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Fuspata

Episodi visti: 25/25 --- Voto 10
Amo particolarmente le rom-com e questo anime l'avevo messo "da parte" per una visione in un secondo momento, dopo aver visto il primo episodio che mi era sembrato troppo strambo (con il protagonista che ha strani desideri omicidi).

Quindi dopo una serie di piccoli gioielli (di anime), mi son deciso a riprenderlo e da li è finita, sono stato totalmente conquistato.

Non so indicare il motivo preciso, perché la storia è assolutamente "già vista", la classica situazione del ragazzo che si auto emargina e della più bella della scuola che iniziano a provare un interesse reciproco.
Ma qui c'è qualcosa di diverso, qualche magia difficile da individuare facilmente ma che crea un'alchimia fantastica tra i due protagonisti.

Analizzando con attenzione ho amato tantissimo il modo in cui son stati scritti Anna e Kyotaro, il fatto che capiscano quasi subito (2/3 puntate) di essere fatti l'una per l'altro, il loro sconfinare dal solito cliché dei ragazzi che si sfiorano e arrossiscono; qui si abbracciano e si toccano un'infinità di volte con una tenerezza che raramente ho visto in opere simili.
E poi c'è la particolarità della statura di Kyo, che non viene mai vista come elemento di imbarazzo anzi, si fa spesso (anche involontariamente) "proteggere" da Yamada, altissima e atletica.
Poi ci sono i dialoghi, a volte molto maturi e altre volte di una dolcezza incredibile, il telefonarsi, la quasi assenza di situazioni di incomprensioni... tutto fila liscio dalla prima puntata all'ultima, in un crescendo di sentimenti e affetto veramente reali. Questi e altri elementi me l'hanno fatta trovare un'opera straordinaria e di una delicatezza fantastica. Tecnicamente non si grida al miracolo, ma fa il suo, con tantissima enfasi su espressioni e sentimenti.

Concludendo, mi sento di definire "The Danger in my heart" una perla rara nel mondo dell'animazione giapponese che voglio premiare col massimo dei voti e che consiglio a chiunque ami questo genere.


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esseci

Episodi visti: 25/25 --- Voto 7,5
“Tutti ti valutano per quello che appari. Pochi comprendono quel che tu sei.” (N. Machiavelli)

Ammetto che dopo la visione dei primi due episodi della serie "The dangers in my heart" ero rimasto perplesso per l'atteggiamento piuttosto "particolare" del protagonista della serie che dava l'impressione di vivere nella classica situazione del solito "disadattato" che vive una sorta di realtà virtuale commistionata con quella reale.
Tema molto caro e sentito negli anime, soprattutto quelli con ambientazione scolastica e/o con protagonisti adolescenti, che trattato nel modo presentato a inizio serie non mi entusiasmava: il protagonista della serie, Kyoutarou Ichikawa, studente di scuola media molto introverso e schivo, immagina scene thriller/horror ispirate dalle letture che conduce nel suo tempo libero che coinvolgono la compagna di classe Anna Yamada per cui nutre -al pari di tanti altri compagni- un certo interesse romantico per la sua avvenenza di modella/attrice, sebbene studentessa delle scuole medie. Ma la parte sulle strane "fantasie" scema nel giro di un paio di puntate perché Kyoutarou inizia casualmente a incontrare a scuola Anna in biblioteca (e poi anche in altre location) e a conoscere lati della personalità completamente diversi da quelli che si era immaginato della compagna di classe.

Inizia così un viaggio lungo 25 episodi in cui Kyotaro si rende conto che la sua compagna di classe popolare è in realtà una ragazza semplice, un po' lunatica, timida, simpatica, per nulla sofisticata e/o artefatta e che soprattutto "non se la tira" per il successo che raggiunge al di fuori della scuola. In particolare scopre un lato anche "adorabile": il suo infantilismo che si manifesta nella incapacità ad affrontare e capire certe situazioni e la sua golosità di dolcetti e merendine, che sbrana in ogni momento della giornata, anche in quelli meno opportuni.

Il tema dell'apparenza vale, al contrario, anche per Anna nei confronti di Kyoutarou: il ragazzino timido, schivo, in apparenza antipatico, "strano", poco conforme al trend prevalente e poco socievole, incapace di interagire con i compagni ed in particolar modo con le ragazze, con le quali arriva al limite della balbuzie, appare agli occhi di Anna come un ragazzo sensibile, gentile e buono di cuore, con le sue fissazioni ma sempre attento e disponibile, soprattutto ad accettarla ed apprezzarla per quello che veramente è e non per quello che la sua immagine di bella ragazza vincente le impone sempre di recitare.

Di sicuro il luogo poco frequentato o meglio "appartato" (la biblioteca della scuola) rappresenta l'elemento catalizzatore della loro frequentazione e della loro reciproca conoscenza che, altrimenti, non si sarebbe potuta manifestare vista la loro profonda diversità di personalità e di frequentazioni.

Ma Kyoutarou e Anna sono quanto di più opposto possano essere anche a livello fisico: il primo è minuto, un po' sgraziato, pieno di complessi e paranoie su tutto e tutti; la seconda è oltre una spanna più alto di lui, molto femminile senza esagerare nella ricercatezza o nello stile, solare, estroversa. Insomma due ragazzi delle medie che iniziano ad imparare a conoscersi, scoprendo che sotto la "maschera" che adottano c'è una persona che progressivamente iniziano ad apprezzare sempre di più, fino ad arrivare a non riuscire a fare a meno l'una dell'altro.

Per certi versi e sotto l'aspetto della grande differenza di altezza tra i due, la serie in recensione tende ad assomigliare a "Lovely complex" e le somiglianze sono evidenti non solo per l'aspetto fisico. C'è anche un minimo di componente "comica", non esasperata ed esilarante come "Lovely complex": d'altro canto osservare Anna che squadra letteralmente dall'alto in basso in varie circostanze Kyoutarou fa decisamente sorridere e che, come Risa di "Lovely complex", anche lei è piuttosto ingenuotta e a tratti impacciata (soprattutto quando è in tensione con Kyoutarou) crea situazioni non propriamente definibili come "originali".

“Diventiamo ridicoli solo quando vogliamo apparire ciò che non siamo.” (G. Leopardi)

La serie è ambientata nelle scuole medie: un'età di 14-15 anni in cui la componente "timidezza" domina in modo quasi assoluto. Cercare di apparire "adulti" o perlomeno più grandi e maturi inizia proprio nell'adolescenza e in modo sinusoidale continua per anni fino a quando si matura (non sempre...) una vera e propria consapevolezza di se stessi. La serie, come uno slice of life, documenta l'evoluzione dei due protagonisti in un percorso lungo, ricco di cliché e deja-vu del genere rom-com scolastico. Nel momento in cui Anna e Kyotarou intuiscono che tra loro due riescono ad essere se stessi senza necessariamente sembrare altro (Anna solo la ragazza popolare, bella e vincente nel campo della moda e della recitazione, Kyotarou il personaggio scostante, fuori dagli schemi che non "deve chiedere mai"), inizia la vera e propria fase "sentimentale", prima "clandestina" (non nel senso risolutivo di formazione della coppia, quanto nell'essere se stessi solo tra loro due senza che altri possano vederli) poi progressivamente sempre più alla "luce del sole", tanto che sia le rispettive famiglie, sia i compagni e amici si accorgeranno della situazione tra loro e in qualche modo li provocano un po' ad essere più "intraprendenti". Ad onor del vero, c'è una certa "asimmetria" dei momenti in cui i due interessati iniziano a considerarsi sotto "un'altra luce". Ma il tutto è funzionale allo sviluppo di una sceneggiatura piuttosto lenta, progressiva ma anche realistica nelle quale oltre all'aspetto commedia e comico si aggiungono i soliti sospiri, batticuori, equivoci fondati sul non detto, in un inesorabile avvicinamento tra i due.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Forse questa seconda fase della trama è quella meno "impattante": "The dangers in my heart" ha il suo punto di forza nel narrare l'evoluzione e la crescita dei due personaggi che viene un po' meno quando la trama diventa oltremodo scontata nel rappresentare i continui tentativi (mancati) di avvicinamento dei due anche solo per parlare e dirsi qualcosa. Fino all'ultimo episodio, la serie "keeps the audience hanging on" in attesa di un happy ending che mi è sembrato oltremodo forzato secondo uno stile "idealizzato" e quasi "stilnovistico". Ci potrebbe anche stare, vista l'ambientazione di età della serie, ma che mi è sembrato un po' "cerebrale" e "arzigogolato" se vissuto da due ragazzini delle medie. Considerati comunque i due personaggi, in un certo senso "unici" nel senso di non essere per forza conformi alla mentalità prevalente e alle aspettative tipiche per restare nell'"originalità" coerente alla loro visione delle cose e ai loro caratteri piuttosto candidi e dolci, il finale rappresenta l'apoteosi del romance puro...

Fine parte contenente spoiler

"The dangers in my heart" è una serie di 25 episodi a cura dello studio Shin-Ei Animation tratti dall'omonimo manga di Norio Sakurai ancora in corso e attualmente al 10° volume (dal 2018).
Il reparto grafico e audio è piuttosto curato ed azzeccato: chara design pulito, piacevole, armonioso e discretamente dettagliato con animazioni fluide, fondali ricchi di dettagli e con colori molto vividi e saturi. Sonoro con opening e ending molto orecchiabili (la opening del secondo cour molto coinvolgente), doppiaggio riuscito e ben caratterizzante i due personaggi principali.

"The dangers in my heart" si è presa un rischio piuttosto rilevante: tentare di rivisitare la storia già vista del ragazzo impedito e "impopolare" che si redime con la ragazza "popolare”. Ma è un'apparenza parzialmente fuorviante.
La sostanza meno evidente è quella di un anime in cui i due protagonisti intraprendono un viaggio di crescita in cui la parte romance scaturisce dal non volersi fermare all'apparenza e ai pregiudizi.
"The dangers in my heart" lo racconta un po' nel solito modo, ma tutto sommato lo fa anche discretamente bene.


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CippyWolf

Episodi visti: 25/25 --- Voto 9
"Danger in my heart", è una serie anime, composta da venticinque episodi, splittati in due cour, da dodici la prima, e tredici episodi la seconda, che traspongono l'omonimo manga, di genere romcom.

La trama ci presenta l'evolversi del rapporto tra i nostri due begnamini, durante il periodo delle scuole medie, l'apparente e iniziale diversità, che potrebbe attirare o allontanare i più, è la peculiarità che da il nome alla serie, cioè una specie di "sindrome della seconda media", o Chunibyo, che nei primissimi episodi, risulta molto estremizzata nel protagonista maschile.
Tale caratteristica viene presa inizialmente come specchietto per le allodole, un abbaglio, intenzionale o meno, dall'autrice per far credere che il lato della commedia risulti molto preponderante, nella narrazione, mostrandoci momenti episodici, in cui i nostri protagonisti, avranno le loro prime interazioni fra loro, scoprendosi, conoscendosi, l'un l'altro e con sé stessi.

Quello che mi ha colpito cosi particolarmente, fortemente e intensamente, in questa serie, è la sua capacità di rendere a schermo, la famosa massima, che l'amore rende le persone migliori, perchè essere all'altezza della persona, che ai nostri occhi, risulta essere la cosa più importante al mondo, ci viene spontaneo, moto genuino dal nostro profondo, di perfezionare noi stessi e cercare goffamente, di essere la miglior versione di noi, e cosi, senza neanche notarlo, piano piano diventiamo persone diverse. Ed è proprio questo "danger in my heart", il percorso di tentativi e fallimenti, di venire a compromessi con quelli che siamo, quelli che vorremmo essere, e quelli che vorremmo offrire all'altro, contorcendoci, esasperandoci, faticando, soffrendo, tutto questo, solamente per amore. La ciliegina sulla torta, in questo percorso, è la comicità, l'ilarità dei fraintendimenti, di cui è pregna questa serie, fattore che ho amato, in ogni suo momento o frangente, essendo proprio la comicità che più mi diverte, quella più assurda e che non ti aspetti.

Per la maggior parte, tale humor, gioca con l'adolescenza e le irrimediabili incertezze che portano tale periodo, ma che al contempo rende tutto più buffo, divertente, sincero e in qualche modo puro, non in senso di sacro, ma in senso di purezza, mancanza di veli, materiali estranei che indorino la pillola, in queste relazioni ci si diverte, ci si ferisce, non ci si capisce, e si provano emozioni cosi grandi, per un semplice sorriso, o un cenno dell'altro, fattore che rende l'intera visione, divertente e amabile, specialmente perché frutto dell'immaturità data dall'età, dei nostri personaggi.

Alcune uscite del protagonista, riguardo ad allusioni sessuali, potranno sembrare strane, ma non faranno altro che elevare questa serie, in fatto di purezza, è sempre difficile trovare una serie romantica, che riesca a introdurre argomenti un minimo allusivi, riguardo la sfera sessuale dei nostri protagonisti, mancanza che spesso li rendono così estranei e staccati dal normale vivere, quando al contrario, in questo frangente la serie, ci si tuffa in pieno, rendendolo spesso fattore di generale comicità, ma anche punto di riferimento, della mentalità del nostro protagonista, riguardo la sua età, e quanto riguarda il rapporto con l'altro sesso.

Oltre a ciò la serie, cerca di portare su schermo, varie altre tematiche, che non essendo il focus principale, ed essendo una serie ancora in corso, non saranno ancora totalmente spiegate e dipanante, come: il rapporto lavoro, scuola e amore della protagonista, o il rapporto con i genitori, per i rispettivi ragazzi, il desiderio di raggiungere grandi obbiettivi per il futuro, e il rammarico, per non riuscire a raggiungere le proprie aspirazioni, e tanti altri.
Argomenti che, per quanto alcuni solo minimamente accennati, o visti solo in parte, apprezzo molto che siano presenti, perché donando maggior profondità al racconto totale, generando ancora più difficoltà e spunti di riflessione, per i nostri vari personaggi.

Quest'ultimi risulteranno tutti abbastanza ben delineati, ovviamente soffermandosi principalmente, sui nostri due protagonisti, che faranno la parte del leone con la maggior parte dei riflettori su di loro, però anche i vari comprimari, godranno dei loro momenti, per far vedere i chiaroscuri dell'adolescenza, con vari momenti, in cui poter brillare, e far vedere qualcosa di buono, rispetto alla loro psiche e contribuendo a portare su schermo, l'adolescenza, con risultati molto spesso comici.

Per l'aspetto grafico, sono in parte in conflitto con me stesso, nonostante apprezzi le minuzie e la particolare precisione, con cui molte produzioni corredano le proprie opere, "Danger in my heart", non rientra in questa casistica, anzi, a volte ho notato problemi tra proporzioni o la trasposizione dei personaggi, durante la storia. In parte è un "peccato originale", nativo dello stile dell'autrice, cioè il trasporre i propri personaggi, con una testa enorme, quasi con una forma a melone (vedasi Mitsudome), stilema che parzialmente, nel proseguo della storia, è stata corretta, e sembrerebbe sempre meno presente come vizio, fortunatamente.

Oltre a ciò, non si può che fare i complimenti, specialmente per alcune scene, che saranno rappresentate su schermo con una tale magnificenza, che solo per la loro composizione, non potranno non generare emozione, tenendo poi conto, che sono messe ad hoc, in alcuni momento particolarmente di svolta, renderanno l'intera visione spettacolarmente toccante, un'esplosione di sentimenti, che genereranno una reazione a catena, un domino di pedine, che sempre con maggior forza, porteranno lo spettatore, sempre più ingordo e affamato di questi momenti, di volerne vedere ancora e ancora, sempre di più, con sempre più avidità e bramosia.

Tutta questa smania, è anche frutto di una regia, che passa spesso inosservata, ma che rende il tutto ancora più vivido, l'inquadratura che ruota, come a mimare lo sguardo del personaggio, per far immedesimare lo spettatore, sguardi di sfuggita, inquadrature di stanze semi vuote, colpite dai raggi di un sole che tramonta, tante piccole cose, studiate perfettamente, per far ambientare il pubblico e amplificare il momento, con un emozione, come se ne fossimo immersi e partecipi, anche noi stessi.

Per contribuire a ciò, ci sono anche e specialmente le OST, che fanno un lavoro più che egregio, nel sottolineare, accompagnare e amplificare, rendendo il tutto cosi tanto comico, cosi tanto romantico e cosi tanto intimo, nel senso di interiorizzare e assimilare quanto si sta vedendo. Molti momenti, con delle canzoni cosi azzeccate, andranno a toccare note dentro alcuni di noi, come per ravvivare e far nel mio caso riaffiorare, molti ricordi, rendendo tali OST, come un sottofondo, di molti momenti speciali, imbarazzanti, spiacevoli, che si sono vissuti, avvolgendoli con una melanconia, come solo delle ottime OST possono fare.
Altro punto focale, del comparto sonoro, è lo straordinario lavoro dei seiyuu, che non posso reputare eccelso, ovviamente per la loro interpretazione, che si compone anche da tutti gli schiamazzi, gli urletti e i versi, che faranno emettere ai nostri cari ragazzi, manierismi che non faranno altro che aumentare l'immersione, l'ilarità e l'entusiasmo con cui si vedrà questa serie.
Infine, nomino le sigle, sia iniziali che finali, ad un primo ascolto, non le ho particolarmente apprezzate, trovandole in parte melense, e non molto di mio gradimento, ma ascolto dopo ascolto, forse galvanizzato dalla visione e dai vari momento, mi sono ritrovato a canticchiarle e ad apprezzarle, per la loro orecchiabilità e dolcezza, quindi svolgendo il loro compito, cioè introducendo o accompagnando all'uscita lo spettatore, traghettandolo tra gli episodi, e la vita fuori dal mondo costruito nella serie.

In definitiva, questa serie, parte con delle basi, che possono far generare dei preconcetti, che successivamente, in parte, potrebbero essere traditi, ma per questo, non fermatevi a ciò, perché per quanto possa sembrare, una semplice e banale romcom, che si basa sul classico incipit, storia d'amore tra ragazzo sfigato e ragazza numero uno della scuola, per quanto questo sia vero, non perdetevi, tutte le emozioni che molti momenti vi trasmetteranno, perché, almeno a me personalmente, "The dangers in my heart", ha generato grosse e grasse risate, molti sorrisi e tanti sospironi, tutto frutto di un grande motore di emozione, che è questa serie, cosa che non posso che reputare molto positivamente.


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menelito

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8
Serie davvero sorprendente, illuminata da due protagonisti piuttosto bizzarri e simpatici che non possono non rubare il cuore allo spettatore.

Il MC, almeno in partenza, mostra un po' dell'ottusità classica dei protagonisti delle romcom, ma col passare degli episodi mostra una graduale crescita (non granché in altezza, purtroppo per lui) risultando in uno degli sviluppi caratteriali più belli e soddisfacenti che abbia visto in questo genere di storia. La sua controparte è semplicemente adorabile e ammirevole, con tutte le sue stranezze e con la sua determinazione riesce contemporaneamente a reggere gran parte degli elementi comici della serie e a contribuire nel processo di crescita del MC, mostrando a sua volta grandi progressi rispetto al personaggio buffo, ma un po' monodimensionale, dei primissimi episodi. Oltre a rispettivi sviluppi individuali, ho molto apprezzato il graduale cambiamento nel loro rapporto, cambiamento che per fortuna non si è concentrato in uno o due episodi come invece succede almeno nell'80% delle serie di questo tipo, ma è invece "spalmato" su praticamente tutti gli episodi rendendo la storia appassionante nella sua interezza ed evitando allo spettatore la sensazione di star guardando inutili puntate "filler". Sui personaggi secondari poco da aggiungere, alcuni possono catturare l'interesse ma non sono granché approfonditi... fanno comunque molto bene il loro lavoro di "spalla" per il duo principale quindi niente da ridire. Dunque, come dicevo, lo sviluppo dei personaggi e della storia nel complesso è piuttosto graduale e gratificante, alternando con un buon equilibrio i momenti comici ai momenti più seri. Non ho notato dialoghi noiosi o scene che fossero "da buttare", nel mio limitato bagaglio di esperienza posso dire di aver visto una buona sceneggiatura (sempre nei limiti di una romcom con ambientazione scolastica).

Bei disegni, l'impostazione estetica aiuta a creare l'atmosfera perfetta per lo svolgimento della storia. Ottima inoltre la colonna sonora, con lode per la prima OP, energica e con un riff di chitarra molto "catchy". E' un pezzo abbastanza semplice ma fa il suo lavoro splendidamente... un po' come questo anime. Nel suo genere penso che farò fatica a trovare di meglio in futuro. Di nuovo: davvero sorprendente.


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ViYukino

Episodi visti: 25/25 --- Voto 6
Questa serie propone un modello di commedia romantica già vista ma con elementi freschi e una narrazione più moderna. Divenuta però un'allucinazione collettiva.

L'anime, all'inizio, mostra una sorta di narrazione episodica con puntate divise in mini sketch comici, con il protagonista che fantastica cose macabre sulla ragazza più popolare della classe. Ogni volta che hanno un'interazione però, lui si rivela un ragazzo timido con un animo gentile. Come in tutte le rom/com moderne, il protagonista nei momenti in cui serve riesce a essere imprevedibile, mostrando lati di sé più fighi (andando in contrasto con la sua timidezza o inettitudine) che colpiscono senza rendersene conto la ragazza che gli piace. Nonostante la serie sembri una fotocopia di "Komi Can't Communicate", "Takagi-san", "Kubo-san" e così via, riesce a mostrare sin da subito di avere elementi concreti per essere una serie molto più orizzontale. Ci sono diversi aspetti che creano urgenza: un possibile triangolo, un avvicinamento fisico e passi in avanti nella relazione effettivamente concreti (malgrado siano quasi solo all'inizio). Questi fanno assomigliare la serie più ad un romance puro che alle rom/com citate precedentemente. Credo che il successo, oltre alla ottima regia, derivi proprio da qui. È un romance visto e rivisto ma raccontato in modo fresco e moderno.
Poi c'è il classico cliché dell'opposto: c'è la tizia popolare bellissima e il tizio asociale sfigato che però si innamorano. Con lui poi che ha complessi di inferiorità e inadeguatezza che bene o male non lo aiuteranno a concludere con la ragazza. Temi visti e rivisti. Nonostante il protagonista sia scritto in modo da essere simile allo spettatore tipico di queste opere, caratterizzato come un fan di manga e videogiochi, oltre che dell'asocialità. La serie non ti dà solo un personaggio in cui immedesimarti e vivere con lui una storia d'amore e di cambiamento impossibile (o improbabile), l'anime mostra sempre e comunque come lui debba impegnarsi per non perdere quel vantaggio che ha ottenuto. Sin dal primo episodio viene messo davanti a delle scelte che deve compiere per fare lui stesso un primo passo in avanti. Rendendo meno casuali le sue fortune (cioè la ragazza bellissima e popolare piovuta dal cielo che gli cambierà la vita). Inoltre è un personaggio che durante la serie ottiene sicuramente più profondità, non è più lo stesso dei primi episodi (anche il personaggio della ragazza è molto più sfaccettato). Quando trova più consapevolezza non si comporta più come prima e affronta determinate situazioni in modo differente. Per questo il secondo cour non è così male inizialmente. Lui inizia a darsi più importanza e trova sempre più fiducia in sé stesso.

Eppure il dubbio ce l'ho avuto, e se fosse semplicemente una serie più di brava delle altre "nell'intortare" lo spettatore?

L'abbiamo visto per anni, ci sono serie in cui la dichiarazione non sembra mai arrivare ed è così anche qui. Tortura lo spettatore per episodi ed episodi, c'è sempre qualcosa che li ferma. Quel qualcosa è esterno, qualcosa che è superiore, che viene dall'alto ed è artificiale. La serie crea un limbo infinito dove qualcosa deve intromettersi per forza. C'è sempre qualche espediente che non manda avanti la loro storia e li fa girare e rigirare sempre sulle stesse cose. Quando lo spettatore comprende lo schema cosa rimane? Diventa la solita storia d'amore idealizzata che aspetta costantemente il momento giusto per concretizzarsi. L'avvicinamento fisico di cui parlavo non è altro che la componente ecchi della serie, che lungo andare tocca il limitatore, cioè quel muro che i personaggi non toccheranno mai perché altrimenti la storia prenderebbe la piega non pura e non idealizzata che invece vuole il pubblico giapponese. È il giochetto che fanno queste serie, in cui i personaggi si ritrovano in situazioni di estrema vicinanza, ma da cui vengono sempre interrotti o si autolimitano in nome di un sentimento più puro e ridicolo, ma che non esiste nella realtà. Non è solo la mancanza di realismo, che in un'opera di finzione non è certamente necessario, ma è più la mancanza di credibilità. Lo spettatore più attento si è già reso conto della presa in giro, "dell'allungaggio" di brodo che sta avvenendo ai suoi danni. Episodi ridondanti, temi ripetitivi, oramai è tutto chiaro da molti episodi ma loro continuano a ribadire l'ovvio prendendosi continuamente tempo. Quando arriva la svolta è troppo tardi, i sentimenti verso l'opera si sono già raffreddati. È una serie che non lascia nulla.


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Utente6010

Episodi visti: 16/25 --- Voto 9
Grazie animegami per avermi dato un sostituto a Takagi-san in questo 2024.

* Trama e storia *
Ok, l'incipit è un po' una provocazione, e se le due serie hanno indubbiamente dei punti in comune, sono comunque molto diverse.
Fatta breve... il protagonista maschile, Kyotaro Ichikawa, frequenta le scuole medie e sta vivendo questo periodo della sua vita abbastanza male da avere dei risvolti negativi sulla propria psiche. Parliamo di problemi di stabilità dettati dall'isolamento tali da risultare preoccupanti, per quanto tutto questo venga affrontato sotto forma di parodia e con un piglio divertente e volutamente leggero che ci fanno intuire, fin da subito, come si tratti dell'incipit passeggero della storia, una situazione destinata a mutare in tempi brevi. Lei invece è Anna Yamada, che in seconda media è alta più di 1,70m e fa la modella. E' dolce, un po' goffa e ingenua, ed è la ragazza più bella del quartiere di Meguro.

The Dangers in My Heart è la storia del loro avvicinamento, della loro maturazione e dello sviluppo del loro rapporto.
Apparentemente tutto nella norma: una commedia che impiega qualche episodio a ingranare, partendo da toni più divertenti, ma virando abbastanza velocemente verso un clima più romantico e sentimentale, sfruttando un ventaglio di situazioni abbastanza tipiche di una romcom scolastica.
La storia si svolge principalmente attorno ad episodi singoli, con alcuni casi di scene più brevi e altri casi di archi un po' più lunghi. Tutti gli episodi sono ben strutturati, ben realizzati, con trame chiare che evolvono con un buon ritmo, con ottime trovate narrative ed espressive. La sequenzialità degli episodi è anch'essa ben studiata. Se nel complesso non ci sono grandi "manovre narrative", è piacevole notare come alcune situazioni passate tornino a galla in momenti inattesi, andando a chiarire, a rianalizzare col senno di poi o a chiudere un punto rimasto aperto episodi prima.
Anche gli spazi romantici sono ben studiati e adeguatamente valorizzati e supportati sia dalla colonna sonora, sia dalle inquadrature scelte. Momenti avvolti dall'imbarazzo oppure da una nuvola di dolcezza adolescenziale, eppure nella loro semplicità al tempo stesso momenti profondi, perché a 13 anni basta pochissimo per farti venire un tuffo al cuore, e perché a quell'età le emozioni sono amplificate dalla mancanza di esperienza.
Personalmente ho trovato che un paio di questi momenti siano un po' tirati per i capelli, e in parte un po' esagerati, ma alla fine non risultano né sgradevoli né stucchevoli e, al contrario, mi hanno fatto addolcire e sorridere.

* Sviluppo dei personaggi *
Nei 15 episodi che ho visto finora posso dire che raramente ho visto una serie con una crescita del protagonista maschile tanto netta, senza che questo risulti palesemente falsato e che tutto il percorso diventi una farsa sgradevole.
Ok, Ichikawa partiva da una condizione talmente estrema che non poteva certo regredire, ma è davvero emozionante vedere il suo percorso di crescita. Il costante flusso dei suoi pensieri tramite la voce fuori campo e i dialoghi con l'altro sé stesso, il suo alter ego "figo" del manga che gli piace, ci permettono di seguire davvero da vicino tutti i processi logici e/o emotivi che lo portano a pensare e ad agire in un modo piuttosto che in un altro, a lasciarsi andare e a far crollare poco alla volta le barriere con gli altri che lui stesso ha eretto a propria protezione.
Yamada ha una crescita meno accentuata perché parte più matura della sua età, come viene detto esplicitamente nei primi episodi, ma anche lei viene indagata piuttosto bene, mettendo in risalto la sua sensibilità e facendoci apprezzare i suoi tentativi di avvicinarsi sempre più a Ichikawa.
Infine due parole su come viene fatto evolvere il rapporto tra i due protagonisti. Non c'è un momento in cui si percepisce realmente che i due si innamorano. C'è un momento chiaro in cui lui prende coscienza della cosa, sorprendendosi per primo, ma il percorso fino a quel punto è graduale, progressivo, dosato in modo inappuntabile. Gestito con rara sensibilità. La relazione cresce e si amplifica continuamente, in modo omogeneo, credibile, esperienza dopo esperienza. Lentamente i due prendono gusto a trascorrere il tempo assieme e a un certo punto è evidente come prima la condivisione di uno spazio comune, poi la riduzione delle distanze personali e infine il riuscire a comunicare apertamente i propri sentimenti, sia la nuova normalità.
Al netto di questo mi permetto di notare come l'età "anagrafica" dei due protagonisti sia un po' in contrasto con la loro caratterizzazione, forse un po' troppo seria e adulta in molti frangenti. Per quanto questa disarmonia venga un po' ammortizzata da tanti aspetti nella narrazione, un velo di squilibrio rimane e di tanto in tanto affiora.
Ad ogni modo la mia speranza è che adesso si inizino a tirare le fila, e che gli autori non decidano di indulgere troppo sull'aspetto dell'attesa, evitando di concretizzare questa relazione per allungare il brodo. Mi spiego. Non vorrei che Ichikawa fermasse la propria crescita e diventasse l'eterno insicuro tipico di molti manga, incapace di dichiararsi per decine e decine di episodi, facendo crollare quanto di buono fatto finora e rendendo il tutto una farsa.

* Animazioni e disegni *
I disegni dell'anime sono certamente migliori rispetto al manga, ma hanno in parte lo stesso difetto di peccare di "omogeneità".
Si passa da inquadrature in cui Yamada sembra una decina di centimetri più alta di Ichikawa ad altri in cui lui le arriva letteralmente solo al seno. E se a volte possiamo dare un po' di beneficio del dubbio perché si tratta di immagini con angolature "strane", molte altre sembra proprio che non sia stato fatto un buon lavoro nello stabilire le corrette dimensioni e proporzioni.
Per non parlare del modo in cui viene disegnata la stessa Yamada, con il viso che la rende sempre riconoscibile ma il corpo che evolve in continuazione. Talvolta è più snella, altre volte più formosa, insomma, ho avuto l'impressione che si potesse fare meglio. Molto meglio l'aspetto riguardante le espressioni, dove credo invece che sia stato fatto un ottimo lavoro nel trasmettere le sensazioni e le emozioni di Anna, visto che per lei non abbiamo come per Ichikawa il dialogo interiore ad esplicitare tutto in modo chiaro.

* Comparto sonoro *
Ho fatto un mix iniziando a guardare gli episodi doppiati per poi passare alla versione in lingua originale con i sottotitoli. Il motivo del cambio è dovuto al fatto che la voce di Anna, nella versione italiana, l'ho percepita un po' troppo adulta per una ragazza di seconda media (13 anni). Ad ogni modo, visto che la cosa non mi lasciava del tutto soddisfatto, ho provato a verificare la versione giapponese, riscontrando che là il timbro della protagonista mi piaceva di più. Con questo non voglio comunque dire che il doppiaggio sia fatto male, perché non ho trovato difetti se non questo aspetto che, di nuovo, è soggettivo.
Il comparto sonoro interno agli episodi mi è parso ottimo, con le bgm sempre adeguate e gli effetti sonori sempre al loro posto.
Le sigle invece, per il mio gusto personale, vanno tutte dal noioso al fastidioso... ma questo non inficia il voto trattandosi di una pura questione soggettiva.

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* In definitiva *
In definitiva posso solo dire di aver apprezzato ogni secondo della visione di questi 15 episodi. Capisco perfettamente il motivo per cui molti abbiano definito questa serie la miglior romcom del 2023, e mi viene onestamente difficile controbattere.
Giusto una nota conclusiva. Ho dato un voto piuttosto alto per i miei standard. Però davvero nelle puntate viste finora non c'è praticamente alcun filler. C'è qualche blando calo di ritmo qua e là, qualche episodio meno rilevante, qualche situazione meno incisiva... ma praticamente ogni singolo episodio aggiunge qualcosa, in termini di maturazione dei personaggi o di progressione del rapporto.
Altri 10 episodi così con un bel finale e questa serie potrebbe facilmente finire nella mia top 10.


 2
Kondo

Episodi visti: 12/25 --- Voto 9
Ecco un esempio di come, partendo dalla più classica e inflazionata delle premesse (love story tra ragazzo sfigato e ragazza popolare), si riesca a realizzare qualcosa di veramente carino e piacevole.

Kyotaro Ichikawa è un ragazzo bassino, introverso e senza amici che crede di essere un potenziale serial killer. La sua attenzione si volge verso la compagna Yamada Anna, la ragazza più carina della scuola.
Ammetto che all'inizio la vedevo male: la questione del serial killer non mi piaceva tanto e temevo che ne venisse fuori qualcosa di pesante, invece è solo un pretesto iniziale che ben presto viene messo da parte e superato alla grande, facendoci assistere a una graduale conoscenza e crescita di entrambi i personaggi. La cosa che mi è piaciuta molto è che i personaggi acquisiscono una profondità psicologica sempre maggiore col passare delle puntate e che il loro rapporto cresca piano piano, non nel giro di una/due puntate, il che rende la storia più realistica e ci fa empatizzare di più con i personaggi. E' un aspetto, quello della lentezza e dei piccoli segnali puntata dopo puntata, che nelle produzioni di una volta (anni ’80-’90) si trovava spesso, ma in quelle moderne è diventata merce rara: si bada troppo spesso ad accontentare lo spettatore il più in fretta possibile e poi inondarlo di fan-service. Qui nulla di tutto ciò, ogni cosa avviene lentamente e di fan-service o scene puramente ecchi ce n'è, fortunatamente, poco.

Il comparto tecnico è pregevole: le sigle sono belle e anche i disegni. Ho avuto modo di sfogliare in fumetteria il manga e posso dire che il character design dell'anime è più bello.

La parte comedy è fatta bene, le situazioni sono molto simpatiche, alcune fanno proprio ridere, certe volte me le riguardavo più volte perché sono veramente carine soprattutto perché Ichikawa è talmente consapevole del suo status di perdente che non riesce nemmeno a prendere in considerazione il fatto di poter piacere a Yamada per cui ogni volta parte in elucubrazioni mentali esilaranti per darsi una diversa spiegazione e travisare i segnali di interesse che riceve. Ma come dargliene torto? Se tu fossi uno sfigato emarginato che non è mai stato calcolato dalle ragazze riusciresti a credere di piacere alla strafiga della scuola? Penseresti di stare fraintendendo qualcosa o, peggio, che lei ti stia prendendo in giro per farsi due risate. A parte i momenti umoristici Ichikawa nella sua testa a volte fa anche considerazioni più serie che, pur nella loro semplicità, fanno riflettere. Anche Yamada ha una bellissima caratterizzazione, con delle stranezze e una spontaneità che la rendono adorabile. E’ una ragazza pura, molto semplice, del tutto inconsapevole della sua abbacinante bellezza. E’ difficile non affezionarsi a questi due personaggi.

Una piccola pecca riguarda invece i personaggi secondari tra i quali finora non è mai emerso nessuno di spessore. Tuttavia supportano bene i momenti umoristici, tipo quando a volte i compagni mettono in imbarazzo Ichikawa sparando battute a sfondo sessuale (niente di pesante comunque), cosa che potrebbe sembrare una stupidata ma in realtà ci sta perché stiamo parlando di ragazzini delle medie e lo sappiamo tutti che a quell'età si parlava solo di quello. Ad ogni modo la trama è tutt'altro che finita, ci saranno altre stagioni dunque vedremo se col prosieguo della storia verrà fuori qualcuno, magari un antagonista.

Il giudizio finale è sicuramente molto positivo: l'ho trovata una storia fresca e leggera e, nell'ambito delle commedie romantiche degli ultimi tempi, la trovo veramente una piccola gemma che consiglierei sicuramente.


 1
andrea delo

Episodi visti: 12/25 --- Voto 9
Uno degli anime romantici/sentimentali più belli che abbia mai visto.
Mi limiterò a dare la mia personale opinione senza dilungarmi sulla trama, siccome la si può leggere praticamente ovunque; inizialmente i primi due episodi non mi avevano preso più di tanto: la trama non era nulla di eccezionale e non riuscivo a inquadrare bene i personaggi.
Poi però ha iniziato a ingranare tutto quanto: il punto forte dell'anime personalmente penso sia il modo in cui si svolgono gli eventi e come i nostri due protagonisti, pian pianino, si avvicinano sempre di più; niente di troppo "spinto" o surreale (come ho notato in molte opere di questo genere, in cui i protagonisti si innamorano di punto in bianco senza un motivo sensato) ma allo stesso tempo niente di troppo banale o noioso; in breve, sono riusciti a creare il mix perfetto.
Molto bello anche come l'anime si sofferma sulle paranoie di Kyo e su come pian pianino provi a superarle (penso che molti di noi si potranno immedesimare in esse, in quanto credo che ognuno, almeno una volta nella vita, abbia dovuto affrontare le stesse paranoie del protagonista). Yamada, nonostante all'inizio dell'anime mi sembrasse un personaggio un po' banale, si è rivelato invece l'opposto.

Voto: 9/10
Serie consigliatissima, penso che nessuno ne rimarrà deluso.


 3
Riccardo80

Episodi visti: 12/25 --- Voto 10
Nonostante abbia un inizio non esaltante è una storia divertente, toccante e realistica tra due opposti, il cupo Ichikawa e la solare Yamada... è bellissimo vedere nella storia come si accorgono l'uno dell'altra (non è immediato), E come cambiano i sentimenti che provano, come si cercano e chissà, in futuro, come si metteranno insieme. C'è una bella atmosfera da primo amore (sono alle medie) e si comportano esattamente come i ragazzini che sono (senza particolari esagerazioni).

Yamada fisicamente può ricordare Komi ma è più simile a Marin anche se francamente come carattere la preferisco alla cosplayer
In autunno arriva il manga portato da J-POP, fate conto che è come se l'avessi già ordinato.

Come ho detto l'avevo bocciata all'inizio, le prime due puntate mi avevano fatto desistere ma se resistete troverete davvero una perla tra le romcom ad aspettarvi.