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Irene Tempesta

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
L'aspetto di Nadia e Jean mi ha sempre catturato: lui occhialuto, secchione, inventore e sempre sorridente, lei dall'aspetto africano, atletica e con questa misteriosa pietra al collo.

Dopo tanti anni ho deciso di guardare "Nadia e il mistero della pietra azzurra" nel modo, a detta di molti, migliore per vedere questa serie: escludendo totalmente e assolutamente gli episodi dal 23 al 34, cioè l'intero "arco delle isole", considerato da praticamente tutti la peggior parte della serie; questo per permettermi di godere appieno del meglio che questo anime ha da offrire a livello narrativo e di qualità; mi sono giusto lasciata l'episodio del bacio vicino al cannocchiale (perché per me era un tassello importante) e gli episodi 30 e 31, che mostravano le prime informazioni sulle origini di Nadia, e per questo devo ringraziare le recensioni di AnimeClick.it che mi hanno dato ottimi consigli in tal senso.

Ora che ho finito la serie, francamente posso dire... ho visto di peggio, ma anche di meglio!

Le parti avventurose del Nautilus e del capitano Nemo sono al limite del plagio al romanzo "Ventimila leghe sotto i mari", e secondo me potevano elaborare meglio molte vicende.
Il personaggio di Jean Lartigue a me è piaciuto molto, così solare, curioso (come gli inventori devono essere), gentile e disponibile con chiunque, così stridente con la sua controparte protagonista, Nadia.
Ecco, qui devo aprire una parentesi: se l'aspetto di Nadia mi affascinava, nel sentirla esprimersi mi ha suscitato costante e profondo fastidio. Credo sia la prima volta per me che la protagonista che dà il nome all'opera sia così mal scritta e odiosa: fortemente ostile a chiunque, disprezza chiunque, manco fosse chissà chi! A differenza di altri personaggi non sa fare nulla! Semmai reca guai a chiunque le stia vicino, con la conseguenza che deve essere spesso salvata; testarda, altezzosa, chiusa e solitaria, fin troppo moralista soprattutto all'inizio (vegetariana, pacifista - per carità, uno fa le scelte che vuole, ma lei cercava scontro con chiunque non la pensasse come lei, creando infiniti litigi che non portavano alcuna soluzione, esacerbando solo la sua ostilità e antipatia), non riesce a interagire con nessun membro del Nautilus, solo Jean, che col suo carattere opposto, solare, espansivo e amichevole fa amicizia con tutti e le resta incrollabilmente vicino (che passivo masochista! Io a una così avrei dato un bell'addio molto prima).
Fosse stato solo per Nadia, giuro, non so se finivo la serie, per fortuna tre quarti della trama è incentrata su altre dinamiche e non focalizzata direttamente su di lei.

Le ultime cinque puntate sono di alta qualità, intense e ben scritte, mostrano sentimenti che prevalgono sulla guerra e il dominio, come l'amore e l'integrazione. Un messaggio bellissimo!
Successivamente, scoprii che Hideaki Anno è stato regista della maggior parte degli episodi (quelli buoni, escludendo l'arco delle isole, per intenderci), e si vede, nonostante fosse stato alla sua prima esperienza di regista (a me il suo famoso "Neon Genesis Evangelion" è piaciuto).
Sicuramente, si poteva fare di meglio su "Nadia e il mistero della pietra azzurra": togliere tutte le scene quasi copiate dal romanzo "Ventimila leghe sotto i mari" di Jules Verne; dare una maggiore evoluzione e approfondimento psicologico a Nadia, ma anche ad altri protagonisti, come Jean, Elektra e Nemo...

Il doppiaggio è fantastico, Davide Garbolino aderisce con la sua voce perfettamente al personaggio solare di Jean.

In sostanza, una buona serie, ma niente di speciale, anche se ci sono orrori peggiori sul mercato.


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Felpato12

Episodi visti: 39/39 --- Voto 6,5
Il mio personale rapporto con Hideaki Anno è molto complicato e lo definirei tutt’altro che idilliaco. Quello che tutti definiscono il suo enorme capolavoro, “Neon Genesis Evangelion”, non è riuscito ad imprimersi nel mio cuore e nella mia mente, come invece accaduto a molti altri, lasciandomi una sostanziale insoddisfazione e suscitandomi una certa antipatia nei confronti del regista giapponese, neanche mi avesse fatto un torto personale. Pur riconoscendo la ventata di novità portata dalla sua opera nel panorama dell’animazione nipponica, infatti, ho sempre ritenuto “Neon Genesis Evangelion” un grande bacino di cose già dette da diversi intellettuali prima di Anno - tutto è riscrittura, in fin dei conti -, solo che per lui sono state tessute lodi infinite, mentre per gli altri poveri imbecilli no. Nonostante ciò, e lo dico con estrema sincerità, non ho in alcun modo approcciato alla visione di “Nadia, il mistero della pietra azzurra” con riserve o pregiudizi, soprattutto in considerazione della bellezza dei primissimi episodi della serie. Questo, però, mi ha portato ad abbassare la guardia e dare scarso peso a ciò che avevo sentito sulla tremenda saga delle isole, che, per quanto mi riguarda, ha completamente rovinato la serie e la mia esperienza di essa. Per questo motivo, al termine della visione dei trentanove episodi di cui l’anime è composto, posso dire a voce alta: “Anno mi ha tradito ancora”.

“Nadia, il mistero della pietra azzurra”, noto anche col sottotitolo internazionale “The Secret of Blue Water”, è una serie televisiva anime prodotta dallo studio Gainax e diretta da Hideaki Anno, alla sua prima esperienza da regista per una serie televisiva. Ispirata da un soggetto originale di Hayao Miyazaki, la storia è liberamente tratta dai romanzi di Jules Verne: “Due anni di vacanze”, “Ventimila leghe sotto i mari”, “Cinque settimane in pallone” e “L'isola misteriosa”. La serie fu trasmessa in Giappone dal 13 aprile 1990 al 12 aprile 1991 su NHK. L’opera ricevette fin da subito critiche molto positive e venne accolta calorosamente dal pubblico. Inoltre, Nadia fu la prima eroina a scalzare Nausicaä, popolare personaggio creato da Hayao Miyazaki, dal primo posto nel sondaggio mensile sui personaggi femminili di anime e manga più amati dal pubblico giapponese, condotto dalla rivista Animage.

Sei uno spirito avventuroso? Nelle leggende cerchi forse la verità che dimora, remota e nascosta, oltre le terribili cascate del pericolo? Allora è me che cercherai.
La storia è ambientata durante l'Esposizione universale di Parigi del 1889 e prende il via con l'incontro di due ragazzi diversissimi: Jean, inventore secchione e occhialuto arrivato nella capitale francese per presentare il suo prototipo di aeroplano, e Nadia, orfana che lavora in un circo ed è in fuga da un gruppo di tre misteriosi individui intenzionate a rubarle la pietra blu che porta al collo. Jean si innamora a prima vista di Nadia, decidendo di aiutarla a scappare dai suoi inseguitori e seguendola in una lunga e incredibile avventura, in cui i due ragazzi scopriranno alcuni dei più reconditi misteri del mondo e dei mari.

La voce di Davide Garbolino, doppiatore di Jean, e la presenza del trio di “nemici” composto da Grandis, Sanson e Hanson, molto rievocativo del Team Rocket, mi ha aiutato a simpatizzare e fidelizzare sin da subito con la serie, i cui primi episodi ho trovato incredibilmente avvincenti. Agli albori, Jean e Nadia, in compagnia del leoncino King, vivono tutta una serie di particolari avventure, che li portano a fare la conoscenza della piccola Marie, fino a quando non si stabiliscono definitivamente sul sottomarino Nautilus del comandante Nemo. Da qui, ha inizio la parte migliore della storia, in cui non soltanto vengono approfonditi i due protagonisti e i vari comprimari, ma soprattutto si trattano alcuni temi molto importanti. Innanzitutto, l’utilità e, al contempo, la pericolosità della scienza, che in mano a persone dalle losche ambizioni può avere terribili conseguenze.
"Quando un uomo può attingere a una forza immensa, quasi sempre ne abusa, causando rovina".
Ancor più importante, forse, “Nadia, il mistero della pietra azzurra” è un anime che parla della guerra, mostrandola in tutta la sua crudeltà e brutalità, ripudiate a gran voce da Nadia.
"L'uomo è un essere vivente quanto mai interessante: scatena le guerre per cercare la pace e non capisce che combattendole la distrugge".
"Perché gli uomini che vivono su un pianeta tanto bello, non fanno altro che combattere fra loro?"

Mentre impartisce questi insegnamenti, per nulla nuovi ma sempre attuali, allo spettatore, l’anime si diletta a mostrare alcuni dei più nascosti misteri del mondo, portando alla luce una tecnologia avanzatissima ante litteram, ma lasciando da parte, allo stesso tempo, il mistero più importante di tutti, quello della pietra azzurra di Nadia.

Senza aver scoperto poi molto su questo enigmatico gioiello e dopo aver potuto godere della compagnia del comandante Nemo e dei membri del Nautilus, a poco più di metà serie, si viene traghettati nella terribile saga delle isole, che è quanto di più brutto io abbia visto da diverso tempo a questa parte. L’arco narrativo in questione ha la durata di ben dodici episodi, quasi un terzo della serie, rovinandone completamente l’esperienza o, almeno, così è stato per me. Il passaggio dalla saggezza alle gag di stampo cartoonesco, dalla regia ottima ad un’altra pessima e raffazzonata, condita di un capitombolo tecnico clamoroso, da una scrittura degna di un’opera importante a una ridicola e penosa, dove tutto ciò che è menzionato per secondo è emblematico della saga delle isole, è talmente drastico da far cadere le braccia. Fossero stati un paio di episodi, ci sarei anche passato sopra, ma lo strazio dura veramente troppo, tant’è che avrei droppato tranquillamente, se non mi fossi trovato all’ultimo terzo della serie. Inoltre, la saga delle isole è quella che mette più in risalto l’orribile carattere di Nadia, che da tsundere diventa una ragazzina insopportabile sempre sul piede di guerra con Jean, l’unico che le è sempre stato vicino oltre a King e Marie. Noia e abominio sono le parole che meglio descrivono la saga delle isole, di cui si salvano soltanto un paio di episodi, la scena del bacio al chiaro di luna e quella dei funghetti allucinogeni.

Dopo puntate intere di nulla tombale, gli autori calano il poker d’assi: spiegoni alla “One Piece” - quello dei balloon grandi come case -, difficili da metabolizzare, almeno per il sottoscritto, e un rapido susseguirsi di avvenimenti che sembrano privi di logica, quando invece ce l’hanno eccome. Risultato finale? Ad un certo punto, non vedevo l’ora che l’anime terminasse, perché, pur avendo un grande finale, e questo lo riconosco, tutta la saga delle isole aveva completamente fiaccato il mio entusiasmo, sostituito alla fine dalla rabbia per quello che poteva essere e, purtroppo, non è stato. Magari vi sembrerà esagerato, ma, per quel che mi riguarda, una saga intera è stata in grado di rovinare una buona serie e un ottimo finale. Poi, la saga delle isole non l’ha diretta Anno, non tutta almeno? Poco importa, perché ancora una volta, un anime con il suo nome è stato per me fonte di enorme delusione.

Morale della favola, guardatevi “Nadia, il mistero della pietra azzurra”, saltando però completamente gli episodi dal 23 al 34, fatta eccezione per il 30 ed il 31. In questo modo, potrete godere di una visione veramente piacevole.

P.S. Prima che qualcuno si lamenti del voto, anche se molti si soffermeranno soltanto su quello piuttosto che sulla recensione in sé, perché “Eh, Anno miglior regista del globo terracqueo”, vi mostro anche il calcolo: 7,5 (saga sul Nautilus) + 4,5 (saga delle isole) + 8 (finale) = 20.
20 : 3 = 6,66666667. Esistendo il mezzo voto, non si arrotonda per eccesso a 7, bensì per difetto a 6,5. Calcolo eseguito con successo.

Nicola Scarfaldi Cancello

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
L'influencer dice: «Immagina dare 7 a "Nadia - il mistero della pietra azzurra"», ma il saggio dice: «Immagina dare più di 7 a Nadia - il mistero della pietra azzurra"».

Trasmessa in Giappone tra il 1990 e il 1991, produzione Gainax e avente alla regia di quasi tutta la serie Hideaki Anno, figura che i più conoscono soprattutto per quell'anime giusto un tantino famoso chiamato "Neon Genesis Evangelion", "Nadia" è una serie di trentanove episodi che prende ispirazione dalle opere di Jules Verne, in particolare "Ventimila leghe sotto i mari", e dal mito di Atlantide, per creare una serie d'avventura con una forte componente steampunk che, verso la fine, vira sempre più verso un immaginario vicino alla fantascienza classica (anche se, per forza di cose, a uno sguardo moderno appare retro-futuristico).
C'è quindi molto del romanzo scientifico, c'è molto delle opere giapponesi ad esso ispirato, ci sono varie citazioni ad altre opere giapponesi non direttamente collegate, a dire la verità c'è anche un po' di Zecharia Sitchin, ma, soprattutto, c'è una forte identità personale che rende la serie riconoscibile e memorabile.

Però i difetti non mancano.

La prima cosa che mi lascia perplesso di "Nadia - il mistero della pietra azzurra" è che la protagonista, Nadia appunto, sia il personaggio gestito peggio dell'opera, e questo anche prima dell'abisso tecnico noto come "Arco delle isole".
La caratterizzazione di base sarebbe che lei sia questa ragazzina un po' capricciosa e testarda, vegetariana e che ha una visione idealistica di come dovrebbe essere il mondo, oltre a provare una certa ostilità verso la tecnologia (contrapponendosi all'altro protagonista, Jean). Tutto questo anche giustificato dal fatto che, di base, lei ha quattordici anni.
Il problema è che Nadia non evolve mai.

Davvero, da scrittore sono rimasto interdetto nel constatare che, dopo momenti in cui ci si aspetterebbe la maturazione e l'evoluzione del personaggio, qualche episodio dopo (a volte addirittura l'episodio dopo), Nadia si dimostri la stessa rompiscatole che era in partenza. Questa ragazzina ogni due per tre deve mettersi a frignare e sparare frasi del tipo: "Eeeeeh! Ma mangiate gli animali, che cosa brutta!" o "Eeeeeh! Uccidete le persone (che volevano ucciderci sino a qualche secondo fa, nda), siete dei rozzi villani violenti".
La cosa è talmente evidente che, all'inizio dell'arco narrativo finale, tutta l'evoluzione psicologica di Nadia si regge su un'unica frase che dice in quel momento, quasi Hideaki Anno, dopo aver lavorato venticinque ore su ventiquattro iniettandosi ramen per via endovenosa (questo è quello che ho capito informandomi sulla produzione), si sia detto: "Poffarbacco! Me l'ero dimenticato", e abbia digitato sulla sceneggiatura la prima cosa che gli è venuta in mente, tutto attaccato, senza mettere spazi.
Nulla potrà togliermi questa immagine pittoresca dalla mente.

Non mi è mai capitata un'opera dove è così evidente che il personaggio scritto peggio sia il protagonista.
E, come ho detto, tutto questo senza prendere in considerazione l'arco narrativo delle isole.

Questi episodi che vanno dal 24 al 34 sono "infamosi", perché ritenuti all'unanimità la parte peggiore della serie, e sono d'accordo.
La colpa, se la dobbiamo dare a qualcosa, è dei mille casini produttivi che ci sono stati dietro la serie (cosa che accade a tutte le opere di Anno, fossi in lui mi farei delle domande) e sono semplicemente un abisso tecnico. Dai disegni e dalle animazioni che vanno dal brutto al bruttissimo, la scrittura che in alcuni casi quasi non è pervenuta, e alcuni dei modi più onestamente imbarazzanti per riempire spazio nelle puntate.
Dico davvero, c'è un intero episodio di viaggi mentali di Jean con la stessa animazione di Nadia riciclata, e un episodio con montaggi musicali. Mi ha riportato alla mente i tempi bui della mia infanzia, quando guardavo NekoTV che trasmetteva a ripetizione trailer e video musicali di artisti giapponesi a caso, per nascondere che il canale stesse morendo.

Per fortuna, con l'inizio dell'arco narrativo finale e il ritorno di Anno alla regia (non c'era lui dietro questi episodi), la serie si riprende e ritorna più o meno quella che era sin dall'inizio.
Con il finale vero e proprio che sa essere abbastanza d'impatto e anche un po' inquietante per alcuni risvolti narrativi.

Quindi, sì.
"Nadia - il mistero della pietra azzurra" è sicuramente un'opera importante, piena di pregi e dall'identità ben riconoscibile, capace di far sognare e di far provare forti emozioni grazie alla maestria con cui sono gestiti i suoi viaggi e le sue scene di azione, e offre anche spunti su dei temi interessanti. Però, per più motivi, ci sono dei difetti così evidenti che, dovendo guardare all'opera nel suo insieme, vanno considerati.
Possiamo comprenderli, forse anche giustificarli, ma l'onestà intellettuale di un esame critico, quale è la recensione, non permette di dimenticarli.

Auf wiedersehen!

P.S. Immaginatevi se Neo inciampava nel cavo della corrente...


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Just Alright

Episodi visti: 39/39 --- Voto 4
Non ho mai guardato questa serie quando andava in onda in TV, quindi non ho alcun tipo di nostalgia o preconcetti nei suoi confronti; ho deciso di recuperarla, data la curiosità verso quella che è la prima serie TV Gainax e parimenti l'esordio alla regia di Anno. Sfortunatamente, mi ritrovo con ben pochi commenti positivi.

I protagonisti di 'Fushigi no Umi no Nadia' sono Jean Lartigue, un giovane inventore francese, e Nadia, una ragazza orfana dalle origini sconosciute, accompagnata da un cucciolo di leone chiamato King.
Nadia è in possesso di un gioiello, la 'Blue Water', motivo per il quale è costantemente seguita da un trio che vuole ad ogni costo impossessarsene; è l'aiuto di Jean nei suoi confronti che sancisce l'evento della loro avventura insieme, data la natura empatica di lui che vuole ad ogni costo salvarla e liberarsi da chi li insegue. Molto presto si imbatteranno nel sottomarino da guerra Nautilus: qui conosciamo il resto del cast che accompagnerà i protagonisti per una buona parte dell'opera. È fin da subito chiaro che c'è qualcosa che non quadra nell'ambientazione; infatti, per quanto sia ambientata nel 1889, il Nautilus, così come altri esempi di alta tecnologia, dimostrano che c'è qualcosa di misterioso che permette l'esistenza di essi nel mondo protagonista.
Dopo aver costruito un aereo e decollato verso la terra ferma, Nadia e Jean vengono abbattuti, mentre si avvicinano a un'isola popolata da strani uomini mascherati. È qui che vengono introdotti gli antagonisti della serie, l'organizzazione di Neo Atlantis, che, guidata da Gargoyle, lavora con zelo verso i propri misteriosi e iniqui obiettivi.

E purtroppo non sono gli unici personaggi ad essere introdotti: infatti, i protagonisti salveranno una bambina di nome Marie, rimasta orfana dopo l'assassinio dei genitori da parte degli spietati seguaci di Gargoyle. Partendo dal presupposto che, una volta rivelatale la verità riguardo l'omicidio, il lutto di Marie nei loro confronti duri trenta secondi, per poi tornare ad essere la stessa bambina Genki che ha impiegato meno di un episodio per farsi odiare, Marie è un pessimo personaggio sotto ogni punto di vista.
Non voglio impuntarmi eccessivamente su quello che è un personaggio secondario, ma è importante soffermarmi, se voglio trasmettere quanto la sua presenza mi abbia rovinato l'esperienza. A partire dalla voce, che non posso descrivere in altro modo se non come grattugia-timpani (giusto specificare che ho guardato la versione con audio originale giapponese), la sua presenza è inutile. Ma forse inutile non rende adeguatamente l'idea: essere inutile per un personaggio significa che, se ogni sua scena venisse rimossa, la narrazione non subirebbe alcun cambiamento fondamentale. Ma, oltre a questo, che è sicuramente il suo caso, abbiamo il problema che le parti che lo staff decide di dedicare a lei (e parliamo anche di metà episodio) addirittura detraggano dall'esperienza, perché sono insopportabili. Veramente enigmatica la sua presenza in questa serie, ma, avendo guardato svariati anime di quell'era, sembra che avere un infante tra il cast fosse quasi un obbligo, magari per far sembrare le serie più kid-friendly, non so. Una piccola tangente anche su King, che in realtà condivide molte delle sue qualità con Marie, principalmente quella di essere completamente inane, con la differenza che invece di urla stridule emette versi irritanti.

Tornando al duo protagonista, abbiamo un ragazzino ambizioso ma scialbo: al di fuori della sua intelligenza ha ben poche altre qualità degne di nota, niente di unico o memorabile, e di certo non è in buona compagnia. Nadia è odiosa e petulante. Ha ideali da pacifista e animalista, ma oltre a questi non mostra altri segni di personalità. Per tutta la serie continuerà inesorabilmente a predicare ciò che crede, che non è sicuramente una cosa negativa, il problema è che sono discussioni non portano assolutamente a nulla, nessuno sviluppo conseguente agli infiniti litigi che ha con quasi ogni membro del cast che interagisca con lei.
È impressionante come nonostante la durata di trentanove episodi l'anime non riesca a sviluppare decentemente praticamente nessuno dei suoi personaggi, con eccezione forse di Nemo ed Elektra. Le azioni compiute da Nadia in certi momenti della storia potrebbero far intendere altrimenti, ma non sono affatto il risultato di uno sviluppo organico del personaggio, semplicemente agisce così perché gli sceneggiatori glielo impongono, per far avanzare la storia; dopo ogni occasione utile per farla crescere, ritorna ad essere l'insopportabile ragazzina che è stata fin dal primo episodio.

Non è affatto raro trovare serie da ventiquattro/ventisei, se non addirittura undici/tredici episodi, che hanno un cast molto più profondo e sviluppato, un gruppo di personaggi che alla fine dell'avventura si può asserire sia diverso rispetto a come fosse all'inizio. Chiedo perdono per i toni acrimoniosi della recensione, sembra quasi che mi abbia fatto un torto personale.
Ma non sono affatto sentimenti infondati. Specialmente se consideriamo che, dopo quello che, quando accade, è il momento più importante della serie, ci sia una sequenza ripugnante di episodi filler che mi hanno portato a perdere la sanità mentale. Ad un certo punto mi sono messo addirittura a 'skippare' parti di episodio. Ovviamente assicurandomi di non perdermi nulla di importante, cosa non così difficile, visto che la definizione stessa di filler implica inutilità.

Per quanto riguarda il villain, Gargoyle, anche qui ci troviamo di fronte a piattezza e banalità. Anche dopo la rivelazione riguardo le sue motivazioni e l'origine di Neo Atlantis, rimane un comunissimo cattivo, per non parlare della persona per la quale lavora, sul quale non mi soffermo, perché non voglio 'spoilerare' niente che non si possa trovare nelle descrizioni della trama che si trovano online. Ma ovviamente incubo e odio anche nei suoi confronti, l'ennesimo personaggio scritto pietosamente.

Una menzione che non sapevo dove piazzare nella recensione è rivolta alle costanti gag, che infettano la maggior parte degli episodi: non fanno ridere, sono prevedibili, colme di cliché che anche nell'anno di uscita dell'anime erano già state abusati a morte, e di conseguenza trovo ingiustificabili.

L'animazione ha pochi alti (che, devo dire, meritano) e molti bassi, tocchiamo il fondo un'innumerevole quantità di volte, specialmente nella streak di filler menzionata prima. La regia e la sceneggiatura sono sterili, non si contraddistinguono in alcun modo se non per i loro errori; ci tengo a fare notare in particolare una scena dei primi episodi: i protagonisti si trovano intrappolati all'interno di un'abitazione, con l'entrata sotto tiro da svariati uomini col fucile. È in questo momento, mentre l'inquadratura mostra il punto di vista dei tiratori, che sentiamo il rumore di una porta aprirsi, facendo intendere che i ragazzi siano scappati dal retro, ma la successiva inquadratura dall'alto mostra che quella casa non aveva affatto una porta secondaria.

Insomma, se dovessimo considerare solo le qualità positive, questa serie per me sarebbe a malapena sufficiente. Perché, anche escludendo i quasi infiniti problemi che ho con essa, tirando le somme stiamo parlando di una storia mediocre, una serie dove i momenti degni di nota sono esigui. Farei comunque fatica a consigliarla a qualcuno.

Un generoso 4/10.


 1
Gabe the third

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
"Il mistero della pietra azzurra" narra l'incontro di due giovani ragazzi: Nadia, una giovane circense orfana in cerca delle proprie origini, e Jean, un brillante e allegro appassionato di scienza e inventiva che si offre di accompagnare la giovane circense verso l'Africa, luogo dove, secondo Nadia, sarebbe nata. Questo incontro porterà i due giovani ad affrontare un lungo viaggio pieno di avventure, misteri, pericoli, conflitti, e faranno conoscenza con altri personaggi, alcuni amichevoli, altri ostili, fino a scoprire il misterioso scopo della pietra azzurra che Nadia porta con sé.

Una grande storia che continua ancora oggi a stupirmi, piena di momenti avventurosi, adrenalinici, comici, romantici, drammatici e anche tragici. Tutto ovviamente arricchito da un cast di personaggi ben caratterizzati e indimenticabili: oltre ai due protagonisti Nadia e Jean, meritano molto anche il divertente trio di Grandis, Sanson e Hanson, il misterioso capitano Nemo e il sinistro e ambizioso Gargoyle. Se devo dare una nota dolente, a volte la rigidità e la pignoleria di Nadia può risultare molto pesante in certe situazioni, fortunatamente ciò non rovina più di tanto l'esperienza.

L'animazione è ben realizzata e curata, dai personaggi alle ambientazioni, quest'ultime molto varie anche d'atmosfera: dagli ambienti urbani, alle fitte foreste, dalle isole tropicali, ai più oscuri fondali marini, fino a misteriose città abbandonate.
L'arco narrativo tra gli episodi 23 - 29 purtroppo ha esagerato un po' con la comicità, portando una sorta di squilibrio nell'avventura, tuttavia è una cosa che posso anche perdonare, visto che certe situazioni mi hanno fatto morire dal ridere.
Un'ultima nota che aggiungo è che avrei preferito sapere un po' di più sull'imperatore Neo, si sa proprio troppo poco di lui e sono curioso di sapere che carattere aveva, qual era il suo rapporto con Gargoyle e come viveva il suo popolo. Magari una serie prequel incentrata su di lui non sarebbe una cattiva idea.

In conclusione, un'avventura emozionante da vedere e rivedere.


 1
andynest

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
"Nadia - Il mistero della pietra azzurra" è una serie del 1990 creata da Hideaki Anno presso lo studio Gainax.

La serie ruota attorno a Jean, un ragazzino che sogna di diventare un inventore, che incontra Nadia, una ragazza senza famiglia che è in cerca delle sue origini, e che ha al collo una pietra azzurra misteriosa e con poteri particolari. Alcuni vorranno rubargliela, ma Jean deciderà di aiutarla, e insieme affronteranno un viaggio per scoprire le sue origini. Questa storia è liberamente ispirata a "Ventimila leghe sotto i mari", infatti qui troviamo il sottomarino Nautilus e il capitano Nemo, e il viaggio che conducono per buona parte della serie i protagonisti è attraverso i mari.

È una serie che, nonostante possa non sembrare, diventa emotivamente potente e anche dura in molte circostanze: parliamo sempre di Hideaki Anno, che è colui che successivamente creò "Neon Genesis Evangelion", e qui si nota tutta la sua nota a tratti comica e a tratti tragica che lo contraddistingue.
Le musiche sono ad opera di Shiro Sagisu, un maestro delle colonne sonore, e sono quanto di meglio si potesse desiderare. Yoshiyuki Sadamoto al character design rimane sinonimo di qualità.

Il problema della serie purtroppo rimangono gli episodi dell'arco delle isole, che tutto sommato sono piacevoli, ma che hanno ricevuto ingenti problemi di budget, e poi purtroppo dovuti anche all'allontanamento di Anno alla regia, seppure ci siano un paio di episodi di grande qualità in quell'arco. Ma a parte questo la serie poi diventa perfetta, come lo era stata anche prima. Ogni cosa è al suo posto, ogni mistero è ben pensato, le caratterizzazioni sono tutte diverse e uniche. Nadia stessa la si può amare e odiare, proprio per il suo essere estremamente umana.

È una serie fantastica che deve essere vista, soprattutto con il ri-doppiaggio privo di censure, per poterne assaporare ogni piccola particolarità, per apprezzare al meglio la bellezza di questo gioiellino dell'animazione.


 9
MayuriK

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
"Nadia - Il mistero della pietra azzurra" ("Fushigi no Umi no Nadia") è un anime del 1990 prodotto dallo studio Gainax e supervisionato/diretto da Hideaki Anno, alla sua seconda regia di una serie televisiva.
Proprio la direzione a cura del padre di "Neon Genesis Evangelion" è stato il motivo che mi ha spinto a recuperare questa serie di trentanove episodi.

Parto dicendo che ho trovato questa serie gradevole, e, nonostante l'età, ne ho apprezzato la visione. Il maggior fattore negativo riscontrato sta però nella instabilità generale del prodotto nel corso dei vari episodi, sia per quanto riguarda la scrittura e trama che per la qualità tecnica. Ma andiamo con ordine.

L'anime racconta la storia dei nostri due protagonisti, Nadia e Jean, che, dopo essersi incontrati all'Esposizione Universale di Parigi del 1889, intraprenderanno un viaggio alla scoperta del passato di Nadia e del mistero della pietra azzurra che porta al collo.

La serie parte leggermente in sordina, ma dopo qualche episodio arrivano dei buoni spunti (la serie è liberamente ispirata al romanzo "20.000 leghe sotto i mari") e si fa interessante. In seguito a questa parte però, l'anime cala, portandoci numerosi episodi in gran parte riempitivi (filler) che poco servono allo sviluppo della trama.
Questa poi si riprenderà, assumendo anche toni drammatici, nella parte centrale della serie, per poi calare a picco, in particolare nella parte subito precedente ai quattro episodi finali; questi rivedono di nuovo un'impennata della scrittura, anche per quanto riguarda la maturità dei temi trattati e la drammaticità dei fatti narrati.

L'approfondimento dei personaggi è anch'esso caratterizzato in modo non omogeneo: ne abbiamo infatti alcuni/e che sviluppano un carattere credibile e originale (in particolare Nadia), altri che sono principalmente un'accozzaglia di stereotipi. Punto focale della serie rimane sempre il rapporto tra il positivismo e l'entusiasmo per la scienza (impersonati principalmente da Jean) e dalla negazione e consapevolezza dei danni che quest'ultima può causare se usata in modo sbagliato.

Questo meccanismo di salite e discese si ripresenta anche per la qualità tecnica della serie: passiamo infatti da momenti tecnicamente ottimi, con animazioni pregevoli che risultano molto godibili anche viste in questi anni, a interi episodi animati davvero in modo approssimativo e legnoso, con i disegni dei visi dei personaggi che a momenti sembrano altre persone per quanto sono mal realizzati.
Da tutto ciò è chiaro come la produzione abbia deciso di allocare il budget, insufficiente a mantenere un'alta qualità per tutta la serie, su alcuni episodi chiave, lasciando gli spiccioli per gli altri.

Cenno a parer mio va fatto alla fotografia dell'anime (che, ricordo, nelle serie di animazione questa si riferisce alle fotografie che vengono fatte ai lucidi dei vari frame): in molti momenti infatti si nota una messa a fuoco non perfetta, e ciò risulta davvero molto fastidioso, visto con la qualità video attuale (probabilmente con i vecchi TV a tubo catodico la cosa non si notava).

Infine, breve rimando va fatto al comparto sonoro, che risulta buono e presenta una colonna sonora (nonché la opening e la ending) di gradevole fattura.

Tra i pro: storia interessante e con ottimi spunti; buona colonna sonora; alcuni episodi molto ben animati.

Tra i contro: qualità non costante nel corso della serie; eccessiva diluizione della storia e numerosi episodi filler; caratterizzazione dei personaggi non omogenea.

"Nadia - Il mistero della pietra azzurra " è perciò un anime che tutto sommato ho apprezzato, è ricco di ottimi presupposti e ha anche una trama interessante, ma che presenta innumerevoli difetti che ne inficiano la riuscita finale.
Per rendere questa serie un prodotto ben più pregiato, sarebbe bastato concentrare il numero di episodi, che sono troppi e ricchi di filler; a parer mio la serie sarebbe potuta durare benissimo una decina di episodi in meno (ma probabilmente si poteva condensare nei canonici venticinque/ventisei episodi) e sarebbe risultata più gradevole e con meno problemi di scarsa qualità tecnica.

Sono comunque stato contento di essermi recuperato quest’opera, che rimane comunque importante per la storia dell'animazione giapponese, e nella quale i fan di "Neon Genesis Evangelion" troveranno sicuramente molti fattori che Anno ha ripreso nella sua serie di qualche anno dopo.

Khyrone

 4
Khyrone

Episodi visti: 39/39 --- Voto 5,5
Do meno della sufficienza a questo anime, perché un’opera va giudicata nel suo complesso.
Il soggetto della serie è molto valido, fine ‘800, piena Rivoluzione Industriale, con atmosfere steampunk liberamente ispirate alle opere di Jules Verne. I primi episodi sono ben fatti, i personaggi ben caratterizzati e la storia coinvolgente. Purtroppo a metà finisce per arenarsi in una serie di puntate che denotano un evidente calo della qualità, sia come storia che come disegni, perdendo completamente il filone narrativo e inanellando episodi da sitcom grottesca e un po’ ridicola, narrando situazioni e interazioni tra i personaggi che non aggiungono nulla all’atmosfera creata in precedenza, anzi ne sviliscono e svalutano il valore acquisito. Nelle ultime puntate cerca una ripresa, in parte ottenuta ma vanificata dal finale scontato e un po’ troppo forzato.
Purtroppo, un capolavoro mancato che meriterebbe, a mio avviso, una riedizione affidata magari a qualche studio di animazione che sappia dargli il lustro che merita.


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Nemesis Ra Algol

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
“Fushigi no Umi no Nadia” rappresenta il punto più alto raggiunto sia da Hideaki Anno che dalla stessa Gainax. I motivi saranno ben spiegati in questa esaustiva e completa recensione.

Hideaki Anno e la Gainax, dopo aver dimostrato con “Punta al Top! GunBuster” come rivoluzionare in soli sei OAV la grafica, i dialoghi e lo stile degli anime, capirono che era giunto il tempo di puntare a realizzare qualcosa di molto più ambizioso; il nuovo progetto era appunto “Fushigi no Umi no Nadia”.

Hideaki Anno, alla sua prima regia, si dimostra un grande talento visionario, innovativo e capace di creare un perfetto mix di generi, frutto anche delle numerose ispirazioni da cui prese spunto, mescolando e aggiornando alcuni anime e generi di opere famose, in maniera perfetta.
Purtroppo Anno era anche troppo giovane, quanto la stessa Gainax, la quale, accecata dall'enorme successo commerciale e di gradimento, non si rese conto che produrre trentanove episodi di quella qualità con il loro budget a disposizione si sarebbe rivelato quasi un suicidio.
Così Anno dovette letteralmente logorarsi di lavoro, per mantenere elevata la somma qualità di quello che lui e la Gainax stavano creando. Nonostante gli sforzi, a un certo punto, Hideaki Anno e la Gainax, per salvare la serie dal tracollo finanziario nonostante l'enorme successo, si videro costretti a passare temporaneamente la produzione a studi coreani, e la regia passò a Shinji Higuchi dall'episodio 23 al 34.

Va precisato, in merito alla temporanea gestione giappo-coreana, che i pettegolezzi su questa parte sono più frutto di un passaparola esageratamente negativo piuttosto che il risultato di una sapiente e attenta visione. Infatti, anche se il primo episodio giappo-coreano è il 23, quest'ultimo porta avanti bene la trama e si rivela degno di altri episodi di Anno. Il 24 prosegue anche lui dignitosamente la trama delle isole, seppur in lieve calo, mentre dal 25 al 29 e dal 32 al 34 sono realmente pessimi, ma sono solo otto in tutto. Questo perché non tutta la regia e produzione di Shinji Higuchi fu scarsa, anzi! Negli episodi 30, 31 e soprattutto 35, la trama riprende quota molto bene, a tal punto da sembrare praticamente che sia stata diretta da Hideaki Anno!
Ad ogni modo gli episodi eccelsi, buoni o ottimi, sovrastano e compensano ben oltre gli otto episodi effettivamente pessimi, con un rapporto nei fatti di trentuno a otto. Specie considerando quelli epici dal 36 al 39, che, grazie al ritorno di Hideaki Anno, raggiungono l'eccellenza assoluta, annullando in sostanza la ferita giappo-coreana, chiudendo l'anime in maniera eccellente.

Per la realizzazione di “Fushigi no Umi no Nadia” Anno ha avuto geniali idee tutte sue e della Gainax, ma naturalmente nell'anime si notano nette influenze, derivate sia da libri come “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne, da cui l'anime trae il tema delle sfide sottomarine di pura avventura, che ovviamente anche da anime precedenti specifici. Per esempio “Space Battleship Yamato - Star Blazers”, dove le idee vengono inserite in produzione, utilizzando il classico schema del capitano valoroso a bordo di una nave spaziale, in questo caso un sottomarino, con tanto di equipaggio instancabile, rigoroso e suddiviso in compiti e gerarchie di grado.
Un altro spunto preso sempre da un anime precedente è ovviamente quello del capitano Global di “Macross”, per cui Anno e il character designer Yoshiyuki Sadamoto si ingegnano nel prenderne l'aspetto estetico, migliorandone la qualità grafica, raffinandone l'estetica dal punto di vista tecnico per renderlo adatto agli standard del 1990. Tuttavia è sul piano caratteriale che Anno lavora tantissimo di suo su Nemo, creando un personaggio dal carisma ben superiore a quello di un semplice capitano militare.
“Fushigi no Umi no Nadia” diventerà in fase di scrittura, e conseguentemente di produzione, quel perfetto mix di generi che gli permetterà di spaziare tra avventura, commedia, fantascienza, mitologico e azione. Questa formula è fondamentale per la riuscita di un anime di questo calibro e la sua conseguente godibilità, cosa che il suo successore “Neon Genesis Evangelion” non saprà ereditare.

Hideaki Anno a questo punto è pronto a creare assieme alla Gainax “Fushigi no Umi no Nadia”. Il budget viene utilizzato in pieno per tutti i primi ventidue episodi, e male negli episodi già menzionanti a inizio recensione, anche se non va comunque dimenticato il discreto ed essenziale lavoro svolto da Shinji Higuchi, almeno per quei determinanti cinque episodi ben realizzati.
La trama è eccelsa e sfrutta appieno il duro lavoro di pre-produzione e pianificazione, che la Gainax e Anno hanno saputo sapientemente creare. “Fushigi no Umi no Nadia” diviene fin da subito un vero e proprio capolavoro rivoluzionario, riscuotendo un enorme successo, sia da parte della critica, che in maniera entusiasta dal pubblico.

Lo spessore qualitativo e di enorme stile è evidente già nei primissimi istanti, con la famosa frase introduttiva ben costruita e aderente alla trama.

"Sei uno spirito avventuroso? Nelle leggende cerchi forse la verità che dimora, remota e nascosta, oltre le terribili cascate del pericolo? Allora è me che cercherai."

Con questa frase di un'eleganza estrema e ricercatezza parte finalmente l'anime. Un anime ambientato verso la fine della rivoluzione industriale nel 1889-90, che però, grazie ai mesi di duro lavoro svolto da Anno e la Gainax, potrà spaziare tra sceneggiature tipiche di quel periodo, per poi potersi permettere stile, dialoghi e personaggi decisamente più vicini ai nostri tempi moderni, piuttosto che limitarsi al contesto storico di quel periodo. Questo grazie soprattutto alla geniale idea di inserire una civiltà antica ma estremamente tecnologica come quella dell'antica Atlantide, che poi si rivelerà il potente motore dell'intera opera.

Solitamente, in questo genere di anime, i personaggi principali hanno una loro importanza rilevante, ma non sono sempre determinanti ai fini della trama e della godibilità. Perché comunque supportati dal lavoro di pre-produzione, produzione e post-produzione. In questo caso invece i personaggi sono talmente ben scritti e caratterizzati in maniera maniacale, da essere sia parte integrante fondamentale per la trama, che determinanti per la fruizione di un anime avvincente come questo.
Inoltre Hideaki Anno sui protagonisti di “Fushigi no umi no Nadia” è stato davvero intelligente e conseguentemente innovativo. Per esempio, di solito c'è un protagonista assoluto che spicca su tutti, che corrisponde a quello più positivo e a volte legato al nome stesso dell'anime o in genere a quello più importante e carismatico. In questo caso invece tutti gli schemi sul valore dei protagonisti vengono stravolti, e quelli che inizialmente sembrano essere i protagonisti si ritrovano a essere nei fatti quelli meno influenti.

Il nome di quest'anime ha Nadia al suo interno, eppure solo guardando l'anime si potrà veramente scoprire il suo reale valore. Nadia ha un carattere particolare, mi limito a questa descrizione per evitare spoiler.
Jean Luc Lartigue, coetaneo di Nadia, fin dall'inizio invaghito di lei, si dimostrerà completamente differente rispetto a quanto vuole far intendere l'inizio della serie. Rivelando una marea di sfaccettature sia caratteriali che a livello di ideologie e mentalità, che nei fatti vanno ben oltre quelle di un compagno d'avventura. Ovviamente non mi riferisco banalmente alla sfera sentimentale, intelligentemente gestita da Anno, ma alla caratterizzazione profonda di Jean.
Marie Anne Löwenbräu, per esempio, pur essendo una bimba di soli cinque anni, nel corso della serie si dimostrerà sorprendentemente in costante evoluzione, decisa e sempre attiva, sicuramente anche obbligata dalla sua circostanza iniziale, saprà essere un personaggio decisamente rilevante e mai banale.
Un classico esempio di pura ispirazione da altri anime passati è quello del trio Grandis, ovviamente clonato da “Yattaman” nella forma, ma distante anni luce nella sostanza. A capo del trio troviamo Grandis Granva, una donna dotata di grande forza di carattere, orgoglio sconfinato e una determinazione senza pari. Grandis è un personaggio di grande fascino e carisma, anche dotata di grande capacità nel saper ascoltare, per dialogare col cuore. I suoi due aiutanti sono Sanson e Hanson, a chiudere questo trio davvero ben ideato. Entrambi specializzati l'uno nella tecnologia e l'altro nella pura forza, precisione e decisione, sapranno anche loro rivelarsi parecchio riusciti e pieni di dettagli caratteriali, ben delineati e differenti.
Electra è indubbiamente tra i personaggi più importanti. Si tratta di un ragazza molto sveglia, decisamente intelligente e dotata di enorme fascino. Non però quello banale che deriva dal fisico o dal viso, ma dal suo carattere. Grazie a uno stile sempre razionale, gentile e calmo, ma tosto e consapevole, Electra è molto rilevante in “Fushigi no Umi no Nadia”.
Nemo è il capitano del Nautilus, descrizione quasi offensiva per quanto è caratterizzato in maniera divina questo personaggio. Nemo è un grandissimo uomo (l'esatto contrario di un certo Gendō Ikari), di quelli in via d'estinzione al giorno d'oggi. Il capitano è depositario di enormi segreti, equivalenti agli enormi pesi sulla sua coscienza e responsabilità. Pesi psicologici dei quali però riesce a gestirne la pressione senza la minima paura. Anzi, il capitano Nemo è pienamente consapevole di ogni sua decisione, ma sa essere sempre responsabile, gentile e profondo come gli abissi oceanici.
E infine arriva lui, il personaggio più carismatico dell'intera serie, nonché vero il proprio collante principale della trama, Gargoyle! Gargoyle è a capo di Neo Atlantide, ma non è solo il nemico principale della serie, lui rappresenta uno dei pochi esempi di villain perfetto per un anime. Dotato anche di un fisico e un'immagine imponenti, a differenza di tanti altri nemici o cattivi di turno, lo stile di Gargoyle è tanto cinico, diabolico, calcolatore e spietato, quanto elegante, ricercato e raffinato. Si tratta di un personaggio dotato davvero di un carattere demoniaco, di cui lui ne è fiero. Gargoyle non scade mai nell'esagerazione banale, risultando credibile e accostabile persino a veri dittatori realmente esistiti, quali Hitler e Stalin. Gargoyle ha una sicurezza in sé stesso tale, da sentirsi perfetto e incontestabile, e non fa nessun sconto ne ha pietà né riguardi di nessuno. Ogni suo gesto, ogni sua mossa o decisione sono calcolati con una precisione maniacale e stile davvero divino - merito enorme va ovviamente al nostro mitico Claudio Moneta, che davvero, per la nuova edizione, si ritrovò il personaggio perfetto, nel momento ideale, e lo interpretò con stile eccellente.
C'è infine un altro personaggio decisamente rilevante, ma è troppo legato alla trama principale, e parlarne creerebbe uno spoiler.
Infine, per quanto riguarda altri protagonisti secondari che compaiono in quest'anime, non li menziono, in quanto sono perfetti come aggiunta, ma del tutto irrilevanti nel concreto.

Hideaki Anno fu davvero un genio nel riuscire a fondere una trama eccelsa, seria e corposa, con l'enorme capacità nel gestire sia la regia che la sceneggiatura. Creando un anime colossal ma mai noioso, tanto da riuscire a rendere avvincenti tutti gli episodi diretti da lui, in un perfetto mix che si traduce in forte coinvolgimento e fondamentale godibilità.

Con tutti questi contenuti di altissima qualità, “Fushigi no Umi no Nadia” ha potuto permettersi di raccontare una trama estremamente solida, con protagonisti dotati sia di grande presenza scenica, che di enorme rilevanza ai fini della trama. Durante lo svolgimento dell'anime, ambientato alla fine dell'epoca industriale tra il 1889 e il 1890 e dal raffinato stile sia steampunk che futuristico, lo spettatore riesce facilmente a sentirsi piacevolmente coinvolto in questo contesto narrativo, perché dotato di quello spessore strutturale e sociale capace di generare enormi emozioni positive.

Solitamente in una recensione parlo del doppiaggio nella parte dell'aspetto tecnico, ma in questo caso è doveroso approfondire proprio la qualità del doppiaggio, in particolare per alcuni personaggi, ma anche per informare chi ricorda quest'anime come “Il mistero della Pietra Azzurra”.
Di anime che andrebbero ridoppiati ne conosciamo moltissimi un po' tutti, ma quello svolto per la nuova edizione in DVD da parte di Yamato del 2003 non è un semplice ridoppiaggio, ma il doppiaggio! Cosa voglio dire? Semplice, che, risentendo quello Mediaset del 1991, sembra davvero di assistere a un altro anime!
Nonostante la bravura maggiore e più espressiva dell'omonima Nadia Biondini nell'interpretazione di Nadia, da un Davide Garbolino già perfetto nel 1991 e un Maurizio Scattorin diversamente buono nel doppiare Gargoyle, il resto del cast originale, specie se paragonato a quello del 2003, è decisamente inferiore, rendendo quest'anime decisamente più banale.
Diversamente, e cosa assai rara, il ridoppiaggio Yamato, oltre a donare i nomi reali a un po' di personaggi, risulta essere qualcosa di molto più di un lavoro di correzione. Sentendo per esempio l'interpretazione di Claudio Moneta per Gargoyle, si assiste letteralmente a un miglioramento fuori parametro. Claudio Moneta infatti non si limita al dovere di lavoro, no, è merito proprio suo il fascino tirato a lucido di Gargoyle. Utilizzando uno stile talmente sofisticato, carismatico e di alto livello, da far pensare che la voce di Gargoyle non sia doppiata, ma che sia proprio la sua! Come se fosse realmente vivo, reale, e non un villain creato per un anime.
Lo stesso discorso vale per il capitano Nemo, che acquisisce una profondità molto più variegata, espressiva e matura.
Concludo con Dania Cericola, la direttrice del doppiaggio del 2003, che, oltre a donare spessore e profondità a tutti i dialoghi, dirigendo l'intero cast di doppiaggio in maniera perfetta, interpreta Grandis con un'energia eccellente.
Sulla base delle mie considerazioni ritengo quindi il ridoppiaggio Yamato del 2003 letteralmente una componente decisiva e non accessoria per poter apprezzare appieno quest'anime e poterlo quindi valutare in maniera decisamente più oggettiva.

Dal punto di vista tecnico “Fushigi no Umi no Nadia” fa il suo dovere, ma non è in linea col 1990-1991. Graficamente sembra un anime di medio-alto budget del 1988, mentre, paragonato ad anime anche di anni precedenti quali “Mobile Suit Z Gundam” del 1985, “Hokuto no Ken” (1984-1987), “Saint Seiya” e quasi tutti gli OAV (“Megazone 23 Part 1 & 2”, “Gall Force”, “Bubblegum Crisis” ecc.) dal 1985 al 1990, ne esce malconcio. Il motivo l'ho già spiegato nella parte in cui parlavo dei problemi in produzione e gestione del budget. “Fushigi no Umi no Nadia” ha sofferto di svariati problemi, che un esteta tecnico del dettaglio grafico come me, a cui non sfugge nulla, tocca analizzare con doverosa perizia.
Il character design di Yoshiyuki Sadamoto risulta curatissimo e ben realizzato per i personaggi più importanti, pieni di dettagli, particolari e dotati di una buona saturazione, colore e contrasti efficaci. Electra invece non gode della stessa cura di Nemo o Gargoyle (fatta eccezione per gli ultimi quattro episodi), con i capelli che non hanno un'adeguata illuminazione dinamica a tre sfumature speculari, né un dettaglio del viso particolarmente elevato. Cosa di cui invece sono dotate Nadia, Grandis e Marie. Il resto dei protagonisti più o meno rilevanti di quest'anime rientrano come dettaglio nella media di una serie del 1988.
Il mecha design è invece curatissimo ed estremamente dettagliato, dai mezzi più semplici di piccole e medie dimensioni a quelli di dimensioni titaniche, coinvolti in un'epica guerra sospesa tra scienza e tecnologia mitologica.
I fondali sono molto buoni e in linea col periodo di produzione per quanto riguarda gli interni, mentre gli esterni sono decisamente meno curati e indietro di cinque anni netti rispetto al 1990-91.
Le animazioni sono eccelse, quelle prodotte dal primo all'episodio 22, tra il buono e il discreto per gli episodi 23, 24, 30, 31 e 35, mentre sono pessime dal 25 al 29 e dal 32 al 34.
Le musiche e le OST di sottofondo sono eccelse, e contribuiscono in maniera determinante nell'arricchire quel famoso mix di svariati elementi menzionati da me, che sono indispensabili per la godibilità in un anime. La sigla di apertura “Blue Water” di Miho Morikawa è davvero un capolavoro di straordinaria interpretazione, aiutata anche dallo splendido montaggio video di ottima fattura. Banale e triste quella di chiusura, al pari anche qua del montaggio delle immagini.

Concludo consigliando fortemente “Fushigi no Umi no Nadia”, a chiunque sia per davvero un cultore degli anime giapponesi di alta qualità, dotati di enorme spessore tecnico-rivoluzionario, e di conseguenza senza tempo.

Nagisa98

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8,5
“Fushigi no Umi no Nadia” (letteralmente “Nadia dei mari misteriosi”, portata in Italia col titolo “Nadia - Il mistero della Pietra Azzurra”) è una serie di trentanove episodi prodotta nel 1990 dallo studio Gainax. La regia dell’anime è affidata a Hideaki Anno, mentre la sceneggiatura a Hisao Okawa e Kaoru Umeno.

La prima puntata dell’opera è ambientata a Parigi, durante l’Esposizione Universale del 1889. Qui il giovanissimo inventore Jean-Luc Lartigue, determinato a vincere il premio per il miglior prototipo di aeroplano, incontra una ragazza dalla pelle scura di nome Nadia che lavora come acrobata in un circo. Quest’ultima è inseguita da un trio di ladri che cercano di rubarle la misteriosa pietra azzurra che porta al collo, ma riesce a sfuggire loro grazie all’aiuto del ragazzo. I due intraprenderanno dunque un viaggio verso l’Africa, quella che Nadia sente sia la sua terra natale.

L’opera qui analizzata può fregiarsi di diverse sfaccettature, diverse “anime” che tutte insieme hanno contribuito a decretarne il successo. “Nadia”, infatti, si presenta innanzitutto come una serie all’insegna dell’avventura, un viaggio rocambolesco dalle tinte fanciullesche ricco di inseguimenti e scoperte. La parte più leggera e spensierata, presente soprattutto nei primi episodi, col passare del tempo finisce però per fare spazio a una più seria e sicuramente indicata per un pubblico più maturo. Il lato dell’anime che più mi ha affascinata è difatti quello più squisitamente ricercato, che fa largo uso di citazioni (a volte nei contenuti, altre solo nelle immagini o nei nomi) storiche, scientifiche, mitologiche, bibliche e letterarie. Come è semplicissimo intuire, l’anime si ricollega in più punti alle opere di Jules Verne, in particolare a “Ventimila leghe sotto i mari”, sia nelle vicende narrate sia nell’impostazione avventuriera-fantascientifica che contraddistingue lo scrittore francese.

La contrapposizione tra i miracoli compiuti dalla tecnologia e dall’ingegno umano e la forza imprevedibile della natura che supera ogni aspettativa dell’uomo rappresenta uno dei temi ricorrenti dell’opera, la quale mostra tutta la sua grandezza e profondità anche nella fantasiosa ma intrigante spiegazione che cerca di dare alle origini della nostra specie. A questo proposito, ci si concentra più volte sullo scontro tra razze differenti, in cui una si ritiene superiore all’altra, e sul modo in cui si utilizza un potere così grande che potrebbe salvare o spazzare via il mondo intero.

Grazie a tutti questi elementi, “Nadia - Il mistero della Pietra Azzurra” aveva tutte le carte in regola per guadagnarsi un meritato posticino tra i capolavori dell’animazione giapponese: un peccato, dunque, che tutta la sua bellezza sia stata parzialmente inficiata da una sfilza di episodi che terribili è dir poco. Le puntate dalla 23 alla 34 (la cosiddetta “saga delle isole”), oltre ad essere ammorbate da un comparto visivo paragonabile a una legnata sui denti, presentano il vuoto a livello dei contenuti: la trama orizzontale non procede neanche di una virgola, mentre quella verticale ci propina gag malriuscite condite con la noia più totale.

Per quanto riguarda i personaggi, l’opera può vantare un cast ricco di figure caratterizzate a dovere. I due protagonisti, in particolare, sono diametralmente opposti e incarnano alla perfezione il conflitto scienza/natura di cui parlavo poco fa: da una lato abbiamo Jean, ottimista e avido di conoscenza, che costituisce l’esempio lampante del positivista fiducioso del progresso scientifico e dei benefici che può apportare; dall’altro Nadia, scettica e testarda, amante della natura e di tutti gli esseri viventi, che dà valore ad ogni vita e per questo si rifiuta di mangiare carne e pesce o uccidere qualcuno per difendere sé stessa. Non v’è dubbio che la ragazza abbia certe caratteristiche affascinanti, che tanto la rendono simile a eroine miyazakiane quali Nausicaa o Mononoke; tuttavia quei difetti che la contraddistinguono vengono troppo marcati nel fatidico capitolo delle isole, e la rendono fastidiosa e petulante oltre ogni sopportazione.
Gli altri personaggi, per fortuna, mantengono una personalità coerente per tutta la durata dell’anime: da ricordare, in particolare, il tenebroso capitano Nemo, la vendicativa Electra o il villain per eccellenza Gargoyle; anche i personaggi più utili al lato comico, come Grandis, Sanson, Hanson e la piccola ma intelligente Marie riescono a conquistarsi in poco tempo la simpatia dello spettatore.

Passando al comparto tecnico, l’anime mantiene disegni e animazioni discreti per gran parte degli episodi, eccezion fatta ovviamente per le puntate di cui sopra (che tra l’altro non furono dirette da Anno ma dal suo assistente Shinji Higuchi); il character design originale di Yoshiyuki Sadamoto si presta bene al tipo di opera raccontata, mentre gli sfondi si attestano sugli standard dell’epoca. Le musiche composte da Shiro Sagisu accompagnano alla perfezione sia i momenti più spensierati che quelli più drammatici, e le sigle di apertura e chiusura entrambe cantate da Miho Morikawa risultano abbastanza orecchiabili.

Tirando le somme, “Nadia - Il mistero della Pietra Azzurra” è una splendida avventura alla ricerca delle proprie origini e di quelle dell’intera umanità. I temi trattati e i continui riferimenti ai più disparati campi del sapere umano la rendono un’opera complessa e variegata: questa, però, non riesce a guadagnarsi l’appellativo di capolavoro per via di un momentaneo flop narrativo e tecnico che ne intacca non poco la visione. Voto: 8 e mezzo.

Sguaida

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Le storie di Nadia, Jean e dei loro compagni di avventura rappresentano per me uno di quei prodotti difficili da recensire. Il motivo è prettamente emotivo: essendo una serie animata della mia stessa età, nata proprio quando nasceva il sottoscritto, è come se fosse avvolta da una coltre di nostalgia che attenua i rumori negativi di sottofondo e amplifica invece le note più positive. In pratica, fatico a darne un giudizio oggettivo, poiché inizio ad essere un vecchio, e in quanto tale tutto ciò che mi ricorda la mia infanzia è intoccabile e dorato.
Ciononostante, dopo decine di anni dalla sua messa in onda in Italia e dopo grossi patemi d'animo, sono riuscito a trovare la forza per concedermi un commento su "Nadia". Un giudizio che, mi scoccia ammettere, è lungi dall'essere elevato e immacolato quanto la mia nostalgia mi illudeva essere.

Già, perché sarebbe da folli non considerare al netto di una valutazione la seconda sezione della serie fino all'episodio 35: un calo così vistoso e vertiginoso da far girare la testa e chiedersi se possa valer la pena proseguire nella visione. Si tratta di buoni sette-otto episodi di una pochezza tale, da farci completamente rimangiare quanto avremmo potuto dire di buono sulla prima metà abbondante e sul finale. Dell'intensità emotiva e narrativa dei primi venti episodi abbondanti non resta nulla; il ritmo serrato e sostenuto, le scoperte sconvolgenti, i poteri e gli avvenimenti incomprensibili, persino quel retrogusto steampunk fatto di vapore e macchinari ingegnosi al limite tra antico e nuovo, tutto quanto viene spazzato via per lasciare spazio a un filone narrativo spoglio, inutile per il 95% della sua durata, che ha ragione di esistere in questa serie come il proverbiale elefante nel negozio di cristalli.
Fortunatamente, però, questo intermezzo di dubbio gusto e dubbia utilità è solo uno stacco isolato, per quanto lungo, e riesce ugualmente a lasciare abbondante spazio prima e dopo di sé a un prodotto di qualità, che emoziona, entusiasma, convince e piace, che fila via liscio senza intoppi e intriga per i tanti misteri presenti.

Altro minuscolo neo, la virata al fantascientifico puro del finale. Certamente le avvisaglie di questo cambiamento c'erano state per tutta la serie, ma mi aspettavo ugualmente qualcosa di meno tecnologicamente evoluto che facesse da prosieguo tematico a quanto era stato utilizzato nella prima sezione di anime. Quel sentore steampunk di cui parlavo prima in stile "Wild Wild West" di Will Smith, con pistoni, vapore, macchinari enormi e impressionanti, era stato secondo me un punto forte delle primissime puntate e aveva subito una certa propulsione dai ritrovamenti stile modernariato sulla civiltà perduta, ma è stato ugualmente messo a tacere nel finale per lasciare spazio a qualcosa più vicino ai mecha di "Neon Genesis Evangelion" (con tanto di riferimenti ad Adam...). Ora, mi aspettavo il cambiamento, ma non pensavo potesse essere così radicale; anche perché, volendo essere pignoli, le vicende sono state ambientate prima del Novecento, quindi qualcosa dal sapore più classico sarebbe risultato più appagante al mio palato.

Concludo. La serie è sicuramente piacevole e merita di essere vista, ma al contempo merita una riflessione la sezione centrale ad alto tasso di sbadigli. Senza di essa il voto avrebbe potuto ambire all'Olimpo, purtroppo si ferma a mezza strada tra terra e cielo, e tinge il mio giudizio con una punta di amarezza neanche tanto trascurabile. Peccato.


 1
Helena90

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7,5
Basato sull'opera "20.000 leghe sotto i mari" di Jules Verne, questo anime del 1990 ci regala una perla dell'animazione giapponese che ogni amante di questo mondo deve vedere (e rivedere) almeno una volta nella vita.
L'anime segue le vicende del giovane Jean che, intento a partecipare all'Esposizione Universale di Parigi, si ritrova presto alle calcagna tre loschi (ma poi non tanto) figuri che inseguono lui e una bella ragazza con il suo leoncino, Nadia appunto. Da questo momento in poi, il ragazzo abbandona tutto per seguire e aiutare Nadia nelle sue disavventure e scoprire la verità sulle reali origini di lei, sulla pietra azzurra che ella porta al collo e addirittura sulla provenienza dell'intero genere umano.

Anime veramente bello ed emozionante dall'epilogo abbastanza scioccante (Marie ce lo racconta e... no, meglio non aggiungere altro) e dalla grafica molto buona per l'anno di produzione. Hideaki Anno, un nome, una garanzia.


 2
edgofglory

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
"Che avventura favolosa tu vivrai", cantava Cristina D'Avena nella opening italiana di quest'anime, probabilmente una delle più belle sigle che siano mai state concesse alla sua voce. "Il Mistero della Pietra Azzurra" in Giappone fu un grande successo, in Italia ebbe un discreto seguito, penalizzato dalle solite censure scellerate di casa Fininvest. Per fortuna nel 2003 ci pensò la Yamato a rendere giustizia all'adattamento, cambiando la maggior parte delle voci (lasciando comunque le più azzeccate: Garbolino - Jean e Sabre - Sanson), ma offrendo la completa esperienza di quest'opera.
Il miglior pregio sono i personaggi, aspetto che poi si è rivelato un marchio di fabbrica Gainax (vedi "Neon Genesis Evangelion"), il maggior difetto il calo della qualità grafica a metà della storia, altra caratteristica nel DNA dello studio d'animazione. Nonostante qualche licenza storica, che però nel contesto animato si può benissimo prendere, è una trama che prende fin da subito, specialmente se i personaggi fanno il loro lavoro. Non è un caso che nel Sol Levante Nadia sbalzò Nausicaä, la popolare eroina creata da Miyazaki, nel sondaggio mensile dei personaggi femminili di anime e manga più amati dal pubblico giapponese indetto da Animage, posizione che ricopriva ininterrottamente dall'inizio del sondaggio nella seconda metà degli anni ottanta. Magari potrà piacere o meno, ma di sicuro è un anime che rimane impresso per tanto tempo. Lo amerà moltissimo l'appassionato di storia che ha come periodo storico preferito la Belle Epoque, lo gradirà meno chi mette al primo posto delle proprie pulsioni i combattimenti feroci o l'azione spasmodica e irrefrenabile. Voto: 8


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Andrea8877

Episodi visti: 0/39 --- Voto 9
"Fushigi no Umi no Nadia", o come è conosciuto in Italia "Il mistero della pietra azzurra", è senza alcun dubbio uno tra i miei anime preferiti, uno dei capolavori di Hideaki Anno e molto probabilmente una delle migliori serie mai passate in Italia.

La storia comincia nel 1889 nel periodo chiamato "Belle Époque", ovvero un periodo storico caratterizzato da grandi innovazioni scientifiche; facciamo la conoscenza di Jean Luc Lartigue, quattordicenne grande appassionato di invenzioni, recatosi a Parigi con lo zio per vedere l'esposizione universale e per partecipare a una gara di volo. Proprio qui incontrerà una ragazza di nome Nadia, della quale si innamorerà subito, e che cercherà poi di salvare da un trio di furfanti interessati a rubarle la pietra azzurra che porta con sé. Jean e Nadia vivranno un viaggio che cambierà per sempre la loro vita, incontreranno il capitano Nemo a bordo del futuristico sommergibile Nautilus, il quale si trova lotta con lo spietato Gargoyle, intenzionato a conquistare il mondo recuperando antiche tecnologie.

Liberamente ispirato al romanzo di Verne "Ventimila leghe sotto i mari", questo anime a mio parere gode di ambientazioni incredibili, la maggior parte ambientate sott'acqua, semplicemente eccezionali e caratterizzate divinamente. "Fushigi no Umi no Nadia" è veramente un qualcosa di incredibile che merita di essere visto dall'inizio alla fine. Le premesse iniziali sembrano molto semplici e, guardando i primi episodi, sembra di trovarsi semplicemente davanti a una storia d'avventura, ma non è così: questa rappresenta anche un viaggio interiore dei protagonisti, i quali si renderanno via via conto di cosa può essere definito giusto o sbagliato, di quale sia il senso e il ruolo della propria vita e di quanto anche il minimo errore possa mettere in pericolo sé e gli altri. Anche i personaggi hanno una psicologia ben tratteggiata e ognuno ha il proprio modo di essere, di rapportarsi con gli altri e di esprimere le proprie emozioni. Nadia è certamente tra quelli meglio riusciti: certo è scontrosa, capricciosa, lunatica e testarda fino all'inverosimile, ma nei momenti più complicati riesce ad avere una tale dolcezza, che nel mio caso riuscirei a perdonarle tutto o quasi.
Sempre restando in tema di personaggi, menzione d'onore per Gargoyle, uno degli antagonisti meglio riusciti di sempre e uno dei miei preferiti in assoluto: spietato (nessuna vita umana ha per lui alcun valore), autodefinitosi divinità, non ha nessuna esitazione a compiere genocidi. Un cattivo che si odierà, ma al contempo risulterà affascinante seguirlo nella sua follia e nella sua brama di portare a termine i suoi piani. Davvero, se amo questa serie, parte del merito è senza ombra di dubbio tutta sua.

L'unico vero difetto che si può imputare a questa serie è il cambio di regia e il lieve calo della qualità delle animazioni che hanno colpito gli episodi che vanno dal 23 al 29: alcuni questi li hanno reputati da pessimi a inutili, io sinceramente non li ritengo così catastrofici; sicuramente la dose di humor aumenta e in sostanza il tutto non è al livello degli episodi precedenti e successivi, ma aiutano a sviluppare ancora certi tratti dei personaggi principali e ben preparano per la fase finale della serie.

Menzione anche per la colonna sonora: semplicemente straordinaria, musiche semplicemente splendide riescono ad enfatizzare al meglio i momenti più comici e drammatici. Infine stupende sia l'opening "Blue Water" sia la ending "Yes, I Will..." di Miho Morikawa: nel mio caso mi sono rimaste impresse e risultano tra le mie sigle preferite di sempre.

Davvero non ho altro dire, se non di guardare quest'opera; per me questa ha rappresentato vivere una vera e propria esperienza insieme a questi personaggi, seguendo il loro viaggio, gioendo e soffrendo con loro, arrivando poi a un finale poi semplicemente epico, un insieme di emozioni che mi rimarranno per sempre nel cuore. Vivete anche voi questa avventura, ne vale davvero la pena!


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okaberintarou

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Recensire "Il mistero della pietra azzurra" è per me un grande piacere, infatti insieme a "I cavalieri dello zodiaco" si tratta dell'anime che mi ha fatto innamorare delle serie nipponiche.

Partendo dal lato tecnico, la serie, per il periodo in cui è stata fatta, è senza dubbio eccellente sia dal punto di vista delle musiche, una delle cose che preferisco, che dei disegni e delle animazioni. Ovviamente non è immune ai difetti di quasi tutti gli anime del tempo, con episodi completamente inutili e animati da cani. Devo stranamente fare un plauso a Mediaset, visto che ai tempi della prima messa in onda ci sono state sì delle censure, ma, visto il periodo e gli obbrobri fatti su altre serie, niente di fondamentale o che abbia alterato in alcun modo il concetto della storia e, anzi, negli splendidi episodi finali sono rimaste intatte tutte le scene, anche quelle più cruente.

La trama, tolti gli episodi che possiamo tranquillamente definire filler, che oltre che essere spesso mal disegnati, sono inutili nello sviluppo della storia e in alcuni casi del tutto fuori luogo, ha un sacco di spunti interessanti e originali: si passa da "Ventimila leghe sotto i mari" ad Atlantide, dall'albero della vita agli alieni e la "nascita" della specie umana, tutto ottimamente raccontato e mescolato egregiamente con gli intrecci che legano i vari personaggi, alcune volte in maniera lineare, altre del tutto inaspettata. Ottima a mio modo di vedere la caratterizzazione di quasi tutti i protagonisti e superba la parte finale della storia, fra le più belle ed emozionanti che ancora ad oggi ricordi.

Lasciando stare la trama, che ho visto in molte altre recensioni, e senza dilungarmi oltre negli elogi, concludo la recensione dicendo che per me che ho visto questa serie a tredici/quattordici anni, si tratta senza dubbio dell'avventura che avrei sempre sognato di vivere.

"Sei uno spirito avventuroso? Nelle leggende cerchi forse la verità che dimora, remota e nascosta, oltre le terribili cascate del pericolo? Allora è me che cercherai."


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TunonsainienteJonSnow

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
L'origine di Fushigi no umi no Nadia risale addirittura ai primi anni '70. A quel tempo il cineasta giapponese Hayao Miyazaki aveva in mente un progetto ambizioso, che prevedeva il concretizzarsi di una storia fantasy intitolata "Around the World in 80 Days by Sea", dove i protagonisti, due giovani orfanelli, fuggivano da un potere maligno, aiutati da un misterioso Capitano Nemo. Il progetto però, non andò mai in porto e ben presto fu relegato in un angolo. Miyazaki utilizzò comunque numerosi elementi di Around the World in 80 Days by Sea per completare il suo successivo lavoro, "Conan, il ragazzo del futuro". Varie idee furono inglobate pure nel film d'animazione del 1986 "Laputa - il Castello nel cielo" a cui "Nadia" si rifà parzialmente.
Nel 1988 la rete televisiva NHK riprende in mano il progetto originario e lo affida alla GAINAX, che si mette nelle mani di Yoshiyuki Sadamoto, senza però convincere la NHK. A questo punto la storia viene girata a Hideaki Anno (divenuto ormai l'ultima speranza) che nel 1989 rielabora a suo modo il contenuto riuscendo così a convincere l'emittente televisiva.
La serie TV che ne scaturisce s'intitola proprio Fushigi no umi no Nadia, e viene trasmessa per la prima volta in Giappone nel 1990. L'anime si ispira liberamente alle opere dello scrittore francese Jules Verne, soprattutto a "Ventimila leghe sotto i mari" e "L'isola misteriosa" (come viene anche sottolineato nei titoli di testa).

"È impossibile! Il potere dello spirito umano non può superare quello della scienza!"
(Gargoyle, cit. simbolo dell'anime)

Ci troviamo di fronte forse al miglior anime che sia stato mai pensato. I contenuti di valore storico-religioso-scientifico sono ineguagliabili! Probabilmente Anno è riuscito a fare di meglio soltanto in Evangelion (l'opera "principe" della GAINAX e di Anno stesso). Ciò che balza immediatamente all'occhio, è la cura quasi maniacale dei dettagli. Ogni data, ogni evento, ogni luogo; tutto risulta essere studiato nei minimi dettagli e ogni cosa che ci viene mostrata è assolutamente plausibile e attinente. La nostra storia fa parte del filone narrativo Steampunk, ci troviamo infatti sul finire dell'800. Il destino unisce in modo indissolubile le vite di due adolescenti, Jean e Nadia, designati per lottare contro un male superiore, un'aura malvagia che desidera inghiottire il mondo e soggiogarlo. Neo Atlantide è il male, e gli atlantidei rivendicano la loro condizione di "creatori dell'umanità", imponendo il loro volere sugli uomini, considerati schiavi e nulla più.
Hideaki Anno in questa serie mette in gioco tutta la sua genialità, mescolando sapientemente diverse culture, miti e credenze. Possiamo affermare che "Nadia" è, in un certo qual modo, la base sperimentale di Evangelion. Il regista riutilizzerà gran parte degli elementi e delle tematiche di questo anime nel suo lavoro successivo, amplificandole.
Menzione d'onore per le colonne sonore, vere e proprie opere d'arte contemporanee!
Ahimè, a circa due terzi dalla conclusione, la GAINAX incappò in numerosi problemi finanziari che costrinsero Anno a cedere temporaneamente la serie nella mani dell'amico e collega Shinji Higuchi (che si occupò del cosiddetto "capitolo delle isole"). Higuchi, neanche lontanamente all'altezza del collega, ha contribuito pesantemente ad abbassare il livello medio dell'anime, rendendo il blocco centrale della serie di una pesantezza estrema, oltre che qualitativamente scarso.

Consigliato a tutti i sognatori, agli avventurieri, a chi in fondo non è mai cresciuto; a chi crede nell'amore e nel potere dello spirito umano...


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AkiraSakura

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Parigi, 1889. Nadia è una ragazza di colore dalle origini sconosciute, che viene sfruttata per il suo charme dal padrone del circo in cui si esibisce. Ella possiede una misteriosa pietra azzurra, che ha attirato un gruppetto di ladri di gioielli i quali le danno la caccia senza tregua. Un giorno come un'altro, per puro caso, ella incontra Jean, un giovane inventore francese che sta partecipando all'Exposition Universelle. Dopo una serie di vicende, i due ragazzi saliranno a bordo del Nautilus, e saranno immancabilmente coinvolti nella guerra tra l'equipaggio del carismatico capitano Nemo e le oscure forze di Neo Atlantide, che tra l'altro sembrano interessate alla pietra azzurra di Nadia, a causa del suo presunto collegamento con l'antica civiltà di Atlantide...

"Nadia e il mistero della pietra azzurra" è un anime che di certo non è passato inosservato. Si tratta di una grande avventura, in cui il mare - come suggerisce il titolo originale, "Nadia dei mari delle meraviglie" - è il vero protagonista; dove la sensazione di trovarsi di fronte ad un'opera dalle infinite possibilità si fa forte. L'anime è stato tratto da un progetto mai realizzato di Miyazaki, addirittura antecedente a "Laputa - Castello nel Cielo" e a "Mirai Shounen Conan"; tuttavia, la supervisione di Hideaki Anno renderà gli sviluppi dei personaggi e delle atmosfere esponenziali; il citazionismo postmoderno tipico del regista plasmerà l'opera di molteplici riferimenti culturali, che verranno fusi assieme creando qualcosa di unico. "20000 leghe sotto i mari", "Yattaman", "Giant Gorg", "Esteban e le Misteriose Città d'Oro", "Macross", "Corazzata spaziale Yamato", "Capitan Harlock", "Il Tulipano Nero"... si potrebbe andare avanti all'infinito con le citazioni: la cultura otaku di Anno è sorprendente, e amalgamata opportunamente non può che contribuire a creare un qualcosa di unico.

E' evidente l'iniziale contaminazione steampunk dell'opera, la quale, per i suoi ingannevoli connotati infantili, di fatto ricalca parzialmente lo stile di Miyazaki. Tuttavia, Hideaki Anno si sente più vicino a Tomino, del quale è sempre stato un grande fan dichiarato: questo si evince dalla caratterizzazione psicologica accurata dei personaggi, dal suo modo di trattare la morte, che viene sbattuta in faccia allo spettatore senza mistificazioni di sorta, con un modus operandi graffiante e realista - tipicamente tominiano. Con "Nadia", allo stesso modo del successivo "Evangelion", Anno traspone la sua personalità nei protagonisti: Jean, il geniale ragazzino appassionato di scienza e tecnica rappresenta il suo lato otaku e fiducioso della scienza; invece, Nadia, la famosa tsundere vegetariana di colore che dà il nome all'anime, il suo lato più legato alla natura, quello più spiccatamente miyazakiano (allo stesso modo di Nadia, anche Anno è dichiaratamente vegetariano).

E' proprio questa, a mio avviso, la grandezza di "Nadia": le principali influenze stilistiche di Miyazaki e Tomino si fondono, creando un anime fiabesco, avventuroso, ma allo stesso tempo in grado di trattare temi complessi, adulti, con una continua ricerca del realismo nella caratterizzazione dei personaggi e del loro modo di comunicare. Il rapporto burrascoso tra Jean e Nadia è anche quello tra la scienza avanzatissima del Nautilus, con tutti i suoi segreti - inimmaginabili dagli scienziati dell'800 -, e la natura incontaminata, con tutte le sue leggi imparziali e crudeli. Il messaggio dell'autore consiste nel compromesso, sia a livello psicologico - le sue due trasfigurazioni animate, tesi e antitesi, amandosi possono formare la totalità del suo Io, la sintesi - che materiale - la scienza è indispensabile per l'uomo, tuttavia la natura va comunque rispettata. Ciò detto, ancora più di queste cose, "Nadia", con il suo splendido finale, è un vero e proprio inno alla vita - le parole finali di Nemo: "Ikiru!", "devi vivere!"-.

Nonostante tutte queste ottime premesse, "Nadia" ha un difetto enorme. I filler. Causa problemi di produzione, un taglio di budget colpisce gli episodi dal ventitreesimo al trentaquattresimo. Questo è il cosidetto "capitolo delle isole", nel quale la regia passa dalle mani di Hideaki Anno a quelle di un suo assistente. La situazione è grave, in quanto il ventiduesimo episodio era stato un grande picco di epicità della serie, uno dei migliori. E' drammatico vedere degenerare l'anime, nel pieno del suo splendore, a commediola sentimentale di infimo ordine, con animazioni pietose (molto probabilmente subappaltate a qualche studio coreano di serie B). A mio avviso, questo capitolo filler si può saltare a priori, in quanto la trama non viene proseguita affatto, anzi, il tutto diventa risibile, con ridondanti gag demenziali di pessimo gusto. "Nadia" per me è una serie da ventisette episodi: l'unico episodio del capitolo delle isole in continuity con la trama originale è il trentunesimo, che consiglio a tutti di vedere.

Dal trentacinquesimo al trentanovesimo episodio, Hideaki Anno ritorna alla regia, e trasforma la sua creatura in una space opera epica alla "Corazzata spaziale Yamato", con rimandi filosofici quasi cyberpunk - verrà infatti accennato il tema della demarcazione tra animo umano e macchina; se lo spirito possa vincere sulla materia (si pensi all'imperatore Neo) -; citazioni prese dalla bibbia, tematiche da letteratura sci-fi di ampio respiro - la creazione della razza umana da parte di misteriose intelligenze extraterrestri. Insomma, si ritorna sulla retta via che si presagiva dagli epici e drammatici episodi precedenti al capitolo delle isole - non posso non citare il lungo flashback di Elettra, un vero e proprio capolavoro di musica e poesia, una di quelle poche scene animate che più sono rimaste impresse nei ricordi della mia vita. I picchi poetici della serie sono infatti indelebili, empatici al massimo grazie alle musiche di un ispirato Shiro Sagisu ("Megazone 23", "Kimagure Orange Road").

Recentemente, la Yamato Video ha ridoppiato "Nadia" senza censure (sconsiglio assolutamente il vecchio doppiaggio mediaset, che presenta addirittura dialoghi inventati). Tuttavia, personalmente, questo è uno dei rari casi in cui preferisco il doppiaggio inglese.

In conclusione, a parte il rammarico per la travagliata fase di produzione, che ha rovinato un potenziale capolavoro assoluto, "Nadia" resta comunque una pietra miliare in grado di lasciare un segno indelebile, che ci ha ammaliato fin da bambini e che è ancora in grado di farlo adesso, data la sua indubbia universalità.


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Titania

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
<b>Contiene spoiler!</b>
"Fushigi no Umi no Nadia" è una serie animata in 39 episodi, conosciuta in Italia come "Nadia - Il mistero della pietra azzurra" e giunta in versione integrale grazie all'adattamento Yamato Video.

Come ci viene ribadito all'inizio di ogni episodio, le vicende narrate si svolgono nel 1889, anno dell'Esposizione Universale tenutasi a Parigi. È proprio in questo scenario di invenzioni e progressi che i due protagonisti hanno il loro primo incontro. Inizialmente Nadia non sembra molto propensa ad accettare l'amicizia di Jean ma, a causa di un gruppo di tre malintenzionati che le danno la caccia per impadronirsi della pietra azzurra che porta al collo, si ritrova a dover far affidamento sull'aiuto del ragazzo e a fuggire con lui: inizia così la loro singolare avventura alla ricerca del passato della protagonista. Non mancheranno difficoltà e sofferenze, ma ci saranno anche interessanti scoperte sull'antico popolo di Neo Atlantide e sulla misteriosa pietra azzurra di Nadia ...

Come molti altri ho conosciuto "Il mistero della pietra azzurra" grazie alle reti Mediaset parecchi anni fa, ma non ricordavo quasi nulla della trama (diciamo pure niente, sigla italiana a parte) e probabilmente non lo avrei rivisto se non fosse stato riproposto da Man-ga in versione integrale. Confesso che mi sarei aspettata di più da questa serie, ma tutto sommato l'ho trovata godibile. In una Parigi sinonimo di opportunità e progresso vengono introdotti i due protagonisti, costretti quasi immediatamente a lasciare la capitale francese per proteggere la pietra azzurra di Nadia dalla minaccia del "trio Grandis". Durante la fuga su uno degli aeroplani progettati da Jean le cose non vanno esattamente nel migliore dei modi: il mezzo precipita in mare e i due ragazzi vengono ripescati dal Nautilus, un sottomarino il cui equipaggio è impegnato in una lotta continua contro i neo atlantidei e contro Gargoyle, il loro leader. La prima parte della serie è conseguentemente incentrata sulle battaglie tra le due "fazioni" e riesce a catturare l'interesse dello spettatore con momenti d'azione e vari colpi di scena, fino all'affondamento del Nautilus e al naufragio di Jean e Nadia su un'isola deserta (che isola alla fine non è). Da questo momento in poi ha inizio la "seconda parte", il cui palcoscenico principale è rappresentato dall'isola e la cui trama subisce un calo notevole rispetto alla prima. La preoccupazione principale dei due ragazzi è trovare il modo di sopravvivere nel nuovo ambiente, procurandosi cibo e materie prime per costruire un posto dove poter vivere. Sono episodi pressoché inutili da un punto di vista narrativo, la storia non prosegue e Nadia si rivela più insopportabile del solito con le sue assurde convinzioni e i suoi modi di fare indigesti. Di tutte le vicende susseguitesi sull'isola soltanto una è veramente significativa: la rivelazione del Red Noah e del destino di Nadia. Si è trattato quindi di episodi in parte necessari, sì, ma sarebbe stato opportuno ridurne il numero al fine di evitare rallentamenti nel ritmo della narrazione ed annoiare così lo spettatore. Superata a fatica la seconda parte ecco sopraggiungere gli episodi conclusivi, sicuramente i più interessanti dell'intero anime che da soli varrebbero un voto alto ma, ahimè, la parte centrale un po' mi frena. Sul finale non ho nulla da ridire, anzi l'ho trovato perfetto.

Nadia, come si intuisce dal titolo, è la protagonista della serie. È una ragazza di 14 anni che non conosce il proprio passato e l'unico ricordo che ha è la famosa pietra azzurra. Il suo personaggio non mi è piaciuto quasi per niente, spesso l'ho odiata per il suo essere così sentenziosa e altezzosa, ma d'altra parte sono due caratteristiche che ben si addicono ad una principessa. Jean è il suo compagno d'avventura, un giovane inventore gentile e simpatico, innamorato della scienza e ovviamente di Nadia. Neanche lui rientra tra i miei personaggi preferiti, ma certamente riesce a farsi apprezzare di più grazie al suo entusiasmo e desiderio di conoscenza. Marie... Boh, Marie non ho capito che ruolo abbia avuto all'interno dell'intera vicenda, un personaggio che probabilmente poteva essere evitato, così come il conte... Personaggi veramente interessanti sono invece il capitano Nemo (primo tra tutti), Electra e Gargoyle, ognuno con la propria caratterizzazione psicologica ben definita e qualche volta contorta.

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Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
La prima energica scossa alla mia percezione del mondo dell'animazione giapponese ha avuto origine da Fushigi no umi no Nadia, letteralmente "Nadia del mare meraviglioso", noto però in Italia come "Il mistero della pietra azzurra". La serie nasce alla fine degli anni Ottanta come remake televisivo del film Il castello nel cielo di Hayao Miyazaki con l'aggiunta di numerosi rimandi alla letteratura fantascientifica di Jules Verne. La regia dei trentanove episodi di Nadia è nelle mani di un giovane Hideaki Anno, già fondatore dello studio di produzione GAINAX. Fino a quel momento noto soltanto per le sue doti di animatore (un esempio è l'impopolare e non troppo riuscito lungometraggio Le ali di Honneamise) e per aver diretto l'ottima serie in sei OAV Punta al Top! GunBuster, con Nadia Anno dimostra compiutamente di essere un autore a tutto tondo, intraprendente e geniale. Premettendo che l'ambientazione è di genere steampunk, ossia ricca di tecnologie e invenzioni più avanzate rispetto al tempo dei fatti narrati, a questo punto è doveroso un accenno alla trama.

Nella Parigi di fine Ottocento, e più precisamente durante l'Esposizione universale del 1889, il giovane inventore Jean Luc Lartigue incontra per puro caso l'acrobata Nadia e il suo inseparabile leoncino King. Tuttavia, la ragazza è subito intercettata da tre bizzarri individui, la nobile Grandis e i due sgherri Sanson e Hanson, che la perseguitano da qualche tempo allo scopo di impadronirsi della misteriosa pietra azzurra che porta al collo. Dal canto suo Jean, invaghitosi senza colpo ferire della ragazza, si offre di aiutarla a sfuggire alle grinfie dei tre balordi. Per Nadia e Jean ha così inizio una serie di strabilianti avventure da una parte all'altra del globo sullo sfondo di un epico scontro tra due poli: da un lato si staglia il formidabile sottomarino Nautilus comandato dall'enigmatico capitano Nemo, e dall'altro vi si oppone la cosiddetta Neo Atlantide, un'organizzazione segreta dalle rimembranze palesemente massoniche capeggiata dal megalomane mascherato Gargoyle (nonché uno degli antagonisti più carismatici che abbia mai visto). Con l'avanzare della narrazione, la trama s'infittisce e si arricchisce sempre più di misteri e oscuri collegamenti tra i personaggi, in una spirale di eventi che coinvolge e sconvolge fino alle ultime, drammatiche puntate.

Nonostante una superficie apparentemente infantile e didascalica, in realtà Nadia è una serie parecchio matura e ricca dei contenuti più disparati. Ero ancora un bambino quando mi sono imbattuto per la prima volta in Nadia, ma ciò nonostante è subito scoccato il colpo di fulmine. Tenendo anche conto del fatto che andava in onda in un palinsesto pomeridiano rivolto ai più piccoli, e dunque pesantemente censurato, rimasi ugualmente basito di fronte a numerose scene con sangue e sviluppi narrativi incentrati su temi maturi come la morte, l'uso della scienza perpetrato dall'uomo, la meraviglia di fronte alla natura, l'importanza dei legami amicali e dell'amore, il confine sottilissimo, quasi inesistente, tra bene e male, tanto per menzionarne alcuni. Inutile dire che non avevo mai visto nulla di simile e ne rimasi irrimediabilmente ammaliato. Ciò però costituisce soltanto la punta dell'iceberg chiamato Nadia. In superficie abbiamo diversi richiami a manga e anime cult degli anni Settanta e Ottanta: l'ologramma gigantesco dell'Imperatore Neo è un riferimento all'apparizione di Zenon nel Devilman di Gō Nagai; i satelliti riflettenti e i connotati del Nautilus sono presi in prestito dalla Corazzata Yamato, così come il look e la divisa di Nemo sono il risultato dell'inedita mescolanza di Capitan Harlock, Juzō Okita della Corazzata Yamato e Bruno J. Gloval di Macross. In più, per ovvi motivi, Nadia s'ispira alla sopraccitata letteratura fantascientifica della seconda metà dell'Ottocento, soprattutto a Quindici settimane in pallone (il Gratan e la sua mongolfiera e il viaggio in Africa), L'isola misteriosa (la figura di Ayrton, il naufragio di due adolescenti su uno scoglio in mezzo al mare poi denominato Isola di Lincoln), Robur il conquistatore (il concetto del mezzo blindato Gratan) e, naturalmente, Ventimila leghe sotto i mari (proprio per Capitano Nemo e il suo sommergibile Nautilus, il "calamaro gigante", l'avventura, il maelstrom). Più in profondità, infine, la serie abbonda di numerosissimi riferimenti culturali che spaziano attraverso ogni campo dello scibile umano: scienza (la teoria dell'anello mancante e quella della deriva dei continenti di Wegener), religione (la Torre di Babele, Sodoma e Gomorra, il simbolismo delle croci, il "gigante" Adam) storia (rivoluzione industriale, massoneria), mitologia (Atlantide, l'albero della vita) e così via. A condire il tutto sono l'ottimo character design di Yoshiyuki Sadamoto (poi divenuto ancora più famoso grazie all'altra grande opera di Anno, ossia Neon Genesis Evangelion, di cui Nadia pose le premesse nel campo della psicologia dei personaggi) e le efficaci ed evocative musiche di Shirō Sagisu, famoso compositore della colonna sonora proprio di Evangelion e, più recentemente, della trilogia cinematografica di Berserk. Sebbene a livello tecnico l'età e la probabile mancanza di fondi in determinate parti della serie abbiano inficiato sulla fluidità e la nettezza di diversi disegni, in generale il comparto grafico di Nadia si attesta su livelli notevolmente superiori alla norma, come testimonia il riversamento in Blu-ray distribuito qualche anno fa soltanto in Giappone, USA e Francia. L'alta definizione ne ha evidenziato il sempreverde valore artistico intrinseco, confermando ancora una volta che Nadia può essere considerato un ottimo prodotto ancora oggi.

Un discorso a parte va fatto per le due versioni edite nel nostro paese. Rispetto a quella originale, la prima edizione italiana curata dalla Mediaset/Fininvest agli inizi degli anni Novanta presenta numerose censure. In primo luogo, alcuni riferimenti alla sessualità, tema molto caro ad Anno, sono tagliati totalmente dallo schermo, mentre altri sono stravolti e privati di senso compiuto nell'audio. In secondo luogo, per fare qualche esempio, alcuni termini sono traslitterati in maniera del tutto errata, dando quindi origine a una serie di strafalcioni di non poco conto, come l'insensato "oliarcon" anziché il metallo leggendario "oricalco", "Toris Magistos" anziché "Tris Megisto", con riferimento a Ermete Trimegisto, e così via. Inoltre, come spesso accadeva nei doppiaggi francesi (mi viene in mente il nome "Albator" al posto di "Harlock" per distinguerlo dal troppo simile Haddock di Tintin), anche i nomi subivano dei cambiamenti, due su tutti: "Argo" anziché "Gargoyle" e "Rebecca" invece di "Grandis". In terzo luogo, non mancano diverse défaillance tecniche nel vero e proprio doppiaggio: alcune voci sono, infatti, caratterizzate da un'inflessione linguistica troppo marcata che rende pressoché identificabile la zona di provenienza del doppiatore di turno (una cosa davvero impensabile nei doppiaggi odierni), mentre altre risultano imprecise nella scelta dei doppiatori, con particolare riferimento al caso di Gargoyle, per il cui ruolo la voce straordinaria di Maurizio Scattorin è nondimeno troppo "anziana". Infine, si nota un evidente riciclaggio di doppiatori soprattutto per i personaggi secondari, sia per quanto riguarda la medesima voce per più personaggi (Giovanni Battezzato doppia sia Nemo sia lo zio di Jean), sia per il contrario: ad esempio, la voce dell'addetto al sonar Echo Villan cambia almeno tre volte lungo il corso della serie.

Tutto ciò è stato migliorato nel nuovo doppiaggio edito in DVD dalla Yamato Video a partire dal 2003: le voci sono corrette e associate con attenzione a tutti i personaggi e, tranne per un paio di casi comunque irrisori, non c'è un riciclaggio di doppiatori veramente degno di nota; sono assenti edulcorazioni di qualunque tipo; i discorsi hanno finalmente riacquistato il loro significato originale e, dal punto di vista audiovisivo, è da segnalare la totale assenza di censure (che escludevano scene importanti come il dialogo tra Nadia ed Electra nei bagni del Nautilus nel ventesimo episodio). Il lavoro approntato dalla Yamato sfoggia eccellenti interpretazioni da parte dei doppiatori: per fare qualche esempio, nel famoso episodio 34, inedito nella prima versione italiana perché contenente troppe canzoni in lingua giapponese, Davide Garbolino e la spassosa canzone di Jean sono un buon esempio di come il kitsch possa essere divertente e gradevole; Deborah Magnaghi ci regala, con ogni probabilità, la migliore Nadia possibile; Claudio Moneta nei panni di Gargoyle è, per contro, un tantino troppo giovane e mellifluo rispetto al doppiatore originale, ma la sua splendida voce e la sua interpretazione sentita rendono senz'altro giustizia al machiavellico antagonista. Tuttavia, "non è tutto oro ciò che luccica", giacché alcune frasi sono meno pregnanti rispetto alla versione precedente, quasi come se "mancassero un po' d'anima". Per fortuna si tratta di casi rari e ben circoscritti a pochi istanti, ma per un nostalgico come me è impossibile non notare immediatamente la differenza. La scena più grave in tal senso è, a mio avviso, quella del breve dialogo tra Nadia e Nemo nel sedicesimo episodio: alla domanda di Nadia sulle ragioni della morte di un personaggio, nella versione Mediaset e nel doppiaggio giapponese Nemo risponde con una voce infinitamente triste e quasi rassegnata, mentre nella versione Yamato la sua risposta pecca di un'intonazione troppo asettica per un simile momento di dolore.

Ad ogni modo, eccezion fatta per qualche piccolo problema nella localizzazione italiana, e nonostante i celebri "episodi dell'isola" (diretti tra l'altro da Shinji Higuchi, uno dei collaboratori di Anno) siano qualitativamente inferiori in materia di grafica e sceneggiatura rispetto al resto della serie, in definitiva siamo di fronte a un classico racconto d'avventura e fantascienza, ricco di emozioni e personaggi indimenticabili. Dopo tanti anni, è uno dei pochi anime cui abbia mai dato un dieci pieno, oltre a essere l'unico il cui finale riesce a commuovermi fino alle lacrime ancora oggi, a quattordici anni dalla prima visione. Quella di Nadia è una storia a prima vista molto semplice che cela in realtà un intreccio profondo, intenso e avvincente, e per questo mi sento di consigliarla davvero a chiunque.

"Sei uno spirito avventuroso? Nelle leggende cerchi forse la verità che dimora, remota e nascosta, oltre le terribili cascate del pericolo? Allora è me che cercherai."


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irishman

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Piacevolissima rivisitazione degli scenari creati da quel grandissimo precursore della fantascienza che è stato Jules Verne, questo celeberrimo "Nadia e il mistero della pietra azzurra" pesca a piene mani dall'universo creato dal geniale scrittore francese, infatti, gli autori di questo classico hanno sfornato un prodotto davvero intrigante, che non riesce ad andare aldilà di una valutazione discreta soltanto per alcune problematiche che ne inficiano la riuscita e di cui parleremo più avanti.
Il punto di forza su cui senz'altro l'avventura di Nadia e dei suoi amici può contare è senz'altro la trama. Posizionata in un periodo storico molto stimolante, la fine del diciannovesimo secolo, impregnata di ottimismo e di rinnovata fiducia nella capacità dell'uomo di plasmare la realtà ai suoi desideri grazie al progresso scientifico, che ormai da anni sta crescendo a ritmi vertiginosi, la trama di questo anime sembra assumere l'atmosfera frizzante e frenetica di questo periodo storico, e giovarsene per arricchire il suo ritmo e i vari colpi di scena che vivremo nel corso degli episodi.
All'interno di questo plot abbastanza impegnativo ed intrigante, si muovono i protagonisti ed i personaggi secondari, tutti ben caratterizzati, con i loro vissuti e i loro drammi, sempre ben presenti nelle loro azioni. A questo proposito voglio spezzare una lancia in favore di Nadia, la protagonista principale insieme a Jean. E' verissimo che la sua figura risulta davvero odiosa in più di un'occasione, poiché caratterizzata da un comportamento costantemente instabile, capriccioso, egoista e stupidamente testardo, ma tutto questo si può tranquillamente giustificare valutando la vita difficilissima avuta dalla ragazzina, personaggio davvero complesso. Per cui, se è vero che in più di un'occasione rimarremo allibiti dalla pazienza leggendaria di Jean, nei confronti della sua amata, è vero anche che le sfaccettature che sono state date alla ragazza, sono molteplici e coerenti, seppur nella loro negatività, e questo non può che essere sottolineato con un plauso agli autori.
Assolutamente positivo il lavoro fatto in sede di caratterizzazione degli altri personaggi, specialmente quelli "secondari", come i membri del Nautilus. Essi, in particolare, per ovvi motivi, Electra e Nemo, sono anime tormentate dal desiderio di vendetta e di riscatto e non mancheranno di dover compiere scelte difficili e drammatiche in nome di queste fortissime pulsioni, salvo poi trovare la serenità che meritano, attraverso forme diverse di amore.
Ho apprezzato moltissimo, seppur nella sua terrificante malvagità, anche Gargoyle, il capo dei cattivi, che rimane sempre credibile, pur nelle sue sadiche e costanti manifestazioni di disprezzo della vita umana.
Ottimo il comparto sonoro, con una OST sempre adatta e calzante alle varie situazioni, soprattutto nelle fasi di combattimento dove gli accordi sembrano sottolineare costantemente l'epicità dello scontro.
Bellissime anche le sigle, poco conosciute da noi, per colpa della solita localizzazione di Mediaset, e che consiglio di andare a scoprire grazie a Youtube.
E veniamo a quella che è la prima magagna dell'anime: la componente visiva. Se nella fase iniziale dell'anime, fino alla permanenza dei nostri eroi sul Nautilus, i disegnatori svolgono un eccellente lavoro con ottimi dettagli per sfondi, chara, e mecha design. Si assiste, nella parte centrale dell'anime, a un decadimento evidente della qualità che troverà il suo apice nella fase "africana", davvero esteticamente povera e con animazioni veramente penose. Si ritorna a buoni standard nella fase finale, quando arriveremo alla resa dei conti tra il Nautilus e Neo Atlantide, ma ormai gli episodi negativi sono troppi per poter chiudere un occhio di fronte a questo elemento. Anche perché, e qui chiudiamo il cerchio degli aspetti negativi dell'anime che gli impediscono di arrivare a una valutazione più alta del "sette", oltre al decadimento grafico, si assiste anche a una serie di episodi letteralmente inutili, veri e propri filler, che non solo si rivelano noiosissimi ma finiscono per spezzare la bellissima tensione che la serie aveva creato fino a quel momento. E poco può consolarci la giustificazione che problemi di budget abbiano causato la pessima riuscita di questa manciata di episodi da dimenticare... Un vero peccato!
Cosa aggiungere ancora? Un anime che comunque consiglio a chi ancora non l'ha visionato poiché, per quanto non esente da difetti, riesce a destare un notevole interesse nello spettatore, con il piacevole intrico di avventura, mistero, fantascienza e vari tipi di sentimento di cui il plot è intriso.


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kaio1982

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Capolavoro assoluto. Narra intelligentemente vicende futuristiche e caratterizza i personaggi in un contesto attuale, il bello è che siamo nel 1889! Grazie a questa idea gli autori hanno evitato le classiche apparizioni di oggetti di fine anni '80 e quelle possibili di questi anni. Geniale. fatta questa premessa ritengo quest'anime uno dei migliori in assoluto per un'infinità di motivi. La trama parte tranquilla e semplice con una Parigi in piena epoca industriale in cui fa apparizione Jean, un ragazzino di 14 anni che incontra per caso Nadia, un'acrobata da circo, sua coetanea, con al collo una pietra azzurra che si illumina tutte le volte che lei è in pericolo. L'inizio sembra piuttosto debole e, pur se divertente, si limita a continue fughe da tre banditi: Grandis, Sanson e Hanson, (chiaro omaggio al mitico trio Drombo), che cercano in tutti i modi la pietra azzurra. In seguito la storia spiazza completamente lo spettatore con l'apparizione del Nautilus, della sua incredibile tecnologia e del suo splendido equipaggio tra cui spicca il Capitano Nemo ed Electra. Con lo svolgersi di varie peripezie Nadia e Jean salgono a bordo di quello che è tutto fuorché un semplice sottomarino, ma dovranno fare i conti con Neo Atlantide, un'organizzazione di uomini mascherati dall'aspetto molto sinistro e dotati di tecnologie futuristiche e spaventosamente potenti. Gargoyle è il signore assoluto di Neo Atlantide, il cui scopo è quello di impadronirsi dell'intero pianeta imponendosi con la forza delle sue immense astronavi atlantidee. Lo stile di Gargoyle è splendidamente malvagio, ma estremamente raffinato ed affascinante nel suo cinismo. Gli eventi si susseguiranno in un crescendo enorme di pathos, azione e caratterizzazione dei personaggi strabiliante, fatta eccezione per gli ormai famosi episodi inutili. La parte finale si rivela magica ed epica, anni luce lontana da come parte la storia iniziale. Il character design è ottimo, con personaggi ben realizzati, dal sapiente uso dei colori e dei riflessi dei capelli. Il mecha design è ottimo e le animazioni molto fluide. Le musiche sono stupende, specialmente alcune realizzate con ampio uso di piani dx ed ep, accentuando ancora di più la sceneggiatura. Si tratta senza alcun dubbio di uno dei capolavori della Gainax, secondo me leggermente superiore ad un certo Neon Genesis Evangelion.


 5
Thomas Mordechai

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Nadia - Il mistero della pietra azzurra è la seconda opera diretta da Hideaki Anno, dopo la serie di OAV Punta al top! Gunbuster, nonché una delle serie di punta dello studio GAINAX, tuttora apprezzata nonostante siano passati ben vent'anni dalla sua prima messa in onda in Giappone.
In realtà l'opera nasce come uno dei tanti progetti del regista Hayao Miyazaki per la casa di produzione Toho, nella metà degli anni '70: la storia vede due giovani orfani inseguiti da un governo malvagio e la presenza del Nautilus e del capitano Nemo. Indubbiamente alcuni di questi elementi si ritrovano poi in altre opere di Miyazaki, come Conan - Il ragazzo del futuro e Laputa - Il castello nel cielo. Il progetto viene riesumato alla fine degli anni '80 da Hiroshi Kubota, impiegato della rete televisiva NHK alla ricerca di soggetti animati non ancora trasposti, e subappaltato allo studio GAINAX, che ne affida la regia a Hideaki Anno; come character designer troviamo Hiroyuki Sadamoto (propostosi precedentemente come regista, senza successo) e le musiche sono di Shiro Sagisu. Curiosamente, i tre lavoreranno insieme anche all'altro grande successo GAINAX, Neon Genesis Evangelion.

L'inizio è piuttosto semplice e può risultare anche banale, oltre che mostrare molti punti di contatto con Laputa: Jean Luc Lartigue, il classico genio precoce occhialuto, esuberante e un po' distratto, incontra a Parigi una misteriosa ragazza, Nadia, e la salva dalle mire di tre loschi individui che vogliono impadronirsi della pietra misteriosa che porta al collo. Nei primi episodi, Anno sceglie volutamente di seguire la strada della parodia - lo stesso trio composto da Grandis, Sanson e Hanson ricorda molto il Trio Drombo di Yattaman e delle altre serie Time Bokan -, ma dopo pochi episodi la storia prende una piega diversa, soprattutto a causa dell'introduzione del sottomarino Nautilus, del tema fantascientifico e di personaggi come Nemo e Gargoyle, che danno alla serie un'aria più seria, drammatica addirittura in alcuni frangenti, pur senza rinunciare alla comicità in altri.

A circa due terzi della serie, tuttavia, lo studio GAINAX inizia a riscontrare difficoltà finanziarie e ritardi tali da costringere Anno a lasciare all'amico Shinji Higuchi la regia e a trasferire parte dello staff in Corea. Gli episodi realizzati in questo modo sono i cosiddetti "capitoli delle isole", che, pur approfondendo alcuni aspetti delle relazioni fra i vari personaggi (soprattutto fra Jean e Nadia) e regalando qualche risata in più rispetto agli episodi ambientati sul Nautilus, risultano alla fine banali e scialbi, privi di grosse innovazioni nella trama, mentre la realizzazione tecnica tocca il suo punto più basso con animazioni di bassa qualità e fondali riciclati in più scene. Per fortuna Hideaki Anno approfitta di questa "pausa" per potersi dedicare con tutte le sue energie al finale della serie, regalandoci combattimenti nello spazio mozzafiato, degni di un'opera di Leiji Matsumoto (tra l'altro in quei frangenti Nemo mi ricordava Capitan Harlock), e scene molto toccanti.

Ritorna spesso la riflessione sulla scienza, a cui già Miyazaki ci aveva abituati: la scienza è portatrice di progresso, di benessere, ma può anche diventare distruttiva se usata per scopi malvagi; insomma, non è buona né cattiva di per sé, perché ciò è stabilito dal modo in cui l'uomo se ne serve e dalle sue intenzioni, sottolineando così con forza la responsabilità dell'essere umano in ogni azione. Ciò è ben rappresentato, ad esempio, dall'energia atomica, che alimenta il motore del Nautilus, ma che potrebbe diventare anche un'arma terribile - e infatti inizialmente Anno aveva intenzione di inserire nel finale la notizia del lancio della bomba atomica su Hiroshima, ascoltata da Jean e Nadia ormai anziani via radio -, oppure dalla torre di Babele, inizialmente mezzo per comunicare con la patria degli Atlantidei (che sono alieni) e poi trasformata in uno strumento di morte. E poi c'è il tema del viaggio, inteso come avventura ma anche come crescita interiore, graduale; certo non siamo ancora ai livelli di introspezione psicologica di Evangelion, ma la profondità di alcuni personaggi e la loro maturazione è sorprendente, come nel caso dei due protagonisti quattordicenni, soprattutto se la si confronta a quello che, in termini di caratterizzazione psicologica, offriva l'animazione del periodo.

Oltre ai due protagonisti, Il mistero della pietra azzurra offre una carrellata di personaggi assolutamente indimenticabili: il trio di Grandis, Sanson e Hanson, che da antagonisti si trasformano in preziosi alleati e anzi in un certo senso in figure genitoriali per i due orfani protagonisti; il capitano Nemo, misterioso eroe di ascendenza "harlockiana", che porta sulle sue spalle il peso di molte più responsabilità di quante si creda; Electra, combattuta fra l'amore per il capitano e il desiderio di vendetta. Anche i personaggi secondari, come i membri dell'equipaggio del Nautilus, pur non essendo molto approfonditi, riescono a lasciare il loro segno. E poi c'è Gargoyle, il cattivo di turno, uno dei migliori antagonisti della storia degli anime: spietato, freddo, cinico, pronto a usare qualsiasi mezzo per annientare Neo e imporre la supremazia della razza atlantidea. Non poteva neppure mancare la mascotte animale, il leoncino King, che sembra prefigurare PenPen di Evangelion e Boota di Gurren Lagann, salvo essere più attivo dei due e regalare allo spettatore qualche gag comica in più.

Il comparto sonoro firmato Shiro Sagisu è più che ottimo, e alcune musiche sanno commuovere e toccare il cuore dell'ascoltatore, soprattutto perché fanno da sottofondo ai momenti più drammatici e toccanti della serie, come Kokyou he negli ultimi minuti dell'ultima puntata. Quanto al doppiaggio italiano, ne abbiamo due versioni: la prima, storica, fatta dalla Mediaset e purtroppo caratterizzata come al solito da tagli, censure e dialoghi modificati, fra cui l'eliminazione dell'intero episodio 34; la seconda, fatta dalla Dynit recuperando alcuni doppiatori del precedente lavoro e ricorrendo ad altri nuovi, in un lavoro tutto sommato ben fatto. La sigla italiana, poi, è qualcosa di orrendo e banale secondo me - tra l'altro nel testo l'età dei personaggi è pure errata! -, mentre quella giapponese, Blue water, è piuttosto carina e orecchiabile.

In conclusione, nonostante qualche evidente scivolone nella parte dei "capitoli delle isole" e qua e là nel resto degli episodi, Il mistero della pietra azzurra è un gran bell'anime sotto tutti i punti di vista, capace di emozionare, appassionare e commuovere lo spettatore. Se si cerca una serie profonda dove nel contempo ci siano anche azione e avventura, questa è la scelta migliore.


 8
Aki97

Episodi visti: 39/39 --- Voto 5
La storia è ambientata nel 1889. Jean, un ragazzo di 14 anni, è a Parigi per l'Esposizione Universale, e deve partecipare a una gara di volo con suo zio. Qui incontra Nadia e, neanche a dirlo, se ne innamora. Dopo averla salvata da un gruppo di loschi(?) individui, i due partono per l'Africa, per trovare la città natale della ragazza.
Ero partita abbastanza bene con quest'anime, ma poi ha iniziato a piacermi sempre meno, fino al punto da farmi diventare quasi insofferente. Non so che cosa sia di preciso "Nadia": se voleva essere un remake di opere famose ha fallito, se voleva essere un anime commedia-sentimentale-avventuroso ha doppiamente fallito. La storia della pietra azzurra collegata con un'antica civiltà ci sta, non è troppo originale, però ho apprezzato. Avendo letto '20.000 leghe sotto i mari', la saga del Nautilus mi è parsa troppo finta, troppo copiata, di originale c'è ben poco; ma speravo in una ripresa, quindi ho continuato. Però no, lo spazio no, gli extraterrestri no! Negli ultimi cinque episodi sembrava quasi di guardare 'Star Wars'. Insomma, della storia mi è piaciuto ben poco alla fine: l'isola deserta è perfettamente inutile, la storia del capitano Nemo - che vorrebbe essere una specie di colpo di scena di quelli che ti fanno fare "Ohhh!" - è perfettamente prevedibile, e non diventa altro che un semplice flashback raccontato da Electra: oltre alle già sopracitate assurdità di alcuni punti della trama, mi hanno dato davvero sui nervi.

Per non parlare dei personaggi: questo è uno di quegli anime dove si arriva ad odiare la protagonista forse più dei nemici stessi. Nadia è egoista, è cocciuta, crede di essere al centro del mondo, è tutta un "io gli adulti li odio!" e "vi odio tutti!" e se andiamo avanti c'è anche l'incredibile capacità di essere la persona meno coerente che esista, nonché quella che non sente mai il bisogno di un esame di coscienza. Terribile.
Al contrario, quelli che ho apprezzato di più sono invece i cattivi: Sanson, Hanson e Grandis. Gli altri mi dicono poco e niente; meriterebbe invece una statua (e non solo) quel povero Jean che per amore di Nadia l'ha (quasi) sempre assecondata, non le ha mai urlato contro, quando chiunque altro l'avrebbe come minimo sbattuta fuori dalla tenda o giù dall'aeroplano.

I disegni a mio avviso non sono niente di che, i personaggi abbastanza approssimati, ma almeno non sono tutti uguali. Mi ha dato particolarmente fastidio il fatto che nello spezzone dell'isola deserta c'erano delle scene assolutamente incoerenti l'una con l'altra - in una scena, mentre Jean parla con Marie, ripete lo stesso pezzo di discorso due volte. Ho invece molto apprezzato i temi dell'opening e dell'ending - ovviamente quelli originali giapponesi.
E per concludere il finale non mi ha stupita assolutamente, né sono rimasta indignata: per come era scaduto l'anime mi sarei sorpresa di più di trovare un finale con la F maiuscola: davvero il troppo banale happy ending.
Anche se i protagonisti di "Nadia" hanno sui 15 anni, il target a cui è rivolto non va sopra gli undici. Quindi, se volete vederlo fate pure, se avesse meno episodi (diciamo una ventina) sarebbe stato anche piacevole. Ovviamente ci sono coloro a cui l'anime piace e quelli a cui non piace: io non ci ho trovato niente di che, ma se proprio non c'è nient'altro potete sempre dargli un'occhiata.


 3
Marco23111988

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Lo riconosco, non mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto tanto.
Quest'anime è diretto dallo stesso regista di "Neon Genesis Evangelion", Hideaki Anno, e, come per Evangelion, anche in questo caso non ho potuto fare a meno di notare che i personaggi sono veramente molto ben caratterizzati e hanno tutti una psicologia che li rende affascinanti.

La storia inizia con Jean, un ragazzino che conosce la coetanea Nadia che è inseguita da alcuni uomini che vogliono rubarle la misteriosa pietra che tiene al collo. E' solo l'inizio di una lunga avventura tra terra e mare che pone riflessioni su come la tecnologia, le nuove invenzioni dell'uomo e le nuove scoperte possano essere tanto utili quanto pericolose e letali.
Da notare che la storia (per alcuni versi ispirata al racconto "20.000 leghe sotto i mari") è ambientata nell'800, eppure, il capitano Nemo e Jean già vedono i progressi dell'uomo che si sarebbero avverati anni dopo.
In confidenza, all'inizio Nadia mi annoiava un po', ma poi mi ha preso quando si iniziò a vedere la complessità dei personaggi (inizialmente credevo fossero abbastanza banali) e mi resi conto di quante svolte avesse la storia, talmente tante che mi sembrano impossibili da riassumere. Alcuni punti mi sono sembrati un po' noiosi, ad esempio inizialmente Grandis e i suoi mi sembravano un po' stereotipati, i soli cattivi messi lì per rompere le scatole e basta.

Interessanti sono i due protagonisti: da una parte Jean, pienamente convinto del progresso tecnologico e scientifico, da un'altra Nadia, vegetariana convinta, addirittura fanatica, fortemente attaccata alla natura. Il bello è che la serie non giudica: sia Nadia sia Jean hanno ragione, i loro punti di vista sono diversi ma entrambi validi. Jean è fin troppo attaccato alla scienza e alla logica ma anche Nadia talvolta è troppo estremista sul rispetto della natura, tant'è che spesso risulta antipatica, ma il suo fascino sta anche in questo.
Come dimenticare il capitano Nemo, Grandis, Marie e molti altri, tutti con una psicologia che li rende unici.
Il tutto è condito da un'animazione più che ottima.


 6
TWINKLE

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
"Tutto ciò che un uomo è in grado di immaginare, altri uomini saranno in grado di realizzare" (Jules Verne).

Gli splendidi romanzi di avventura di Verne, assurdi ma credibili allo stesso tempo, sono la maggiore ispirazione per quello che fu il primo anime di media-lunga durata prodotto da GAINAX, dopo i vari OAV "Punta al Top! Gunbuster" e "Otaku No Video". Non solo a "20.000 Leghe sotto i Mari", "Fushigi no umi no Nadia" contiene omaggi a "L'isola Misteriosa", a "Cinque Settimane in Pallone" e anche al film di Hayao Miyazaki del 1986, "Laputa il Castello del Cielo".

Posso affermare con certezza che l'episodio 1 di Nadia , dal titolo "La ragazza della Torre Eiffel", è in assoluto il miglior primo episodio della storia dell'animazione. L'episodio, perfetto nei suoi quasi 30 minuti, è un vero e proprio film dove succede di tutto, tra inseguimenti mozzafiato e dialoghi brillanti nella splendida ambientazione parigina di fine '800.
La quattordicenne Nadia, acrobata di un circo, si ritrova inseguita da uno strano trio interessato alla pietra azzurra che porta al collo e il giovane inventore Jean, dopo averla incontrata sulla Torre Eiffel, decide di aiutarla a fuggire. Dal secondo episodio in poi è ancora un continuo fuggi e vai fino a quando i due non si ritrovano nel bel mezzo dell'oceano con il loro aeroplano in avaria, soccorsi prima da una nave militare e poi da un misterioso sommergibile.
Qui faremo la conoscenza dell'equipaggio del Nautilus,composto dal Capitano Nemo, da Electra e da tutti gli altri, intenti a combattere altri sottomarini di un'organizzazione denominata Neo Atlantide. I due ragazzi verranno presto liberati su un'isola, ma i guai sono solo all'inizio e il sommergibile, con la sua tecnologia avanzatissima, farà ben presto la sua ricomparsa.

In Nadia funziona tutto. I personaggi sono tutti credibili, a partire dal Capitano Nemo e dal suo equipaggio, ma anche Grandis, Hanson e Sanson diverranno ben presto "spalle comiche" insostituibili, personaggi inseriti in una storia in continua evoluzione, con brusche virate da episodi leggeri ad altri fortemente drammatici.
Il character designer è Yoshiyuki Sadamoto, che curerà anche i personaggi di "Neon Genesis Evangelion". Il suo tratto è già ottimo e dimostra tutto il suo talento, sia sui personaggi maschili sia soprattutto sui personaggi femminili, Nadia ed Electra su tutte.
Al contrario la regia di Anno mostra qualche segno di cedimento dopo la prima ventina di episodi, per poi riprendersi prepotentemente nella fase finale. Questo è dovuto al fatto che GAINAX si ritroverà, per una serie così lunga qualche problemino di budget. La regia per alcuni episodi passerà a Shinji Higuchi, rendendo i 39 episodi della serie non proprio tutti avvincenti. In compenso però la parte finale, la fine del viaggio, è un capolavoro.

Il viaggio e l'esplorazione come temi principali dell'opera GAINAX, così come i romanzi di Verne e la scelta del periodo storico non sono casuale: alla fine del XIX secolo l'esplorazione coloniale del continente Africano e dell'Amazzonia accresce ancora di più la voglia di scoperte e di nuove conoscenze. E Jean con la sua sete di innovazione e modernità è l'incarnazione di questo spirito, convinto del potere benefico della scienza e delle invenzioni sul genere umano. Nadia rappresenta invece il pensiero opposto, vegetariana e amante della natura, timorosa e pessimista sulle innovazioni tecnologiche, ripudia quindi la società moderna e il mondo adulto, impegnato a modificare l'ambiente che lo circonda per i propri fini.
Quello di trovare un punto d'unione tra questi due pensieri, con due personaggi principali così diversi è sicuramente l'aspetto migliore di "Fushigi no Umi no Nadia"; il viaggio quindi è il motore per l'ennesima storia di formazione come nella miglior tradizione.

Tra i più avvincenti anime mai realizzati, nel 2003 verrà riproposto su DVD da Yamato Video in versione integrale e con un nuovo adattamento (numerosi furono i tagli Mediaset, intero episodio compreso): da comprare a occhi bendati se si ama l'avventura, la fantascienza, l'animazione in generale.

Utente5795

 6
Utente5795

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
<i>Nadia - Il mistero della pietra azzurra</i> è una di quelle serie che non possono essere comprese appieno se non si tiene in debita considerazione il contesto nella quale sono state prodotte: a volte solo avendo cognizione delle situazioni che hanno determinato la morfologia di un determinato prodotto lo si può valutare nella maniera più equa, evitando giudizi troppo appassionati o troppo sprezzanti, incapaci di considerare l'oggetto di valutazione nella sua totalità. Discorso quanto mai necessario per introdurre una delle serie forse più travagliate in fase di produzione che si siano viste.

È innanzitutto buona cosa far notare come <i>Nadia</i> non sia, a differenza di quanto si ritene comunemente, un progetto originale Gainax o tanto meno di Hideaki Anno: la realizzazione dell'opera venne infatti subappaltata alla Gainax dallo studio Group TAC (il che significa nessun copyright per i Nostri), sotto la guida del produttore della NHK Hiroshi Kubota, intenzionato a realizzare una serie ispirata alle opere di Jules Verne <i>Ventimila leghe sotto i mari</i> e <i>L'isola misteriosa</i>, con numerose reminescenze dal classico miyazakiano <i>Laputa: il castello nel cielo</i>, e rivolta ovviamente ad un target giovanile. La regia sarà affidata ad Anno, che aveva appena terminato il suo debutto con <i>Gunbuster</i>, dopo il rifiuto dell'incarico da parte di Yoshiyuki Sadamoto (poi character designer della serie) a causa delle sue divergenze con il progetto originale. Anno riuscirà infine ad evitare a <i>Nadia</i> il destino del mero remake introducendo alcuni elementi di parodia dei racconti d'avventura che la produzione approvò, imprimendo così un percorso del tutto particolare alla serie e potendola sviluppare in maniera più personale.

Con queste premesse inizia <i>Il mistero della pietra azzurra</i>; la trama, che fin da subito mostra la sua intrigante matrice steampunk, parte con toni all'apparenza leggeri e scanzonati, per poi caricarsi di risvolti drammatici, quando non propriamente adulti, senza però mai rinunciare a un brioso contrappunto comico. Come tipico dello stile di Hideaki Anno, viene data grande attenzione al realismo delle situazioni, e all'accuratezza della componente scientifica, il tutto impastato con elementi religiosi e mitologici (nello specifico riguardanti Atlantide), anticipando in questo frangente <i>Evangelion</i>.
Nella prima parte la serie è ben condotta, alcuni episodi sono veramente memorabili ma anche quelli di meno peso non sono mai radicalmente riempitivi: dal mix di avventura, comicità, dramma e sentimento vengono sempre sollevate tematiche importanti e sfaccettate come le opportunità, i rischi e le responsabilità della ricerca scientifica, la crescita dell'individuo, il valore della vita umana e della forza di volontà, esposte però in maniera abbastanza petulante, probabilmente anche a causa, nella versione italiana, del non eccelso adattamento della Yamato Video, spesso ripetitivo e puerile nei dialoghi. Il tutto è supportato dall'ottima regia di Anno e dal buon comparto grafico (eccellente nel mecha e nel character design), tuttora apprezzabile anche se un po' datato e non sempre precisissimo.

Il discorso cambia a metà serie, quando a causa di alcuni inconvenienti gestionali si determinarono forti tagli al budget e ritardi di produzione: la situazione era talmente seria che il progetto sarebbe potuto terminare prematuramente, rischio evitato dalla decisione di Anno di concentrarsi sugli episodi finali e affidare la regia della parte centrale della serie (il cosiddetto "capitolo delle isole") al collega Shinji Higuchi, per la quale si trasferirà in Corea con una parte dello staff. Purtroppo il cambio di regia segna un drammatico calo della qualità generale dell'opera, e il danno è amplificato dalla grande quantità di episodi coinvolti (dal 23 al 34, un dilatamento della trama davvero estenuante), molti dei quali risultano semplici allunga-brodo decisamente trascurabili.
Questa crisi si nota innanzitutto livello di disegni e animazioni, che si fanno sempre più altalenanti, fino a diventare veramente sgradevoli e grossolani (a parte alcune eccezioni), ma le conseguenze più significative sono rilevabili in trama e sceneggiatura; se i primi episodi di questo sventurato arco narrativo, quelli precedenti all'arrivo dell'isola semovente per intenderci, pur non potendo competere con quanto si era visto fino a quel momento nella serie rimangono comunque gradevoli e con diversi spunti interessanti, già dopo poco il gioco mostra la corda.

Quello che aspetta lo spettatore fino al ritorno di Anno alla regia nell'episodio 35 è una sequela di puntate sgonfie e mediocri, quando non assurdamente banali, piene di espedienti inefficaci e a volte prive di logica (che dire quando Nadia penetra nel Red Noah e Jean se ne va come nulla fosse, senza dire nulla agli altri e senza andare in aiuto della ragazza per diverso tempo?), tanto che non ci si spiega come, in una situazione nel quale un minor numero di episodi avrebbe senza dubbio giovato alle tasche della produzione, si sia voluto prolungare il minestrone con un tale accanimento. Come ho già detto, il ritorno di Anno negli ultimi cinque episodi segna fortunatamente una ripresa, anche se il finale non è del tutto equilibrato: oltre a non brillare per originalità, ha dei toni un po' troppo tetri e pesanti, in contrasto non solo con il capitolo delle isole ma anche con il resto della serie; rimane comunque una conclusione potente e coinvolgente, piena di pathos e a tratti commovente.

Questo tortuoso excursus purtroppo non poteva che ammaccare in maniera definitiva il risultato, e quella che aveva la possibilità di essere una serie eccelsa è divenuta infatti un prodotto sbilanciato, disomogeneo e cosa ancor peggiore troppo longevo: un format di 26 puntate anziché 39 sarebbe stato decisamente più opportuno. Ciò non toglie che <i>Il mistero della pietra azzurra</i> meriti la visione: tolti gli spaventosi cali centrali, che possono scoraggiare i meno tenaci, è una serie di ottimo livello, in grado di offrire una storia avventurosa e complessa, un'indubbia profondità di tematiche e personaggi caratteristici, a volte un po' statici ma che comunque portano con sé problematiche gravose e declinabili nelle più svariate riflessioni. Utile avvertire gli spettatori come Nadia (il cui carattere è modellato su quello di Anno) sia probabilmente l'eroina più spaccapalle della storia dell'animazione, chi non ama i personaggi particolarmente insistenti è avvisato. Altra curiosità: molti elementi di <i>Il mistero della pietra azzurra</i> saranno poi ripresi (e migliorati) in <i>Evangelion</i>, dal character design, alle musiche e ad alcuni storyboards, senza trascurare ovviamente i temi e le problematiche di alcuni personaggi.

Che dire, quindi? È evidente di come questa sia una serie tutt'altro che perfetta, che purtroppo non ha potuto godere dell'accuratezza gestionale che meritava - ed è lecito complimentarsi con Anno & co. per essere riusciti a non far abortire il tutto nonostante la situazione drammatica -, ma che comunque consiglio a chiunque voglia godersi un'opera che seppur tra mille difficoltà rimane impressa nella mente, sa guadagnarsi uno spazio tutto suo e magari far breccia nel cuore degli spettatori, come testimonia il grande successo commerciale che ottenne nonostante tutto. Senza contare poi che proprio qui vengono poste le premesse per <i>Evangelion</i>...


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Fanny11

Episodi visti: 10/39 --- Voto 10
Questo è uno di quei cartoni animati che io vidi da piccola su videocassette che erano apparenute a mio fratello, per cui gli episodi che potei vedere erano spaiati, e con grandi salti gli uni dagli altri; nonostante ciò, devo dire che sono riuscita a seguire la trama perfettamente. Ho amato e amo tutt'ora quest'anime, che secondo me l'unico piccolo difetto che può avere è l'esasperante drammaticità di alcuni episodi: molte volte avrei voluto strozzare Nadia per il suo esagerato vittimismo della serie "sono piccola e nera, ommioddio!". Ecco, forse la protagonista è quella che mi è piaciuta meno tra i personaggi, ma non mi sento nemmeno di affermarlo con certezza: tutte le figure che troviamo sono belle, con una personalità tutta loro (pure King, il leoncino, ha un che di speciale!), che va dall'imperscrutabile al tonto.

I disegni sono molto carini, né troppo semplici, né troppo complessi, e la trama secondo me è straordinaria. Forse niente di innovativo, ma davvero, prende il cuore. Purtroppo non riesco a trovare le vecchie puntate trasmesse in passato, che per me sono importanti: nonostante la prima trasmissione avesse cambiato i nomi e censurato alcune parti, sentire ora nomi di personaggi che, benché siano gli originali, sono diversi da quelli che ho conservato nella mia mente di bambina, e ascoltare i personaggi che parlano con un doppiaggio differente, mi disturba. Il finale è veramente bellissimo, lo vedo e lo rivedo ancor oggi e mi commuovo sempre.

È un anime che consiglio caldamente a tutti, anche i grandicelli: ovviamente, si avrà una sensazione diversa non vedendolo con gli occhi estasiati dei bambini, però secondo me può dare tanto anche nella sua semplicità. Auguro a tutte le generazioni che stanno maturando adesso di vederlo e apprezzarlo com'è stato per me: purtroppo, io sono una pecora nera, e già tra quelli della mia età l'unico che conosce questo cartone sono io, e per avere un confronto devo rivolgermi a quelli un po' più grandi; è per questo che spero che "Il mistero della pietra azzurra" possa tornare di moda insieme ad altri cartoni animati che meritano davvero, come "Cantiamo insieme", "Slayers", o "Rayheart", e possa sostituire altri tipi come le "Winx" o "Pretty Cure".

Utente10093

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Utente10093

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10

"Nadia - The secret of blue water" ("Il mistero della pietra azzurra") è un capolavoro ideato dal maestro Hideaki Anno trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1990 e reso disponibile in Italia dalla Mediaset.
Nonostante siano passati ormai molti anni dalla sua prima apparizione in Giappone, questa serie rimane una delle più apprezzate di sempre.

Se cercate avventura, mistero, drammaticità, comicità, potete trovare tutte queste qualità nella serie di Nadia, che vi farà divertire ma anche commuovere, e vi accompagnerà con trentanove episodi che, a parere mio, vale sicuramente la pena di guardare.
La prima ambientazione che riscontriamo nella storia è a Parigi, dove un ragazzo di nome Jean incontra per la prima volta Nadia. E' proprio partendo da questo casuale incontro che i due inizieranno una fantastica avventura.

Ho iniziato a visionare questa serie spinto da numerosi consigli che mi sono stati dati e dopo aver letto molte recensioni; devo dire che mi aspettavo molto da questa serie, e difatti, non mi ha affatto deluso, è riuscita a trasmettermi tutte le emozioni che un anime di questo calibro può dare, e quindi, non sarei potuto essere più felice dopo aver visionato fino alla fine questa favolosa opera.
Trovo la storia semplicemente bellissima; tutto quello che cercavo in un anime sono riuscito a trovarlo in questa serie. La trama di fondo è ottima, verso il finale diventa anche abbastanza intrecciata, con una serie di eventi che si intersecano fra loro, rendendo il finale davvero bello, più bello di come me lo sarei aspettato.
L'animazione è ottima (d'altronde cosa ci si poteva aspettare dall'ideatore di "Neon Genesis Evangelion"?), con un disegno a parer mio molto piacevole da seguire, anche se credo che negli episodi finali essa cali un po' di valore.

Credo che pochi appassionati non conoscano questa serie, o per lo meno quasi tutti ne hanno sentito parlare; perciò non posso fare altro che consigliare "Nadia, il mistero della pietra azzurra" a tutti coloro che non l'hanno mai visto, perché non sanno davvero cosa si perdono.
Il mio voto finale è dieci, sicuramente più che meritato.


 3
LABO

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Sarà perché adoro Jules Verne in generale, ed in particolare "Ventimila leghe sotto i mari", ma personalmente mi piace tantissimo questo anime e trovo sia un capolavoro. Tecnicamente impeccabile, per la qualità del disegno e delle animazioni, ha una trama avvincente che ti trascina in un crescendo di emozioni. Abbondano le citazioni e a parte quelle letterarie e storiche agli appassionati di anime non può sfuggire la somiglianza del trio di "malfattori" che inizialmente insegue Jane e Nadia con il "trio Drombo" di Yattaman. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, riuscire a rendere ancor più misterioso, carismatico e affascinante quel Nemo nato dalla penna di Jules Verne non era cosa facile, eppure in questo anime ci sono assolutamente riusciti. A mio avviso questo è stato ed è il miglior anime della Gainax, di gran lunga superiore al sopravvalutato Evangelion, e ne consiglio la visione a tutti, anche a chi magari lo ha già visto da bambino.


 1
M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
<i>Fushigi no umi no Nadia</i> può essere ritenuta la prima serie televisiva vera e propria sfornata in casa GAINAX, dopo il lungometraggio <i>Le ali di Honneamise</i> e la celebre serie di OAV <i>Gunbuster</i>. Come quest'ultima, la serie di <i>Nadia</i> vanta una regia di prim'ordine, quella di Hideaki Anno, che tuttavia dovrà attenersi non poco a una serie d'imposizioni: tra queste, quella di "omaggiare" vari romanzi di Jules Verne, ma soprattutto, di riproporre parzialmente, per commissione della rete televisiva NHK, le vicende del Miyazakiano <i>Laputa: Castello nel Cielo</i>.
Come ipotizzato, ciò non impedisce comunque al talentuoso regista di realizzare qualcosa di memorabile, che ahimè, non durerà tuttavia a lungo.

Dal ventitreesimo episodio in poi, la regia passa nelle mani di Shinji Higuchi, che oltretutto deve sottostare alle complicazioni finanziarie della casa in sede Tokyo. Sembra incredibile, ma l'appassionante vicenda a bordo del Nautilus, che rientra in poco più della prima metà dell'opera, costituisce a tutti gli effetti il meglio di una serie che non avrà più molte carte da giocare da un certo momento in poi.
Il calo subìto in tutto e per tutto dall'opera, giusto nel pieno del suo splendore, è disarmante: decine di episodi da dimenticare, che sembrano lasciarsi definitivamente alle spalle tutto ciò che di buono c'era stato. L'insensatezza di alcuni filler potrebbe davvero far cadere le braccia, così come il comportamento irriconoscibile dei personaggi alle prese con situazioni improbabili, fuori contesto. Ed è addirittura peggiore il trattamento riservato all'animazione e al disegno, che a differenza di quelli riscontrati nella prima parte, sembrano quasi uno scherzo degli sviluppatori, per quanto facciano ridere, letteralmente. Invece è tutto vero, e purtroppo vi è una scusa tanto palese quanto effimera: budget inadeguato.

Bene, allora perché allungare la brodaglia in questa maniera? Insomma, si tratta di essere così stupidi da generare uno sfacelo simile, pur di proporre qualcosa da vedere? Allora, ecco che perfino le tematiche tanto seriose (e spesso petulanti) riguardanti il perenne contrasto scienza-natura, si convertono in trattazioni briose delle cotte adolescenziali o di mezza età. E la pagliacciata va avanti per molto, anche troppo! Se nella prima parte della serie i siparietti comico-sentimentali ricoprivano magnificamente il ruolo di sdrammatizzanti, nella seconda non si sa proprio dove andare a parare per strappare un sorriso che non sia forzato da un paio di tenaglie.

Sarà colpa anche dei personaggi? In effetti, sì. Parlo dei protagonisti assoluti dell'avventura, vale a dire il trio Jean-Nadia-Marie. Non sminuendo l'importanza del ruolo ricoperto dai comprimari, alla fin fine è con questi tre che avremo a che fare più spesso nella prosecuzione degli avvenimenti... purtroppo. Allora, inutile allacciarvi alle cinture, se aspettavate che Jean-secchione poggiapiedi, Nadia-pseudoanimalista volubile isterica e Marie-mocciosa martellante subissero un'alterazione nel modo di pensare e di agire, perché non accadrà mai. Anzi, in proporzione al passare degli episodi, potrebbero gareggiare per il primato di personaggio più detestabile e prevedibile. Tutt'altro discorso va riservato ai già accennati personaggi "secondari", dall'irresistibile team Gratan alla carismatica ciurma di Nemo, senza tralasciare Gargoyle, antagonista d'eccellenza.

Il ritorno di Anno alla regia segna una minima ripresa dei toni maturi e soprattutto dello svolgimento narrativo, ma ormai è troppo tardi e le sfumature luttuose dell'epilogo cozzano esasperatamente con l'aria giocosa che l'ha preceduto. Un peccato mortale, assolutamente evitabile, che non si può assecondare.

<i>Fushigi no umi no Nadia</i> è in ogni caso un'avventura con la "A" maiuscola, che a distanza di anni riesce a mantenere un certo fascino malgrado l'auto-affossamento. Tecnicamente parlando, lasciando stare gli inconvenienti, la serie raggiunge picchi vertiginosi rispetto alle contemporanee, ma sappiamo che GAINAX voglia dire anche e soprattutto questo.


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Became

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Finalmente sono riuscito a vedere l'anime per intero e non censurato (versione Yamato video). L'anime è in pieno stile Gainax e si sente la mano del grande Hideaki Anno. Non mancano infatti l'approfondimento psicologico dei personaggi, parti molto drammatiche, commedia e demenzialità. Nadia parte in maniera leggera e pian piano diventa più seria e drammatica. Poi vi è una smorzata del ritmo intorno all'episodio 20 che non mi è piaciuta tanto. Fino all'episodio 30 circa infatti abbiamo episodi più demenziali/comici che si alternano a quelli romantici. Negli ultimi episodi vengono svelati i misteri sconcertanti intorno alla pietra azzurra, alla provenienza di Nadia, al suo destino e la nascita della razza umana. Il tutto si conclude con la battagli finale nel quale vi gli ultimi colpi di scena.
A livello tecnico sono buoni i disegni e le animazioni anche se altalenanti, buono il comparto sonoro. Insomma, un anime con una bella trama avventurosa e fantascientifica e personaggi ben delineati. Sicuramente da vedere.

odracir78

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odracir78

Episodi visti: 38/39 --- Voto 8
Liberamente ispirato sul romanzo 20.000 leghe sotto i mari di Jules Verne,racconta la storia del giovane aspirante scienziato Jean e della bellissima acrobata del circo Nadia, la quale viene inseguita da dei ladri spietati che cercano di impossessarsi della pietra azzurra che le sta legata al collo. Insieme fuggiranno e durante il loro viaggio incontreranno molti personaggi che andranno a far parte delle loro avventure, che finirà col ritrovamento del leggendario mondo di Atlantide.

Anche se liberamente tratta da un romanzo, la storia viene però raccontata in maniera completamente diversa e originale, col racconto avrà in comune solo il personaggio di Capitan Nemo e il mondo di Atlantide. La regia è grande come si vedrà in alcune scene.
Purtroppo dopo l'episodio 22, che è uno dei migliori della serie, ha un grande calo di qualità sia dal punto di vista narrativo che da quello del disegno e delle animazioni. Solo verso la fine della serie si ritorna ai livelli abituali, con un bellissimo finale.

tetsuro90

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tetsuro90

Episodi visti: 39/39 --- Voto 6
Secondo me questo cartone è un ottimo biglietto d'ingresso nel mondo dell'animazione jappo, pieno di citazioni (Yattaman, Star Blazers, Macross, Miyazaki e chi più ne ha ne metta), tuttavia non è un capolavoro come molta gente sostiene. Se volete vedere i veri capolavori, andatevi a vedere Macross o Rocky Joe e noterete la differenza.
Qualcuno ha anche fatto bene a sottolineare l'inutilità della sequenza di puntate sull'isola e la loro scarsa qualità tecnica a 2 frame al secondo.
L'unica parte che si salva è quella finale, copiata spudoratamente da Macross, ma si sa che copiare è un vizio di Anno, si ricordi che Evangelion l'ha preso da Ideon. Consigliato a bambini che si stanno avvicinando al mondo degli anime. Sei.

generalenero

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generalenero

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Senza dubbio una delle storie più belle che abbia mai visto in un anime. Soprattutto un anime di cui valga davvero la pena scrivere una breve recensione. L'ho visto tanti anni fa, quando è stato trasmesso la prima volta. Non mi era dispiaciuto, ma sinceramente me lo sono un po' perso, e non mi è mai più capitato di vederlo.
Recentemente ho deciso di rivedermi la serie completa. È stata un vera sorpresa, una storia davvero bella, ricca di colpi di scena, ben articolata. L'unica storia che ho mai visto dove si passa, in pochi episodi, da motori a scoppio come top della tecnologia a sottomarini e navi spaziali, e tutto con una sua logica.
I personaggi sono davvero ben caratterizzati, a partire da Nadia, sempre capricciosa e lunatica, ma che si trova suo malgrado a crescere nel corso della serie, a Jean, sempre allegro, positivo e paziente, forse un po' zerbino ma sicuramente un grande. E il capitano Nemo? Ricorda molto diversi capitani famosi di altri anime, da Gloval di Macross al capitano Avatar (Okita) di Star Blazers.
Il finale non è "velocizzato" come un tante altre serie, non ci sono sviluppi eccessivamente veloci per arrivare alla fine. Tutta la storia alterna fasi "rilassanti", che approfondiscono i rapporti fra i protagonisti, ad improvvise fasi al cardiopalma. L'importante è che alla fine l'amore trionfi.
Davvero una bellissima serie che consiglio davvero a tutti, dai più giovani a chi, magari come il sottoscritto, ha già qualche anno sulle spalle ma da sempre apprezza gli anime ben fatti. E questo lo è decisamente.

PS: il film OAV forse potevano anche non farlo, ma quel che conta è la serie, e quella l'hanno fatta bene!


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Silence147

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
<i>“In quest'avventura, un segreto c'è... ma nessuno al mondo sa qual'è..”</i>

La storia di <i>Nadia – il Mistero della Pietra Azzurra</i> ha inizio in una Francia di fine '800 (precisamente a Parigi) dove si incontreranno un ragazzo di nome Jean, appassionato della scienza e della tecnologia, e una ragazza di nome Nadia, che lavora in un circo. Per Jean è come dire... amore a prima vista, tant'è vero che seguire Nadia sarà per lui una fantastica avventura mozzafiato, composta da bei momenti, emozioni, segreti, azione, ma anche paure e angosce.
I nostri quattordicenni si ritroveranno per splendidi mari, isole bellissime, luoghi impossibili ed incontreranno inoltre persone di buon cuore e un po' particolari così come non mancheranno, ovviamente, nemmeno i nemici. Il tutto comunque sarà condito anche da scene spassose che danno quel tocco in più a quest'avventura.

L'anime composto da trentanove episodi, coinvolge per quasi tutta la vicenda in virtù dei tanti colpi di scena e dei segreti inimmaginabili che lasciano a bocca aperta lo spettatore. La colonna sonora, spettacolare, è adatta all'atmosfera riprodotta e anche le sigle sono godibilissime; l'animazione per l'epoca (1989-90) era abbastanza innovativa e integrata comunque da un buon character design e da scenari davvero belli.
Interessante il ridoppiaggio del 2003, più fedele all'originale, mantenendo tutti i veri nomi e togliendo ogni tipo di censura.
Concludendo, vi posso dire che se amate i generi d'avventura, se vi affascinano i misteri e se vi piacciono le storie collocate in determinati periodi storici, allora questo è quello che fa per voi. Consigliatissimo comunque ad un ampio pubblico.
Tutto ruota attorno a questa misteriosa pietra azzurra che ha al collo la nostra protagonista Nadia e il suo passato misteriosamente dimenticato: siete pronti ad immergervi in tutto questo?


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deathmetalsoul

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
"Fushigi no umi no Nadia" è un anime nato nel 1990 e diretto da Hideaki Anno e Shinji Higuchi(questo dovrebbe già avervi convinto a vederlo). Nel 1991 l'anime viene trasmesso in Italia sulle reti Mediaset con il nome de "Il mistero della pietra azzurra". Ricordo che in una delle successive repliche quando lo vidi per la prima volta, già lo apprezzai molto anche se ero completamente analfabeta in questo campo. Non è che ora sappia molto ma qualcosina in più probabilmente so. Oggi all'età di 19 anni ho rivisto il suddetto prodotto e, che dire, sono rimasto assolutamente infatuato ancor più di allora e oltretutto ho potuto notare le innumerevoli sfaccettature di cui è composto questo capolavoro. Nell'anime, in parte tratto dai racconti di Jules Verne, troviamo infatti omonomie e situazioni riscontrate nel grande capolavoro "Ventimila leghe sotto i mari", ma non solo.

La trama ci mette dinanzi ad un'avventura da vivere tutta di un fiato, ambientata verso la fine del 1800 nel pieno della rivoluzione industriale e scientifica. Sin dal primo episodio non ci sono esclusioni di colpi,e si nota proprio come l'anime inizi a correre e a travolgere lo spettatore. Facciamo infatti subito la conoscenza dei due protagonisti principali che ci accompagneranno sino alla fine, Jean e Nadia. Entrambi ne passeranno una più del diavolo senza neanche sapere il perché. Solo in seguito scopriranno che Nadia è una persona molto importante che nasconde un segreto e che per questo motivo è ricercata da persone poco raccomandabili... Mano mano, con il prosieguo della storia, poi faremo la conoscenza di tutti i vari protagonisti.
Parlando proprio di questo aspetto voglio puntualizzare il fatto che gli stessi sono tutti caratterialmente caratterizzati splendidamente, ed è difficile non affezionarsi un po' a tutti.
Nadia, la protagonista, è una ragazza che ha un carattere abbastanza scontroso, tuttavia molte volte risulta dolce; il protagonista maschile, Jean, è un amante della scienza: i due vivranno la più grande avventura della loro vita uniti da un legame speciale che però fatica a venire allo scoperto. Gli altri personaggi, senza escludere nessuno, hanno tutti un ruolo ben definito, sono ben studiati, e nessuno di loro è inutile.
Comunque l'anime non si ferma qua. Dietro questa scorza troviamo tematiche importanti che ritroveremo approfondite anche in un'altra opera dello stesso regista, vale a dire "Neon Genesis Evangelion", come ad esempio il limite del potere della scienza, l'autodistruzione della società apportata dagli esseri umani e anche una piccola componente religiosa.
Detto ciò non posso che parlare bene anche della parte tecnica: i disegni e le animazioni sono abbastanza buone considerato l'anno di nascita e anche la colonna sonora è molto bella.

Non ho trovato particolari punti a sfavore anche se ammetto che a metà serie, per alcuni episodi, c'è un netto calo e un aumento dei filler, anche se l'anime si riprende alla grande nel finale. Non posso assicurare che l'anime valga il massimo dei voti, ma io lo premio per il coinvolgimento che ho avuto, pertanto lo consiglio davvero a tutti.

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 38/39 --- Voto 8
<b>[ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER]</b>
Caposaldo degli anni '90, oggi forse un po' caduto in disgrazia (nel 2007 ho letto che avevano iniziato di nuovo a replicarlo, ma che era stato sospeso dopo poche puntate!), l'opera è un mix di avventura, drammaticità e fantascienza, con buone dosi di umorismo qua e là.
L'ispirazione è quella dei romanzi di Verne, anche se solo per quanto riguarda la presenza di Nemo (che pare quasi il gemello di Global di "Macross"/"Robotech"!) e del Nautilus.
Questa serie è proprio godibile e non annoia mai anche se nell'ultima parte, il ritorno di Nemo in versione capellone e di Electra con un nuovo look "luminoso" è realizzata un po' troppo frettolosamente.
Comunque i personaggi li ho trovati tutti più o meno ben caratterizzati e il trio degli antagonisti, che ricorda un po' quello delle "Time Bokan", all'inizio è cattivo, ma poi diventa molto simpatico.
Pazzesco il colpo di scena sull'origine degli uomini, ripreso da qualche teoria presa qua e là, e ancor di più il fatto che nell'edizione italiana ciò sia rimasto. Ho letto che un episodio in TV è stato saltato perché pare contesse troppe canzoni giapponesi. Mah!
Come ho già scritto, in sostanza è una bella serie.


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HaL9000

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Ricordo di aver visto questa serie tanti anni fa, ma di non averla visionata fino in fondo; all'epoca mi era venuta un po' a noia. Ora però mi sono deciso a guardarla tutta e con maggiore attenzione. Devo dire di averla trovata molto interessante.
E' chiaro che si tratta di un'opera il cui target è uno spettatore abbastanza giovane, ma in certi momenti pare di assistere ad un anime per un pubblico più maturo. Ci sono delle ingenuità e delle situazioni francamente infantili, basti pensare al leoncino King, protagonista insieme agli altri (e non semplice comparsa) della storia, a cui sembra mancare solo la parola; per non parlare dei numerosi anacronismi disseminati in tutta la serie (dico, va bene che si parla di civiltà con tecnologie avanzatissime, ma siamo pur sempre nel 1889!)..Uno dei protagonisti, Jean, tira fuori dal cilindro in poche ore delle invenzioni strabilianti che neanche la NASA.
E' anche vero, però, che la trama è particolarmente ricca ed articolata, e che emergono temi (come quello della morte, o del rapporto uomo-scienza) un po' più impegnativi e profondi.

Il punto di forza, comunque, è proprio la trama e l'idea di fondo; si parte da una antica leggenda, o meglio, un mito, per poi scoprire che la risoluzione di questo mito non è il punto di arrivo, ma solo un punto di partenza: quando lo spettatore pensa oramai di aver capito dove la serie andrà a parare (e tutto sommato non è poi così difficile), ecco che emergono nuovi elementi e nuovi interrogativi.
Anche se so che qualcuno storcerà il naso, a me Nadia - Il mistero della pietra azzurra, ha ricordato un capolavoro di una trentina di anni fa: "Conan il ragazzo del futuro". Intendiamoci, quella serie è un capolavoro che questa opera non raggiunge né uguaglia in nessun modo. Stiamo parlando di due pianeti diversi, però il modo in cui la trama è stata pensata, la ricchezza dei luoghi dove si svolge la narrazione (vi sono un certo numero di archi narrativi con ambientazioni totalmente differenti) e il conflitto umanità-tecnologia (anche se forse meno approfondito che nel lavoro di Miyazaki), mi hanno fatto notare qualche punto di contatto. In fondo, Nadia, al pari di Conan, non rappresenta forse lo spirito più selvaggio e libero della natura? Non li accomuna l'amore per gli animali e l'odio per la tecnica?

Infatti Nadia è caratterizzata come una personalità un po' lunatica, egocentrica e imprevedibile (va bé, diciamo pure che ha un pessimo carattere), nonché ambientalista ante-literam e radical-vegetariana, ma anche molto forte, decisa ed altruista. Jean, l'altro protagonista principale, ivece ha una personalità un po' più pallida, se paragonata a lei, però è sempre positivo nei confronti degli avvenimenti, ed in genere evita di dare giudizi affrettati (a differenza di Nadia). In definitiva, Jean incarna lo spirito scientifico, razionale, scevro di pregiudizi ed assertivo. E' quasi un illuminista, con una personalità di certo più equilibrata.
Ci sono poi numerosi personaggi di contorno, come il trio Grandis-Sanson-Hanson che rappresentano il lato più comico o grottesco della serie.
Naturalmente vi sono anche dei difetti: cali di ritmo e, soprattutto, alcune puntate che mi sembrano un po' troppo dei filler.
In conclusione, non un capolavoro, ma un anime che vale la pena di essere visto, sia dai più giovani che dai più maturi.


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Apachai

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Questo anime lo vidi per la prima volta da bambino poiché lo trasmettevano nelle ore pomeridiane. Lo giudicai all’inizio come il classico cartone da bambini però, di recente, mi è capitato di vederlo di nuovo e la mia opinione è molto cambiata.
La stessa protagonista, Nadia, in realtà è una persona molto complessa. La trama stessa è molto articolata e, sinceramente, con il senno di poi, forse è inadatta ad un bambino.
I repentini cambi di umore di Nadia fanno si che a volte risulti un po' antipatica a mio avviso.
Jean, il protagonista maschile, ad essere sincero, non l'ho inquadrato molto bene; sembra il classico sfigato e come ovvio che sia si innamora di Nadia. La ragazza all’inizio, prende le distanze dal nostro povero Jean, però, dopo che viene attaccata da dei loschi individui, prende in considerazione la possibilità di avvalersi del suo aiuto.
I disegni mi sembrano un po’ troppo approssimativi e si poteva fare sicuramente di meglio.
Buona visione.

simona

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simona

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Questo è, secondo me, l'anime più bello mai realizzato negli anni '90!
Nella serie si mescolano avventura, drammaticità e mistero in modo sensazionale che ti lascia senza fiato fin dal primo episodio.
Anche in questo anime viene messo in risalto il valore dell'amicizia tra i due protagonisti e in seguito tra Nadia e la graziosa bimba che lei "adotta" come una sorellina, a causa della perdita dei genitori, e cerca sempre di aiutarla in qualsiasi momento di difficoltà.
E' una storia veramente toccante e coinvolgente che fa riflettere.
Le animazioni e i personaggi sono caratterizzati in maniera eccellente.
Da vedere!


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Yasha

Episodi visti: 39/39 --- Voto 6
Titolo: Nadia il mistero della pietra azzurra
Genere: Azione, Fantascienza, Mistero, Drammatico
Autore/Autrice: Hideaki Anno
Casa di produzione: Ganaix
Episodi: 39 di durata 22 minuti circa
Rete Giapponese: TV Tokio
Rete Italiana: Mediaste
Distribuzione Italiana: Yamato Video
Voto: 6/10 sufficiente

<b>Trama</b>: Nadia è una vivace ragazzina di 13 anni che trova una misteriosa pietra azzurra e aiutata dal suo amico e da una truppa di navigatori che vuole aiutarla si mette in viaggio per scoprire il mistero della pietra.

Premessa: so che ha molti quest’anime può piacere e hanno perfettamente ragione. Quindi tendo a sottolineare che questa è solo una mia impressione, qualcosa di personale. A chi li piace lo dica tranquillamente o chi la pensa in modo diverso può postare la sua di recensione. Ridico che questa è solo un’impressione personale.

A Nadia manca qualcosa, anzi, più di una cosa.
La trama pretende di essere un’avventura mista di dramma, mistero, comicità, fantascienza e chi più ne ha più ne ha più ne metta. Ed è vero, Nadia è un misto, solo che a mio parere non è un misto fatto bene.
Innanzitutto già dalle prime puntate viene fuori il nemico mortale di tutti gli anime (e non solo di anime) che è la lentezza. Eh sì, Nadia parte con ritmo veloce ma poi si dilunga e annoia, forse perché sono stati fatti troppi episodi che come si dice “allungano il brodo”.
Per l’età Nadia comunque non nasconde un (abbastanza leggero comunque) difetto nei disegni molto schematici e imprecisi. Infatti è del 1990 come tanti altri anime che presentano una grafica anni luce molto più curata nei dettagli, basti guardare Dolceluna o Yoko-cacciatrice di demoni che a guardarli risultano molto più graficamente curati di Nadia il mistero della pietra azzurra ma apparte questo il design è apprezzabile e in un suo modo ben fatto (ma che non si adegua all’età dell’anime)
Poi veniamo alle caratterizzazioni dei personaggi che, all’apparenza buone in realtà se studiate con cura risultano particolarmente streotipate.
Il finale a suo modo è prevedibile visto che l’anime in questione è indirizzato ad un pubblico di bambini e per questo la storia è lineale (e i realtà non tanto articolata come molti dicono) e per questo ha le sue banalità accettabili.
Comunque rimane un prodotto carino, da guardare se non si ha nulla da fare.

Bye Yasha 6/10/09 20:35


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Franzelion

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Il secondo capolavoro (il primo è Gunbuster) di Hideaki Anno. Che dire? Storia magnifica, avvincente e ricca di colpi di scena, musiche FENOMENALI, ottima caratterizzazione dei personaggi (seppur Nadia ad alcuni risulta indigesta XD), e un finale perfetto in armonia con tutto il resto della serie. Unica nota dolente da segnalare sono i numerosi errori di abbigliamento (ad esempio un attimo si vede jean in camicia bianca e l'attimo dopo lo si vede con la giacca blu), ma a parte questo davvero un anime perfetto, che non ha difetti. Mi dispiace solo che Italia 1 l'abbia trasmesso nelle ore pomeridiane, così che molti l'hanno (e LO) pregiudicano, ritenendolo infantile. Invece è tutt'altro che adatto per un pubblico di bambini anzi, visto che le persone che lo apprezzano sono solitamente quelle più mature si può dire che è quasi un seinen questo anime, se non fosse per delle scene troppo demenziali come King che sembra più intelligente di Marie o simili XD. Avevo visto questo anime quando ero piccolo e ne ero innamorato (anche di Nadia a dir la verità :P), poi l'ho rivisto a 18 anni su youtube, contento di poter vedere finalmente tutta la serie e ne sono rimasto stupefatto dal fatto che non solo mi piace ancora, ma l'ho apprezzato ancor di più rispetto a quando ero giovane. Se ci fossero più anime così...Questo anime è sicuramente un pilastro dell'animazione giapponese ed uno dei migliori di sempre.
CAPOLAVORO. Punto.


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shuuchan

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Una splendida storia d'avventura narrata con grande stile.
Anime che mescola elementi tratti dai romanzi di Jules Verne (Ventimila leghe sotto i mari, L'isola misteriosa) intrecciandoli in una trama di fantasia molto ben realizzata. Evidente l'influenza di "Tenkuu no shiro Laputa" di Miyazaki. Lo svolgersi degli eventi è avvincente e cattura lo spettatore anche durante le puntate meno utili ai fini dello sviluppo della trama. Si possono trovare momenti di grande comicità alternati a momenti terribilmente drammatici: significativi da questo punto di vista gli episodi "Corri, Marie!" e "La più grande crisi del Nautilus". A volte però si avvertono dei cali di tensione narrativa, come in alcuni episodi del "capitolo delle isole" e nel cosiddetto "capitolo africano".
Il capitolo finale, con le sue ultime 5 puntate mozzafiato, è probabilmente uno dei più intensi e trascinanti nella storia dell'animazione d'avventura.
Per analizzare il livello tecnico va precisato che il regista Anno e lo studio di animazione si son trovati, a metà serie, senza più fondi e con pochissimo tempo per realizzare gli episodi. Notiamo infatti che l'opera, nelle puntate iniziali "di presentazione" e nel "capitolo del Nautilus", presenta un notevole standard tecnico, con animazioni più che discrete e, soprattutto, una grande regia. Tuttavia, a partire dal "capitolo delle isole" escludendo i 5 episodi finali (meravigliosi) si assiste ad un calo tecnico così vistoso che si può tranquillamente parlare di "crollo".
La colonna sonora è molto efficace anche se quantitativamente un po' scarsa: pochi temi vengono sfruttati a oltranza per tutte le 39 puntate. Di culto la sigla iniziale, "Blue Water", che oltre ad essere uno splendido pezzo è accompagnata anche da un supporto visivo di tutto rispetto, in due diverse versioni.
Se non fosse per il calo tecnico a metà serie questo anime si potrebbe tranquillamente inserire tra i migliori di sempre. Ciononostante resta imperdibile per chi ama il genere:
"Sei uno spirito avventuroso? Nella leggenda cerchi forse la verità remota e nascosta oltre le terribili cascate del pericolo? Allora è me che cercherai."


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paolinik

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Prima che leggeste la recensione voglio avvertirvi che essa contiene una mole impressionante di spoiler: leggetela a vostro rischio e pericolo :D

Nadia: The Secret of Blue Water, conosciuto in Italia con il titolo "il Mistero della Pietra Azzurra", è un anime prodotto da Hideaki Anno e dallo studio Gainax nel 1990, ovvero 5 anni prima che lo stesso Anno si dedicasse anima e corpo all'opera che lo ha reso famoso tra tutti gli appassionati di animazione giapponese (e mi riferisco ovviamente ad Evangelion).
Sebbene Nadia sia liberamente ispirata a "20'000 leghe sotto i mari" del genio artistico di Jules Verne, i legami tra le due opere possono essere ricondotti solo al nome del capitano Nemo e alla leggenda del sottomarino Nautilus. Nato da uno script iniziale del 1970, redatto nientedimeno che dal grande Hayao Miyazaki (con cui Anno ha lavorato in Nausicaa della Valle del Vento), Nadia si discosta totalmente dal progetto iniziale, sconfinando nei temi tipici delle opere di fantascienza.

Il nucleo principale della storia è dato dalla relazione tra i due protagonisti, ovvero Jean-Luc Lartigue, un ragazzo di 14 anni appassionato di tutto ciò che riguarda la scienza (su cui Jean ripone una fiducia di stampo positivista, in accordo con la credenza filosofica in auge in quel periodo), e Nadia, una ragazza di 14 anni che si guadagna da vivere lavorando come acrobata in un circo (ma attenzione: "la Pietra Azzurra" non è una storia d'amore, ma tutt'altro!). La storia è ambientata nel 1899, e prende inizio dalla famosa Esposizione universale di Parigi (quella dove fu inaugurata la Tourre Eiffel, per intenderci), quando i due ragazzi si conoscono e scappano insieme per sfuggire ad un trio di malintenzionati (Grandis e i suoi due scagnozzi: il fortissimo ma scemo Sanson e il tarchiato ma geniale Hanson) che bramano di mettere le mani sulla Pietra Azzurra di Nadia, che, come diceva la famosa sigla italiana di Cristina D'Avena (a proposito, ma cosa centra con la trama quello che dice la sigla? me lo chiedo tutt'oggi...), comincia a brillare quando la sua proprietaria si trova in pericolo. Nel corso della loro fuga, Jean e Nadia si imbattono nel Nautilus e nella sua ciurma, capitanata dal capitano Nemo (scusate il gioco di parole) e dal 1° ufficiale, la signorina Electra. Ben presto i due giovani sono "arruolati" nel Nautilus (insieme al trio di Grandis, la quale ha rinunciato all'amore per la Pietra Azzurra di Nadia per concentrarsi sul platonico amore per il capitano Nemo), e vengono coinvolti nella lotta tra Nemo e Gargoyle, un losco figuro mascherato a capo di un'organizzazione chiamata "Neo-Atlantide", che intende imporre il suo predominio politico sul mondo (dopo aver già ottenuto quello economico).

Tralasciando il resto della trama (onde evitare spoiler di carattere apocalittico), posso solo dire che, in Nadia, viene riproposto uno dei temi fondamentali del "tratto" di Hideaki Anno, ovvero la rivisitazione (questa volta in salsa fantascientifica) di gran parte degli episodi cruciali del Vecchio Testamento biblico (e in particolare della grande alluvione e della famosa arca di Noè). Di particolare fattura è anche la netta contrapposizione tra le due parti principali della serie, quella iniziale, caratterizzata dalle lotte del Nautilus nei fondali oceanici, e quella finale, che vede impegnato il nuovo Nautilus in una lotta stellare nello spazio contro la gigantesca astronave di Gargoyle.

Importanti, a livello narrativo, sono anche le relazioni che intercorrono tra i personaggi: l'amore tra Jean e Nadia, quello tra Nemo ed Electra (nonostante il capitano l'avesse dapprima adottata come figlia), la magnifica relazione fraterna tra Nadia e Neo, e il problematico rapporto tra Nadia e Nemo, che va dall'odio delle prime puntate all'amore (inteso in senso lato) dimostrato nell'ultimo episodio.

Tra i personaggi, spiccano su tutti le figure del capitano Nemo e di Gargoyle, ovvero i due rivali principali. Il capitano Nemo ha dedicato la sua vita per riparare il suo gravissimo peccato quando era ancora il re di Tartesos, e non esista a sacrificare la sua vita nel finale della serie per fare in modo che sua figlia Nadia continui a vivere (famosa la frase "tu devi vivere!"). Di tutt'altra pasta è invece Gargoyle, che può essere senza dubbio annoverato tra i 5 cattivi più cattivi di tutti i tempi dell'animazione giapponese; animato da un sentimento di superiorità della razza aliena atlantidea su quella umana terrestre, Gargoyle fa di tutto per prevalere sul rivale Nemo, e non ha nemmeno un ripensamento quando, in punto di morte, apprende dallo stesso Nemo di essere un appartenente di quella razza umana da lui tanto disprezzata.

Le musiche, composte per quest'occasione da Sagisu Shiro, autore, tra le altre cose, anche delle colonne sonore di Evangelion e dei film dedicati alla serie più famosa degli anni '90, riescono ad accompagnare qualsiasi momento della storia (divertente, drammatico, misterioso, thriller, ecc...), senza mai sovrapporsi ad essa. Particolarmente belle (a mio avviso) le musiche che accompagnano la discesa dell'equipaggio del Nautilus ad Atlantide e quelle durante la visita di Nadia e Jean a Tartesos.

I paralleli con Evangelion si sprecano, sia per quanto riguarda i personaggi (Shinji è la versione maschile di Nadia, Gendo quella del capitano Nemo, Ritsuko quella di Electra, e guarda caso è ripresa la relazione), sia per quanto riguarda la scelta dei luoghi principali (sia Atlantide che il Geo-Front si trovano sotto terra) sia per i simboli scelti (compaiono spesso le piramidi).

L'unica pecca da segnalare è la famigerata "serie di episodi sull'isola", senza dubbio di qualità inferiore rispetto al resto della serie, sia per quanto riguarda la trama che le situazioni affrontate dai personaggi, per un totale di 8 episodi "filler". Questo calo di qualità è dato principalmente al cambio di regia (Hideaki Anno, impegnato a realizzare lo sbalorditivo finale della serie, è sostituito dal suo amico nonché co-fondatore della Gainax, Shinji Higuhi) e dall'improvviso taglio di fondi della NHK (la rete televisiva giapponese produttrice della serie) proprio nel punto critico della serie stessa.

In conclusione, consiglio questa serie a tutti coloro che hanno già apprezzato Evangelion, che non raggiunge gli stessi picchi narrativi che sono raggiunti in Nadia, e anche a tutti gli appassionati di fantascienza e del mistero.

Sono sempre disponibile a lunghi discorsi con chi ha già guardato e apprezzato "Nadia: il Mistero della Pietra Azzurra" (basta aggiungermi come amico) :)


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Gackt

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
"Fushigi no Umi no Nadia" è un anime che ogni otaku deve vedere, non solo perchè si tratta della prima serie veramente importante dello studio Gainax (e quindi predecessore di Evangelion), ma anche di un cult della fantascienza.

Riguardo alla trama, non bisogna farsi ingannare dai primi tre episodi. Inizialmente può sembrare la solita storiella dell'orfanella braccata da un "proto - Team Rocket", ma dopo poche puntate si rivelerà nella sua vera forma, con una trama avvincentissima alla riscoperta delle origini di Nadia e addirittura della razza umana.

Per questa serie animata lo studio Gainax ha attinto a grandi capolavori. Innanzitutto i riferimenti a Laputa dello studio Ghibli sono stati esplicitamente rivelati (infatti ritroviamo le bellissime atmosfere steampunk alle quali Miyazaki ci ha abituati); inoltre la trama si ispira fortemente ad un capolavoro della letteratura mondiale come "Ventimila leghe sotto i mari" di Jules Verne. E durante la visione ci imbatteremo in studiatissimi riferimenti filosofici, storici e religiosi. Nonostante queste citazioni, l'opera a cui Gainax ha dato vita è un anime completamente originale che ha una propria autonomia. Ben pochi saranno in grado di emulare una trama sci-fi tanto bella e di ripetere un mix tra fantascienza e misticismo tanto perfetto, se non Evangelion (col quale Gainax si doppia) e videogiochi della Square come Xenogears e Final Fantasy.

Le uniche pecche riguardano la realizzazione tecnica, che spesso scade soprattutto nelle animazioni (specie nelle scene movimentate e nei campi lunghi) e in errori di colorazione che ho riscontrato durante la visione, ma che sono in parte perdonabili, trattandosi di uno studio ancora principiante. Inoltre tutto questo passa in secondo piano di fronte ad una trama avvincente e a una eccellente caratterizzazione dei personaggi, tutti espressivi (in ogni momento basta dare un'occhiata alla protagonista per capire cosa pensa), e anche i personaggi minori si caricano di un fascino immenso: basti pensare al trio di Grandis, Sanson e Hanson. Una modifica che avrei apportato sarebbe stata la riduzione del numero di episodi: pur mantenendo alto il livello di interesse, ci troviamo di fronte a molti episodi riempitivi o inutili ai fini della narrazione, per cui sarebbe stata ottima la scelta di creare una serie di 26 episodi.

A parte questi piccoli difetti che non contano molto, Il Mistero della Pietra Azzurra è un anime impeccabile e avvincente che, come ho detto all'inizio, va assolutamente guardato.


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ALUCARD80

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Probabilmente uno dei successi che ha spopolato all'inizio degli anni novanta, questo anime è stato un vero precursore di ciò che sarebbe avvenuto dopo sempre per mano di questi autori, la tanto famosa e discussa Gainax. Una delle più belle e coinvolgenti trame ideate da Anno, l'ipervisionario ideatore del celeberrimo Neon Genesis Evangelion.
Come ben sappiamo i giapponesi amano la nostra cultura e le leggende occidentali forse più di quanto noi appassionati amiamo le loro, e Nadia of the blue seas è una delle tante rivisitazioni del mito di Atlantide, associato al grande capolavoro di Jules Verne, 20. 00 leghe sotto i mari. Ispirandosi a ciò il team Gainax, esattamente qualche anno prima di raggiungere la mistica follia e dare vita agli eva sforna una storia dolcissima, costellata di personaggi indimenticabili e con un finale incredibile e insospettato, un tipo di finale che presto diventerà famoso come "made in Gainax", ovvero un climax di situazioni, colpi di scena e sorprese sullo sfondo di uno scenario apocalittico.
Si narrano le vicende tribolate che mai paiono terminare di una certa Nadia, ragazza di colore che Jean, suo coetaneo francese, incontra per caso alla nota e ormai leggendaria esposizione universale del 1889. La ragazza pare fuggire da una banda di malviventi che posseggono uno stranissimo mezzo meccanico simile ad una granchio con chele prensili grande come un carro armato, ma molto agile e veloce. Da notare che Grandis (da noi conosciuta come Rebecca), Hanson e Sanson sembrano quasi certamente ispirati a fatidici e divertentissimi terzetti dell'animazione giapponese degli anni 70-80, si veda Yattaman & co. Nadia porta con se un ciondolo misterioso che la nobile e viziata Grandis desidera ad ogni modo, e Jean, abbagliato dalla bellezza della ragazza in difficoltà, decide di abbandonare lo zio che è alle prese con una delle tante invenzioni dell'esposizione (grande fissazione di Jean, ereditata appunto dallo zio, è riuscire a volare con un aereo progettato e costruito da lui stesso), e fra una vicissitudine e l'altra riesce a nascondere la ragazza, anche se per poco. Questo è solo un preludio, una parentesi prima che eventi d'immane importanza mondiale, di cui tutti sono allo scuro, si manifestino col nome di Nuova Atlantide.
Personaggi come Electra, o la bellissima trasposizione del Capitano Nemo che a tratti riocorda il mitico Capitan Harlock, o il malefico Gagroyle (da noi Argo, secondo me nome più azzeccato per un cattivo :) o la stessa Nadia riescono a esprimere emozioni indescrivibili, e guardandolo ancora oggi ci si può rendere conto di come quest'anime fosse, al tempo, già proiettato in avanti, non solo fine a sè stesso, ma capace di trattare temi difficili come l'amore, la guerra e l'odio fra razze, e di scavare in profondità nella psiche umana, e anche un po' meno umana di certi protagonisti della storia. Prove tecniche per Shin Seiki Evangelion? Può darsi, ma è sicuro che questo capolavoro rimane e rimarrà un punto saldo nella storia dell'animazione, e per chi come me lo ha visto da ragazzino avrà sicuramente dei bellissimi ricordi legati ad esso.
ancora oggi, nonostante gli anni pesino su queste tavole e queste animazioni obsolete, Nadia fa una bella figura in ogni caso, una trama coinvolgente e visionaria, con un finale di livello tecnico molto alto, una colonna sonora indimenticabile e colpi di scena forse prevedibili, a parte uno o due davvero impensabili, frutto dell'indecisione del cuore dell'uomo, dell'amore, della gelosia. Se proprio gli si deve trovare una pecca, l'anime dura troppo: la parte centrale sull'isola sarebbe potuta durare di meno, in modo da aumentare il ritmo e tenere la storia compatta, senza troppi dilungamenti, ma a conti fatti è una bazzecola.
Lo consiglio a tutti, per quei pochi che ancora non l'avessero visto. Il primo, vero, grande capolavoro di Anno.


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Kotaro

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Sicuramente un capolavoro e una grandissima storia, tra le più belle e profonde mai narrate in un cartone animato.

Nadia è senza dubbio la mia serie animata preferita in assoluto. E non poteva che essere così, dato che io ho sempre vissuto "in simbiosi" col mare e che Jules Verne è il mio scrittore preferito.

In un tempo, quello degli anni '80, dove le serie ispirate ai romanzi europei per ragazzi e quelle con protagonisti orfanelli/e girovaghi/e abbondavano, Nadia arrivò a dare una dimensione completamente differente al genere.
Lontanissima dalle ragazzine candide, purissime di cuore e idealizzate a cui Candy Candy, Lovely Sara, Alpen Rose, Peline Story, Pollyanna e simili ci avevano abituati, la protagonista di questa storia è sì orfana e costretta a girare per il mondo e a subire svariate peripezie e angherie, ma non sarà una bimba innocente col sorriso sempre stampato sulle labbra, quanto una bellona dalla pelle scura, dal fascino esotico, dal carattere complesso, con moltissime fissazioni e soggetto a repentini sbalzi d'umore, dal passato misterioso e costretta a subire, tra le altre cose, discriminazioni razziali e tutta una serie di problematiche tipiche degli adolescenti.
A fare da ideale contraltare ad una ragazza così complessa e problematica, abbiamo invece un ragazzino curioso e vivace, con tantissimi sogni e grandissimo ottimismo nei confronti del futuro, che saprà spalleggiarla nei momenti difficili, mostrandosi maturo al momento pratico ma assolutamente e teneramente imbranatissimo in campo adolescenziale/sentimentale.
Una coppia di protagonisti dipinti con estremo realismo, in cui, malgrado l'ambientazione particolare della serie, qualsiasi spettatore può riconoscersi, affezionandocisi.
A completare il quadro, tutta una serie di personaggi assolutamente riuscitissimi, che vanno dalle spalle comiche a comprimari e cattivi assolutamente validissimi, sui quali torreggia, guardando il resto del cast dall'alto in basso, il magnifico Capitano Nemo, affascinante e anche parecchio fedele trasposizione del celebre personaggio di Jules Verne.

Ciò che distinse Nadia dai coevi World's Masterpieces fu proprio l'elemento fantastico, il mistero che copre le origini di Nadia e il ciondolo dai poteri magici che porta al collo e la virata fantascientifica che la serie prende negli episodi finali (rimanendo comunque sempre abbastanza velata, come Jules Verne ci aveva abituati, durante tutto lo svolgimento della vicenda).
Grazie a questo accorgimento, non solo la serie si distingue da un qualsiasi Candy Candy o Remì assumendo una dimensione tutta sua, ma ottiene una storia avvincente ricchissima di misteri, colpi di scena e avventure rocambolesche, riuscendo persino a concedersi di trattare temi adulti che non ci aspetteremmo di trovare in una produzione per ragazzi come l'esistenza di Dio e il torto degli uomini che vogliono raggiungerlo e comprenderne i segreti, i segreti della creazione, il rapporto tra l'uomo e la natura, i rapporti padre-figlio, nonché svariati risvolti etici, morali, psicologici, esoterici e filosofico-religiosi e nozioni geografico-storico-scientifiche che ci vengono mutuate dall'origine Verniana della storia.

Se a questo aggiungiamo una grafica all'avanguardia per l'epoca e una colonna sonora degna di questo nome, vien da sè che Nadia è un importantissimo pezzo di storia dell'animazione giapponese, una serie di culto che chiunque dovrebbe guardare, capace di toccare la parte più "bambina" del nostro animo promettendoci avventure esotiche e affascinanti viaggi per mare, ma strizzando l'occhio alla nostra parte "adulta" grazie ai numerosi temi "scottanti" che riesce a mascherare con maestria, rendendoli visibili solo agli occhi di uno spettatore più accorto e sensibile.

Capolavoro.


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SuperFra

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Nadia the secret of blue water o meglio Nadia e il mistero della pietra azzurra, è un anime di Hideaki Anno. Lo stesso autore di Evangelion è stato in grado di sfornare oltre al suo colossal, anche una meravigliosa serie come Nadia.
Nadia è una ragazzina che nasconde un passato molto curioso ed interessate. Questa sua vita passata, di cui lei non ha memoria, è la causa di tutte le sue disavventure, ma anche di tutti i suoi "poteri", che ovviamente lei non conosce.
Lungo il suo percorso, Nadia incontra Jean un ragazzo molto intelligente, timido, riservato e ingegnoso. Il sogno di questo ragazzino è la creazione di macchine in grado di far volare l'uomo, e proprio grazie a questa sua passione che i due si incontrano a Parigi e iniziano un meraviglioso viaggio insieme. Questo viaggio li porterà alla scoperta di terre mai conosciute, tecnologie al di là dello scibile umano, civiltà oramai seppellite nei meandri del tempo e dello spazio, ma soprattutto alla scoperta di un sentimento che crescerà sempre più. La trama è interessantissima e coinvolgente, in essa vengono esplicati tantissimi concetti e situazioni di indubbio interesse. Oltre che ad u lato molto riflessivo la trama sottopone anche scene di azione e di avventura senza precedenti. Il mix di tutti questi fattori riesce a creare una trama molto variegata ed omogenea, sviluppata sotto ogni punto di vista. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, con propri pensieri e proprie storie che si intrecciano, tutte da scoprire con lo scorrere degli eventi. Combattendo contro un'organizzazione che vuole impossessarsi della pietra azzurra posseduta da Nadia, i due giovani incontreranno tantissimi personaggi curiosi ed interessanti, che fungono da splendido contorno ad una storia bellissima e mai banale.
La grafica è di ottimo livello (visto il periodo di realizzazione), mentre tutto il comparto audio è eccezionale, tanto la colonna sonora (le due sigle, sia quella italiana sia quella giapponese sono stupende), quanto gli effetti sonori e i doppiaggi. In definitiva Nadia è un'anime di elevatissimo spessore in grado di suscitare forti emozioni in qualsiasi individuo. Inoltre la componente mistica e mitologica da cui è caratterizzata la trama rende il titolo ancora più interessante e valido per tutti i gusti. Una serie da vedere tutta d'un fiato con passione e ammirazione per un genio come Anno. Consigliabile a chiunque; anche a coloro che odino gli anime!


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daniel

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Questa sì che si può definire una bella serie TV!! Storia avvincente (ispirata alle opere di Jules Verne), personaggi ben delineati ( il mio preferito era Sansone!! ), uno svolgersi degli eventi mai noioso, con una buona dose di colpi di scena e pure con un bel Finale!! Animazioni per quegli anni più che accettabili, musiche a posto, che dire: guardatelo, merita veramente!! A parer mio la miglior serie della Gainax!! Altro che Evangelion!!

Buona visione!


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Actarus

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
E’ un anime splendido. Totale assenza di fan service, i dialoghi sono il punto forte.
SPOILER: Eccezionale la scena in cui il capitano Nemo si vede combattuto tra l’inseguire il sottomarino nemico o aiutare Nadia (la ragazza ha una pericolosa febbre). Decide allora di aiutarla andando insieme con i suoi amici a trovargli il prezioso medicinale.
O quando Electra tenta di uccidere il Capitano Nemo colpevole di aver distrutto la torre di Babele causando decine di migliaia di vittime tra cui anche la sua famiglia e suo fratello, di avergli dedicato poco tempo e di aver riversato tutte le sue attenzioni su Nadia(poi la ragazza della pietra azzurra si scoprirà essere la figlia del capitano).
Le puntate sull’isola con Nadia, Jean, la bambina e il buffo leoncino sono veramente carine e mostrano il cambiamento repentino della ragazza prima egoista, poi carina e gentile nei confronti di Jean.
Da oscar la scena nella quale a Nadia, legittima erede del regno di Atlantide (perché in possesso della pietra azzurra che gli conferirebbe i poteri di un Dio), viene imposta il trono che però lei rifiuta perché esiste il libero arbitrio (Dio ha donato all’uomo la libera volontà di commettere il bene o il male, in questo caso la ragazza rifiuta di diventare un Dio).
Ben fatte anche le puntate finali, considerato che questo cartone animato ha ben 18 anni alle spalle e ancora compete ad armi pari con le produzioni odierne.
Il finale è veramente stupendo. Nadia rinuncia ancora un’altra volta al potere della pietra azzurra e lo usa invece per far resuscitare Jean.
Molto bella poi la crescita di Jean e Nadia che anche grazie ai preziosi consigli di Grandis riescono a coronare il loro sogno cioè quello di sposarsi. FINE SPOILER
E’ un cartone animato profondo, riflessivo, educativo, pieno di valori morali e di sentimenti. Onore a Hideaki Anno autore della serie!.
Un ultima cosa, veramente bella la voce italiana di Electra, calma, serena, e angelica (ispira tranquillità).


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chris1710

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Un giorno, su Youtube, preso dalla nostalgia, digito "Il mistero della pietra azzurra" nella barra cerca. Ma caricati cosi'... non so, notavo una certa fretta, me lo godevo male. Non ci penso su, acquisto i DVD e me li guardo tutti episodio dopo episodio, scena dopo scena, frame dopo frame. La prima volta che lo vidi avevo quattordici anni. Ora che l'ho rivisto e sono sui trenta, lo riguarderei ancora e poi ancora e poi ancora. Non smetterei mai! E certi messaggi che lascia questo anime li capisci solo ora: l'importanza di avere qualcuno accanto,i limiti degli uomini ma anche il loro grande potenziale, il mondo secondo Uomo/Scienza/Natura, messaggi, visioni, anche realtà. Davvero un ottimo anime.

Gianlu

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Gianlu

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Questo anime è un vero capolavoro targato Gainax, come, del resto, la maggior parte delle realizzazioni dell'appena citato studio di animazione. Per cominciare la storia a mio parere è ottimamente strutturata, coinvolgente e mai banale. Sono comprensibili, ma del tutto fuori luogo alcune critiche riferite alla mancanza di colpi di scena e a qualche calo emozionale nella storia, bisogna infatti tener presente che è un anime datato 1990. Il character dei personaggi è ben curato, ma soprattutto equilibrato, caratteristica che manca un pò in Evangelion (la produzione successiva a "Il mistero della pietra azzurra" targata Gainax) dove forse viene estremizzata un pò troppo l'introspezione di ogni personaggio. Ovviamente anche le musiche sono azzeccatissime, ma questa è in realtà una costante negli anime firmati Hideaki Anno. Un anime che consiglio a tutti, che nel complesso giudico un capolavoro dell'animazione giapponese.

jane_lane

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jane_lane

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Se avessi scritto questo commento ai tempi della prima trasmissione, avrei sicuramente dato un 10.
Allora (andavo alle elementari) questa serie mi aveva colpito molto, perché, bene o male, a livello di trama, personaggi e tematiche affrontate era totalmente diversa rispetto a tutto ciò che avevo visto fino a quel momento. Anche la tanto criticata Nadia non mi dispiaceva, era senza dubbio una presuntuosa isterica, ma almeno si distingueva dalle pallose e melense eroine innamorate che infestavano gli anime di quegli anni (piuttosto, mi stupisce che nessuno abbia parlato male della petulante Marie, quella sì da affogare!).
Insomma, questo è uno dei miei cartoni preferiti di quando ero piccola ma, come è successo ad altri, dopo averlo rivisto di recente l’ho parecchio rivalutato, mi sa che è vero che è un titolo apprezzabile solo da un pubblico giovane!
Obiettivamente non posso non riconoscergli dei meriti, cioè una trama non banale, più di un buon personaggio e, soprattutto, l’essere innovativo per i tempi, però questa volta ho notato anche dei difetti, in alcuni casi davvero clamorosi.
Uno è il mostruoso calo tecnico dovuto a problemi di budget, ma su questo posso anche chiudere un occhio, cosa che invece mi è impossibile fare sui tempi morti allucinanti. Come sappiamo gli anime, per esigenze varie, devono essere compressi (o diluiti) in un certo numero di puntate, Nadia probabilmente avrebbe richiesto qualche episodio in più dei tipici 24-26, così, invece di tagliar via qualcosa, han pensato bene di stiracchiare la storia fino a riempirne 39, col risultato di avere almeno una decina di puntate (cioè un quarto della serie) assolutamente superflue. Seguire certi episodi è stata una tortura, e per me solo questo fatto giustificherebbe il voto, penso che rovinare una trama valida con inutili lungaggini sia uno dei peggiori difetti che una serie possa avere.
Infine, una considerazione sui contenuti: ok, i personaggi mostrano dei risvolti psicologici interessanti, e i temi proposti sono validi, però perché ribadirli in continuazione? È un comportamento tipico della Gainax e di Anno, che spesso finisce col farmi stare sulle scatole le loro opere: il continuo girare intorno agli stessi concetti non sottolinea i significati, ma, al contrario, li sminuisce!
In definitiva: non è una serie da buttare, ma nemmeno il capolavoro che ricordavo, penso che avrebbe potuto gestire meglio il suo potenziale. Voto 7.5, perché le buone intenzioni ci sono, ma conta anche come vengono messe in pratica!

Gionuein

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Gionuein

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Do in tutta scioltezza il massimo dei voti a questa serie che ho avuto solo recentemente l'occasione di vedere nella versione distribuita dalla Yamato dopo essermela sorbita millemila volte da ragazzino nella versione censurata made in Merdaset. E forse questa volta sono riuscito a gustarmela appieno, cogliendo le citazioni bibliche e letterarie tipici di Hideaki Anno che da bambino non avevo colto. Nadia - Il Mistero della Pietra Azzurra è, da questo punto di vista, il degno precursore di Evangelion e, per certi versi, gli è persino superiore.

torakiki

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torakiki

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Nadia è un anime complesso... la trama è articolata, i personaggi hanno caratterizzazioni sfaccettate che avvolte spiazzano lo spettatore (la protagonista cambia umore a una velocità impressionante, con atteggiamenti difficilmente comprensibili al primo momento) il tutto mascherato da serie "d' avventura" vecchia maniera.
I temi trattati sono molti, spesso con leggerezza... considerando anche alla fascia a cui è indirizzata, ma tutto è amalgamato in modo da essere "digeribile" e apprezzabile a più livelli.
Tecnicamente presenta i difetti delle serie del tempo (molti episodi inutili, animazioni altalenanti, risparmio su tutto) che forse si notano più che in altre!

Ho visto sia la versione Mediaset (meno censure di quello che sempra al momento e alcune voci azzeccatissime, difatti sono riprese in quella Yamato) che quella Yamato (l' episodio totalmente censurato è divertente, ma animato malissimo, troppe scene riciclate e non è rilevante al fine della storia... forse la Mediaset tutto quell' errore a tagliarla non l' ha fatto) entrambe sono a livelli medio-alti.
Aggiungiamo citazioni più o meno mascherate (il Trio Drorombo, il Robot e il ciondolo di Laputa... di cui Nadia doveva essere una versione televisiva, il Nautilus che ricorda le astronavi di Matsumoto, gli aerei di Jean che sembrano disegnati da Miyazaki, Steampunk che in quegli anni diverrà di moda, ecc...), spunti per opere successive dello studio (Evangelion in primis) e alcuni colpi di genio negli episodi migliori !
Io la consiglio a tutti... Ed i 30 non li compio più!

Roxy

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Roxy

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Ho visto tutta la serie e mi è piaciuta molto perchè tratta temi molto attuali, di cui si discute al giorno d'oggi: l'uso della scienza fra il bene e il male, rispettivamente rappresentati dal capitano Nemo e Argo capo delle forze di Atlantide.
Un episodio molto significativo è il numero 7, quando Argo mette in funzione la Torre di Babele e distrugge un'isola popolata da esseri umani inermi.
E' consigliabile prendere i DVD, perchè non ci sono censure e si può godere tutta la storia per intero.
Lo scorso anno è stato mandato in onda su Italia 1, ma è stato interrotto dopo 8 o 9 episodi! Ne vale la pena vederlo tutto per intero, soprattutto per vedere come va a finire la lotta fra Argo e il Capitano Nemo.

Psicopompo

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Psicopompo

Episodi visti: 39/39 --- Voto 5
Premetto che quando ero molto piccolo e lo avevo visto per la prima volta questo cartone mi piaceva tanto.

L'ho rivisto di recente e mi ha deluso parecchio. La storia è abbastanza banale, scontata e un pò fuori moda. Lo steroitipo dello scenziato, dell'uomo forte, della donna in cucina, della scienza contro la natura mi sembrano davvero poco attuali.
La storia è lineare, intuibile, lenta, senza colpi di scena e senza fondamenti (quando mai si è vista una tipa cresciuta in un circo che se la tira come Nadia, la sclerata ecc...).
Inolte alcune puntate sono prorio inutili al fine della trama come l'isola desrta e le bambine che si ammalano, senza contare che oltre ad essere noiose (sempre le solite cose "io odio tutti" - " gli uomini non possono vivere da soli" ecc...), alcune puntate, sono disegnate malissimo e con un'animazione veramente scandalosa (le puntate dell'isola deserta vanno a 2 frame al secondo, mancano totalmente dei 12 principi fondamentali dell'animazione e alcuni pezzi sono proprio errati come quando il Conte mangia piccante che la lingua va fuori dalla faccia). Secondo me era più giusto fare una serie da 15-16 episodi al massimo.

Lo sconsiglio assolutamente a un pubblico sopra i 20 anni e secondo me è adatto a un pubblico molto giovane (sotto 10-11 anni) perchè alcuni pezzi sono talemte semplici e banali da fare invidia a "Dora l'esploratrice".

lauramy

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lauramy

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
E' un cartone stupendo! pochi riescono a coglierne la vera essenza. I personaggi sono spettacolari e ti trascinano nella loro storia e nelle loro sofferenze e amori dalla prima all'ultima puntata. Preferisco comunque la versione con il primo doppiaggio: le voci non possono essere più azzeccate anche se il secondo ne migliora i dialoghi. Anche le musiche sono sorprendenti. Avrò rivisto questo cartone 1.000.000 di volte. Lo consiglio anche agli adulti per le tematiche sviluppate anche per quanto riguarda i rapporti familiari. Il capitano Nemo avrebbe fatto di tutto per Nadia, ma anche per Electra, adottata da lui e pi successivamente futura madre del suo ultimo figlio. E' uno dei pochi cartoni giapponesi che riesce a non cadere nella banalità. Bacioni a tutti i fan di questo strepitoso anime!

Shaka89

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Shaka89

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Uno dei primi anime che ho visto da bambino: uno dei primi che mi ha fatto venire la passione per questo mondo animato.Il segreto di Atlantide è nelle mani di una bellissima giovane, Nadia, aiutata dall'inseparabile e coraggioso Jean. Attraverso i loro occhi veniamo catapultati e vediamo la Parigi del 1889 per proseguire sui fondali oceanici a bordo del Nautilus e del suo capitano Nemo, un uomo davvero misterioso e che si trascina dietro le spalle un passato oscuro. In mezzo a tutte queste avventure potrete emozionarmi e sentirvi partecipi delle avventure dei nostri amici.Il disegno e i tratti sono ancora di vecchio stampo, cioè senza computer; nonostante ciò le scene sono fluide e i disegni semplicementi stupendi!

Lyla

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Lyla

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Il primo anime a cui mi sono appassionata in assoluto...visto la prima volta a 13 anni, dopo 3 sono riuscita a recuperarlo con il vecchio, insuperabile doppiaggio, e da poco ho preso anche la versione con quello nuovo...che dire? Un anime che mi ha fatto crescere con le sue tematiche riguardanti la vita, la morte, l'amore e molto altro a cui non avevo mai pensato prima e su cui ho cominciato a riflettere proprio guardando questo anime, un anime a cui sono legata in modo affettivo, dalle musiche bellissime e dai personaggi indimenticabili, ognuno con una sua storia, ai quali è impossibile non affezionarsi. L'unica pecca sono gli episodi ambientati sull'isola deserta, disegnati malissimo, ma per il resto non ha nulla da invidiare a un vero capolavoro, e il finale è talmente commovente e particolare che è "entrato nella storia". Un anime che non si scorda facilmente, capace di emozionare a ogni visione. DA NON PERDERE!

Leonardo

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Leonardo

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Voto 10!! Uno delle mie serie TV preferite, l'adoravo da piccolo e l'adoro tutt'ora. La storia ti prende molto e mi ha portato a seguirlo episodio dopo episodio fino ad arrivare alla fine che a mio avviso non è malaccio, anzi bellissima. Un misto poi che si passa da certi episodi davvero drammatici e strappa lacrime a episodi che ti fanno ridere. Da vedere assolutamente l'episodio musicale. Poi vorrei fare una nota in particolare alla sigla italiana di Cristina d'Avena davvero stupenda, una delle mie sigle preferite e soprattutto un grazie a Yamato video per aver rieditato questo stupendo anime in versione integrale senza censure. Peccato però che delle voci preferisco alcune del 1° dopiaggio mediaset, cioè quella di Nadia e del capitano Nemo ma vabbhè ti ci abitui anche a quelle del ridoppiaggio.
Grazie GAINAX per questo capolavoro!!!!!!!!!!

PS: di questo anime adoro anche le canzoni che si sentono nei vari episodi come sotto fondo, stupende!!

kayyam

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kayyam

Episodi visti: 39/39 --- Voto 6
Uhm uhm uhm... la parte più interessante è il picco emotivo degli episodi 17-19, per il resto l'ho trovato molto bambinesco, per quanto l'isteria di Nadia sia una nota di realismo niente male. Ma c'è una quantità di tempi morti micidiale: la sezione sull'isola deserta è una vera tortura. Perché non hanno fatto una serie di 24 episodi, invece di stiracchiarla assurdamente in questo modo? Inoltre sono evidenti dei tentennamenti nel tratteggio della psicologia dei personaggi in confronto all'inizio della serie; siamo sostanzialmente ancora a un livello macchiettistico, di personaggi con alcune caratteristiche (insopportabile anche la tiritera delle invenzioni di Jean puntualmente destinate a fallire).

Lux

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Lux

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Avventura, dramma, mistero, comicità. Tutto questo è Nadia, e ancora di più. Vagamente basato sui capolavori di Verne (non solo "20.000 leghe sotto i mari" ma anche "L'isola misteriosa"), e con riferimenti ed omaggi a serie come Time Bokan e a film come Laputa, Fushigi no Umi no Nadia si rifà moltissimo ai lavori di Miyazaki, con i quali condivide alcune tematiche: l'innocenza dei bambini che erediteranno il mondo contrapposta alla crudeltà degli adulti, l'amore per la natura, la bellezza delle macchine volanti.

Nadia è una protagonista che ai tempi (si parla del 1990) rappresentò una rottura rispetto al cliché dell'eroina bella, bionda e buona, e amata da tutti. Nadia invece è scura di pelle, androgina, assolutamente ribelle verso il mondo dei grandi e testardamente arrocata sulle proprie certezze. Non è un personaggio facile da amare, ma è il prototipo di tanti protagonisti di anime moderni, che a Nadia devono tantissimo.
Ma Fushigi no Umi no Nadia offre tutta una carrellata di personaggi spettacolari: il Capitano Nemo, Electra, Grandis/Rebecca, fino all'antagonista Gargoyle, il cattivo migliore che abbia mai visto in un anime.

La serie parte con una vena di comicità che poi si stempera in episodi tremendamente drammatici, solo per citarne qualcuno: la morte dell'ufficiale di macchina, il funerale nella cattedrale sottomarina, la confessione di Electra e il suo racconto della distuzione di Tartessos, il mancato suicidio di Nadia... fino ad arrivare ai quattro episodi finali, diretti da Anno, che, a mio avviso, rappresentano uno dei momenti più alti dell'animazione giapponese.
La pecca sono gli episodi centrali, affidati per ragioni di budget a studi coreani, che non sono al livello del resto della serie, ma non pregiudicano per questo una serie che è il vero capolavoro di Hideaki Anno.

hibiki

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hibiki

Episodi visti: 39/39 --- Voto 5
La storia si svolge nell'anno 1889, inizia col giovane Jean che si trova a Parigi per partecipare ad una gara di volo con un apparecchio costruito insieme allo zio, lì vede Nadia e (amore a prima vista) cerca di conoscerla.. Lei è restia e lo tiene a distanza ma, quando viene attaccata da tre loschi personaggi (forse poi non così loschi) che cercano di rubare il suo ciondolo, si vede costretta ad accettare l'aiuto del giovane inventore per tirarsi fuori dai guai.
Inizia così un interminabile viaggio ricco di incontri "voluti dal destino" (non vedo come altro definire una serie di situazioni quanto meno assurde che permettono ai protagonisti della serie di incontrarsi di continuo, anche su isolotti deserti in mezzo all'oceano...) fino alla scoperta delle origini della ragazza e della pietra che porta con sè, ovviamente il tutto procede tra avventure irreali, violazioni di tutte le leggi della fisica e i capricci di Nadia che Jean riesce sempre inspiegabilmente a sopportare (un essere umano normale l'avrebbe affogata nel Pacifico dopo cinque minuti, oppure avrebbe approfittato del ciondolo per strangolarla)...
Dal punto di vista tecnico la qualità non mi sembra eccezionale, i disegni dei personaggi non mi piacciono, mi sembrano un po' approssimativi, mentre il mecha dei sottomarini mi sembra discreto anche se peggiora nel finale.
La storia è ispirata al famoso romanzo "20.000 leghe sotto i mari" e, nella versione nipponica, non può che concludersi "20.000 leghe nello spazio", secondo me Verne si sarà ribaltato nella tomba un paio di volte..
Come si sarà già intuito è un cartone che non mi è piaciuto molto, di solito non gradisco i cartoni dove gli animali sono più "umani" dei protagonisti (anche se devo dire che è stato divertente vedere il leoncino King pregare una "divinità tronco" sull'isola deserta per avere un po' di pioggia) e dove gli adulti sono sempre pronti a dare saggi consigli ai più giovani che sembrano non rendersi mai conto di quello che gli capita attorno (soprattutto dal punto di vista sentimentale)... Infine c'è una domanda alla quale non ho trovato risposta: "Perchè nel finale, quando Electra si taglia i capelli, quelli del capitano Nemo crescono di mezzo metro?"

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???

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Anime che originariamente doveva esser una parodia di "Laputa" e "Ventimila leghe sotto i mari", è diventato grazie a Anno (regista di Evangelion e altri anime marchiati Gainax), un capolavoro. La serie è intrisa di riferimenti mitologici, artistici, filosofici e cinematografici, molto difficili da cogliere senza alla base una notevole cultura! Perchè non 10 ma 9 ? Per l'altalenanza del ritmo dovuto anche ad un cambio di regia per quanto riguarda un capitolo della serie composta da 39 episodi.
Altra piccola nota, Nadia è l'archetipo di Evangelion, infatti molte scelte di regia, temi e topos verranno riproposti e ampliati in quest'ultimo.

il Gelo

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il Gelo

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Nadia è di sicuro un una storia capace di accarezzarti il cuore di bambino, proprio come mijazaki avrebbe voluto.
E' merito sicuramente di questo grande maestro della rappresentazione se le parole e il significato di esse, arrivano con una semplicità estrema all'orecchio piu' distratto.
Guadando questa serie, rifletterete sull'uomo e sulla sua esistenza sul pianeta, spesso conflittuale. I bambini, costretti a veder quanto orrbili possiamo essere noi uomini, ci odiano e per questo fuggono.. tuttavia, il loro animo sà ancora perdonare. Per questo puo' esistere ancora una speranza ( al contrario di quanto proposto in Neon Genesis).
Buona visione

Nemodark

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Nemodark

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Bellissimo... Io considero questa'anime il preludio del EVA PROJECT... L'anime all'inzio sembra la solita storiella tra adolescenti... un ragazzino inventore imbranato e una ragazza carina ma insopportabile... Ma la storia non e' solo questo... nel giro di poche puntate si viene catapultati nel mondo di JULES VERNE (20000 leghe sotto i mari)... con l'aggiunta di atlantide... Per avere nelle ultime puntate la svolta... basta non vorrei rovinare la sorprese hai pochi che non l'hanno visto!!! Un anime sicuramente da guardare anche per le innumerevoli scenette comiche...
PS: tranquilli il finale non e' cervellotico come Evangelion. Il livello tecnico è buono, le musiche molto azzeccate la storia merita... (peccato che la Gainax non sia piu' quella di una volta). Io lo considero un anime innovativo considerato l'anno in cui e' uscito... Che dire Buona Visione....

conan

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conan

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Un anime da non perdere. C'è tutto quello che ci dovrebbe essere: valori sani, azione e mistero. Un anime che ti prende e che vorresti vedere dal primo all'ultimo episodio senza sosta. Lo ritengo superiore, e anche di molto, a Neon Genesis Evangelion che mi sembra solo una costruzione mal riuscita. Il finale di Evangelion è sicuramente riflessivo, ma non troppo adeguato. Nadia invece è molto coerente e ogni episodio è bello e non inutile. Un anime da vedere assolutamente.

Zelgadis

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Zelgadis

Episodi visti: 39/39 --- Voto 4
Eccomi qui di nuovo a fare la parte del cattivo contro un altro anime-mito. Sarà che ultimamente la Gainax non la sopporto più, ma quest'anime proprio non mi è mai piaciuto. Odio le protagoniste fighette che sanno tutto loro (e Nadia è veramente petulante), odio i personaggi doppiati da Garbolino, odio le elucubrazioni mentali di Anno, odio gli anime che partono benissimo a livello tecnico e poi scadono a livelli infimi (soprattutto Gainax fa così). La storia non è neanche del tutto originale dato che è una specie di rivisitazione di ventimila leghe sotto i mari.

Ah, dimenticavo! Vince il premio speciale per il finale più brutto e banale mai visto.

Beh, non me ne vogliate, io ho espresso la mia opinione, sappiate cmq che è considerato da tantissimi un capolavoro per cui se non l'avete mai visto potete dargli un'occhiata, ma io i difetti ve li ho detti.

gibbo

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gibbo

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Finalmente un anime che merita il voto più alto: 10! Il mistero della pietra azzurra è una "pietra" miliare dei cartoni animati con la storia basata sulla religione, e su cui si è lavorato molto creando alla fine un capolavoro! Divertente da seguire, facile da capire con una storia tutt'altro che banale (la conquista del mondo da parte di Argo),un finale veramente che se ne vedono pochi in giro (chiaro e particolareggiato),dei personaggi molto diversi con varie sfaccettature di carettere... Insomma... Il migliore della mia infanzia!

Testu

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Testu

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Una serie piacevolissima, ma non deve sorprendere visto che è un vecchio lavoro della mitica Gainax. Sembra impossibile ed è quasi una vergogna pensare che sia nata senza un manga da poter leggere e a cui fare riferimento. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e piacevoli, anche nel caso del capitano Nemo e dell'irascibile/lunatica Nadia. Certo poi verso la fine bisogna accettare la versiona spaziale di 2000 leghe sotto i mari, la stupida versione aliena sulla genesi umana e sulla distruzione di atlantide, ma nonostante la forzatura delle ultime puntate questa serie risulta sempre di grande livello e piacevole da guardare anche grazie al mitico trio di cattivi/nonpiùcattivi.

Luposolitario

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Luposolitario

Episodi visti: 0/39 --- Voto 10
The secret of blue water, alias Il mistero della pietra azzurra, e sicuramente un capolavoro del maestro Hideaki Anno, ricco di citazioni su atlantide, la genesi , ventimila leghe sotto i mari, miti nordici, come l' Yggradrasil ,
(per i maniaci che amano cercare le citazioni fate bene attenzione a locandine,quadri,statue che vedrete nell anime perche' sono tutte opere d'arte vere)

fu nella mia infanzia il mio cartone favorito, anche perche' passate le prime 4-5 puntate il cartone diventa molto piu serio e ricco di contenuti interessanti., la storia e veramente intrigante e ben strutturata, ricca di colpi di scena e di interventi inaspettati, Da notare che nella versione italiana sono state fatte delle censure abb pesanti su alcuni episodi, e non e mai stato doppiato l episodio 14 se ben ricordo. che era totalmente un musical.
Inoltre son stati cambiati alcuni nome come quello di Gargoyle che in italia si chiama Argo.

Il doppiaggio italiano e ottimo, e le musiche sono di alto livello, a mio giudizio molto azzeccate e intriganti ( the requiem in the sunken chuch su tutte)

Consiglio veramente questo anime, sia per la qualita dei contenuti che per la spettacolarita della storia.a mio avviso e superiore anche a Evangelion, molte cose nel mistero della pietra azzurra si son riviste poi li (vedi le tute di asuka rei e shinji)