logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
Mel-chan

Episodi visti: 38/38 --- Voto 9
Condivido la recensione di Kotaro,
Aggiungo che, fosse solo per me, darei a "Magica magica Emi" un 10 pieno, ma sarei solo una nostalgica affascinata dai colori, dalle musiche e dalle mille emozioni di nostalgia e crescita che la serie mi ha lasciato.

Il paragone con "L’incantevole Creamy" lo trovo sempre poco azzeccato, poiché le due storie corrono su due binari differenti. Ne "L'incantevole Creamy" sono importanti la storia d'amore e le vicende dello spettacolo, con la rivalità con Megumi Ayase. In "Magica magica Emi", sono importanti il sentimento che porta la piccola Mai a voler diventare Emi e la vita di coloro che la circondano, ed è più un pretesto per raccontare una piccola storia di formazione.

Tornado a noi, Emi la trovo bellissima e unica, davvero super-sexy e, se fossi un ragazzo, mi innamorerei o invaghirei di lei. È speciale e magica. Mai al contrario è super-sbadata ma anche molto tenera, curiosa e molto tenace, in più è molto femminile rispetto a Yu Morisawa.
C'è anche tantissima vita attorno a Mai, con episodi semplici e di vita quotidiana.

Il doppiaggio è stupendo e fa morire dalle risate, e i colori brillanti rendono questa saga un gioiellino che splende.

In definitiva, molti sono i difetti, che possono essere dalla storia più "banale" allo lasciar aperte tutte le porte sentimentali (in alcuni episodi sembra che ci sia un interesse di Stella per Daniele, a dispetto del povero Pellecchia che non viene calcolato). O anche il velato accenno tra Emi e Sho (Ronnie), ma che resta tutto molto "sognante". Nessuno infatti chiede nulla su Emi, e si aspettano tutti che sia amica solo di Mai (ma si può chiudere un occhio magari su questa questione, fa parte proprio dello stesso incantesimo che permette a Mai di trasformarsi, un po' come in "Sailor Moon" Chibiusa ipnotizzava la famiglia e nessuno chiedeva, anche i vicini di casa, da quando Usagi avesse una sorella o cugina etc. Sono piccolezze che possono essere sorvolate).
Quindi, anche le questioni in sospeso son dovute al fatto che la storia non parla di storie d'amore, ma della crescita della piccola Mai, ed è qui che bisogna discostarsi dal paragone con "L'incantevole Creamy".

Credo di aver detto tutto, io lo trovo un anime che ancora adesso mi riguardo volentieri e che con le sue vicende magiche mi fa sognare.


 2
kaio1982

Episodi visti: 38/38 --- Voto 8
Magica Emi è un'altra grande serie Majokko classica dello studio Pierrot, la terza per essere esatti. Premetto subito che, tra le 4 serie Majokko di questa storica ex gloriosa casa produttrice, Magica Emi è quella meno riuscita, il che rende quest'anime meno interessante delle altre 3 serie. Fin dall'inizio, il contesto narrativo ed ambientale, purtroppo, evidenzia una netta virata del genere verso uno stile più da palcoscenico in cui Emi si esibisce. Quindi da anime coinvolgente, musicale, sentimentale ed estremamente fantasioso, (Creamy Mami) tutto viene ridimensionato a dei giochi di prestigio magici, che non riescono assolutamente a ricreare quella splendida atmosfera surreale e sognante che in Creamy abbondava e coinvolgeva fino alla fine. Come nelle altre serie Majokko, una bambina, in questo caso Mai, incontra un folletto che gli fa dono della bacchetta magica con cui Mai si trasforma nella splendida adolescente Emi. Indubbiamente Emi è dotata di un grande fascino, decisamente superiore a quello di Creamy, ma che gli deriva principalmente dall'estetica raffinata con cui è stata realizzata, più che dal personaggio. A banalizzare di molto l'anime ed abbassarne la qualità contribuisce una scarsa caratterizzazione dei personaggi che, tranne Emi, sembrano essere la copia sbiadita di quelli indimenticabili e ben caratterizzati di Creamy. Le canzoni che accompagnano gli spettacoli di magia di Emi sono soltanto due ma decisamente belle, mentre i midi di sottofondo, pur restando in tema, sanno di vecchio e mancano di tutti quei meravigliosi suoni synth che in Creamy aumentavano nettamente il fascino delle sue numerose avventure. Anche la parte sentimentale con Shō Yūchi qui subisce un netto ridimensionamento che non la rende particolarmente coinvolgente. Dal punto di vista tecnico invece Magica Emi è ottimo e i due anni secchi che separano quest'anime da Creamy si vedono molto. Il character design qui raggiunge l'eccellenza per quanto riguarda Emi e Mai, che finalmente possono contare su occhi, fisico e look dei capelli davvero eccelsi, specialmente quando la bella Em è vestita con altri abiti, fuori dal palcoscenico, che ne esaltano la bellezza. Gli altri personaggi, ovviamente, sono meno sviluppati nel dettaglio, ma comunque sufficientemente dettagliati, specialmente Shō Yūchi. I fondali, invece, non sono abbastanza dettagliati e avrebbero avuto bisogno di una maggiore cura, che tranquillamente si poteva realizzare anche nel 1985. Le animazioni, ovviamente, sono sempre fluide e lo Studio Pierrot è sempre stata (più in passato che ora) una garanzia di grande qualità. Concludo dicendo che Magica Emi, è sicuramente un classico delle Majokko Pierrot, sempre godibile e divertente, ma che perde tantissimo per quanto riguarda la trama e l'atmosfera magica.

Kotaro

Episodi visti: 38/38 --- Voto 9
Tutti quanti, da bambini, sognavamo gli adulti che saremmo stati, o che ci sarebbe piaciuto essere, una volta cresciuti. Adulti che, il più delle volte, coincidevano con i nostri miti ed eroi dell'infanzia: chi voleva diventare un cestista ammirando le prodezze del Michael Jordan di turno, chi sognava di salire sul ring emulando Hulk Hogan e Macho Man, chi si vedeva una popstar come le Spice Girls, un famoso calciatore, un attore, un astronauta o magari un archeologo come Indiana Jones.
Il presupposto da cui parte "Mahou no Star Magical Emi" (meglio nota nel nostro paese come "Magica Emi", titolo che userò da qui in poi per comodità), terza serie del fortunato filone majokko dello Studio Pierrot, è semplice ma efficace: e se un bambino potesse realizzare questo sogno e diventare immediatamente l'adulto che desidererebbe essere, bruciando le tappe, semplicemente pronunciando una stramba formula magica che può fargliene assumere l'aspetto e le facoltà ogni qual volta egli voglia?

E' quanto succede alla piccola protagonista Mai Kazuki, che sogna di diventare, da grande, una bravissima prestigiatrice, come il suo idolo Emily Howell, celebre maga vissuta negli anni '30. Aspirazione inevitabile, in un certo senso, visto che la bimba è stata cresciuta da sempre fra maghi e giochi di prestigio: la madre, infatti, ha un passato da maga e i due simpatici nonni materni sono a capo di una scalcinata compagnia di prestigiatori, i Magic Carat, che la piccola aiuta spesso e volentieri.
La strada per realizzare il suo desiderio è però ancora lunga e impervia, visto che Mai è ancora molto piccola e inesperta e non le riesce di fare degli spettacolari trucchi come quelli dei suoi nonni.
Mai, tuttavia, è una bambina a cui è stata donata la grande e fortunata occasione di fare ciò che tutti noi avremmo desiderato, alla sua età, ma non abbiamo mai potuto fare: grazie all'incontro con Topo, il folletto dello specchio capace di guardare nei suoi sogni e di renderli possibili, ella potrà trasformarsi a suo piacimento in Magical Emi, bellissima ed esperta prestigiatrice adolescente che, risollevando le sorti dello sgangherato gruppo dei Magic Carat, li porta al successo attirando le attenzioni di Shigeru Koganei, affermato produttore televisivo che non ci pensa due volte prima di lanciare la bellissima ragazza e il gruppo di maghi come celebrità del piccolo schermo.

Per raccontare la sua storia, lo Studio Pierrot sceglie ancora una volta la via già esplorata con successo in "Mahou no tenshi Creamy Mami" e "Mahou no yousei Persha", ossia quella del racconto di formazione di una bambina che per magia ottiene il potere di trasformarsi a comando in una bella adolescente.
Il punto di vista è quello di Mai, che seguiremo nel racconto della sua vita quotidiana, del rapporto con i genitori e il chiassoso fratellino, con i nonni e il loro gruppo di maghi, con il folletto Topo, con i compagni di scuola e l'amichetto Musashi di lei palesemente innamorato, o ancora con Sho, pugile in erba che vive nella casa dei nonni e con cui, spesso e volentieri, la bimba si trova a interagire fra un capriccio e l'altro trovandovi un buon amico e, all'occorrenza, un maestro.
Anche stavolta, gli autori dello Studio Pierrot mettono in scena in maniera molto piacevole la vita della loro piccola eroina, di cui conosceremo i sogni, le paure, i difetti, i capricci, gli hobby, il mondo che le gira intorno, in diversi episodi dal ritmo rilassato e gradevole e dalla forte valenza pedagogica per i piccoli spettatori, che vi ritroveranno tutti i piccoli drammi della vita quotidiana di qualunque bambino, come i compiti di scuola e la pagella, le responsabilità di un incarico importante, i litigi in famiglia, le gelosie per il fratellino più piccolo, l'imbarazzo della prima scoperta del proprio corpo.
Si diceva però che Mai ha il potere di trasformarsi in Emi, e questo apre nuove prospettive per la narrazione, essendo la maga dai capelli azzurri una bizzarra soubrette televisiva che compie giochi di prestigio, canta canzoni, presenzia a eventi e a spettacoli itineranti, partecipa a programmi tv e per un soffio non diventa anche attrice cinematografica.
Nei panni di Emi, Mai può guardare più da vicino il mondo degli adulti e mostrare agli spettatori la vita di una celebrità del piccolo schermo, di un produttore televisivo, del manager di una star, di un regista, di uno sportivo, imparando (e insegnando a chi guarda a casa) che nemmeno la vita degli adulti è sempre facile: a volte anche loro devono fare delle scelte, rinunciare a un amore, impegnarsi per realizzare un sogno, superare diverse difficoltà, esattamente come i bambini.

Bisogna ammetterlo, "Magica Emi" offre davvero una gran varietà nelle situazioni rappresentate episodio dopo episodio.
Oltre ai molti episodi dedicati all'approfondimento della vita quotidiana di Mai, alla sua crescita e alla vita da star di Emi, avremo anche diverse puntate a sfondo sovrannaturale. Dal momento che la magia esiste, come dimostrato dall'esistenza del folletto dello specchio, allora esisterà anche in altre forme, ed ecco che Mai/Emi si trova ad avere a che fare con extraterrestri veri o presunti, fate del vento, draghi della neve, spiriti degli alberi, folletti di altri mondi, bambole dotate di sentimenti e tutta una serie di creature sovrannaturali, le quali spezzeranno l'estremo realismo che permea la serie con un tocco di fantasia, che tuttavia riesce a non stonare troppo nella sua economia generale.
Altri episodi saranno invece dedicati alla sotto-trama sportiva degli incontri di boxe sostenuti da Sho; in altri ancora sarà di scena una comicità a volte insensata, a volte sullo stile del Dottor Slump di Akira Toriyama (che in quegli anni andava per la maggiore), con inseguimenti, equivoci, rocambolesche gite in automobile, capitomboli.
Se tutto questo è possibile, il merito è innanzitutto dei personaggi. La serie ha, infatti, un cast ampio e decisamente valido, un microcosmo variegato e divertente, popolato da personaggi dall'ottima caratterizzazione, che sanno far divertire lo spettatore ma anche emozionarlo o dargli da pensare...
Non ci deve dunque stupire di trovare interi episodi dove la protagonista Mai/Emi magari svolge un ruolo di secondo piano e invece il focus si sposta sui suoi genitori, sul fratellino, su Sho, sugli arzilli nonni, sui membri dei Magic Carat, sul burbero signor Koganei o sullo sfortunato e divertentissimo manager Kokubunji, che di volta in volta ci parlano delle loro vite, dei loro sogni, dei loro rimpianti, dei loro ricordi, dei loro amori, delle loro passioni e avversioni, delle loro famiglie, delle loro avventure, in un affresco vivo e piacevole di un mondo dove lo spettatore si sente immediatamente a suo agio.

Non bisogna, però, dimenticare che questa è in primis la storia di Emi e, soprattutto, di Mai. La doppia vita della bimba e la sua crescita personale sono il filo conduttore che, nonostante le numerose divagazioni sugli altri personaggi, attraversano tutta la vicenda.
Diversamente da quanto accaduto per Yu/Creamy e Persha, la maturazione di Mai non si svolge stavolta solo sul piano sentimentale. C'è anche quello, ma in maniera minore rispetto alle precedenti maghette. "Magica Emi" è piuttosto la storia dell'inseguimento di un sogno, che dapprima Mai sfiora, ma che in seguito si rende conto essere ancora lontano, e la crescita della bimba è principalmente proiettata verso questa consapevolezza, più che verso la scoperta dell'amore.
Con una velata malinconia, la serie porta in più occasioni lo spettatore a riflettere sulla sua premessa: se tu, bambino, potessi diventare a comando l'adulto che sogni di essere senza dover aspettare di crescere realmente, cosa faresti? La risposta che lo Studio Pierrot offre a questa domanda è inaspettatamente molto matura, istruttiva e intelligente, rendendo palpabile la crescita della piccola eroina.
Man mano che passano gli episodi, che impara a conoscere il mondo e la vita nei suoi diversi aspetti tramite il confronto con altre persone, le loro storie e le loro scelte, la piccola Mai matura e si rende conto di quanto in realtà sia marcato il dualismo fra Emi, bellissima prestigiatrice che con la magia può compiere qualsiasi cosa, e lei, bambina impacciata e capricciosa che non riesce a fare un semplice gioco con le carte senza farle cadere e che del mondo ancora non conosce nulla.
Con una semplice formula magica, Mai può diventare Emi ogni volta che vuole e riuscire a realizzare incredibili spettacoli di magia, ma Emi non è la vera Mai, quanto più un'illusione, un sogno lontano dalla realtà dove è solo una bambina inesperta che ha scelto di realizzare i propri sogni con la facile strada dei poteri magici, a differenza del pugile Sho e degli amici maghi dei Magic Carat, che si impegnano per raggiungerli con sacrifici, scelte a volte dolorose e forza di volontà.
La bambina e il suo alter-ego si rivelano essere dunque due personaggi legati a doppio filo: il sogno di Emi inizia quando finisce quello di Mai, e il sogno di Mai inizia quando finisce quello di Emi, in un finale dal sapore malinconico, ma anche molto maturo.

"E' molto più divertente essere Mai..." afferma, malinconica, Emi, dopo essere riuscita con poco sforzo a compiere un trucco su cui Mai aveva lavorato invano fino a prima di trasformarsi. E' in questa frase il messaggio fondamentale dell'opera, che, attraverso la vicenda di una bambina che ottiene il potere di diventare grande a comando, raccomanda ai piccoli spettatori di non aver fretta, di coltivare a piccoli passi i propri sogni per il futuro, con impegno e correttezza, perché solo così si riesce a crescere e a imparare fondamentali lezioni di vita.
Non è importante Itaca, diceva il poeta greco Costantinos Kavafis, ma il viaggio ricco di esperienze che permette di giungervi. Allo stesso modo, i bambini non devono aver fretta d'esser grandi, ma vivere giorno per giorno traendo dalla vita e dal mondo insegnamenti ed esperienze che li aiuteranno a crescere in maniera corretta e con i tempi giusti. Così come Mai, che avrà tutto il tempo per crescere e diventare da sola una grande maga, senza affrettarsi a diventare Emi con la magia.
Non è un caso, quindi, se la sigla d'apertura e canzone portante della serie, si chiami "Fushigiiro Happiness". Il termine "fushigi" ha una duplice valenza e il titolo della canzone può essere interpretato "Felicità di un colore meraviglioso" o "Felicità di un colore misterioso". Come a dire che sì, la felicità, la crescita, l'amore sono qualcosa di bellissimo, ma anche di misterioso, da scoprire passo dopo passo e con tante esperienze ora gioiose ora dolorose, senza aver fretta di conoscerli immediatamente.

Elemento sempre molto apprezzabile nei majokko dello Studio Pierrot è l'aspetto tecnico. Anche Magica Emi non fa eccezione e propone una serie gradevolissima all'occhio.
Il character design di Akemi Takada è sempre una gioia per gli occhi, ottimo nel caratterizzare personaggi di ogni tipo, dal giovane fratellino di Mai alla sua anziana e rotonda nonna, dall'enorme camionista barbuto di mezza età alla tenerissima fatina.
Il disegno di Akemi Takada, insieme alla regia (il regista Takashi Anno è qui alla terza di tre serie majokko per lo Studio Pierrot), è un elemento che ricorre come un filo rosso a legare indissolubilmente "Magica Emi" alle serie che l'hanno preceduta, basta guardare il personaggio di Sho, che non poco ricorda Riki e Gaku di "Mahou no yousei Persha" - nonché Shun di "Tokimeki Tonight", che, casualità, anche lui era un pugile.
In un cast di personaggi e comparse splendidamente disegnati, naturalmente a spiccare è lei, Magical Emi, una delle migliori ragazze disegnate dei suoi tempi - e, chissà, magari anche di tutta l'animazione giapponese in generale. Anche in questo caso, come già per Yu/Creamy e per Emi/Persha, l'alter-ego magico è la proiezione dei sogni della giovane protagonista anche sul lato fisico, ed ecco dunque che Emi è non solo un'esperta maga, ma anche una bellissima adolescente, dal corpo proporzionato, con degli splendidi capelli del colore del mare e che indossa di volta in volta nei suoi show splendidi abiti dal gusto leggermente provocante, ora un costume da bagno con pareo a fantasia floreale e occhiali da sole, ora uno splendido abito alla cinese. L'adolescente che qualsiasi bambina sognerebbe di essere e che facilmente farebbe battere il cuore di ogni uomo, pur tuttavia senza malizia, ma in maniera estremamente naturale e casta.
L'ottima grafica di effetti e animazioni, inoltre, trova il suo culmine nei tanti giochi magici di Emi.
Ottimo anche il lavoro svolto dagli accompagnamenti sonori. Di "Fushigiiro happiness" e del suo significato simbolico si è già detto, la canzone svolge in maniera mirabile il suo ruolo di sigla d'apertura e di brano portante della storia, in quanto singolo cantato da Emi durante i suoi spettacoli e dunque presente nella gran parte degli episodi. Bella anche "Anata dake dreaming", la delicata sigla di chiusura, così come "Tropical mermaid", seconda canzone di Emi, e anche gli accompagnamenti orchestrati, di grande intensità e adatti di volta in volta a far da sottofondo a scene ora allegre ora tristi.

Parlare delle canzoni di Emi ci porta dritti dritti a parlare del doppiaggio, visto che lei, Yoko Obata, giovane idol che vivette un breve periodo di popolarità fra la fine degli anni '80 e i primissimi anni '90, dà la voce alla protagonista della serie sia nelle vesti di Mai sia in quelle di Emi, per il parlato e per le canzoni (e dunque, di rimando, è l'interprete delle sigle).
Yoko Obata è, per l'appunto, una idol, non una doppiatrice di professione e dunque riesce a caratterizzare Emi con una voce dolce e suadente che perfettamente si abbina alla misteriosa maga del palcoscenico, ma è invece un po' traballante nel camuffare la sua voce in maniera infantile per il ruolo di Mai.
Fortunatamente, a darle manforte c'è tutta una serie di fuoriclasse del doppiaggio nipponico, i quali, in parte, avevano già lavorato al precedente "Mahou no yousei Persha" e mettono qui, ancora una volta, le loro belle voci al servizio delle maghette dello Studio Pierrot.
E' il caso, ad esempio, di Yuu Mizushima, che ritorna nel ruolo del protagonista maschile (lì Riki, qui Sho), senza discostarsi troppo dalla sua precedente interpretazione.
Discorso diverso invece per Daisuke Gouri e Shigeru Chiba, che nel precedente majokko davano la voce alle mascotte che accompagnavano Persha (il gattone Simba e il kappa GeraGera) e qui invece interpretano il collerico produttore Koganei e il suo assistente-vittima Kokubunji.
Si tratta di una delle cose più divertenti che mi sia capitata di sentire, per quanto riguarda il doppiaggio nipponico. I due professionisti riescono a rendere Koganei e Kokubunji di una simpatia unica, ed è divertentissimo vederli litigare di continuo mentre si fanno prese di wrestling, assistere alle continue sfuriate di Koganei che sbaglia ogni volta il nome del suo assistente e di quest'ultimo che grida esasperato mentre è alle prese con guai di ogni genere.

Ultima, ma non meno importante, chicca, sia Gouri sia Chiba si lanceranno, nel corso della storia, in esilaranti reinterpretazioni di "Fushigiiro happiness". Se, nel caso di Chiba/Kokubunji, il personaggio si limita a canticchiarla distrattamente, Gouri/Koganei addirittura si mette un costume da Emi e la interpreta con convinzione grazie a uno stereo per il karaoke: un omone grande, grosso e barbuto vestito con uno sgambato gonnellino da soubrette televisiva che canta una canzone pop con un vocione cavernoso. Impossibile non ridere a crepapelle.
La versione italiana, aldilà dell'adattamento un po' fantasioso dei nomi (è il tempo del solito Giappone multiculturale dove i personaggi si possono chiamare Mai, Emi, Fiorella, Giovanni, Bartolomeo, Pellecchia, Ronnie, Annie, Enrico, Gennaro, Giuppi, B. Junior e nessuno se ne fa un problema), è riuscita in gran parte a restituire la simpatia dei doppiatori giapponesi, con un cast italiano di tutto rispetto. A spiccare, ovviamente, è una magnifica Alessandra Karpoff, tanto dolcemente infantile nei panni di Mai quanto sensuale e affascinante in quelli di Emi, ma abbiamo anche un maturo Ivo De Palma, un saggio e bonario Riccardo Mantani, un sempre simpatico Pietro Ubaldi, un esilarante Federico Danti o un collerico e roboante Vittorio Bestoso.
Da segnalare anche un buon adattamento delle canzoni, che anche in italiano fanno una bella figura, anche se "Tropical Mermaid", il secondo brano cantato da Emi, è qui stato totalmente eliminato e sostituito da una pregevole versione cantata in italiano della sigla di chiusura giapponese.
Infine, una curiosità: in un episodio della versione italiana compare come sottofondo a una scena la sigla nostrana di "La regina dei mille anni". Non ho idea del perché sia stata operata questa curiosa scelta.

"Magica Emi" è una serie di ottima fattura, che a uno splendido confezionamento sul lato tecnico affianca una trama interessante e divertente e un messaggio di fondo molto importante per i piccoli spettatori cui si rivolge.
Le si possono recriminare un paio di episodi non proprio esaltanti, un riassunto non richiesto e un paio di ingenuità di fondo - ad esempio, il gruppo dei Magic Carat accetta immediatamente di farvi entrare Emi che è spuntata dal nulla e nessuno si chiede mai chi Emi sia e perché sia sempre irreperibile e l'unica a poterla contattare è Mai -, ma sono ben poca cosa alla luce di una storia che nell'episodio finale ci avrà commosso, dando l'addio a un gruppo di amici divertenti che ci avevano accompagnato con gioia lungo il percorso tracciato dagli episodi e a quella ragazza, bellissima quanto illusoria, di cui magari, comprensibilmente, nel contempo ci eravamo innamorati.
Un piccolo ma grande pilastro dell'animazione anni '80 e del genere majokko, che del racconto di formazione ha sempre avuto i connotati: in fondo, "Magica Emi", principalmente, altro non è che questo, un piccolo ma grande racconto di formazione, capace di commuovere, emozionare, divertire e insegnare tanto ai suoi spettatori, che magari lo ricorderanno con amore e affetto a distanza di anni, mentre continuano a impegnarsi per diventare l'adulto che volevano essere nei loro sogni di quando erano bambini e per raggiungere quella felicità, meravigliosa e insieme enigmatica, di cui ogni uomo è costantemente alla ricerca, nel corso della vita.


 3
memole

Episodi visti: 38/38 --- Voto 8
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>

Magica Emy è stato uno dei "cartoni" - allora li chiamavo così - preferiti della mia infanzia e non posso prescindere da questo nel valutarlo.
So solo che, a quei tempi, adoravo Mei come Yuu, se non di più, mentre trovavo insignificante Emy. Le puntate mi facevano divertire tantissimo, con tutti quei personaggi buffi, strani, simpatici e umani. Anche l'adattamento italiano, sia dei nomi sia il doppiaggio, lo trovo strepitoso. Devo dire che voglio ancora un mondo di bene a tutti i protagonisti, che hanno fatto parte della mia infanzia e che consideravo come amici.
Moko era lo scoiattolo volante nonché folletto magico più fico e bello del mondo, non so che avrei dato per averlo, altro che Posi e Nega e gli altri. Solo a ripensarci mi viene il magone. Le musiche e l'animazione pure erano molto belle per l'epoca.
Devo dire che non ho mai considerato "Magica magica Emi" una copia delle altre serie dedicate alle varie maghette: ognuna era speciale a modo suo per me, e Mei sopra tutte le altre.
Il finale mi ha davvero commosso per l'abbandono di Moko: vederlo ridursi a un peluche senza vita e anima mi ha rattristato infinitamente e per questo avrei voluto una conclusione diversa, anche se a livello di significato capisco che il messaggio che si voleva trasmettere, cioè quello di contare solo sulle proprie forze, sarebbe venuto meno. In ogni caso, nella mia mente, Mei è ancora in giro in mezzo a quella banda di prestigiatori, impresari e assistenti pazzarelli, con il suo Moko che le sta vicino e svolazza di qua e di là, senza abbandonarla mai.

Howl

 4
Howl

Episodi visti: 38/38 --- Voto 9
<b>[Attenzione, possibili spoiler.]</b>

Magica, Magica Emi cantava Cristina d'Avena alla metà degli anni '80 verso le 20 su Italia 1. Da qui già posso iniziare a piangere per l'enorme bagaglio nostalgico che questo anime si porta dietro.

Un anime che solo in età adulta ho trovato analogo per certi aspetti a Creamy e ad Evelyn, due predecessori troppo "grandi" da poter eliminare totalmente dalla mente dei fans: le canzoni, il merchandising di CD, bacchette magiche e degli oggetti kawaii che a metà serie si dovevano irrimediabilmente modificare, i palpiti d'amore di Yuu per Toshio, di Evelyn per Roby e di Mai per Ronny, la mascotte stile peluche che donava i poteri magici; ciò non fa diminuire il valore di Emi, sempre interessante negli spunti sociali e soprattutto della crescita individuale da bambina a donna. Quest'ultimo aspetto lo trovo interessantissimo in una analisi introspettiva e anche un po' antropologica: Mai rinuncia volontariamente ai suoi poteri e costringe Moko il folletto a sparire dalla sua vita (unica maghetta Pierrot nel genere, in quanto Creamy li perde per decorrenza ed Evelyn li perde per scelta dei suoi donatori che ritengono essere pronta a cavarsela da sola); Mai non è più in grado di sostenere il peso della bravura di Emi rispetto alla sua goffaggine, né, tanto meno, sopporta la mancanza di considerazione di Ronny che la ritiene una bambina ed è più affascinato da Emi e da Stella. Mai è pronta a diventare una star della magia, vuole essere sé stessa, vuole crescere e superare la sua controparte inseguendo il suo sogno. A mio avviso questo finale così "adulto" proteso al futuro, ha dichiarato il fallimento, prima ancora del suo inizio, di Pastel Yumi.

Tecnicamente lo Studio Pierrot è sempre stato una garanzia sia per le animazioni molto fluide e sia per i colori e il chara.

Le storie si trattano, per la maggior parte, di argomenti e amori adolescenziali, per cui scarseggia la drammaticità estrema e le scene cruente o di azione pure che lasciano però spazio a spunti comici fantastici (le frittelline dolci di Pellecchia, le gaffes dei Magicart, le gag con Bartolomeo e tra Mai e Ronny). L'aspetto della magia, intesa come potere magico, si interseca con la rappresentazione della magia. Mai, a differenza di Yuu, vorrebbe essere una prestigiatrice, per cui utilizza il suo potere per diventare immediatamente una affermata "maga" fino a stancarsi di queste capacità mai realmente apprese.

Un elemento che trovo grandioso sono le musiche BGM; le ho sempre trovate nostalgiche, tristi e malinconiche e sempre appropriate; le canzoni, invece, non riescono a scalfire il valore delle precedenti maghette, per cui le ritengo nella media.
Peccato l'adattamento, sebbene abbia contribuito alle mie risate da bambino (Pellecchia, Bartolomeo, Gennaro, Daniele, Stella, Rodolfo etc etc).

Magica Emi è un prodotto che oggi definiremmo stantio e insignificante se paragonato ad altri anime che, sia per tecnica che per sceneggiatura, risultano più forti. Sono anche convinto che stia un gradino sotto sia a Creamy che ad Evelyn, però l'ho sempre considerato un must per gli appassionati over 25.


 2
roooo83

Episodi visti: 38/38 --- Voto 7
Difficile nascere negli anni '80 e non aver visto almeno una volta Magica Emi! Non è certamente all'altezza della sua più prestigiosa collega Creamy, ma anche anche le avventure della piccola Mai avevano il loro fascino. La compagnia di apprendisti magh, mi ha tenuto compagnia per interi pomeriggi, e tutto sommato faceva anche ridere. Come al solito bisogna recriminare per i nomi tutti stravolti, prendiamo ad esempio il Signor Pellecchia...quante volte ci ridevo su solamente a sentirlo nominare, ma si può dare un nome simile? Ok lasciamo stare, gli do 7 perchè è un classico che ha fatto parte della mia infanzia e perchè cantavo tutte le canzoni della magica Emi!

simona

 2
simona

Episodi visti: 38/38 --- Voto 8
Tenerissimo!!! Magica Emi è stata la terza maghetta del celebre Studio Pierrot, dopo Creamy e la meno brillante Evelyn. Rispetto ai suoi predecessori, risulta essere un prodotto più maturo e malinconico, infatti i poteri donati dal folletto Moko all'inizio esaltano la protagonista, che però col precedere della serie, ci si accorge di come questi da soli non bastano a risolvere i piccoli e grandi problemi della vita di ogni giorno. Una cosa molto bella di questa serie sono i colori! Una serie decisamente carina.


 3
demone dell'oscurità

Episodi visti: 38/38 --- Voto 7
Un cartone che in realtà è la brutta copia rispetto a ciò visto con L'incantevole Creamy, laddove la variante buona che ne è stata apportata è stata quella di cambiare il canto coi numeri di magia.

Qui però c'è un velo di tristezza su questo cartone, laddove i poteri della protagonista non possono dare l'effettiva realtà al sogno che ha sempre desiderato la ragazzina, diventare sì una grande maga, ma solo con l'aiuto delle sue forze senza interventi esterni.

La tristezza della protagonista si fa evidente quando le arti della maga prendono il sopravvento sull'essere della ragazzina, raggiunge sì il suo sogno, ma non il suo scopo di vita, ma alla fine, come già accaduto in Creamy, sarà la maturità della ragazzina a far scegliere per il meglio cosa sarà giusto fare, visto che non sempre i poteri o gli aiuti esterni possono dare la vera gioia e felicità alla persona che ardentemente li desidera, messaggio che a mio parere, vuol lanciare questo cartone.

Stupiscono invece molto gli effetti neon di colori presenti molto spesso nell'anime, che danno quel particolare effetto di cui gli episodi necessitano, altrimenti sarebbe stato un clone di Creamy sotto tutti i punti di vista.

Un anime poco elaborato nel suo insieme, comunque godibile.

-Vale-

 2
-Vale-

Episodi visti: 38/38 --- Voto 10
Gira e sfera il desiderio si avvera! Che bello, che dire, uno dei migliori, almeno questa, a differenza di evelyn qualcosa faceva. E Moko? Lo scoiattolo volante? Io volovo Moko. Il doppiaggio è favoloso, la Karpoff, De palma, Torrisi ma soprattutto lei, Lella Costa, cioè, imperdibile. Da lei sono nate tutte le maghe odierne, sino ad arrivare a Saint Tail, maga nel senso di Magia. Saliamo sul furgone del Magic Art e andiamo anche noi a vedere lo spettacolo.

The show must go on...

Nerissa

 5
Nerissa

Episodi visti: 38/38 --- Voto 6
Anime sul filone "Majokko", però in questo caso la trama è un pò troppo esile.
I personaggi sono allegri e simpatici, anche se io May non la sopportavo proprio! Ehehehe!
Cmq Emi è un pò troppo simile a Creamy.
Come Creamy anche Emi canta alcune canzoncine, interpretate da Cristina D'Avena, e May come Yu s'innamora di un ragazzetto più grande di lei che naturalmente è pazzo del suo alter ego Emi!! :-)
Senza infamia e senza lode: 6!

Zooropa

 5
Zooropa

Episodi visti: 38/38 --- Voto 6
Altro clone di Creamy. Non ricordo alcun particolare seriamente originale in questa serie. Non do un votaccio perché in effetti la realizzazione tecnica rimane discreta, la strutturazione della storia, per quanto scontata, rimane in piedi. Insomma un prodotto assolutamente nella media degli anni '80. Non ha particolari motivi per essere rispolverato (al di là di un po' di eventuale nostalgia).

stepho

 5
stepho

Episodi visti: 0/38 --- Voto 6
Mi associo alla recensione fatta in precedenza. La trama è decisamente piatta e i personaggi poco spassosi. Si sente la mancanza di Creamy e delle sue avventure. Non riesco a capire perchè le majo dello studio Pierrot debbano quotidianamente vestirsi allo stesso modo? (capita per Yu Morisawa che ha lo stesso vestito tutto l'anno con la variante delle calze più lunghe e delle maniche della blusa; così vale anche per Evelyn o Pelsha che indossava SEMPRE a meno che non si trasformasse, lo stesso vestito tutto l'anno; stesso discorso per Yumi o Sandy dai mille colori). Anche questa volta la protagonista s'innamora del co-protagonista maschile più grande di lei (quando è Mai) e più piccolo quando è trasformata (Magical Emi). Storia decisamente poco coinvolgente. Ricordate la vecchia storia d'amore tra Yu e Toshio? Sentimenti ad ogni puntata praticamente e finale decisamente meritato. In questo caso? Niente...praticamente la maga accondiscendente arricchisce il pappone di turno padrone dello studio televisivo e poi sparisce perchè!?!? Ma quando mai avrei rinunciato ai poteri magici? Tutta scema quella...capisco che nella vita bisogna sapersi arrangiare con le proprie mani, ma che vuoi che ne capisca una fessa di ragazzina dai capelli arancioni che ha solo 10 anni!?!?

Complessivamente si può dire che lo Studio Pierrot poteva fare a meno della Magica Emi, ma tutto sommato Cristina D'Avena assieme alla Valeri Manera hanno fatto delle belle canzoni: "Che felicità my Happiness..." (la canto sempre quando vado a lavoro ^^; "Vieni vieni qui qui da me perchè, guarda guarda, vedi non c'è più...come vedi c'è e poi non c'è... questo amore c'è ma presto scapperà (e poi torna)... vieni qua non lasciarlo andare via da te!?!? (ma che te sei bevuta ah bella!!!).

Insomma non si poteva non guardarlo almeno per questi motivi...

Gira e sfera... (anche qui un buon Chianti a stomaco vuoto proprio...) *-*