Landlock
"Landlock" è un titolo che secondo me avrebbe potuto essere buono, se avesse avuto più tempo a disposizione per approfondire la sua trama: se infatti è subito evidente che questa breve serie di due OAV non cerca l’originalità, perché presenta un sacco di elementi già ampiamente visti in tante altre trame di tante altre opere, nulla impedisce però che questi elementi avrebbero potuto coinvolgere parecchio lo spettatore, se ci fosse stato il tempo di trattarli in maniera adeguata. Invece il problema di "Landlock" è che procede con ritmo velocissimo, e dopo una fin troppo sintetica introduzione inserisce tutte le sue trovate e i suoi colpi di scena in rapida successione, senza darti il tempo di riflettere e di affezionarti a qualcuno.
Dopo questo unico vero, e purtroppo enorme, difetto restano delle animazioni in fondo buone, dei design efficaci (che traggono spunto da quelli di Masamune Shirow) e il fatto che tutto sommato non ci si annoia. Ma sembra davvero un’occasione sprecata.
Dopo questo unico vero, e purtroppo enorme, difetto restano delle animazioni in fondo buone, dei design efficaci (che traggono spunto da quelli di Masamune Shirow) e il fatto che tutto sommato non ci si annoia. Ma sembra davvero un’occasione sprecata.
"Landlock" è quello che potrebbe essere definito come un fantasy tecnologico, infatti mischia sapientemente elementi tipici dei fantasy con tanto di antiche divinità, templi sacri e poteri misteriosi, con armature da combattimento tecnologiche e aeroplani, fino a un'enorme città volante tutta tubature e metallo. Il concept di base era stato pensato come trama di base per un gioco di ruolo per Sega Saturn; il progetto però non è andato in porto e la multinazionale giapponese ha ben pensato di sfruttare il concept e di sovvenzionare la realizzazione di un paio di OAV (in quel periodo c'era il boom dell'home video e probabilmente pensavano di rientrare dell'investimento fatto). E' così che è nato questo "Landlock". Innanzitutto bisogna sottolineare il fatto che Masamune Shirow non ha partecipato attivamente alla produzione dell'anime, ma gli è stata semplicemente commissionata la realizzazione di alcuni artwork che hanno come soggetto i personaggi principali. E' su questi lavori di Shirow che i disegnatori si sono basati per realizzare l'anime.
Ci ritroviamo catapultati in un mondo dove convivono scienza e magia. La storia vede come protagonista un giovane ragazzo che si ritrova a fronteggiare un tiranno, a capo di un regno tecnologicamente avanzato, che vuole sfruttare un misterioso e terribile potere per dominare il mondo. La sceneggiatura è abbastanza comune, ma ha del potenziale. Tutta la vicenda del potere del vento e il mistero legato agli occhi colorati di Luda e Agahali sono degli ottimi punti di partenza, ma purtroppo la cosa non viene sviluppata come si deve, andando a perdersi in una serie di scene d'azione che vedono i protagonisti continuamente in fuga dai loro inseguitori (o in fuga dopo essere stati catturati), senza dare una spiegazione adeguata ai misteri introdotti. Come se la cosa non bastasse, vengono inseriti diversi colpi di scena piuttosto banali che riguardano il passato dei protagonisti. E così Agahali scopre un segreto che sconvolgerà la sua vita, portandola ad aiutare Ansa e Luda, mentre quest'ultimo si ritrova ad affrontare l'assassino del suo vero padre.
La trama è piena di imprecisioni e buchi narrativi che lasciano lo spettatore con la sensazione di essersi perso qualcosa per strada. Tutto questo influenza non solo la visione, ma ne risente pesantemente anche lo sviluppo dei personaggi, che tendono a risultare piatti e piuttosto stereotipati. Per contro il loro design è decisamente accattivante. Kazuto Nakazawa riesce a replicare in maniera convincente il concept originale di Shirow, in particolar modo per quello che riguarda i personaggi femminili, che risultano decisamente sensuali. In generale tutto il comparto tecnico è abbastanza buono, con dei bei disegni, un ottimo design, e delle scene d'azione ben realizzate. Un altro punto di forza della pellicola è l'ambientazione, che spazia da villaggi rurali a templi in rovina dall'aria molto azteca, fino ai labirintici interni della città volante che fa da capitale al regno di Zaroas. Posso tranquillamente dire che si tratta di un lungometraggio con delle buone basi ma con parecchi difetti, che purtroppo non vengono compensati dal comparto grafico. Una nota personale: questo anime è consigliato ai fan di Shirow (come il sottoscritto) che potrebbero (e sottolineo potrebbero) apprezzare la trasposizione animata dei disegni dell'autore.
Ci ritroviamo catapultati in un mondo dove convivono scienza e magia. La storia vede come protagonista un giovane ragazzo che si ritrova a fronteggiare un tiranno, a capo di un regno tecnologicamente avanzato, che vuole sfruttare un misterioso e terribile potere per dominare il mondo. La sceneggiatura è abbastanza comune, ma ha del potenziale. Tutta la vicenda del potere del vento e il mistero legato agli occhi colorati di Luda e Agahali sono degli ottimi punti di partenza, ma purtroppo la cosa non viene sviluppata come si deve, andando a perdersi in una serie di scene d'azione che vedono i protagonisti continuamente in fuga dai loro inseguitori (o in fuga dopo essere stati catturati), senza dare una spiegazione adeguata ai misteri introdotti. Come se la cosa non bastasse, vengono inseriti diversi colpi di scena piuttosto banali che riguardano il passato dei protagonisti. E così Agahali scopre un segreto che sconvolgerà la sua vita, portandola ad aiutare Ansa e Luda, mentre quest'ultimo si ritrova ad affrontare l'assassino del suo vero padre.
La trama è piena di imprecisioni e buchi narrativi che lasciano lo spettatore con la sensazione di essersi perso qualcosa per strada. Tutto questo influenza non solo la visione, ma ne risente pesantemente anche lo sviluppo dei personaggi, che tendono a risultare piatti e piuttosto stereotipati. Per contro il loro design è decisamente accattivante. Kazuto Nakazawa riesce a replicare in maniera convincente il concept originale di Shirow, in particolar modo per quello che riguarda i personaggi femminili, che risultano decisamente sensuali. In generale tutto il comparto tecnico è abbastanza buono, con dei bei disegni, un ottimo design, e delle scene d'azione ben realizzate. Un altro punto di forza della pellicola è l'ambientazione, che spazia da villaggi rurali a templi in rovina dall'aria molto azteca, fino ai labirintici interni della città volante che fa da capitale al regno di Zaroas. Posso tranquillamente dire che si tratta di un lungometraggio con delle buone basi ma con parecchi difetti, che purtroppo non vengono compensati dal comparto grafico. Una nota personale: questo anime è consigliato ai fan di Shirow (come il sottoscritto) che potrebbero (e sottolineo potrebbero) apprezzare la trasposizione animata dei disegni dell'autore.