Capitan Gorilla
"Aku Daisakusen Srungle", in Italia noto come "Capitan Gorilla", è un anime della Kokusai Eigasha, la casa produttrice di Goshogun, Bryger e Baxinger. Si tratta di una serie di robotici non ortodossi in cui i protagonisti si trovano a combattere contro un cartello criminale interessato più a realizzare profitti illeciti che alla conquista del mondo. Mentre Goshogun risente della tradizione classica e presenta ancora un bel robottone scintillante con uno spettacolare colpo finale, Bryger, Baxinger e ancora di più Srungle abbandonano quasi completamente l'aspetto robotico. Niente mostro della settimana, niente attacco finale, le battaglie sono ridotte ai minimi termini e i mecha sono tutto tranne che entusiasmanti. In Srungle la maggior parte dei mecha usati dalla Gorilla Force sono piccoli e non antropomorfi; hanno un solo robottone, lo Srungle del titolo, che però è ben poco utile. Varie battaglie si risolvono con un membro della squadra che esce dal robot, piazza una bomba sul mecha nemico e la fa esplodere: booom! Ma a che serve un robot gigante se poi i nemici si sconfiggono così??
La verità è che Srungle è un robotico solo per caso: all'epoca i robot giganti avevano così tanto successo che dovevano essere infilati dappertutto, allo scopo di vendere i giocattoli. Il vero genere di Srungle è l'action: vagamente ispirato ai telefilm di Mission Impossible narra le avventure di un team di assi (l'esperto trasformista, la specialista di bombe, il pilota d'eccezione, il meccanico, lo stratega, eccetera) che realizzano missioni di polizia contro Crimine, l'organizzazione criminale nemica. È chiaro che questo tipo di setting non è l'ideale per un fan del robotico vero, ma ci si potrebbe passare sopra se almeno i personaggi e le storie fossero interessanti. Devo dire che tra il 1972 e il 1983 sono stati realizzati circa una quarantina di anime robotici, che ho visto quasi nella loro interezza: ebbene nessuno di questi batte Srungle in quanto a stupidità e antipatia dei personaggi principali, o idiozia dei dialoghi. Srungle si guadagna quindi la palma di peggiore robotico di quegli anni, distaccando ampiamente anche Bryger.
Sentire i discorsi dei personaggi (che praticamente spendono le puntate a rimarcare quanto sono fighi) è una sofferenza, sono di una vacuità e una leggerezza insostenibili. L'antipatia si è trasmessa anche alle voci dei doppiatori italiani e all'odiosa sigla iniziale Gorilla Force, cantata dagli Odeon Boys. Va detto però che la sigla è perfettamente consistente con la stupidità della serie. Serie che prosegue per oltre cinquanta puntate e presenta una trama relativamente articolata, con la morte di un membro del team e il ritiro di un altro, un cambio di nemici e una svolta maggiormente verso la tradizione, con un nemico alieno che funge da Imperatore del Crimine dietro le quinte: tutto questo però lo so dalle mie letture su Internet, perché non sono a riuscito a vedere più di cinque puntate di questo supplizio.
Fortunatamente la Kokusai Eigasha non ha continuato a lungo a produrre questo tipo di anime, e dopo Srungle si ricordano solo Sasuraiger - il terzo episodio della trilogia dei J9 iniziata da Bryger - e Galvion. Negli Stati Uniti Srungle è stato fuso con Goshogun e distribuito sotto il titolo di Macron 1. L'impressione che si ha è che si tratti di serie pensate per il mercato americano, che presento dei personaggi che nulla hanno a che fare con la tradizione giapponese degli anni settanta e che ricordano invece i personaggi dei telefilm action americani. Tecnicamente la serie è ben al di sotto di altre realizzate nello stesso periodo e l'unica cosa che mi sento di salvare è il chara design dei personaggi femminile del buon Amano Yoshitaka, mentre i personaggi maschili sono orrendi. C'è anche una buona dose di fan service e di nudi femminili, tutto sommato la cosa meglio riuscita della serie.
È interessante paragonare la grafica di Srungle con quella di Mospeada, anime dello stesso anno e con lo stesso chara designer: Srungle esce distrutto dal confronto. È evidente che le capacità tecniche della Kokusai Eigasha erano ben diverse da quelle della Tatsunoko. Si tratta in conclusione di una serie che sconsiglio a tutti. Si prende 3 perché non mi pare il caso di infierire su una serie con ambizioni così basse e realizzata al risparmio, e anche perché è possibile che migliori nelle puntate che non ho visto. Ma ne dubito fortemente.
La verità è che Srungle è un robotico solo per caso: all'epoca i robot giganti avevano così tanto successo che dovevano essere infilati dappertutto, allo scopo di vendere i giocattoli. Il vero genere di Srungle è l'action: vagamente ispirato ai telefilm di Mission Impossible narra le avventure di un team di assi (l'esperto trasformista, la specialista di bombe, il pilota d'eccezione, il meccanico, lo stratega, eccetera) che realizzano missioni di polizia contro Crimine, l'organizzazione criminale nemica. È chiaro che questo tipo di setting non è l'ideale per un fan del robotico vero, ma ci si potrebbe passare sopra se almeno i personaggi e le storie fossero interessanti. Devo dire che tra il 1972 e il 1983 sono stati realizzati circa una quarantina di anime robotici, che ho visto quasi nella loro interezza: ebbene nessuno di questi batte Srungle in quanto a stupidità e antipatia dei personaggi principali, o idiozia dei dialoghi. Srungle si guadagna quindi la palma di peggiore robotico di quegli anni, distaccando ampiamente anche Bryger.
Sentire i discorsi dei personaggi (che praticamente spendono le puntate a rimarcare quanto sono fighi) è una sofferenza, sono di una vacuità e una leggerezza insostenibili. L'antipatia si è trasmessa anche alle voci dei doppiatori italiani e all'odiosa sigla iniziale Gorilla Force, cantata dagli Odeon Boys. Va detto però che la sigla è perfettamente consistente con la stupidità della serie. Serie che prosegue per oltre cinquanta puntate e presenta una trama relativamente articolata, con la morte di un membro del team e il ritiro di un altro, un cambio di nemici e una svolta maggiormente verso la tradizione, con un nemico alieno che funge da Imperatore del Crimine dietro le quinte: tutto questo però lo so dalle mie letture su Internet, perché non sono a riuscito a vedere più di cinque puntate di questo supplizio.
Fortunatamente la Kokusai Eigasha non ha continuato a lungo a produrre questo tipo di anime, e dopo Srungle si ricordano solo Sasuraiger - il terzo episodio della trilogia dei J9 iniziata da Bryger - e Galvion. Negli Stati Uniti Srungle è stato fuso con Goshogun e distribuito sotto il titolo di Macron 1. L'impressione che si ha è che si tratti di serie pensate per il mercato americano, che presento dei personaggi che nulla hanno a che fare con la tradizione giapponese degli anni settanta e che ricordano invece i personaggi dei telefilm action americani. Tecnicamente la serie è ben al di sotto di altre realizzate nello stesso periodo e l'unica cosa che mi sento di salvare è il chara design dei personaggi femminile del buon Amano Yoshitaka, mentre i personaggi maschili sono orrendi. C'è anche una buona dose di fan service e di nudi femminili, tutto sommato la cosa meglio riuscita della serie.
È interessante paragonare la grafica di Srungle con quella di Mospeada, anime dello stesso anno e con lo stesso chara designer: Srungle esce distrutto dal confronto. È evidente che le capacità tecniche della Kokusai Eigasha erano ben diverse da quelle della Tatsunoko. Si tratta in conclusione di una serie che sconsiglio a tutti. Si prende 3 perché non mi pare il caso di infierire su una serie con ambizioni così basse e realizzata al risparmio, e anche perché è possibile che migliori nelle puntate che non ho visto. Ma ne dubito fortemente.