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Fuspata

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
La mia recensione comprende tutte e due le stagioni più gli OAV della prima stagione, che ne modificano il finale, e gli ultimi tre episodi che concludono la serie.

Mentre le prime due stagioni e i primi OAV procedono in modo normale, quasi piacevole, con tanti momenti humor e anche tante situazioni nonsense, il problema per me, che ho davvero un grosso ostacolo con l'incesto, è arrivato con la visione degli episodi finali "extra" della seconda stagione, che concludono le vicende.

Attenzione: la parte seguente contiene spoiler

In tutti i ventisette episodi prima dei tre finali, la storia tocca leggermente l'amore tra fratelli, ma solo tramite i videogiochi all'interno delle vicende, di cui Kirino è assolutamente appassionata, mentre il rapporto con Kyosuke è quello amorevole (non di certo da parte di lei) tra fratello e sorella, dove il primo è paziente e buono, mentre la seconda è la classica tsundere.
Nonostante Kyosuke sia il classico (ormai troppo abusato) ragazzo un po' privo di spina dorsale e sottomesso, la storia procede scorrevole.

Il grosso del disagio invece arriva con gli episodi conclusivi, dove il protagonista rinuncia all'amore di tre coprotagoniste, per dichiararsi alla sorella.
Come ho scritto prima, ho un grosso problema ad accettare l'incesto, e questa cosa mi ha veramente dato fastidio. Solo Manami fa un discorso sensato ai due fratelli, che però si rifiutano di capire e procedono per la loro strada, con una specie di finale/promessa che dovrebbe minimamente alleggerire le cose, ma senza riuscirci, a mio avviso.

Tecnicamente è molto carino, menzione particolare per gli occhi delle ragazze e per alcune animazioni.

Sconsiglio l'anime soprattutto a chi come il sottoscritto ha qualche blocco sul concetto di incesto.


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esseci

Episodi visti: 16/13 --- Voto 4,5
“Il desiderio nasce da quello che osserviamo ogni giorno.” (dal film "Il silenzio degli innocenti" - A. Hopkins)

Inizio con una provocazione per la recensione dell'anime "Ore no Imouto ga Konna ni Kawaii Wake ga Nai" (ossia "My Sister Can't Be This Cute", abbreviato in "Oreimo"), prendendo spunto da un film capolavoro del 1991, magistralmente interpretato da Sir Anthony Hopkins nel ruolo dell'ineffabile psichiatra cannibale Hannibal Lecter.

Ho utilizzato la battuta (un po' inquietante) perché "Oreimo" tratta in modo un po' raffazzonato e superficiale un paio di temi di rilievo, tra cui uno particolarmente "pruriginoso" e di difficilissima accettazione sia a livello individuale sia sociale, il possibile amore tra fratello e sorella consanguinei.
Ma non basta, perché "Oreimo" ne approfitta anche per introdurre un'altra questione: il fenomeno degli otaku e del loro possibile amore per un genere particolare di videogiochi che si possono ascrivere al genere "eroge" (def. Wikipedia: "Un eroge (エロチックゲーム, erochikku gēmu, dall'inglese erotic game) è un videogioco giapponese per computer contenente scene sessuali e/o erotiche").

Se il tema eroge/otaku contraddistingue particolarmente la prima serie e i relativi OAV di 4 episodi, nella seconda serie e i relativi 3 episodi OAV finali, la trama e la sceneggiatura virano decisamente sul tema dei sentimenti d'amore che si possono sviluppare tra fratello e sorella consanguinei.

La trama si fonda sulla light novel di diciassette volumi di Tsukasa Fushimi del 2008 e sul successivo manga del 2009-2011 (è in corso uno ulteriore dedicato ad uno dei personaggi, Kuroneko, del 2021), e narra la storia di due fratelli, Kyosuke e Kirino, che, all'improvviso dopo anni di reciproca indifferenza, iniziano a condividere i propri segreti e sentimenti. In particolare Kirino, la sorella più giovane, decide di condividere col fratello maggiore il suo "segreto": la passione sfrenata e incontrollabile per i giochi visual novel anche eroge sull'amore tra fratello e sorella con protagonista proprio le sorelle minori.
Ma non è tutto: Kirino si comporta verso il fratello come la classica "tsundere", maltrattando in modo anche violento il fratello oggetto dei suo sentimenti più che affettuosi. Se poi aggiungiamo che Kyosuke è il classico imbranato, impacciato bonaccione gentile e altruista che si preoccupa fino all'annullamento per la sorellina, una volta ritrovata in qualche modo l'interazione con lei...

La passione quasi "patologica" di Kirino per gli eroge (come sembra di capire da "Oreimo") è una sorta di sfogo per la frustrazione di non poter amare il fratello, o meglio poter ricevere da lui le attenzioni che lei brama: così Kirino si immagina di essere il player maschio dei suoi giochi e colleziona ogni possibile videogioco a tema rapporto incestuoso fratello-sorellina (anche quelli vietati ai minori...), vivendo una sorta di vita parallela ludica da perfetta persona bipolare alla dottor Jeckyll/Mr. Hyde. Insomma, il paradigma del perfetto otaku, con l'attenuante che lei riesce a scindere perfettamente la vita di tutti i giorni di interazione con gli altri con quella inconfessabile della sua passione che lei stessa riconosce come moralmente insostenibile sia verso il fratello sia verso il suo surrogato (i videogiochi eroge).

Non mi dilungo nuovamente se "giocare compulsivamente agli eroge, collezionare maniacalmente ogni relativo gadget, leggere libri, manga e vedere anime a tema amore fratello/sorella" sia una devianza da perseguire e estirpare o sia moralmente e/o socialmente accettabile (è il tema della prima serie), e mi concentro sul modo in cui "Oreimo" sviluppa la storia del legame amoroso tra Kirino e Kyosuke.

L'argomento "amore tra fratelli" l'ho già incontrato in altre serie più o meno "apprezzabili". Mi sovviene "Domestic Girlfriend" (anime incompleto rispetto alla storia del manga che si focalizza solo sui primi volumi più "controversi"), "My Stepmom's Daughter is My Ex" (più leggero e comico) e "Koi Kaze". "Oreimo" si colloca idealmente più vicino a quest'ultimo (amore tra fratelli consanguinei e non tra fratellastri e sorellastre acquisiti), ma, ahimè, siamo ben lontani dal pathos, realismo e approfondimento dei protagonisti che "Koi Kaze" riesce a trasmettere.

"Oreimo" nel suo complesso, e soprattutto nella seconda serie fino al termine, sembra una vera e propria visual novel e/o RPG con i suoi rami narrativi o route in cui Kyosuke sembra muoversi e percorrere gli archi narrativi, per poi addivenire al finale più o meno atteso con la sorpresa formalmente "riparatoria" ma sostanzialmente assurda. Purtroppo per lo spettatore non c'è possibilità di scegliere le route, e si deve sorbire passivamente lo scorrere degli eventi fino alla fine, a meno che non voglia interrompere la visione...

E a poco valgono gli episodi in cui regista e sceneggiatore tentano di spiegare le motivazioni per cui Kirino sia arrivata ad amare il fratello e poi ad odiarlo (a mio avviso del tutto risibili e puerili, ma lascio allo spettatore valutare la profondità dei sentimenti rappresentati...), come ancora meno si comprendono i sentimenti di Manami (l'amica di infanzia perennemente innamorata di Kyosuke, senza tuttavia riuscire a trasmettere i suoi sentimenti), quelli di Ayase (la bella amica di Kirino, modella come lei ma inquietante, possessiva e schizofrenica, che odia gli otaku e tutto quanto rappresentano) e Kanako (l'altra amica di Kirino, aspirante idol dal carattere iper-competitivo e alquanto fastidioso e antipatico).
Una menzione a parte la merita Ruri "Kuroneko" (una delle amiche otaku conosciute da Kirino grazie al fratello). È l'unico filone amoroso (parzialmente accettato e vissuto da Kyosuke) che ha una sorta di sviluppo più o meno realistico nel corso della serie: inizia con la solita dichiarazione nell'OAV al termine della prima serie e poi si sviluppa nella seconda serie, tanto che lo spettatore non può che diventare un vero e proprio fan di Ruri che, rispetto a Kirino, sembra una ragazza vera, dotata di una sensibilità e dolcezza fuori del comune (se paragonata alle altre ragazze citate), capace di manifestare i suoi sentimenti in modo credibile e anche maturo, sebbene anche lei sia comunque "affetta" dalla "insana" passione per il cosplay gothic loli, in omaggio ai personaggi delle serie manga e anime che lei ammira, tanto da vedere la sua realtà come un fantasmagorico mondo magico di streghe e spiriti con annessi malefici e maledizioni.

Gli ultimi episodi della serie e i tre episodi OAV conclusivi lanciano nel baratro un prodotto che "a conati di vomito" era riuscito a stare più o meno in piedi in modo appena al di sotto della sufficienza.
Vedere il protagonista maschile Kyosuke in mezzo ad un harem insulso e sviluppato veramente male in cui lui resta ancorato alla sua "fissazione", respingendo tutte le ragazze che gli si sono inaspettatamente dichiarate, come se giocasse alla fiera col fucile con i premi da abbattere, è stato francamente troppo.

Il finale (come l'intera serie del resto...) mi sono sembrati un inno alla weltanschauung dell'otaku-cultura, un peana in cui il grottesco e l'assurdo si fondono in un prodotto "onirico" che può trovare terreno fertile solo in una determinata visione della realtà.

"Oreimo" diventa così un modo per dare ragione all'aforisma di Hannibal Lecter citato all'inizio della recensione... una visione quasi "patologica" della esistenza, delle relazioni umane e, in fin dei conti, anche dei propri sentimenti in cui il desiderio/istinto di mero possesso si scontra con la ragione e l'oggettività delle situazioni vissute in una sorta di delirio in cui virtuale e reale tendono a confondersi... con buona pace del possibile vero amore, anche laddove la morale e la società sono meno (o meglio, non sono) inclini ad accettarlo o anche tollerarlo.


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Fede kyuujuusan

Episodi visti: 16/13 --- Voto 8
La recensione comprende sia la prima che la seconda stagione di "Oreimo".
Ero indeciso se fare questa recensione con o senza spoiler, ma alla fine, scrivendo, mi sono accorto che un paio ho dovuto farli per forza (finale incluso, a quel punto!), altrimenti tutto il resto non avrebbe avuto senso di essere letto, quindi:

Attenzione: la recensione contiene spoiler

Una visual novel, un anime, una light novel, un qualcosa dal quale trarre una trama, una storia, delle circostanze, ma, accompagnate con tanto di assurde situazioni che toccano temi di indubbia, per quanto possibile in questi prodotti, e strana forma: ma è tutto qui? Siamo sicuri che questo sia tutto quello che nasconde questo titolo? È veramente la prima impressione quella che conta?
Vediamo insieme di rispondere a queste domande e magari fare un po' di chiarezza su questa serie tanto, forse anche troppo, discussa nel tempo.

"Ore no Imouto ga Konna ni Kawaii Wake ga Nai", abbreviato in "Oreimo" e traducibile in "La mia sorellina non può essere così carina", è una visual novel prima, light novel in seguito e infine anime del 2010-2011 (prima serie) - 2013 (seconda serie), composta da un totale di venticinque episodi più sette OAV, di cui quattro compongono un finale alternativo per la prima serie e tre concludono definitivamente la storia dopo la seconda serie.

L'anime ci racconta di Kirino, la sorellina minore del titolo, e Kyōsuke, fratello della ragazza, e già da qui lo scenario è presto svelato. Comunque andiamo avanti: i due non si sopportano né si parlano da svariato tempo, riusciranno a riavvicinarsi solamente quando il ragazzo scoprirà per puro caso la passione nascosta della ragazza, gli eroge (videogiochi per adulti), in questo caso sulle sorelle minori, poiché Kirino le trova carine... Trama forzata, trama troppo surreale o trama originale? Forse l'una, forse l'altra, non è questo il punto, comunque più avanti risponderemo anche a questa domanda, continuiamo.

Da quel momento in poi i nostri protagonisti diventano "complici" di questo segreto, e così finalmente dopo molto tempo (non meglio specificato, ma grazie alla seconda stagione possiamo ricondurlo più o meno all'inizio delle scuole medie per Kyōsuke; oggi i due frequentano il liceo) possono riprendere un qualche tipo di relazione fratello-sorella "classica" (occhio alle virgolette) tra litigate, battibecchi vari e non solo.

La prima serie (a differenza della seconda) è molto tranquilla, se vogliamo, poiché risulta essere uno slice of life, incentrato sulla vita dei due fratelli che si riavvicinano grazie a questa strana passione della ragazza. Abbiamo una sorella che potremmo definire come la classica tsundere (per ora più "tsun" che "dere") con un fratello che vuole solo aiutare il più possibile la sorellina minore, cercando anche di farle fare amicizia con persone che nutrono le sue stesse passioni per videogiochi e anime - sì, perché uno dei tanti spunti che ci dà l'anime è proprio cercare di spiegare il mondo degli otaku. Da questo "consiglio di vita" (così Kirino si rivolge al fratello, quando ha bisogno di qualcosa, chiedendo, appunto, dei consigli di vita) fanno il loro ingresso le nostre coprotagoniste della storia, da ora in poi sempre presenti: Kuroneko, otaku vestita sempre da gothic lolita o in cosplay, amante degli anime e amica/rivale di Kirino sia in fatto di anime che altro, e Saori, ragazza benestante e otaku anche lei.

La prima serie è presto spiegata e giunge alla fine senza troppe sorprese, ma il titolo? Cosa c'entra il titolo? Si riduce tutto ai semplici "giochi" per PC della ragazza?
Basterà aspettare l'anno successivo alla prima serie per vedere la pubblicazione di un finale alternativo all'anime, fedele con la visual dove tutto, forse, riesce a trovare una via per introdurre la seconda e dare un aiuto alla conclusione della prima stagione. Sì, perché alla fine si capisce chiaramente che il fratello vuole veramente bene alla sorella e ci tiene a lei, ma la sorella sarà veramente la classica sorella - tsundere o c'è qualcos'altro sotto da scoprire?

La seconda stagione di "Oreimo" parte fin da subito esattamente da dove finisce la prima, e già con la prima parte della serie si sente che c'è qualcosa che non va, o meglio, che qualcosa è cambiato.

Nella prima parte gli episodi si fanno di pura natura slice of life e abbastanza esplicativi, quanto basta per conoscere un po' di più non solo i personaggi principali ma anche i secondari; nella seconda parte, invece, qualcosa va a "cambiare" radicalmente il seguito naturale della storia alla quale ci aveva abituato fin dall'inizio...

...Un fratello si potrebbe mai arrabbiare se la sorellina portasse a casa un ipotetico ragazzo? Be', diciamo che potrebbe, ma allora una sorella potrebbe mai far finta di portare un ipotetico ragazzo a casa solo per farsi dare delle attenzioni dal fratello maggiore? Ehm, sì?! Anche questo potrebbe essere, ma fatto sta che ad un tratto la trama sfugge di mano allo spettatore, cosa sicuramente fatta appositamente per mischiare le carte: d'altronde il titolo nella prima serie era stato talmente tanto forviante cha, a parte suppore, non si poteva fare altro, quindi da qui in poi posso affermare che la vera trama preparata fino ad ora nella prima parte nella seconda si andrà sviluppando sempre di più, rafforzata da questa "nuova circostanza" ormai non avvalorata più solo da ipotesi.

Devo fare una piccola pausa e cominciare a rispondere a qualche domanda che ci siamo posti all'inizio, ve le ricordate, vero? Tranquilli, non ce le siamo dimenticate, dunque: la prima impressione è sicuramente quella che ti fa scegliere di guardare un anime e magari di provare un genere nuovo, ma credo che mai ci si debba fermare a quello. Un anime, per quanto già segua dei binari specifici (come titolo e/o trama), può sempre uscire dal tracciato in qualsiasi momento, ed è quello che fa la differenza nell'essere riuscito o meno a creare una storia capace di intrattenere. Bene, possiamo andare avanti, ma torneremo sicuramente sull'argomento.

Dunque, la seconda parte della nostra seconda stagione è nel pieno dello svolgimento e tra scuola, club, eventi a tema anime e amici, ad un certo punto (esattamente all'episodio 7, a metà, come dicevo prima) ecco che la nostra Kuroneko, nel frattempo diventata amica di Kirino e Kyōsuke, che si vede aver creato una specie di circolo degli otaku con Saori ed essersi trasferita nella stessa scuola di Kyōsuke, chiede a quest'ultimo di uscire. Dopo aver preso un po' di tempo, il ragazzo accetta... Bene! Fantastico, ottimo personaggio quello di Kuroneko, che riesce a tenere la scena in qualunque momento, tra battute e frecciatine qua e là, ma la trama? Ormai eravamo convinti della strada che volesse prendere la storia, e poi stiamo a metà e dovremmo andare in dirittura d'arrivo, e invece da un episodio all'altro ripiombiamo nel caos più totale.
Questo per dire che, quando parlo di trame ben riuscite, mi riferisco anche a questo: l'essere capaci di riuscire a rivoluzionare tutto in un episodio e a farti veramente pensare "Ma cosa ho guardato fino ad ora?" è il fulcro di tutto, che riesce a non farti annoiare nella visione, episodio dopo episodio.
Neanche ce ne accorgiamo, che già è finita la seconda stagione e, sempre nello stesso anno, ecco che escono i tre episodi conclusivi del romanzo. Cosa potranno mai nascondere? Come finirà la storia?

Ma ecco la nostra seconda e ultima pausa, dove risponderemo alla ultime due domande iniziali: un anime non è sicuramente solo il titolo, un anime è dato dalla trasformazione e dalla crescita dei personaggi e sicuramente dagli argomenti che tocca. Gli argomenti che tocca quest'opera sono diversi: come abbiamo detto prima, racconta il mondo "otaku", quasi a denigrarlo, per poi giustificarlo in qualche modo, ci racconta come una persona non sempre può coltivare le proprie passioni (di qualunque natura esse siano), se la società non le accetta (vedi Kirino, che non parla con le sue compagne di scuola neanche della visione di un semplice anime). Ancora ci racconta di una famiglia "tipo": ottimi voti, ottimi risultati al club, un buon lavoro part-time fanno una persona perfetta o quantomeno rispettabile, non è un caso che il padre dei due sia sempre in kimono quando siede a tavola o in salotto, quello è a tutti gli effetti uno status symbol, duro e impassibile, ma che poi corre di corsa qualora la figlia debba avere mai bisogno di lui (OAV prima serie), addirittura in un episodio viene fermato perché scoperto a fare delle foto ricordo alla figlia intenta a svolgere un servizio fotografico (non l'ho detto, ma il lavoro part-time di Kirino è appunto fare la modella).
In più sono comunque presenti tutti i rapporti e le situazioni che normalmente caratterizzano ogni slice of life, l'amica d'infanzia, che approfondiremo più tardi, gli amici del club con le passioni in comune, passando per il Natale e così via.

Ed eccoci arrivati alla conclusione della nostra lunga storia: come potrà mai finire? Non è così scontato (o almeno così vogliono farci credere), sì, perché vediamo Kyōsuke correre per andare a un appuntamento con Kuroneko, per riferirle se continuare a uscire o meno con lei, perché nel frattempo, dopo vari episodi, tra un "baka" di qua e un "baka" di là, i due fratelli sono arrivati al punto che nessuno dei due avrebbe mai voluto vedere l'altro con ipotetici fidanzate o fidanzati. Naturalmente, così come ci si aspettava (nonostante per un attimo devo dire ci avessi anche creduto), Kyōsuke rifiuta Kuroneko. Tra l'altro, uno strano sentore, come già scritto in precedenza, si sente fin da subito, perché l'anime con il tempo diventa un vero e proprio harem, dove tutte, e dico tutte, si confessano al nostro Kyōsuke, episodio dopo episodio, puntualmente rifiutate, chi prima chi dopo.

Insomma, siamo arrivati alla fine, al grande traguardo, e manca solo l'episodio finale; finalmente i nostri due protagonisti possono mettersi insieme, dopo una dichiarazione, che non si vede neanche nei sentimentali più paradossali: Kyōsuke si confessa a Kirino, in mezzo alla strada, la notte di Natale, raccontando tutta la questione del fratello-sorella, con tutti i passanti lì ad ascoltare. Che puntualmente accetta, fermo restando, per scoprire in seguito, che dopo il diploma (e dopo un finto matrimonio con tanto di vestiti e anello nuziale), i due, di comune accordo, sarebbero tornati fratello e sorella, per poter vivere un rapporto più adeguato, anche se proprio nell'ultimissima scena vediamo Kyōsuke, probabilmente, non del tutto convinto di questa scelta.

Abbiamo quasi terminato, ma prima dobbiamo vedere ancora un paio di punti.
L'opera presenta molte volte quelle scene divertenti che ormai sono una firma di tutti gli anime di genere, tra un baka di qua e una testata di là, passando ancora per tutte le situazioni assurde che possono venire in mente: anche la risata è piacevolmente presente nella storia.

Ora, come anticipato prima, due parole sull'amica d'infanzia di Kyōsuke, Manami Tamura, naturalmente innamorata e anche lei rifiutata da Kyōsuke come le altre: è colei che ha capito fin dall'inizio i sentimenti di Kirino e ad averle subito detto le cose come stavano, anche se all'epoca solo una bambina.
Potremmo identificarla in quest'ultima parte, finale e conclusiva di tutta la trama, come la voce della ragione che tutto vuole aggiustare ma che, in quella circostanza (non sapendo della promessa dei due, ma d'altronde ancora non la sapeva neanche lo spettatore stesso), niente ha potuto se non, letteralmente, fare una bella scazzottata con la ragazza, chiarendo tutte quelle questioni che si trascinavano da quel fatidico giorno. Scena interessante sotto molti punti di vista.

Adesso dobbiamo assolutamente rispondere alle ultime due domande che caratterizzano questo anime dalla notte dei tempi. Perché questa storia ha fatto così scalpore? Perché la trama non è andata giù a qualcuno? È stato giusto un finale così azzardato, seppur telefonato fin dall'inizio e nel corso della storia?

Be', è presto detto, fratello e sorella che si rincorrono per trentadue episodi non è mica tanto normale, siamo tutti d'accordo, giusto? Oltretutto alla fine si scoprirà che la sorella fin dalle elementari aveva capito i propri sentimenti per il fratello che, se ci pensiamo per un attimo, dà veramente un senso a tutto. Ma, tralasciando solo per un attimo la storia, ripeto, è alquanto bizzarro e fantasioso (ricordatevi questo aggettivo, è importante).

Ora, introduco il mio pensiero finale con una riflessione: se i due non fossero stati fratelli, sarebbe stato più normale? Avremmo parlato di una storia bizzarra? Be', sì, assolutamente sì, sarebbe stato sicuramente più normale e sicuramente avrebbe avuto la medesima trama e ancor più sicuramente sarebbe cambiato il finale, in quel caso, quantomeno in linea con il percorso fatto finora, ma solo ed esclusivamente in questo caso (parere personale). Ma i due sono fratelli e, anche se fino alla fine credevo (dopo tutte le cose viste) veramente in un colpo di scena, magari in un qualche tipo di errore alla nascita o che so io (ormai mi sarei aspettato di tutto), non c'è stato, e i due sono davvero fratello e sorella, quindi non ci resta che tirare le somme in base quel che è.

Allora rispondiamo all'ultima domanda: una storia e un finale così possono andare bene lo stesso? Io penso proprio di sì, penso che sicuramente sia stato il finale più giusto, una storia così azzardata non poteva sicuramente avere un finale da meno, almeno per quanto mi riguarda. Questa storia di fantasia, strana quanto vogliamo ma sicuramente originale, che non ha presentato scene di chissà quale tipo, sempre in relazione alla, appunto, relazione fratello-sorella, è stata semplicemente un percorso terminato nel più logico dei modi.
Quindi posso affermare che alla fine è una storia tanto strana quanto interessante, e che tiene assolutamente alto l'interesse.

Disegni e background sono ben fatti, ottimo il comparto audio, con due opening a stagione e ventisette ending - non ho mai visto così tante ending in sole due serie.

Abbiamo affrontato solo i personaggi principali e alcuni secondari, ma la caratterizzazione dei personaggi è davvero buona, dall'amica di scuola (che potremmo definire un bel po' yandere all'inizio), alla compagna di classe con profondo odio per gli otaku, ma che finisce per fare la idol, passando per il club dei videogiochi che in ogni scena riesce sempre a strappare una facile risata.

In conclusione, su cosa dovrebbe tirare le somme una recensione? Sulla storia? Sui personaggi? Sugli elementi più "chiacchierati" o sulla trama in sé in tutto e per tutto?
Credo proprio che sia necessario tenere in considerazione tutta la storia e soprattutto tutto il percorso e l'intero svolgersi degli eventi (finale compreso): secondo me, è una buona storia (o ancora meglio un percorso) fin dall'inizio, strano, siamo d'accordo, inusuale, bizzarro e innaturale quanto vogliamo, ma pur sempre una storia di fantasia. Se i due non fossero stati veramente fratelli, sono sicuro che sarebbe piaciuto di più, a me per primo sicuramente, ma la storia è questa, e per questo non mi sento di non supportare un'opera; lo sviluppo è ottimo e il finale non chiede niente più di quello che alla fine dà, semplice e addirittura naturale, se vogliamo.

Rimane pur sempre una storia interessante e avvincente dall'inizio alla fine, quindi non posso che dare un giudizio positivo.


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VinMur92

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Tutto sommato non è stato male, nonostante milioni di critiche che ha avuto.
Ho apprezzato tantissimo tutte le citazioni agli altri anime contenute in ogni puntata, tra cui "Date a Live", "Code Geass", "Bakemonogatari", "Sword art Online", "Chuunibyou demo Koi ga Shitai" e altre che al momento non ricordo. Diciamo che è stato divertente cercare di riconoscerle, mentre guardavo le puntate. Parlando del tanto odiato siscon, è quasi per nulla presente in tutto l'anime: il rapporto dei protagonisti è tale e quale tantissimi rapporti tra fratello e sorella. Scene eccessive ce ne sono solo due in tutte e due le stagioni, OVA compresi, quindi non capisco perché gridare allo scandalo, e soprattutto non capisco perché proseguite con la visione di questi anime, quando il tema siscon è risaputo e voi non lo apprezzate.

Ho trovato molto fastidioso l'atteggiamento di Kirino, 100% tsun 0% dere. Gli autori degli anime non capisco perché si ostinano a inserire personaggi così fastidiosi, che arrivano a farti odiare un'opera. Verso la fine dell'opera il personaggio di Kirino si sblocca un po', è apprezzabile notare il cambiamento dopo che la si è odiata così tanto per più di venti puntate.
Kyosuke è un personaggio piatto, penso si siano ispirati ad Araragi di "Bakemonogatari", e hanno fallito in pieno.
Il resto dei personaggi è abbastanza piatto, fatta eccezione per Kuroneko, che comunque anche lei verso la fine dell'opera viene stereotipata un tantino troppo.
Alcuni dialoghi sono interessanti, ma la maggior parte inutili. Le puntate sembrano tutte OVA, la trama è quasi inesistente, ma la puntata si lascia vedere in tranquillità con qualche gag che ti fa sorridere.

Tutto sommato non si può bocciare quest'anime. L'ho visto in un solo giorno una puntata dopo l'altra perché incuriosito, ma consiglio la visione solo se ci si allontana dai pregiudizi e i tabù. E' stato più apprezzato un anime come "Bakemonogatari" (che io ho amato assieme a tutta la serie), dove c'è presunta pedofilia, e viene criticato un anime come questo per un minimo di siscon presente nell'opera.

Utente970

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Utente970

Episodi visti: 16/13 --- Voto 5
Si ricomincia dove ci aveva lasciato la prima stagione, tre episodi extra inclusi, che da un lato aprivano nuove possibilità affettive e dall'altra facevano ritornare allo status-quo.

Inizialmente poco sembra essere cambiato, Kyosuke è sempre zerbino masochista, ma più consapevole del suo complesso per la sorellina, mentre Kirino, con la sua nota gentilezza, è sempre al limite del volerla prendere a testate. Le questioni lasciate in sospeso con Kuroneko si capisce subito che verranno posticipate il più possibile, mentre l'occhialuta Saori si farà finalmente conoscere meglio, anche se la sua storia è stata sceneggiata in modo superficiale, per poter stare dentro una sola puntata. Si noterà anche una generale pigrizia nel delineare l'aspetto delle sue vecchie conoscenze, cosa giustificabile in parte da parentele e da un simbolico passaggio di testimone, ma piuttosto evitabile.

Più o meno dal quarto episodio, la serie comincerà ad aumentare leggermente la dose di fancervice e a ri-concentrarsi sul rapporto tra i due protagonisti. Per gran parte della stagione Kyosuke pare indeciso se essere un imbecille o un ragazzo maturo, e in generale manca di coerenza nel gestire i suoi affetti. Dopo, intorno all'episodio 7, verrà finalmente affrontato, in più episodi, il personaggio di Kuroneko, se possibile, ancor più infognata nelle sue fantasie gotiche. Anche con lei non si può dire che la regia sia stata impeccabile, e il problema ancora una volta è il limitato respiro narrativo che, seppur maggiore di quello concesso ad altri personaggi, rimane insufficiente per immergere lo spettatore e fargli pure digerire una certa conclusione, ribadita poi a tradimento negli special. Rimane una parentesi gradevole, grazie anche ad alcuni comportamenti tardivi (e direi persino fuori personaggio) da parte di Kirino, che almeno, da lì in poi, finalmente, pare iniziare ad evolversi davvero, e di conseguenza anche il suo rapporto con il fratello. Nei tredici episodi base ci saranno pure due spazi dedicati ad Ayase, che mostrerà più chiaramente la spinta delle sue pulsioni. L'unico problema in questo è che ad inizio e fine serie i suoi interessi sono praticamente agli opposti.

Buona parte della stagione e i suoi personaggi sembrano diretti da due teste diverse, e tutto sembra andare avanti per forza, senza un obbiettivo chiaro, oltre al voler colmare, con calma, alcuni vuoti lasciati. Sia mai sacrificare per la narrazione del tempo utile a mettere altre ragazze intorno a Kyosuke, come la cosplayer di Meruru o l'atleta straniera, e verso la fine renderle tutte disponibili, in modo da acchiappare più spettatori... Tutti i possibili approfondimenti, a parte forse l'infanzia di Kirino e le sue "motivazioni" passate, sono usciti fuori abbastanza sbrigativi, i personaggi secondari del club compaiono ancor meno che in precedenza, quelli nuovi hanno pochi secondi dedicati, la componente otaku si vede meno e ora sembra vissuta un po' più serenamente... insomma, ciò che rimane alla fine è uno slice of life più intimo e con un solo argomento distintivo, quel litigioso e sospetto attaccamento fraterno.

Riguardo ai tre special, comprendo il malcontento generale. In precedenza, quelli della prima stagione aggiungevano uno sviluppo accettabile, mandato poi all'aria per proseguire la storia, ma nel complesso rimanevano... più o meno validi. In questo caso invece gli episodi aggiuntivi tradiscono da subito le aspettative, sono un riciclo parziale nella causa scatenante (viaggio) e porteranno tutti ad avere comportamenti poco credibili. Avrei perlomeno compreso la tenzone finale tra due personaggi, non fosse che una delle due figure è stata mostrata nell'intera serie il minimo possibile, e sempre con una passività spaventosa. Cosa peggiore di tutte, gli special, oltre che mediocri, sono una grande presa in giro senza senso. Non me ne lamento tanto per il contenuto, una volta che viene scelto dai produttori un bivio sentimentale, lo si deve accettare, anche se non è quello sperato, il problema principale è che ho visto sprecato il mio tempo.

Utente67006

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Utente67006

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

Questa è la mia prima recensione, di solito mi limito a leggere quelle altrui per confrontare il mio punto di vista, non avendo l'esigenza di esprimere i miei pensieri, ma per "Oreimo" devo fare un'eccezione. Da poco mi sto approcciando agli anime shoujo e, quando ho deciso di iniziare la visione di "Oreimo", non avevo idea della portata di questa opera e dello scalpore che ai tempi aveva suscitato.

Dopo aver letto la trama, pensavo che forse poteva essere un anime leggero, capace di strappare qualche risata e dove il filo conduttore era: ragazzo 'sfigato' che trova alla fine l'amore, ma che viene frainteso per tutta l'opera per qualche comportamento dubbio con la sorella (motivo delle risate); ma "Oreimo" è molto di più e le critiche dei fan erano dovute proprio al fatto di non aver compreso l'opera e a cosa voleva portare.
Da parte mia posso dire che ho apprezzato questa opera, ma il mio voto è un 7, perché la trovo incompleta o, meglio, non è stata capace di essere coerente con sé stessa. Ciò che mi fa dire che questo sia un signor anime sono soprattutto le emozioni che mi ha trasmesso durante l'intera visione. Ho esultato quando Kyosuke si è fidanzato per la prima volta, ho riso in molte delle gag che erano disseminate nell'opera (seppur demenziali), ma soprattutto ho provato sgomento, frustrazione e confusione man mano che l'opera volgeva al termine. Da fiero sostenitore del lieto fine e delle cose logiche tutto ciò che vedevo era sempre l'esatto contrario di quello che volevo. La illogicità delle scelte che Kyosuke prendeva mi ha coinvolto così tanto, che ho visto l'intera seconda stagione in meno di ventiquattr'ore e, alla fine, mi sono trovato del tutto spaesato. Un anime capace di far provare così tanti sentimenti non può che essere apprezzato, ma ci sono dei difetti che dirò a breve.

Parto con il dire che la chiave di lettura per la comprensione di "Oreimo" è la frattura del rapporto tra Kyosuke e Kirino avvenuta durante l'infanzia. La maggior parte voleva che questa fosse solo un contorno nell'opera, con quest'ultima che si concludesse con la riappacificazione dei due e con Kyosuke unito a una delle sue tante spasimanti, ma in realtà il dolore dell'allontanamento è il leit motiv dell'intera storia. In trentasei episodi quelli che sembravano semplici fraintendimenti in realtà erano solo indizi di come l'opera si sarebbe conclusa; certo l'incesto non è facilmente accettabile, ma, superati i normali preconcetti, l'opera poteva essere apprezzata come un inno alla forza dell'amore e dell'essere questo più forte di qualsiasi logica o costume sociale. Un finale con Kirino e Kyosuke insieme, seppur illogico e innaturale, sarebbe stato sicuramente il finale più coerente possibile. Non ho apprezzato il loro amore "a tempo" e il fatto che l'opera si conclude con un nulla di fatto, in pratica, come se nulla fosse successo. Questa conclusione così semplicistica e così superficiale è davvero inaccettabile per un'opera che fa del dramma psicologico la sua colonna portante.

Se si analizzano i personaggi, si vedrà come questi, seppur rispecchino i classici stereotipi, sono altamente complessi.
Ayase è la classica bella ragazza dal bell'aspetto e dalla buone maniere, potrebbe far pensare che si innamora di Kyosuke per la gentilezza e la premura di lui verso Kirino, ma in realtà il suo è un sentimento distorto; si innamora solo per il desiderio di diventare sorella di Kirino e di avvicinarsi il più possibile a lei. La sua morbosità è stata sottovalutata, non era semplice fonte di gag ma l'intero filo conduttore del suo agire.
Manami è la classica amica di infanzia, e cioè: brava, dolce, gentile, amorevole, comprensiva e disponibile verso il suo unico amore storico. Potrebbe sembrare anche lei un personaggio ordinario, ma in realtà anche il suo è un comportamento distorto. Per tutta l'opera Manami sarà quella chi ci proverà di meno con Kyosuke; in realtà il suo vero scopo è non far fidanzare i due fratelli, e affinché ciò non accada la si vedrà dispensare consigli e aiutare chiunque delle varie pretendenti... non le importava chi sarebbe diventata la ragazza di Kyosuke, poteva essere lei o Ayase, Ruri o Kanako, l'importante era evitare che lo diventasse Kirino. Il motivo di tutto ciò è semplice: Manami sin da piccola ha visto in Kirino la sua prima rivale e, soprattutto, essendo innaturale un amore tra fratelli, si è sempre opposta a questo, arrivando anche ad avvantaggiare le altre pretendenti pur di evitare quell'amore incestuoso.
Arriviamo a Ruri, il mio personaggio preferito. E' stato bello vedere la sua trasformazione e il suo alternarsi tra ragazza fredda e cinica e ragazza innamorata e passionale. Mi ha intenerito guardare come aveva già immaginato il suo futuro con Kyosuke e come quegli avvenimenti, solo sperati, pian piano si realizzassero. Facevo il tifo per lei, la dicotomia gatta morta/ragazza innamorata e gli sforzi da lei fatti mi facevano propendere per la sua "vittoria". Da non sminuire il suo gesto di lasciare Kyosuke. Ruri aveva capito che tra Kirino e Kyosuke le cose ancora non erano risolte, e momentaneamente si era defilata, con la convinzione di avere già il cuore di Kyosuke. La sua, dal suo punto di vista, era un vittoria annunciata, ed ecco perché la sua reazione, alla confessione di lui, è la più veemente di tutte. Nessuna delle pretendenti ha reagito in quel modo, sinonimo di come l'amore di Ruri era quello più puro e onesto.
I due protagonisti sono forse quelli meno complessi. Kyosuke è uno smidollato. Non ha personalità e si asservisce agli ordini di tutte le ragazze, i giochi erotici non sono il pretesto per riallacciare i rapporti con la sorella, ma diventano lo strumento attraverso il quale trasforma il dolore della rottura con Kirino in amore nei suoi riguardi. Kirino invece conserva il suo amore infantile nel tempo attraverso proprio questi giochi e, non staccando mai il suo pensiero, porta quel suo amore infantile fino all'adolescenza. E' una ragazza tenace ma anche tanto egoista. Il culmine del suo egoismo è proprio quando rinfaccia a Manami di aver vinto la battaglia tra le due. Kirino non ha mai sopportato Manami, proprio perché gelosa di come quest'ultima potesse sottrarle il suo amato fratellone. Il comportamento infantile di Kirino verso Manami e la "fonte" dell'amore tra Kyosuke e Kirino fanno ben capire come alla base non c'era vero amore, ma un legame fraterno fortemente manipolato dagli eventi.

Ma, come già detto inizialmente, se si mettono da parte i costumi sociali e le speranze di vedere Kyosuke fidanzarsi con chiunque eccetto la sorella, la storia in sé poteva essere accettata, solo se l'autore avesse mantenuto fino alla fine una sua coerenza di pensiero. Il finale che cancella tutto è davvero un insulto. Le opere non devono sicuramente concludersi per compiacere il lettore, ma devono seguire un filo conduttore e non certamente terminare con un finale che cancella via tutto quello che si era fatto in precedenza, perché si porta chi legge a pensare di aver solo perso tanto tempo e di essersi sforzato a voler capire per nulla.
Consiglio la visione di questa opera, vi farà provare importanti sensazioni sia positive che negative, ma certamente il finale poteva essere migliore... anche perché di peggio non si poteva fare.


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Ranmamgs4

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Inizierei subito con il commentare l'aspetto più controverso dell'intera stagione (o forse dell'intera serie animata, ad essere più obiettivi), il finale, che ha deluso buona parte dell'utenza. Eebbene, senza 'spoilerare' alcunché agli sventurati che ancora non hanno visto questo divertentissimo e particolarissimo anime, mi pare doveroso riconoscere che si trattasse dell'unica conclusione coerente con il filone principale. Che poi subentrino valutazioni di stampo moralistico o altro è un discorso a parte, solo che vedere la valutazione media fa veramente gelare il sangue, considerando la "cacchina" presente in giro con punteggi vertiginosi.
Detto questo, ho visto "Oreimo" tre anni e mezzo fa e ho subito capito che la serie aveva del potenziale: in primo luogo da un punto di vista umoristico, riconducibile innanzitutto all'atteggiamento schifiltoso da parte della maggioranza dei personaggi femminili nei confronti del protagonista, che inspiegabilmente sopporta e collabora con loro ottenendo risultati stupefacenti (vedere per credere); poi per le numerose gag basate su fraintendimenti, divertenti anche senza ricorrere al fanservice o cadere nell'ecchi (per me un pregio).
Lo sviluppo delle relazioni tra i personaggi, tutti molto caratterizzati, rappresenta il punto di forza dell'anime, che risulta pieno di colpi di scena e quasi mai banale; la crescita personale dei fratelli Kosaka, i loro avvicendamenti e l'innegabile contributo delle numerose signorine riesce anche a trasmettere emozioni forti, a patto che piaccia la formula.
Tecnicamente è un'opera nella media, le opening delle Claris non mi dispiacciono e le ending cantate dai doppiatori non sono assolutamente male.
L'auspicio è che ad aprile ci si possa divertire anche solo la metà con "Eromanga-Sensei"!


 3
Demidevimon

Episodi visti: 16/13 --- Voto 2
Ci sono pochi anime che mi hanno deluso tanto quanto la seconda serie di "Oreimo".
L'anime nasce come rappresentazione della vita quotidiana di Kirino, una ragazza bella e ammirata da tutti che ignora suo fratello, ritenendolo insignificante e non alla sua altezza. Un giorno sarà proprio il fratello, Kyosuke, a scoprire il suo più grande segreto: Kirino è una otaku con la passione per gli eroge. Sarà proprio questo che darà inizio a tutto: Kyosuke aiuterà Kirino a non nascondere la sua passione e le troverà nuove amiche con cui poterla condividere, e sarà proprio grazie a ciò che anche il rapporto tra i due fratelli tornerà a ricrearsi.

Le ottime premesse, quindi, per la prima serie ci sono state, peccato che poi arrivi la seconda a distruggere tutto. Kyosuke da ragazzo insignificante passa improvvisamente a diventare il 'figo' della situazione a cui puntualmente ogni personaggio dell'anime cadrà ai piedi dichiarandosi a lui. Il rapporto di affetto tra fratello e sorella viene totalmente stravolto e trasformato in un rapporto amoroso, condiviso da entrambi e dagli amici, che personalmente mi ha leggermente disgustato. Verso le ultime puntate ero ormai arrivato a un punto in cui tra me e me ripetevo: "Ma che cavolo sto guardando? Stanno totalmente distruggendo tutto il senso di questa serie". Carine le musiche, sicuramente molto belle le animazioni, ma sono solo uno specchio per le allodole, perché a parte queste, non vi è davvero nulla.


 2
Kida_10

Episodi visti: 16/13 --- Voto 8
"Ore no Imouto ga Konna ni Kawaii Wake ga Nai 2" è una serie composta da tredici episodi di durata canonica più tre OAV conclusivi, seguito dell'omonima prima stagione; inoltre è uno dei pochi casi in cui la light novel originaria è stata trasposta passo passo sino all'ultimo volume.

La storia ricomincia dove era stata lasciata al termine della prima stagione: Kirino è ritornata in Giappone trascinata dal fratello, e tutto sembra tornato alla normalità. Le avventure di Kyousuke in realtà sono appena iniziate, e in questa seconda parte, senza neanche rendersene conto, diventerà un vero playboy, facendo strage di tutte le ragazze che gli ronzano attorno. Come reagirà Kirino a questa nuova e inaspettata condizione del fratello? E, soprattutto, chi sarà la "fortunata" che Kyousuke vorrà al proprio fianco?

La trama scorre più velocemente e in maniera più fluida rispetto alla prima serie, probabilmente per l'aggiunta del fattore sentimentale che sostituisce gli eroge, lasciandoli un po' da parte. I personaggi vengono analizzati in maniera più approfondita e alla fine dei conti godono di una discreta caratterizzazione, chi più chi meno. Kirino, che nella prima serie era insopportabile, muta leggermente il suo comportamento, rimanendo sempre irritante ma in maniera sopportabile, e questo è un grande punto a favore. Tecnicamente c'è poco da aggiungere quanto detto per la prima stagione, qualche miglioria a livello grafico ma niente di più. Il comparto sonoro si mantiene su livelli alti, proponendo ottime OST, ending, e un altrettanto ottima sigla di apertura.

Andiamo ora ad analizzare la parte che più ha fatto discutere: il finale. Gli ultimi tre OAV traspongono la parte conclusiva della light novel, dando alla storia il finale originale, partorito direttamente dalla mente dell'autore. Queste tre puntate sono state ampiamente criticate dalla grande maggioranza degli spettatori, anche se ci sono pochi folli che, come me, non sono stati poi così delusi da queste.

<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>

Finale in brevissime parole: Kyousuke rifiuta tutte le ragazze che gli si dichiarano, per provarci con sua sorella, la quale ovviamente alla fine di tutto accetta. I due tuttavia sono impossibilitati a stare insieme per una serie di motivi legati al difficile rapporto con la società, con i genitori, amici e chi più ne ha più ne metta, quindi decidono di lasciarsi dopo essersi "sposati" per finta, e vivere come nulla fosse accaduto. Tutto torna alla situazione originale.

La scelta di stare con Kirino da parte del protagonista è stata molto criticata, l'incesto non è ovviamente visto di buon occhio, ma in fondo cosa ci si poteva aspettare da una serie intitolata "Non è possibile che la mia sorellina sia così carina"?
Sinceramente mi è parsa una scelta più che naturale, considerando il fatto che far mettere il protagonista con un'altra qualsiasi delle ragazze sarebbe stata una scelta ancora peggiore, che avrebbe lasciato con l'amaro in bocca tutta la fetta di pubblico che parteggiava per un'altra.
E ancora, concludere la serie non trasponendo fedelmente la ligh novel, una volta su mille che questa è conclusa e vi è l'occasione, e utilizzando come sempre uno dei classici finali aperti e inconcludenti, sarebbe stato uno spreco bello e buono.
Questo finale è stato sicuramente una scelta azzardata, ma che ho apprezzato. Per una volta che un'opera si sforza, anche non riuscendo appieno, di proporre qualcosa di diverso, di originale, e soprattutto di non condivisibile da una grande fetta di pubblico, ecco che, ovviamente, le critiche volano.

<b>Fine parte contenente spoiler</b>

In conclusione, "Oreimo" è una divertente commedia, che vanta un finale inusuale che può essere apprezzato o meno, questione di gusti personali. Se siete pronti anche al peggio, ne consiglio vivamente la visione, magari sarete fra i pochi ad apprezzarne il finale.


 9
StefanoHab

Episodi visti: 16/13 --- Voto 6
Premessa importante ma necessaria, anche per chi non ha visto l'anime. Avrei voluto lasciare questa recensione con un "senza voto", perché mi sembrava la cosa più logica da fare vista la quasi impossibilità di valutarla oggettivamente, ma, dal momento che non è possibile, le assegno il voto che ritengo più corretto come media dei vari elementi che la caratterizzano: 6. Per quanto "Oreimo" sia una serie carina e divertente da vedere, essa non può nemmeno essere presa alla leggera, considerando che dopo averla vista si rimarrà turbati e profondamente scossi. Se avete intenzione di vederla fino alla fine, fino al fatidico sedicesimo episodio e terzo OAV, fatevi il favore di non prenderla come una semplice commedia romantica, ma di accettare le conseguenze di dover digerire scelte narrative che non tutti hanno condiviso, cosa che probabilmente metteranno in discussione l'intera visione della serie, come è giusto che sia. Un punto che analizzerò con calma e nel dettaglio, ma per questo dovrete arrivare alla fine della recensione...
Proprio a causa di ciò, questa recensione sarà divisa in due parti: la prima "senza spoiler" per chi non ha ancora visto la serie, la seconda "con spoiler" per chi è arrivato a vederla fino al suo ultimissimo episodio. Ma lasciatemi spiegare il perché. Per quanto anche io sia convinto che in una recensione gli spoiler risultino fastidiosi a chi non ha ancora visto l'opera, se non odiosi nel caso in cui rivelino i punti chiave della vicenda, occorre anche tenere a mente che una recensione, in quanto tale, non può essere considerata solo come un "consiglio per la visione/ascolto/lettura ecc." rivolta a chi deve decidere se usufruirne o meno, ma anche come un'analisi dell'opera stessa nel suo complesso. A volte ci sono recensioni di anime che non possono essere fatte senza scavare a fondo nella vicenda, senza contare altre che analizzano l'opera proprio nel suo contesto narrativo piuttosto che su valutazioni di contorno (personaggi, trama, sonoro, grafica, ecc.).
Tutto dipende dal fatto che l'anime necessiti o meno questa analisi. Questo qui è uno di quelli: non si può valutare seriamente "Oreimo" prescindendo dalla sua conclusione, perché le tre puntate finali sono quelle che condizionano tutto il senso dell'intera serie, sia la prima che la seconda stagione.

Darò quindi innanzitutto qualche appunto iniziale, che potrà giovare a chi ancora non ha visto l'anime. Questa seconda serie riprende esattamente da dove era finita la prima, salvo il fatto che il genere cambia: se la prima serie era una semplice e divertente commedia sul mondo otaku, che riusciva a strappare qualche risata nonostante le vicende venissero rappresentate nel modo meno realistico possibile, qui entriamo invece nel campo del sentimentale e del genere harem, forse persino troppo forzato. La serie cerca ancora di mantenere i suoi tratti leggeri da commedia, ma la verità è che più si va avanti nella storia e più il tutto inizia ad apparire irreale e ad assumere dei connotati che, più che a un drama giapponese o una sit-com americana, fanno piuttosto pensare a una tragedia greca. Attenzione, non parlo di "tragedia" nel vero senso della parola, non aspettatevi roba alla "School Days" dove uno dei protagonisti finisce decapitato per la gelosia di qualche fanciulla. Niente del genere, diciamo che l'aspetto della commedia finisce schiacciato da un intreccio che a lungo andare si dirige sempre più verso un abisso oscuro. Ma mi trattengo dall'essere più specifico, approfondendo questo aspetto nella sezione "con spoiler".

La colonna sonora, che condivide molti brani con la prima serie, è sicuramente un punto a favore dell'anime, tralasciando le terribili sigle finali e la sigla iniziale che resta comunque abbastanza anonima. Per il resto, ciò che ho apprezzato dalla musica dell'anime è stato il suo essere così squisitamente eclettica: passiamo da accelerate quasi ska con tanto di tromba a un vero e proprio tango, passando per delicati accenni di pianoforte che intensificano a dismisura la drammaticità e l'intensità emotiva di alcune scene. E rimane poi "Surechigai", quella tanto semplice quanto splendida melodia di chitarra che sa come far stringere il cuore dalla malinconia.

La caratterizzazione dei personaggi è una sorta di continuazione ed evoluzione di quanto si era già visto nella prima serie, con una accentuazione, forse fin troppo marcata, dello stereotipo di ogni singolo personaggio tipico degli anime. Per quanto io detesti l'inquadramento in stereotipi e preferisca far finta che non esista, come ogni persona che almeno ogni tanto si interessi a manga e company sono venuto a conoscenza dei termini utilizzati in queste occasioni; il loro uso è abbastanza recente, ma (purtroppo) non si può prescindere da esso per valutare un prodotto come questo.
Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ma sempre a partire da una fortissimo humus stereotipato alla perfezione, che sembra fatto apposta per provocare un determinato effetto agli occhi dello spettatore. Non è infatti un caso che sia nato un fan club quasi per ogni singolo personaggio e che non ve ne siano due che possano assomigliarsi anche solo leggermente, nemmeno andando a cercare le affinità con un microscopio. E del resto, se davvero un trentaduenne disoccupato di Kojimachi, tale Noboru Aoi, si è trasformato in un pericoloso stalker e ha minacciato l'autore Tsukasa Fushimi tanto da venir arrestato dalla polizia, semplicemente "perché odiava uno dei personaggi della storia" (nella fattispecie Kuroneko), non si può certo dire che la caratterizzazione dei personaggi non sia ben riuscita.

Così non credo di sbagliare troppo nell'affermare che la protagonista Kirino è la classica tsundere "troppo tsun e poco dere" che vorresti prendere a testate sulle gengive fin dal primo episodio, salvo poi apprezzare quei suoi rari spiragli di umanità; Ayase è la classica yandere instabile mentalmente e con pericolose pulsioni psicotiche, che per fortuna rimangono limitate al suo subconscio; Kuroneko è la classica kuudere "adorabile", quella che si crede più figa e matura di chiunque altro e che non mostrerebbe mai una sua emozione nemmeno se la si pregasse in portogrechese (reminiscenze di "Waterworld", non fateci caso), salvo poi mostrarsi timida e sensibile, fino a un'esplosione di emozioni più dirompente di tutti i personaggi di "Oreimo" messi assieme (evviva la coerenza, ragazzi); Saori è la classica dojikko goffa e apparentemente stupida che poi si rivela essere la più saggia di tutti, anche solo per il tenersi alla larga dalle beghe amorose dei protagonisti; Manami è la classica meganekko dalla vocina irritante e dai modi di fare timidi e impacciati che finiscono con il suscitare più un insano istinto omicida che non semplice tenerezza; Kanako è la peste spigliata, l'odioso personaggio di contorno con cui nessuno di noi vorrebbe avere a che fare, ma che, alla fine, si dimostra paradossalmente simpatico proprio per il suo essere così fuori dagli schemi; Sena è il perfetto esempio di come la perversione si possa nascondere dietro la maschera di brava ragazza; Kyousuke, protagonista nonché unico personaggio maschile degno di nota della serie, sarebbe il candidato ideale se esistesse il Premio Nobel per il masochismo.

Sotto l'aspetto narrativo, e questo è l'unico appunto che posso fare senza cadere nello spoiler, ci sono due aspetti negativi da tenere presenti: da una parte, la fastidiosissima sensazione di voler premere fin troppo il pulsante dell'harem; dall'altra, l'altrettanto sgradevole percezione della "forzatura" dei sentimenti in favore della trama. Alcune cose che i personaggi fanno o dicono sono talmente irreali che risulta evidente come siano state plasmate dagli autori per dare una determinata svolta alle vicende. I comportamenti sono poco credibili, non tanto per la loro irrealtà quanto per il fatto che esasperano all'estremo quelle reazioni e quegli atteggiamenti che in una situazione reale potrebbero anche essere comprensibili. Potremmo forse dare una parziale giustificazione se consideriamo le probabili differenze tra l'anime e la light novel, ma nel complesso la credibilità dei personaggi ne rimane comunque danneggiata.

Ultima cosa: "Oreimo" non è un anime che si possa consigliare o meno. Dipende da quello che vi sentite di fare. Molte persone l'hanno adorato e altri l'hanno odiato. Non c'è un modo giusto o sbagliato di vederlo. Dipende da tante, troppe cose: c'è chi riesce a considerare la serie nei suoi singoli episodi e chi invece non riesce a prescindere dal finale, chi si è sentito deluso e preso in giro e chi invece ha dato una sua interpretazione quasi antropologica/letteraria agli avvenimenti (tanto da paragonarlo all'Amleto, pensa te), chi lo ha considerato fin dall'inizio un anime idiota e chi lo ha guardato senza aspettarsi troppo, rimanendone poi piacevolmente colpito. Gusti personali, modo di valutare e di inquadrare, approccio che si ha con le singole puntate e con l'opera in generale, aspettative varie e altro, tutti fattori che rendono troppo difficile una valutazione oggettiva. Difficilmente, in ogni caso, si rimarrà indifferenti dopo la sua visione.

Termina qui la mia recensione "senza spoiler"; passiamo adesso alla parte "con spoiler", all'analisi recensoria che tratta l'opera nel suo complesso, rivedendo quindi il tutto alla luce del finale. Chi ha già visto "Oreimo 2" può continuare a leggere, per tutti gli altri si prega di fermarsi qui e tornare successivamente. Questo ovviamente a meno che non siate masochisti almeno quanto il protagonista Kyosuke e decidiate di buttare all'aria un'intera serie e i suoi colpi di scena per il capriccio di terminare la lettura della recensione; a voi la scelta.

Sulle scelte narrative di "Oreimo" sono stati versati fiumi di inchiostro, e non solo: basta farsi un giro su Youtube per vedere quanti siano i video postati, in Italia come negli USA o altrove, dal pubblico della serie (compresi fan ed ex-fan) che hanno odiato il finale e ne sono rimasti scioccati, turbati, quasi sconvolti. Tra questi ci sono specialmente quelli che lo hanno seguito fin dall'inizio per ben tre anni di fila, in trepidante attesa tra una puntata e l'altra, e che alla fine hanno lanciato il loro urlo di dolore, non molto dissimile da quello di Kuroneko nell'episodio 14 (letteralmente: c'è gente che ha registrato e pubblicato le sue urla come reazione alla visione del finale di "Oreimo") per essersi sentita presa in giro dai tre OAV conclusivi, che a detta di molti distruggono quanto di buono era stato fatto in precedenza. Non voglio entrare nel merito se questa visione delle cose sia giusta o meno, cercherò solo di farne una riflessione ragionata con il senno di poi e non dettata dall'amarezza di chi si aspettava una fine romantica di ben altro stampo e che si è dovuto sciacquare la bocca per il disgusto.
Ecco cosa è sembrato il finale a chi, fino a quel momento, aveva seguito la serie con entusiasmo: una folle corsa verso la distruzione totale, una caduta a picco nell'abisso, una sequela di situazioni che via via diventano sempre più surreali, quasi come vedere un quadro di Dalì prendere forma davanti ai propri occhi. Tutto questo già a partire dall'episodio 12 in cui una forzatissima dichiarazione d'amore di Ayase, che detto sinceramente è quanto di più innaturale la mente degli autori abbia potuto concepire, viene spezzata da un Kyosuke sempre più alienato da sé stesso, fino a sfociare in un bacio sulla guancia consolatorio che non ha nessuna ragion d'essere. Dal finale dell'episodio 12, tralasciando il flashback dell'episodio 13 che spiega tutti i retroscena storici che hanno portato a quelle assurde condizioni psicologiche dei due protagonisti, fertile humus per la follia degli ultimi tre OAV, inizia così un vero e proprio incubo, uno smembramento del cervello dello spettatore che si ritrova sempre più trascinato nell'oscurità, nell'illogica sequenza di azioni che porta il protagonista della serie a distruggere la propria vita spinto da sentimenti che sono nati dall'insano contesto della sua infanzia. Non c'è parola migliore per descrivere l'impatto che subisce lo spettatore se non quella di "tortura", quella del vedere il protagonista Kyosuke che distrugge la propria felicità e manda al vento ogni possibile relazione in cambio della persona che meno di chiunque altra possa meritare questo sacrificio. La vicenda assume dei connotati sempre più surreali e grotteschi, soprattutto in base al forte contrasto messo in atto tra una dirompente drammaticità, amplificata da scelte registiche magari banali ma sempre efficaci, spezzate da scene che mandano al vento la tensione creata fino a quel momento. Nella fattispecie, parliamo qui della scena in cui Kyosuke respinge Kuroneko e della successiva scena in cui propone alla sorella di andare a comprare eroge la notte di Natale. Una scena d'amor perduto talmente intensa ed emotiva da risultare patetica e quasi parodistica, dove ogni elemento è calibrato alla perfezione (il quaderno strappato, i sospiri, l'ansimare, le lacrime, le urla, le inquadrature degli occhi, la maledizione, la luce del lampione), viene seguita da una scena diametralmente opposta, in cui il protagonista, che fino a pochi secondi prima aveva le lacrime agli occhi (forse perché si rendeva conto della pazzia che stava facendo?) sorseggia tranquillo il suo tè e inizia tutto contento una conversazione con la sorella tra le più stupide che si potessero immaginare. Questo è il momento topico, l'apice della distruzione dell'anime, quell'interruzione fatale dalla quale l'intera vicenda assumerà sempre più i contorni di un immenso troll atto a prendersi gioco degli spettatori. Ma vediamo di analizzare il tutto con calma.
Il finale di "Oreimo", come già accennato, lascia in chi lo guarda una sensazione profonda di vuoto, di amarezza, di delusione, di tristezza, di rabbia e di sconforto. Si ha l'impressione che l'intera serie sia sprofondata nell'abisso, che si sia perso tempo per nulla. E tutto questo perché, al contrario di quello che succede normalmente in una storia, questa volta, dopo tanti intrecci e avvenimenti, non cambia assolutamente niente e non vince nessuno. Bugie, lacrime, rimpianti, tutto gettato al vento. Non vince l'amore "puro", che in realtà non è mai esistito tra nessuno dei personaggi; non vince nessun personaggio, nemmeno Kirino, che in effetti è l'unica a non aver perso nulla, ma che, a conti fatti, non ha nemmeno guadagnato granché; non vince nemmeno l'incesto, che alla fine sarà obbligato letteralmente a fare i conti con le leggi morali (e biologiche) su cui si basa la società, tanto che non solo il finale proclamerà l'unione carnale tra fratelli salvo poi smentirsi poco dopo, ma gli stessi editori si sono rifiutati di far terminare l'opera con un finale incestuoso, cosa che in realtà l'autore aveva previsto inizialmente come naturale conclusione per i suoi avvenimenti. Ma chi è il vero colpevole? L'autore, che ha ingannato con le sue premesse rassicuranti che in realtà celavano un terribile shock, o lo spettatore, che si era illuso di far prendere alla trama la piega che voleva lui e che si era fatto delle aspettative totalmente sballate?
Personalmente direi entrambi, e cercherò di spiegare questa interpretazione della vicenda.

"Oreimo" non è certo la prima storia con un finale assurdo, grottesco e moralmente inaccettabile. Ricordo ancora tutto il disgusto che provai quando a scuola fui costretto a studiare un'opera teatrale come "L'Edipo Re" di Sofocle e a leggerne la conclusione: il protagonista scopre che quella donna con cui aveva fatto l'amore era in realtà la sua cara mamma, mentre l'uomo che aveva ucciso era il suo caro papà, e per la disperazione si cava gli occhi con degli spilli. Una storia che farebbe rizzare il pelo a uno yorkshire nano, ma che tutt'oggi è considerato uno dei massimi capolavori teatrali dell'Antica Grecia, nonché un perfetto esempio dei meccanismi della tragedia, tanto da aver ispirato Sigmund Freud che lo ha usato per ricavarne un'interpretazione psicanalitica da cui ha preso il nome il suo famoso "complesso di Edipo".
Prendiamo poi in considerazione la delicatezza della tematica. Spesso a suscitare scandalo risulta essere il tema in sé, quando poi, a ben guardare, non esiste un tema che non possa passare sotto la lente di ingrandimento dell'arte. Anzi, gli autori che lo fanno sono spesso considerati i più coraggiosi e le loro opere vengono spesso guardate con ammirazione. Facciamo un altro esempio e pensiamo alla celebre "Lolita" di Nabokov: a dispetto della stigmatizzazione che ha dovuto subire il suo autore, un tema assolutamente spinoso e scabroso come quello della pedofilia viene trattato con una tale gentilezza dei toni e una profondità letteraria di livello superiore, da far considerare quel romanzo, agli occhi sia della critica che del pubblico, come uno dei più grandi capolavori letterari del Novecento.
Ma opere scabrose come "Lolita" e "L'Edipo Re" non possono certo paragonarsi ad "Oreimo". Perché il finale di "Oreimo" non solo appare come "tragico" e assurdo, ma anche assolutamente inconcludente, dal momento che tutta la storia si risolve nel nulla più assoluto. L'intera serie, alla luce del sedicesimo episodio, sembra trasformarsi nella fiera del cattivo gusto, nella celebrazione della superficialità e della pochezza di contenuti. E una tematica scabrosa come l'incesto, che andrebbe trattata davvero con le pinze, sembra essere buttata lì nel modo meno delicato e più stupido possibile. Ma quante volte nella vita reale assistiamo a situazioni così assurde che non sappiamo come giustificare e che ci turbano profondamente? Un'infinità. E analizzando i personaggi con il senno di poi, non vi erano già forse tutte le premesse per far sì che questa follia si portasse a compimento?

I personaggi principali di questa vicenda sono talmente grotteschi, deboli, stupidi, ottusi, ciechi, inconsapevoli e inconcludenti da risultare, proprio per questo, incredibilmente umani. Meglio: rappresentano gli aspetti più negativi della personalità umana portati all'eccesso in un modo che potremmo definire parodistico, come se il loro carattere e la loro intera esistenza fossero stati segnati fin dall'inizio in modo indelebile e immutabile. Degli archetipi insomma, delle macchiette. Kirino è sempre vissuta nel culto del fratello maggiore, un fratello che adorava sopra ogni cosa, che stimava più di ogni altra persona al mondo e che probabilmente aveva sostituito, nel suo subconscio, l'immagine del padre: potremmo parlare di "complesso di Kyosuke"? L'esagerazione di questa ammirazione porta alla conseguente esasperazione del trauma che la bambina subisce, nel momento in cui il fratello si allontana da lei, finendo per diventare un vero e proprio "traditore". E chi è il responsabile di tutto ciò? Manami. L'odiosa Manami, l'infima e insidiosa amichetta d'infanzia che con quella sua vocina da Micky Mouse si è messa in mezzo e ha rovinato quello che per Kirino era un rapporto idilliaco destinato a durare per sempre, nei secoli dei secoli. Questione di prospettive: Manami sembra pensarla in modo opposto, vedendo in Kirino l'ostacolo da abbattere per appropriarsi della mente (e del corpo) del suo amato amichetto d'infanzia, la strega, l'arpia che si è sempre servita del suo influsso e dei suoi ricatti emotivi per soggiogare il fratello. Non stupisce che la resa dei conti tra le due termini in una bella scazzottata, con una Kirino che finalmente ha le basi per vendicarsi e prendere in giro la sua rivale, una Manami che si volterà schifata e non tornerà mai più indietro.
Se comunque i due fratelli protagonisti appaiono tanto indifendibili, non meno arduo risulta parteggiare per un personaggio come Manami, che per l'intera serie sembra metterci tutto il trasporto possibile nel grattugiare gli zebedei dello spettatore, con la sua vocina tanto flebile quanto irritante, la sua finta timidezza da faccia di bronzo e il suo carisma pari a quello di un topo da laboratorio con qualche elettrodo nel cervello. Detto questo, il ruolo di Manami non si limita alle semplici apparenze. Non so se qualcuno di voi ha mai letto il cosiddetto "Manami Evil Plan: The Full Story", fatto sta che, secondo l'interpretazione di questo spettatore che si è preso la briga di analizzare il comportamento della meganekko, l'intero modo di comportarsi risponderebbe a un piano "predeterminato": Manami si accorge fin da bambina che c'è qualcosa di "sbagliato" nella vicinanza dei due fratelli, ed essendo lei stessa attratta da Kyosuke, cerca così di allontanarli l'uno dall'altra, portando avanti questo piano diabolico da "seminatrice di zizzania" anche quando ormai i personaggi saranno arrivati al liceo. Un esempio lampante di ciò, ancor più di quando gli chiede di parlargli dei suoi fatti personali (quindi di Kuroneko), è il fatto che sarà proprio Manami a insegnare a Kanako come preparare il bento, in modo tale che la ragazzina possa portarlo tutti i giorni al senpai. Manami sa bene di avere poche speranze, ma farebbe qualsiasi cosa per evitare che il suo Kyosuke si avvicini troppo e pericolosamente alla sorella: così facendo, cerca di farlo avvicinare a qualsiasi ragazza, fosse anche con Kanako, pur di far sì che non sia Kirino a vincere la partita. E invece, come avremo modo di vedere nell'episodio 16, tutto questo si rivelerà controproducente, perché sarà proprio Kirino a vincere. E qui Manami non potrà far altro che sfogare tutta la sua rabbia per aver perso, un po' come aveva fatto anche Kuroneko strappando il suo quaderno e urlando in modo disperato: un bel pugno ben assestato, dritto dritto nello stomaco della sua rivale.
E Kyosuke? Ben lungi dall'essere quell'uomo tutto d'un pezzo pronto a difendere a spada tratta le sue convinzioni, come qualcuno lo dipingerà per le sue azioni nel finale, il nostro protagonista è forse uno dei personaggi più deboli e senza spina dorsale nell'intera storia degli anime. Kyosuke rappresenta l'archetipo più completo dell'uomo senza personalità, quello che si fa completamente sottomettere dal volere degli altri, in primis da sua sorella (ovvero la persona più vicina a lui), in secundis dalla sua amica d'infanzia (ovvero la seconda persona più vicina a lui dopo la sorella), poi dai suoi genitori, e infine dai suoi amici e da tutte le persone che incontrerà nell'arco della sua vita, fino a subire il fascino della tenebrosa Kuroneko, evidente consolazione mentre la sua amata sorellina vive la sua vita nei lontani USA.

Dopo aver analizzato con il senno di poi quella che è l'infanzia dei protagonisti, è d'uopo analizzare uno degli aspetti principali di tutto l'anime: il rapporto dei protagonisti con gli eroge. Ritorniamo così a Kirino, la cui psicologia è fondamentale per dare un senso all'intera storia, almeno alla luce della sua conclusione. Vedendosi negato tutto l'affetto e l'amore che provava nei confronti della sua principale figura di riferimento, in maniera che non ho trovato molto dissimile dalla storia di Gaara in "Naruto", Kirino non solo ha sviluppato un odio totalizzante verso la ragazzina con gli occhiali, ma ha anche dovuto trovare il modo per sfogare questo suo amore da qualche parte: ecco perché gli "eroge con le sorelline". Kirino adora i protagonisti degli eroge perché si rispecchia in loro, e adora quelle trame perché rappresentano metaforicamente la direzione che lei, o almeno la sua parte infantile, avrebbe voluto che prendesse la sua vita. Purtroppo, sostituendo gli eroge con la vita reale, cade in quell'abisso di distorsione della realtà che la porta così a confondere i due mondi e a sviluppare un'insana attrazione fisica per il fratello, che inizialmente era solo un disperato bisogno di essere presa in considerazione dal suo antico "eroe".
Lo scoprire la passione di Kirino rappresenta per Kyosuke quella svolta che finisce per inglobare anche lui nell'insano e distorto mondo della sorella; questo perché, dal momento in cui inizierà anche lui a giocare a quei giochi, troverà anche lui un surrogato per risolvere, almeno in superficie, quel conflitto psicologico che si era creato nella sua infanzia a causa del doppio rapporto con sua sorella e con Manami, un conflitto del tutto e per tutto speculare a quello di Kirino. E badate bene, questo avvenimento accade nella prima puntata della prima stagione. Quindi era già tutto predeterminato; si sapeva già che sarebbe dovuta finire così, con quell'orrendo quanto assurdo sedicesimo episodio della seconda stagione. Kyosuke, a partire dal momento in cui Kirino lo marchia a fuoco come "traditore", sarà per sempre ossessionato dal senso di colpa verso la sorella. Almeno fintanto che i due sono ancora bambini e quindi suscettibili di subire traumi e di avere una personalità plasmata dagli eventi e dalle emozioni; ma, come ben sappiamo, sono proprio i traumi infantili che determinano la base su cui si costruisce la nostra personalità adulta. Un senso di colpa che, amplificandosi a dismisura, e stuzzicato anche dal suo continuare imperterrito a frequentarsi con la "rivale" Manami, finirà per sfociare anche per lui in un'irresistibile attrazione carnale verso quella donna che prima era "la sua protetta" e che adesso lo rifiuta. Kirino lo tiene così prigioniero in una vera e propria gabbia emotiva, e lui paradossalmente sviluppa un attaccamento morboso alla sorella proprio in virtù di questo suo imprigionamento, in maniera non dissimile da chi cade vittima della Sindrome di Stoccolma, innamorandosi della persona che l'ha sequestrato. Ma questo oscuro sentimento rimane lì, timidamente nascosto nei meandri della sua coscienza, fino a quando non sarà la stessa Kirino a tirarlo fuori per mezzo della sua ossessione per gli eroge. Eroge che, tra l'altro, avranno un impatto ancora maggiore su un individuo come Kyosuke, dalla personalità debole e totalmente influenzata dagli eventi esterni a causa del suo "trauma" infantile, l'allontanamento da sua sorella. Era inevitabile fin dall'inizio che questo sentimento, sempre tenuto ingabbiato dalla morale e lontano dalla coscienza, finisse per sfociare in uno sfogo, il più violento e folle che si potesse immaginare: l'elogio dell'incesto e la dichiarazione di matrimonio alla sorella. Non un amore vero, in realtà, ma bensì l'esasperazione di un inesauribile bisogno di affetto, come conseguenza di un doppio trauma infantile mai superato da nessuno dei due protagonisti.
Questo è il punto chiave per capire la direzione presa da quell'assurdo percorso che ha condotto all'abominio dei tre episodi conclusivi: non sono quei tre episodi a rappresentare la follia, l'intera serie era sempre stata una follia, fin dal suo primo episodio. Un troll, se volete definirlo così. Certo, anche "L'Edipo Re" e "Lolita" sono storie che mettono in mostra l'assurdità e la follia umana fin dall'inizio; ma il problema è che, mentre opere letterarie come quelle sono marchiate subito come tragiche e trattano le loro tematiche in modo poetico e con tutta l'intensità possibile, "Oreimo" era stato presentato agli spettatori come una banale commedia romantica, che non avrebbe dovuto far altro che intrattenere per qualche ora e presentare solo velati riferimenti a tematiche scomode, in nome della risata e del divertimento fine a sé stesso. Così non è stato: "Oreimo" era ben lungi dall'essere una commedia, era una trappola, un anime che diverte tra alti e bassi per tutta la sua durata, fino a far esplodere definitivamente nella tragedia quei piccoli semi di follia che erano stati disseminati lungo la strada e che lo spettatore aveva scambiato per semplici trovate atte a mantenere in piedi una trama improbabile e simpatica.

Anche un personaggio come Ayase è stato considerato come una sorta di "vittima" che è finita schiacciata dagli eventi e dalla follia dei protagonisti. Ma se consideriamo per bene tutto quello che è successo, appare evidente tutta la fragilità della sua personalità, in cerca di una figura di riferimento che non ha mai avuto in vita sua (al contrario di Kirino): proprio questa fame di avere un punto di riferimento a cui affidarsi totalmente l'ha portata ad attaccarsi a Kirino in modo morboso, ai limiti dell'instabilità mentale, e a desiderare persino di sposarsi con suo fratello per poterle rimanere accanto e apparire come una "vincitrice ai suoi occhi". Ayase cade vittima di questa follia perché anche lei, in realtà, vi è dentro fino al collo e non è meno folle dei personaggi che la accompagnano. Il suo amore per il Kyosuke è insano e non è mai stato puro, come non lo è mai stato quello di Kirino, di Kuroneko o di Manami.

E veniamo infine a un personaggio chiave di tutta la serie, uno di quelli meglio costruiti e che meritano di essere analizzati in modo a sé stante: Kuroneko, alias Ruri Gokou. Il perché sia uno dei personaggi in assoluto più amati da una folla di gente e quasi da tutti quelli che hanno visto la serie è presto detto: il fascino della contraddizione. Se nella prima serie era una otaku fredda e distaccata, tanto rilassata quanto concentrata sui suoi deliri sul mondo dell'oscurità e menate varie, nella seconda esce fuori il suo lato più umano. Ora, sfido chiunque a non trovare affascinante una ragazza che mostra le seguenti caratteristiche: "finta sfigata", ovvero molto carina ma lontana dallo stereotipo della "figa" e con quella dolcezza che però si mostra poco a poco; saggia e matura, almeno all'apparenza, ma capace di farsi bambina quando le circostanze lo richiedono; distaccata dal mondo e dagli altri ma al contempo capace di provare sentimenti intensi come pochi altri; tutto questo, mantenendo al contempo quella "finta innocenza sexy" che hanno tutte quelle ragazze che, sbattendo gli occhioni languidamente, si mostrano fragili in attesa dell'uomo che venga a salvarle, salvo poi far trasparire una dirompente sensualità che promettono di mostrare solo a chi sarà in grado di scalfire il guscio di pietra dietro al quale si nascondono. Molti potrebbero definirle "gatte morte" (termine che calza a pennello per Kuroneko, il cui significato del nome è appunto "gatta nera") e c'è un motivo se questo esemplare femminile è quello che più di ogni altro sa come far girare la testa agli uomini e come farsi odiare dalle altre donne. Ma se nella realtà, almeno la maggior parte delle volte, la gatta morta rappresenta la "donna da evitare" per eccellenza, falsa e meschina, qui con la fantasia si è cercato di creare una "gatta morta al contrario": fuori mescola sensualità e freddezza, dentro prova sentimenti sinceri. Esemplare femminile decisamente difficile da trovare nella vita reale (se conoscete davvero una ragazza così, fatemelo sapere per favore). Kuroneko, insomma, è quella (improbabile) ragazza che riesce a unire in sé stessa il fascino proibito e sensuale delle gatte morte con l'innocenza e la purezza d'animo della ragazza della porta accanto. Decisamente arduo non innamorarsi perdutamente di una ragazza del genere, e infatti è proprio lei il personaggio preferito della stragrande maggioranza di persone, maschi e femmine, che hanno visto "Oreimo".
Eppure, questa "trappola femminile" così straordinariamente congegnata, riesce a commettere un errore: tende lei stessa una trappola ai sentimenti di Kyosuke, seducendolo fino a farlo innamorare per poi mollarlo, sotto l'apparente eroica/altruista speranza che questi possa così riallacciare il rapporto con sua sorella; peccato che però lei sia realmente innamorata del protagonista, e che speri (o meglio, sia convinta) di poterci tornare insieme non appena le cose con la sorella si siano sistemate. L'anime vorrebbe mostrarci la cosa come frutto del suo altruismo, dal momento che Kuroneko sacrifica sé stessa pur di permettere a Kyosuke e Kirino di riavvicinarsi. E ci sarebbe anche da dire che, secondo l'interpretazione di alcuni spettatori, uno degli intenti finali di Kuroneko era proprio quello di far notare ai due fratelli quanto fosse pericoloso quel loro avvicinarsi così tanto; in base a questa visione, il piano di Kuroneko non sarebbe altro che un modo per far aprire gli occhi ai protagonisti, mettendo Kyosuke di fronte a una scelta: o me o tua sorella. Eppure, con occhio più attento, non si può non notare un egoismo di fondo che ha mosso le fila dell'intera faccenda.
Secondo un'interpretazione più pragmatica, agli occhi di Kuroneko la piega che ha preso la sua situazione è la seguente: se mollo Kyosuke, lo perderò per sempre, ma conservo la mia amicizia con la mia migliore amica; se non lo mollo, posso coronare il mio sogno d'amore, ma perderò per sempre la mia migliore amica. Che fare dunque, pensa la furbacchiona? Un piano semplice quanto diabolico: mollo il senpai ferendolo profondamente, faccio in modo che sia la sua stessa sorella a tentare di farci rimettere insieme e così faccio anche la parte di quella che ha salvato la baracca, salvando così sia il mio rapporto con la mia amica sia quello con il senpai che, una volta risolte le cose con la sorella, tornerà da me. Ma i sentimenti non possono piegarsi a simili calcoli e difatti la gattina non regge l'impatto emotivo di Kyosuke che vuole rifiutarla, anche se solo temporaneamente, finendo per zittirlo prima che lui finisca la frase, adducendo la scusa che era tutto uno scherzo (si, come no) e svenendo in pubblico all'apice del suo crollo emotivo.
Ma bisogna anche dare a Cesare quel che è di Cesare, specificando come il piano non fosse solo a vantaggio di Kuroneko. La goth loli teneva davvero al suo senpai ed era anche il suo obiettivo quello di rinsaldare il rapporto tra i due fratelli, in modo che tutti vivessero felici e contenti in una bella famigliola felice; peccato che avesse considerato la situazione solo dal suo punto di vista e non anche da quello del suo senpai. I sentimenti di Kyosuke sono stati completamente ignorati da Kuroneko, e tutta l'assurdità del "Destiny Record" con le "cose da fare" ne è la prova tangibile. Kuroneko ha trattato Kyosuke come un oggetto, non come una persona. Intendiamoci, se Kuroneko fosse stata realmente disposta a perdere Kyosuke, la storia dell'altruismo e della gatta dal cuore puro ci poteva anche stare. Ma così non è, perché Kuroneko non ha mai pensato di doversi seriamente mollare con Kyosuke, e per non perdere di vista il suo obiettivo continua a inquietarlo con questa storia della "maledizione scagliata su di lui" e del fatto che "non vede l'ora che arrivi il giorno in cui lui sistemi le cose con la sorella (...ma sistemare cosa, di grazia?) e rimettersi con lui". Ora, questo non è un comportamento tanto infantile quanto egoista? "La sua anima è mia", dice lei; ma dove sta scritta una cosa del genere? Te l'ha predetto Nostradamus? Un ragazzo non è una "tua proprietà" e tantomeno puoi permetterti il lusso di credere di sapere cosa sia meglio per lui. E infatti la trama con lei è stata crudele, ma perché lei stessa ha architettato un piano che ha finito con il mettere sotto scacco la sua creatrice, negandole per sempre la felicità (almeno fino a quando nella vita non incontrerà qualcun altro per cui praticare meno onanismo mentale, ma questo non ci è dato saperlo). Kuroneko si è riempita la bocca di belle parole, ha dichiarato di essere la migliore amica di Kirino perché sarebbe disposta a sacrificare sé stessa per la sua felicità, accusando Ayase di non saper fare altrettanto. Ma, onestamente, nel profondo, Kuroneko è sempre stata convinta che avrebbe vinto di nuovo la partita, così come l'aveva vinta in passato. Tanto convinta che la sera dell'ultimo incontro con Kyosuke, sotto l'opprimente luce di quel maledetto lampione, lei gli sorride come se si aspettasse che lui le dichiarasse il suo amore eterno. Peccato che Kyosuke abbia qualcos'altro in mente: darle il due di picche. Ops!
L'urlo straziante di Ruri per essere stata respinta dal suo primo amore, il suo pianto disperato e la sua maledizione alla felicità di tutti gli altri esseri umani non sono altro che la dimostrazione del lacerante dolore che prova quella persona che è sicura al 100% di aver vinto, di meritarsi quella vittoria, e che poi scopre invece non solo di aver perso, ma anche di essersi messa sotto scacco da sola. Ed ecco il pubblico difendere a spada tratta la povera cocchina e riempire di insulti il traditore Kyosuke, che sicuramente si sarà comportato in maniera discutibile (per non dire da... idiota), ma perlomeno non può essere ritenuto l'unico responsabile per aver mollato una donna che amava e da cui è stato ferito. In due parole: epic fail.

E in mezzo a tutta questa follia, la figura di Saori è l'emblema di quel saggio che si tiene alla larga dalle passioni umane, sapendo come queste possano condurre alla distruzione: lei, infatti, è l'unica ragazza che non si innamora del protagonista e che quindi riesce a salvarsi senza nemmeno combattere, allontanandosi da quell'abisso prima che sia troppo tardi. Ma la saggezza ha un prezzo: l'essere considerata un personaggio di contorno della trama. Perché astenersi dalle passioni può anche apparire come la via giusta per allontanare la sofferenza, se non fosse che è anche la sofferenza che ci rende protagonisti della nostra vita. La sua punizione sarà così quella di essere relegata per sempre ai margini della storia, come semplice osservatrice dei fatti narrati: è questo il destino che spetta alle persone che non rischiano e che non si buttano mai nella melma dei sentimenti. Kuroneko ha sofferto come soffre solo chi vede il suo primo amore tradito per sempre, versando più lacrime di una mocciosa a cui hanno rubato lo zucchero filato. Ma almeno Kuroneko adesso non è più un'otaku isolata dal mondo, porterà per sempre con sé un'esperienza importante nel suo bagaglio e potrà dire di aver vissuto davvero. Saori potrà dire altrettanto?

Arrivati a questo punto, non resta che concludere questa recensione con una domanda. Il finale di "Oreimo" potrà anche sembrare come assolutamente "brutto", per non dire abominevole, assurdo, vomitevole e (apparentemente) senza senso: ma siamo davvero sicuri che non fosse l'unico finale possibile a cui ha condotto quella follia che era già presente e tangibile fin dal primo episodio della prima serie?
Personalmente non riesco ancora a capire se l'autore sia un genio incompreso (soprattutto dalla cultura occidentale), un semplice troll anticonformista che abbia voluto giocare con la trasgressione, oppure se si sia semplicemente piegato alle regole del mercato giapponese, del tutto ignaro dell'assurdità che intanto prendeva forma nella sua mente. Forse è tutte e tre le cose messe insieme. Analizzando l'anime da un punto di vista solo superficiale, come se si fosse vista una semplice storiella sentimentale, è molto facile che si possa terminare la visione con una sensazione di amaro in bocca o addirittura di disgusto (a meno che non si sia parteggiato fin dall'inizio per Kirino, ma anche in questo caso l'amaro in bocca rimarrebbe comunque); solo attraverso un'attenta critica della psicologia dei personaggi è possibile ritrovare un senso all'intera vicenda, per quanto questo sia fondato sull'irrazionalità, quell'irrazionalità che però è anche la stessa dei sentimenti umani. Molti diranno che si tratta semplicemente del classico espediente degli autori di storie harem: far terminare la storia con un bel nulla di fatto, in modo da non scontentare nessuna "fazione" di nessuna ragazza. Ma qui la situazione è diversa: non si tratta di valutare il finale in sé, che visto da una logica strettamente "tecnica" e funzionale a una chiusura "impari" della stagione, ci potrebbe anche stare; qui si tratta di capire se il modo in cui si è arrivati a quel benedetto finale rende l'intera serie una semplice sceneggiata di cattivo gusto e scritta con i piedi, oppure se non vi sia un senso che era sottinteso fin dalle prime puntate e che fin dall'inizio aveva guidato la storia in questa direzione. Questa recensione propende per la seconda ipotesi, ma una cosa è sicura: il finale può rimettere in discussione l'intera visione della serie.

Diciamo quindi che, con premesse come quelle messe in campo da quest'anime, non era oggettivamente possibile aspettarsi un finale "normale", magari quello più sperato dalla maggior parte dei fan, con Kyosuke felicemente accasato con Kuroneko (o al massimo Ayase) e Kirino che dà la sua benedizione alla loro unione. Ebbene, non sarebbe stato un finale corretto per questo tipo di anime. Anzi, la verità è che nessuna storia d'amore con nessuna protagonista sarebbe stata corretta. Non c'è mai stato alcun vero amore tra i personaggi, ma solo la storia della naturale evoluzione di una follia portata avanti dalle menti alienate di adolescenti in una società anch'essa alienata dal mondo. Kuroneko aveva una visione distorta non solo di Kyosuke, ma proprio dei rapporti tra le persone in generale, e tutti gli orpelli che hanno caratterizzato il suo arco narrativo, dall'inquietante Destiny Record fino alla sua maledizione finale, sono la rappresentazione di questa sua alienazione dalla realtà; Ayase non è da meno, ed è difficile trovare un amore più inquietante di quello di una ragazza yandere (quindi con tendenze psicotiche), ossessivo e morboso che nasce da un attaccamento non tanto alla persona a cui dichiara il suo amore ma piuttosto a sua sorella. Non meno deviato l'amore che sarebbe potuto nascere con altri personaggi, come Manami o Kanako. Ma tra tutte, Kyosuke ha scelto proprio la ragazza peggiore e l'amore più inquietante di ogni altro: Kirino. Ecco perché non riesco ad arrabbiarmi fino in fondo con la conclusione dell'anime: perché, vista con il senno di poi, non sembra altro che la naturale conclusione di questo processo di alienazione e follia collettiva che alla fine si è portato a compimento, senza possibilità di essere riscattato in qualche modo.

Ciò che rende davvero il finale con Kirino il peggiore possibile, visto da tutti come il finale "sbagliato", badate bene, non è semplicemente il fatto che i due amanti siano fratello e sorella. Anzi: questo fatto, di per sé, poteva rendere il finale, se ben trattato, come baluardo di una concezione dell'amore romantico capace di andare contro qualsiasi ostacolo sociale o avversità morale. Certo non si può dubitare che una cosa del genere possa far rabbrividire quando si guarda al sentimento amoroso da una prospettiva razionale e distaccata, soprattutto secondo i valori della cultura occidentale; perché, se davvero vogliamo parlare di incesto, a questo punto verrebbe da pensare "ma se invece della sorella si fosse innamorato di sua madre? E se avesse voluto sposare sua figlia? Quale spettatore al mondo avrebbe mai potuto accettare una storia d'amore del genere?". Difficile valutare dei sentimenti che pretendono di essere puri quando in realtà, da qualsiasi punto li si guardi, appaiono aberranti. Ma come detto prima, non è tanto la consanguineità il problema di fondo di un finale come questo, che pretende di essere romantico e finisce con il risultare assurdo, per non dire disturbante: è il "come" si è arrivati a questo. Lo spettatore, anche se magari non ci ha ragionato consapevolmente, avverte bene come il sentimento di amore romantico che lega i due fratelli sia del tutto sballato rispetto alla realtà dei fatti e scaturisca da traumi infantili mai superati e sviluppati in una direzione malsana e distaccata dalla realtà. E questo, proprio a causa del surrogato che si è voluto utilizzare per colmare quel vuoto da essi creato, ovvero gli eroge, punto focale dell'intera trama fin dal primo episodio della prima stagione. Quei pochi fan a cui è piaciuto il finale sostengono la causa di Kyosuke, dicendo che ha avuto il coraggio di tagliare ogni legame con le ragazze che lo amavano per far trionfare i suoi veri sentimenti e l'amore verso l'unica donna che era veramente giusta per lui. Ehm... Come, prego? Ma quali sentimenti? Quale amore?
L'amore tra i due protagonisti non deve scandalizzarci perché sono fratello e sorella, ma semplicemente perché in realtà non è vero amore: è un sentimento deviato che nasce da contrasti psicologici che i protagonisti non hanno mai risolto, preferendo ricorrere al sogno amoroso dei videogiochi per rattoppare quella voragine emotiva che si era creata dentro di loro. Non riuscendo in nessun modo ad andare oltre quei traumi emotivi subiti durante l'infanzia, ai due protagonisti non resta altro che arrivare fino in fondo alla loro follia, fino al distaccamento finale, che in un'interpretazione freudiana potremmo considerare come il desiderio inconscio di rivivere il proprio trauma pur di affrontarlo e superarlo una volta per tutte. Piccoli dettagli, come la risatina stupida di Kirino prima di baciare il fratello o il fatto stesso che prendesse in giro Manami ora che finalmente aveva vinto nella lotta per la conquista di Kyosuke, sono esempi lampanti di come questo tanto decantato amore fosse per Kirino nient'altro che una rivincita del proprio ego.
Ora, un anime che celebra questo tipo di amore e l'allontanamento dalla realtà, favoriti da surrogati della vita reale quali gli eroge (ma la Vigilia di Natale passata a giocare agli eroge, ne vogliamo parlare?) piuttosto che l'affrontare i propri conflitti nel modo che sarebbe più appropriato, non può essere definito in altro modo se non "diseducativo". Ma "Oreimo", infatti, non vuole celebrare proprio nulla: vuole solo mostrare a quali conclusioni assurde possano portare i sentimenti, che non possono essere dominati dalla ragione perché provengono sempre dal profondo di noi stessi. E in fondo, se davvero non è possibile risolvere quel conflitto infantile in altro modo, tanto vale illudersi di amare in modo puro la propria sorella: perlomeno si vivrà felici e non si mentirà a sé stessi, o almeno alla parte "consapevole" di noi stessi. Ecco perché in fondo non si può biasimare troppo la scelta finale di Kyosuke: la verità è che qualsiasi rapporto con qualsiasi ragazza della storia sarebbe stato "sbagliato", ma tra la varie possibilità lui ha scelto proprio la ragazza più sbagliata di tutte, perché le premesse narrative dell'intero anime, fin dal primo episodio della prima stagione, erano anch'esse "sbagliate".

Riassumendo, personaggi "deviati" non possono far altro che condurre a un finale anch'esso "deviato". E chiunque si approcci ad "Oreimo" deve tenere ben presente in mente che non sta guardando una stupida storiella di amore romantico sotto forma di commedia, ma l'assurdo labirinto delle passioni umane analizzato dalle menti più emblematiche di questa assurdità. Se dal punto di vista artistico questo sia un bene o un male, lo può stabilire solo il personale gusto dello spettatore.
Semmai, se c'è qualcosa che si potrebbe rimproverare ad "Oreimo", è proprio quella di aver fatto passare per una semplice commedia/harem sentimentale quella che in realtà era la rappresentazione degli effetti a cui può portare l'alienazione di una persona, che non riesce più a superare i suoi traumi infantili e finisce per sottomettere al suo inconscio le sue azioni, anche autodistruttive, pur di superare il trauma stesso; nella fattispecie, innamorarsi della persona palesemente sbagliata, fino a una proposta di matrimonio, pur di superare una volta per tutte quel blocco che si era creato nel profondo di sé stessi. Il fatto di comportarsi come coppia fino al diploma può avere varie chiavi di lettura, e ogni spettatore ha inteso quella scena a modo suo; alcuni pensano che in realtà la relazione sarebbe continuata in segreto, altri che la nuova iscritta di cui parla Kirino sia implicitamente il futuro amore del fratello. Tutto questo non ha importanza; superato il periodo di "fidanzamento a tempo", i due fratelli hanno superato i loro traumi. Lo hanno fatto nel modo che potremmo definire il più irrazionale possibile; ma era proprio su questa irrazionalità che la trama aveva tessuto la sua tela fin dall'inizio.

Da qui si capisce come non basti il finale a bocciare l'intero anime, sia perché l'opera rimane buona nella sua parte narrativa più superficiale, sia perché le vere intenzioni dell'autore erano rintracciabili sin dalla prima puntata della prima stagione; semmai, è il modo in cui ci si è arrivati che ha suscitato questo scandalo. Sarebbe stato meglio scegliere una delle due vie, ovvero quella della commedia romantica senza pensieri oppure della storia seria di un'alienazione sociale e di una follia amorosa come superamento di un trauma infantile, piuttosto che unire le due prospettive in una storia che finisce per risultare monca, inquietante e sbagliata agli occhi dello spettatore. Così non è stato, per cui si merita come voto un semplice 6, e che ognuno la guardi come preferisce.
Morto un papa se ne fa un altro, e vissero tutti felici e contenti. Ma anche no.


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TheSkullD

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Partendo dal fatto che io all'inizio "Oreimo" lo avevo abbandonato alla conclusione della prima stagione perché non mi aveva soddisfatto appieno, quando ho iniziato a guardare questa seconda stagione ne sono rimasto molto stupito. Finalmente la storia iniziava a smuoversi in una maniera un po' intricata e ti faceva davvero interessare a quello che sarebbe stato il seguito. Insomma, era partita molto bene e nutrivo grandi speranze, però subito dopo mi sono dovuto ricredere.

I personaggi non sono per niente maturati dalla prima serie, sono uguali e non cambiano mai, cioè sono rimasti tutti molto piatti. Kyosuke è il principale motivo per cui ho molto odiato questa serie, è un personaggio totalmente privo di carattere o di qualsivoglia parvenza di ragione: tutto quello che fa gli è stato detto dalla sorella o da personaggi secondari, non riesco proprio a riconoscerlo come personaggio, è totalmente anonimo. Altro personaggio che mi ha deluso è stata Kuroneko, che fa delle scelte totalmente incomprensibili e prive di ogni logica. Perché? Era un bel personaggio ed è stato totalmente rovinato.
Il finale è qualcosa di assurdo, non in senso del tutto cattivo, è uno di quei finali che o lo si ama o lo si odia. La serie finisce proprio come doveva finire, non era possibile proprio finirla in maniera diversa a parer mio.

Alla fine sono rimasto un po' deluso da quest'opera; non posso negare che qualche bel momento me l'ha fatto passare, ma non cosi tanti da definirla buona.


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Venkel

Episodi visti: 16/13 --- Voto 3
Che dire? Le uniche parole che mi vengono in mente per questa seconda stagione sono "profonda delusione". Fino all'episodio 13 avrei dato un 5, perché viene completamente abbandonato il carattere che aveva contraddistinto "Oreimo" nella prima serie, cioè la cultura otaku e come viene vista in Giappone, per farlo diventare uno dei tanti harem in circolazione, tutto questo unito a scelte incomprensibili e senza senso dei personaggi (vedasi Kuroneko), che portano a un finale inconcludente ma tutto sommato accettabile (il classico finale aperto alla giapponese). Poi ho visto i tre OAV (episodi 14-15-16) e questa serie, da quasi sufficiente, si sposta di diritto nella categoria degli anime "evitatelo come la peste" (o almeno evitate gli OAV). Se nei primi tredici episodi i personaggi compiono scelte senza alcun filo logico, in questi tre episodi finali vi è l'apoteosi delle scelte incomprensibili: per quale motivo Kyousuke arriva a tale decisione? Per quale motivo nel giro di un episodio (uno!), dall'essere innamorato di un personaggio cambia completamente idea e decide di fiondarsi sull'altro senza un motivo apparente? Domande che rimarranno irrisolte. Tutta questa serie di scelte incomprensibili porta a un finale che lascia l'amaro in bocca (e non il liquore, purtroppo).
Sotto il profilo tecnico nulla è cambiato dalla scorsa stagione e rimane quindi sulla sufficienza (e ciò ha evitato un voto ancora peggiore di quello che ho dato).


 2
Eversor

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Seconda serie del già noto "Oreimo".
Continuano le vicende di Kyousuke e Kirino, fratello e sorella che, grazie alla passione per anime, manga e videogiochi, riescono ad avvicinarsi sempre di più. Di fatto la storia riprende dal ritorno di Kirino dall'America (esatto, il finale alternativo della prima serie è quello effettivamente reale), le vicende si susseguono in maniera divertente e simpatica, come si addice a una commedia di tal genere.
Eppure qualcosa cambia rispetto la "Oreimo 1": Kyousuke entra sempre più in confidenza con Ruri, altresì conosciuta come Kuroneko, e inaspettatamente decidono di fidanzarsi e incominciare una loro avventura.
Come reagirà Kirino a questo avvenimento? È proprio questo il fulcro di tutta la storia: il rapporto tra Kyousuke, Kirino e Kuroneko (mi sono accorto or ora delle tre K).
Il mondo dei manga viene effettivamente lasciato un po' da parte, al fine di lasciar spazio alla vicenda amorosa, da un lato Ruri e il suo carattere misterioso e composto, dall'altro Kirino, in tutta la sua vivacità ed esplosività.
Ovviamente queste non sono le uniche ragazze innamorate di Kyousuke, ma le altre appaiono ovviamente in svantaggio rispetto le prime due.

Mi fermo qui nel raccontare la trama per un semplicissimo motivo: vorrei evitare spoiler che, di fatto, diminuirebbero notevolmente la qualità dell'anime. Non solo i colpi di scena (racchiusi soprattutto nella parte finale) esaltano, a parer mio, questa seconda serie, ma anche lo studio approfondito della coscienza di Kyousuke, divorato da un dubbio che sembra irrisolvibile.
Non commento le scelte del protagonista. In quanto fan sfegatano di Kuroneko sarei di parte, senza contare che le relazioni fratello-sorella non mi esaltano più di tanto. Tuttavia, lasciando da parte queste quisquilie, vorrei precisare la crescita di "Oreimo 2" rispetto la prima serie.
Leggendo monti commenti ho potuto constatare come questa mia considerazione non sia univocamente approvata, ma, si sa, le opinioni personali son chiamate in questo modo in quanto differiscono appunto da persona a persona.
Il mondo dei maga viene effettivamente messo in secondo piano e, questo fatto, può suscitare un malcontento tra coloro apprezzavano questa caratteristica (in parte anche a me), ma ciò può esser visto anche come un punto di forza di questa seconda serie. Il rischio di una ripetizione e una ripetitività è stato superato grazie al leggero spostamento della prospettiva e, inoltre, il climax sentimentale raggiunge l'apice proprio nelle ultime scene di "Oreimo 2" (felici o tristi per la scelta compiuta da Kyousuke ).

Il comparto tecnico non cambia rispetto alla saga precedente, mantenendosi su una qualità di buon livello. Le musiche e i colori permettono una visione partecipe, dove i sentimenti e le emozioni vengono esaltate e mostrate in tutta la loro "tragicità".
Non considero quest'anime un capolavoro (fatta eccezione per Kuroneko), ma è riuscito ad entusiasmarmi sia nelle buone che nelle cattive scelte dei protagonisti. In fondo la vita è costituita da una serie infinita di decisioni e ognuno di noi è il protagonista nelle proprie scelte. Kyousuke le ha compiute con libertà e noi non spetta altro che osservarle, approvandole o meno, senza poter far nulla per cambiarle.

Voto finale: 8


 3
-Akito

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Oreimo 2 è un anime molto criticato ed io non ne capisco il motivo, la seconda serie rispetto alla prima serie all'inizio è molto più leggera da vedere mentre gli ultimi episodi sono un po' pesanti perché sono ricchi di colpi di scena. La grafica la trovo uguale a quella della prima serie e le canzoni sono sempre simpatiche, su questo aspetto almeno è identico alla prima stagione. La trama presente riprende da quella del ultimo episodio della prima stagione, quando Kirino ritorna dall'America, gli avvenimenti inizialmente sono leggeri poi iniziano a diventare seri, la storia ruota sempre intorno al rapporto fraterno fra Kirino e Kyouseke e dei loro amici Kuroneko, Saori e Ayase, in questa stagione questi personaggi avranno modo di essere maggiormente approfonditi.

Il finale è molto criticato però sinceramente a me è piaciuto molto (anche perché in questa seconda stagione è presente il fattore sentimentale che nella prima stagione era assente) quindi ho dato un bel 7 a questa seconda stagione perché mi è piaciuto il fattore sentimentale e come si sono comportati i personaggi, e anche per la storia inizialmente leggera e simpatica. Sconsiglio la visione di questa serie a chi non ama gli anime sentimentali, ai ragazzi fino ai 17 anni, perché prima di questa età si tiene molto a sottovalutare il fattore sentimentale, e a chi ama le cose "buoniste" (nel senso di "scontate"), perché questa serie non merita di essere molto sottovalutata in tal modo.


 4
Watashiwa7

Episodi visti: 16/13 --- Voto 9
Alla faccia, quanto è odiato OreImo 2.
E dire che ho iniziato a guardarlo ieri, finendolo poco fa dopo aver trascorso praticamente tutta la notte in bianco.
Perché m'ha preso un sacco, ma un sacco enorme. La storia si muove attraverso continui colpi di scena, tenendo lo spettatore col batticuore praticamente di continuo.
I vari voti ipernegativi che vengono affibbiati a questa serie sono frutto di una sorta di vendetta verso la scelta narrativa. Perché, valutando a mente fredda, quest'anime è realizzato parecchio bene.
Ottimi disegni, ottime musiche, ottimo doppiaggio, personaggi caratterizzati bene (di solito dico abbastanza bene, ma stavolta proprio non riesco, complimenti all'autore) e tematica interessante. Ma proprio perché è un anime che osa, finisce inevitabilmente per lasciar scosso il suo pubblico. Nel bene e nel male.
A me è piaciuto tantissimo; anche se non è ancora uscita la "diciassettesima" puntata, mi sbilancio già con un 9 e palla al centro. Son sicuro che se l'editore avesse lasciato più spazio all'autore della novel, l'anime sarebbe stato ancora più toccante. Ma va bene così, ho apprezzato ugualmente. Parecchio.
Ve lo consiglio, difficilmente v'annoierete. Alla peggio v'incacchierete anche voi per le famose scelte di cui parlavo poc'anzi, ma vabbò. Chi non risica non rosica.


 2
Ber

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Un anime che mi ha lasciato perplesso. Andrò per punti.

Disegni e colori
Oreimo, mi riferisco alla prima come alla seconda serie, si adegua allo standard contemporaneo: colori vivaci e piacevoli, disegni ben fatti. Non spicca per originalità ma il lato tecnico si presenta in maniera senz'altro rispettabile. Lo stile in cui sono disegnati i personaggi rispecchia il genere: lineamenti dolci, pochi dettagli, molta semplicità; il risultato è un impatto di discreta efficacia ma che non stanca l'occhio.

Trama e personaggi
Il genere è semplice, e non richiede particolari sforzi in direzione di una trama complicata o simili. I personaggi sono divertenti e piacevoli, a parte - va detto, come sempre - il solito protagonista eternamente gentile ed eternamente vittima di tutto ciò che lo circonda, che pare essere una necessità fisiologica. Ho trovato i comprimari migliori dei protagonisti, in particolare Saori, Ayase e Kuroneko (tutte comunque molto importanti nella storia) si fanno voler nettamente più bene di Kyosuke e Kirino.
Quanto alla trama, evitando spoiler, che non aiutano nessuno, dirò che almeno in due casi Oreimo 2 è riuscito a sorprendermi per via di un colpo di scena, e in entrambi i casi in maniera terribilmente negativa. Il finale infatti della seconda serie (mancando nella prima l'elemento sentimentale si può dire che la trama sia quasi totalmente irrilevante, e nonostante ciò è migliore rispetto a quella della seconda), è uno dei peggiori finali che abbia mai visto. Parlando con un amico, alla domanda se il finale fosse "perverso, stupido o triste", mi sono trovato a rispondere "tutti e tre", con prevalenza del secondo elemento. Mi ero goduto la serie fino a circa tre quarti del percorso, nonostante l'assenza di sviluppo psicologico e di trama, ma dopo il finale sono restato nervoso per una giornata intera.

Conclusioni
Non mi piace dare un'insufficienza a un anime che per buona parte del tempo mi ha fatto genuinamente ridere e divertire, e per qualche puntata anche appassionare. Tuttavia, dopo le ultime 3 puntate di questa seconda serie, non riesco onestamente ad arrivare al 6, a meno di non considerare le due serie nel complesso.

Un ultimo appunto: non sono indicati nel sito, ma in realtà gli episodi sia della prima che della seconda serie sono 16; da quanto ho capito, sono usciti rispettivamente quattro e tre OVA, per quanto riguarda Oreimo 1 probabilmente per creare un collegamento con una seconda serie che altrimenti non avrebbe avuto motivo di nascere.

falcus92

Episodi visti: 13/13 --- Voto 2
Mi accingo a scrivere una recensione non solo dopo aver visto i primi 13 episodi ma anche gli OAV, importanti per capire come si conclude la serie. Dunque, in realtà, le puntate complessivamente viste sono 16 ma il mio corpo avrebbe preferito non conoscere il finale di questa serie che si mostra veramente pessima sotto ogni punto di vista. Dopo una prima stagione che, sebbene non sia eccellente, ho trovato interessante per i vari punti trattati e per le varie tematiche affrontate ci troviamo con una seconda stagione che perde tutto quello spirito di denuncia verso l'emarginazione degli otaku giapponesi e l'accettazione delle passioni altrui. "Oreimo 2" è fanservice puro. Si non è proprio altro in quanto a livello tematico e a livello concettuale non ci mostrerà proprio nulla.

La storia ricomincia dagli OAV finali della prima serie. Ricordo che per quanto concerne la prima stagione assistiamo a due finali: uno che rientra nei 13 episodi e l'altro alternativo degli OAV. Ovviamente il secondo è solo un escamotage per continuare la serie e poter speculare e guadagnare da ciò che ai giapponesi affascina di più: la tematica incestuosa. Ricordo che il nostro protagonista, infatti, è un dichiarato siscon e la nostra protagnista, Kirino, invece è un'amante degli eroge sulle "sorelline". Ovviamente questa seconda stagione punterà maggiormente a sviluppare i rapporti tra Kyosuke e le altre ragazze dell'harem con maggiore focalizzazione su Kirino.

Inutile dire che i personaggi sono piatti, l'unica interessante rimane Kuroneko che durante le assenze di Kirino, ottime per le mie orecchie e la mia sanità mentale, assumerà il ruolo di personaggio centrale insieme al nostro protagonista. Per tanto un chara design piacevole a livello grafico sarà accompagnato da un reparto psicologico nullo e a tratti fastidioso. La nostra protagonista, soprattutto, è un personaggio irritante e sibillino in certi tratti. Penso che l'aver reso una tsundere la sorellina ha alimentato l'odio di molti spettatori che non perdono occasione nelle varie board (4chan soprattutto) di criticarla.
La serie comunque non mostra nulla, solo incontri dopo incontri, appuntamenti dopo appuntamenti perdendo tutto il fascino o, comunque, gli incipit che erano stati alimentati durante la prima stagione. Kyosuke da perfetto sfigato diventa un sex symbol che riuscirebbe a far una strage di cuori più di quanto sarebbe capace di fare Brad Pitt in un incontro con le sue fans. Insomma si passerà ad un classico Harem in cui il fulcro rimane, come per la prima serie, la sorellina Kirino.
Il fanservice dilaga ma questo non è accompagnato neanche da vicende, tutto quello che succede sembra un ammasso di storielle raccontate e messe lì tanto per dare un filo conduttore. Dopo 13 episodi la vera domanda che lo spettatore si pone è: "Cosa ho visto?". Una domanda che non avrà mai risposta perché si è visto il nulla cosmico.

Per quanto concerne l'apparato tecnico ci troviamo davanti ad uno degli studi di animazione più incostanti del periodo: A-1 Pictures. La sua incostanza ormai l'ha marchiato come uno dei candidati per il titolo di peggior studio di animazione ma con Oreimo ha fatto un lavoro discreto e a ragion veduta visto che la storia pecca di bellezza e almeno la parte tecnica deve essere buona. Solo negli OAV 14-15-16 si vedranno delle sbavature nel disegno e nelle animazioni principalmente facciali, ma roba di poco conto rispetto agli errori commessi in altre serie come "Shinsekai Yori". Le OST comunque sono poche e neanche affascinanti, solo la opening è molto buona. Regia, animazioni e disegni sempre nella media.

Insomma, "Oreimo 2" è veramente una delusione. Se avete un bel ricordo della prima stagione o almeno non così tanto disastroso non entrare nei meandri oscuri di questa nuova serie.


 5
irishman

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Serie davvero deludente, questo Oreimo 2, che pur incentrando il fulcro della storia sul difficile rapporto tra Kyosuke e la sorella Kirino, ha la pretesa di voler arricchire lo scenario innestando e approfondendo i rapporti tra il protagonista maschile e altre ragazze, finendo per ottenere un polpettone molto spesso scialbo, se non addirittura caratterizzato da poca coerenza.
Premetto che sono partito un po' prevenuto nei confronti di questo titolo, poichè questa discutibile morbosità che a volte i giapponesi dimostrano quando si parla di rapporti tra fratello e sorella, mi dà davvero fastidio (per non dire che mi dà la nausea) ma devo dire che fortunatamente, in questa serie non si scavalca il limite del buon gusto e tutto rimane ben confinato nei limiti accettabili di un rapporto fraterno. Chiusa la doverosa premessa, veniamo all'analisi di questo prodotto. Come affermavo poc'anzi, l'errore degli autori, a mio parere, è stato voler ampliare la vicenda approfondendo troppo le relazioni tra Kyosuke e le altre ragazze, finendo così per ottenere un canovaccio assolutamente poco credibile, e arrivando, in certi momenti, a farci dimenticare qual è il nocciolo della questione di questo Oreimo 2, ovvero il rapporto tra il protagonista e la sorella. Rapporto, che viceversa, viene sviscerato in modo abbastanza approfondito e riuscito, e che quindi rappresenta la parte migliore dell'anime.
Peccato, perché anche la caratterizzazione dei personaggi, non è malvagia, con soggetti che non sono certo da premio nobel dell'originalità, ma che comunque si rivelerebbero funzionali alla storia, se usati in modo giusto e ben calibrato.
Non aiutano a sorreggere un impianto, già compromesso da una trama zoppicante, neanche le gag comiche, visto che spesso e volentieri si riveleranno banali e poco originali, se non addirittura stupide o fastidiose.
Comparto grafico onesto, che propone scenari gradevoli, anche se non eccelsi e un chara design che non è proprio lo stato dell'arte, visto che presenta personaggi un po' "anonimi", graficamente parlando, ma per un anime di questo tipo, ci possiamo accontentare.
Decisamente migliore il comparto sonoro con una ost varia e azzeccata, con motivi leggeri e che ammiccano un po' a uno stile jazz, con sonorità ben marcate, grazie al frequente uso degli ottoni.
In conclusione, un anime che sconsiglio, poiché fallisce in modo definitivo il suo obiettivo di intrattenere attraverso le gag e le situazioni comiche, poiché, di fatto, Oreimo 2, raramente diverte lo spettatore, e ciò per un anime di questa tipologia è inesorabilmente sinonimo di fallimento.

micheles

Episodi visti: 16/13 --- Voto 3
La seconda serie di Oreimo è un passo indietro rispetto alla prima. L'Oreimo originale era interpretabile come una simpatica e apprezzabile presa in giro del mondo otaku, focalizzata più sulla stramberia dei personaggi che sugli aspetti sentimentali. La seconda serie invece è un classico harem, genere inflazionatissimo e che tendo ad evitare come la peste. In questa seconda serie gli aspetti otaku rimangono sullo sfondo, sono del tutto ininfluenti e non vengono sviluppati in nessun modo rispetto a quanto fatto in precedenza. Un buon numero di puntate si possono classificare come filler, nel senso che sono puntate autoconclusive e inutili, di cui non si capisce bene il senso. Anzi, si ha la forte impressione che gli autori tirino a campare e che non sappiano dove vogliono andare a parare. Alcune buone idee della prima serie (per esempio l'aspettativa su come sarà Saori senza occhiali) vengono sprecate: Saori senza occhiali è gnocca come mi aspettavo ma il suo background si è rivelato ben poco credibile e interessate, la puntata a lei dedicata è stata una delusione: della serie, come rovinare un personaggio potenzialmente interessante.

Su tredici episodi ne salvo solo 3: gli episodi 7 e 8, centrati sul personaggio di Kuroneko, e l'episodio 13, in cui finalmente viene spiegata con calma e per bene l'infanzia di Kyosuke e Kirino, il motivo per cui è diventata una syscon e come ha iniziato a giocare agli eroge. Tutti gli altri episodi sono ai limiti della sufficienza. Viene dedicato qualche spazio a Meruru, ma non abbastanza, e nessuno spazio a Maschera: è un peccato, ma purtroppo il nuovo corso ha eliminato lo spazio otaku (viene completamente ignorato anche il club scolastico di Kyosuke e Kuroneko) per dedicarsi agli aspetti sentimentali che ben presto diventano poco credibili. Unica eccezione la love story con Kuroneko, sviluppata ottimamente nelle puntate 7 e 8, che però viene artificiosamente interrotta per dare spazio alle altre ragazze e trasformare Oreimo a tutti i costi in un harem. Scelta sbagliatissima. Si salvano come sempre i colori, le musiche e il chara design: le doppiatrici poi sono davvero eccezionali, specialmente quelle di Manami e Meruru, ma in generale sono tutte sono bravissime.

Concludo segnalando che anche stavolta è stata ripetuta la bieca mossa commerciale dell'anno scorso: il vero finale della serie verrà rilasciato sotto forma di OAV, per obbligare i fan giapponesi a sborsare denaro. Noi italiani lo vedremo gratis con i fansub, ma è pur sempre una truffa: vedersi 13 puntate per scoprire che la serie non è finita dà comunque fastidio.

EDIT: in realtà il finale è stato rilasciato in streaming e alla luce delle ultime tre puntate, che ho appena visionato, devo rivedere il mio giudizio su tutta la serie. Sono puntate semplicemente indifendibili che distruggono tutto quel poco di buono che era si poteva trovare nelle puntate precedenti. Specialmente i minuti finali dell'ultima puntata, che un po' mi aspettavo. Come prendere in giro lo spettatore quando non si sa più come mandare avanti la baracca.


 5
.namb

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Bene bene, attendevo ansiosamente questo sequel. La trama riprende da dove ci aveva lasciati la prima serie, e cioè con il ritorno di Kirino dall'America, con una seguente cascata di rocamboleschi eventi che ci faranno divertire e ansimare per il prosieguo della vicenda. Trama semplice al punto giusto, e con numerose svolte da parte di alcuni personaggi. La grafica e il sonoro restano quelli della prima serie, decisamente ben fatti e curati, soprattutto i doppiaggi e le espressioni dei personaggi. Quindi dal punto di vista tecnico direi che è decisamente ottimo; per quanto riguarda la trama, non tutti gli episodi mi hanno emozionato e reso partecipe al punto da dare un nove in questa recensione ma, confrontandolo con moltissime altre serie dello stesso genere, direi che merita. Sperando in una terza serie per concludere definitivamente (anche se mi dicono che non ci sarà), nove pieno!
<b>Attenzione! Spoiler!</b>
Un piccolo commento sulla vicenda Kuroneko - Kyousuke: perché doveva andare così?! Sono scoppiato dalla felicità quando ho visto quella dichiarazione, e poi tutto in frantumi... Secondo me potevano chiudere con un chiarimento tra Kirino e Kyosuke, in modo da permettergli di portare avanti la relazione che aveva con Kuroneko.