Kanojo ga Flag o Oraretara
Come molti, anch'io mi sono avvicinato a questo anime credendo si trattasse di qualcosa di completamente diverso: per essere precisi pensavo si trattasse di una semplice commedia di tipo "harem" implementata con l'espediente delle bandiere. Devo dire che la cosa mi stuzzicava non poco: certo come idea non era proprio originalissima, ma, a mio avviso, era dotata di un buon potenziale comico. Ovviamente non mi aspettavo l'anime del secolo, ma, più modestamente, un prodotto allegro e poco impegnativo, capace, magari, di riservare qualche piacevole sorpresa. Non potevo essere più lontano dalla verità: con tutta evidenza questo "Kanojo ga Flag o Oraretara" nasceva sulla base di un progetto ambizioso fondato sull'unione in unico prodotto due generi diversi, quello commedia/harem e quello fantastico/soprannaturale. Come idea in sé non era affatto sbagliata: personalmente non mi ritengo certo un purista e l'esperienza mi ha insegnato che, quando si è percorsa questa strada, molto spesso il risultato finale si è rivelato davvero eccellente. Peccato, però, che questo "Kanojo ga Flag o Oraretara" si sia rivelato un vero flop, sia che lo si consideri come un harem sia che lo si consideri come un anime fantascientifico sia che lo si consideri come entrambe le cose.
Ma cominciamo con spendere qualche parola sulla trama: Hatate Souta è l'unico sopravvissuto all'incendio della nave "Premium Ambriel". A seguito di quest'evento, che lascerà una profonda cicatrice nel cuore del ragazzo, Souta acquisisce uno strano potere: vede apparire sulla testa delle persone delle buffe bandiere attraverso le quali egli riuscirà a interpretare i loro sentimenti o il loro destino. Il ragazzo, inoltre, avrà la possibilità di spezzare con le sue azioni queste bandierine, cambiando, in questo modo, il futuro delle persone. L'anime racconterà la vita di Souta e i suoi rapporti con gli altri componenti del dormitorio Quest, composto, ovviamente, da sole ragazze in modalità "tutte pazze per Souta".
Essendo un anime spaccato in due generi differenti, la parte harem e la parte fantascientifica, la mia analisi esaminerà separatamente le due parti.
Per quanto riguarda la parte harem, questa si rivela subito un vero disastro. Il sultano si rivela essere un personaggio apatico, imperturbabile, statico e perennemente depresso: uno a cui, per capirci, muore il gatto ogni giorno. Lo stoccafisso, però, gode di un altro invidiabile potere: gli basta dire ciao e le ragazze cascano immancabilmente ai suoi piedi. Ma se il carattere perennemente imbronciato di Souta può essere giustificato sulla base dell'enorme peso che è costretto a portare sulle spalle, nessuna giustificazione può essere invece portata a difesa delle sue numerosissime ancelle, il cui comportamento può essere paragonato a quello di tante bambole gonfiabili che, oltre a innamorarsi di lui senza un motivo valido, sono talmente servili da far venire il voltastomaco. Non è presente, inoltre, nessuna forma di competizione per appropriarsi l'esclusiva sulle attenzioni del belloccio, ma, sebbene questa sembra essere una tendenza abbastanza diffusa negli anime degli ultimi anni, in questo modo viene meno una delle caratteristiche fondamentali di un harem, e ciò è molto grave, in quanto questo è uno degli elementi più importanti su cui si basa la comicità dei titoli appartenenti a questo genere.
Passiamo ora alla parte fantascientifica. "Kanojo ga Flag o Oraretara" si propone il nobile intento di dare una spiegazione ai poteri di Souta, e questa è una cosa insolita e degna di lode; purtroppo all'autore non viene in mente di meglio che scopiazzare "Matrix", cercando di conciliare mondo virtuale e bandiere sulla testa della gente. Tutto ciò, ovviamente, è ridicolo, ma la cosa più irritante è che, fino al penultimo episodio, la componente fantascientifica viene rappresentata in fretta e furia negli ultimi due-tre minuti di ogni episodio, mentre nella parte precedente si è perso tempo a raccontare solo frivolezze e baggianate. Il tutto, ovviamente, a danno della comprensibilità di questa parte, che rimane, ma non solo per questo, oscura in diverse parti.
Infine, un altro difetto decisamente irritante è la presenza nella sceneggiatura di un numero di buchi avvicinabile a quello di un colabrodo e di eventi messi lì a casaccio. E, se già molte cose non si capivano per i motivi sopra esposti, possiamo immaginare come la cosa possa avere aiutato lo spettatore a uscire da questo labirinto narrativo.
In definitiva, il mio giudizio su questo anime è molto negativo: si salva forse l'apparato grafico, ma il resto è un vero disastro, sotto tutti i punti di vista. Non c'è alcun dubbio: su "Kanojo ga Flag o Oraretara" campeggia una sinistra bandiera nera...
Ma cominciamo con spendere qualche parola sulla trama: Hatate Souta è l'unico sopravvissuto all'incendio della nave "Premium Ambriel". A seguito di quest'evento, che lascerà una profonda cicatrice nel cuore del ragazzo, Souta acquisisce uno strano potere: vede apparire sulla testa delle persone delle buffe bandiere attraverso le quali egli riuscirà a interpretare i loro sentimenti o il loro destino. Il ragazzo, inoltre, avrà la possibilità di spezzare con le sue azioni queste bandierine, cambiando, in questo modo, il futuro delle persone. L'anime racconterà la vita di Souta e i suoi rapporti con gli altri componenti del dormitorio Quest, composto, ovviamente, da sole ragazze in modalità "tutte pazze per Souta".
Essendo un anime spaccato in due generi differenti, la parte harem e la parte fantascientifica, la mia analisi esaminerà separatamente le due parti.
Per quanto riguarda la parte harem, questa si rivela subito un vero disastro. Il sultano si rivela essere un personaggio apatico, imperturbabile, statico e perennemente depresso: uno a cui, per capirci, muore il gatto ogni giorno. Lo stoccafisso, però, gode di un altro invidiabile potere: gli basta dire ciao e le ragazze cascano immancabilmente ai suoi piedi. Ma se il carattere perennemente imbronciato di Souta può essere giustificato sulla base dell'enorme peso che è costretto a portare sulle spalle, nessuna giustificazione può essere invece portata a difesa delle sue numerosissime ancelle, il cui comportamento può essere paragonato a quello di tante bambole gonfiabili che, oltre a innamorarsi di lui senza un motivo valido, sono talmente servili da far venire il voltastomaco. Non è presente, inoltre, nessuna forma di competizione per appropriarsi l'esclusiva sulle attenzioni del belloccio, ma, sebbene questa sembra essere una tendenza abbastanza diffusa negli anime degli ultimi anni, in questo modo viene meno una delle caratteristiche fondamentali di un harem, e ciò è molto grave, in quanto questo è uno degli elementi più importanti su cui si basa la comicità dei titoli appartenenti a questo genere.
Passiamo ora alla parte fantascientifica. "Kanojo ga Flag o Oraretara" si propone il nobile intento di dare una spiegazione ai poteri di Souta, e questa è una cosa insolita e degna di lode; purtroppo all'autore non viene in mente di meglio che scopiazzare "Matrix", cercando di conciliare mondo virtuale e bandiere sulla testa della gente. Tutto ciò, ovviamente, è ridicolo, ma la cosa più irritante è che, fino al penultimo episodio, la componente fantascientifica viene rappresentata in fretta e furia negli ultimi due-tre minuti di ogni episodio, mentre nella parte precedente si è perso tempo a raccontare solo frivolezze e baggianate. Il tutto, ovviamente, a danno della comprensibilità di questa parte, che rimane, ma non solo per questo, oscura in diverse parti.
Infine, un altro difetto decisamente irritante è la presenza nella sceneggiatura di un numero di buchi avvicinabile a quello di un colabrodo e di eventi messi lì a casaccio. E, se già molte cose non si capivano per i motivi sopra esposti, possiamo immaginare come la cosa possa avere aiutato lo spettatore a uscire da questo labirinto narrativo.
In definitiva, il mio giudizio su questo anime è molto negativo: si salva forse l'apparato grafico, ma il resto è un vero disastro, sotto tutti i punti di vista. Non c'è alcun dubbio: su "Kanojo ga Flag o Oraretara" campeggia una sinistra bandiera nera...
"Kanojo ga Flag o Oraretara", in breve "Gaworare", è una di quelle serie che, fin dal primo minuto della prima puntata appare come un'opera mediocre... e tale rimarrà. Con questo non voglio affatto dire che sia brutta; semplicemente, leggendo io stesso la trama, mi sarei aspettato qualcosa di più.
L'anime in questione è uscito nel 2014 e presenta tredici episodi, per una storia che, di fatto, trova una propria conclusione alla fine dell'ultimo episodio. Il genere è quello scolastico/harem, tuttavia vorrei precisare subito una grande imperfezione che, a parer mio, condiziona tutta la serie. Infatti, con il passare delle puntate, la situazione si farà sempre più strana e sovrannaturale, fino a che non compariranno strani combattimenti in mondi paralleli... insomma, un pochino troppo per un'opera che, almeno in teoria, avrebbe dovuto avere un'impronta più da commedia.
Ma bando alle ciance e incominciamo subito a raccontare la trama di "Kanojo ga Flag o Oraretara". Ota Hatate possiede infatti una strana abilità: riesce a vedere sulla testa delle persone strane bandierine, che rappresentano i sentimenti di queste ultime. Amicizia, amore, rabbia... tutti questi sentimenti non hanno segreti per Hatate, se non fosse per la piccola Nanami Knight Bladefield, una sua compagna di classe che sembra non subire l'effetto dei poteri del giovane protagonista.
Quest'ultima sembra subito attaccarsi ad Hatate, anche se il suo carattere da tsundere le impedisce di mostrare i propri sentimenti. Scopre il passato doloroso del compagno e lo aiuta a superare il suo trauma interiore, portandolo però in una situazione ancora più paradossale di prima. Hatate infatti si ritroverà a vivere sotto lo stesso tetto con cinque bellissime ragazze, cercando però in tutti i modi di risolvere il mistero delle strane bandierine. Anzi, dell'enorme bandiera di morte che sembra gravare come una spada di Damocle sopra la testa del povero Hatate.
Questa è la trama e, a vederla così, sembra anche divertente e intrigante. Peccato che gran parte degli episodi si perdano in inutili scenette divertenti. Inutili perché verranno irrimediabilmente confutate dalla strana piega che prenderà la storia negli ultimi episodi.
Per quanto riguarda i personaggi, non posso che mostrare una certa delusione, in quanto appaiono "piatti", scontati, ma soprattutto estremamente stereotipati. C'è la tsundere, la timidona, la donna di ghiaccio... insomma, tutti classici cliché dell'animazione giapponese vengono doverosamente ripresi. Questo non è per forza un male, se almeno fossero stati realizzati in maniera decente.
Anche il protagonista l'ho trovato piuttosto mediocre in quanto a spessore, semplice e lagnoso.
Altra pecca colossale è la completa mancanza di fanservice (e mi sorprendo io stesso di fronte a questa ammissione). Se ci fossimo trovati davanti a una storia interessante, avrei crocifisso io stesso la l'eventuale comparsa di scene troppo ecchi, ma, in questo caso, avrebbero dato almeno un tocco di vitalità in più. Invece niente, anzi, i personaggi realizzati con disegni semplici e quasi bambineschi, non permettono affatto tutto ciò.
Concludo ribadendo la mia delusione per una serie che, tutto sommato, potrebbe anche essere considerata sufficiente, ma che, in fin dei conti, esprime ben poco. Non solo la storia è banale, ma anche la grafica non è delle migliori: colori sbiaditi e disegni molto semplici. Le musiche sono interessanti e anche il doppiaggio non è male, ma forse è troppo poco.
Voto finale: 5/6
L'anime in questione è uscito nel 2014 e presenta tredici episodi, per una storia che, di fatto, trova una propria conclusione alla fine dell'ultimo episodio. Il genere è quello scolastico/harem, tuttavia vorrei precisare subito una grande imperfezione che, a parer mio, condiziona tutta la serie. Infatti, con il passare delle puntate, la situazione si farà sempre più strana e sovrannaturale, fino a che non compariranno strani combattimenti in mondi paralleli... insomma, un pochino troppo per un'opera che, almeno in teoria, avrebbe dovuto avere un'impronta più da commedia.
Ma bando alle ciance e incominciamo subito a raccontare la trama di "Kanojo ga Flag o Oraretara". Ota Hatate possiede infatti una strana abilità: riesce a vedere sulla testa delle persone strane bandierine, che rappresentano i sentimenti di queste ultime. Amicizia, amore, rabbia... tutti questi sentimenti non hanno segreti per Hatate, se non fosse per la piccola Nanami Knight Bladefield, una sua compagna di classe che sembra non subire l'effetto dei poteri del giovane protagonista.
Quest'ultima sembra subito attaccarsi ad Hatate, anche se il suo carattere da tsundere le impedisce di mostrare i propri sentimenti. Scopre il passato doloroso del compagno e lo aiuta a superare il suo trauma interiore, portandolo però in una situazione ancora più paradossale di prima. Hatate infatti si ritroverà a vivere sotto lo stesso tetto con cinque bellissime ragazze, cercando però in tutti i modi di risolvere il mistero delle strane bandierine. Anzi, dell'enorme bandiera di morte che sembra gravare come una spada di Damocle sopra la testa del povero Hatate.
Questa è la trama e, a vederla così, sembra anche divertente e intrigante. Peccato che gran parte degli episodi si perdano in inutili scenette divertenti. Inutili perché verranno irrimediabilmente confutate dalla strana piega che prenderà la storia negli ultimi episodi.
Per quanto riguarda i personaggi, non posso che mostrare una certa delusione, in quanto appaiono "piatti", scontati, ma soprattutto estremamente stereotipati. C'è la tsundere, la timidona, la donna di ghiaccio... insomma, tutti classici cliché dell'animazione giapponese vengono doverosamente ripresi. Questo non è per forza un male, se almeno fossero stati realizzati in maniera decente.
Anche il protagonista l'ho trovato piuttosto mediocre in quanto a spessore, semplice e lagnoso.
Altra pecca colossale è la completa mancanza di fanservice (e mi sorprendo io stesso di fronte a questa ammissione). Se ci fossimo trovati davanti a una storia interessante, avrei crocifisso io stesso la l'eventuale comparsa di scene troppo ecchi, ma, in questo caso, avrebbero dato almeno un tocco di vitalità in più. Invece niente, anzi, i personaggi realizzati con disegni semplici e quasi bambineschi, non permettono affatto tutto ciò.
Concludo ribadendo la mia delusione per una serie che, tutto sommato, potrebbe anche essere considerata sufficiente, ma che, in fin dei conti, esprime ben poco. Non solo la storia è banale, ma anche la grafica non è delle migliori: colori sbiaditi e disegni molto semplici. Le musiche sono interessanti e anche il doppiaggio non è male, ma forse è troppo poco.
Voto finale: 5/6
Quando avevo letto dalla trama che il protagonista, Hatate Souta, poteva vedere delle "flag" sopra le teste delle persone, mi aspettavo di vedere le classiche risposte multiple tipiche dei simulatori di appuntamento, invece sono flag totalmente diverse. Infatti quello che vedrà sono delle vere e proprie bandierine che mostrano che futuro attende la persona in questione. Ebbene, per quanto mi sia impegnato, questa è l'unica nota di merito che sono riuscito a trovare per questo anime. Quello che visioneremo in questi tredici episodi è un anime con comicità demenziale non divertente, e senza la capacità di mantenere un genere dall'inizio alla fine: inizierà come commedia/scolastica per poi passare in brevissimo tempo a un harem; dopo qualche episodio virerà a un genere mistero/sovrannaturale/drammatico (data la sorte che attende il protagonista) e infine attraccherà a un genere combattimento/magico negli ultimi due episodi. Se un anime nasce carne non può morire pesce. Se parte con delle caratteristiche non può perderle o sovrascriverle, altrimenti risulterà nient'altro che un minestrone, fatto di ingredienti messi a caso solo perché non si sa che direzione definitiva prendere.
In questo anime ci sono un sacco di assurdità (come ad esempio la costruzione di un intero dormitorio in pochi minuti per mano di semplici studenti), ma siccome è un anime demenziale tutto è perdonato, giusto? No, sbagliato! Di certo da parte mia non sono state minimamente apprezzate e non ho intenzione di chiuderci un occhio. Per non parlare del "mistero del mondo" che Souta deve scoprire, collegato a una leggenda creata da non si sa chi che collega delle figure astratte come ninja, sacerdote, bardo, mago, cavaliere, ecc. Cosa che non ha un senso logico e sono convinto che nemmeno chi ha inventato questa cosa sarebbe in grado di dargli un senso.
I personaggi sono un infinità, con conseguenza il fatto che nessuno avrà abbastanza spazio e saranno uno più stereotipato e poco curato dell'altro, ma voglio citare quelli che più ho detestato: Okiku-nechan, che chissà perché ha sempre addosso un grembiule da cucina (anche a scuola), come se servisse quello per distinguerla, data la sua assoluta piattezza caratteriale; una vecchia di più di cinquant'anni che però ha sembianze e dimensioni (a parte per il seno che ovviamente sarà gigantesco, perché così attira di più) di un poppante, con tanto di cuffia da neonato; infine la fastidiosissima quattordicesima principessa Hakua, che di ogni frase che dirà ripeterà l'ultimo pezzo.
<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>
Parlando un attimo della sceneggiatura: ci sono delle gag a danno del povero Megumu, scambiato per femmina, che si ripetono (non esagero) dal primo episodio fino all'ultimo. Pesantissimo. Ma poi voglio dire... possibile che nemmeno chi ci vive assieme riesca a ricordarsi che questa pover'anima è un maschio e non una femmina? O ancora il fatto che c'è un elevato numero di "sorelle", o meglio... di persone che decidono di essere delle sorelle acquisite, come se fosse un contratto da stipulare a voce e non una cosa legata a legami di parentela. Vogliamo parlare poi del fatto che il protagonista è una persona che odia la sua vita e che ha tentato il suicidio? Che schifo. Mondi virtuali simulati dei quali non si capisce come il mondo reale possa interagire con gli abitanti, né sarà mai chiaro se quello che si sta guardando in un certo momento sia il mondo virtuale o il reale; sarà sempre tutto molto confuso.
In questo anime ci sono un sacco di assurdità (come ad esempio la costruzione di un intero dormitorio in pochi minuti per mano di semplici studenti), ma siccome è un anime demenziale tutto è perdonato, giusto? No, sbagliato! Di certo da parte mia non sono state minimamente apprezzate e non ho intenzione di chiuderci un occhio. Per non parlare del "mistero del mondo" che Souta deve scoprire, collegato a una leggenda creata da non si sa chi che collega delle figure astratte come ninja, sacerdote, bardo, mago, cavaliere, ecc. Cosa che non ha un senso logico e sono convinto che nemmeno chi ha inventato questa cosa sarebbe in grado di dargli un senso.
I personaggi sono un infinità, con conseguenza il fatto che nessuno avrà abbastanza spazio e saranno uno più stereotipato e poco curato dell'altro, ma voglio citare quelli che più ho detestato: Okiku-nechan, che chissà perché ha sempre addosso un grembiule da cucina (anche a scuola), come se servisse quello per distinguerla, data la sua assoluta piattezza caratteriale; una vecchia di più di cinquant'anni che però ha sembianze e dimensioni (a parte per il seno che ovviamente sarà gigantesco, perché così attira di più) di un poppante, con tanto di cuffia da neonato; infine la fastidiosissima quattordicesima principessa Hakua, che di ogni frase che dirà ripeterà l'ultimo pezzo.
<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>
Parlando un attimo della sceneggiatura: ci sono delle gag a danno del povero Megumu, scambiato per femmina, che si ripetono (non esagero) dal primo episodio fino all'ultimo. Pesantissimo. Ma poi voglio dire... possibile che nemmeno chi ci vive assieme riesca a ricordarsi che questa pover'anima è un maschio e non una femmina? O ancora il fatto che c'è un elevato numero di "sorelle", o meglio... di persone che decidono di essere delle sorelle acquisite, come se fosse un contratto da stipulare a voce e non una cosa legata a legami di parentela. Vogliamo parlare poi del fatto che il protagonista è una persona che odia la sua vita e che ha tentato il suicidio? Che schifo. Mondi virtuali simulati dei quali non si capisce come il mondo reale possa interagire con gli abitanti, né sarà mai chiaro se quello che si sta guardando in un certo momento sia il mondo virtuale o il reale; sarà sempre tutto molto confuso.
Che la stagione primaverile 2014 sia stata semplicemente fantastica è risaputo, non solo per la presenza di alcuni titoli di una certa caratura, ma anche per una discreta mole di tante piccole serie assolutamente pregevoli. Questa serie sembrerebbe un inno al nulla, al già visto, all'antipatia e all'inconcludenza; per fortuna quest'apparenza potrà essere smentita nel giro di pochi episodi.
"Kanojo ga Flag o Oraretara" è un'opera della stagione primaverile 2014 composta da tredici episodi di durata canonica. Nel mese di dicembre 2014 è previsto un OAV. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2011, la quale diede origine a un manga nel 2011 e ad altri due manga nel 2013.
Trama: Sōta Hatate è un ragazzo triste e malinconico, poiché unico sopravvissuto al disastro navale della "Premium Ambriel", un'imponente nave da crociera nella quale si narra persero la vita molte persone, tra cui (si presume) sua sorella e una misteriosa ragazza. Durante l'incidente il ragazzo ricevette una misteriosa capacità di vedere delle bandierine sopra la testa delle persone. Conoscendo il significato di quelle bandiere, Sōta è in grado di mutare il destino della gente, riuscendo a prevenire gli incidenti mortali o a comprendere la vera natura del prossimo. La sua vita cambia quando si trasferisce a Tokyo, nell'Hatagaya Academy, poiché finirà in un dormitorio particolare (il Dormitorio Quest), assieme a una serie di ragazze legate a lui nei modi più disparati: da presunte "amicizie maschili" col "virilissimo" Megumu (ma sarà vero?) a legami fraterni palesemente inventati (sorellone e sorelline spuntano come funghi), fino a legami amorosi improvvisati (la cosa bella è che in questo gigantesco harem c'è una grande gioia per ogni nuova "spasimante": più che delle aspiranti al cuore del ragazzo pare una sorta di buffo fan club in cui l'unica cosa importante è "voler bene a Sōta"). La storia nasce quando Sōta dovrà scoprire la "verità del mondo" e per farlo dovrà riunire a sé una specie di "quest team" formato da vari elementi tipici del mondo fantasy tra cui: il cavaliere, il mago, il bardo, il samurai, il ninja, il chierico, il druido, ecc. Riuscirà Sōta a scoprire questa verità, a trovare tutti i membri di questo team e a salvare coloro che sembrano condannati dal fato avverso?
Grafica: nulla di eccezionale ma si lascia guardare. Ambientazioni discrete per resa di dettaglio (in compenso c'è una cospicua varietà). Animazioni buone e semplici. Character design fedele all'originale, per questo non è il massimo della vita. Meritava abbellimenti.
Sonoro: si potrebbe definire molto simpatico seppure non sia particolarmente orecchiabile. L'opening è una simpatica rivisitazione in salsa samba/bossa nova con chiari elementi di J-pop. L'ending è più addolcito ma ugualmente piacevole. OST nella norma, così come gli effetti sonori. Doppiaggio un po' infantile. Tra i vari "desu" (e la forma estesa de arimasu), "yayo", ripetizioni delle ultime parole, ecc. alcuni personaggi appaiono (nella migliore delle ipotesi) buffi o (nella peggiore) antipatici.
Personaggi: riuscire a creare un bel prodotto con dei personaggi all'apparenza odiosi e insipidi non è opera da poco e questa serie sembra esserci riuscita. Nonostante la caratterizzazione piuttosto infantile e stereotipata di molti personaggi, si può affermare che questi ultimi riescano a conquistare una certa simpatia. Non si può parlare di un grande approfondimento introspettivo, eppure questo fattore è discretamente presente. Il fattore evolutivo è senz'altro presente. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: con una grafica un po' così, un sonoro un po' così e dei personaggi un po' così, l'architrave dell'opera non può che essere molto robusta, tanto da giustificare le piccole lacune sopra menzionate. La gestione temporale è ottima per sequenza di avvenimenti e fruibilità. Ci sono dei continui rimandi al passato ma nulla compromette la scorrevolezza della serie. Il ritmo s'attesta a medi livelli. Sono presenti delle buone scene d'azione e combattimento, non manca nemmeno la morte (mai inappropriata). È presente un modesto quantitativo di fanservice mai fastidioso. I dialoghi sono semplici ed efficaci.
Finale: molto bello e molto valido. Nonostante l'opera cartacea sia ancora in corso, il finale dell'anime può definirsi completo ed esaustivo. Ottima la battaglia finale, ottimo il post bellico, ottima la "riunione finale". Il finale conclude più che degnamente l'intera serie.
In sintesi, "Se si rompe la sua bandiera" è un'opera molto migliore da come appare nelle prime puntate. Certo, non è nulla di trascendentale e spesso è piuttosto ingenua e infantile, tuttavia la visione dell'opera è piacevole e divertente. L'opera sa far molto ridere e talvolta sorprende per la serietà di certi eventi. Data la natura dell'opera chiunque lo può guardare senza problemi.
"Kanojo ga Flag o Oraretara" è un'opera della stagione primaverile 2014 composta da tredici episodi di durata canonica. Nel mese di dicembre 2014 è previsto un OAV. L'opera deriva dall'omonima light novel del 2011, la quale diede origine a un manga nel 2011 e ad altri due manga nel 2013.
Trama: Sōta Hatate è un ragazzo triste e malinconico, poiché unico sopravvissuto al disastro navale della "Premium Ambriel", un'imponente nave da crociera nella quale si narra persero la vita molte persone, tra cui (si presume) sua sorella e una misteriosa ragazza. Durante l'incidente il ragazzo ricevette una misteriosa capacità di vedere delle bandierine sopra la testa delle persone. Conoscendo il significato di quelle bandiere, Sōta è in grado di mutare il destino della gente, riuscendo a prevenire gli incidenti mortali o a comprendere la vera natura del prossimo. La sua vita cambia quando si trasferisce a Tokyo, nell'Hatagaya Academy, poiché finirà in un dormitorio particolare (il Dormitorio Quest), assieme a una serie di ragazze legate a lui nei modi più disparati: da presunte "amicizie maschili" col "virilissimo" Megumu (ma sarà vero?) a legami fraterni palesemente inventati (sorellone e sorelline spuntano come funghi), fino a legami amorosi improvvisati (la cosa bella è che in questo gigantesco harem c'è una grande gioia per ogni nuova "spasimante": più che delle aspiranti al cuore del ragazzo pare una sorta di buffo fan club in cui l'unica cosa importante è "voler bene a Sōta"). La storia nasce quando Sōta dovrà scoprire la "verità del mondo" e per farlo dovrà riunire a sé una specie di "quest team" formato da vari elementi tipici del mondo fantasy tra cui: il cavaliere, il mago, il bardo, il samurai, il ninja, il chierico, il druido, ecc. Riuscirà Sōta a scoprire questa verità, a trovare tutti i membri di questo team e a salvare coloro che sembrano condannati dal fato avverso?
Grafica: nulla di eccezionale ma si lascia guardare. Ambientazioni discrete per resa di dettaglio (in compenso c'è una cospicua varietà). Animazioni buone e semplici. Character design fedele all'originale, per questo non è il massimo della vita. Meritava abbellimenti.
Sonoro: si potrebbe definire molto simpatico seppure non sia particolarmente orecchiabile. L'opening è una simpatica rivisitazione in salsa samba/bossa nova con chiari elementi di J-pop. L'ending è più addolcito ma ugualmente piacevole. OST nella norma, così come gli effetti sonori. Doppiaggio un po' infantile. Tra i vari "desu" (e la forma estesa de arimasu), "yayo", ripetizioni delle ultime parole, ecc. alcuni personaggi appaiono (nella migliore delle ipotesi) buffi o (nella peggiore) antipatici.
Personaggi: riuscire a creare un bel prodotto con dei personaggi all'apparenza odiosi e insipidi non è opera da poco e questa serie sembra esserci riuscita. Nonostante la caratterizzazione piuttosto infantile e stereotipata di molti personaggi, si può affermare che questi ultimi riescano a conquistare una certa simpatia. Non si può parlare di un grande approfondimento introspettivo, eppure questo fattore è discretamente presente. Il fattore evolutivo è senz'altro presente. L'interazione è ottima.
Sceneggiatura: con una grafica un po' così, un sonoro un po' così e dei personaggi un po' così, l'architrave dell'opera non può che essere molto robusta, tanto da giustificare le piccole lacune sopra menzionate. La gestione temporale è ottima per sequenza di avvenimenti e fruibilità. Ci sono dei continui rimandi al passato ma nulla compromette la scorrevolezza della serie. Il ritmo s'attesta a medi livelli. Sono presenti delle buone scene d'azione e combattimento, non manca nemmeno la morte (mai inappropriata). È presente un modesto quantitativo di fanservice mai fastidioso. I dialoghi sono semplici ed efficaci.
Finale: molto bello e molto valido. Nonostante l'opera cartacea sia ancora in corso, il finale dell'anime può definirsi completo ed esaustivo. Ottima la battaglia finale, ottimo il post bellico, ottima la "riunione finale". Il finale conclude più che degnamente l'intera serie.
In sintesi, "Se si rompe la sua bandiera" è un'opera molto migliore da come appare nelle prime puntate. Certo, non è nulla di trascendentale e spesso è piuttosto ingenua e infantile, tuttavia la visione dell'opera è piacevole e divertente. L'opera sa far molto ridere e talvolta sorprende per la serietà di certi eventi. Data la natura dell'opera chiunque lo può guardare senza problemi.