Infinite Ryvius
"Infinite Ryvius" è una serie Sunrise di ventisei episodi, prodotta e trasmessa fra il 1999 e il 2000.
Nonostante sia una serie parzialmente passata in secondo piano (ingiustamente, oserei aggiungere), si tratta comunque di una notevole produzione della seconda metà degli anni '90, periodo estremamente florido per l'animazione giapponese.
Quest'opera è anche nota per essere stata la prima "prova seria" per il rinomato regista Goto Taniguchi (ricordato anche per "PlanetES" e "Code Geass"), che solo un anno prima aveva affiancato, in qualità di assistente, il più esperto Ryosuke Takahashi alla direzione di "Gasaraki".
"Infinite Ryvius", nonostante sia stato sviluppato attorno a un soggetto originale, può vantare una "discendenza" indiretta di notevole spessore: sono infatti notevoli e indubbie le somiglianze fra quest'opera e il celebre esordio letterario di William Golding, ovvero "Il signore delle mosche".
Le affinità sono notevoli: un gruppo di ragazzi lasciati a se stessi a causa di eventi negativi, il tentativo di instaurare una società e le problematiche inerenti ad esso, fino ad arrivare a un discorso più ampio sui timori irrazionali dell'animo umano e sulle conseguenze di tali timori, con riferimenti ai totalitarismi e sugli effetti della propaganda e della repressione. Ovviamente questo setting era in parte incompatibile con un'opera animata del periodo, ed è stato rimaneggiato al fine di adattarlo al mezzo e ai gusti dell'epoca.
Il risultato è un'opera ambientata in un vago futuro, dove ormai i viaggi spaziali sono comuni e l'umanità ha colonizzato tutto il sistema solare. Punto fondamentale del setting è la presenza del Geduld, una sorta di "mare di massa densa", nato da un fenomeno solare di origini sconosciute, che si espande radialmente lungo tutto il sistema solare.
Nonostante il cast dell'opera sia piuttosto ampio e vario, il punto di vista principale è quello di Aiba Kouji, un giovane studente che si dirige, come moltissimi altri studenti, nella stazione-scuola "Liebe Delta". Assieme a lui vi sono lo scontroso fratello minore Yuuki, l'amica d'infanzia Aoi e moltissimi altri ragazzi. Naturalmente, le cose non possono andare per il verso giusto, e una serie di concause portano la "Liebe Delta" in grave pericolo, mettendo così a rischio la vita degli studenti (che nel frattempo sono rimasti senza adulti in grado di supervisionarli).
Ed è qui, ad un passo dallo sfracello, che i giovani scoprono che nel cuore della loro stazione era nascosta una potente nave da guerra, il Ryvius, in grado di resistere alle terribili condizioni in cui si trovano. E qui che parte il viaggio dei ragazzi alla ricerca dei soccorsi e di una via per tornare alle proprie vite. Cosa che non sarà affatto facile, visto che sono braccati da un nemico di cui non si conoscono gli scopi.
Se avete letto "Il signore delle mosche", potete farvi un'idea di massima su come evolva la trama. Sennò, sappiate che la convivenza degli studenti, liberi da qualsiasi tipo di sorveglianza e immersi in un ambiente ostile, non sarà affatto facile, e l'atmosfera progredirà in una spirale di tensione e angoscia che farà affiorare il lato più istintivo e animalesco dell'essere umano. Ciò rappresenta il vero punto di forza dell'opera, in quanto la crescita dell'atmosfera opprimente colpisce in pieno lo spettatore, immergendolo nella disagiata situazione dell'equipaggio della nave. Plauso all'efficace regia di Taniguchi che, coadiuvato da una buona fotografia e da un design della nave particolarmente azzeccato, riesce trasmettere in maniera molto efficace l'atmosfera dell'opera.
Come già anticipato, l'opera possiede diversi aspetti per renderla decisamente più aderente ai topoi dell'epoca, e fra questi non poteva mancare un gigantesco mecha da combattimento (connesso al 'Vital Guarder', una sezione staccabile dalla nave madre), a cui verranno demandate le maggiori componenti di combattimento dell'anime. Da notare che, nonostante tale presenza, resta comunque faticoso inserire "Infinite Ryvius" nel genere mecha: di fatto il 'Vital Guarder' potrebbe avere qualsiasi forma, e la decisione di farlo così deriva probabilmente dal rinnovato interesse sul settore in seguito all'uscite di "Neon Genesis Evangelion", di quattro anni antecedente all'opera qui esaminata. L'anime è e resta una peculiare space opera, dove il viaggio per la salvezza nello spazio è affiancato al viaggio interiore che ognuno dei componenti del giovane equipaggio compie di pari passo con la nave.
Ed è proprio il viaggio una delle componenti forti dell'opera. Tematica di successo sin dagli albori dell'animazione giapponese (specialmente nelle space opera, come "Yamato", che sono andate alla grande fin dagli anni '70), essa procede di pari passo con la situazione psicologica dell'equipaggio del Ryvius, accompagnando la "perdita dell'innocenza" dei ragazzi e introducendoli nel mondo adulto (altro topos fortissimo dell'epoca, quasi onnipresente nelle opere di spessore di quel periodo). Eppure "Infinite Ruyvius" centra un inaspettato obiettivo, creando un'ottima combinazione di elementi. Probabilmente è stato casuale, ma l'opera mi ha ricordato un altro caposaldo letterario: "Cuore di Tenebra", di Joseph Conrad. L'accostamento non dovrebbe sorprendere, visto che l'opera di Golding precedentemente citata ha moltissimi punti in comune con l'opera di Conrad. Ma vi sono aspetti in cui la seconda mostra molte affinità con Ryvius: proprio come nel viaggio del capitano Marlow lungo un fiume dell'Africa nera, così il Ryvius affronterà una peregrinazione che sarà una metafora della progressiva disinibizione e animalizzazione dell'animo umano (dove nel libro avviene, metaforicamente parlando, nel mutamento della natura circostante e degli incontri fatti; mentre nell'anime è rappresentata con la degenerazione, anche visiva, delle condizioni della nave e di coloro che la abitano).
E ora veniamo al punto "personaggi". Nonostante ci sia qualche ombra, essi sono sicuramente la colonna portante dell'opera. In chiave allegorica, i membri del Ryvius possono essere divisi nei razionali, ovvero coloro che tendenzialmente mantengono la loro umanità, e negli istintivi, ovvero coloro che degenerano e spingono per una struttura sociale più primitiva e assoluta. In generale questa divisione funziona bene, anche se ovviamente (e giustamente) non è così netta, ma le emozioni dei compagni di viaggio si mischiano e mutano continuamente, oscillando fra speranze e rassegnazione.
Ma sfortunatamente non tutto è andato per il verso giusto: alcuni personaggi funzionano bene e sono appropriati dall'inizio alla fine, mentre in altri si possono notare diverse sbavature, che vanno da un comportamento non del tutto riuscito a un background un tantino fuori luogo e poco efficace.
Insomma: come collettività funzionano alla grande, ma se presi in singolo non tutti sono proprio allo stesso livello.
Discorso diverso per coloro che sono esterni alla nave: di fatto essi esistono solo in funzioni ruolistiche ben determinate (compresi antagonisti esterni), e in generale si può dire poco di loro, a parte il fatto che sono un po' troppo stereotipati. Questo aspetto si ripercuoterà su un altro difetto dell'opera, che tratterò in seguito.
Ma ora vorrei passare a un altro aspetto determinante nella struttura di "Infinite Ryvius", e lo farò citando l'ultimo personaggio che ho lasciato fuori, ovvero Neya, una misteriosa ragazza che indossa abiti stravaganti. Essa agisce evidentemente come una sorta di specchio, riflettendo le evoluzioni psicologiche ed emozionali dei personaggi, ed è un'entità chiaramente legata al Ryvius (elementi chiarissimi fin dal principio). Fondamentalmente è il mezzo per esprimere il rapporto fra uomo e macchina, altro tema caro all'animazione giapponese dell'epoca. Nelle opere dell'epoca, la tecnologia è sostanzialmente una via per superare i limiti umani (tematica forse in parte mutata dalla sinergia uomo-macchina di matrice cyberpunk), che potenzialmente può spingere l'uomo verso un nuovo step evolutivo. Basti pensare a opere come "Ghost in the Shell", il già citato "Neon Genesis Evangelion" (che ha un'accezione più mistica), oppure "Serial Experiments Lain" (che verte di più sui nuovi metodi di comunicazione come mezzo per il superamento dell'individualità e sul rapporto dell'uomo con essi).
Sebbene in misura ridotta, anche Ryvius possiede elementi dello stesso filone: infatti uno degli elementi cardine dell'opera è il rapporto che si instaura fra i ragazzi e la nave stessa (che, ricordo, è di natura misteriosa), al fine di formare una sorta di collettività (la cui natura verrà appurata solo nelle ultime battute dell'opera).
Ora veniamo a due lati purtroppo negativi dell'opera. Il primo è la natura delle navi Vaia (classe alla quale il Ryvius appartiene). L'argomento viene trattato, ma c'è l'impressione che si sarebbe potuto andare un po' oltre. Insomma, la questione è formalmente risolta in modo chiaro, ma è un nodo di interesse che a mio avviso è stato poco sfruttato. Ma questo è il problema minore. L'altro punto è inerente la sottotrama politica. Seppur secondaria, dovrebbe rivestire un ruolo senz'altro importante, dato che contestualizza nel mondo esterno la "crisi del Ryvius" e le conseguenti vicissitudini dei ragazzi. Tuttavia, ad essa è riservato un tempo insufficiente, e il contesto nel quale si muove la trama risulta mal definito. Tale difetto è causato da due fattori: il primo è intrinseco all'opera, in quanto la necessità di mantenere costantemente il focus sui giovani protagonisti leva spazio per eventuali digressioni (ma ci sono sezioni semi-riassuntive in diverse puntate, e mi chiedo se quel tempo non avrebbe giovato meglio nel rimpolpare quest'aspetto). Il secondo è dovuto alla natura dei personaggi esterni al Ryvius: solo uno riceve un minimo di caratterizzazione ed è fondamentalmente slegato dalle cospirazioni politiche (affidate a delle mere comparse).
Questo è un peccato, specialmente alla luce del fatto che Taniguchi aveva appena lavorato su "Gasaraki", opera dove la sottotrama politica arriva a rivaleggiare con quella principale.
Due parole sul finale: l'opera di fatto è composta da venticinque episodi e un epilogo, che è alquanto antitetico se paragonato al resto della serie. Se da un lato corona due dei temi forti dell'opera (ovvero quello della maturazione, col formale passaggio di consegne generazionale, e quello della natura della nave e del rapporto con i protagonisti, che verrà totalmente espletato negli ultimi minuti), bisogna però ammettere che il cambio di registro è straniante. Io non l'ho trovato troppo negativo (anche perché, personalmente, apprezzo gli epiloghi esaustivi che si estendono oltre la vicenda), però ci sono decisamente alcuni elementi che stonano con tutto ciò che avete visto finora.
Non una cattiva idea, ma una realizzazione un po' improvvisata e non del tutto a buon fine.
E ora, prima di tirare le somme, vorrei spendere qualche parola sul comparto tecnico.
Non sempre l'animazione e disegno sono all'altezza, ma in genere la produzione è in linea con i livelli dell'epoca. Fortunatamente la buona prova dello staff, specialmente del regista, fa passare quasi inosservate queste sbavature. Buona la fotografia che, assieme a un buon uso degli sfondi (non particolarmente brillanti ma funzionali) contribuisce a creare la riuscitissima atmosfera dell'opera. La colonna sonora è piuttosto varia e funzionale, e mi sembra doveroso riportare la presenza di due buone sigle (specialmente la splendida sigla di chiusura).
In conclusione, "Infinite Ryvius" è una piccola perla del periodo finale degli anni '90, e non sfigura a fianco di altri anime come "Now and Then, Here and There", "Evangelion", "Lain" e altre magnifiche opere che ci sono pervenute da quel florido periodo. Ne consiglio senz'altro la visione.
Nonostante sia una serie parzialmente passata in secondo piano (ingiustamente, oserei aggiungere), si tratta comunque di una notevole produzione della seconda metà degli anni '90, periodo estremamente florido per l'animazione giapponese.
Quest'opera è anche nota per essere stata la prima "prova seria" per il rinomato regista Goto Taniguchi (ricordato anche per "PlanetES" e "Code Geass"), che solo un anno prima aveva affiancato, in qualità di assistente, il più esperto Ryosuke Takahashi alla direzione di "Gasaraki".
"Infinite Ryvius", nonostante sia stato sviluppato attorno a un soggetto originale, può vantare una "discendenza" indiretta di notevole spessore: sono infatti notevoli e indubbie le somiglianze fra quest'opera e il celebre esordio letterario di William Golding, ovvero "Il signore delle mosche".
Le affinità sono notevoli: un gruppo di ragazzi lasciati a se stessi a causa di eventi negativi, il tentativo di instaurare una società e le problematiche inerenti ad esso, fino ad arrivare a un discorso più ampio sui timori irrazionali dell'animo umano e sulle conseguenze di tali timori, con riferimenti ai totalitarismi e sugli effetti della propaganda e della repressione. Ovviamente questo setting era in parte incompatibile con un'opera animata del periodo, ed è stato rimaneggiato al fine di adattarlo al mezzo e ai gusti dell'epoca.
Il risultato è un'opera ambientata in un vago futuro, dove ormai i viaggi spaziali sono comuni e l'umanità ha colonizzato tutto il sistema solare. Punto fondamentale del setting è la presenza del Geduld, una sorta di "mare di massa densa", nato da un fenomeno solare di origini sconosciute, che si espande radialmente lungo tutto il sistema solare.
Nonostante il cast dell'opera sia piuttosto ampio e vario, il punto di vista principale è quello di Aiba Kouji, un giovane studente che si dirige, come moltissimi altri studenti, nella stazione-scuola "Liebe Delta". Assieme a lui vi sono lo scontroso fratello minore Yuuki, l'amica d'infanzia Aoi e moltissimi altri ragazzi. Naturalmente, le cose non possono andare per il verso giusto, e una serie di concause portano la "Liebe Delta" in grave pericolo, mettendo così a rischio la vita degli studenti (che nel frattempo sono rimasti senza adulti in grado di supervisionarli).
Ed è qui, ad un passo dallo sfracello, che i giovani scoprono che nel cuore della loro stazione era nascosta una potente nave da guerra, il Ryvius, in grado di resistere alle terribili condizioni in cui si trovano. E qui che parte il viaggio dei ragazzi alla ricerca dei soccorsi e di una via per tornare alle proprie vite. Cosa che non sarà affatto facile, visto che sono braccati da un nemico di cui non si conoscono gli scopi.
Se avete letto "Il signore delle mosche", potete farvi un'idea di massima su come evolva la trama. Sennò, sappiate che la convivenza degli studenti, liberi da qualsiasi tipo di sorveglianza e immersi in un ambiente ostile, non sarà affatto facile, e l'atmosfera progredirà in una spirale di tensione e angoscia che farà affiorare il lato più istintivo e animalesco dell'essere umano. Ciò rappresenta il vero punto di forza dell'opera, in quanto la crescita dell'atmosfera opprimente colpisce in pieno lo spettatore, immergendolo nella disagiata situazione dell'equipaggio della nave. Plauso all'efficace regia di Taniguchi che, coadiuvato da una buona fotografia e da un design della nave particolarmente azzeccato, riesce trasmettere in maniera molto efficace l'atmosfera dell'opera.
Come già anticipato, l'opera possiede diversi aspetti per renderla decisamente più aderente ai topoi dell'epoca, e fra questi non poteva mancare un gigantesco mecha da combattimento (connesso al 'Vital Guarder', una sezione staccabile dalla nave madre), a cui verranno demandate le maggiori componenti di combattimento dell'anime. Da notare che, nonostante tale presenza, resta comunque faticoso inserire "Infinite Ryvius" nel genere mecha: di fatto il 'Vital Guarder' potrebbe avere qualsiasi forma, e la decisione di farlo così deriva probabilmente dal rinnovato interesse sul settore in seguito all'uscite di "Neon Genesis Evangelion", di quattro anni antecedente all'opera qui esaminata. L'anime è e resta una peculiare space opera, dove il viaggio per la salvezza nello spazio è affiancato al viaggio interiore che ognuno dei componenti del giovane equipaggio compie di pari passo con la nave.
Ed è proprio il viaggio una delle componenti forti dell'opera. Tematica di successo sin dagli albori dell'animazione giapponese (specialmente nelle space opera, come "Yamato", che sono andate alla grande fin dagli anni '70), essa procede di pari passo con la situazione psicologica dell'equipaggio del Ryvius, accompagnando la "perdita dell'innocenza" dei ragazzi e introducendoli nel mondo adulto (altro topos fortissimo dell'epoca, quasi onnipresente nelle opere di spessore di quel periodo). Eppure "Infinite Ruyvius" centra un inaspettato obiettivo, creando un'ottima combinazione di elementi. Probabilmente è stato casuale, ma l'opera mi ha ricordato un altro caposaldo letterario: "Cuore di Tenebra", di Joseph Conrad. L'accostamento non dovrebbe sorprendere, visto che l'opera di Golding precedentemente citata ha moltissimi punti in comune con l'opera di Conrad. Ma vi sono aspetti in cui la seconda mostra molte affinità con Ryvius: proprio come nel viaggio del capitano Marlow lungo un fiume dell'Africa nera, così il Ryvius affronterà una peregrinazione che sarà una metafora della progressiva disinibizione e animalizzazione dell'animo umano (dove nel libro avviene, metaforicamente parlando, nel mutamento della natura circostante e degli incontri fatti; mentre nell'anime è rappresentata con la degenerazione, anche visiva, delle condizioni della nave e di coloro che la abitano).
E ora veniamo al punto "personaggi". Nonostante ci sia qualche ombra, essi sono sicuramente la colonna portante dell'opera. In chiave allegorica, i membri del Ryvius possono essere divisi nei razionali, ovvero coloro che tendenzialmente mantengono la loro umanità, e negli istintivi, ovvero coloro che degenerano e spingono per una struttura sociale più primitiva e assoluta. In generale questa divisione funziona bene, anche se ovviamente (e giustamente) non è così netta, ma le emozioni dei compagni di viaggio si mischiano e mutano continuamente, oscillando fra speranze e rassegnazione.
Ma sfortunatamente non tutto è andato per il verso giusto: alcuni personaggi funzionano bene e sono appropriati dall'inizio alla fine, mentre in altri si possono notare diverse sbavature, che vanno da un comportamento non del tutto riuscito a un background un tantino fuori luogo e poco efficace.
Insomma: come collettività funzionano alla grande, ma se presi in singolo non tutti sono proprio allo stesso livello.
Discorso diverso per coloro che sono esterni alla nave: di fatto essi esistono solo in funzioni ruolistiche ben determinate (compresi antagonisti esterni), e in generale si può dire poco di loro, a parte il fatto che sono un po' troppo stereotipati. Questo aspetto si ripercuoterà su un altro difetto dell'opera, che tratterò in seguito.
Ma ora vorrei passare a un altro aspetto determinante nella struttura di "Infinite Ryvius", e lo farò citando l'ultimo personaggio che ho lasciato fuori, ovvero Neya, una misteriosa ragazza che indossa abiti stravaganti. Essa agisce evidentemente come una sorta di specchio, riflettendo le evoluzioni psicologiche ed emozionali dei personaggi, ed è un'entità chiaramente legata al Ryvius (elementi chiarissimi fin dal principio). Fondamentalmente è il mezzo per esprimere il rapporto fra uomo e macchina, altro tema caro all'animazione giapponese dell'epoca. Nelle opere dell'epoca, la tecnologia è sostanzialmente una via per superare i limiti umani (tematica forse in parte mutata dalla sinergia uomo-macchina di matrice cyberpunk), che potenzialmente può spingere l'uomo verso un nuovo step evolutivo. Basti pensare a opere come "Ghost in the Shell", il già citato "Neon Genesis Evangelion" (che ha un'accezione più mistica), oppure "Serial Experiments Lain" (che verte di più sui nuovi metodi di comunicazione come mezzo per il superamento dell'individualità e sul rapporto dell'uomo con essi).
Sebbene in misura ridotta, anche Ryvius possiede elementi dello stesso filone: infatti uno degli elementi cardine dell'opera è il rapporto che si instaura fra i ragazzi e la nave stessa (che, ricordo, è di natura misteriosa), al fine di formare una sorta di collettività (la cui natura verrà appurata solo nelle ultime battute dell'opera).
Ora veniamo a due lati purtroppo negativi dell'opera. Il primo è la natura delle navi Vaia (classe alla quale il Ryvius appartiene). L'argomento viene trattato, ma c'è l'impressione che si sarebbe potuto andare un po' oltre. Insomma, la questione è formalmente risolta in modo chiaro, ma è un nodo di interesse che a mio avviso è stato poco sfruttato. Ma questo è il problema minore. L'altro punto è inerente la sottotrama politica. Seppur secondaria, dovrebbe rivestire un ruolo senz'altro importante, dato che contestualizza nel mondo esterno la "crisi del Ryvius" e le conseguenti vicissitudini dei ragazzi. Tuttavia, ad essa è riservato un tempo insufficiente, e il contesto nel quale si muove la trama risulta mal definito. Tale difetto è causato da due fattori: il primo è intrinseco all'opera, in quanto la necessità di mantenere costantemente il focus sui giovani protagonisti leva spazio per eventuali digressioni (ma ci sono sezioni semi-riassuntive in diverse puntate, e mi chiedo se quel tempo non avrebbe giovato meglio nel rimpolpare quest'aspetto). Il secondo è dovuto alla natura dei personaggi esterni al Ryvius: solo uno riceve un minimo di caratterizzazione ed è fondamentalmente slegato dalle cospirazioni politiche (affidate a delle mere comparse).
Questo è un peccato, specialmente alla luce del fatto che Taniguchi aveva appena lavorato su "Gasaraki", opera dove la sottotrama politica arriva a rivaleggiare con quella principale.
Due parole sul finale: l'opera di fatto è composta da venticinque episodi e un epilogo, che è alquanto antitetico se paragonato al resto della serie. Se da un lato corona due dei temi forti dell'opera (ovvero quello della maturazione, col formale passaggio di consegne generazionale, e quello della natura della nave e del rapporto con i protagonisti, che verrà totalmente espletato negli ultimi minuti), bisogna però ammettere che il cambio di registro è straniante. Io non l'ho trovato troppo negativo (anche perché, personalmente, apprezzo gli epiloghi esaustivi che si estendono oltre la vicenda), però ci sono decisamente alcuni elementi che stonano con tutto ciò che avete visto finora.
Non una cattiva idea, ma una realizzazione un po' improvvisata e non del tutto a buon fine.
E ora, prima di tirare le somme, vorrei spendere qualche parola sul comparto tecnico.
Non sempre l'animazione e disegno sono all'altezza, ma in genere la produzione è in linea con i livelli dell'epoca. Fortunatamente la buona prova dello staff, specialmente del regista, fa passare quasi inosservate queste sbavature. Buona la fotografia che, assieme a un buon uso degli sfondi (non particolarmente brillanti ma funzionali) contribuisce a creare la riuscitissima atmosfera dell'opera. La colonna sonora è piuttosto varia e funzionale, e mi sembra doveroso riportare la presenza di due buone sigle (specialmente la splendida sigla di chiusura).
In conclusione, "Infinite Ryvius" è una piccola perla del periodo finale degli anni '90, e non sfigura a fianco di altri anime come "Now and Then, Here and There", "Evangelion", "Lain" e altre magnifiche opere che ci sono pervenute da quel florido periodo. Ne consiglio senz'altro la visione.
"Mugen no Ryvius" è una serie anime composta da ventisei episodi di durata canonica, prodotta dallo studio Sunrise nel 1999 e diretta dall'ormai rinomato regista Goro Taniguchi, divenuto famoso prevalentemente per i suoi lavori quali "Planetes" e "Code Geass: Lelouch of the ribellion".
Anno 2225, l'uomo si è evoluto e ha colonizzato l'intero sistema solare, abitandone i pianeti, rendendoli prosperosi e adatti alla vita. Ottanta anni prima, un'improvvisa eruzione solare ha creato tuttavia una zona pericolosa, chiamata "Geduld", che ha reso difficile alla razza umana la navigazione interplanetaria.
La "Liebe Delta" è un'astronave-scuola per giovani piloti che, proprio nei pressi del Geduld, viene sabotata da dei terroristi. L'equipaggio della nave si sacrifica per salvare gli studenti, permettendogli di fuggire a bordo della "Ryvius" una misteriosa nave custodita all'interno della "Liebe Delta".
La storia si svolge completamente a bordo della "Ryvius", dove un gruppo di circa 500 ragazzi giovani ed inesperti dovrà combattere contro l'immensità dello spazio, imparando a convivere e impostando una piccola società partendo dal nulla.
Presentata in questo modo, "Mugen no Ryvius" sembra un'opera dai tratti fortemente fantascientifici, incentrata principalmente sul viaggio nello spazio da parte della Ryvius, sulle battaglie che dovrà affrontare il gruppo dei sopravvissuti e sui misteriosi nemici che gli si pareranno di fronte. In realtà, pur essendo tali elementi sempre presenti e parti integrante della trama, gran parte dell'attenzione viene rivolta al microcosmo che si forma all'interno della nave, ai rapporti che intercorrono fra i membri dell'equipaggio, che col passare del tempo tenderanno inevitabilmente a mutare incrinandosi sempre di più, ed in generale ad ogni sorta di problematica legata in qualche modo alla costituzione di una società, con le proprie gerarchie e le proprie regole.
Il gruppo dei personaggi è estremamente variegato e numeroso e gode di un'eccelsa caratterizzazione; con altrettanta cura sono gestiti i rapporti che si svilupperanno fra i vari membri dell'equipaggio. Viene quindi mostrata la vera forma dell'animo umano in tutte le sue sfaccettature, e troviamo una miriade di personalità atte a scontrarsi anche per le più piccole cose; ovviamente, una delle vie più utilizzate per risolvere le varie problematiche non può che essere la violenza. In natura vale la legge del più forte, e il ruolo di quest'ultimo verrà continuamente ribaltato nell'arco dei ventisei episodi.
Dal punto di vista tecnico, il comparto grafico è più che discreto se confrontato con le altre produzioni del periodo, il design dei personaggi è molto vario, le animazioni sufficientemente fluide, l'ambientazione ben strutturata. Eccelsi i doppiatori, soprattutto nelle scene più forti dove la tensione è palpabile e dove le paure e le ansie dei personaggi prendono forma concreta. Ottime anche le colonne sonore, sempre in grado di ricreare un'atmosfera molto suggestiva.
Il finale è discreto, ma per certi versi troppo buonista e poco credibile. In tal senso, credo che si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio.
In conclusione, "Mugen No Ryvius" è un'opera estremamente interessante e coinvolgente e che, a discapito delle apparenze, si lascia seguire molto piacevolmente, senza mai risultare pesante o noiosa. Una visione estremamente consigliata.
Anno 2225, l'uomo si è evoluto e ha colonizzato l'intero sistema solare, abitandone i pianeti, rendendoli prosperosi e adatti alla vita. Ottanta anni prima, un'improvvisa eruzione solare ha creato tuttavia una zona pericolosa, chiamata "Geduld", che ha reso difficile alla razza umana la navigazione interplanetaria.
La "Liebe Delta" è un'astronave-scuola per giovani piloti che, proprio nei pressi del Geduld, viene sabotata da dei terroristi. L'equipaggio della nave si sacrifica per salvare gli studenti, permettendogli di fuggire a bordo della "Ryvius" una misteriosa nave custodita all'interno della "Liebe Delta".
La storia si svolge completamente a bordo della "Ryvius", dove un gruppo di circa 500 ragazzi giovani ed inesperti dovrà combattere contro l'immensità dello spazio, imparando a convivere e impostando una piccola società partendo dal nulla.
Presentata in questo modo, "Mugen no Ryvius" sembra un'opera dai tratti fortemente fantascientifici, incentrata principalmente sul viaggio nello spazio da parte della Ryvius, sulle battaglie che dovrà affrontare il gruppo dei sopravvissuti e sui misteriosi nemici che gli si pareranno di fronte. In realtà, pur essendo tali elementi sempre presenti e parti integrante della trama, gran parte dell'attenzione viene rivolta al microcosmo che si forma all'interno della nave, ai rapporti che intercorrono fra i membri dell'equipaggio, che col passare del tempo tenderanno inevitabilmente a mutare incrinandosi sempre di più, ed in generale ad ogni sorta di problematica legata in qualche modo alla costituzione di una società, con le proprie gerarchie e le proprie regole.
Il gruppo dei personaggi è estremamente variegato e numeroso e gode di un'eccelsa caratterizzazione; con altrettanta cura sono gestiti i rapporti che si svilupperanno fra i vari membri dell'equipaggio. Viene quindi mostrata la vera forma dell'animo umano in tutte le sue sfaccettature, e troviamo una miriade di personalità atte a scontrarsi anche per le più piccole cose; ovviamente, una delle vie più utilizzate per risolvere le varie problematiche non può che essere la violenza. In natura vale la legge del più forte, e il ruolo di quest'ultimo verrà continuamente ribaltato nell'arco dei ventisei episodi.
Dal punto di vista tecnico, il comparto grafico è più che discreto se confrontato con le altre produzioni del periodo, il design dei personaggi è molto vario, le animazioni sufficientemente fluide, l'ambientazione ben strutturata. Eccelsi i doppiatori, soprattutto nelle scene più forti dove la tensione è palpabile e dove le paure e le ansie dei personaggi prendono forma concreta. Ottime anche le colonne sonore, sempre in grado di ricreare un'atmosfera molto suggestiva.
Il finale è discreto, ma per certi versi troppo buonista e poco credibile. In tal senso, credo che si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio.
In conclusione, "Mugen No Ryvius" è un'opera estremamente interessante e coinvolgente e che, a discapito delle apparenze, si lascia seguire molto piacevolmente, senza mai risultare pesante o noiosa. Una visione estremamente consigliata.
Immaginate di essere sperduti nello spazio, soltanto con qualche centinaio dei vostri simili. Dovete costruire una società partendo da zero, dacché, senza alcun controllo, immancabilmente il caos prende piede, sia nella vostra mente che nelle vostre interazioni con chi vi sta intorno. Individui differenti l'uno dall'altro, ognuno con i suoi lati oscuri nascosti da una maschera la quale, nei momenti più stressanti e densi di difficoltà, mostra alcuni segni di cedimento: e mentre sta per staccarsi, tra un sorriso falso e uno sguardo truce appena abbozzati, iniziano a subentrare gli istinti, le pulsioni aggressive, la ferocia, l'invidia, il fanatismo, l'incomprensione, il tormento interiore. Perché è inutile negarlo, la vera natura umana, quando si viene messi alle strette, si contorce all'interno delle proprie viscere con fare inquietante; e se ci si sforza di sopprimerla, essa diventa ancora più inarrestabile; non c'è alcuna via di scampo, quando non esiste alcun freno inibitore in grado di controllarla. E dopodiché, in modo molto simile ad un acuto e folle grido di terrore, essa fuoriesce; il male penetra nei rapporti interpersonali, nella società, nelle dinamiche che prima erano tenute sotto controllo da quell'indispensabile patto stipulato dall'uomo con le sue istituzioni, quegli organi sovrumani - ma allo stesso tempo fallaci, in quanto composti comunque da uomini - a cui un essere debole e inetto ha affidato il compito di proteggerlo da sé stesso.
Non era raro nella seconda metà degli anni novanta imbattersi in anime complessi, dal grande valore artistico e dai risvolti alquanto profondi. Non è di certo un'eccezione il qui presente "Infinite Ryvius", tra l'altro uscito lo stesso anno di un altro caposaldo - altrettanto cupo e impegnato - degli anni novanta, lo scoinvolgente "Now and Then, Here and There" di Akitaro Daichi. In entrambe le opere - estremamente differenti tra loro - si percepiscono suggestioni tetre, opprimenti, ma allo stesso tempo armoniose nelle loro forme e contenuti. Contenuti che, in prima approssimazione, strizzano l'occhio al pensiero umanistico di Thomas Hobbes; per farla breve: Homo homini lupus.
Ma la mano di un emergente Goro Taniguchi ben si riguarda dal somministrare immediatamente allo spettatore un delirio di genuina follia coadiuvato da un viscido ed irrefrenabile teenage angst novantino. In principio, le vicende dei ragazzi sperduti in mezzo allo spazio a bordo di una misteriosa astronave trovata per caso saranno abbastanza banali e ordinarie: esattamente come accade nella principale fonte d'ispirazione dell'opera, "Il Signore delle Mosche" di Golding, la vita "nell'isola deserta" costituita dalla monolitica Ryvius scorre fluida e senza troppi intoppi; la degenerazione avviene lentamente, a piccole dosi. Seguendo concettualmente il suddetto capolavoro letterario, con grande maestria, il regista presenta una moltitudine di personaggi alquanto eterogenea, apparentemente solare e ordinaria; e poi, lentamente, con un accurato dosaggio dei tempi, man mano che il naufragar nello spazio senza la protezione di una società civile diventa sempre più snervante e angoscioso, s'incominciano a intravedere i primi barlumi di follia: delle tessere nel coloratissimo mosaico non s'incastrano più a dovere; e il caos, l'inettitudine e la paura prendono lentamente piede, sino ad esplodere nelle ultime sei puntate della serie.
Indubbiamente, questo "Infinite Ryvius", nonostante si faccia carico di raccapriccianti sviluppi psicologici, è anche un ottimo anime di fantascienza; ed è dotato una vera e propria trama che fa da filo conduttore alle vicende, perfettamente attinente ai vari topoi del genere. La storia avviene in un futuro in cui l'umanità sta addestrando in una stazione spaziale, il "Liebe Delta", i futuri colonizzatori dello spazio; colonizzatori i quali, ovviamente, saranno l'ultima speranza del genere umano minacciato dall'apocalisse (in questo caso un mare di plasma eruttato dal sole chiamato "Geduld"). Il giovane equipaggio del Ryvius - astronave rimasta nascosta nel "Liebe Delta" per motivi sconosciuti - in seguito ad un incidente nella stazione spaziale, si ritroverà quindi invischiato in una duplice morsa: dall'esterno sarà attaccato da ignote astronavi simili alla propria e inviate da misteriosi individui che tramano nell'ombra; e dall'interno dovrà fronteggiare la difficoltà di costruire dal nulla un sistema sociale in grado di tenere sotto controllo il lato oscuro dei membri dell'equipaggio. Si passerà da un'iniziale monarchia "illuminata" ad un'ambigua democrazia dilaniata dagli squilibri sociali, sino allo scoppio di una vera e propria dittatura di stampo pseudofascista, con tanto di squadre punitive, violenza, discriminazione, terrore psicologico. L'analisi di Taniguchi non è affatto semplicistica e si sofferma su determinati temi alquanto spinosi con innata naturalezza, dando adito a sottili, imparziali riflessioni prive di pregiudizi e stridenti moralismi (almeno sino al venticinquesimo episodio, ma di questo parlerò più avanti). Volendo fare un esempio calzante, la suddetta deriva violenta e assolutistica presa dall'autogoverno dei ragazzi del Ryvius non è indotta da un odioso superindividuo ambizioso e in grado di piegare autonomamente le masse al suo volere, ma è una misura disperata, "necessaria" a contenere le feroci pulsioni dei membri della microsocietà creatasi, nella quale non mancano fanatici religiosi che uccidono in nome di Dio, maniaci, psicolabili, picchiatori, inetti che scaricano le loro responsabilità sugli altri. Tutte tipologie di persone coinvolte in dinamiche sociali che tutt'oggi, nel mondo reale, confermano l'attualità e l'acume del capolavoro di Goro Taniguchi.
Una grande opera spesso lancia i suoi moniti attraverso molteplici linee differenti che si amalgamano tra loro a regola d'arte; in questo caso, a due linee - una prettamente fantascientifica e l'altra legata alla filosofia politica e alla natura umana - se ne sovrappone un'altra, quella caratterizzata dal microcosmo composto dalle curate psicologie dei personaggi principali della serie, dalle loro interazioni e dai loro trascorsi personali. La storia di "Infinite Ryvius" è anche quella di Kouji - il classico ragazzo giapponese chiuso in sé stesso, apatico e incapace di imporsi sugli altri a causa della sua debolezza e vigliaccheria - e di Yuki, il suo talentuoso fratello di minore, il quale lo odia a causa della sua inettitudine e che intende sottrarlo dalle attenzioni dell'amica d'infanzia Aoi, la classica "ragazza della porta accanto" che fa da ammortizzatore ad un violento rapporto fraterno. Attorno a questo instabile triangolo ruotano molte altre personalità ben delineate: la conturbante e impenetrabile Faina, classica "brava ragazza" di bell'aspetto amichevole e intelligente (almeno nell'apparenza); il carismatico teppista delle strade Ais Blue, capo di un gruppo di violenti punk disadattati e asociali; Juli Hana, il leader della squadra composta dagli studenti più brillanti del Liebe Delta, la quale tuttavia non possiede il carisma "primordiale" di cui necessita un vero leader. All'appello non mancano inoltre individui con vari tipi di complessi psicologici - si parla di incesto e di complesso di Edipo, ovviamente, come Freud insegna; freddi razionalisti i quali nel momento in cui avvengono fenomeni inspiegabili dalla logica si agitano e tremano dal terrore, perdendo istantaneamente il loro tanto millantato rigore; macchiette il cui scopo è alleggerire l'atmosfera tesa e cupa della serie, nonché misteriose entità sovrumane che si aggirano nei meandri più oscuri dell'astronave, facendo da "catalizzatore" delle umane emozioni con fare allucinato - la bizzarra Neya, la quale, col suo look stravagante e la sua espressione innocente, donerà allo spettatore splendidi monologhi inerenti la bellezza della vita in sé stessa, rivelandosi molto più assennata degli esseri umani. La particolarissima crescita interiore di Neya è alquanto commovente, e fornisce alla serie un'ulteriore, raffinato risvolto che apre la strada a nuove riflessioni.
Come molti dei suoi illustri colleghi novantini, "Infinite Ryvius" è altresì una storia di perdita dell'innocenza e di passaggio dall'adolescenza all'età adulta; questo cambiamento lo si percepisce sopratutto nella graduale maturazione di Kouji, percorso curato nei minimi dettagli e infarcito di riflessioni inerenti il peso del passato nella formazione della propria identità personale. La psicologia di Faina rappresenta il completo rigetto del proprio vissuto; interagendo con la suddetta, Kouji inizierà a meditare sull'accettazione dei propri dolorosi trascorsi, giungendo ad una conclusione che determinerà la sua simbolica maturazione. In un certo senso, la fuga dal passato di Faina è una sorta di escapismo, un continuo fuggire da sé stessi e dai propri simili; una cosa alquanto distruttiva e destabilizzante, che ovviamente verrà coadiuvata da turbe psicologiche e impulsi distruttivi.
Per quanto concerne il design e le animazioni, l'opera rientra perfettamente nei canoni della sua epoca; si osserva inoltre un certo virtuosismo registico - sfoggiato da Taniguchi sin dall'ottima sigla iniziale - che gestisce con molta disinvoltura una vasta moltitudine di personaggi e contenuti. Musicalmente, un concentrato di rap, hip-hop, rock, brani corali - la splendida "Yume Wo Sugitemo", fascinosa ed elegante canzone utilizzata nell'epica sigla di chiusura - fornisce un ottimo contrappunto all'espressività del regista. Il difetto principale della serie - tolta qualche imperfezione che non danneggia eccessivamente la resa del prodotto finale - è il suo ventiseiesimo episodio, un epilogo buonista, inutile, che di fatto rinnega completamente il finale del capolavoro di Golding, con il quale il vero finale della serie - mi riferisco a quello della venticinquesima puntata - ha molto in comune, dalle modalità di svolgimento al truce messaggio filosofico finale. Ergo, per chi scrive, "Infinite Ryvius" è una serie di venticinque episodi. Anzi, una grande serie di venticinque episodi.
Non era raro nella seconda metà degli anni novanta imbattersi in anime complessi, dal grande valore artistico e dai risvolti alquanto profondi. Non è di certo un'eccezione il qui presente "Infinite Ryvius", tra l'altro uscito lo stesso anno di un altro caposaldo - altrettanto cupo e impegnato - degli anni novanta, lo scoinvolgente "Now and Then, Here and There" di Akitaro Daichi. In entrambe le opere - estremamente differenti tra loro - si percepiscono suggestioni tetre, opprimenti, ma allo stesso tempo armoniose nelle loro forme e contenuti. Contenuti che, in prima approssimazione, strizzano l'occhio al pensiero umanistico di Thomas Hobbes; per farla breve: Homo homini lupus.
Ma la mano di un emergente Goro Taniguchi ben si riguarda dal somministrare immediatamente allo spettatore un delirio di genuina follia coadiuvato da un viscido ed irrefrenabile teenage angst novantino. In principio, le vicende dei ragazzi sperduti in mezzo allo spazio a bordo di una misteriosa astronave trovata per caso saranno abbastanza banali e ordinarie: esattamente come accade nella principale fonte d'ispirazione dell'opera, "Il Signore delle Mosche" di Golding, la vita "nell'isola deserta" costituita dalla monolitica Ryvius scorre fluida e senza troppi intoppi; la degenerazione avviene lentamente, a piccole dosi. Seguendo concettualmente il suddetto capolavoro letterario, con grande maestria, il regista presenta una moltitudine di personaggi alquanto eterogenea, apparentemente solare e ordinaria; e poi, lentamente, con un accurato dosaggio dei tempi, man mano che il naufragar nello spazio senza la protezione di una società civile diventa sempre più snervante e angoscioso, s'incominciano a intravedere i primi barlumi di follia: delle tessere nel coloratissimo mosaico non s'incastrano più a dovere; e il caos, l'inettitudine e la paura prendono lentamente piede, sino ad esplodere nelle ultime sei puntate della serie.
Indubbiamente, questo "Infinite Ryvius", nonostante si faccia carico di raccapriccianti sviluppi psicologici, è anche un ottimo anime di fantascienza; ed è dotato una vera e propria trama che fa da filo conduttore alle vicende, perfettamente attinente ai vari topoi del genere. La storia avviene in un futuro in cui l'umanità sta addestrando in una stazione spaziale, il "Liebe Delta", i futuri colonizzatori dello spazio; colonizzatori i quali, ovviamente, saranno l'ultima speranza del genere umano minacciato dall'apocalisse (in questo caso un mare di plasma eruttato dal sole chiamato "Geduld"). Il giovane equipaggio del Ryvius - astronave rimasta nascosta nel "Liebe Delta" per motivi sconosciuti - in seguito ad un incidente nella stazione spaziale, si ritroverà quindi invischiato in una duplice morsa: dall'esterno sarà attaccato da ignote astronavi simili alla propria e inviate da misteriosi individui che tramano nell'ombra; e dall'interno dovrà fronteggiare la difficoltà di costruire dal nulla un sistema sociale in grado di tenere sotto controllo il lato oscuro dei membri dell'equipaggio. Si passerà da un'iniziale monarchia "illuminata" ad un'ambigua democrazia dilaniata dagli squilibri sociali, sino allo scoppio di una vera e propria dittatura di stampo pseudofascista, con tanto di squadre punitive, violenza, discriminazione, terrore psicologico. L'analisi di Taniguchi non è affatto semplicistica e si sofferma su determinati temi alquanto spinosi con innata naturalezza, dando adito a sottili, imparziali riflessioni prive di pregiudizi e stridenti moralismi (almeno sino al venticinquesimo episodio, ma di questo parlerò più avanti). Volendo fare un esempio calzante, la suddetta deriva violenta e assolutistica presa dall'autogoverno dei ragazzi del Ryvius non è indotta da un odioso superindividuo ambizioso e in grado di piegare autonomamente le masse al suo volere, ma è una misura disperata, "necessaria" a contenere le feroci pulsioni dei membri della microsocietà creatasi, nella quale non mancano fanatici religiosi che uccidono in nome di Dio, maniaci, psicolabili, picchiatori, inetti che scaricano le loro responsabilità sugli altri. Tutte tipologie di persone coinvolte in dinamiche sociali che tutt'oggi, nel mondo reale, confermano l'attualità e l'acume del capolavoro di Goro Taniguchi.
Una grande opera spesso lancia i suoi moniti attraverso molteplici linee differenti che si amalgamano tra loro a regola d'arte; in questo caso, a due linee - una prettamente fantascientifica e l'altra legata alla filosofia politica e alla natura umana - se ne sovrappone un'altra, quella caratterizzata dal microcosmo composto dalle curate psicologie dei personaggi principali della serie, dalle loro interazioni e dai loro trascorsi personali. La storia di "Infinite Ryvius" è anche quella di Kouji - il classico ragazzo giapponese chiuso in sé stesso, apatico e incapace di imporsi sugli altri a causa della sua debolezza e vigliaccheria - e di Yuki, il suo talentuoso fratello di minore, il quale lo odia a causa della sua inettitudine e che intende sottrarlo dalle attenzioni dell'amica d'infanzia Aoi, la classica "ragazza della porta accanto" che fa da ammortizzatore ad un violento rapporto fraterno. Attorno a questo instabile triangolo ruotano molte altre personalità ben delineate: la conturbante e impenetrabile Faina, classica "brava ragazza" di bell'aspetto amichevole e intelligente (almeno nell'apparenza); il carismatico teppista delle strade Ais Blue, capo di un gruppo di violenti punk disadattati e asociali; Juli Hana, il leader della squadra composta dagli studenti più brillanti del Liebe Delta, la quale tuttavia non possiede il carisma "primordiale" di cui necessita un vero leader. All'appello non mancano inoltre individui con vari tipi di complessi psicologici - si parla di incesto e di complesso di Edipo, ovviamente, come Freud insegna; freddi razionalisti i quali nel momento in cui avvengono fenomeni inspiegabili dalla logica si agitano e tremano dal terrore, perdendo istantaneamente il loro tanto millantato rigore; macchiette il cui scopo è alleggerire l'atmosfera tesa e cupa della serie, nonché misteriose entità sovrumane che si aggirano nei meandri più oscuri dell'astronave, facendo da "catalizzatore" delle umane emozioni con fare allucinato - la bizzarra Neya, la quale, col suo look stravagante e la sua espressione innocente, donerà allo spettatore splendidi monologhi inerenti la bellezza della vita in sé stessa, rivelandosi molto più assennata degli esseri umani. La particolarissima crescita interiore di Neya è alquanto commovente, e fornisce alla serie un'ulteriore, raffinato risvolto che apre la strada a nuove riflessioni.
Come molti dei suoi illustri colleghi novantini, "Infinite Ryvius" è altresì una storia di perdita dell'innocenza e di passaggio dall'adolescenza all'età adulta; questo cambiamento lo si percepisce sopratutto nella graduale maturazione di Kouji, percorso curato nei minimi dettagli e infarcito di riflessioni inerenti il peso del passato nella formazione della propria identità personale. La psicologia di Faina rappresenta il completo rigetto del proprio vissuto; interagendo con la suddetta, Kouji inizierà a meditare sull'accettazione dei propri dolorosi trascorsi, giungendo ad una conclusione che determinerà la sua simbolica maturazione. In un certo senso, la fuga dal passato di Faina è una sorta di escapismo, un continuo fuggire da sé stessi e dai propri simili; una cosa alquanto distruttiva e destabilizzante, che ovviamente verrà coadiuvata da turbe psicologiche e impulsi distruttivi.
Per quanto concerne il design e le animazioni, l'opera rientra perfettamente nei canoni della sua epoca; si osserva inoltre un certo virtuosismo registico - sfoggiato da Taniguchi sin dall'ottima sigla iniziale - che gestisce con molta disinvoltura una vasta moltitudine di personaggi e contenuti. Musicalmente, un concentrato di rap, hip-hop, rock, brani corali - la splendida "Yume Wo Sugitemo", fascinosa ed elegante canzone utilizzata nell'epica sigla di chiusura - fornisce un ottimo contrappunto all'espressività del regista. Il difetto principale della serie - tolta qualche imperfezione che non danneggia eccessivamente la resa del prodotto finale - è il suo ventiseiesimo episodio, un epilogo buonista, inutile, che di fatto rinnega completamente il finale del capolavoro di Golding, con il quale il vero finale della serie - mi riferisco a quello della venticinquesima puntata - ha molto in comune, dalle modalità di svolgimento al truce messaggio filosofico finale. Ergo, per chi scrive, "Infinite Ryvius" è una serie di venticinque episodi. Anzi, una grande serie di venticinque episodi.
Attenzione spoiler
A detta di molti (e anche del sottoscritto) il periodo migliore per il genere robotico - naturalmente escludendo l'età dell'oro pre 1984 - è stato quello a cavallo del millennio, attorno agli anni 1998-2002. In questo periodo sono apparsi tutta una serie di robotici maturi, impegnati e molto sofisticati, ben diversi dal robotico sia precedente che posteriore. Nonostante qualche sconfinamento nell'area del prodotto intellettualoide i prodotti di questi anni sono mediamente di alta se non altissima caratura. Tanto per fare qualche nome, Infinite Ryvius esce subito dopo o in contemporanea a opere quali Getter Robot Last Day, Brain Powerd, Gasaraki, Turn A Gundam, Blue Gender, The Big O, e precede di poco Escaflowne, Argento Soma, RahXephon, King Gainer e Gundam SEED. Sono anni d'oro per il genere e tutto quello che esce in quel periodo merita di essere visto. Questo vale anche per Infinite Ryvius, opera prima di Goro Taniguchi come regista, reduce dall'esperienza dell'anno precedente come aiuto regista in Gasaraki, diretto dal maestro Ryosuke Takahashi. L'influenza di Takahashi si sente ancora molto in Infinite Ryvius, specialmente nel ritmo narrativo lentissimo e nel mood riflessivo e ponderoso, le cose migliori di quest'opera. Taniguchi, oppresso dall'eredità di Takahashi o semplicemente adeguamentosi allo stile del tempo non fa danni che causerà in opere posteriori, anche se ci prova (parlo di scene da shonen sentimentale di bassa lega come la caduta accidentale che genera un bacio). Quindi a parte cadute di stile minori - tipo il concorso di bellezza a bordo della Ryvius - l'opera rimane sempre seria, impegnata, drammatica, in breve una riduzione de "Il Signore delle Mosche" in salsa fantascientifica.
Non manca il robot gigante, qui chiamato "Vital Guarder": trattasi però di un robot sui generis, pilotato da un team di piloti con il supporto di una trentina di programmatori. I combattimenti sono una delle parti più originali e migliori della serie: seguendo un'idea mai vista prima e mai più riproposta in seguito, sono combattimenti nello spazio che durano decine di ore, in cui pochi secondi di azione sono intervallati da molte ore di attesa, stress e tensione. Dal punto di vista fantascientifico la serie funziona benissimo, con molte idee originali e interessanti. Mi sono piaciuti molto anche gli aspetti politici, che di solito sono raramente trattati negli anime, ma che qui svolgono un ruolo importante.
Mediamente buoni i personaggi, mentre il chara design minimalistico, opera di un giovane Hirashi Hirai che poi diventerà celebre con Gundam SEED, è molto gradevole. Mediamente buoni i personaggi dicevo, ma non il protagonista, che non mi ha convinto per nulla. La sua psicologia e le sue scelte restano un totale mistero per me. Come in molte opere post-evangelion anche qui ci sono degli adolescenti sfigati e depressi senza un perché, oppure con un background eccessivamente e irrealisticamente oscuro. Tanto per fare un esempio si scopre che il migliore amico del protagonista ha avuto rapporti incestuosi con la propria sorella: ce n'era bisogno?
Nonostante queste pecche si tratta comunque di un'opera con un ottimo soggetto e ambientazione, che potenzialmente avrebbe potuto rendere di più, che però non viene sfruttato fino in fondo. Il finale in particolare non è incisivo, anzi ha più di qualche di qualche problema. Basti dire che di punto in bianco e senza una giustificazione sufficiente, il capo degli inseguitori si ravvede e l'equipaggio del Ryvius si salva. L'ultima puntata, ambientata qualche tempo dopo la serie, ci racconta il futuro dei protagonisti. Non è una cattiva puntata, ma si sarebbe potuto spendere quel tempo per giustificare meglio il finale. Non mi sento di penalizzare un soggetto di partenza così interessante con un semplice 7 e quindi assegno un 8. Rimane da dire che il capolavoro del genere "ragazzi abbandonati su un'astronave nel bel mezzo di una guerra" resta comunque il vecchio Vifam del 1983, che ha personaggi stupendamente caratterizzati e senza nessuna delle paranoie che affliggono gli adolescenti del Ryvius.
A detta di molti (e anche del sottoscritto) il periodo migliore per il genere robotico - naturalmente escludendo l'età dell'oro pre 1984 - è stato quello a cavallo del millennio, attorno agli anni 1998-2002. In questo periodo sono apparsi tutta una serie di robotici maturi, impegnati e molto sofisticati, ben diversi dal robotico sia precedente che posteriore. Nonostante qualche sconfinamento nell'area del prodotto intellettualoide i prodotti di questi anni sono mediamente di alta se non altissima caratura. Tanto per fare qualche nome, Infinite Ryvius esce subito dopo o in contemporanea a opere quali Getter Robot Last Day, Brain Powerd, Gasaraki, Turn A Gundam, Blue Gender, The Big O, e precede di poco Escaflowne, Argento Soma, RahXephon, King Gainer e Gundam SEED. Sono anni d'oro per il genere e tutto quello che esce in quel periodo merita di essere visto. Questo vale anche per Infinite Ryvius, opera prima di Goro Taniguchi come regista, reduce dall'esperienza dell'anno precedente come aiuto regista in Gasaraki, diretto dal maestro Ryosuke Takahashi. L'influenza di Takahashi si sente ancora molto in Infinite Ryvius, specialmente nel ritmo narrativo lentissimo e nel mood riflessivo e ponderoso, le cose migliori di quest'opera. Taniguchi, oppresso dall'eredità di Takahashi o semplicemente adeguamentosi allo stile del tempo non fa danni che causerà in opere posteriori, anche se ci prova (parlo di scene da shonen sentimentale di bassa lega come la caduta accidentale che genera un bacio). Quindi a parte cadute di stile minori - tipo il concorso di bellezza a bordo della Ryvius - l'opera rimane sempre seria, impegnata, drammatica, in breve una riduzione de "Il Signore delle Mosche" in salsa fantascientifica.
Non manca il robot gigante, qui chiamato "Vital Guarder": trattasi però di un robot sui generis, pilotato da un team di piloti con il supporto di una trentina di programmatori. I combattimenti sono una delle parti più originali e migliori della serie: seguendo un'idea mai vista prima e mai più riproposta in seguito, sono combattimenti nello spazio che durano decine di ore, in cui pochi secondi di azione sono intervallati da molte ore di attesa, stress e tensione. Dal punto di vista fantascientifico la serie funziona benissimo, con molte idee originali e interessanti. Mi sono piaciuti molto anche gli aspetti politici, che di solito sono raramente trattati negli anime, ma che qui svolgono un ruolo importante.
Mediamente buoni i personaggi, mentre il chara design minimalistico, opera di un giovane Hirashi Hirai che poi diventerà celebre con Gundam SEED, è molto gradevole. Mediamente buoni i personaggi dicevo, ma non il protagonista, che non mi ha convinto per nulla. La sua psicologia e le sue scelte restano un totale mistero per me. Come in molte opere post-evangelion anche qui ci sono degli adolescenti sfigati e depressi senza un perché, oppure con un background eccessivamente e irrealisticamente oscuro. Tanto per fare un esempio si scopre che il migliore amico del protagonista ha avuto rapporti incestuosi con la propria sorella: ce n'era bisogno?
Nonostante queste pecche si tratta comunque di un'opera con un ottimo soggetto e ambientazione, che potenzialmente avrebbe potuto rendere di più, che però non viene sfruttato fino in fondo. Il finale in particolare non è incisivo, anzi ha più di qualche di qualche problema. Basti dire che di punto in bianco e senza una giustificazione sufficiente, il capo degli inseguitori si ravvede e l'equipaggio del Ryvius si salva. L'ultima puntata, ambientata qualche tempo dopo la serie, ci racconta il futuro dei protagonisti. Non è una cattiva puntata, ma si sarebbe potuto spendere quel tempo per giustificare meglio il finale. Non mi sento di penalizzare un soggetto di partenza così interessante con un semplice 7 e quindi assegno un 8. Rimane da dire che il capolavoro del genere "ragazzi abbandonati su un'astronave nel bel mezzo di una guerra" resta comunque il vecchio Vifam del 1983, che ha personaggi stupendamente caratterizzati e senza nessuna delle paranoie che affliggono gli adolescenti del Ryvius.
'Mugen no Ryvius' è uno dei primi lavori dell'ormai celebre regista Goro Taniguchi, noto per serie quali "Planetes"," Kidō butoden G Gundam" ed il recente "Code Geass: Lelouch of the ribellion". L'anime fu prodotto dallo studio Sunrise nell'ormai lontano 1999.
Andando a rovistare tra i titoli del passato può capitare la piacevole sorpresa d'imbattersi in opere veramente notevoli, che spesso passano ingiustamente inosservate; 'Infinite Ryvius' non costituisce un'eccezione a tale ingrata prassi, confermandosi come l'ennesima opera destinata ad un immeritato e perpetuo oblio.
Ma addentriamoci nell'analisi di questa serie partendo da un breve accenno alla trama. In un lontano futuro, approssimativamente attorno al 2225, un'improvvisa e quantomai violenta fiammata solare da vita ad uno strano fenomeno astronomico senza precedenti: il "Geduld". Si tratta di una zona dello spazio, che si dirama attraverso l'intero sistema solare, più densa e costellata da polveri cosmiche, presentante una considerevole forza gravitazionale; caratteristica che la rende temibile e pericolosa, poiché le navi che vengono inghiottite al suo interno rischiano di collassare a cagione del forte campo magnetico e dell'incredibile pressione a cui sono sottoposte.
Il progresso, nel frattempo, ha permesso all'uomo di colonizzare i pianeti del sistema solare diffondendo la civiltà nello spazio più profondo, malgrado i ragguardevoli rischi che il sopracitato fenomeno comporta. In questo scenario fantascientifico prendono vita le vicende degli studenti dell'accademia per piloti "Liebe Delta".
In seguito a un incidente di natura dolosa, la stazione orbitante cambia la sua rotta e inizia un'inesorabile discesa nel "Geduld"; il corpo d'insegnanti, con un estremo sacrificio, permette alla maggior parte degli studenti di salvarsi, fuggendo dalla fatale attrazione gravitazionale a bordo del Ryvius, astronave nascosta all'interno della struttura. In tal modo esordisce l'interminabile e tragica odissea di questo sparuto gruppo di ragazzi, alla deriva nello spazio.
Il complesso intreccio, la cui base si fonda su non molto originali complotti di fantapolitica legati al destino dell'umanità, risulta essere piacevole ma abbastanza scontato e lineare, costellato di misteri che rimarranno per lo più irrisolti, fino a sfociare in un finale piuttosto confusionario.
L'elemento che desta maggior interesse, tuttavia, non è costituito tanto dalla trama fantascientifica, quanto dall'interessante microcosmo che si viene a formare sulla nave, una sorta di curioso esperimento sociologico dai risvolti impensabili. I giovani studenti infatti, abbandonati a loro stessi, privati di un nucleo familiare e di una società organizzata, sono costretti a formare una loro micro-società all'interno della nave, per potere coesistere gli uni con gli altri e sopravvivere.
Si attua così una sorta di emulazione di una società vera, in cui si creano gerarchie e istituzioni fittizie e autolegittimate per dare ordine e disciplina al corpo sociale; si stabiliscono ruoli e compiti in modo che ognuno possa collaborare per il bene della collettività. Tuttavia il passaggio dallo "stato di natura" allo "stato civile" si rivela tutt'altro che immediato, l'equilibrio precario viene continuamente sovvertito e il sistema degenera inevitabilmente a causa della condizione di forzata convivenza di così tante persone in un ambiente oltremodo angusto, esasperate dal comune senso d'incertezza riguardo al futuro, nell'attesa di aiuti che non arriveranno mai. La reazione dell'essere umano in una situazione di così estrema pressione psicologica e di graduale disperazione palesa la sua natura egoistica e malvagia, sfociando in comportamenti brutali e insensati, in perfetto accordo con l'espressione hobbesiana "Homo homini lupus". Incapaci di potere fare null'altro che esistere, i ragazzi fuggono dalla realtà senza speranza in cui si ritrovano, gradatamente il disordine e l'indisciplina cominciano a imporsi, rendendo necessaria l'evoluzione del sistema sociale, da iniziale democrazia fino a sconfinare nell'assolutismo e nel terrorismo psicologico.
Egregia da questo punto di vita la caratterizzazione dei personaggi, un cast estremamente vasto ed eterogeneo che risulta particolarmente accurato e credibile, in quanto ognuno ha una propria personalità, fatta di debolezze e pregi che verranno a galla nello scontrarsi con il prossimo e con le difficoltà del viaggio, in particolare nei momenti di confronto bellico con i nemici. Ognuno assume atteggiamenti diversi, vi è chi rimane fedelmente ancorato ai propri ideali, chi cerca la propria via dandosi da fare per risolvere la situazione, chi opta per l'indifferenza e vive alla giornata, chi sfrutta l'occasione per i propri egoismo e interessi, delineando così il pallido riflesso di una piccola società.
In questo modo, gettati in una realtà crudele, senza tutela familiare e civile, ove di sovente la legge viene dettata dal più forte e dilagano bullismo e violenza, i ragazzi saranno costretti a maturare e crescere, a perdere repentinamente l'innocenza e l'ingenuità che li contraddistingue per doversi adattare a un mondo tutt'altro che ospitale ma reale; conosceranno così la vera disperazione, il vero amore, il vero odio, la vera paura, la vera solidarietà, la vera invidia, la vera carità, il sapore amaro del tradimento. Poiché veri sono i sentimenti e le emozioni che traspaiono dalle vicende, vera è la terribile realtà che li circonda, vere sono le responsabilità che si devono assumere.
Si evince quindi una condizione pessimistica della natura umana, come scrisse Golding: L'uomo produce il male come le api producono il miele. Senza i freni imposti da una consapevole società adulta l'uomo mostra il lato peggiore di sé, ma forse quello più vero e sincero, l'istinto animale che prevarica sulla razionalità, portando a comportamenti illogici e insensati.
Purtroppo il finale sfocia in lidi più dolci di quelli che faceva presagire il regime della serie, concludendo con un voltafaccia piuttosto plateale le vicende e proponendo una redenzione improvvisa e un lieto fine a mio avviso leggermente forzato, fiducioso nella capacità dell'uomo di risollevarsi dalle difficoltà.
Infinite Ryvius è dunque un'opera seria, che però presenta delle pecche e dei difetti, soprattutto nella risoluzione della psicologia di alcuni personaggi, in primo luogo Faina, che nel penultimo episodio mostra in ultima analisi una totale incoerenza, e una forzata reazione alle parole di Kouji.
I momenti di combattimento sono spesso lunghi e farraginosi, segnati da interminabili sequenze in cui si utilizzano termini pseudoscientifici per descrivere le azioni di navigazione della nave e dei macchinari. A mio avviso se si fosse snellito la parte fantascientifica, magari dandole più coerenza, il risultato sarebbe stato migliore, poiché l'aspetto più interessante è quello sul versante psicologico e non d'azione.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, l'animazione è discreta e la regia molto buona, le musiche non sono state di mio gradimento a parte rare eccezioni. Il chara design è tipicamente in stile anni '90 e si rivela efficace e piacevole, sebbene non venga garantita una costante qualità per tutti gli episodi.
Per concludere, consiglio a tutti la visione di questa serie, si tratta di un titolo molto originale e interessante che poco ha da spartire con l'immondizia che ci viene propinata oggigiorno, offrendo una buona commistione tra momenti adrenalinici e di riflessione in un amalgama non sempre coerente ma sicuramente di grande effetto. Buona visione.
Voto: 8.
Andando a rovistare tra i titoli del passato può capitare la piacevole sorpresa d'imbattersi in opere veramente notevoli, che spesso passano ingiustamente inosservate; 'Infinite Ryvius' non costituisce un'eccezione a tale ingrata prassi, confermandosi come l'ennesima opera destinata ad un immeritato e perpetuo oblio.
Ma addentriamoci nell'analisi di questa serie partendo da un breve accenno alla trama. In un lontano futuro, approssimativamente attorno al 2225, un'improvvisa e quantomai violenta fiammata solare da vita ad uno strano fenomeno astronomico senza precedenti: il "Geduld". Si tratta di una zona dello spazio, che si dirama attraverso l'intero sistema solare, più densa e costellata da polveri cosmiche, presentante una considerevole forza gravitazionale; caratteristica che la rende temibile e pericolosa, poiché le navi che vengono inghiottite al suo interno rischiano di collassare a cagione del forte campo magnetico e dell'incredibile pressione a cui sono sottoposte.
Il progresso, nel frattempo, ha permesso all'uomo di colonizzare i pianeti del sistema solare diffondendo la civiltà nello spazio più profondo, malgrado i ragguardevoli rischi che il sopracitato fenomeno comporta. In questo scenario fantascientifico prendono vita le vicende degli studenti dell'accademia per piloti "Liebe Delta".
In seguito a un incidente di natura dolosa, la stazione orbitante cambia la sua rotta e inizia un'inesorabile discesa nel "Geduld"; il corpo d'insegnanti, con un estremo sacrificio, permette alla maggior parte degli studenti di salvarsi, fuggendo dalla fatale attrazione gravitazionale a bordo del Ryvius, astronave nascosta all'interno della struttura. In tal modo esordisce l'interminabile e tragica odissea di questo sparuto gruppo di ragazzi, alla deriva nello spazio.
Il complesso intreccio, la cui base si fonda su non molto originali complotti di fantapolitica legati al destino dell'umanità, risulta essere piacevole ma abbastanza scontato e lineare, costellato di misteri che rimarranno per lo più irrisolti, fino a sfociare in un finale piuttosto confusionario.
L'elemento che desta maggior interesse, tuttavia, non è costituito tanto dalla trama fantascientifica, quanto dall'interessante microcosmo che si viene a formare sulla nave, una sorta di curioso esperimento sociologico dai risvolti impensabili. I giovani studenti infatti, abbandonati a loro stessi, privati di un nucleo familiare e di una società organizzata, sono costretti a formare una loro micro-società all'interno della nave, per potere coesistere gli uni con gli altri e sopravvivere.
Si attua così una sorta di emulazione di una società vera, in cui si creano gerarchie e istituzioni fittizie e autolegittimate per dare ordine e disciplina al corpo sociale; si stabiliscono ruoli e compiti in modo che ognuno possa collaborare per il bene della collettività. Tuttavia il passaggio dallo "stato di natura" allo "stato civile" si rivela tutt'altro che immediato, l'equilibrio precario viene continuamente sovvertito e il sistema degenera inevitabilmente a causa della condizione di forzata convivenza di così tante persone in un ambiente oltremodo angusto, esasperate dal comune senso d'incertezza riguardo al futuro, nell'attesa di aiuti che non arriveranno mai. La reazione dell'essere umano in una situazione di così estrema pressione psicologica e di graduale disperazione palesa la sua natura egoistica e malvagia, sfociando in comportamenti brutali e insensati, in perfetto accordo con l'espressione hobbesiana "Homo homini lupus". Incapaci di potere fare null'altro che esistere, i ragazzi fuggono dalla realtà senza speranza in cui si ritrovano, gradatamente il disordine e l'indisciplina cominciano a imporsi, rendendo necessaria l'evoluzione del sistema sociale, da iniziale democrazia fino a sconfinare nell'assolutismo e nel terrorismo psicologico.
Egregia da questo punto di vita la caratterizzazione dei personaggi, un cast estremamente vasto ed eterogeneo che risulta particolarmente accurato e credibile, in quanto ognuno ha una propria personalità, fatta di debolezze e pregi che verranno a galla nello scontrarsi con il prossimo e con le difficoltà del viaggio, in particolare nei momenti di confronto bellico con i nemici. Ognuno assume atteggiamenti diversi, vi è chi rimane fedelmente ancorato ai propri ideali, chi cerca la propria via dandosi da fare per risolvere la situazione, chi opta per l'indifferenza e vive alla giornata, chi sfrutta l'occasione per i propri egoismo e interessi, delineando così il pallido riflesso di una piccola società.
In questo modo, gettati in una realtà crudele, senza tutela familiare e civile, ove di sovente la legge viene dettata dal più forte e dilagano bullismo e violenza, i ragazzi saranno costretti a maturare e crescere, a perdere repentinamente l'innocenza e l'ingenuità che li contraddistingue per doversi adattare a un mondo tutt'altro che ospitale ma reale; conosceranno così la vera disperazione, il vero amore, il vero odio, la vera paura, la vera solidarietà, la vera invidia, la vera carità, il sapore amaro del tradimento. Poiché veri sono i sentimenti e le emozioni che traspaiono dalle vicende, vera è la terribile realtà che li circonda, vere sono le responsabilità che si devono assumere.
Si evince quindi una condizione pessimistica della natura umana, come scrisse Golding: L'uomo produce il male come le api producono il miele. Senza i freni imposti da una consapevole società adulta l'uomo mostra il lato peggiore di sé, ma forse quello più vero e sincero, l'istinto animale che prevarica sulla razionalità, portando a comportamenti illogici e insensati.
Purtroppo il finale sfocia in lidi più dolci di quelli che faceva presagire il regime della serie, concludendo con un voltafaccia piuttosto plateale le vicende e proponendo una redenzione improvvisa e un lieto fine a mio avviso leggermente forzato, fiducioso nella capacità dell'uomo di risollevarsi dalle difficoltà.
Infinite Ryvius è dunque un'opera seria, che però presenta delle pecche e dei difetti, soprattutto nella risoluzione della psicologia di alcuni personaggi, in primo luogo Faina, che nel penultimo episodio mostra in ultima analisi una totale incoerenza, e una forzata reazione alle parole di Kouji.
I momenti di combattimento sono spesso lunghi e farraginosi, segnati da interminabili sequenze in cui si utilizzano termini pseudoscientifici per descrivere le azioni di navigazione della nave e dei macchinari. A mio avviso se si fosse snellito la parte fantascientifica, magari dandole più coerenza, il risultato sarebbe stato migliore, poiché l'aspetto più interessante è quello sul versante psicologico e non d'azione.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, l'animazione è discreta e la regia molto buona, le musiche non sono state di mio gradimento a parte rare eccezioni. Il chara design è tipicamente in stile anni '90 e si rivela efficace e piacevole, sebbene non venga garantita una costante qualità per tutti gli episodi.
Per concludere, consiglio a tutti la visione di questa serie, si tratta di un titolo molto originale e interessante che poco ha da spartire con l'immondizia che ci viene propinata oggigiorno, offrendo una buona commistione tra momenti adrenalinici e di riflessione in un amalgama non sempre coerente ma sicuramente di grande effetto. Buona visione.
Voto: 8.
"Infinite Ryvius" è il primo, sconvolgente capolavoro di Goro Taniguchi, giovane regista Sunrise che proprio con quest'inquietante lavoro entrerà fulmineamente nell'empireo dell'animazione, dopo l'aiuto-regia di "Gasaraki" e il primo film di "One Piece" ("Defeat the Pirate Ganzak!"). Assorto a opera di puro culto per gli amanti della fantascienza realistica e palesemente ispirato al leggendario "Signore delle Mosche" di Golding, l'anime è un tetro viaggio nell'oscurità dell'animo umano.
Tutto è vissuto dagli occhi del sedicenne Kouji: felice di essere stato ammesso al Liebe Delta, dopo la catastrofe il ragazzo diverrà una delle massime cariche nel governo sorto nel Ryvius e potrà così osservare, dalla sua posizione privilegiata, come gradualmente iniziano a crearsi conflitti tra ragazzi dovuti all'impossibilità di adeguarsi al sistema sociale imposto. Abbiamo quindi Aoi, sua innamorata amica d'infanzia; Faina, misteriosa ragazza da lui salvata e dal passato oscuro; Ikumi, il migliore amico dal temperamento caldo e facilmente portato all'estremismo; Yuki, il fratello minore che lo odia; la gang di Blue, turbolento teppista che mira a prendere il potere con un colpo di stato; tutta la crew degli Zwei (i piloti che comandando il Ryvius)... Il cast è enorme: oltre 35 personaggi ottimamente caratterizzati si contendono il protagonismo in una storia cupa e drammatica, di amore, amicizia, odio, orrore e violenza, con un altissimo numero di sotto-trame scandite da una suspense esemplare.
Per essere un'opera drammatica "Infinite Ryvius" ha una partenza insolitamente solare, con atmosfere scanzonate ritmate dalla OST hip-hoppara e un accattivante, colorato e super-semplicistico tratto nei disegni di Hisashi Hirai. Tutte impressioni: ironicamente saranno proprio questi aspetti "infantili" che decreteranno il grande elemento di sorpresa della serie, dato da questi ragazzini dai look sgargianti che arriveranno a usare violenza o addirittura a uccidere i propri simili per soddisfare i loro istinti più bassi. Lo shock dato dal cambiamento repentino di atmosfere rimarrà alla memoria come l'aspetto più geniale e crudo dell'anime, ma sarebbe ingeneroso ricordare questa serie solo per le atmosfere cupissime, perché in essa troviamo numerosissimi spunti filosofici e di riflessione.
Lo spunto dei ragazzi lasciati completamente soli ad autogovernarsi, in una realtà apparentemente senza speranza e privi di nucleo familiare, è l'occasione dello sceneggiatore Kuroda per parlarci di un'obbligata e veloce maturazione: il viaggio sul Ryvius simboleggerà per loro l'abbandono della giovinezza, la necessità di diventare adulti il prima possibile (il sapersi prendere le proprie responsabilità) e la scoperta del sesso, ma anche la superstizione, il fanatismo, l'egoismo e l'invidia. Il governo sorto sul Ryvius continuerà a cambiare fisionomia in vista dell'impossibile adattamento a esso da parte di tutti i giovani, attraversando più stadi per arrivare dalla democrazia all'autoritarismo. Ryvius è un'intelligente analisi sociologica, la documentazione di un esperimento politico visto nella continua ricerca, da parte dell'élite del "governo" dell'astronave, di sapere coniugare i propri ideali con la durezza della realtà, quella data dai vizi insiti nell'animo umano che possono mettere in pericolo la legittimazione del contratto sociale.
Tutto questo è orchestrato dall'abile regista del maestro della suspense Goro Taniguchi, che si sbizzarrisce in tutti quelli che saranno i tratti distintivi del suo modo di dirigere: rimaneggiamento, quasi a ogni episodio, delle immagini della sigla iniziale; presentazione calma e spigliata dei personaggi nel primo arco di serie, per poi accelerare bruscamente a metà serie verso lidi cupi e apocalittici; l'esperimento, mai più ripetuto, di trattare alcune sequenze con l'ausilio di illustrazioni.
Tecnicamente adagiato sui soliti ottimi standard animati Sunrise, avvincente e depositario di numerose chiavi di lettura, "Infinite Ryvius" è una signora opera che merita la visione da parte di chiunque, un debutto al fulmicotone che proietterà meritatamente il suo regista nell'olimpo dei migliori maestri di animazione nipponica. Unici difetti recriminabili sono riconducibili all'insignificante puntata finale (un epilogo che non aggiunge nulla) e alla saltuaria, esagerata complessità della storia, che non cerca minimamente di spiegare il background fantascientifico, bisogna arrivarci da soli; ma sono veramente di poco conto in rapporto alla stimolazione intellettuale che fornisce l'opera.
Tutto è vissuto dagli occhi del sedicenne Kouji: felice di essere stato ammesso al Liebe Delta, dopo la catastrofe il ragazzo diverrà una delle massime cariche nel governo sorto nel Ryvius e potrà così osservare, dalla sua posizione privilegiata, come gradualmente iniziano a crearsi conflitti tra ragazzi dovuti all'impossibilità di adeguarsi al sistema sociale imposto. Abbiamo quindi Aoi, sua innamorata amica d'infanzia; Faina, misteriosa ragazza da lui salvata e dal passato oscuro; Ikumi, il migliore amico dal temperamento caldo e facilmente portato all'estremismo; Yuki, il fratello minore che lo odia; la gang di Blue, turbolento teppista che mira a prendere il potere con un colpo di stato; tutta la crew degli Zwei (i piloti che comandando il Ryvius)... Il cast è enorme: oltre 35 personaggi ottimamente caratterizzati si contendono il protagonismo in una storia cupa e drammatica, di amore, amicizia, odio, orrore e violenza, con un altissimo numero di sotto-trame scandite da una suspense esemplare.
Per essere un'opera drammatica "Infinite Ryvius" ha una partenza insolitamente solare, con atmosfere scanzonate ritmate dalla OST hip-hoppara e un accattivante, colorato e super-semplicistico tratto nei disegni di Hisashi Hirai. Tutte impressioni: ironicamente saranno proprio questi aspetti "infantili" che decreteranno il grande elemento di sorpresa della serie, dato da questi ragazzini dai look sgargianti che arriveranno a usare violenza o addirittura a uccidere i propri simili per soddisfare i loro istinti più bassi. Lo shock dato dal cambiamento repentino di atmosfere rimarrà alla memoria come l'aspetto più geniale e crudo dell'anime, ma sarebbe ingeneroso ricordare questa serie solo per le atmosfere cupissime, perché in essa troviamo numerosissimi spunti filosofici e di riflessione.
Lo spunto dei ragazzi lasciati completamente soli ad autogovernarsi, in una realtà apparentemente senza speranza e privi di nucleo familiare, è l'occasione dello sceneggiatore Kuroda per parlarci di un'obbligata e veloce maturazione: il viaggio sul Ryvius simboleggerà per loro l'abbandono della giovinezza, la necessità di diventare adulti il prima possibile (il sapersi prendere le proprie responsabilità) e la scoperta del sesso, ma anche la superstizione, il fanatismo, l'egoismo e l'invidia. Il governo sorto sul Ryvius continuerà a cambiare fisionomia in vista dell'impossibile adattamento a esso da parte di tutti i giovani, attraversando più stadi per arrivare dalla democrazia all'autoritarismo. Ryvius è un'intelligente analisi sociologica, la documentazione di un esperimento politico visto nella continua ricerca, da parte dell'élite del "governo" dell'astronave, di sapere coniugare i propri ideali con la durezza della realtà, quella data dai vizi insiti nell'animo umano che possono mettere in pericolo la legittimazione del contratto sociale.
Tutto questo è orchestrato dall'abile regista del maestro della suspense Goro Taniguchi, che si sbizzarrisce in tutti quelli che saranno i tratti distintivi del suo modo di dirigere: rimaneggiamento, quasi a ogni episodio, delle immagini della sigla iniziale; presentazione calma e spigliata dei personaggi nel primo arco di serie, per poi accelerare bruscamente a metà serie verso lidi cupi e apocalittici; l'esperimento, mai più ripetuto, di trattare alcune sequenze con l'ausilio di illustrazioni.
Tecnicamente adagiato sui soliti ottimi standard animati Sunrise, avvincente e depositario di numerose chiavi di lettura, "Infinite Ryvius" è una signora opera che merita la visione da parte di chiunque, un debutto al fulmicotone che proietterà meritatamente il suo regista nell'olimpo dei migliori maestri di animazione nipponica. Unici difetti recriminabili sono riconducibili all'insignificante puntata finale (un epilogo che non aggiunge nulla) e alla saltuaria, esagerata complessità della storia, che non cerca minimamente di spiegare il background fantascientifico, bisogna arrivarci da soli; ma sono veramente di poco conto in rapporto alla stimolazione intellettuale che fornisce l'opera.
Condivido la bella recensione di KS-chan. La chiave narrativa della serie è l'evoluzione dei personaggi e l'emergere progressivo della violenza e della follia del potere nelle dinamiche di gruppo, anche e soprattutto quando tale gruppo è formato da adolescenti privi della "mediazione sociale" degli adulti. Unico neo: la parte iniziale fatica a decollare, ed alcuni momenti di umorismo sono stucchevoli. Comunque, assolutamente da vedere.
Infinite Ryvius è una serie di fantascienza. Non robotica, di fantascienza. Che si ispira ad uno dei libri che ho amato maggiormente, uno dei più belli, duri, intelligenti e "illuminati" che siano mai stati scritti: "Il signore delle mosche" di William Golding.
Per essere una serie con protagonisti adolescenti, è parecchio diversa dalla media del genere.
Infinite Ryvius è estremamente complessa, sia per quel che riguarda le tematiche (la responsabilità, la perdita dell'innocenza, le complesse dinamiche sociali ed interpersonali) che la vera e propria folla di personaggi presenti.
Pur non essendoci (o quasi) scene di esplicita violenza, non viene nascosto che in determinati momenti i freni inibitori della "morale comune" e del "buon senso" saltino, con conseguenze estremamente dure. Lascia che tu ti immagini quel che succede e questo è forse peggio. Ci sono tutte le brutture tipiche della società comprese molestie di vario genere, gioco d'azzardo (o meglio, dipendenza da gioco d'azzardo), fanatismo religioso, plagio e persino tentato omicidio. Mi rendo conto che detto così non fa una bella impressione, ma non è una specie di frullatore nel quale è stato infilato di tutto. Ciascuno di questi elementi non è ridondante ed esagerato, ma, anzi, estremamente credibile e verosimile.
Ci tengo anche a dire che, nonostante i personaggi siano tutti adolescenti o pre-adolescenti, si evitano in maniera assoluta gli stereotipi sul genere. Li si vede crescere, dibattersi in una situazione senza uscita, che li frantuma, portandoli al limite ed alla fine uscirne. Cambiati, più adulti. Forse non più felici, ma senz'altro più maturi. E come ripeto, sono tanti. Ridendo e scherzando, i principali sono almeno una decina.
La colonna sonora è bellissima. Un vero capolavoro, che spazia dal blues, al jazz, al rap. Sia la opening che la ending sono qualcosa di bello.
Note negative? Di certo è una serie datata, visto che la Sunrise l'ha prodotta nel 1999. Un character design un po' retrò. E delle animazioni un po' datate. Tuttavia ci passo sopra. Perchè una serie che basa i suoi presupposti scientifici sulla teoria della curvatura dello spazio ad opera del campo gravitazionale generato da una massa (voglio dire, Einstein, mica pizza coi fichi!) non può essere affondata da bazzecole come queste!
Per essere una serie con protagonisti adolescenti, è parecchio diversa dalla media del genere.
Infinite Ryvius è estremamente complessa, sia per quel che riguarda le tematiche (la responsabilità, la perdita dell'innocenza, le complesse dinamiche sociali ed interpersonali) che la vera e propria folla di personaggi presenti.
Pur non essendoci (o quasi) scene di esplicita violenza, non viene nascosto che in determinati momenti i freni inibitori della "morale comune" e del "buon senso" saltino, con conseguenze estremamente dure. Lascia che tu ti immagini quel che succede e questo è forse peggio. Ci sono tutte le brutture tipiche della società comprese molestie di vario genere, gioco d'azzardo (o meglio, dipendenza da gioco d'azzardo), fanatismo religioso, plagio e persino tentato omicidio. Mi rendo conto che detto così non fa una bella impressione, ma non è una specie di frullatore nel quale è stato infilato di tutto. Ciascuno di questi elementi non è ridondante ed esagerato, ma, anzi, estremamente credibile e verosimile.
Ci tengo anche a dire che, nonostante i personaggi siano tutti adolescenti o pre-adolescenti, si evitano in maniera assoluta gli stereotipi sul genere. Li si vede crescere, dibattersi in una situazione senza uscita, che li frantuma, portandoli al limite ed alla fine uscirne. Cambiati, più adulti. Forse non più felici, ma senz'altro più maturi. E come ripeto, sono tanti. Ridendo e scherzando, i principali sono almeno una decina.
La colonna sonora è bellissima. Un vero capolavoro, che spazia dal blues, al jazz, al rap. Sia la opening che la ending sono qualcosa di bello.
Note negative? Di certo è una serie datata, visto che la Sunrise l'ha prodotta nel 1999. Un character design un po' retrò. E delle animazioni un po' datate. Tuttavia ci passo sopra. Perchè una serie che basa i suoi presupposti scientifici sulla teoria della curvatura dello spazio ad opera del campo gravitazionale generato da una massa (voglio dire, Einstein, mica pizza coi fichi!) non può essere affondata da bazzecole come queste!
Un bell'anime! L'ispirazione al meraviglioso capolavoro di golding, "the lord of the flies", è evidente e molto apprezzabile. La storia inizia con toni più o meno scanzonati che andranno rivelando il loro lato più drammatico con il procedere della serie. I personaggi sono davvero credibili: all'inizio presentati come i classici adolescenti più o meno stereotipati, rivelano poi una profondità convincente. Consiglio a tutti di leggere golding e di non farsi sfuggire quest'anime :)
p.s. vorrei sostituire la mia vecchia recensione. E' un serie che ho apprezzato, ma 10 è un voto troppo alto, considerando soprattutto il finale :) (Moderatore: non potevi, ho provveduto io)
p.s. vorrei sostituire la mia vecchia recensione. E' un serie che ho apprezzato, ma 10 è un voto troppo alto, considerando soprattutto il finale :) (Moderatore: non potevi, ho provveduto io)
Un autentico capolavoro!
Antefatto: In seguito a una fiammata solare, che ha creato un piano nello spazio chiamato Geduld a diversa forza gravitazionale, i viaggi nello spazio si sono parzialmente ridotti, ma ciò non ha fermato comunque l'espansione umana nel Sistema Solare.
Storia:
Anno 2225 d.C.
Essa si svolge un mese dopo che il giovane protagonista Kouji Aiba viene ammesso, insieme all'odiato fratello Yuki e all'amica di infanzia Aoi, nella accademia di volo Liebe Delta. Ma a causa di un sabotaggio gli studenti (oltre 400) si troveranno costretti a fuggire su una nave d'emergenza, il Ryvius (la quale ovviamente cela dei segreti ^^), inseguiti da ignoti nemici. E così sullo sfondo della centrale vicenda del triangolo amoroso tra Kouji, Yuki e Aoi (ma che finisce per includere tantissimi altri ragazzi ^^), si staglia un cast incredibile di personaggi, ottimamente caratterizzati, che non viene mai a pesare sulla vicenda, intenti a creare un'utopica società giovanile.
Commento: Infinite Ryvius è una delle mie serie preferite.
L'aspetto migliore è senza dubbio il cast, l'ottimistica Aoi, l'indeciso Kouji, il misterioso Yuki, il pazzo Blue, la esuberante Kozue, il fiducioso Ikumi, la timida Faina, la carismatica Yuiri, sono tutti magnificamente caratterizzati e danno vita a una storia mai noiosa, nella quale si inseriscono di continuo tantissimi altri personaggi, fino a formare uno dei cast più grandi che abbia mai visto in una serie animata di 26 episodi (e questo credetemi è un pregio e non un difetto come potrebbe sembrare in apparenza).
Inoltre la forte pressione piscologica cui sono sottoposti altererà completamente il loro mondo e loro stessi, con continui colpi di scena.
Amicizia, amore, odio, rivalità si intrecciano e si sostituiscono in un crescendo di tensione che vi mantterà incollati fino all'ultima puntata.
Il character design è piuttosto classico e le animazioni, pur non essendo superbe, riescono a far risaltare l'anime.
Le musiche sono azzecatissime e ben valorizzano le scene.
Inoltre, scavando oltre la superficialità della storia, emerge lo splendido e titanico obiettivo di creare dal nulla una società, attraverso vari tentativi (democratici, oligarchici, despostici, ...) e vari errori, da cui bisognerà imparare e ripartire.
La serie va quindi ben oltre l'essere una semplice serie di fantascienza e quindi per questo motivo e per tutti quelli elencati sopra è una serie che consiglio caldamente a tutti!
Antefatto: In seguito a una fiammata solare, che ha creato un piano nello spazio chiamato Geduld a diversa forza gravitazionale, i viaggi nello spazio si sono parzialmente ridotti, ma ciò non ha fermato comunque l'espansione umana nel Sistema Solare.
Storia:
Anno 2225 d.C.
Essa si svolge un mese dopo che il giovane protagonista Kouji Aiba viene ammesso, insieme all'odiato fratello Yuki e all'amica di infanzia Aoi, nella accademia di volo Liebe Delta. Ma a causa di un sabotaggio gli studenti (oltre 400) si troveranno costretti a fuggire su una nave d'emergenza, il Ryvius (la quale ovviamente cela dei segreti ^^), inseguiti da ignoti nemici. E così sullo sfondo della centrale vicenda del triangolo amoroso tra Kouji, Yuki e Aoi (ma che finisce per includere tantissimi altri ragazzi ^^), si staglia un cast incredibile di personaggi, ottimamente caratterizzati, che non viene mai a pesare sulla vicenda, intenti a creare un'utopica società giovanile.
Commento: Infinite Ryvius è una delle mie serie preferite.
L'aspetto migliore è senza dubbio il cast, l'ottimistica Aoi, l'indeciso Kouji, il misterioso Yuki, il pazzo Blue, la esuberante Kozue, il fiducioso Ikumi, la timida Faina, la carismatica Yuiri, sono tutti magnificamente caratterizzati e danno vita a una storia mai noiosa, nella quale si inseriscono di continuo tantissimi altri personaggi, fino a formare uno dei cast più grandi che abbia mai visto in una serie animata di 26 episodi (e questo credetemi è un pregio e non un difetto come potrebbe sembrare in apparenza).
Inoltre la forte pressione piscologica cui sono sottoposti altererà completamente il loro mondo e loro stessi, con continui colpi di scena.
Amicizia, amore, odio, rivalità si intrecciano e si sostituiscono in un crescendo di tensione che vi mantterà incollati fino all'ultima puntata.
Il character design è piuttosto classico e le animazioni, pur non essendo superbe, riescono a far risaltare l'anime.
Le musiche sono azzecatissime e ben valorizzano le scene.
Inoltre, scavando oltre la superficialità della storia, emerge lo splendido e titanico obiettivo di creare dal nulla una società, attraverso vari tentativi (democratici, oligarchici, despostici, ...) e vari errori, da cui bisognerà imparare e ripartire.
La serie va quindi ben oltre l'essere una semplice serie di fantascienza e quindi per questo motivo e per tutti quelli elencati sopra è una serie che consiglio caldamente a tutti!