Tartarughe Ninja alla riscossa
Premetto che ho visto questa serie TV da bambino, quindi il mio giudizio è fortemente influenzato dai ricordi. Cercherò di restare il più oggettivo possibile.
"Teenage Mutant Ninja Turtles" (in italiano, ahimè, "Tartarughe Ninja alla Riscossa") è la versione animata del meno celebre omonimo fumettistico realizzato dai maestri Kevin Eastman e Peter Laird. Dal comic, la serie animata riprende soltanto i protagonisti (le Teenage Mutant Ninja Turtles, Splinter, Shredder, Krang, il Clan del Piede, April e Casey Jones). Infatti, le vicende trattano un reboot della serie a fumetti, dove le origini delle Teenage Mutant Ninja Turtles e le avventure che dovranno affrontare sono del tutto differenti e molto più cartoonesche rispetto a quelle del fumetto, che invece è a tratti violento e cruento (con non poche scene di sangue e morte). La passione per la pizza (ripresa nella nuova serie a fumetti curata da Kevin Eastman), il grido di battaglia "Cowabunga!" (preso in prestito dai surfisti californiani), i colori differenti per le fasce indossate dalle tartarughe (nel fumetto, le fasce sono tutte rosse) e le iniziali dei nomi sulle cinture (anche questo assente nel fumetto), hanno permesso una diffusione esponenziale del fenomeno Teenage Mutant Ninja Turtles soprattutto tra le generazioni più giovani, che ha permesso alle quattro tartarughe di Manhattan di diventare un'icona della cultura pop occidentale, al pari dei più blasonati personaggi Marvel e DC (personalmente, da bambino vedevo tutti i giorni Batman e "Teenage Mutant Ninja Turtles").
Dunque, questa serie animata è decisamente orientata a un pubblico giovane, seppure possa intrattenere a tutte le età (o quasi), se non si hanno pretese di una certa profondità che era presente nel fumetto ed è stata totalmente tagliata nel cartone animato, dove perfino i ruoli dei personaggi e la complessità dei nemici sono stati stravolti e ridotti ai minimi termini.
Consigliato ai più giovani e a chi è nostalgico e vuole rivivere una parte della sua infanzia. Sconsigliato, invece, a chi vuole conoscere il mondo delle Teenage Mutant Ninja Turtles (leggete i sei albi a fumetti).
"Teenage Mutant Ninja Turtles" (in italiano, ahimè, "Tartarughe Ninja alla Riscossa") è la versione animata del meno celebre omonimo fumettistico realizzato dai maestri Kevin Eastman e Peter Laird. Dal comic, la serie animata riprende soltanto i protagonisti (le Teenage Mutant Ninja Turtles, Splinter, Shredder, Krang, il Clan del Piede, April e Casey Jones). Infatti, le vicende trattano un reboot della serie a fumetti, dove le origini delle Teenage Mutant Ninja Turtles e le avventure che dovranno affrontare sono del tutto differenti e molto più cartoonesche rispetto a quelle del fumetto, che invece è a tratti violento e cruento (con non poche scene di sangue e morte). La passione per la pizza (ripresa nella nuova serie a fumetti curata da Kevin Eastman), il grido di battaglia "Cowabunga!" (preso in prestito dai surfisti californiani), i colori differenti per le fasce indossate dalle tartarughe (nel fumetto, le fasce sono tutte rosse) e le iniziali dei nomi sulle cinture (anche questo assente nel fumetto), hanno permesso una diffusione esponenziale del fenomeno Teenage Mutant Ninja Turtles soprattutto tra le generazioni più giovani, che ha permesso alle quattro tartarughe di Manhattan di diventare un'icona della cultura pop occidentale, al pari dei più blasonati personaggi Marvel e DC (personalmente, da bambino vedevo tutti i giorni Batman e "Teenage Mutant Ninja Turtles").
Dunque, questa serie animata è decisamente orientata a un pubblico giovane, seppure possa intrattenere a tutte le età (o quasi), se non si hanno pretese di una certa profondità che era presente nel fumetto ed è stata totalmente tagliata nel cartone animato, dove perfino i ruoli dei personaggi e la complessità dei nemici sono stati stravolti e ridotti ai minimi termini.
Consigliato ai più giovani e a chi è nostalgico e vuole rivivere una parte della sua infanzia. Sconsigliato, invece, a chi vuole conoscere il mondo delle Teenage Mutant Ninja Turtles (leggete i sei albi a fumetti).
Nato nell' '84 dalla collaborazione di Eastman e Laird come parodia fumettosa e senza pretese del genere action eroico, il brand delle tartarughe ha saputo imporsi negli anni come cult internazionale rispetto ad altre realtà coetanee di questo genere, come "Usagi Yojimbo". Distintivo per le testuggini fu l'anomalo e involontario formato da edicola, più grande della media dei fumetti, che gli valse un minimo di curiosità da parte di uno zoccolo duro di lettori che col passaparola la fecero ingranare come meritava.
La serie TV, inutile dirlo, aumentò il successo, pur presentando un prodotto totalmente diverso da quello su carta. Le tartarughe originali possiedono infatti un fisico più tozzo, un carattere più aggressivo e meno personale, oltre allo stesso colore cremisi della fascia. Quelle presenti in questa prima serie TV invece si prendono molto meno sul serio: persino Raffaello, distinto negli anni come il brontolone dal cuore d'oro, il forzuto del gruppo geloso di Leonardo (cocco di Splinter e finto modesto/passivo-aggressivo), qui non risparmia un'aria serena e battutine a raffica. Un prodotto per piccoli insomma, che per gli ingenui anni '80 era godibilissimo, ma purtroppo invecchiato malamente oggi. Mentre da noi permane una certa nostalgia, oltreoceano non sono state risparmiate negli anni le frecciatine al taglio demenziale di questo cartone: prova ne sono le successive incarnazioni animate, tra cui soprattutto lo special "Turtles Forever" del 2009, dove le tartarughe della serie targata 2003 (prodotta dalla casa dei due autori) incontrano quelle della serie del 1987 col solo scopo di prenderle a pernacchie continuamente. Altezza, cintura con le iniziali, vestiario poco vario della tettona April, mostri bizzarri, sgherri pappamolla, Shredder innocuo e lamentoso... ogni scusa fu buona per fare un confronto spietato e antipatico.
Va detto che la serie moderna, pur vantando toni più duri (come Baxter Stockman che, invece di mutare in mosca, veniva fatto pian piano a pezzi da uno shredder alieno psicopatico), non riprendeva del tutto le atmosfere cupe del fumetto originale: infatti, nel citato Forever, anche le nuove versioni venivano a loro volta poco rispettate dalla comparsa successiva di quelle originarie in bianco e nero - tra l'altro, quelle del 2003, pur mantenendo un tono più serio e shi-fi, mantenevano i colori distinti e alcuni elementi ereditati dagli anni '80, ormai entrati nell'immaginario collettivo.
Sicuramente la prima serie non è mai stata un capolavoro, nemmeno al tempo; le origini di Splinter erano opinabili, Rocksteady e Bebop, primi di una annullata sfornata mutante, diventano subito inutili nonostante la forza teoricamente migliorata, i Neutrini erano fuori luogo come stile, il Baxter-mosca era davvero troppo sciocco a farsi sempre infinocchiare da "muso di latta", e la minaccia del cervello ruttante Krang era blandissima. Tuttavia alcuni elementi e puntate le ricordo piacevolmente, ad esempio per le uscite stupide di Michelangelo, alcuni momenti più seri come Raffaello invaghito della mutante lucertola o umanizzato, i tartaveicoli truzzi, ecc. Del resto, se il cartone animato viene ancora oggi ricordato con affetto in tutto il globo, nonostante la qualità mediocre, vuol dire che, contestualizzandolo, un completo disastro non poteva esserlo.
Ad oggi le tartarughe adolescenti vantano una quantità di prodotti di tutto rispetto, dai vecchi giochi del cabinato a quelli console, da altre serie animate recenti (un po' superflue) a tre film live e una serie TV ad esso ispirata con aggiunta femminile... il tutto, va detto, con qualità fortemente altalenante. Eppure, i quattro cheloni, in quanto classici senza tempo, resistono alla grande.
Il voto corretto sarebbe un 6,5, ma, sempre contestualizzandolo, si può portare a un onesto 7.
La serie TV, inutile dirlo, aumentò il successo, pur presentando un prodotto totalmente diverso da quello su carta. Le tartarughe originali possiedono infatti un fisico più tozzo, un carattere più aggressivo e meno personale, oltre allo stesso colore cremisi della fascia. Quelle presenti in questa prima serie TV invece si prendono molto meno sul serio: persino Raffaello, distinto negli anni come il brontolone dal cuore d'oro, il forzuto del gruppo geloso di Leonardo (cocco di Splinter e finto modesto/passivo-aggressivo), qui non risparmia un'aria serena e battutine a raffica. Un prodotto per piccoli insomma, che per gli ingenui anni '80 era godibilissimo, ma purtroppo invecchiato malamente oggi. Mentre da noi permane una certa nostalgia, oltreoceano non sono state risparmiate negli anni le frecciatine al taglio demenziale di questo cartone: prova ne sono le successive incarnazioni animate, tra cui soprattutto lo special "Turtles Forever" del 2009, dove le tartarughe della serie targata 2003 (prodotta dalla casa dei due autori) incontrano quelle della serie del 1987 col solo scopo di prenderle a pernacchie continuamente. Altezza, cintura con le iniziali, vestiario poco vario della tettona April, mostri bizzarri, sgherri pappamolla, Shredder innocuo e lamentoso... ogni scusa fu buona per fare un confronto spietato e antipatico.
Va detto che la serie moderna, pur vantando toni più duri (come Baxter Stockman che, invece di mutare in mosca, veniva fatto pian piano a pezzi da uno shredder alieno psicopatico), non riprendeva del tutto le atmosfere cupe del fumetto originale: infatti, nel citato Forever, anche le nuove versioni venivano a loro volta poco rispettate dalla comparsa successiva di quelle originarie in bianco e nero - tra l'altro, quelle del 2003, pur mantenendo un tono più serio e shi-fi, mantenevano i colori distinti e alcuni elementi ereditati dagli anni '80, ormai entrati nell'immaginario collettivo.
Sicuramente la prima serie non è mai stata un capolavoro, nemmeno al tempo; le origini di Splinter erano opinabili, Rocksteady e Bebop, primi di una annullata sfornata mutante, diventano subito inutili nonostante la forza teoricamente migliorata, i Neutrini erano fuori luogo come stile, il Baxter-mosca era davvero troppo sciocco a farsi sempre infinocchiare da "muso di latta", e la minaccia del cervello ruttante Krang era blandissima. Tuttavia alcuni elementi e puntate le ricordo piacevolmente, ad esempio per le uscite stupide di Michelangelo, alcuni momenti più seri come Raffaello invaghito della mutante lucertola o umanizzato, i tartaveicoli truzzi, ecc. Del resto, se il cartone animato viene ancora oggi ricordato con affetto in tutto il globo, nonostante la qualità mediocre, vuol dire che, contestualizzandolo, un completo disastro non poteva esserlo.
Ad oggi le tartarughe adolescenti vantano una quantità di prodotti di tutto rispetto, dai vecchi giochi del cabinato a quelli console, da altre serie animate recenti (un po' superflue) a tre film live e una serie TV ad esso ispirata con aggiunta femminile... il tutto, va detto, con qualità fortemente altalenante. Eppure, i quattro cheloni, in quanto classici senza tempo, resistono alla grande.
Il voto corretto sarebbe un 6,5, ma, sempre contestualizzandolo, si può portare a un onesto 7.