My Daemon
"My Daemon" è una serie carina e piacevole, con un buon ritmo, indirizzata a un target molto eterogeneo.
Con una durata di soli tredici episodi, ogni volta in cui la trama minaccia di farsi ripetitiva (Kento e Anna si mettono in viaggio, appare qualcuno intenzionato a rapire Anna, Kento e Anna lo affrontano e si rimettono in viaggio), vengono introdotti nuovi elementi che aiutano a comprendere il mondo dei daemon e che fanno progredire la narrazione verso un finale buonista un po' inatteso, ma che, nonostante tutto, grazie alla costruzione dei daemon fatta negli episodi precedenti, sono riuscita ad apprezzare.
Kento è un buon protagonista, che non perde mai i suoi tratti caratteriali da bambino, pur mostrandosi all'occorrenza dotato di una spiccata capacità di problem-solving. Senza fare spoiler, si rileverà un cambiamento in lui, con l'acquisizione di una nuova maturità, solo quando accetterà di lasciar andare ciò che non può essere salvato.
In effetti, a pensarci bene, potrei classificare "My Daemon" come un anime di formazione, in cui Kento prende coscienza di sé e del mondo che gli sta attorno e in cui impara che la crudeltà e la perdita fanno parte della vita.
"My Daemon" è dunque una serie che mi è piaciuta molto sotto l'aspetto narrativo, meno sotto quello grafico.
Se il chara design è piacevole e originale, con personaggi ben riconoscibili capaci di catturare lo sguardo dello spettatore, non vale lo stesso per le animazioni: a volte a scatti, con movimenti rigidi e innaturali, ricordano un po' certi videogiochi in CGI dei primi anni 2000.
Non ho compreso la scelta, se dettata dal budget o da ragioni artistiche (nelle scene di combattimento le transizioni sono ottime e quello strano effetto al rallentatore sparisce), sta però di fatto che per me è stato difficile non sorridere a certe movenze da "non-player character" di alcuni personaggi secondari.
Alla fine, è una serie che merita un 7, con una trama coinvolgente, anche se non particolarmente innovativa, e una grafica che non ho compreso.
Interessante l'uso dei salti temporali in avanti, per spingere lo spettatore a vedere la serie tutta d'un fiato, in attesa di scoprire cosa sia accaduto nel vuoto narrativo.
Direi che la consiglio a chi cerca qualcosa di leggero, non troppo impegnativo, con alcuni picchi di pathos che tengono viva l'attenzione.
Con una durata di soli tredici episodi, ogni volta in cui la trama minaccia di farsi ripetitiva (Kento e Anna si mettono in viaggio, appare qualcuno intenzionato a rapire Anna, Kento e Anna lo affrontano e si rimettono in viaggio), vengono introdotti nuovi elementi che aiutano a comprendere il mondo dei daemon e che fanno progredire la narrazione verso un finale buonista un po' inatteso, ma che, nonostante tutto, grazie alla costruzione dei daemon fatta negli episodi precedenti, sono riuscita ad apprezzare.
Kento è un buon protagonista, che non perde mai i suoi tratti caratteriali da bambino, pur mostrandosi all'occorrenza dotato di una spiccata capacità di problem-solving. Senza fare spoiler, si rileverà un cambiamento in lui, con l'acquisizione di una nuova maturità, solo quando accetterà di lasciar andare ciò che non può essere salvato.
In effetti, a pensarci bene, potrei classificare "My Daemon" come un anime di formazione, in cui Kento prende coscienza di sé e del mondo che gli sta attorno e in cui impara che la crudeltà e la perdita fanno parte della vita.
"My Daemon" è dunque una serie che mi è piaciuta molto sotto l'aspetto narrativo, meno sotto quello grafico.
Se il chara design è piacevole e originale, con personaggi ben riconoscibili capaci di catturare lo sguardo dello spettatore, non vale lo stesso per le animazioni: a volte a scatti, con movimenti rigidi e innaturali, ricordano un po' certi videogiochi in CGI dei primi anni 2000.
Non ho compreso la scelta, se dettata dal budget o da ragioni artistiche (nelle scene di combattimento le transizioni sono ottime e quello strano effetto al rallentatore sparisce), sta però di fatto che per me è stato difficile non sorridere a certe movenze da "non-player character" di alcuni personaggi secondari.
Alla fine, è una serie che merita un 7, con una trama coinvolgente, anche se non particolarmente innovativa, e una grafica che non ho compreso.
Interessante l'uso dei salti temporali in avanti, per spingere lo spettatore a vedere la serie tutta d'un fiato, in attesa di scoprire cosa sia accaduto nel vuoto narrativo.
Direi che la consiglio a chi cerca qualcosa di leggero, non troppo impegnativo, con alcuni picchi di pathos che tengono viva l'attenzione.