TsumaSho
In una stagione autunnale abbastanza deludente a mio parere, Tsumasho è stato l'unico anime (insieme ad Orb) a spiccare nell'ammucchiata generale.
Non è un'opera per tutti, in particolare per noi occidentali il cui concetto di spiritualità è molto diverso da quello orientale. Questo è uno scoglio non facile da superare ed ho visto vari commenti non entusiastici proprio per questo motivo.
L'incipit iniziale e cuore di almeno metà della serie è infatti l'idea di far "resuscitare" la protagonista, moglie e madre nella sua vita precedente, nel corpo di una bambina, e grazie a questo far ripartire l'orologio del tempo dei suoi familiari, fermo all'incidente di 10 anni prima.
Nonostante questa premessa, l'anime parte in modo un po' leggero, escludendo i primi minuti in cui si vedono padre e figlia spenti ed apatici, disinteressati oramai della loro vita. Non è stata una buona idea, sembra che l'autore volesse creare una commedia su un argomento abbastanza serio, e difatti io stesso come altri abbiamo etichettato la serie da bollino rosso.
Fortunatamente ho resistito al primo e pure al secondo episodio così così per poi vedere dove veramente volevano far andare a parare le cose, lasciando la via della leggerezza per strade sempre più serie e drammatiche.
La sceneggiatura in generale è buona, anche se alcune scene potevano essere rese un po' meno infantili (parlo del marito) o con più spessore dedicandoci qualche minuto extra. Ha comunque vari spunti originali in cui la trama apparentemente abbastanza lineare riesce a ritagliarsi un po' di originalità.
Meglio in generale la regia, soprattutto negli ultimi episodi ed in varie scene dove si gioca molto bene sulle emozioni contrastanti dei vari personaggi, sempre in bilico tra l'egoismo più che accettabile ed il fare la cosa giusta "perchè sì".
Il design è abbastanza buono, classico senza eccessi nè sbavature, con un uso dei colori sempre nella media. Non essendo un anime d'azione, non è stata necessaria un'animazione di chissà che livello, però non si notano neppure cali di qualità per questo motivo. Insomma, si lascia guardare anche se non si grida al capolavoro.
Il punto di forza della serie sta nei personaggi che ovviamente, vista la trama, dovranno necessariamente crescere ed evolvere per superare tutti i problemi, e non solo quelli, fino a giungere all'obiettivo finale.
Certo, di nessuno d loro sappiamo oltre che il necessario per lo sviluppo della storia, non si fanno amare per questo, ma rappresentano un esempio umano di come una persona potrebbe reagire ad un evento inaspettato sia nel bene che nel male.
Le loro scelte passate e presenti rappresenteranno il fulcro su cui ruoterà tutto, ma essendo soggettive (e ricordo con un tema non proprio per le nostre corde) dovrete aprire la vostra mente per apprezzare le loro convinzioni e comprendere i loro sentimenti.
Per quanto riguarda il sonoro, la sigla iniziale è brutta, fastidiosa e fuori luogo. Decisamente meglio quella finale, soprattutto da metà in poi.
L'OST è invece generalmente di ottimo livello ed aiuta tantissimo ad apprezzare le scene emozionanti, sia quelle positive che tristi e drammatiche.
Effetti ambientali zero, o almeno non ho ricordi di averli notati. Un po' un peccato perchè avrebbero reso meglio le scene all'aperto.
Passando ai voti:
**regia** 8
**sceneggiatura** 7,5
**design** 7
**personaggi** 8
**sonoro** 6,5
In definitiva un buon 7,5.
Raccomandato a chi vuol vedere una serie commovente, seria e che tratta alcuni aspetti sociali legati alla morte di un proprio caro in modo abbastanza profondo. Ovviamente tutto questo escludendo i primi episodi che fanno quasi da prologo alla vera storia, la quale prenderà piede abbastanza rapidamente.
Il marito, vi avviso, è un po' da sopportare a mio parere nella prima metà, anche se facendo fatica a mettersi nei suoi panni nel rivedere l'amatissima moglie morta anni prima, chissà, magari anch'io potrei diventare un pirla con il sorriso da ebete e la lacrima facile...
Non è un'opera per tutti, in particolare per noi occidentali il cui concetto di spiritualità è molto diverso da quello orientale. Questo è uno scoglio non facile da superare ed ho visto vari commenti non entusiastici proprio per questo motivo.
L'incipit iniziale e cuore di almeno metà della serie è infatti l'idea di far "resuscitare" la protagonista, moglie e madre nella sua vita precedente, nel corpo di una bambina, e grazie a questo far ripartire l'orologio del tempo dei suoi familiari, fermo all'incidente di 10 anni prima.
Nonostante questa premessa, l'anime parte in modo un po' leggero, escludendo i primi minuti in cui si vedono padre e figlia spenti ed apatici, disinteressati oramai della loro vita. Non è stata una buona idea, sembra che l'autore volesse creare una commedia su un argomento abbastanza serio, e difatti io stesso come altri abbiamo etichettato la serie da bollino rosso.
Fortunatamente ho resistito al primo e pure al secondo episodio così così per poi vedere dove veramente volevano far andare a parare le cose, lasciando la via della leggerezza per strade sempre più serie e drammatiche.
La sceneggiatura in generale è buona, anche se alcune scene potevano essere rese un po' meno infantili (parlo del marito) o con più spessore dedicandoci qualche minuto extra. Ha comunque vari spunti originali in cui la trama apparentemente abbastanza lineare riesce a ritagliarsi un po' di originalità.
Meglio in generale la regia, soprattutto negli ultimi episodi ed in varie scene dove si gioca molto bene sulle emozioni contrastanti dei vari personaggi, sempre in bilico tra l'egoismo più che accettabile ed il fare la cosa giusta "perchè sì".
Il design è abbastanza buono, classico senza eccessi nè sbavature, con un uso dei colori sempre nella media. Non essendo un anime d'azione, non è stata necessaria un'animazione di chissà che livello, però non si notano neppure cali di qualità per questo motivo. Insomma, si lascia guardare anche se non si grida al capolavoro.
Il punto di forza della serie sta nei personaggi che ovviamente, vista la trama, dovranno necessariamente crescere ed evolvere per superare tutti i problemi, e non solo quelli, fino a giungere all'obiettivo finale.
Certo, di nessuno d loro sappiamo oltre che il necessario per lo sviluppo della storia, non si fanno amare per questo, ma rappresentano un esempio umano di come una persona potrebbe reagire ad un evento inaspettato sia nel bene che nel male.
Le loro scelte passate e presenti rappresenteranno il fulcro su cui ruoterà tutto, ma essendo soggettive (e ricordo con un tema non proprio per le nostre corde) dovrete aprire la vostra mente per apprezzare le loro convinzioni e comprendere i loro sentimenti.
Per quanto riguarda il sonoro, la sigla iniziale è brutta, fastidiosa e fuori luogo. Decisamente meglio quella finale, soprattutto da metà in poi.
L'OST è invece generalmente di ottimo livello ed aiuta tantissimo ad apprezzare le scene emozionanti, sia quelle positive che tristi e drammatiche.
Effetti ambientali zero, o almeno non ho ricordi di averli notati. Un po' un peccato perchè avrebbero reso meglio le scene all'aperto.
Passando ai voti:
**regia** 8
**sceneggiatura** 7,5
**design** 7
**personaggi** 8
**sonoro** 6,5
In definitiva un buon 7,5.
Raccomandato a chi vuol vedere una serie commovente, seria e che tratta alcuni aspetti sociali legati alla morte di un proprio caro in modo abbastanza profondo. Ovviamente tutto questo escludendo i primi episodi che fanno quasi da prologo alla vera storia, la quale prenderà piede abbastanza rapidamente.
Il marito, vi avviso, è un po' da sopportare a mio parere nella prima metà, anche se facendo fatica a mettersi nei suoi panni nel rivedere l'amatissima moglie morta anni prima, chissà, magari anch'io potrei diventare un pirla con il sorriso da ebete e la lacrima facile...
"Tsuma, Shōgakusei ni Naru", traducibile come "Mia moglie è diventata una scolara", è una serie anime di 12 episodi tratto dal manga omonimo di Yayū Murata, che a dispetto del titolo quasi comico e fuorviante, affronta temi piuttosto impegnativi quali l'elaborazione del lutto di una persona cara, la reincarnazione (o forse meglio definirla come una sorta di possessione temporanea), offrendo una prospettiva di riflessione sulle dinamiche familiari di fronte a una seconda "possibilità" nella vita.
La trama è piuttosto semplice ed è incentrata sulla vita di Keiichi, un uomo di mezza età rimasto vedevo da più di 10 anni perché ha perso la moglie Takae in un incidente stradale e di sua figlia Mei ormai ventenne. Entrambi non sono riusciti a elaborare il dolore della perdita della persona amata e vivono in una sorta di struggente limbo senza il loro punto di riferimento, non riuscendo ad affrontare la realtà e a mettersi in gioco anche dal punto di vista affettivo per aprirsi ed interagire con gli altri.
Questo fino a quando appare all'improvviso nella loro esistenza una bambina di dieci anni, Marika, che vedendo la loro casa dichiara di essere Takae, la moglie e madre defunta. Superato il momento di stupore e meraviglia iniziale in cui Keiichi e Mei ottengono la certezza che la bambina apparsa dal nulla sia Takae, inizia un percorso in cui la loro vita viene sconvolta da Takae/Marika che fa di tutto per rassicurarli e infondergli quella sicurezza in se stessi e quell'autostima andata persa a causa della inopinata scomparsa di lei che ha lasciato un grande vuoto nelle loro vite.
Ma questa seconda chance di Takae di vivere una seconda chance sarà "per sempre"? Takae potrà rincongiungersi o vivere con Keiichi e Mei? Lascio al lettore della recensione trovare la risposta nella visione dei 12 episodi: per marito e figlia non sarà semplice fare i conti con l'idea che la loro amata moglie e madre sia tornata in una forma "inaspettata" e così l'anime esplora le sfide e le gioie di questa nuova situazione, cercando di ricavare il massimo dalla premessa che comunque risulta intrigante per esplorare i temi dell'amore, della perdita e della sua elaborazione nonché della "rinascita".
Più che di reincarnazione, la serie affronta una specie di possessione temporanea o "coabitazione" di due anime in un solo corpo. Tale circostanza crea la situazione surreale: vedere e sentire una bambina che ragiona e che interagisce con gli altri come un'adulta è parecchio intrigante, soprattutto nel rapporto con la madre naturale e le difficoltà che la bambina Marika incontra nell'assistere alle delusioni che la vita riserva proprio alla madre single.
Ma anche nel rapporto con i familiari, Takae offre l'opportunità di ricostruire il legame tra loro, aiutandoli a superare il dolore da cui non riescono a liberarsi. In un certo senso il ritorno di Takae sotto mentite spoglie rappresenta la seconda chance per Keiichi e Mei di riorganizzare le idee e riuscire a superare il lutto: Keiichi e Mio hanno vissuto anni di dolore e solitudine, e il ritorno di Marika li obbliga ad affrontare le loro paure e insicurezze, ma anche a trovare una possibile via di superamento della perdita della persona cara, attraverso un processo complesso che in principal modo riguarda proprio Keiichi e Mei e la loro volontà di recuperare l'amore verso se stessi e le relazioni verso gli altri superando il profondo smarrimento in cui erano caduti. Senza dimenticare che anche dal punto di vista della famiglia di Marika, Takae riesce a ricucire il rapporto con la madre delusa, frustrata e incattivita dalla vita.
"I rimpianti sono i ricordi di un tempo che non tornerà mai più; impara a vivere nel presente", perché "il ricordo è un modo di incontrarsi" (K. Gibran)
"Tsuma, Shōgakusei ni Naru" è una storia d'amore di uno spirito che non si da pace per non essere riuscito a garantire alla propria famiglia il supporto di cui marito e figlia avevano bisogno: alla base c'è il rimpianto, che poi è anche quello del marito e della figlia che non riescono a darsi pace della perdita di Takae. L'anime ha il pregio di trasformare il ricordo di chi non c'è più da una peso insopportabile ad un'occasione per guardare avanti e godere del presente.
Pur con venature talvolta anche comiche e leggere, questa serie invita a riflettere su temi "universali" come la vita e la morte, l'amore e le relazioni tra le persone, narrando una storia che combina momenti di dolore e di gioia ispirati alla speranza.
A mio modesto avviso, il positivismo un po' naif di cui è intrisa la vicenda narrata e il finale un po' puerile rappresentano i "talloni d'Achille" della serie che altrimenti sarebbe stata se non perfetta almeno equilibrata e con il giusto mix di dramma e commedia in cui tutti i protagonisti della vicenda al termine sono cambiati (in meglio) grazie a questa esperienza.
La trama è piuttosto semplice ed è incentrata sulla vita di Keiichi, un uomo di mezza età rimasto vedevo da più di 10 anni perché ha perso la moglie Takae in un incidente stradale e di sua figlia Mei ormai ventenne. Entrambi non sono riusciti a elaborare il dolore della perdita della persona amata e vivono in una sorta di struggente limbo senza il loro punto di riferimento, non riuscendo ad affrontare la realtà e a mettersi in gioco anche dal punto di vista affettivo per aprirsi ed interagire con gli altri.
Questo fino a quando appare all'improvviso nella loro esistenza una bambina di dieci anni, Marika, che vedendo la loro casa dichiara di essere Takae, la moglie e madre defunta. Superato il momento di stupore e meraviglia iniziale in cui Keiichi e Mei ottengono la certezza che la bambina apparsa dal nulla sia Takae, inizia un percorso in cui la loro vita viene sconvolta da Takae/Marika che fa di tutto per rassicurarli e infondergli quella sicurezza in se stessi e quell'autostima andata persa a causa della inopinata scomparsa di lei che ha lasciato un grande vuoto nelle loro vite.
Ma questa seconda chance di Takae di vivere una seconda chance sarà "per sempre"? Takae potrà rincongiungersi o vivere con Keiichi e Mei? Lascio al lettore della recensione trovare la risposta nella visione dei 12 episodi: per marito e figlia non sarà semplice fare i conti con l'idea che la loro amata moglie e madre sia tornata in una forma "inaspettata" e così l'anime esplora le sfide e le gioie di questa nuova situazione, cercando di ricavare il massimo dalla premessa che comunque risulta intrigante per esplorare i temi dell'amore, della perdita e della sua elaborazione nonché della "rinascita".
Più che di reincarnazione, la serie affronta una specie di possessione temporanea o "coabitazione" di due anime in un solo corpo. Tale circostanza crea la situazione surreale: vedere e sentire una bambina che ragiona e che interagisce con gli altri come un'adulta è parecchio intrigante, soprattutto nel rapporto con la madre naturale e le difficoltà che la bambina Marika incontra nell'assistere alle delusioni che la vita riserva proprio alla madre single.
Ma anche nel rapporto con i familiari, Takae offre l'opportunità di ricostruire il legame tra loro, aiutandoli a superare il dolore da cui non riescono a liberarsi. In un certo senso il ritorno di Takae sotto mentite spoglie rappresenta la seconda chance per Keiichi e Mei di riorganizzare le idee e riuscire a superare il lutto: Keiichi e Mio hanno vissuto anni di dolore e solitudine, e il ritorno di Marika li obbliga ad affrontare le loro paure e insicurezze, ma anche a trovare una possibile via di superamento della perdita della persona cara, attraverso un processo complesso che in principal modo riguarda proprio Keiichi e Mei e la loro volontà di recuperare l'amore verso se stessi e le relazioni verso gli altri superando il profondo smarrimento in cui erano caduti. Senza dimenticare che anche dal punto di vista della famiglia di Marika, Takae riesce a ricucire il rapporto con la madre delusa, frustrata e incattivita dalla vita.
"I rimpianti sono i ricordi di un tempo che non tornerà mai più; impara a vivere nel presente", perché "il ricordo è un modo di incontrarsi" (K. Gibran)
"Tsuma, Shōgakusei ni Naru" è una storia d'amore di uno spirito che non si da pace per non essere riuscito a garantire alla propria famiglia il supporto di cui marito e figlia avevano bisogno: alla base c'è il rimpianto, che poi è anche quello del marito e della figlia che non riescono a darsi pace della perdita di Takae. L'anime ha il pregio di trasformare il ricordo di chi non c'è più da una peso insopportabile ad un'occasione per guardare avanti e godere del presente.
Pur con venature talvolta anche comiche e leggere, questa serie invita a riflettere su temi "universali" come la vita e la morte, l'amore e le relazioni tra le persone, narrando una storia che combina momenti di dolore e di gioia ispirati alla speranza.
A mio modesto avviso, il positivismo un po' naif di cui è intrisa la vicenda narrata e il finale un po' puerile rappresentano i "talloni d'Achille" della serie che altrimenti sarebbe stata se non perfetta almeno equilibrata e con il giusto mix di dramma e commedia in cui tutti i protagonisti della vicenda al termine sono cambiati (in meglio) grazie a questa esperienza.