Tekkaman
Questa serie, del 1975, idealmente chiude un trittico formato dalle precedenti "Shinzoningen Casshern" (1973) e "Hurricane Polymar" (1974), prodotte dalla Tatsunoko, e aventi come protagonista un super eroe.
Abbandonato il tono comico e macchiettistico del precedente "Hurricane Polymar", "Tekkaman" si avvicina decisamente di più a quello drammatico, con punte di autentica tragicità, già vissute nella serie dedicata a Kyashan. Ambientata in un futuro non molto remoto, questa storia si apre in una situazione di gravissima emergenza per l'ambiente terrestre: in pratica l'umanità, avendo inquinato l'atmosfera, il terreno e i mari del nostro pianeta, è condannata a emigrare su un altro entro tre anni, pena l'estinzione. Perciò le Nazioni Unite da tempo cercano di promuovere lo sviluppo delle missioni esplorative nello spazio, per riuscire a trovare al di là del Sistema Solare una seconda patria per l'umanità intera. In una di queste missioni, l'astronave "Angelo dello Spazio" viene aggredita da spietati alieni che la distruggono senza che il suo equipaggio possa opporre la men che minima resistenza; l'unica cosa che riesce a fare il comandante Minami è avvertire dell'imminente pericolo il Centro di Ricerca e Sviluppo delle missioni spaziali sulla Terra, ove il figlio George e il Dottor Amachi, capo dell'istituto, assistono impotenti al tragico evento. Amachi affida a George il potente robot Pegas, in modo da aiutarlo a sviluppare le sue abilità di astronauta. Pegas infatti, oltre a possedere una grande e forza e un'intelligenza prossima a quella umana, possiede un dispositivo in grado di fornire un supporto vitale a un essere umano sotto forma di una armatura biomeccanica, con collegamenti neuronali per muoversi liberamente nello spazio, e all'occorrenza di fornirgli potenti armi di difesa e offesa per affrontare gli attacchi degli alieni. L'unione tra il corpo dell'uomo e la forza dell'armatura biomeccanica custodita all'interno di Pegas dà così origine a Tekkaman, il Cavaliere dello Spazio. Il dispositivo però non è adatto a qualunque tipo di fisico umano, così il Dottor Amachi è restio a sperimentarlo, e, conoscendo l'impulsività di George, gli affianca la figlia Hiromi, perché tenga a freno i bollenti spiriti di vendetta che animano il giovane astronauta. Dopo un ulteriore attacco alieno, George, contravvenendo agli ordini, si lancia al contrattacco sulla più potente astronave terrestre, la "Terra Azzurra", seguita da Hiromi. Lo scontro con le navicelle aliene però volge rapidamente al peggio, così George sale su Pegas e attua la dolorosissima trasformazione in Tekkaman. Per sua fortuna riesce a sopravvivere al processo e così affronta e sconfigge tutti vascelli alieni inviati contro di lui. A salvare però la Terra Azzurra contribuisce in maniera determinante un extraterrestre misterioso e beffardo di nome Andro Umeda. È grazie ad Andro che il Dottor Amachi scopre l'esistenza dell'alleanza dei bellicosi popoli alieni di Waldaster, sotto il comando dell'ambizioso imperatore Dobrai (dall'aspetto di un enorme polpo), che mira alla conquista dell'intera galassia, e neanche a dirlo, all'occupazione della Terra e lo sterminio dei suoi abitanti. A comandare le truppe di Waldaster sul campi c'è il crudele Rambos (il cui aspetto ricorda quello di un insetto dalla testa sproporzionata), tanto arrogante verso i terrestri e i propri sottoposti, quanto servile verso il suo sovrano; in realtà è un personaggio davvero patetico e stupido. Andro Umeda invece desidera più di ogni cosa ritornare su Sanno, il suo pianeta natale, e per fare questo all'inizio si allea ai terrestri solo con lo scopo di poter rubare un'astronave di Waldaster e attuare il proprio proposito; solo successivamente realizzerà l'importanza dell'amicizia stretta con gli umani e li aiuterà con convinzione nel loro progetto di emigrazione. A George, Hiromi, Pegas e Andro si unirà successivamente un'altra creatura extraterrestre, il piccolo Mutan, una sorta di omuncolo dal corpo tozzo, con coda e arti molto brevi e una grande testa con occhioni dolci, proveniente anche lui da Sanno, il quale entra subito nelle simpatie di Hiromi. I quattro andranno a formare gli Space Knights, un team creato appositamente per respingere la minaccia di Waldaster e favorire l'esplorazione dello spazio. Nel corso della narrazione si assiste a diversi tentativi dei terrestri di trovare un dispositivo warp che permetta loro di viaggiare oltre al sistema solare, e di Waldaster di piegare la resistenza degli Space Knights. George dapprima è mosso solo dal desiderio di vendetta per l'uccisione del padre, è impulsivo come un mocciosetto e prova rancore e disprezzo per tutti gli extraterrestri (in un episodio arriverà a massacrare quasi tutto l'equipaggio di una navicella aliena, che però non apparteneva a Waldaster e non aveva intenzioni ostili), oltre che molta diffidenza nei confronti di Andro; però, con il proseguire della storia, maturerà molto e si convincerà dell'importanza della sua missione. Dal canto suo, come già detto, anche Andro muterà il suo atteggiamento, dapprima di mera convenienza, in sincera amicizia nei confronti di George e Hiromi. Pur essendoci episodi in cui Hiromi e Mutan assumono un ruolo di maggiore importanza, solitamente restano più che altro figure di contorno. Il finale resta aperto e spiazza parecchio lo spettatore, il quale non vede una conclusione definitiva della storia.
Potenzialmente avrebbe potuto essere un capolavoro: l'idea dell'eroe non più ai comandi di un super meccanismo, come nel genere robotico tanto in voga in quegli anni, ma che affronta di persona i vascelli e gli ordigni alieni, con grande sofferenza fisica, e con un tempo limitato per condurre la sua battaglia (dopo trenta minuti l'energia dell'armatura si esaurisce ed essa decade, lasciando il corpo di George a una dolorosa agonia, se non potesse rientrare nel corpo di Pegas) era decisamente ottima; oltre al fatto delle tematiche ambientali, decisamente in anticipo sui tempi in quel lontano 1975. Purtroppo, lo svolgimento della narrazione non riesce a discostarsi molto dagli stereotipi del genere, soprattutto si sente molto la mancanza di un cattivo dalla personalità marcata: Rambos, come ho già detto in precedenza, appare come uno stupido inetto, messo lì solo per la sua fedeltà assoluta e servile nei confronti del sovrano di Waldaster, il quale alla fine non sa far altro che punirlo con scariche elettriche per i suoi continui fallimenti. Questo, oltre al non finale in cui si arriva alla conclusione del ventiseiesimo e ultimo episodio, sono i motivi per i quali assegno un voto piuttosto basso a questo titolo, nonostante che design e animazione siano nel complesso molto buoni per l'epoca in cui fu prodotto, e anche il commento sonoro è più che all'altezza.
Peccato davvero! Forse gli ascolti di questa serie non furono buoni e così venne conclusa al ventiseiesimo episodio in quella maniera; probabilmente gli autori volevano tenersi una porta aperta per una seconda stagione, che però non ci fu. Solo molti anni dopo venne prodotta un'altra serie su Tekkaman, che però non ho mai potuto visionare, perciò non ho idea se riprendesse la narrazione dal punto in cui si interrompeva questa.
Abbandonato il tono comico e macchiettistico del precedente "Hurricane Polymar", "Tekkaman" si avvicina decisamente di più a quello drammatico, con punte di autentica tragicità, già vissute nella serie dedicata a Kyashan. Ambientata in un futuro non molto remoto, questa storia si apre in una situazione di gravissima emergenza per l'ambiente terrestre: in pratica l'umanità, avendo inquinato l'atmosfera, il terreno e i mari del nostro pianeta, è condannata a emigrare su un altro entro tre anni, pena l'estinzione. Perciò le Nazioni Unite da tempo cercano di promuovere lo sviluppo delle missioni esplorative nello spazio, per riuscire a trovare al di là del Sistema Solare una seconda patria per l'umanità intera. In una di queste missioni, l'astronave "Angelo dello Spazio" viene aggredita da spietati alieni che la distruggono senza che il suo equipaggio possa opporre la men che minima resistenza; l'unica cosa che riesce a fare il comandante Minami è avvertire dell'imminente pericolo il Centro di Ricerca e Sviluppo delle missioni spaziali sulla Terra, ove il figlio George e il Dottor Amachi, capo dell'istituto, assistono impotenti al tragico evento. Amachi affida a George il potente robot Pegas, in modo da aiutarlo a sviluppare le sue abilità di astronauta. Pegas infatti, oltre a possedere una grande e forza e un'intelligenza prossima a quella umana, possiede un dispositivo in grado di fornire un supporto vitale a un essere umano sotto forma di una armatura biomeccanica, con collegamenti neuronali per muoversi liberamente nello spazio, e all'occorrenza di fornirgli potenti armi di difesa e offesa per affrontare gli attacchi degli alieni. L'unione tra il corpo dell'uomo e la forza dell'armatura biomeccanica custodita all'interno di Pegas dà così origine a Tekkaman, il Cavaliere dello Spazio. Il dispositivo però non è adatto a qualunque tipo di fisico umano, così il Dottor Amachi è restio a sperimentarlo, e, conoscendo l'impulsività di George, gli affianca la figlia Hiromi, perché tenga a freno i bollenti spiriti di vendetta che animano il giovane astronauta. Dopo un ulteriore attacco alieno, George, contravvenendo agli ordini, si lancia al contrattacco sulla più potente astronave terrestre, la "Terra Azzurra", seguita da Hiromi. Lo scontro con le navicelle aliene però volge rapidamente al peggio, così George sale su Pegas e attua la dolorosissima trasformazione in Tekkaman. Per sua fortuna riesce a sopravvivere al processo e così affronta e sconfigge tutti vascelli alieni inviati contro di lui. A salvare però la Terra Azzurra contribuisce in maniera determinante un extraterrestre misterioso e beffardo di nome Andro Umeda. È grazie ad Andro che il Dottor Amachi scopre l'esistenza dell'alleanza dei bellicosi popoli alieni di Waldaster, sotto il comando dell'ambizioso imperatore Dobrai (dall'aspetto di un enorme polpo), che mira alla conquista dell'intera galassia, e neanche a dirlo, all'occupazione della Terra e lo sterminio dei suoi abitanti. A comandare le truppe di Waldaster sul campi c'è il crudele Rambos (il cui aspetto ricorda quello di un insetto dalla testa sproporzionata), tanto arrogante verso i terrestri e i propri sottoposti, quanto servile verso il suo sovrano; in realtà è un personaggio davvero patetico e stupido. Andro Umeda invece desidera più di ogni cosa ritornare su Sanno, il suo pianeta natale, e per fare questo all'inizio si allea ai terrestri solo con lo scopo di poter rubare un'astronave di Waldaster e attuare il proprio proposito; solo successivamente realizzerà l'importanza dell'amicizia stretta con gli umani e li aiuterà con convinzione nel loro progetto di emigrazione. A George, Hiromi, Pegas e Andro si unirà successivamente un'altra creatura extraterrestre, il piccolo Mutan, una sorta di omuncolo dal corpo tozzo, con coda e arti molto brevi e una grande testa con occhioni dolci, proveniente anche lui da Sanno, il quale entra subito nelle simpatie di Hiromi. I quattro andranno a formare gli Space Knights, un team creato appositamente per respingere la minaccia di Waldaster e favorire l'esplorazione dello spazio. Nel corso della narrazione si assiste a diversi tentativi dei terrestri di trovare un dispositivo warp che permetta loro di viaggiare oltre al sistema solare, e di Waldaster di piegare la resistenza degli Space Knights. George dapprima è mosso solo dal desiderio di vendetta per l'uccisione del padre, è impulsivo come un mocciosetto e prova rancore e disprezzo per tutti gli extraterrestri (in un episodio arriverà a massacrare quasi tutto l'equipaggio di una navicella aliena, che però non apparteneva a Waldaster e non aveva intenzioni ostili), oltre che molta diffidenza nei confronti di Andro; però, con il proseguire della storia, maturerà molto e si convincerà dell'importanza della sua missione. Dal canto suo, come già detto, anche Andro muterà il suo atteggiamento, dapprima di mera convenienza, in sincera amicizia nei confronti di George e Hiromi. Pur essendoci episodi in cui Hiromi e Mutan assumono un ruolo di maggiore importanza, solitamente restano più che altro figure di contorno. Il finale resta aperto e spiazza parecchio lo spettatore, il quale non vede una conclusione definitiva della storia.
Potenzialmente avrebbe potuto essere un capolavoro: l'idea dell'eroe non più ai comandi di un super meccanismo, come nel genere robotico tanto in voga in quegli anni, ma che affronta di persona i vascelli e gli ordigni alieni, con grande sofferenza fisica, e con un tempo limitato per condurre la sua battaglia (dopo trenta minuti l'energia dell'armatura si esaurisce ed essa decade, lasciando il corpo di George a una dolorosa agonia, se non potesse rientrare nel corpo di Pegas) era decisamente ottima; oltre al fatto delle tematiche ambientali, decisamente in anticipo sui tempi in quel lontano 1975. Purtroppo, lo svolgimento della narrazione non riesce a discostarsi molto dagli stereotipi del genere, soprattutto si sente molto la mancanza di un cattivo dalla personalità marcata: Rambos, come ho già detto in precedenza, appare come uno stupido inetto, messo lì solo per la sua fedeltà assoluta e servile nei confronti del sovrano di Waldaster, il quale alla fine non sa far altro che punirlo con scariche elettriche per i suoi continui fallimenti. Questo, oltre al non finale in cui si arriva alla conclusione del ventiseiesimo e ultimo episodio, sono i motivi per i quali assegno un voto piuttosto basso a questo titolo, nonostante che design e animazione siano nel complesso molto buoni per l'epoca in cui fu prodotto, e anche il commento sonoro è più che all'altezza.
Peccato davvero! Forse gli ascolti di questa serie non furono buoni e così venne conclusa al ventiseiesimo episodio in quella maniera; probabilmente gli autori volevano tenersi una porta aperta per una seconda stagione, che però non ci fu. Solo molti anni dopo venne prodotta un'altra serie su Tekkaman, che però non ho mai potuto visionare, perciò non ho idea se riprendesse la narrazione dal punto in cui si interrompeva questa.
Bellissimo, questo "Tekkaman", piccolo capolavoro di casa Tatsunoko che si mostra come una piccola perla rara nel panorama degli anime robotici dell'epoca, mostrandoci, seppur ci si trovi nel lontano 1975, una grafica ottima, con uno stile riuscitissimo, una trama e un concept decisamente originali, rispetto alla schiera dei robottoni di nagaiana provenienza, e delle tematiche sorprendentemente innovative per l'epoca in questione. Partiamo dal primo punto: il comparto grafico. Come ci si può aspettare da una casa gloriosa come la Tatsunoko, i disegnatori hanno fatto un lavoro egregio, sempre avendo in mente che ci si trova di fronte un anime del 1975, con animazioni decisamente apprezzabili e scenari sempre credibili, coerentemente al grigio e triste contesto sviluppato dagli sceneggiatori (un pianeta sull'orlo dell'estinzione, a causa dell'inquinamento). In linea con questo concept, quindi, i grafici adotteranno di norma colorazioni molto tenui, in cui i toni grigi e i paesaggi brulli la faranno da padrone.
Gradevoli sono il chara e il mecha design, con personaggi, sia umani sia alieni, perfettamente riusciti, e robot - astronavi nemiche belli da vedere e credibili nei loro movimenti e nell'utilizzo delle armi (Tekkaman da questo punto di vista, è letteralmente stupendo).
Anche la caratterizzazione dei personaggi è sopra la media, con personaggi più o meno standardizzati, con Rambos, luogotenente degli alieni, vera e propria macchietta dei cattivi, sempre piuttosto sfigato e soggetto alle ire del suo leader, la bella Hiromi, dolce e bella ragazza del gruppo, segretamente innamorata del protagonista, e suo padre, il classico genio della scienza. Ma accanto a questi personaggi di stampo più classico, se ne aggiungono un paio che sono decisamente più interessanti, che sono il protagonista, George, e l'alieno buono, Andro. Entrambi si riveleranno personaggi con un passato (e un presente) decisamente doloroso. George, infatti, che incarna la figura dell'eroe positivo, è lontano anni luce dal Tetsuya, pilota del Grande Mazinga, innamorato del suo lavoro di difensore della Terra e razionalmente equilibrato in modo quasi incredibile, tanto che sembra un robot anch'esso, svolge il suo compito con riluttanza e sofferenza. Non a caso, mentre Tetsuya riuscirà nella sua missione con relativa facilità, il cavaliere dello spazio metterà a repentaglio la sua vita più volte, a causa dei terribili limiti imposti dalla sua trasformazione. Andro, a sua volta, si presenterà come un personaggio molto misterioso, accattivandosi fin da subito la curiosità dello spettatore, e l'iter che l'ha portato sulla Terra si rivelerà, anche per lui, molto doloroso. La sua crescita sarà molto lenta, ma costante, fino al punto in cui, superato il "nocciolo duro" della sua esperienza, riuscirà a schierarsi, finalmente senza remore, al fianco dei terrestri, nella lotta per la difesa della Terra.
Ad arricchire ulteriormente la bontà dell'anime c'è l'interessante innovazione offerta dal concept del funzionamento di Tekkaman, che non è assolutamente pilota di un mecha, come visto in decine di prodotti analoghi, ma diventa lui stesso mecha, tramite un processo, complicato, pericoloso e doloroso che avviene all'interno del robot, allo scopo progettato, Pegas.
La trama che presenta il "topos" dell'attacco alieno alla Terra, presenta poi, come accennato, temi piuttosto inusuali per un prodotto del 1975, come quello ambientalista, presentato davvero con efficace angoscia. Grazie a questo viene brillantemente arricchita e valorizzata anche da un finale "aperto", che una volta tanto, nonostante io non creda molto in queste tipologie di finali, si rivela adatto alla situazione.
Ottime sono le musiche, con sigle e motivi epici, che ben si sposano all'idea di Tekkaman, cavaliere delle stelle, difensore della Terra.
In definitiva, questo è un anime "classico", ma di gran pregio, che non presenta particolari difetti, se si eccettua il fatto che gli occhi di un otaku di nuova generazione probabilmente sono abituati a ben altri qualità grafica e ritmo della narrazione, ma che è decisamente un must che ogni amante degli anime dovrebbe visionare, per rendersi conto dell'evoluzione che il nostro amato mondo dell'animazione giapponese ha percorso dai primi prodotti arrivati in Italia fino ad oggi.
Gradevoli sono il chara e il mecha design, con personaggi, sia umani sia alieni, perfettamente riusciti, e robot - astronavi nemiche belli da vedere e credibili nei loro movimenti e nell'utilizzo delle armi (Tekkaman da questo punto di vista, è letteralmente stupendo).
Anche la caratterizzazione dei personaggi è sopra la media, con personaggi più o meno standardizzati, con Rambos, luogotenente degli alieni, vera e propria macchietta dei cattivi, sempre piuttosto sfigato e soggetto alle ire del suo leader, la bella Hiromi, dolce e bella ragazza del gruppo, segretamente innamorata del protagonista, e suo padre, il classico genio della scienza. Ma accanto a questi personaggi di stampo più classico, se ne aggiungono un paio che sono decisamente più interessanti, che sono il protagonista, George, e l'alieno buono, Andro. Entrambi si riveleranno personaggi con un passato (e un presente) decisamente doloroso. George, infatti, che incarna la figura dell'eroe positivo, è lontano anni luce dal Tetsuya, pilota del Grande Mazinga, innamorato del suo lavoro di difensore della Terra e razionalmente equilibrato in modo quasi incredibile, tanto che sembra un robot anch'esso, svolge il suo compito con riluttanza e sofferenza. Non a caso, mentre Tetsuya riuscirà nella sua missione con relativa facilità, il cavaliere dello spazio metterà a repentaglio la sua vita più volte, a causa dei terribili limiti imposti dalla sua trasformazione. Andro, a sua volta, si presenterà come un personaggio molto misterioso, accattivandosi fin da subito la curiosità dello spettatore, e l'iter che l'ha portato sulla Terra si rivelerà, anche per lui, molto doloroso. La sua crescita sarà molto lenta, ma costante, fino al punto in cui, superato il "nocciolo duro" della sua esperienza, riuscirà a schierarsi, finalmente senza remore, al fianco dei terrestri, nella lotta per la difesa della Terra.
Ad arricchire ulteriormente la bontà dell'anime c'è l'interessante innovazione offerta dal concept del funzionamento di Tekkaman, che non è assolutamente pilota di un mecha, come visto in decine di prodotti analoghi, ma diventa lui stesso mecha, tramite un processo, complicato, pericoloso e doloroso che avviene all'interno del robot, allo scopo progettato, Pegas.
La trama che presenta il "topos" dell'attacco alieno alla Terra, presenta poi, come accennato, temi piuttosto inusuali per un prodotto del 1975, come quello ambientalista, presentato davvero con efficace angoscia. Grazie a questo viene brillantemente arricchita e valorizzata anche da un finale "aperto", che una volta tanto, nonostante io non creda molto in queste tipologie di finali, si rivela adatto alla situazione.
Ottime sono le musiche, con sigle e motivi epici, che ben si sposano all'idea di Tekkaman, cavaliere delle stelle, difensore della Terra.
In definitiva, questo è un anime "classico", ma di gran pregio, che non presenta particolari difetti, se si eccettua il fatto che gli occhi di un otaku di nuova generazione probabilmente sono abituati a ben altri qualità grafica e ritmo della narrazione, ma che è decisamente un must che ogni amante degli anime dovrebbe visionare, per rendersi conto dell'evoluzione che il nostro amato mondo dell'animazione giapponese ha percorso dai primi prodotti arrivati in Italia fino ad oggi.
Non fatevi ingannare dall'aspetto, perchè qui in questo anime non stiamo trattando di un mecha qualsiasi, come forse il titolo e le fattezze possono far intendere, qui siamo di fronte ad un titolo che per la sua trama può benissimo paragonarsi a quella del conosciutissimo comics americano de "l'incredibile Hulk", con l'unica differenza che in questo ambito il protagonista è consapevole dei suoi enormi poteri e riesce a trasformarsi in un mostro comunque cosciente, al contrario del bambinone verde che invece non ci vede più dalla rabbia quando si trasforma.
Diciamo che è uno strano modo di intendere un cyborg, visto che la natura del protagonista che si trasforma nell'essere da cui l'opera prende il nome è quella, ma le fattezze della trasformazione, come dicevo ci fanno pensare subito al comics di cui vi ho fatto il paragone.
Tale trasformazione avviene attraverso atroci sofferenze che portano il protagonista a vedere il suo corpo crescere in una maniera smisurata e che lo porterà a bardarsi di armi potentissime con cui potrà sconfiggere gli alieni che vogliono conquistare il nostro mondo, già condannato e provato da un'esistenza resa difficile dall'era atomica che pian piano sta togliendo l'atmosfera dalla Terra.
Purtroppo ha poteri limitati questo enorme essere, come già accade in altre serie simili a questa, e una volta terminati, il protagonista cade in uno stato di incoscienza e spossatezza incredibile, perchè non è facile sottoporsi a simili tormenti.
La descrizione del protagonista ha come intento da parte dell'autore di farci capire come il più delle volte sia difficile portare la pace, nel nome dello stesso ideale, anche a costo di indicibili sofferenze, ovvero il provare sofferenze per non farle provare ad altri già messi a dura prova dalla travagliata esistenza terestre in un prossimo futuro, dove la ricercadi nuove forme di vita nello spazio non è che risolve la gran parte dei problemi, quindi il protagonista si pone come agnello sacrificale in tutto questo per regalare speranza alle genti che non possono aspettare la fine inermi dinanzi ad una simile catastrofe.
La serie ha l'obiettivo, a mio parere, di far capire allo spettatore di andarci piano col progresso, col nucleare, con sostanze che distruggono la natura per sempre e da cui è difficile tornare indietro, altrimenti gli innocenti che moriranno saranno molti di più che i progressi compiuti dalla scienza, dove nessuno mai deve essere chiamato ad essere un eroe, gli eroi devono essere quelli dell'intera comunità umana senza nessuna distinzione, che gioiscono e soffrono a seconda delle occasioni, in cui la bramosia del potere in nome di un fittizio progresso non deve mai esistere, il progresso nasce dall'esistenza collettiva umana in contemporanea della natura, se non si capisce questo significato, sarebbe un continuo morire vivendo, come lo testimonia la trasformazione del protagonista, in quanto fosse per lui, non sarebbe mai ricorso a simili situazioni per rendere il pianeta più vivibile, in cui l'allegoria degli alieni può essere vista sotto la figura reale dei potenti che vanno avanti con le loro arzigogolate politiche di un inesistente progresso che pian piano ci sta distruggendo tutti, loro compresi.
Diciamo che è uno strano modo di intendere un cyborg, visto che la natura del protagonista che si trasforma nell'essere da cui l'opera prende il nome è quella, ma le fattezze della trasformazione, come dicevo ci fanno pensare subito al comics di cui vi ho fatto il paragone.
Tale trasformazione avviene attraverso atroci sofferenze che portano il protagonista a vedere il suo corpo crescere in una maniera smisurata e che lo porterà a bardarsi di armi potentissime con cui potrà sconfiggere gli alieni che vogliono conquistare il nostro mondo, già condannato e provato da un'esistenza resa difficile dall'era atomica che pian piano sta togliendo l'atmosfera dalla Terra.
Purtroppo ha poteri limitati questo enorme essere, come già accade in altre serie simili a questa, e una volta terminati, il protagonista cade in uno stato di incoscienza e spossatezza incredibile, perchè non è facile sottoporsi a simili tormenti.
La descrizione del protagonista ha come intento da parte dell'autore di farci capire come il più delle volte sia difficile portare la pace, nel nome dello stesso ideale, anche a costo di indicibili sofferenze, ovvero il provare sofferenze per non farle provare ad altri già messi a dura prova dalla travagliata esistenza terestre in un prossimo futuro, dove la ricercadi nuove forme di vita nello spazio non è che risolve la gran parte dei problemi, quindi il protagonista si pone come agnello sacrificale in tutto questo per regalare speranza alle genti che non possono aspettare la fine inermi dinanzi ad una simile catastrofe.
La serie ha l'obiettivo, a mio parere, di far capire allo spettatore di andarci piano col progresso, col nucleare, con sostanze che distruggono la natura per sempre e da cui è difficile tornare indietro, altrimenti gli innocenti che moriranno saranno molti di più che i progressi compiuti dalla scienza, dove nessuno mai deve essere chiamato ad essere un eroe, gli eroi devono essere quelli dell'intera comunità umana senza nessuna distinzione, che gioiscono e soffrono a seconda delle occasioni, in cui la bramosia del potere in nome di un fittizio progresso non deve mai esistere, il progresso nasce dall'esistenza collettiva umana in contemporanea della natura, se non si capisce questo significato, sarebbe un continuo morire vivendo, come lo testimonia la trasformazione del protagonista, in quanto fosse per lui, non sarebbe mai ricorso a simili situazioni per rendere il pianeta più vivibile, in cui l'allegoria degli alieni può essere vista sotto la figura reale dei potenti che vanno avanti con le loro arzigogolate politiche di un inesistente progresso che pian piano ci sta distruggendo tutti, loro compresi.
Di Tekkaman non ho mai capito una cosa: le premesse. La Terra sta morendo in quanto il suo eco-sistema è irrimediabilmente devastato e per la popolazione umana l'unica speranza di salvezza è quella di migrare verso nuove stelle e gli alieni, intelligentemente, anziché starsene ad aspettare buoni buoni che i terrestri o s'estinguano tutti per conto proprio o si levino dai piedi lasciando il pianeta, decidono di dar fondo alle proprie risorse e ai dischi volanti per la conquista d'un mondo morente! Anche ammesso che avessero la tecnologia per poterlo guarire una volta conquistato, che senso avrebbe comunque avuto la loro tattica? E visto che con Andros e Muten scopriamo che nella Galassia, oltre al pianeta degli invasori e alla Terra, ci sono per certo altri mondi abitabili, perché non si sono dedicati alla conquista di quelli?
Tolto questo, Tekkaman compone insieme a "Kyashan" e "Polymar", il trittico delle serie cult super-hero orientated della Tatsunuko, anche se Kyashan forse non può essere inserito in questo filone.
Tekkaman era, originariamente, destinato a pubblicizzare una catena di supermarket, poi si trasformò in mito grazie ad una trama che, nonostante tutto, era carica di poetica drammaticità, alle caratterizzazioni forti dei suoi protagonisti e alla realizzazione Tatsunoko style che non temeva confronti con nessuno a quel tempo.
In definitiva, Tekkaman è proprio una grande serie. Guardatela!
Tolto questo, Tekkaman compone insieme a "Kyashan" e "Polymar", il trittico delle serie cult super-hero orientated della Tatsunuko, anche se Kyashan forse non può essere inserito in questo filone.
Tekkaman era, originariamente, destinato a pubblicizzare una catena di supermarket, poi si trasformò in mito grazie ad una trama che, nonostante tutto, era carica di poetica drammaticità, alle caratterizzazioni forti dei suoi protagonisti e alla realizzazione Tatsunoko style che non temeva confronti con nessuno a quel tempo.
In definitiva, Tekkaman è proprio una grande serie. Guardatela!
Bella serie fantascientifica in effetti dalla forte tematica ambientalista. Oltre alle tematiche mi ha colpito anche il rapporto tra i tre eroi: l' irruento George, la bella e pensierosa Hiromi e l' ambiguo alieno Andro, accompagnato dal simpatico Mutan. Il gruppo in più di un'occasione avrà di che discutere.
Proprio belli anche i disegni, soprattutto i paesaggi. Ben realizzata è anche la colonna sonora.
E' curioso sottolineare poi che in serie degli anni '70 come questa e in "Gordian" si parli di sconvolgimenti climatici e dell'ecosistema anticipando dunque di un decennio un problema che ha poi progressivamente acquistato rilevanza mondiale e che, purtroppo, ancora oggi, alcuni tendono a minimizzare per interessi puramente economici. Basti vedere a riguardo quanto successo durante l'ultimo vertice.
Proprio belli anche i disegni, soprattutto i paesaggi. Ben realizzata è anche la colonna sonora.
E' curioso sottolineare poi che in serie degli anni '70 come questa e in "Gordian" si parli di sconvolgimenti climatici e dell'ecosistema anticipando dunque di un decennio un problema che ha poi progressivamente acquistato rilevanza mondiale e che, purtroppo, ancora oggi, alcuni tendono a minimizzare per interessi puramente economici. Basti vedere a riguardo quanto successo durante l'ultimo vertice.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Una delle trame più suggestive di quegli anni, non c'è dubbio. Concordo con gli altri su un punto: il tema di fondo della storia è rappresentato senza dubbio dalla grande sofferenza dell'eroe. Come sempre, potrebbe dire qualcuno. Ma in questo caso c'è qualcosa in più: la morte del protagonista. Possibile che sia sfuggita a tutti la peculiarità che rende la serie in questione unica nel suo genere? Una sofferenza che caratterizza l'eroe a cominciare dalla trasformazione e che trova il suo culmine nel finale, quando, dopo essersi congedato dagli amici di sempre, decide di schiantarsi con il suo robot contro l'astronave nemica. Il finale è non è poi così oscuro: Tekkaman, si sa, ha soltanto 37 minuti di autonomia e quando la Terra Azzura è ormai lontana, alla ricerca di nuovi mondi, il cavaliere romantico per eccellenza, non può far altro che sacrificare se stesso per salvare l'umanità.
Una delle trame più suggestive di quegli anni, non c'è dubbio. Concordo con gli altri su un punto: il tema di fondo della storia è rappresentato senza dubbio dalla grande sofferenza dell'eroe. Come sempre, potrebbe dire qualcuno. Ma in questo caso c'è qualcosa in più: la morte del protagonista. Possibile che sia sfuggita a tutti la peculiarità che rende la serie in questione unica nel suo genere? Una sofferenza che caratterizza l'eroe a cominciare dalla trasformazione e che trova il suo culmine nel finale, quando, dopo essersi congedato dagli amici di sempre, decide di schiantarsi con il suo robot contro l'astronave nemica. Il finale è non è poi così oscuro: Tekkaman, si sa, ha soltanto 37 minuti di autonomia e quando la Terra Azzura è ormai lontana, alla ricerca di nuovi mondi, il cavaliere romantico per eccellenza, non può far altro che sacrificare se stesso per salvare l'umanità.
Tekkamen secondo me è un'altra pietra miliare dell'animazione giapponese perchè in essa si mescolano ironia e tragedia in maniera unica. Si respira quella atmosfera tipicamente medievale che ti coinvolge e ti immedesima tanto da farti sentire cavaliere spaziale come il mitico eroe protagonista che per vendicare la morte del padre, dovrà vedersela duramente con i nemici alieni. La grande forza e il grande coraggio del protagonista fanno della serie, nonostante la sua soppressione, un'opera davvero unica e imperdibile. Fantastico!
Tekkaman è una grande serie, probabilmente in anticipo sui tempi, e per questo purtroppo soppressa proprio sul più bello a causa degli scarsi ascolti... infatti gli episodi previsti sarebbero dovuti essere 52 e non 26.
Chi ha visto Tekkaman difficilmente si scorderà la sua meravigliosa armatura e il suo modo non convenzionale di combattere, ritto sull'invulnerabile Pegas - con il quale forma un duo davvero invincibile - e dotato di poche ma micidiali armi, con le quali squarcia le navicelle nemiche per entrarvi fisicamente e completare l'opera di distruzione!
I nemici sono disegnati come ci aspetterebbe che fossero davvero gli alieni, quindi semplici UFO per le navicelle, e insettoidi vari per i personaggi alla Rambos: un appassionato di fantascienza "hard" non può non apprezzare la mancanza degli strampalati ed improbabili supermostri meccanici che tentano di eliminare i Goldrake o i Mazinga.
Non guasta l'accenno ai problemi ambientali e anche un certo crudo realismo nel raffigurare scene violente, specialmente quelle quando civili o militari muoiono a causa degli attacchi di Waldaster... e non parliamo della stupenda sigla musicale, davvero un capolavoro!
Per me Tekkaman rimane una pietra miliare del genere, peccato per la mancanza del finale... a questo proposito mi piace pensare che, essendo Tekkaman invulnerabile, abbia distrutto la nave dello stolido Rambos, il quale però non muore ma viene fatto prigioniero ed esposto al pubblico ludibrio sulla Terra: la giusta fine che questo infido mostricciatolo giallo meriterebbe :)
Chi ha visto Tekkaman difficilmente si scorderà la sua meravigliosa armatura e il suo modo non convenzionale di combattere, ritto sull'invulnerabile Pegas - con il quale forma un duo davvero invincibile - e dotato di poche ma micidiali armi, con le quali squarcia le navicelle nemiche per entrarvi fisicamente e completare l'opera di distruzione!
I nemici sono disegnati come ci aspetterebbe che fossero davvero gli alieni, quindi semplici UFO per le navicelle, e insettoidi vari per i personaggi alla Rambos: un appassionato di fantascienza "hard" non può non apprezzare la mancanza degli strampalati ed improbabili supermostri meccanici che tentano di eliminare i Goldrake o i Mazinga.
Non guasta l'accenno ai problemi ambientali e anche un certo crudo realismo nel raffigurare scene violente, specialmente quelle quando civili o militari muoiono a causa degli attacchi di Waldaster... e non parliamo della stupenda sigla musicale, davvero un capolavoro!
Per me Tekkaman rimane una pietra miliare del genere, peccato per la mancanza del finale... a questo proposito mi piace pensare che, essendo Tekkaman invulnerabile, abbia distrutto la nave dello stolido Rambos, il quale però non muore ma viene fatto prigioniero ed esposto al pubblico ludibrio sulla Terra: la giusta fine che questo infido mostricciatolo giallo meriterebbe :)
Il cartoon è molto bello, ma il problema è il finale, è incompleto! Non si sa se Tekkaman vincerà o perderà (anche se lo si può immaginare)! Non si sa se la Terra Azzurra riuscirà ad arrivare sul nuovo pianeta! Sembra che alla serie manchino uno o due episodi finali! O era veramente nelle intenzioni dell'autore lasciare tutto nell'incertezza?
Una bella serie davvero, apparsa in Italia nel 1979, in autunno, credo, dinamica, ben disegnata, ben animata e violenta al punto giusto (allora, non si andava tanto per il sottile in questo genere di cose). Il design lo ricordo come molto buono, soprattutto quello di Tekkaman stesso, che ricorda l'armatura di un cavaliere medievale. Anche i nemici sono disegnati bene, non sono i soliti umanoidi con le orecchie a punta (tutti cugini di Mr.Spock, questiinvasori!!), ma spesso, davvero "alieni". Imperdibili poi le scene finali, in cui, ad ogni episodio il malvagio Valdaster punisce fisicamente l'inetto Rambos, reo di aver fallito l'ennesimo tentativo di conquista della terra.
Siccome è un tema che negli anime del periodo si ripete spesso, viene da domandarsi se questi invasori fosseropoi così cattivi, visto che sono di perdono facile e tollerano fallimenti che, ad un comune generale terrestre, avrebbero fruttato una bella fucilazione al secondo passo falso!
Siccome è un tema che negli anime del periodo si ripete spesso, viene da domandarsi se questi invasori fosseropoi così cattivi, visto che sono di perdono facile e tollerano fallimenti che, ad un comune generale terrestre, avrebbero fruttato una bella fucilazione al secondo passo falso!
uchuu no kishi! Tekkamaaaan!! quante volte mi ci incantavo da piccino a quella magnifica sigla iniziale! ora lo sto ricollezionando in DVD...un capolavoro! come si fa a non ricordarsi la mitica pettinatura di andro?:) e poi, da che mi risulta tekkaman è uno dei pochi eroi che soffre come un riccio ogni volta che si trasforma...
e poi la terra che x l'inquinamento già stava x finire male...attaccata pure dagli alieni...eccheccavolo non si può mai stare in pace!:)
FErro
e poi la terra che x l'inquinamento già stava x finire male...attaccata pure dagli alieni...eccheccavolo non si può mai stare in pace!:)
FErro
il disegno come era abitudine engli anni 70 è di ottimo livello e non parodistico . La trasformazione di Tekkaman è una delle più dolorose e riuscite della storia anime e sicuramente lascia un'impatto forte , ma anche il caracter design è geniale , non ci troviamo davanti a un mega robot ,ma a un mini robot dove dentro c'è un uomo, che con agilità affetta i dischi volanti e robot avversari. Ci sono delle pecche in molte storie che a volte come trama non riescono a decollare , la colonna sonora è di altissimo livello come la sigla ( tra le più belle in assoluto ). I nemici tendono a essere ridicolizzati in comportamenti che rasentano la comica demenzialità , inusuale per quegli anni. Il finale non c'è .. la serie è troncata con un episodio conclusivo che non chiarisce nulla.
Grande serie!
Si respira un'atmosfera da anni '70 in ogni fotogramma! Tutto richiama a quell'epoca, il mecha, il chara (quindi le pettinature e i vestiti dei protagonisti...). Drammatico lo svolgimento degli eventi, in cui il nostro eroe si lancia, armato della sua armatura, contro i cattivi comandati da Valdaster e dal generale Rambos (il solito pietoso cattivo che implora perdono alla fine dell'episodio per non essere eliminato fisicamente dal suo grande capo!). Non ho mai capito bene il motivo della sofferenza che l'armatura di Tekkaman provoca al protagonista durante la "vestizione" (e perchè poi si fa avvolgere dal filo spinato?!? Boh?!?) ad ogni modo, tutto questo dolore, incupisce ulteriormente tutta la trama, già di per sé non troppo allegra.
Si respira un'atmosfera da anni '70 in ogni fotogramma! Tutto richiama a quell'epoca, il mecha, il chara (quindi le pettinature e i vestiti dei protagonisti...). Drammatico lo svolgimento degli eventi, in cui il nostro eroe si lancia, armato della sua armatura, contro i cattivi comandati da Valdaster e dal generale Rambos (il solito pietoso cattivo che implora perdono alla fine dell'episodio per non essere eliminato fisicamente dal suo grande capo!). Non ho mai capito bene il motivo della sofferenza che l'armatura di Tekkaman provoca al protagonista durante la "vestizione" (e perchè poi si fa avvolgere dal filo spinato?!? Boh?!?) ad ogni modo, tutto questo dolore, incupisce ulteriormente tutta la trama, già di per sé non troppo allegra.