandosi solo nello splendido universo surreale e simbolico, gli OAV avrebbero osato seriamente molto di più e sarebbero stati più convincenti e inconsueti. Così resta piacevole ma anche stucchevole, e sa troppo di già detto. E non arriva al sette pieno.
Mado’ che casino che è ’sta roba. Anche se… vi svelerò un segreto – alla fine non è che un grosso melodrammone strappalacrime. Però giustamente tu dici: Che palle! E allora ci frulliamo pure Oscar Wilde, l’estetismo, un po’ di gotico, un bel po’ di surrealismo, tanto lolicon e soprattutto un mucchio di pippe mentali artistico-adolescenziali derivate dall’eccessivo accumulo di testosterone non sfogato. Così da un bicchiere spunta questa bambinetta che fa perdere la testa al nostro pedofilo (scherzo… in realtà è un amore molto profondo e lacrimoso – fin troppo; da diabete) che finirà per riscoprirsi la reincarnazione del ritrattista della piccola lolita, il quale l’ha uccisa perchè era una specie di Dorian Gray al contrario (pittore e non soggetto). Quindi il nostro ossessionato protagonista passerà – per la sua espiazione amorosa – dallo stato di mostro indemoniato a quello di masochista estremo, perdendo nel corso dei 3 OAV un Oceano Pacifico di sangue – ma resterà vivo lo stesso, che c’entra!? Poi si deprimerà da morire: perché non riuscirà a dipingere gli occhioni dolci della sua amata, perché sarà geloso del di lei precedente amante che era più bravo di lui, e pure le numerose tizie che ronzano inspiegabilmente attorno al negozio d’antiquariato si dispereranno per il caro schizzato, perché non mangia bene e dorme poco e tutte queste cose.
Ora, le visioni del mondo onirico sono davvero molto ispirate e assolutamente riuscite, e anche le atmosfere goticheggianti sono decisamente suggestive, complice anche una realizzazione tecnica di buon livello. Inoltre alcuni espedienti registici e del montaggio sanno tanto di Eva (la chiamiamo libera ispirazione?), non troppo insistiti e che fa sempre piacere ricordare. Tuttavia quello che svilisce molto la visione è il rapporto fra i due assolutamente eccessivo, con situazioni troppo tirate e da amore romanticissimo stile Se-io-morissi-tu-moriresti-con-me? – Du coglio...
Mettiamoci anche che la riflessione profondamente estetica a cui approda il senso dell’opera è pochissimo originale (tutto già detto e ammirato nell’arte e nella letteratura di fine ottocento, e nelle espressioni e speculazioni che ne sono seguite) e che tutti quei personaggi femminili di contorno sono – escluso uno – essenzialmente inutili, l’opera cala vistosamente come freschezza, diventando a tratti trita ed eccessivamente pretenziosa. Concentrandosi solo nello splendido universo surreale e simbolico, gli OAV avrebbero osato seriamente molto di più e sarebbero stati più convincenti e inconsueti. Così resta piacevole ma anche stucchevole, e sa troppo di già detto. E non arriva al sette pieno.
Prodotto buono in partenza, disegni azzeccati per un'atmosfera che fin dal primo episodio è andante gotica. Si alternano immagini della vita reale del protagonista ed immagini di vita quotidiana dello spirito della ragazza rinchiusa in un bicchiere di cristallo di cui lui si infatua. Credo, come già è stato detto, che l'anime verta in due contrapposte direzioni. L'amore superficiale(ma dolorosissimo se non ricambiato) che il ragazzo prova per Cossette (lo spirito biondo) e l'amore reale, quello fatto di vita vissuta insieme per l'altra ragazza. Questa spaccatura fra i due modi di amare è totalmente voluta, proprio per farne intendere a chi guarda la differenza sostanziale, nel complesso mi è piaciuto.
Fresca fresca, dopo aver letto il manga prestatomi da un'amica, ho pensato di guardarmi anche questi tre OAV.
Li ho guardati tutti d'un fiato e devo ammettere di esserci rimasta quasi male, perché proprio non mi sono piaciuti. Niente da dire contro i disegni, ma la trama, se c'è, è veramente e assurdamente incasinata: difficile che qualcuno ci capisca qualcosa senza aver letto il manga, che pur essendo abbastanza diverso è necessario per comprendere appieno l'anime. O per lo meno, questa è stata la mia impressione.
Consigliato a chi ama particolarmente gli scenari "goticheggianti" o a chi proprio vuole perdere un'oretta e mezzo davanti allo schermo.
Li ho guardati tutti d'un fiato e devo ammettere di esserci rimasta quasi male, perché proprio non mi sono piaciuti. Niente da dire contro i disegni, ma la trama, se c'è, è veramente e assurdamente incasinata: difficile che qualcuno ci capisca qualcosa senza aver letto il manga, che pur essendo abbastanza diverso è necessario per comprendere appieno l'anime. O per lo meno, questa è stata la mia impressione.
Consigliato a chi ama particolarmente gli scenari "goticheggianti" o a chi proprio vuole perdere un'oretta e mezzo davanti allo schermo.
Devo dire che quest'anime mi ha lasciato alquanto perplessa, i disegni sono molto buoni, ma la storia si segue con difficoltà, troppe immagini oniriche che guastano l'evolversi dei fatti. Però i vestiti gothic lolita di Cossette mi hanno davvero entusiasmato. Se fosse stato meno sconclusionato nelle imamgini avrebbe meritato sicuramente un nove, ma comunque un bel prodotto, da vedere almeno due volte.
Le Portrait de Petit Cossette è un anime strano. La trama in sè è abbastanza semplice: Eiri, che lavora in un negozio di antiquariato e dalla grande vena artistica, si innamora dello spirito di una ragazza (Cossette) che vede dapprima in un bicchiere, poi in un dipinto. Ciò che è complesso è seguire la storia nel suo evolversi: principalmente questa prosegue normalmente nel mondo reale, ma poi quando i due protagonisti si incontrano è un susseguirsi di immagini oniriche e simboliche spesso difficili da carpire. La regia quindi è del tutto particolare, ma comunque buona. La grafica in se non è eccezionale anch'essa, ma rimane sempre su discreti livelli di qualità. Di certo è un prodotto particolare, un misto di gotico, horror, amore e simbolismo, che merita una visione (in fondo sono solo 3 episodi) proprio per il suo essere speciale.
Un bell'Horror dalle forti tinte, gotiche ed oniriche.
L'horror, cos'è? Spesso per horror si intende un genere diverso con folli omicidi o mostri orribili, con morti ammazzati ovunque. Beh lasciatemelo dire, quello è un banale carrozzone. L'horror, visto in questo anime è invece ben altro.
Il protagonista viene sedotto e divorato da un fantasma che si cela in un dipinto. Il fantasma di una ragazza uccisa, la cui anima ora ridotta ad uno spettro vendicativo, ammalia ed imprigiona gli uomini per far patire loro il dolore della morte che lei ha subito secoli prima. Durante la visione vedremo il protagonista sprofondare nella pazzia, in un mondo falso e distorto e l'impossibilità dell'uscirne.
Un horror più metafisico, mentale, se vogliamo, ma mille volte più terribile di Freddy Krueger. Con quel film però ci sono ben più di un punto di contatto, c'è la fusioe tra realtà ed incubo, con il mondo reale, che si richiude come una prigione intorno al protagonista fino a diventare un vasto quadro dipinto e crudele, un inferno dove l'uomo deve scontare in eterno il supplizio che subì la ragazza la cui anima è ora intrappolata nel quadro.
Sicuramente da vedere (a luci spente brrrrrrr~)
L'horror, cos'è? Spesso per horror si intende un genere diverso con folli omicidi o mostri orribili, con morti ammazzati ovunque. Beh lasciatemelo dire, quello è un banale carrozzone. L'horror, visto in questo anime è invece ben altro.
Il protagonista viene sedotto e divorato da un fantasma che si cela in un dipinto. Il fantasma di una ragazza uccisa, la cui anima ora ridotta ad uno spettro vendicativo, ammalia ed imprigiona gli uomini per far patire loro il dolore della morte che lei ha subito secoli prima. Durante la visione vedremo il protagonista sprofondare nella pazzia, in un mondo falso e distorto e l'impossibilità dell'uscirne.
Un horror più metafisico, mentale, se vogliamo, ma mille volte più terribile di Freddy Krueger. Con quel film però ci sono ben più di un punto di contatto, c'è la fusioe tra realtà ed incubo, con il mondo reale, che si richiude come una prigione intorno al protagonista fino a diventare un vasto quadro dipinto e crudele, un inferno dove l'uomo deve scontare in eterno il supplizio che subì la ragazza la cui anima è ora intrappolata nel quadro.
Sicuramente da vedere (a luci spente brrrrrrr~)
Anime dalla trama stra-incasinata ne ho visti tanti, ma vi giuro che alla fine della visione del primo di 3 OAV (in giapponese subbato in italiano) mi sentivo quasi infastidito. Belli i disegni, veramente, soprattutto i fondali, hanno uno stile un po' acquarellato che mi ha colpito dall'inizio, ma la storia se pure parte con il giusto piglio crolla un un'atmosfera ultra-gotica (che personalmente non mi piace assolutamente, ma è questione di gusti) e ci rimane crogiolandosi fra litri e litri di sangue versato. Penso che concluderò comunque la visione e spero di riscrivere una recensione ricredendomi (visto anche gli altri voti: mi viene da pensare che sono io che non capisco ...) ma sentivo il bisogno di dare comunque la prima impressione dopo la visione di un solo episodio e visto che, almeno fino ad ora, dal primo episodio ho sempre capito se l'anime mi sarebbe potuto piacere.
Per qualunque sia l'opera, penso che il primo criterio per poter darne un giudizio passa dal rapporto che vi è fra le intenzioni dell'autore e il prodotto finito. A meno che non si voglia spezzettarne l'insieme prendendo in considerazione solo l'aspetto grafico o quello del contenuto o quello della trama ecc...
Prendendo per buono o meno quanto sopra detto, guardando questo anime si rimane totalmente sconcertati da quale sia l'idea alla base della trama. Certo si potrebbe dire che l'aspetto grafico è ottimo, l'atmosfera gotica è ben costruita ecc.. spezzettando così quell'insieme che forma l'opera in toto, a mio dire riducendola. L'idea che mi son fatto di quest'anime è che rappresenti due facce dell'amore, o meglio affronti criticamente l'argomento amore definendo una differenza fra l'attaccamento tra esseri umani e quello invece basato sulla bellezza. Il cartone rappresenta il passaggio e la maturazione del protagonista da un amore verso un oggetto idealizzato ad un amore tra esseri umani, l'anime rappresenta proprio come sia difficile questo percorso entro cui passano molte persone della vita reale. Il protagonista è un ragazzo di buona famiglia che non conosce l'amore, tutto insieme comincia a vedere, all'interno di quel negozio di antiquari ove sono presenti "oggetti preziosi", sequenze di vita di una ragazza "bellissima" della quale conosce il ritratto. Lui stesso dipinge. Il desiderio di conoscere i segreti che stanno dietro questa misteriosa ragazza lo spinge a rinchiudersi sempre più dentro il suo negozio e a catapultarsi in quella realtà parallela che con il passare del tempo diviene sempe più la sua realtà. Il rapporto con Cossette si sviluppa ma prende una piaga terrificante, venuto a conoscenza del passato della ragazza il protagonista arriva a sopportare le conseguenze della sua scelta. Il percorso nel mondo di cossette lo porterà piano piano a riconoscere che ciò che ha di fronte non è la vera Cossette ma un'immaggine, quella dipinta sulla tela, e presone coscienza la ragazza innamorata di lui rinviene dal coma.
Si potrebbe dire che se la trama non fosse letta in maniera simbolica l'anime non avrebbe alcun senso ove la trama sarebbe un pretesto per divertirsi a creare immagini ed atmosfere. Il mondo parallelo , il taglio sul petto, il quadro rotto, il negozio, tutto è simbolo di qualcosa che rimanda ad un amore per una ragazza idealizzata, irraggiungibile, amore che porta solo un'audita sofferenza perchè un'immaggine non da niente oltre l'immagine stessa, oltretutto in cambio ti toglie tutta la vita ed il sangue possibile. Solo riuscendo a sopportare il dolore comportato da tale tipo di passione si può arrivare a superarla e quindi a tornare nel mondo reale capaci di amare un'altro essere umano. Probabilmente l'autore ha descritto in modo simbolico una sua storia personale dell'amore verso qualche ragazza idealizzata che lo ha fatto soffrire e che soffriva a sua volta di essere "uccisa"quale essere umano perchè trattata solo per la sua bellezza , storia molto frequente al mondo d'oggi ove l'estetica è divenuto elemento cardine della società, dove nessuno vuole pensare criticamente ai rischi associati, certo fatta eccezione di autori come questo. Metto 10 proprio perchè l'opera trasmette il senso di grande sofferenza, di totale confusione e isolamento della realtà che è proprio di questo percorso semza spiattellarti niente che faccia capire. Certo non è un'opera facile è non è fatta per puro intrattenimento. Ma ti trasmette un'emozione fortissima, e non ci sono parole che possano insegnare meglio. Certo come nel film , c'è bisogno di una certa maturità per decifrare il messaggio implicito, ma comunque riflettere sul cartone stesso può portare a sviluppare un pensiero critico e più maturo.
Prendendo per buono o meno quanto sopra detto, guardando questo anime si rimane totalmente sconcertati da quale sia l'idea alla base della trama. Certo si potrebbe dire che l'aspetto grafico è ottimo, l'atmosfera gotica è ben costruita ecc.. spezzettando così quell'insieme che forma l'opera in toto, a mio dire riducendola. L'idea che mi son fatto di quest'anime è che rappresenti due facce dell'amore, o meglio affronti criticamente l'argomento amore definendo una differenza fra l'attaccamento tra esseri umani e quello invece basato sulla bellezza. Il cartone rappresenta il passaggio e la maturazione del protagonista da un amore verso un oggetto idealizzato ad un amore tra esseri umani, l'anime rappresenta proprio come sia difficile questo percorso entro cui passano molte persone della vita reale. Il protagonista è un ragazzo di buona famiglia che non conosce l'amore, tutto insieme comincia a vedere, all'interno di quel negozio di antiquari ove sono presenti "oggetti preziosi", sequenze di vita di una ragazza "bellissima" della quale conosce il ritratto. Lui stesso dipinge. Il desiderio di conoscere i segreti che stanno dietro questa misteriosa ragazza lo spinge a rinchiudersi sempre più dentro il suo negozio e a catapultarsi in quella realtà parallela che con il passare del tempo diviene sempe più la sua realtà. Il rapporto con Cossette si sviluppa ma prende una piaga terrificante, venuto a conoscenza del passato della ragazza il protagonista arriva a sopportare le conseguenze della sua scelta. Il percorso nel mondo di cossette lo porterà piano piano a riconoscere che ciò che ha di fronte non è la vera Cossette ma un'immaggine, quella dipinta sulla tela, e presone coscienza la ragazza innamorata di lui rinviene dal coma.
Si potrebbe dire che se la trama non fosse letta in maniera simbolica l'anime non avrebbe alcun senso ove la trama sarebbe un pretesto per divertirsi a creare immagini ed atmosfere. Il mondo parallelo , il taglio sul petto, il quadro rotto, il negozio, tutto è simbolo di qualcosa che rimanda ad un amore per una ragazza idealizzata, irraggiungibile, amore che porta solo un'audita sofferenza perchè un'immaggine non da niente oltre l'immagine stessa, oltretutto in cambio ti toglie tutta la vita ed il sangue possibile. Solo riuscendo a sopportare il dolore comportato da tale tipo di passione si può arrivare a superarla e quindi a tornare nel mondo reale capaci di amare un'altro essere umano. Probabilmente l'autore ha descritto in modo simbolico una sua storia personale dell'amore verso qualche ragazza idealizzata che lo ha fatto soffrire e che soffriva a sua volta di essere "uccisa"quale essere umano perchè trattata solo per la sua bellezza , storia molto frequente al mondo d'oggi ove l'estetica è divenuto elemento cardine della società, dove nessuno vuole pensare criticamente ai rischi associati, certo fatta eccezione di autori come questo. Metto 10 proprio perchè l'opera trasmette il senso di grande sofferenza, di totale confusione e isolamento della realtà che è proprio di questo percorso semza spiattellarti niente che faccia capire. Certo non è un'opera facile è non è fatta per puro intrattenimento. Ma ti trasmette un'emozione fortissima, e non ci sono parole che possano insegnare meglio. Certo come nel film , c'è bisogno di una certa maturità per decifrare il messaggio implicito, ma comunque riflettere sul cartone stesso può portare a sviluppare un pensiero critico e più maturo.
Personalmente la serie mi è piaciuta molto. Non risponde a tanti interrogativi comunque perchè in 12 episodi tratta di quello che accade in 3 o 4 giorni, ti da solo uno spaccato di vita, e sarebbe bello se facessero una seconda serie per sapere che fine fanno i vari personaggi. Chissà, se avrà successo in Giappone magari faranno un seguito...
Apprezzabile sicuramente la regia. Ciò che non mi ha convinto è stata senz'altro la narrazione e la storia. 3 OAV che avrebbero essere benissimo condensati in uno solo se solo avessero risparmiato un po' di scene di sangue... Il risultato è una lentezza soporifera che parzialmente rovina quello che poteva essere un ottimo prodotto. Ad ogni modo, se siete interessati ad un horror paranormale con alcune venature romantiche, Cossete potrebbe piacervi.